Andrè
“Andrè!” Mi chiami ed io mi giri. C’è urgenza nella tua voce. Non vuoi che me ne vada, che scompaia dentro la caserma, ma no, no amore mio, non posso più scomparire e stare lontano da te.
Scendo da cavallo, lo porto per le redini. Accarezzo Cèsar e faccio lo stesso con lui, lo guido con te ancora in sella. Ti lasci trascinare, andiamo nelle stalle. Il nostro stalliere ci guarda stranito. Gli fai un cenno e quello se ne va. Io lo guardo farti il saluto e poi lasciarci. Mi chiedo cosa possa pensare di te, di me, di noi soli ora qui dentro. Mi si riempie il petto d’orgoglio al pensiero che qualcun altro possa immaginarci con malizia, qui soli io e te. Insieme ho paura per te, che certe voci girino davvero, che ti possano rovinare in qualche modo.
Ti aiuto scendere come altre mille volte nella mia vita. Ti lasci andare e ti prendo per i fianchi. Adesso sembra diverso. Ti sfioro col respiro mentre scivoli giù, con le spalle rivolte a me ed il busto ancora al cavallo. Quando atterri appena ti muovi. Rimani ferma e ti giri appena. Mi vedi con la coda dell’occhio, sai che potrei toccarti ed aspetti. Mi cerchi solo con le dita, un movimento impercettibile, ma io sento tutto di te. Ti prendo le mani, incrocio le dita e tu sciogli le spalle e chiudi gli occhi, abbandonata sul mio petto e sulla mia spalla.
Dio, se solo potessi baciarti, accarezzarti, farti mia, superare questa barriera di pudore, fare l’amore. Ti immagino nuda, come sei adesso, pronta ad abbandonarti sul mio corpo, ad offrirmi tutta la tua pelle. Ti amerei, ti darei tutto lo giuro. Guarderei il piacere crescerti dentro ed esplodere fuori. Mi dedicherei a te, mi dimenticherei persino che esisto. Vorrei tutte queste cose. Ti sfioro le braccia sopra all’uniforme. Vorrei tutte queste cose, ma non le farei mai. No, non così. Non è così che deve andare, tu meriti tutte le cose nel modo giusto, nell’ordine giusto. Dovrei poter chiedere la tua mano a tuo padre ed al re, come lui stesso aveva suggerito. Dovrei poter aspettare ogni giorno, facendo il conto alla rovescia. Guardarti vestita da sposa, desiderarti ed immaginarti a letto con me tutto il giorno. Dovrei poter solo poi fare l’amore con te.
“Sei triste?” Mi chiedi. Ti sei girata verso di me, mi guardi, mi studi.
Sorrido e faccio no con la testa. “No,” dico pure per convincerti “come potrei.”
Pieghi il capo di lato, stringi gli occhi. Per un attimo mi ricordo della stessa espressione sul tuo viso da bambina. Ti do un bacio e ti abbraccio. Sento la sorpresa, spio le sopracciglia alte e gli occhi chiusi. Allora per sorprenderti ancora di più ti sollevo e continuo a baciarti. Ridi contro la mia bocca. È un suono meraviglioso e sono felice.
Forse un giorno, con questa rivoluzione, tutto sarà diverso. Forse un giorno potrò sposarti. Questa rivoluzione la faccio per te.
Angolo dell'autrice
Boom! Ecco l'altro. L'ultimo è pronto a metà e sono in ferie. Traetene le vostre considerazioni!
A presto
“Andrè!” Mi chiami ed io mi giri. C’è urgenza nella tua voce. Non vuoi che me ne vada, che scompaia dentro la caserma, ma no, no amore mio, non posso più scomparire e stare lontano da te.
Scendo da cavallo, lo porto per le redini. Accarezzo Cèsar e faccio lo stesso con lui, lo guido con te ancora in sella. Ti lasci trascinare, andiamo nelle stalle. Il nostro stalliere ci guarda stranito. Gli fai un cenno e quello se ne va. Io lo guardo farti il saluto e poi lasciarci. Mi chiedo cosa possa pensare di te, di me, di noi soli ora qui dentro. Mi si riempie il petto d’orgoglio al pensiero che qualcun altro possa immaginarci con malizia, qui soli io e te. Insieme ho paura per te, che certe voci girino davvero, che ti possano rovinare in qualche modo.
Ti aiuto scendere come altre mille volte nella mia vita. Ti lasci andare e ti prendo per i fianchi. Adesso sembra diverso. Ti sfioro col respiro mentre scivoli giù, con le spalle rivolte a me ed il busto ancora al cavallo. Quando atterri appena ti muovi. Rimani ferma e ti giri appena. Mi vedi con la coda dell’occhio, sai che potrei toccarti ed aspetti. Mi cerchi solo con le dita, un movimento impercettibile, ma io sento tutto di te. Ti prendo le mani, incrocio le dita e tu sciogli le spalle e chiudi gli occhi, abbandonata sul mio petto e sulla mia spalla.
Dio, se solo potessi baciarti, accarezzarti, farti mia, superare questa barriera di pudore, fare l’amore. Ti immagino nuda, come sei adesso, pronta ad abbandonarti sul mio corpo, ad offrirmi tutta la tua pelle. Ti amerei, ti darei tutto lo giuro. Guarderei il piacere crescerti dentro ed esplodere fuori. Mi dedicherei a te, mi dimenticherei persino che esisto. Vorrei tutte queste cose. Ti sfioro le braccia sopra all’uniforme. Vorrei tutte queste cose, ma non le farei mai. No, non così. Non è così che deve andare, tu meriti tutte le cose nel modo giusto, nell’ordine giusto. Dovrei poter chiedere la tua mano a tuo padre ed al re, come lui stesso aveva suggerito. Dovrei poter aspettare ogni giorno, facendo il conto alla rovescia. Guardarti vestita da sposa, desiderarti ed immaginarti a letto con me tutto il giorno. Dovrei poter solo poi fare l’amore con te.
“Sei triste?” Mi chiedi. Ti sei girata verso di me, mi guardi, mi studi.
Sorrido e faccio no con la testa. “No,” dico pure per convincerti “come potrei.”
Pieghi il capo di lato, stringi gli occhi. Per un attimo mi ricordo della stessa espressione sul tuo viso da bambina. Ti do un bacio e ti abbraccio. Sento la sorpresa, spio le sopracciglia alte e gli occhi chiusi. Allora per sorprenderti ancora di più ti sollevo e continuo a baciarti. Ridi contro la mia bocca. È un suono meraviglioso e sono felice.
Forse un giorno, con questa rivoluzione, tutto sarà diverso. Forse un giorno potrò sposarti. Questa rivoluzione la faccio per te.
Angolo dell'autrice
Boom! Ecco l'altro. L'ultimo è pronto a metà e sono in ferie. Traetene le vostre considerazioni!
A presto