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Autore: Donatozilla    25/08/2023    0 recensioni
[Ambientato dopo la Saga dello Shie Hassaikai]
Dopo la sconfitta di Overhaul e la salvezza di Eri, Izuku Midoriya e i suoi compagni della 1-A possono finalmente passare un periodo di tranquillità e serenità. Ma la pace è interrotta dopo l'apparizione di un misterioso e violento vigilante con mostruosi poteri che non si fa scrupoli ad uccidere i criminali nelle maniere più brutali... e che sembra nutra un profondo odio e disprezzo nei confronti di Katsuki Bakugo. Chi è questo misterioso vigilante? E perché odia così tanto Bakugo al punto da volerlo uccidere?
Genere: Azione, Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Sorpresa
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 36: Argomento del momento 

“Secondo voi che Quirk possiede questa Spider-Woman?” Chiese Kaminari ai suoi compagni, tutti loro al momento nella loro classe ad aspettare che lezioni del giorno iniziassero, e nel l’aspettate avevano deciso di parlare dell’argomento del momento: Spider-Woman.

Era apparsa giusto la notte scorsa, ma era già diventata un argomento molto parlato, sopratutto tra gli studenti della UA.

“Se si fa chiamare ‘Spider-Woman’ allora non pensi che sia logico che abbia un Quirk collegato ai ragni?” disse Jiro, inarcando un sopracciglio “Sarebbe la cosa più logica, no,  Jamming Yay?”.

Kaminari tirò uno sbuffo “Non c’è bisogno di fare la sarcastica. Sì, certo, potrebbe avere un Quirk collegato ai ragni o roba del genere, ma se fosse qualcos’altro? Un Quirk non per forza collegato ai ragni ma che ricordi essi?”.

“Potrebbe essere” disse la sua Mina mentre sedeva sulla sua sedia “Dopotutto, se avesse davvero un Quirk collegato ai ragni non sparerebbe ragnatele dalle mani come nel video. Le sparerebbe dal sedere come qualsiasi ragno.” Disse l’ultima parte con un risolino.

“Che schifezza Mina!” Disse Hagakure ridendo, mentre faceva finta di avere dei conati di vomito anche se non si poteva vedere data la sua invisibilità, mentre Jiro rispose a quell’idea con uno sguardo disgustato mentre Kaminari si univa alle risate di Hagakure e Mina.

La discussione del Quirk di Spider-Woman, a quanto pare, era un pensiero condiviso da tutta la classe, dato che a parlare di ciò erano anche Midoriya, Uraraka e Iida.

“Quindi secondo voi che Quirk potrebbe avere questa Spider-Woman?” Uraraka chiese ai suoi due amici.

Iida si mise una mano sul mento, pensieroso “Bella domanda, Uraraka. Dal video che è stato mostrato lei sembra essere incredibilmente agile, veloce e forte, per non parlare anche di quelle ragnatele che ha sparato dalle mani.” Puntò lo sguardo verso Midoriya “Tu cosa ne pensi, Mido…”.

Si interruppe quando lui e Uraraka videro Midoriya occupato a mormorare tra sè e sè, molto sicuramente teorizzando i vari e possibili Quirk che Spider-Woman possedesse.

I due sorrisero divertiti e Uraraka pattò la spalla di Midoriya dicendo interrompendo il suo mormorio “Oh, uh, scusate ragazzi… lo stavo facendo di nuovo, eh?” disse Midoriya mettendosi una mano dietro la testa e sorridendo in maniera imbarazzata.

Uraraka ridacchiò “Non preoccuparti Deku, sai che non da fastidio. Sembra proprio che tu abbia parecchie idee sul possibile Quirk di Spider-Woman.”.

“Beh direi di non essere l’unico.” Dusse Midoriya guardando i suoi compagni di classe, tutti a discutere dello stesso argomento di cui loro tre stavano parlando.

