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Autore: elenabastet    29/08/2023    2 recensioni
Questa storia nacque come idea molti anni fa, da un progetto che avevo in comune con la fan Anna Paola Gini detta Sionnach. Poi ci siamo perse di vista, io ho rimaneggiato. Mi baso sulle prime stagioni di The X-Files, non ci sono Doggett e Reyes e Mulder e Scully non stanno ancora insieme. Ho voluto mettere insieme le mie due coppie preferite di sempre in una storia.
Genere: Angst, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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QUANDO SIAMO MORTI

 

Rating: pubblico maturo, lutti, amori, morte, paranormale.

Fandom: Lady Oscar, con cross over con The X-Files.

Note: questa storia nacque come idea molti anni fa, da un progetto che avevo in comune con la fan Anna Paola Gini detta Sionnach. Poi ci siamo perse di vista, io ho rimaneggiato. Mi baso sulle prime stagioni di The X-Files, non ci sono Doggett e Reyes e Mulder e Scully non stanno ancora insieme. Ho voluto mettere insieme le mie due coppie preferite di sempre in una storia.

 

Capitolo ventiduesimo

Mulder guardò e scosse il cellulare: in quelle antiche sale non c’era campo.

“Esco un attimo per chiamare il 115!”, disse a Skinner e Scully e si diresse fuori, sperando che la situazione fosse migliore. Bisognava spiegare ai paramedici la situazione e far loro capire come arrivare, perché quel sentiero di un antico parco non era certo percorribile da un mezzo motorizzato.

Arrivò fuori l’ingresso principale e vide una figura che veniva verso di lui. Era una sorpresa, o forse no, forse tutto tornava.

“Monsieur Girodel, come mai è qui? Sono successe un po’ di cose...”

Non l’aveva più sentito, contava magari di richiamarlo prima di partire per casa per ringraziarlo comunque della collaborazione. Ma quando vide cosa aveva in mano impallidì.

“Ma allora, c’era lei dietro a tutto!”

Girodel puntava contro Mulder una Smith & Wesson semiautomatica, con la professionalità di un militare.

“Non mi costringa ad usarla, Mulder. Dobbiamo parlare.”

 

Mulder rientrò nel salotto dove Scully stava studiando, con il piglio della scienziata ma anche con il rispetto dovuto ai morti, i poveri resti di Augustin. Skinner era senza parole.

“Mulder, ha sentito il 115? Ma chi è lei?”

“Qualcuno che ci deve delle spiegazioni, vero, monsieur Girodel?”, disse Mulder.

Scully e Skinner capirono il pericolo, mentre Girodel li teneva sotto tiro tutti e tre.

“Non fate scherzi, non è il caso”, disse Girodel, che poi si bloccò di colpo con dolore e stupore.

“No, Augustin! Non gli avete fatto del male, vero?”

“No”, disse Mulder, “si è spento serenamente. Era lei la persona che si occupava di lui, vero’.”

“Oh, sì”, disse Girodel, abbassando la pistola mentre due lacrime gli scorrevano sul viso. Guardò anche verso il ritratto di Oscar François de Jarjayes nelle vesti di Marte.

“Ne ho una copia, ma l’originale è sempre un’altra cosa. Lui… era il padre che avrei voluto avere, il mio era un debosciato, morì di sifilide, il male italiano, anche se non si poteva dire. François Augustin de Jarjayes era un uomo da ammirare, lo avrei voluto come suocero..”

“Mi scusi”, disse Skinner, sollevato per lo scampato pericolo, ma che non si fidava ancora di Girodel, “quindi è lei che in questi anni si è occupato di questo poveretto, senza pensare magari di trovargli una sistemazione più comoda, con luce e acqua corrente?”

