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Autore: C_Totoro    30/08/2023    3 recensioni
Lord Voldemort ha ripreso il proprio corpo e l’Ordine della Fenice è pronto a contrastarlo di nuovo, esattamente come quattordici anni prima. Una nuova minaccia, però, si risveglia nelle terre irlandesi ed è qualcosa che non può essere combattuta né da Silente né da Voldemort: è necessario unire le forze, solo una commistione di Magia Bianca e Magia Nera sarà potente abbastanza. Inizia così una convivenza forzata a Grimmauld Place numero 12, dove nascerà un’amicizia e un’alleanza improbabile: quella tra Molly Weasley e Tom Riddle.
AVVERTIMENTI: è una storia che ho scritto per ridere, pur tentando di rimanere nell’IC il più possibile, con queste premesse è evidente che sia ardua impresa, ed è il motivo per cui ho messo OOC.
Genere: Azione, Commedia, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Molly Weasley, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Le parole di sua sorella Andromeda non avevano dato pace a Bellatrix. Perché il senso lo vedeva chiaro, lapalissiano eppure, era come se in realtà non le importasse. A lei piaceva la relazione che aveva avuto con il Signore Oscuro, il dominio che lui aveva avuto sulla sua vita, sul suo essere, sul suo amore. L’eccitava nel profondo l’idea di essere sua. Andromeda aveva ragione: era troppo. Ma che importanza aveva? Il suo cervello non registrava tutto quello come un problema, un pericolo. L’unica cosa che le importava era il sangue.
Mezzosangue.
Un abominio, qualcosa che neanche doveva esistere e che lei aveva combattuto strenuamente in tutti gli anni passati. In quei giorni, come mai era successo nei venticinque anni precedenti, Bellatrix capiva il senso del suo essere Mezzosangue, del fatto che fosse cresciuto tra i Babbani, di essere Tom Riddle e non Lord Voldemort.
Quella lurida Mezzosangue di Ninfadora Tonks era meno Mezzosangue del suo Padrone, volendo guardare solo alla crescita. Era assurdo, senza senso, e Bella non riusciva a capacitarsene. Odiava sé stessa per essere in quella situazione: amava un Mezzosangue.
Era andata ad Azkaban per un Mezzosangue.
Aveva votato la vita a un Mezzosangue.
La cosa che più la faceva impazzire è che non ne era disgustata quanto avrebbe voluto.
Bella scosse la testa ed entrò nel salotto dove c’era l’arazzo dei Black; in qualche modo la rilassava guardare i suoi antenati ma non avrebbe saputo dire perché. Rimase congelata sull’ingresso nel vedere che il Signore Oscuro era lì, voltato di spalle, con quell’aspetto babbano che lei non riusciva a sopportare. Non si aspettava di ritrovarsi sola con lui così presto, non dopo le parole che gli aveva detto. Sapeva di averlo ferito ma non riusciva a trovare dentro di sé la forza per confrontarsi con lui perché sapeva avrebbe solo peggiorato la situazione.
Non era pronta.
Bella fece qualche passo timido all’interno lasciando che la porta le si chiudesse alle spalle. Si sentiva attratta da lui come un’ape sul miele, nonostante tutto, nonostante sapesse che entrare lì dentro e avvicinarsi a lui avrebbe portato a una nuova discussione, a nuovo dolore. Erano entrambi troppo rotti per potersi aggiustare, finivano sempre col distruggersi ancora e di nuovo e Bella ne era dipendente.
Tom rimase voltato verso l’arazzo quasi come se non si fosse accorto che qualcuno era entrato, nonostante la presenza di Bellatrix fosse per lui impossibile da non identificare. L’odio che provava per sé stesso superava di gran lunga quello che provava per la strega… e per quella Molly Weasley che aveva osato stringerlo come un figlio. Lui che una famiglia mai l’aveva avuta e che di abbracci non ne aveva mai ricevuti. Il contatto fisico aveva sempre significato altro, non quello, non quel… quel caldo al livello del petto, quella rassicurazione che da bambino gli era stata negata. Si odiava per non essere il mago oscuro che voleva, che Bellatrix voleva.  
“Non li voglio” mormorò Bellatrix, incapace di trattenersi oltre, sentiva di non poterli avere dentro di lei un secondo di più sebbene il Signore Oscuro le avesse già detto e ripetuto che doveva aspettare, che in quel momento era troppo pericoloso “Levameli” lo disse con tono perentorio, come se fosse un ordine. Come se lei potesse permettersi di ordinare a lui a Lord Voldemort.
