Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Flofly    31/08/2023    2 recensioni
«É la cosa più sessista, classista, elitaria e…» iniziò alzandosi ed indicandogli l’uscita.
«E ragionevole che tu abbia mai sentito?»
Hermione Granger è la Strega più brillante della sua generazione ed un'eroina di guerra, eppure questo non basta per svecchiare il Ministero dai suoi pregiudizi. Ma per riuscire nel suo intento Hermione è disposta a tutto, persino ad allearsi con Draco Malfoy.
La storia è ispirata dall'iniziativa "Il mio finto fidanzato" lanciata da Rosmary su il Forum Ferisce più la penna.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ci vediamo alle sette a casa tua.
 

Quelle parole le rimbombavano nella testa dal giorno prima, fastidiose come gli accenti sbagliati sulla formula di un incantesimo. 

Come osava quell’idiota borioso presentarsi nel suo ufficio, corrompere la sua assistente, entrare nel suo ufficio, sedersi sulla sua poltrona e tirare giù quella storia assurda? 

Dannato arrogante - Contro.



Assistente che aveva passato l’intera mattinata a sospirare guardando nel vuoto, sorseggiando quello stupido tè pretenzioso.

Affascinante. 

Di bell’aspetto. 

Gusto nel vestire. 

Sa come rendersi piacevole quando vuole. Almeno con certe streghe. - Pro.

 

E pensare che negli anni successivi al processo, quando sembrava essersi volatilizzato dall’Inghilterra, aveva addirittura provato pena per lui.

Era riuscita a provare compassione per qualcuno che era rimasto immobile a guardare mentre veniva torturata sul pavimento della casa in cui era cresciuto, indifferente alle sue grida di dolore.

Ex Mangiamorte- Contro.

 


Avrebbe dovuto odiarlo, odiarlo al punto da essere felice se fosse finito ad Azkaban per almeno un decennio. Eppure, non ce la faceva. Non riusciva a non pensare al momento in cui si era rifiutato di riconoscerli, appena pochi minuti prima che sua zia decidesse di inciderle sulla pelle quelle lettere che per loro erano il simbolo di perché lei dovesse morire. 

In quel momento, le era sembrato solo un ragazzino come loro, perso in balia di eventi più grandi di lui. 

Ex Mangiamorte- Pro.

 

Quando durante il processo gli era stato chiesto il perché non li avesse consegnati agli altri Mangiamorte, si era limitato a scrollare le spalle e a ripetere con voce atona che era per via dell’incantesimo dissimulante, lo sguardo annoiato posato sul Presidente del Wizegamot come se qualcuno gli avesse chiesto se voleva un’altra Burrobirra.

Per tutto il tempo in cui lei aveva testimoniato a suo favore, non l’aveva guardata neanche una volta, limitandosi a fissare un punto indistinto con le mani appoggiate sulle gambe incrociate, ignorando il suo avvocato che continuava a cercare di consigliarli un atteggiamento che non facesse venire voglia all’intera sala di alzarsi e tirargli un pugno. E, ovviamente, lui se ne era altamente fregato.

Non ascolta nessuno. Fa solo quello che gli pare. Contro.

 
 

Eppure nella sua mente si continuava a sovrapporre l’immagine di lui con i vestiti bruciati, le mani tra i capelli incrostati di fuliggine, accasciato in un angolo nella Sala Grande dopo la battaglia. Le era parso che la guardasse finalmente disperato, muovendo le labbra in quello che le sembrava un "mi dispiace".

Sembra poter provare emozioni. Pro.

 
 

Doveva esserlo sognato, forse il dolore di perdere tutte quelle persone era stato talmente potente da farle avere le allucinazioni che almeno una cosa buona fosse venuta da tutta quella follia.

E invece no, in quegli ultimi anni, invece di rinchiudersi in casa per la vergogna o almeno tentare di utilizzare quella testaccia dura e tutti quei galeoni per fare qualcosa di nuovo, si era messo a giocare all’Eminenza Grigia.

Come era stata così stupida da cascarci? Dopotutto…

É Malfoy!!!- CONTRO.