“Non posso proprio farne una colpa. Un altra vigilante che appare subito dopo Honda? Non appaiono così in fretta l’uno dopo l’altro, dopotutto.”. Disse Iida a braccia conserte.

A sentire il cognome di Ryo, Midoriya spostò lo sguardo verso il banco di Bakugo, dove egli sedeva in quel momento. Non stava parlando con nessuno, come al suo solito. Era ancora teso per via della minaccia di Ryo come i giorni scorsi, ma meno del solito. 

“Direi che è un miglioramento…” pensò Midoriya con un sospiro.

Il suono della campanella, indicando l’inizio delle lezioni, interruppe i suoi pensieri e lui, insieme al resto dei suoi compagni, ritornò a sedersi al suo banco, mentre Aizawa entrò nell’aula. Avrebbero dovuto dirgli quello che avevano deciso di fare per il festival, e sperava che i preparativi per esso, almeno, avrebbero calmato ancor di più Bakugo.

Sperava.


Naomasa si trovava in quel momento nell’ufficio di di Kenji,il detective e il il capo della polizia che si guardavano in silenzio senza fare o dire nulla per attimi che larverò interminabili.

Il primo a parlare fu l’uomo con la testa di cane “Salve, detective” disse “Se è qui devo assumere che abbiate parlato con la presidente riguardo la nostra collaborazione, non è così?”.

Naomasa annuì “Sì capitano. Ci è voluto un po’ a convincerla… ma alla fine sono riuscito nell’intento: avrete tutte le informazioni su Honda e i suoi poteri. Niente escluso.”.

Kenji annuì, soddisfatto, per poi osservare con curiosità Naomasa “Presumo, tuttavia, che non avremo subito queste informazioni.”.

“Presumete bene.” Rispose Naomasa “Le informazioni su Honda sono… molte. E complicate. Quindi ci vorrà un po’ per organizzare suddette informazioni e poi consegnarvele.”.

Gli occhi di Kenji si chiusero a fessure “A quanto pare avete tenuto un bel po’ di roba nascosta.”.

Naomasa tirò un sospiro “Cercate di capire, capitano. Queste informazioni in possesso della commissione… è roba delicata. Se uscisse allo scoperto, se suddetto informazioni venissero scoperte dal resto della popolazione… sarebbe un disastro, si scatenerebbe il caos.”.

Kenji tirò un sospiro “Posso solo immaginarlo. Se avete tenuto nascosto suddette informazioni per così tanto ci sarà un motivo.”.

Naomasa annuì “Esatto. Ora se non vi dispiace, ho bisogno di andare. Ho altre cose da fare che richiedono la mia presenza.”.

“Certamente detective. Un ultima cosa, però” disse Kenji proprio mentre Naomasa stava per uscire dall’ufficio “Lei sa niente di questa… Spider-Woman?”.

“La nuova vigilante apparsa ieri notte? No, ne so quanto lei.”.

Kenji annuì, soddisfatto della risposta “Molto bene. Scusate la domanda, ma volevo esserne sicuro dato che sapevate cose riguardo Honda che non volevate rivelare. Sembrate sincero sul non sapere niente, quindi vi ringrazio.”.

Naomasa semplicemente annuì ed uscì dall’ufficio di Kenji, il silenzio che ritornò a governare in esso.


Miki, Kota e Tomoko si trovavano in quel momento nella camera d’ospedale di Shino, Yawara e Ryuko a far loro visita.

“Stai meglio, zia Shino?” Chiese Miki.

Shino sorrise “Beh, ho ancora qualche dolorino qua e là, ma tutto sommato sto meglio, sì.”.

“Siamo felici di sentirlo, zia Shino.” sorrise Kota.

Tomoko sorrise per poi puntare lo sguardo a Yawara e Ryuko “Voi due invece? State meglio anche voi?”.

“Decisamente meglio, grazie” annuì Yawara.

Ryuko sorrise un sorriso “Un po’ dolenti, certo, ma non quanto Shino.”.