Tom strinse la mascella. La detestava con ogni fibra del proprio essere perché nessuno mai gli aveva causato un dolore di quel tipo, nessuno si era mai avvicinato abbastanza per poterlo ferire così. Lo aveva preso in giro dal primo giorno, si era insinuata nella sua anima, l’aveva dilaniata, masticato il cuore e poi lo aveva lasciato di nuovo solo… solo come sempre era stato ma ora sapeva cosa significava avere qualcuno vicino…
“Pensavo di averti già detto di no” rispose Tom svogliato, senza neanche voltarsi. Lo stava facendo uscire di testa.
“LEVAMELI” Bellatrix perse subito la pazienza, si sentiva frustrata perché stava male e a lui non importava, non importavano mai i suoi sentimenti e il Signore Oscuro, invece di rassicurarla di non essere davvero un Mezzosangue, non faceva nulla per farle capire che quella cosa non aveva importanza, che non doveva cambiare nulla tra di loro… Se ne stava lì con l’aspetto Babbano, come se nulla fosse, come se lei non fosse distrutta da quella situazione…
“E invece te li devi tenere ancora” rispose Tom, per nulla impressionato. Non aveva voglia di affrontare quella discussione di nuovo, era una perdita di tempo inutile e pensieri che nemmeno voleva affrontare. In realtà aveva terminato l’incantesimo per levarle i feti, così come aveva terminato l’incantesimo che li avrebbe legati a loro… rendendo entrambi immortali, perché, nonostante tutto, non avrebbe voluto vivere senza Bellatrix. Neanche i Druidi sarebbero stati una vera e propria minaccia, certo, avrebbe continuato a combatterli perché non aveva nessuna intenzione di perdere potere ma la morte, quella sarebbe stata ancora più lontana… Tom scosse la testa, ogni volta che il suo pensiero si fermava sui Druidi qualcosa gli ronzava nel cervello, come se ci fosse qualcosa di importante che sapeva, che doveva sapere e condividere ma che non riusciva del tutto ad afferrare…
“Non potrebbe importarmene di meno di quello che vuoi tu, Bellatrix” aggiunse Tom scuotendo il capo per rimanere in quella stanza e non permettere al suo cervello di offuscarsi e vagare ancora in cerca di risposte che non esistevano.
“Io non prendo ordini da un Mezzosangue” rispose Bellatrix alzando il mento e facendo dei passi verso di lui con fare arrogante.
Gli occhi di Tom lampeggiarono di rosso, si volse di scatto, il sangue al cervello perché quello era troppo. Mosse una mano e Bellatrix si paralizzò, il respiro mozzato e dolore ovunque…
“Ti consiglio di stare zitta, strega da quattro soldi, perché ti assicuro che posso essere molto più terribile di quanto tu possa immaginare” il viso di Tom era contratto e sembrava costargli fatica muovere la bocca “Non immagini neanche quanto io possa essere letale, prova di nuovo a mettermi in discussione e ti farò rimpiangere di essere nata e uscita da Azkaban. Attenta, Bellatrix, perché fino ad ora sei stata privilegiata” sibilò sempre più adirato “Ma questo non implica io non possa trattarti come tutti gli altri. Non mi fai pena, non mi interessi. Posso entrarti in quella testa vuota che ti ritrovi e farti credere di essere la più sudicia dei Babbani, altro che strega Black Purosangue…” per qualche motivo, guardarla in faccia gli procurava un dolore sordo al petto, si sentì all’improvviso scuotere e si vide costretto a lasciare andare Bellatrix e a voltarsi di nuovo: non voleva farsi vedere debole da lei, non ora che non poteva più fidarsi. La lasciò andare, dunque, e Bella cadde a terra con il fiato corto e gli occhi colmi di lacrime. Tossicchiò, annaspò in cerca di respiro e poi alzò lo sguardo sul Signore Oscuro che stava di nuovo analizzando l’arazzo. Si domandò cosa avesse da osservare con così tanta attenzione, perché ne fosse ossessionato quasi più di quanto non lo fosse lei. Cercò di recuperare il respiro, di regolarizzarlo ma era difficile perché la stretta magica era stata potente. Per un attimo, dietro alle fattezze di Tom Riddle, aveva rivisto il suo Padrone… l’uomo malvagio che lei adorava.
