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Autore: fiore di pesco    21/08/2023    3 recensioni
Vi propongo degli estratti dei miei pensieri più intimi, celata da un anonimato che dura da oltre un decennio.
Non è un testo delicato, non sono una persona eccessivamente sensibile e quindi potreste incappare in black humor, turpiloquio e considerazioni talvolta ciniche che potrebbero turbare i lettori più emotivi. Non voglio far finta che questo mi dolga, non sono mai stata ipocrita.
Potrete trovare capitoli composti da una vicenda che mi è successa di recente, altre molto lontane nel tempo, pensieri, aforismi, quello che mi va.
Alcune di queste riflessioni sono state scritte in bozze sul mio diario anni fa e non so perchè stasera abbia sentito l'esigenza di condividerle con qualcuno. Forse per strappare una risata o una imprecazione, ma sempre meglio della noia.
Questa "storia" è una raccolta disomogenea e non segue una trama, ogni capitolo è a sè e quindi non pubblicherò con scadenze, seguirà l'ispirazione.
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Da qualche anno a questa parte sto affrontando un problema di sabotaggio da parte della mia famiglia.

Non mi riferisco a mia madre, di cui ho già parlato in passato. Lei dopo che me ne sono andata di casa è diventata una figura completamente assente nella mia vita, la sento giusto una volta ogni due mesi e per motivi di lavoro, dato che sia io che lei abbiamo due attività e ogni tanto consultiamo la reciproca figura professionale.

La mia famiglia, sorvolando sul fatto che avessi una madre narcisista e un padre educativamente assente (purtroppo è anche morto giovane), era composta dai nonni e dagli zii. Nello specifico tre coppie di zii. Nessuno di loro ha avuto figli e quindi io sono rimasta figlia unica senza fratelli e senza cugini. Ho diversi cugini lontani di altri rami della mia famiglia, ma non mi sono mai interessata a loro e viceversa.

Quando ero piccola avevo sempre problemi con i miei familiari perché ero molto diversa da ciò che loro si aspettavano.

Purtroppo in famiglia tutti desideravano un maschio. Nonostante fossero felici che fossi nata, nessuno ne era pienamente soddisfatto.

In quanto femmina hanno provato fin da subito a inserirmi in un mondo patriarcale ed educarmi con metodi abbastanza sessisti al fine di farmi rientrare in alcuni standard sociali che oggi potremmo definire maschilisti e lesivi dei diritti delle donne.

Quello che più mi stupisce in assoluto è il fatto che la maggior parte di questi atteggiamenti e di questi insegnamenti non provenivano dagli uomini della mia famiglia, bensì dalle donne.

Mio padre non ha mai tentato di incasellarmi in uno stereotipo, come mio nonno, che per quanto potesse essere un uomo degli anni 30 non ha mai posto limiti intorno a me.

Io e il nonno ci divertimmo tantissimo insieme per i primi quattro anni della mia vita e dopo, quando andai a scuola, trascorsi con lui solo le estati.

Nel tempo libero mio nonno amava coltivare l'orto, andare a funghi e castagne e sparare con il suo fucile ai bersagli in giardino. Non avendo nessun giovane maschio vicino, si rivolse esclusivamente a me e, dopo aver visto che io ero pienamente in grado di fare ciò che faceva un maschio, non ebbe più alcun dubbio sulle mie capacità e mi coinvolse sempre come avrebbe fatto con un ragazzo. Gli sono estremamente grata perché grazie a lui non ho mai capito che cosa fosse il maschilismo finché non mi sono avvicinata alla società.

I primi problemi riguardanti il mio genere li ebbi all'asilo, quando mi proibirono di indossare il grembiule del colore che volevo io perché per una femmina doveva essere obbligatoriamente di uno dei seguenti colori: rosa, rosso, fucsia, bianco.

Io lo avrei preferito di gran lunga blu azzurro o nero, perché oltre a essere colori che mi piacevano di più, ho poi anche scoperto di essere parecchio sensibile ai colori e all'emotività che trasmettono. Ragion per cui se voglio tranquillizzarmi devo immergermi in qualcosa dai toni freddi o verdi o azzurri, ancora meglio nelle tonalità del blu, mentre se voglio agitarmi o trovare la giusta energia devo per forza essere in un contesto dai toni caldi e prevalentemente rosso o rosa. Purtroppo i colori freddi e il nero potevano portarli solo i maschi.

Non capivo per quale motivo fossi costretta ad indossare il rosa, a dover mettere la gonna o i vestitini, a non poter mangiare con le con le mani o a non potermi sedere con le gambe aperte mentre i miei compagni maschi erano liberi di fare tutto ciò che volevano non capivo per quale motivo ci fossero sempre battute sulla bellezza e sull'apparenza quando si riguardava il corpo di una donna e nessuno invece giudicava il modo di vestirsi dei ragazzi.

Fin da piccola amavo giocare con i dinosauri e le macchinine che tra l'altro sono poi diventate uno dei miei hobby da adulta in quanto mi diletto anche di motori e fuoristrada.