“Ah ah, molto divertente.” Rise fintamente Shino, mentre roteava gli occhi con un sorriso affettuoso.

“Avete sentito di ciò che è successo ieri notte?” Disse d’un tratto Kota, attirando l’attenzione dei vari presenti.

“Ieri notte?” Chiese Shino confusa.

“Sì! Hi visto stamattina in tv che ieri sera Kamui Woods è stato salvato da una nuova vigilante! Si fa chiamare Spider-Woman!” Continuò Kota, con Miki che puntò gli occhi verso di lui.

“Oh, lei.” Disse Yawara “Abbiamo sentito di lei dalla televisione della nostra stanza. Sembra che ultimamente i vigilanti spuntino come funghi.”.

“Effettivamente…” disse la sua Ryuko “Ma bisogna ammettere che ha stile.”.

“Poi, dalle battute che ha sparato durante il combattimento, sembra abbia anche un buon senso dell’umorismo.” Rise Tomoko “Stavo quasi per scoppiare a ridere per come ha preso in giro quel grosso Villain.”.

“È stata così figa! Era così forte e così veloce, prima si trovava lì, poi lì, poi ha dato quei calci e quei pugni e…” disse Kota iniziando a imitare le mosse di Spider-Woman, mentre Miki dovette trattenere un risolino sapendo che il fratellino stava imitando lei senza che lui lo sapesse “E tu zia Shino, cosa ne pensi?” Disse Kota.

Shino tirò un sospiro “Penso che questa Spider-Woman… non sappia cosa faccia. Certo, sono grata che abbia salvato la vita a un nostro collega, ma da come si muoveva doveva esser la prima volta per lei. Per me dovrebbe smetterla prima che lei o qualcun’altro si faccia del male.”.

Miki rabbrividì internamente, non sapendo cosa pensare a quella… critica. Chissà cosa avrebbero pensato se loro sapessero che LEI era Spider-Woman, che si trovava in quel preciso momento con loro in quella stanza.

“E tu Miki?” Chiese poi Kota, facendo sobbalzare Miki e attirando la sua attenzione “Sei rimasta in silenzio fino ad adesso. Che cosa ne pensi di lei?”.

“Io?” Ripetè Miki grattandosi la testa, presa di sorpresa da quella domanda. Cosa pensava praticamente di… beh, se stessa? Tanto valeva dire la prima cosa che le veniva in mente “Mah, non ho grosse opinioni su di lei. Insomma, è apparsa solo una volta, dovremmo vedere cos’altro farà in futuro per avere un opinione completa su di lei.” Mentì.

Kota semplicemente annuì con uno sguardo un po’ confuso, sguardo condiviso da gli altre persone nella stanza ma non ci fecero troppo caso, e ricominciarono a parlare di nuovo tra loro, di quale argomento non lo sapeva, dato che era troppo presa dai suoi pensieri in quel momento, pensando a ciò che era stato detto su di lei da suo fratello, sua zia e i suoi compagni di squadra. Beh, finora le opinione sembravano positive, apparte forse quella di sua zia. Non sapeva cosa pensava il resto della popolazione invece, ma sapeva che al momento lei… beh, Spider-Wonan era l’argomento del momento. Era abbastanza imbarazzante come cosa. Pensò a quanto sua zia aveva detto: che diceva smetterla prima che lei o qualcun’altro si facesse male.

“Beh… ho iniziato proprio per impedire che altri si facessero male. Non mi importa se mi farò male io per proteggere gli altri.” pensò Miki “Quindi… non credo proprio che smetterò. Scusa zia. Ma non smetterò questa cosa… ho questo potere… e non lo usai per salvare loro…” il suo sguardo di fece leggermente scuro “dunque… l userò per salvare gli innocenti. Chiunque abbia bisogno.”.


Era notte. E Ryo non riusciva a dormire.

Dopo aver parlato con V era andato a fare scorte di cibo, e mentre faceva ciò non poteva non notare come tutti stessero parlando della stessa cosa: Spider-Woman.