“Capisco tu sia… arrabbiato…” mormorò Bellatrix, nonostante tutto, ancora non riusciva a tornare al modo di parlare rispettoso e ossequioso che sempre gli aveva riservato.
“Non sono arrabbiato!” sbottò Tom voltandosi di nuovo verso di lei. Perché non lo capiva? Sentiva la sua anima spezzata fremere, dibattersi, quasi cercare di volersi riunire. Non riusciva a comprendere, non avrebbe dovuto provare meno con l’anima a pezzi? Mutilata? Perché invece il dolore era mille volte più profondo di qualsiasi cosa avesse mai provato prima, anche quando la sua anima era intera? Anche quando suo padre gli aveva sputato in faccia, rinnegandolo. Nulla era paragonabile a quello. Avrebbe voluto estirparsi dal petto tutto, fino a rimanere solo un guscio vuoto. Sentiva la sua voce tremare e si odiava per quello, sentiva il pianto, il modo in cui era sconvolto… era insostenibile.
Sto soffrendo!” gli uscì quasi in un singulto perché era faticoso da ammettere e da provare, non era abituato a provare non voleva provare. Si era sempre anestetizzato a tutto e ora… dopo aver scommesso su qualcuno, dopo venticinque anni, si ritrovava a essere pugnalato alle spalle per qualcosa sulla quale era sempre stato chiaro.
Non m’importa quando si tratta di voi, Padrone.
Ma lui aveva sempre saputo che non era vero, glielo aveva sempre letto il disgusto sopito da qualche parte. Si era lasciato irretire e lei era stata brava a dissimulare…  
“Ed è tutta colpa tua! Tu mi hai portato a questo… Tu che per anni mi hai ammorbato col tuo sentimentalismo inutile, che mi hai preso in giro e fatto credere…” Tom s’interruppe e si mise le mani nei capelli “Credere che a qualcuno potesse importare di me”.
Bella rimase accasciata con gli occhi sgranati, il cuore in una morsa, non poteva credere di essere lei causa di quel dolore. Non aveva mai capito nulla, il senso di colpa s’impossessò di lei, nonostante tutto, perché… perché alla fine lei lo amava, più di qualsiasi altra persona al mondo, più di quanto potesse essere considerato sano e normale e l’idea che lui potesse pensare altrimenti la uccideva.
“Padrone…” mormorò senza sapere però cosa aggiungere, perché sapeva che non avrebbe mai potuto riconquistare la sua fiducia. Tutto perso in un battito di ciglia…
“Io…”
Oh taci!” scattò Tom e la sua espressione da sofferente mutò, quasi come se fosse un'altra persona, divenne maligna, malvagia “Credi che dopo tutto questo io possa ancora avere voglia di sentire le tue inutili lamentele? Le tue parole? I tuoi pensieri? Sei inutile, inutile come tutti gli altri. Ma la colpa è mia, Bellatrix. Mia e di nessun altro che, per un secondo, ho pensato tu potessi essere diversa”
“Mio Signore” provò di nuovo Bella perché a vederlo soffrire in quel modo non poteva stare, soffriva anche lei, non ci riusciva a rimanere lì, impotente… l’idea di averlo deluso così tanto, l’idea di poterlo aver perso perché lui ormai non si fidava più…
Come tutti gli altri…
Lo aveva trattato come tutti.
Deluso come tutti.
Rifiutato come tutti.
“Io…”
“No” la bloccò lui con sguardo malevolo, quasi divertito “Vuoi che te li levi?” sibilò chinandosi su di lei con un ghigno “Te li levo” disse “E che tu viva o muoia… beh, quello sarà il destino a deciderlo”
Bella lo conosceva bene quel ghigno perché lo aveva sempre visto rivolto alle sue vittime. Quello era il Signore Oscuro. Era tornato o, forse, era sempre stato lì.
Bellatrix provò a indietreggiare, a sfuggirgli, ad andarsene.
Ma era troppo tardi.
Svenne.
 
*
 
“Cosa le hai fatto?”
“Nulla” la voce di Tom era atona, disinteressata “Mi ha chiesto di levarglieli e glieli ho levati”
“Sono… sono quelli? Lì dentro?” chiese Andromeda sempre più confusa.