“Io ho accettato senza problemi le comodità moderne, quando aiutano a stare meglio, per quanto si riesca, mentre a lui non andavano bene. Lui ha voluto vivere qui, nella sua casa piena di ricordi e non mi sento di dargli torto. Si faceva vedere in giro ogni tanto, facendo nascere qualche leggenda metropolitana, si chiamano così, vero? Ma questa era la sua casa. Ha trovato la pace, beato lui, anche se mi mancherà. Ci vedevamo poco da anni, ma non l’ho mai dimenticato.”

Questo Girodel era molto diverso dal colto uomo d’affari che Mulder e Scully avevano incontrato ad Arras e sembrava condividere la stessa folle visione del mondo di Augustin.

“Sapete? Ricordo ancora quel giorno… io avrei voluto sposarla, per lei avrei fatto qualsiasi cosa, ma Oscar mi disse di dimenticarla e andò incontro al suo destino. Del resto, lei amava André più di ogni altra cosa, avrei dovuto capirlo la prima volta che li vidi, o forse l’avevo capito, ma avevo sottovalutato la cosa. Ero confinato nel mio palazzo perché avevo obbedito a lei e non agli ordini del re di far sgomberare l’Assemblea, quel covo di rivoltosi, e seppi che l’avevano mandato a sedare i disordini a Parigi con il suo reggimento. Sapevo che non l’avrebbe mai fatto. Scappai di casa e corsi a Parigi a cercarla. Arrivai in quell’inferno che era il 14 luglio, in tempo per vedere la Bastiglia cadere… e mi dissero che lei non c’era più, che era in quella chiesa, accanto al suo André, immersa nel sonno eterno dei giusti. Quando li vidi insieme per sempre, come addormentati, capii che loro erano in pace, mentre per me non ci sarebbe mai stata pace né felicità in nessun posto e in nessun tempo, presente o futuro.”

Mulder e Scully si scambiarono uno sguardo: un conto era credere, razionalmente, che Augustin fosse affetto da una forma di demenza senile che gli faceva credere di vivere una vita non sua. Ma qui avevano di fronte un uomo apparentemente della loro età, colto, istruito, benestante, con una vita comunque interessante e alla luce del sole fatta di affari, viaggi, lavoro.

“Non mi credete, vero, agenti Mulder e Scully? Eppure siete voi gli esperti di paranormale, non io.”

La stessa frase che avevano detto Oscar e Augustin… Mulder sorrise tristemente.

“Sapete perché mi interessa così tanto il vostro lavoro? E non solo il vostro lavoro, ma anche quello di altri studiosi con cui sono entrato in contatto nel corso degli anni, da Arthur Conan Doyle a Gustavo Rol. Mi interessa quello di cui vi occupate, perché vorrei capire cosa mi è successo, non lo so, non l’ho mai capito, io continuo a vivere e basta. La morte non mi ha mai voluto, sono sopravvissuto a tutto, all’assedio delle Tuilieries del 1792, al Terrore, alla guerra di Vandea, alle battaglie contro Napoleone e a mille altre cose che sono venute dopo. Non sono un vampiro o uno di quegli immortali di cui parlano quei simpaticissimi film, libri e serial con cui mi sono tanto divertito nell’ultimo secolo. Di vampiro ho conosciuto solo uno dei migliori interpreti del genere, sir Christopher Lee, quando si vive tanto ogni tanto si fanno incontri interessanti, come quello che ho avuto con voi...”

“E se non le credessimo e la accusassimo di aver costruito tutto questo?”, disse Skinner, “in fondo lei ci minacciava con una pistola.”

“La pistola è scarica, se volete controllare, e non vi avrei mai fatto del male, a nessuno dei tre. Non feci del male ad André, anche se ero geloso marcio, figuriamoci a voi, contro cui non ho niente. Non sparai a quel macellaio di Bouillet, che mandò deliberatamente la mia amata verso il suo destino. Però mi godetti il linciaggio di de Launay, il comandante della Bastiglia, che seppi che aveva ordinato di sparare a lei. Purtroppo non potei partecipare, ero un nobile, non volevo correre il rischio di finire male, ma quanto godetti quando Rosalie e Alain si scagliarono per primi contro di lui, dopo che si era vantato di averla fatta colpire. Vigliacco!”