Spider-Woman qui, Spider-Woman lì.

Ogni menzione di Spider-Woman non fece altro che far ricordare a V i brutti incontri che la sua specie e i sé alternativi ha avuto con le varie Spider-Persone facendole innervosire ed arrabbiare ancora di più, e di conseguenza anche Ryo si stava innervosendo. Sentir parlare così tanto di Spider-Woman non faceva altro che farlo preoccupare e fargli pensare a quello che sarebbe accaduto se mai l’avessero incontrata, come sarebbe andato a finire un loro scontro… se sarebbero stati separati o, addirittura, o uccisi da lei.

Si alzò dal letto. Non riusciva a dormire. Tanti pensieri. Troppi pensieri.

Si avvicinò alla finestra, osservando la città ed il cielo notturno.

Era passato fin troppo tempo da quando era stato là fuori come Venom, a volteggiare per il cielo, a proteggere gli innocenti e a dare la caccia ai Villains e ai criminali.

Aveva così tanta voglia di…

“Ryo…” la voce di V interruppe i suoi pensieri “Ti manca andare là fuori? A portare giustizia?”.

“Sì.” Rispose semplicemente Ryo.

“Manca anche a me. Andiamo là fuori. Siamo stati abbastanza senza fare niente. È tempo che Venom ritorni in esca. Ci gioverà. Sopratutto con lo stress che stiamo provando ora. Andiamo fuori, Ryo. Beviamo il chiaro di luna. Andiamo fuori.”.

Ryo annuì, un sorrise che gli si dipinse in volto “Okay…” iniziò ad aprire la finestra, mentre il suo corpo iniziò ad essere ricoperto dal simbionte, finché non si trasformò del tutto in… Venom “Andiamo!”.

Sparò dalla mano un tentacolo che andò ad attaccarsi ad un palazzo, ed iniziò a volteggiare via, a saltare da palazzo in palazzo.

Gli era mancato questo. Il vento che gli accarezzava il corpo, saltare e volteggiare di palazzo in palazzo… era tutto così magnifico.

D’un tratto i suoi occhi si posarono su un gruppo di quattro persone che entravano furtivamente in una banca.

Perfetto.

Una rapina.

Sorrise mostrando i denti affilati.

Capitavano al momento giusto.

Avrebbe fermato un crimine E li avrebbe usati per calmare lo stress che stava provando al momento.

Una vittoria per tutti… beh, tranne per i rapinatori ovviamente.


“L’allarme è disinnescato! Possiamo entrare!” Disse uno dei rapinatori che, come i suoi compagni, indossava un passamontagna per nascondere la sua identità. Entrarono furtivamente nella banca, guardandosi intorno. Vi era solo silenzio. Avevano avuto una vita abbastanza miserabile fino ad allora, e avevano formato quel loro gruppo molto anni ordino per poter andare avanti. Facevano semplice rapine, abbastanza per portarsi qualcosa da mangiare a fine giornata, e si erano ripromessi di non uccidere mai nessuno durante le loro rapine.

Ma questo sarebbe stato il loro colpo più grande, quello che li avrebbe portati alla bella vita. Avevano pianificato questo colpo per mesi,  sapevano come muoversi e cosa fare. Nella stanza più in là vi era la camera blindata che avrebbero depredato fino all’ultima banconota e sarebbero stati ricchi da far invidia a chiunque. Nel momento in cui degli Heroes si sarebbero presentati sarebbe già stato troppo tardi e loro sarebbero già andati via col denaro. In caso avessero incontrato qualcuno avrebbero usato i loro taser, dei bastoni di metallo, per metterli fuori gioco. Non ucciderli, semplicemente farli svenire. Nessuno si sarebbe fatto male con quel colpo, ne loro ne nessun altro.

Mentre continuavano verso la camera blindata un rumore di qualcosa che atterrava dietro di loro li fece voltare, e vedendo chi si trovava dietro di loro spalancarono gli occhi.