“Sì”
“Puoi parlare?” sbottò Andromeda esasperata. Tom sembrava non essere in grado di dire più di due parole per volta “Pensavo avessi detto di non poterglieli levare ancora”
“Ha insistito, l’ho accontentata. Non dovresti essere contenta per la tua amata sorella? Finalmente è libera”
“Non sarà mai libera” rispose Andromeda “Tu l’hai avvelenata, l’hai-
“Basta, Dromeda, dai” s’inserì Molly Weasley “Quindi hai ricreato un… un utero, diciamo?” si piegò su quelle bolle che galleggiavano a media altezza proprio sotto all’arazzo. Erano semi-trasparenti ma opacizzate. All’interno si intravedevano delle forme di bambino senza però essere totalmente riconoscibili.
“Non ho mai visto nulla del genere”
“È perché mai nessuno ha fatto qualcosa del genere” rispose Tom, non poté fare a meno di gonfiare il petto fiero. Lui era pioniere in ogni tipo di magia “Sono alimentati dalla mia magia, principalmente, e un poco da quella di Bellatrix”
“E tu staresti dando parte della tua magia?” Sirius era sospettoso “Perché mai?”
“Perché non avevo altra scelta” rispose Tom ma dentro di sé stava sorridendo.
La sua magia era riuscita alla perfezione. Era riuscito a legare i due feti a lui e a Bellatrix e ora, nessuno avrebbe potuto sfiorarli senza anche fare del male ai due poveri bambini innocenti, era perfetto. Perché nessuno di loro aveva anche solo lontanamente intuito il motivo per cui aveva insistito per far tenere i bambini a Bella, perché anche ora che l’incantesimo era stato effettuato e riverberava per tutto il salotto, quei cretini non riuscivano a intuire cosa lui avesse fatto. Certo, glielo avrebbe detto, Tom non aveva dubbi: Silente e Grindelwald nel caso non si sarebbero fatti scrupoli… ma Molly Weasley? Andromeda e Ted Tonks? Lupin? Ninfadora? Tutti loro non avrebbero accettato l’uccisione di bambini innocenti per uccidere lui. Neanche Potter, con ogni probabilità, avrebbe concordato. Era stato astuto, quei due babbuini di Grindelfart e Scemente erano in Irlanda a occuparsi dei Druidi mentre a lui avevano lasciato libero campo di agire.
Perfetto.
Semplicemente perfetto.
“Se proprio volete saperlo, anzi” proseguì Tom con un sogghigno “Quelli sono la passaporta alla mia immortalità definitiva”
“In che senso?” chiese Sirius, guardingo facendo scattare la testa verso le due bolle “Cosa hai fatto?”
“Sono indissolubilmente legati a mee a Bella, aggiunse mentalmente. Non aveva voglia di spiegare, di far sapere che nonostante tutto era stato debole e non era riuscito a tagliare i ponti con Bellatrix, a escluderla da quell’esperimento. Il suo sguardo cadde per un millesimo di secondo sulla strega riversa sul divano. Era ancora svenuta ma stava bene. Si odiava per essere stato delicato, attento nella procedura. Non era riuscito a ferirla, avrebbe potuto mutilarla, avrebbe potuto fare tante cose e, invece, non aveva fatto nulla nonostante il dolore sordo che ancora provava. Perché l’aveva salvaguardata? Preservata? Perché la sentiva ancora dentro di sé? Nonostante il dolore atroce che provava?
“Ovvero?” incalzò Sirius sempre più inorridito “Cosa hai fatto?”
Tom inclinò il capo di lato “Per uccidermi, dovete prima uccidere i due bambini… bambini innocenti che non hanno fatto nulla…
“Dubito siano innocenti” sputò Sirius “Sono figli vostri” aveva già la bacchetta in mano, pronto a mettere fine a tutto, pronto a colpire le due bolle “In questo momento, poi sono solo un ammasso di cellule”
“Oh no” scosse il capo Tom “Ho anche fatto in modo che il tempo variasse” si avvicinò “Vedi, Black? Ormai sono già in stato avanzato…”
“Tu… cosa…” Andromeda era confusa, incrociò lo sguardo di Molly: anche lei sembrava non starci capendo nulla “È sempre stato questo il tuo piano? Usare i due bambini per uno dei tuoi esperimenti di Arti Oscure?”