 
 

C’era però una vocina nella sua testa, la stessa che l’aveva tormentata tutta la notte, la sua parte razionale. Quella specie di sedicenne travestito da ventiseienne con le scarpe troppo lucide aveva ragione su una cosa: il Mondo Magico era ancora troppo attratto dal fascino delle famiglie più antiche e ricche del mondo magico. Anche se nessuno parlava più apertamente di sangue puro, era ben chiaro a tutti che i nomi erano sempre gli stessi. Dopo qualche anno di silenzio i giornali avevano dato grande risalto alle donazioni sempre più cospicue fatte al di fuori degli ordini del Wizegamot, poi erano iniziati i grandi eventi di raccolta fondi. Qualche opera d’arte, dei gioielli da capogiro, tenute che per la maggior parte dei maghi e delle streghe erano sogni irraggiungibili e probabilmente per loro erano poco più di residenze di campagna. Piano piano i Malfoy, i Nott, i Rosier non erano più cognomi da sussurrare con una smorfia di disgusto, ma iniziavano a farsi luce di nuovo su placche dorate e titoli minori della Gazzetta del Profeta. Da lì ci era voluto davvero poco perché iniziassero a comparire sempre più sulla sezione di costume e società, fino a riprendere trionfalmente e tronfiamente quelle pagine da cui erano stati scalzati. Era cambiato tutto, eppure tutto era rimasto uguale, un paio di bei vestiti e diamanti grandi quanto un boccino, e molti erano stati ben felici di rinchiudere il passato troppo doloroso in un armadio buio delle proprie mente. C’era voluta pazienza, strategia, capacità di persuasione…

É un Malfoy. Pro.



Hermione posò la penna, massaggiandosi infastidita la radice del naso. Odiava quando le sue liste finivano in pareggio. Non era quello il motivo per cui erano state create le liste: servivano a portare ordine, a organizzare in modo logico e oggettivo una situazione complessa, mettendo nero su bianco tutto ciò che continuava ad agitarsi nella testa. 

 

Quattro Pro. Quattro Contro.

 

Erano ore che ci stava lavorando, allontanando ogni pensiero fastidioso, cercando di essere il più adulta e razionale possibile. Aveva eliminato il suo risentimento per il fatto di essere stata chiamata Mezzosangue, tutti gli insulti che lui le aveva rivolto durante gli anni di scuola. Aveva persino deciso di non prendere in considerazione il fatto che fosse stato per lui Fierobecco sarebbe stato giustiziato solo a causa della sua idiozia. Non era più la ragazzina la cui più grande paura era fallire agli esami di fine anno. Non era…

La biro sembrò muoversi da sola, mentre le parole si formavano eleganti sotto i suoi occhi, nonostante tutti gli sforzi razionali di ricacciare indietro quelle lettere testarde.

Mi fa sentire come ero prima della guerra.

Quando non doveva pesare le parole. Quando poteva ancora sbagliare. Quando poteva ridere senza sentire una fitta al cuore. 

 

Cinque Pro. Quattro Contro

 

Guardò il sottile orologio d’oro al polso. Le sette e un quarto. Forse Malfoy se n’era già andato, il che probabilmente era un bene. In caso contrario… forse poteva provare almeno a sentire cosa volesse.

Ingollò l’ultimo sorso di gin tonic, tirando fuori dalla borsa il piccolo cellulare grigio. Agli occhi di qualsiasi Babbano sarebbe sembrato un normalissimo Nokia, uguale alle centinaia di altri, incapaci anche solo di notare le modifiche magiche. Fece un cenno al cameriere, prima di smaterializzarsi sarebbe stata una buona idea passare dal piccolo ristorante indiano all’angolo vista la desolazione del suo frigorifero. In fondo, se Malfoy avesse fatto sul serio, si meritava di restare ad attendere una mezz’ora. E poi, in fondo, lei non aveva mai detto di essere d’accordo sull’orario.