Mulder era perplesso:

“Io continuo a non capire tutta questa storia.”

“Ma come, il suo motto, agente Mulder, è I want to believe, Voglio crederci! Comunque, se vi interessa non so cosa sia successo a mademoiselle Camilla O’Malley e nemmeno ad Alex Krycek, non conosco nessuno dei due personalmente. Il secondo di fama sì e sono stupito per la fine che ha fatto. Riguardo a quel Bouillet discendente di quell’essere ignobile, ha contattato anche me per i suoi deliri e l’ho mandato a quel paese, tanto non mi avrebbe mai dato quello che volevo.. la mia amata indietro, e direi che ha fatto la fine che meritava. In ogni caso, conoscevo sia Rosalie, la protetta di Oscar, poi diventata rivoluzionaria, che fuggì e morì in esilio, credo, che Alain de Soissons, quel soldato della guardia rozzo, ma valoroso come pochi.”

Scully guardò Girodel con pena, se diceva la verità la sua era una storia tragica anche se oltre i confini della realtà, altrimenti era comunque una persona da compatire.

“Io vi invidio, agenti Mulder e Scully. Avete vissuto e vivrete insieme la vostra vita, amandovi, l’ho capito non appena vi ho incontrati. Ho rivisto loro due in voi, Oscar e André, quell’amore così raro che si incontra poche volte nel corso di una vita, anche se lunga, quell’amore che capita sempre e solo agli altri. Siete e sarete felici e un giorno sarete in pace, con gli altri eroi. Io invece non posso trovare la pace, di là non c’è posto per me e qui non mi resta che vagare...”

Scully interruppe quel toccante monologo:

“Bisogna fare qualcosa per il signor Augustin, Mulder stava per chiamare il 115…”

“Grazie, me ne occuperò io. Lo tumulerò nella cappella di famiglia, in fondo al parco, dove ci sono sua moglie e la buona Marie. Poi, terrò questo castello così, in loro ricordo, perché qui lei è vissuta, perché qui la sento ancora, anche se non è mai stata mia...”

Mulder annuì e guardò verso Scully e Skinner.

“Mi spiace non potervi aiutare di più”, disse Girodel, “vi chiedo scusa per prima. Magari, un giorno, tra un po’ di anni passerò a darvi un saluto a Washington, magari reggetemi il gioco sull’identità che avrò allora, un figlio e nipote. Mi piacerebbe rivedervi un giorno, continuerò a seguire le vostre avventure, la vostra ricerca della verità, per quello che può servire.”

Mulder, Scully e Skinner uscirono da palazzo Jarjayes e si diressero verso l’auto.

“Quanto dolore in questo palazzo!”, disse Mulder, “e davvero se queste mura potessero parlare quante ne avrebbero da raccontare...”

“Ma l’hanno fatto”, disse Scully, “e in fondo quello che colpisce è questo amore che ha attraversato il tempo fino a noi.”

“Non sei più tanto scettica”, disse dolcemente Mulder a quella che non era più certo solo la sua collega.

“Questa storia mi ha coinvolto, Mulder, e non la dimenticherò. Certo, resta il nodo di cosa è successo a Camilla.”

 

Angélique guardò per l’ennesima volta la sua amata sempre senza coscienza in ospedale. Non si muoveva, non dava più segni di vita. Le lacrime le appannarono la vista...

“Angie, cosa hai?”

Camilla aveva aperto gli occhi e la guardava con aria interrogativa e un po’ spaventata.

“Oh finalmente stai bene Camilla!”

“Ma cosa mi è successo? Ma dove sono? Io ero andata ad Arras, dovevo tornare indietro, ma come mai sono qui!”

Angélique abbracciò Camilla e le disse:

“Con calma, poi ti racconterò tutto.”

Mulder, Scully e Skinner entrarono in quel momento: forse la loro avventura era davvero finita, o forse no.

 

  
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