“Oh no. Non sono Arti Oscure, niente di così terrificante davvero. Ma… beh, di certo non mi è venuto all’improvviso l’istinto paterno” Tom rise tenendosi la pancia “Davvero pensavate io volessi giocare alla famigliola felice con Bellatrix?”
“Se pensi che io mi trattenga dall’uccidere questi due Mezzosangue…” Tom fece uno scatto con la testa e Sirius se ne compiacque: sapeva dove andarlo a colpire, dove ferirlo. Non importava che lui non ci credesse: l’importante era ci credessero Voldemort e Bellatrix.
“Cosa c’è, Voldemort, ti dà fastidio? Fastidio che i tuoi due bambini siano Mezzosangue? Fastidio che tu sia un Mezzosangue? Fastidio che la mia cuginetta sia schifata da te?”
“Devi chiudere la bocca!” sibilò Tom stringendo la bacchetta “Prova di nuovo a…” s’interruppe “Tu non capisci nulla” inorridito si rese conto che ancora una volta il dolore lo stava sopraffacendo.
Fastidio che la mia cuginetta sia schifata da te?
Se anche Bella… se anche Bella lo odiava… come avrebbe potuto…
“Oh no, io capisco benissimo. Non condivido mezza parola ma è fin troppo divertente vederti in questo stato penoso… cosa c’è ora che la tua fidanzatina ti ha rinnegato ti metti a piangere? Povero sudicio Mezzosangue”
Sirius!” esclamò Molly facendo un passo avanti “Basta così”
“Hai capito o no che ci ha preso tutti in giro?!” Sirius alzò le braccia al cielo, esasperato “Questo è l’assassino di James e Lily. James per me era come un fratello! L’ho ospitato solo perché pensavo che fosse l’unica soluzione per salvarci dai Druidi e ora? Ora scopro che questo era tutto un suo piano? Un suo piano per renderci impossibile sconfiggerlo?”
“Non è sempre stato un mio piano” rispose Tom piano “Le cose si sono sviluppate così”
“Beh, si sono sviluppate molto male” rispose Sirius, si alzò le maniche della veste “Ma se credi che a me importi qualcosa di questi due esseri…”
“Accomodati, Black” rise Tom “Vai, avanti. Prova a ucciderli”
Sirius si bloccò. Remus, che era rimasto in silenzio accanto a Ninfadora tutto il tempo, si fece avanti e si chinò sulle due bolle, sui due bambini “Hanno una protezione” mormorò infine raddrizzandosi “Credo che se tu dovessi provare a colpirli… la Maledizione ti rimbalzerebbe addosso…
Porco Godric!” sbottò Sirius “Non è possibile non si possa fare nulla”
“Si sarebbe potuto fare qualcosa prima… se solo foste persone sveglie e dei maghi anche solo mediocri… e invece”
“Oh, Voldemort, non finisce qui!” ringhiò Sirius “Finché ci sarò io tu non potrai mai neanche sfiorare Harry, hai capito?”
“Che paura, Black…”
“Silente!” sbottò Sirius marciando per il salotto come un’anima in pena “Dove si sono cacciati quei due? Non potevano scegliere un altro momento per fare la loro Luna di Miele?”
“Sono qui” la voce calma di Albus Silente fece voltare tutti “Cosa succede?”
Cosa succede?” Sirius era fuori di sé “Succede, Albus, che tu mi hai messo in casa l’assassino dei miei migliori amici e ora questo è immortale!”
Silente fece scattare la sua attenzione su Tom che sogghignava e poi sulle due bolle.
Grindelwald si mise a ridere. Era una risata amara, priva di gioia.
“Ah, avremmo dovuto prevederlo” rise ancora e batté una mano sulla spalla di Silente “Io te l’avevo detto Albus che questo stava tramando qualcosa” si avvicinò alle due bolle e ci si chinò sopra “Devo ammettere che hai un che di geniale, Schatz, davvero” annuì “Non fosse che sei marcio fino al midollo, ovviamente…”
“Taci” Tom incrociò le braccia al petto. Non aveva tempo di sentire le fesserie di Grindelfart: non era dell’umore adatto. Gli occhi di Gellert però luccicarono. Si raddrizzò e si avvicinò a lui “Oh, che succede? Ti hanno fatto arrabbiare?”