 

****

 

Quando si materializzò nel suo appartamento con la busta del takeaway ancora bollente in mano, la prima cosa che notò fu la musica di sottofondo. Eppure era certa di aver lanciato l’incantesimo di chiusura prima di uscire, ma evidentemente quella mattina era ancora troppo arrabbiata per prestare attenzione. Certo, era strano che Grattastinchi non avesse buttato giù tutto, esasperato dopo quasi dodici ore di jazz. Evidentemente quelli che parlavano di effetti calmanti della musica sugli animali non avevano mai avuto a che fare con un gatto incrociato con un Kneazle.

«Su, non fare l’offeso. Mi dispiace, va bene? É che ho avuto tanti pensieri…» disse, entrando in cucina, certa di trovare il suo piccolo attila in forma felina ad attenderla truce sulla sua sedia preferita.

In effetti, Grattastinchi era lì, con un’aria molto meno scocciata del solito. Peccato che accanto a lui, in maniche di camicia arrotolate sugli avambracci, con un bicchiere del servizio che le aveva regalato la zia Muriel che faceva roteare pigramente, c’era l’ultima persona che si sarebbe aspettata.

Due paia di occhi, due decisamente poco felini e troppo grigi, si fermarono a guardarla.

Per la seconda volta. 

«Ma figurati se mi sono offeso…».

Malfoy fece appena in tempo a chinarsi sotto il bancone dell’isola, lasciando che lo Stupeficium si infrangesse contro il suo povero pensile della cucina.

«Granger, ma sei pazza?» disse, riemergendo appena oltre il bancone di marmo grigio e recuperando con circospezione la bacchetta che era rimasta in un angolo. Alzandosi lentamente, le rivolse uno sguardo indignato, indicando la macchia rossa che si allargava sul pavimento«Mi hai fatto appena versare in terra un dannato Château Lafite del ‘96!».

«Ritieniti fortunato che non sia il tuo sangue!» ringhiò Hermione di rimando, lanciando un arrabbiato Politio«É la seconda volta che ti trovo a fare una cosa del genere. Non ci sarà una terza. Si può sapere come hai fatto a entrare? Questa volta non c’è una ragazzina appena uscita da Hogwarts a cui fare gli occhi dolci».

«No, ma c’è il tuo gatto. In effetti, sono quasi sicuro che sia più sveglio della tua assistente…» ghignò il mago, grattando pigramente la testa del suddetto felino, che continuava a guardarla con aria piuttosto scocciata.  Poi mise le mani a coppa attorno alla testa di Grattastinchi, abbassando la voce fino a un sussurro:« É lo stesso che avevi a Hogwarts, vero? Per Merlino, ma quanti anni ha?».

Nonostante il vano tentativo di non farsi sentire, Grattastinchi non sembrò gradire il riferimento alla sua età avanzata e dimostrò tutto il suo disappunto affondando fulmineo i denti nel palmo della mano destra.

«Quindi secondo la tua versione il mio gatto, che come vedi non sembra avere una gran simpatia per i tuoi modi da villano, ti ha aperto la porta e ti ha invitato a entrare? Ti ha anche detto di metterti comodo e fare come se fossi a casa tua, presumo. Perdonami, ma faccio davvero fatica a crederti…».

«Ti posso assicurare che mezz’ora fa, mentre mangiava salmone selvaggio appena scottato, aveva tutto un altro atteggiamento» rispose quello offeso, mormorando un Epismendo mentre assumeva la stessa faccia da martire di quando Fierobecco lo aveva, giustamente, beccato. Poi si rivolse al gatto, guardandolo di sbieco: «Traditore».

«Quindi, ricapitolando: ti sei introdotto illegalmente in casa mia, hai dato da mangiare al mio gatto senza chiedermi il permesso, e ti sei messo a bere un bicchiere di vino, solo per il gusto di farmi venire un infarto? ».

«Punto primo, illegalmente è una parola un po’ forte. Diciamo che sono stato diversamente invitato ad entrare. La tua vicina è una dannata impicciona. E tu sei in ritardo. Avevo detto alle sette!» puntualizzò l’altro, sbuffando e indicando il tavolo vicino alla grande vetrata. «E ti ho portato la cena. E i fiori. E io sarei il villano? Tu mi hai quasi fatto saltare la testa! Fortuna tua che ho ancora buoni riflessi. Come avresti spiegato il mio corpo decapitato in casa? EH? Non mi sembra una mossa saggia…».