Uno degli argomenti che più di tutti causava dissapore tra me e la mia famiglia era il mio interesse pressoché nullo per l'estetismo, l'aspetto fisico e l'apparenza. Non ho mai amato mettermi in mostra o truccarmi e agghindarmi, questo mi ha portato ad essere parecchio vessata dalle mie zie. Mia madre invece sotto questo punto di vista non si è mai espressa, perché le faceva piacere che io non mi mettessi in mostra e che ci fosse incomprensione tra me e le sue sorelle. Lei amava dire che da giovane era molto bella e riesco a capire soltanto adesso che si metteva in competizione con me e riteneva di aver vinto perché anche se io ero più sveglia di lei, lei se non altro era più bella di me. La bellezza tuttavia è abbastanza opinabile.

Insomma, per anni sono cresciuta con lo stress di non essere adeguata fisicamente sebbene per mia fortuna io mi sono sempre considerata giusta, o comunque nella norma, e consideravo con fastidio le persone che mi criticavano.

Mia madre mi mandò in collegio dalle suore dagli 11 ai 19 anni (finii la scuola a luglio, me ne andai di casa a ottobre dello stesso anno) e lì conobbi sia il lato maschilista del mondo, sia quello femminista.

Molti pensano che il femminismo sia l'opposto di maschilismo, vale a dire che se il maschilismo implica la superiorità dell'uomo sulla donna, il femminismo secondo loro vorrebbe la supremazia della donna sull'uomo.

Invece no. La corretta definizione di femminismo punta alla parità di genere e non all'imposizione di uno sull'altro.

Ovviamente non c'è nemmeno da chiedere con quale delle due fazioni mi schierai.

Quindi non ho mai fatto mistero della mia opinione in merito, anche perché non ritengo che ci fosse niente di cui vergognarsi, anzi! Attualmente però mi ritrovo ai ferri corti con la mia famiglia, che fa gaslighting e ghosting a più riprese, con l'obiettivo di farmi provare insicurezze e sensi di colpa che ovviamente su di me non possono fare presa, per tralasciare il fatto che negli ultimi anni hanno cominciato a parlare male di me in giro e di recente questi loro commenti sono giunti fino ad intaccare (molto leggermente, ma fastidiosamente) la mia reputazione professionale.

Questo è ciò che più di tutti mi sta facendo imbestialire di recente. Come se non avessi già abbastanza cose a cui pensare, ecco che arrivano i famigliari a rompere i coglioni perché invece di essere una ragazzetta sottomessa al maschio di turno, sono un individuo indipendente e autonomo.

Non mi fu mai detta chiaramente la frase "Da grande devi trovare un uomo che ti mantenga." Eppure tante frasi collaterali volevano indicare proprio questo.

Se mi cresci dicendo che dovrei mirare ad una vita agiata, PERÒ non devo cercare posti di rilievo, perché spettano agli uomini, che non devo parlare di auto e guidare io, perché deve essere l'uomo a guidare, che non devo correggere un uomo, perché sono femmina, che non riuscirò mai a mantenere la villa da sola perché serve un uomo per certe cose... Cosa vuoi trasmettere? Intendi chiaramente comunicare che senza un maschio al mio fianco sarei menomata.

Non importava che io fossi più brillante e intelligente di molti maschi, avrei dovuto tacere di fronte all'ignoranza di un uomo per rispetto. Suona un po' come: un levriero deve gareggiare contro un carlino, per evitare di offenderlo battendolo, si amputa una zampa da solo. It makes sense.

Deve essere stato il mio carattere innatamente competitivo e da bastian contrario ad avermi fatto andare contro i loro insegnamenti e di fatto ho scoperto quello che già il nonno mi aveva fatto intuire: se ne avevo le competenze (che si possono acquisire) e la capacità, io potevo fare quella cosa.

Ad esempio io non so cucinare i dolci, ma solo salato. Volendo potrei fare un corso di pasticceria, ma ritengo di non esserne capace. Evito di farlo, perché non ho talento in questo. Qualsiasi risultato potrei ottenere, sarebbe comunque mediocre. Quando ho bisogno di una torta o dei pasticcini, vado ad acquistarli.

Pensavo che la mia famiglia sarebbe stata orgogliosa di me vedendo che io ero capace di fare anche cose che loro non credevano possibili... E invece no. Scoprii a mie spese che ognuno dei miei traguardi veniva commentato con indolenza, fastidio o svalutazione (di me o del risultato).

Di recente ho finito un percorso di studi che è durato due anni, uscendo con il massimo dei voti. Tra una settimana comincerò un altro corso professionale, l'ultimo della lista, per raggiungere il massimo delle competenze nel mio ramo professionale. Quindi, su quattro livelli, ho completato il terzo e mi manca solo il quarto.

Quando la mia famiglia lo ha saputo, hanno detto solo "Brava, sì sì ma tu sei brava a scuola, poi però devi anche saperle applicare quelle cose..."

Io già lavoro in questo ambito, già le applico da anni, solo che ora ho il titolo per poterle fare da sola senza fare supervisionare il lavoro ultimato. Di che cazzo state parlando? 