“Ti ho detto di stare zitto”
“Mia cugina si è improvvisamente resa conto che è un Mezzosangue…” disse Sirius, sempre più incallito nel farlo soffrire “E hanno litigato, di nuovo, per l’ennesima volta”
“Povero, povero Tommy!” Gellert scosse la testa con finto fare afflitto “Anche la povera Bellatrix ormai non ti sopporta più… chissà se è pronta per un vero Mago Oscuro… uno Purosangue…
Chiudi la bocca!” sibilò Tom, i suoi occhi lampeggiarono e strinse la bacchetta nella tasca della veste. Non gli avrebbe permesso di avvicinarsi a Bellatrix.
No.
Quello mai.
“Tommy, hai bisogno di una camomilla”
Deficiente fricchettone tedesco, pensò Tom consapevole che resistere all’impulso di ucciderlo sarebbe stato praticamente impossibile. Non nello stato emotivo in cui si trovava.
“Gell, per cortesia” intervenne Silente “Non mi sembra davvero il momento” i suoi occhi azzurri si concentrarono su Tom “Noi due dobbiamo parlare, Tom”
“Ma certo, Al” disse Tom. Cercò di rilassarsi e si sforzò di aprirsi in un sorriso avvicinandosi a Silente, gli passò una mano sulla schiena in modo suadente guardando fisso in faccia Grindelwald “Lo sai che sono sempre disponibile per te”
Oh, Tom… per cortesia…
“Tieni giù le mani, Mezzosangue”
“Cosa c’è, ti dà fastidio Grindelfart?”
Gellert si avvicinò a Tom con un balzo, lo prese per il bavero della veste e lo spinse contro il muro.
“Tu cosa ne dici? Tocca Albus di nuovo… e ci penso io alla tua Bella, eh? Cosa ne dici?”
Tom si divincolò, era fuori di sé dalla rabbia, l’unico desiderio che aveva era tirargli un pugno in faccia e farlo stare zitto, una buona volta. In passato Bella lo aveva rimesso al suo posto ma ora… ora, forse, davvero… davvero…gli avrebbe dato una possibilità.
Perché Gellert Grindelwald era Purosangue.
Non Mezzosangue.
Purosangue.
Tom ringhiò e si mosse con più forza perché la presa di Grindelwald era forte.
“SMETTETELA!” l’urlo di Sirius sorprese tutti “Vi comportate come se foste dei quindicenni, ve ne rendete conto o no?” si volse verso Silente “Albus… non ti capisco” la sua voce era delusa “Ci hai chiesto di collaborare con lui, di ospitarlo. Lo abbiamo fatto… e ora? Ora ci ritroviamo con i suoi figli che lo rendono ancora più difficile da sconfiggere di prima! Dov’eri tu quando tutto questo accadeva?”
Grindelwald fece un passo indietro lasciando andare Tom, Silente li superò entrambi per mettersi di fronte a Sirius “Dai Druidi” rispose piano, calmo “Sirius, io capisco la tua frustrazione”
“No” lo bloccò Sirius “Non la capisci”
Silente fece un sospiro “Hai ragione, avrei dovuto…” il suo sguardo si spostò sulle bolle con i bambini che fluttuavano all’interno, placidi e pacifici.
“Avrei dovuto prevedere che Voldemort potesse usare degli esseri innocenti per i suoi scopi” si morse le labbra “Ma la priorità, rimangono i Druidi”
“E quindi?” incalzò Sirius “A che punto siamo?”
“Sono fuoriusciti” rispose Gellert mettendosi accanto a Silente per sostenerlo “Il portale è più aperto di prima. Non sono… insomma, non sono del tutto fuori eppure…”
“Sono fuori” concluse Silente “Non sappiamo dove, però. L’utilizzo del sigillo ormai sarebbe inutile. Siamo stati sorpresi quando non ci hanno attaccati. Pensavamo ne avrebbero approfittato e invece…”
“E invece erano qui” disse Sirius che, in quel momento, non voleva più trattenersi dal dire nulla “Hanno attaccato prima Voldemort e poi Bellatrix”
Silente si volse verso Tom “Perché non ce lo hai comunicato?”
“Beh, Albus, mi pare ovvio” rispose Gellert “Era impegnato a tramare questo capolavoro per l’immortalità, no?”
