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Autore: Bebess    26/08/2023    0 recensioni
Hiroki, ragazzo giapponese appena diciottenne, ha un bagaglio emotivo non indifferente, dovuto anche al covid.
Francesco, ricercatore italiano, ha una passione per la cultura giapponese che lo spingerà improvvisamente a cambiare vita. Due destini diversi tra loro ma con una lezione di vita in comune.
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ultimamente dormo poco e male, ma penso sia dovuto al fatto che ogni giorno Netflix mi fa compagnia fino alle quattro di mattina. Da qualche mese ho finito la scuola, ma non so neanche io come ho fatto. Mi ricordo una notte durante dicembre 2019, mi sono svegliato sudato e urlavo, mentre continuavo ad immaginarmi il suo viso come fosse davvero di fronte a me. La sognavo spesso durante quelle notti. Era una ragazza con i capelli lisci e scuri e mi guardava male, come se mi volesse uccidere. Ma non era giapponese, credo che fosse di una nazionalità europea ma non riuscivo a capire quale. Quella ragazza mi aveva colpito perchè non riuscivo a vedere il suo volto ma solo i suoi occhi, uno sguardo incredibilmente inquietante. Questi episodi sono durati cinque giorni e tutte le notti, ma dormivo da solo e con i miei genitori non ne parlavo. Ci sono tante cose che loro non hanno mai saputo di me, tra cui le mie notti turbolente o insonni.

A gennaio 2020 è iniziata la pandemia. Devo dire che la cosa non mi ha turbato più di tanto perchè all’epoca avevo quindici anni ma nel mio tempo libero stavo sempre in solitudine. Ma pensavo spesso alla morte, a volte la mia e a volte quella degli altri. Non mi sentivo che stessi diventando assassino perchè non avrei mai avuto la capacità e tantomeno la voglia di uccidere qualcuno. Ma c’è stato qualcosa durante la mia reclusione pandemica che mi ha cambiato. Era ormai da qualche mese che avevo questi pensieri, così un giorno ho deciso di scrivere un biglietto destinato a mia madre:

Mamma, voglio uccidermi.

Ho preso questo foglietto, sono sceso in cucina, lei era lì. L’ho guardata negli occhi e mi ha fatto un mezzo sorriso. Non parlavamo tanto. Si interessava soltanto alla mia media scolastica, ma in Giappone è un argomento molto importante. Dopo quel suo sorriso non sono riuscito a darle quel biglietto, ma in realtà sapevo fin dall’inizio che sarebbe finita così. Così sono salito di nuovo in camera. Era un po’ piccola, ma aveva un computer, la televisione e lo scaffale pieno di manga quindi poteva bastarmi. Il foglietto lo avevo tagliato il più possibile con le forbici e buttato nel cestino, un po’ colpevole perchè mi sentivo come se avessi tagliato una parte di me. Non lo facevo per mia madre, lei non entrava mai in camera mia. Da quando aveva perso mio padre a causa del covid non si interessava molto a quello che facevo io. Io stavo bene in camera mia e spesso non scendevo neanche per mangiare. Lei semplicemente lo capiva e mi lasciava il riso fuori dalla porta della mia stanza. Faceva spesso il riso perchè non aveva molta voglia di cucinare, eravamo rimasti solo io e lei. A volte avrei voluto chiederle di variare un po’ le pietanze, ma siamo sempre stati abituati a comunicare poco. Chiedendole di cucinare qualcos’altro avrebbe significato ridurre la poca comunicazione che già c’era fra noi due. Mi sentivo in colpa, così mangiavo senza dire niente e poi scendevo a pulire i piatti che avevo sporcato.

Durante il covid ero riuscito a continuare la scuola, online e a distanza. L’avevo fatto per mia madre perchè senza andare a scuola non avremmo avuto motivo di parlare. Così adesso ho finito di studiare e con mia madre parliamo solo per salutarci. Dovrei pensare all’università e al lavoro, invece mi ritrovo a finire la stagione di Naruto dopo averla vista un centinaio di volte. So che lei vorrebbe che io le dicessi qualcosa, ad esempio in quale facoltà ho intenzione di iscrivermi o avvertirla che da domani non pranzerò a casa per il lavoro e che quindi mi dovrà preparare il bento. Ma io ho già il mio mondo ed è la mia stanza. Anche se mia madre ultimamente non mi rivolge parola, io è da due giorni che ho smesso di scendere anche solo per salutarla.

E’ da quando non vado in cucina che non mangio e va bene così. Lei continua a lasciarmi il riso davanti la porta ma io non lo prendo. Forse quel foglietto che ho lasciato morisse in mille pezzi, stava cercando di dirmi che lo devo seguire? Prima mi faceva paura il pensiero della morte, ma adesso è l’unica cosa che mi tiene sveglio. A questo si aggiungono anche le parole che aveva pronunciato il mio migliore amico di scuola poco prima di salutarci: sei noioso. Eppure razionalmente sono parole così banali, ma ci penso spesso, proprio come succede con la morte. E sto pensando se forse è perchè sono noioso che vorrei morire. 

  
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