«Sempre che lo trovino, un corpo!» sibilò Hermione di rimando, cercando di ignorare il semplice mazzo di fresie colorate nel vaso di cristallo che aveva comprato insieme a Luna in un mercatino delle pulci durante una delle poche domeniche che si era presa libera. Doveva essere una coincidenza, nessuno poteva sapere che erano i fiori che suo padre le portava sempre dopo ogni viaggio di lavoro. «Alcuni di noi hanno un lavoro, Malfoy. Delle responsabilità».

«Ti vorrei ricordare che al momento sei TU il mio lavoro. E, a essere onesti, sei andata via dal Ministero alle 17, o almeno è quello che mi ha detto la tua segretaria. E lo strano ometto con la cravatta oscena che lavora nel cubicolo di fronte al tuo».

Hermione sgranò gli occhi:  «Ti sei messo a chiamare mezzo Ministero? Non avevi detto “decidi tu”? Quello strano ometto, come lo chiami tu, è Justin Finch-Fletchley siamo andati a Hogwarts insieme, e io dovrei fidarmi di te? Ti ricorda niente il secondo anno e il Basilisco che tuo padre ha contribuito a liberare in giro per la scuola?».

Il giovane alzò gli occhi al cielo, con una strana coordinazione con Grattastinchi, cui Justin non era mai stato particolarmente simpatico: « Non ho detto di non conoscerlo, ho detto che ha una cravatta oscena. Chi mette una cravatta color senape a lavoro? Certo, non credo che la vostra breve frequentazione fosse fondata su canoni estetici degno di questo nome». Si fermò un attimo, quasi a soppesare le parole. Poi aggiunse con tono in voce molto più basso, versandole un calice di vino e porgendoglielo: «E ti sarei grato se evitassi di ricordami tutte le stronzate che ha fatto Lucius».

Hermione prese un sorso, cercando di riempire il silenzio gelido che si era venuto a creare. Era bastato così poco, un accenno al passato, e le era sembrata di tornare di nuovo a Hogwarts, i loro tavoli talmente distanti da sembrare divisi dal muro del reciproco risentimento.

Fu Malfoy a romperlo questa volta, la voce nuovamente piatta e neutra che ricordava dal processo.

«Allora? Hanno vinto i pro? O il mio essere Mangiamorte, Purosangue, Serpeverde e figlio di uno stronzo ha prevalso».

«Ex Mangiamorte» rispose lei semplicemente, facendo levitare i contenitori di tikka masala, pane naan e sambal, verso il tavolo già coperto da una tovaglia di lino ricamata a mano con delle piccole roselline delicate, una delle poche cose che aveva portato via da casa dei suoi genitori una volta finita la guerra.

Tre coppie di posate, tre bicchieri da vino, tre da acqua, tre piatti piani e tre da minestra. Addirittura tre piattini per il pane che dubitava fortemente di possedere.

Cosa…

«Guarda che ho già pensato alla cena, se ti prendessi il tempo di starmi ad ascoltare, invece di tentare di farmi fare la fine degli elfi di zia Walburga!» la voce lamentosa di Malfoy la raggiunse alle spalle, un granello fastidioso nel meccanismo delle sue riflessioni sulla mise en place.

Elfi domestici. Ecco come aveva fatto, quella dannata serpe.

Si girò di scatto, fissandolo con astio.

«Hai portato i tuoi elfi domestici a casa mia? » ringhiò. 

«Ma a te piacciono gli elfi domestici!» si schermì lui, capendo evidentemente che non fosse il caso di mentire spudoratamente. « É dal quarto anno che sei fissata con gli elfi, e ora ti stai facendo venire una crisi isterica perché ne sono entrati un paio a casa tua!»