Oppure il top "Eh ma guarda che non hai fatto niente di che... C'è ancora il quarto livello, conosco un ragazzo che ce l'ha, lui avresti dovuto frequentarlo che poteva nascerci qualcosa."

Ma che minchia ti dice la testa? A parte che il soggetto in questione ha cinque anni più di me, questo implica che alla mia età anche lui era al terzo livello e doveva cominciare a studiare per il quarto proprio come me... Ma perché dovrei volerci uscire perché ha già finito la scuola che voglio fare io? Ma ascoltate le cagate che vi escono di bocca di tanto in tanto?

E poi l'immancabile commento che ricevevo (perché da anni non li informo più proprio per non sentirli) quando fallivo in qualcosa "Se ci fosse stato un uomo ad aiutarti probabilmente avresti vinto. Avere un uomo a fianco fa la differenza."

Ma la differenza per cosa? Se non ho potuto concludere un progetto perché interferiva con una legge, quale cazzo di differenza avrebbe fatto avere un uomo insieme a me? Avrebbero modificato il codice civile perché io avevo vicino un individuo con i cromosomi XY?

"Fermi tutti! Ma signora, è un uomo quello di fianco a lei?"

"Ah, sì. Ecco, ha un pene, guardate!"

"Allora cambia tutto, ecco i suoi permessi!"

Non mi stupii troppo quando, in seguito all'esaurimento nervoso nel 2021 andai da uno psicoterapeuta e lui mi fece fare vari test sulla personalità, per escludere eventuali malattie mentali, e dai risultati disse che appartenevo a quel 3% delle donne che hanno un profilo caratteriale simile ad un uomo. Le donne non sono intrinsecamente portate per avere quel carattere, infatti nell'uomo le percentuali sono molto più ampie e varie, però vengono educate e indottrinate fin da piccole per attuare un certo tipo di comportamento che devono giustificare psicologicamente. Solo il 5% di esse, forse anche meno, è sufficientemente refrattario da preferire il proprio pensiero critico a quello che gli è stato insegnato, e una parte di questo 5% tristemente ha tendenze antisociali.

Bene, bello.

Così quando oggi un cliente si è avvicinato alla mia scrivania e ha detto "Scusi, ma preferirei che questi calcoli li facesse un uomo che per natura è più portato." ammetto di aver avuto un piccolo tic al nervo trigemino del viso e aver immaginato una scena molto cruenta che comprendeva il cranio del cliente e il mio taglierino apribuste. C’era anche una sigaretta alla fine.

La mia assistente ha avuto un fremito sulla propria sedia e ha preso le distanze da me come fossi una bomba: so che deve aver pensato che l'avrei fatto a strisce, ma non oggi.

Oggi no. Oggi ho i coglioni a pezzi per i fatti miei e settimana prossima ricomincerà la scuola serale quindi davvero non ho voglia di convincere lo stronzo di turno che qui dentro nessuno ha i miei titoli e le mie competenze e la sua richiesta è tanto becera quanto offensiva.

Ho guardato il valore del tasso che avevo calcolato per sto coglione e ho sorriso "Ma certo, il cliente ha sempre ragione, guardi, le chiamo subito il mio socio. Goffrid, per favore puoi fare il calcolo del tasso al cliente?".

Goffrid, rincoglionito ma orgoglioso che nonostante sia ad un passo dalla pensione ancora sia richiesto, del tutto inconsapevole di non aver altro merito oltre ad essere nato con degli attributi sessuali secondari di favore, fa il calcolo e poi si perde un po' via nelle strette di mano e conversazione di convenienza con il pirla che ho di fronte.

Io intanto guardo i tassi, la mia assistente anche. Ben 2 punti in più. Su quell'importo sono la bellezza di 250franchi in più rispetto a quello che avevo calcolato io. Tutto bellamente sotto gli occhi di questo ritardato, che incredibilmente non riesce a capire che 10% è più favorevole di 12%.

Ma l'importante è che sia contento. Così effettuo l'operazione e poi prelevo dalla cassa la percentuale in eccesso, che stonerebbe come ricavo straordinario in contabilità se non la facessi quadrare entro la chiusura. Chiaramente Goffrid certe cose nemmeno le può immaginare.

Quando l'assistente è andata in pausa, le ho dato 50chf dei 250.

"Perché?"

"Non hai visto che il gentil signore prima ci ha lasciato una cospicua mancia?"

Lei sembrava un po' allibita, perché deve aver pensato bene alla faccia della mancia.

"Goditeli, io ci vado a cena fuori stasera."

Già non vedo l'ora di andare al sushi che serve al banco di quel ristorante che è stato aperto in centro città un paio d'anni fa, alla faccia di un coglione qualsiasi che, pur di essere servito da un maschio, sì è fatto inculare platealmente il 2% dei suoi risparmi di questo mese.

Che dire, grazie maschilisti per essere tanto idioti.

Forse ho perso la battaglia, ma con la pancia piena di manzo Kobe e tonno Otoro, oggi la sconfitta avrà un sapore oscenamente piacevole. Spero che la dolcezza del pesce possa coprire questo retrogusto amaro che sento da anni.

 

  
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