“Avevamo discusso… avevamo detto che la priorità…”
“La mia unica priorità sono io” lo interruppe Tom “Sì, ti ho tenuto nascosto la presenza dei Druidi per poter lavorare al mio piano, sì, vi volevo fuori dalle scatole per metterlo in atto”
“Sei disgustoso” commentò Gellert “Davvero, un capolavoro di deficienza. Hai messo a rischio l’intero Mondo – Magico o Babbano che sia – solo per salvaguardare te stesso… ammesso poi che i Druidi non uccidano i tuoi pargoli mandandoti di nuovo al punto di partenza”
“Come vi hanno attaccato? Come li avete respinti?” chiese Silente alzando una mano per far zittire Gellert. C’era qualcosa di bizzarro in tutta quella faccenda, qualcosa che non gli tornava per nulla, che non aveva senso.
“Delle specie di… spettri…  li hanno… come dire, attaccati” rispose Sirius senza dare il tempo a Tom di aprire bocca “Non erano persone reali… ma non erano nemmeno fantasmi. Non saprei come descriverli. Hanno giocato con le loro debolezze, paure… in un mix tra un Dissennatore e un Molliccio, direi”
Silente scosse la testa “Credo stiano saggiando il terreno nemico, probabilmente non sono abbastanza in forza per poterci fronteggiare per questo hanno mandato degli spettri… come per giocare con la nostra mente. Chi è venuto? Che forma hanno preso?”
Tom si morse le labbra “Druella per Bellatrix” rispose svogliato. Silente rimase zitto, aspettando che continuasse ma quando vide che Tom non accennava ad aprire bocca alzò un sopracciglio “La donna che mi ha messo al mondo per me” sussurrò allora Tom, lo stomaco prese a bruciargli.
“Merope?”
“Tu la conoscevi?” chiese Tom voltandosi verso di lui di scatto.
“Ho fatto qualche ricerca…”
Ricerca?
Se sa dei Gaunt… ma l’anello ormai è salvo. Che faccia quello che vuole questo vecchio pazzo, non c’è modo che possa distruggermi. Non ora che ho anche i due bambini…
“Quando sei stato portato a Hogwarts” inventò prontamente Silente, cercando di recuperare l’errore fatto “Volevo provare a rintracciare la tua famiglia”
“Tutto molto interessante davvero” interruppe Gellert “È bello vedere come il professore si sia preso cura dello studente, oltre a farsi scopare da lui”
“Siamo ancora fermi lì?” domandò Tom con una risata sprezzante “Forse è il caso andiate a fare terapia di coppia”
“Sei uno spasso, Schatz, davvero uno spasso”
“Qual è il piano?” interruppe Sirius. Era stufo dei giochini tra quei due. Voleva solo che tutto finisse. Non poteva continuare ad avere Lord Voldemort per casa.
“Non c’è un piano” sospirò Silente “Fra l’altro mi è stato riferito che, in mia assenza, la Umbridge ha preso più potere che mai, spalleggiata dal Ministero”
“Harry è stato squalificato a vita dal Quidditch”
“La carriera sportiva di Potter, giustamente, è in cima alla nostra lista di priorità” rispose velenoso, Tom.
“No” Silente scosse la testa “In cima alla lista delle mie priorità c’è capire come mai i Druidi siano venuti fino a Londra ad attaccare te e Bellatrix quando invece avrebbero potuto attaccare me e Gellert che eravamo lì, a mezzo metro da loro, in Irldanda”
Tom rimase in silenzio. Non aveva pensato a inventarsi una scusa per quel fatto, anzi, aveva dato per scontato che i Druidi avrebbero attaccato anche Grindelfart e Scemente.
“Esatto” annuì Gellert, all’improvviso serio e guardingo “Questa è davvero un’ottima domanda”
“Avranno deciso di andare subito verso la minaccia più grande” rispose Tom con una scrollata di spalle.
“E dovreste essere tu e lei?” Gellert rise “Non ci credi neanche tu” assottigliò lo sguardo.
“Quindi? Che cosa ci nascondi, Tommy?”

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Avevo promesso un capitolo più spensierato... ma non sono sicura di aver mantenuto la promessa (sicuramente non con la prima parte XD). Perdonate anche il ritardo ma la mia testa non vuole saperne di concentrarsi sulla Bellamort separata e mi propone solo storie in cui loro due sono felici e contenti... Fortuna che ormai qua il peggio è passato ;)
A prestissimo, spero. 
Clo
  
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