La strega sentì distintamente il sopracciglio alzarsi sino a raggiungere metà della fronte. «Un paio? UN PAIO?  COS’É TE NE SERVIVA UNO PER APRIRE LA PORTA E UNO PER TROVARE LA STRADA PER IL SALONE?».

«Casa tua non è così grande Granger…» aveva iniziato a rispondere il biondo come se nulla fosse, facendole rimpiangere che Fierobecco non gli avesse cavato un occhio, invece di una beccatina al braccio.

«Malfoy, sei un …» sibilò Hermione, ma il resto delle ingiurie che stava per lanciargli furono interrotte da una voce vellutata, accompagnata dal rumore ritmico di tacchi alti sul legno delle scale che collegavano la zona notte con l’open space da giorno.

«Oh, finalmente si mangia. Cos’è questo odore? Non avevi detto filetto alla Wellington? Oh, ben tornata Granger. Non ringraziarmi».

Lo stesso caschetto nero lucidissimo che ricordava dai tempi della scuola, la medesima aria annoiata da sotto le lunghe ciglia ricoperte di mascara. Erano passati anni, eppure non c’erano dubbi di chi fosse appena uscita dalla sua camera da letto…

Tre coperti.

«Parkinson?» chiese esasperata, facendo velocemente il calcolo di quanto sarebbe stato difficile far sparire non uno, ma due corpi. 

«Credo che dovresti chiamarmi Pansy, amicaQuesta storia dei cognomi forse va bene per voi due, potete farla passare come una cosa carina. Beh, meglio dei nomignoli che rischi di farti affibbiare… non è molto bravo con cose del genere sai? Però compensa con…» iniziò querula, prendendole di mano il calice ancora pieno e avvicinandosi ad annusare i contenitori con fare sospetto.

«Pansy!» la interruppe Malfoy con un ringhio. « Non avevamo detto di fare le cose con calma? Che avresti dovuto darmi il tempo di spiegarle?».

La ragazza scrollò le spalle, staccando dubbiosa un pezzo di pane naan, ormai tiepido. « Sì, ma mi stavo annoiando, ci stavi mettendo una vita. E ci è voluto poco, non c’è praticamente nulla da salvare?».

«Davvero?».

«Forse una camicia di seta e una sottoveste, ma a questo punto ho optato per un cambio totale. É più poetico, non credi? Anche Cockey era perplessa sui tuoi gusti, sai Granger? Ah, scusa, devo abituarmi… Hermione».

Hermione sentì un brivido di rabbia gelida passarle lungo la spina dorsale. « Chi diavolo è ora Cockey? E che hai fatto ai miei vestiti, Parkinson?».

Questa volta le paia di occhi che la guardavano perplessi erano tre. Da quando Grattastinchi era così socievole con gli estranei?

«Un elfo domestico. Ti piacciono gli elfi domestici no?» rispose Parkinson, come se avesse appena chiesto a cosa serve l’asfodelo. «Sai che è davvero buono questo coso? Certo, continuo a credere che il filetto alla Wellington stia meglio con il vino, ma…».

«Parkinson, i miei vestiti… cosa diavolo hai fatto?» chiese Hermione con voce affilata come una lama.

«Abbiamo dato loro il riposo che meritano. Come ho già detto, non ringraziarmi. Mangiamo?».

«Granger…» tentò di inserirsi Malfoy « Devi iniziare a vestirti in un certo modo… ci saranno le foto… e le lezioni… e dannazione ti nascondi dietro quegli stracci informi…».

I suoi vestiti. I suoi comodi, pratici, confortevoli vestiti. 

Quei due erano folli. E folle lei che aveva pensato di dargli retta.

«Fuori!» urlò, mentre la porta di ingresso si apriva sbattendo tanto per ribadire il concetto. « Fuori di qui prima che vi Cruci tutti e due!».

Vide Malfoy aprire la bocca, come per controbattere.  Scambiò uno sguardo con Grattastinchi, che si era accoccolato come a godersi la scena, poi richiamò velocemente una grossa cartella di pelle nera, ingombra di fogli. « Leggi questo, va bene? Trovi tutto qui…».