“Ohhhhh, guarda guarda!” Venom disse sorridendo e mettendo in mostra i denti affilati.

Il violento vigilante che aveva mietuto così tante vittime tra i criminali di Musutafu era lì, davanti a loro.

Mai avrebbero immaginato che se lo sarebbero trovati davanti, che avrebbero attirato la sua attenzione, dato che fino ad ora avevano solo causato rapine, con nessuno mai morto durante esse. E poi ultimamente sembrava essere sparito nel nulla, quindi pensavano che non lo avrebbero mai incontrato quella notte, che sarebbe stata quella del loro più grande colpo.

Col panico che invase i loro corpi, uno di loro urlò “ANDIAMO COI TASER!” irarono fuori le loro armi, pregando che sarebbero state abbastanza per metterlo KO. Lo attaccarono insieme, i loro taser che gli toccarono il corpo e circondandolo di elettricità.

“Ohhhhh, prude!” Rise Venom, la sua risata che mostrava chiaramente che non gli stavano facendo niente “Avete scelto la nottata sbagliata per rapinare una banca! Siamo tornati in azione e siamo anche abbastanza nervosi! Ci serve giusto un ottimo anti stress, e voi fate al caso nostro!”.

Queste parole non fecero altro che far crescere il terrore nel cuore dei quattro uomini.

Uno di loro fu preso per la gamba e fu sbattuto contro il suolo così duramente che i suoi tre compagni poterono sentire chiaramente le ossa del suo corpo spezzarsi, spina dorsale compresa.

Venom si lanciò subito contro gli altri, non dando loro neanche il tempo di razionalizzare quando era appena successo, e prese un altro per il collo, lanciandolo violentemente contro il muro, la testa che andò a sbatterci con un sonoro CRUNCH, il cranio che si ruppe immediatamente.

Si lanciò poi verso il terzo, che aveva tentato di attaccarlo col suo taser, sbattendolo violentemente al suolo e spaccandogli la mano che teneva il taser e facendolo urlare. Venom, con la mano libera, gli prese la testa e con un sonoro SNAP gli spezzò l’osso del collo.

L’ultimo rapinatore osservò con terrore, rabbia e dolore quanto era appena accaduto. I suoi compagni, i suoi amici… morti, così in fretta che faceva fatica a comprenderlo.

“Bastardo… bastardo…” iniziò a sussurrare “MALEDETTO BASTARDOOOOOOO!” Di lanciò contro Venom per colpirlo col taser, ma Venom con uno schiaffo alla mano gli fece cadere l’arma e lo prese per il collo.

“Rapinare una banca e pensare di farla franca? Tsk, tsk, voi criminali non imparerete mai.” Disse Venom alzando in aria l’ultimo rapinatore.

“Maledetto… maledetto… non stavamo facendo male a nessuno! Avevamo intenzione di tapinare questa banca senza far male a nessuno!” Urlò il rapinatore.

“Rapinare rimane pur sempre un crimine, non importa di quale portata” disse Venom con nonchalance “E noi puniamo ugualmente qualsiasi crimine” avvicinò il suo volto a quello del criminale “Credo tu sappia ciò cosa significhi, vero?”.

Il criminale sbarrò gli occhi “No…”.

“Oh sì… sai, tutto questo movimento ci ha messo fame. E tu… sembri parecchio gustoso al momento.”.

“No, no, no, no!” Tentò di divincolarsi, liberarsi. Ma era tutto inutile.

Venom spalancò le fauci “ORA DI CENA!” Urlò e le chiuse intorno alla testa del criminale, mangiandogliela.


Venom buttò a terra il corpo del quarto e ultimo criminale. “Sono stati un ottimo anti stress, lo ammetto. Ma non credo basti… vero, V?”.

“Questo è sicuro, Ryo.”.

“Andiamo allora” disse Venom uscendo dalla finestra da cui era entrato “La notte è ancora giovane… e ci sono ancora tanti crimini da fermare!” E saltò via.

   
 
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