«Avete dieci secondi per levarvi dalla mia vista. Dieci …» iniziò a contare lentamente, rigirando la bacchetta tra le mani.

«Ma io ho fame! » sbuffò Pansy. «E dovresti essere contenta… Per Salazar Serpeverde, una maglia aveva un buco grande quanto un boccino d’oro! E non parliamo di quella sorta di intimo che neanche mia nonna…».

Questa volta fu Draco a non farla finire, raggiungendola a grandi passi e costringendola ad alzarsi.

«Sei».

«Ora ci odi, ma ci ringrazierai …» tentò Malfoy, spingendo l’amica recalcitrante verso la porta.

«Quattro».

«Ministro Granger, suona bene, no?».

«Due».

«Oh, per Merlino che testarda che sei. Leggi quei dannati documenti!»

Uno. Hermione sbatté con una certa soddisfazione la porta sulla faccia ancora perplessa di Malfoy, per un attimo rimpiangendo che non avesse ancora un piede dentro casa, per poter mettere in pratica la sua minaccia.

Sentì il cellulare trillare, doveva essere Ginny che le chiedeva come stesse andando. Il primo pensiero fu quello di chiamarla e dirle che non c’era bisogno che venisse, di ignorare il messaggio che le aveva mandato. Poi però l’occhio le andò sull’incartamento che le aveva lasciato Malfoy, prima di dare retta al suo istinto di autoconservazione. In fondo aveva bisogno di un punto di vista esterno. E tutto quel vino costoso e tutto quel cibo non potevano di certo andare sprecati.

Inoltre, per pianificare una vendetta, Ginny Potter, nata Weasley era di certo il partner perfetto.

Nell’attesa, iniziò a sfogliare i documenti, inizialmente in modo piuttosto superficiale, ma ben presto si trovò a studiarli con cura. Non solo c’erano i resoconti di tutti i clienti precedenti, ma anche una strategia approfondita, con tanto di riferimenti bibliografici, a quello che avrebbero dovuto fare loro nei prossimi tre mesi.

C’era un aspetto però che aveva bisogno di cambiare. Malfoy aveva indicato una serie di giornalisti cui avrebbero concesso delle foto della loro relazione. Lei però sapeva bene di non potersi fidare di gente che rincorreva la notizia. In fondo c’era un’unica persona nel mondo dell’editoria di cui si potesse fidare sul serio. Sempre che non volesse finire di nuovo in un barattolo di vetro.

Richiamò la piuma d’oca con l’inchiostro rosso. C’erano un paio di ritocchini da fare qua e la. Poi per il resto, Malfoy e i suoi amici folli a parte, era davvero un piano geniale.

Ministro Granger…

Sì, suonava davvero bene.

 

 


 

Aggiornamento del 1 settembre ( Bentornat3 ad Hogwarts!)... mi sono appena resa conto che NON SO NEANCHE IO COME si era cancellato un pezzo di dialogo... probabilmente anche al mio pc sta antipatico Justin Fletchcoso. In aggiunta, stamattina vedo tutto il testo grigio. Riproviamoci e che tutti i programmi di editor finiscano di remarmi contro.


Eccoci qui, all’ultimo giorno disponibile per adempiere alla promessa “prima della fine di agosto”. In realtà ho riscritto interamente questo capitolo tra ieri ed oggi: inizialmente la scena della cena a casa di Hermione era molto più breve e “di strategia”. Poi le cose mi sono sfuggite di mano. Prometto solennemente che dal prossimo capitolo iniziamo col dating vero e proprio. Aggiornamento previsto per il 15 settembre.

Ai fini di questa storia i Malfoy& Co. devono necessariamente aver riconquistato buona parte della loro posizione sociale, il che, nella mia visione abbastanza cinica del mondo è abbastanza plausibile. Una cosa che però non credo possa essere diversa è il risentimento che Draco ha nei confronti di Lucius, che é uno degli aspetti più superficiali che lo differenzia rispetto al ragazzino che è stato. 

Spero che la lettura sia stata divertente. Alla prossima, spero!

Grazie della pazienza e di aver letto sino a qui.

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Flofly