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Autore: Melisanna    02/09/2023    0 recensioni
...Ma perché arrivi (intendo un amore autentico, onesto e sano) la cosa migliore è non pensarci troppo, non invocarlo. Altrimenti ci si inganna. Si mette la maschera dell'amore sul primo e più rozzo dei volti. cit. Irène Némirovsky
Genere: Drammatico, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Sai, Sakura Haruno, Shikamaru Nara | Coppie: Sai/Ino, Shikamaru/Ino, Shikamaru/Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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SHIKAMARU


Appena Choji fu uscito, nella stanza calò un silenzio penoso. Shikamaru frugò nelle tasche del cappotto per trovare il pacchetto di sigaretta, alla ricerca di un modo per riempirlo, lo strinse fra le mani, cambiò idea e guardò l’orologio.

“Sarà meglio che vada anche io…” borbottò sentendosi ridicolo.

Un sorrisetto supponente apparve sulle labbra di Ino “Che c’è? Ti faccio paura adesso?”

“No, certo che no… che sciocchezza… è solo…”

“Non ti salterò addosso senza il tuo permesso, se è questo che ti preoccupa. Dammi una sigaretta” Ino allungò la mano aperta per riceverla.

“Tu non fumi”.

“Stasera sì, dammela” Shikamaru le consegnò una sigaretta e l’accendino e Ino si dedicò ad accenderla e ad aspirare le prime boccate.

“Ah, ci voleva” lo guardò da sopra la sigaretta “Quel giorno ero ubriaca,” Shikamaru fece un sospiro di sollievo, adesso avrebbe detto che non aveva idea di cosa diceva e tutto sarebbe tornato come prima, avrebbero potuto fingere che non fosse successo mai niente. “Ma intendevo ogni parola, Shika. Le intendo ancora oggi”. Il suo sguardo blu era fermo nei suoi occhi, con l’espressione più seria e decisa che Shikamaru le avesse mai visto.

A Shikamaru quasi si fermò il fiato, mentre il suo cervello smetteva di funzionare. Da Capodanno non aveva fatto che ripetersi che sarebbe bastato aspettare e sarebbe tornato tutto normale. Ino sarebbe tornata ad essere solo la sua innocua amica di infanzia e lui avrebbe smesso di porsi domande che avrebbe preferito non porsi mai e avrebbe potuto sposare Temari con la coscienza tranquilla.

Temari era fantastica. Era arguta e forte, intelligente e attraente in un modo tutto suo, testarda e sicura di sé e capace di prendere fuoco alla minima provocazione. Era una seccatura, sì, ma non una seccatura come Ino che era la persona più imprevedibile che conoscesse, così forte e così fragile, viziata e irritabile, generosa ed egocentrica.

Temari era fantastica, ma Ino era davanti a lui e non l’aveva mai trovata bella come in quel momento, con le lunghe gambe che sporgevano dai pantaloncini che portava in casa, gli occhi lucidi per il vino, i capelli scompigliati e soprattutto quell’espressione ferma e quasi dura.

Allungò una mano e le sfiorò una guancia. Ino voltò leggermente il viso, chiudendo gli occhi e per un attimo si appoggiò contro il suo palmo, poi tornò a guardarlo e Shikamaru vide di nuovo quell’acciaio nel suo sguardo.

“Non lo fare, se non sei pronto a comportarti di conseguenza”.

Shikamaru si irrigidì e ritrasse la mano, distogliendo lo sguardo “Sarà meglio che vada davvero adesso”.

Ino annuì mordendosi il labbro inferiore.

Shikamaru si alzò e si infilò il cappotto e, quando si voltò, Ino stava in piedi di fronte a lui.

Rimase fermo a fissarla, senza riuscire a decidersi né a salutarla né ad avvicinarsi, poi Ino prese la decisione per lui e gli gettò le braccia al collo, affondandogli il viso nella spalla.

Shikamaru la avvolse un braccio intorno alla vita e immerse il volto nei suoi capelli aspirandone il profumo. Sarebbe stato così facile baciarla. Sarebbe bastato che lei voltasse appena la testa e lui inclinasse appena la sua. Era più facile che non baciarla affatto.

Però… però c’era Temari e lui avrebbe dovuto… cosa avrebbe dovuto? Dirle che non potevano più sposarsi? Che si era reso conto di essere innamorato di quella amica di infanzia che aveva sempre sostenuto essere come una sorella per lui? Scusarsi con i suoi genitori, la sua famiglia?

E il lavoro, cosa sarebbe accaduto con il suo lavoro?

Ma poi, veramente non l’amava Temari? O era solo che l’amava in un modo diverso? O forse era solo un’illusione questa di essere innamorato di Ino, in fondo non ci aveva mai pensato, non finché lei non gli aveva confessato di essere innamorata di lui… ma da allora non aveva fatto che pensarci, non aveva fatto che sognare il calore del suo corpo sulla schiena quella sera di Capodanno. E tutti i ricordi di lei che aveva si erano ammantati di un’altra luce, i ricordi di tutta una vita. La sua risata sfacciata, la piccola ruga che le appariva tra le sopracciglia quando qualcosa la indispettiva, il modo in cui agitava la mani mentre parlava, il seno che faceva capolino dalle sue camicette, improvvisamente erano diventati così importanti da affacciarsi alla sua mente mentre parlava di tutt’altro. Forse era solo un’illusione, ma era un’illusione così desiderabile.

E sarebbe stato tanto facile baciarla. Così facile.

La strinse più forte. Ino singhiozzò, le spalle sottili che sussultavano. Le sfiorò i capelli con l’altra mano.

“Io… Ho preso un impegno con Temari”.

“Non voglio perderti Shika”.

“Non mi perderai… Noi… noi saremo sempre amici, no? Ino-Shika-Cho, come a scuola”.

Ino scosse violentemente la testa “No, lo sai anche tu. Non sarà più la stessa cosa. Ci vedremo sempre meno”.

“Lo so, sono stato un po’ assente. Ma sarà diverso, te lo prometto”.

“Non mi basta” Ino alzò il viso, voltandosi verso di lui. “Non può bastarmi”.

Aveva il naso rosso e gli occhi gonfi e le gote a chiazze, il trucco sbafato e rovinato.

Era perfetta.

Si chinò appena e la baciò.

Fu un bacio confuso, doloroso, gemente di desiderio, umido di lacrime e saliva, sporco e goffo, con i denti che si scontravano nella foga e le mani di Ino che gli scorrevano tra i capelli, accendendo la sua passione. La strinse con tutte le forze, era così sottile che temeva di spezzarla e quella sensazione lo eccitava ulteriormente.

Si separarono per riprendere fiato. Shikamaru prese la testa fra le mani, affondando le dita nei lunghi capelli biondi. Ino sorrise di un sorriso estatico, vittorioso e lui si bloccò.

Non lo fare, se non sei pronto a comportarti di conseguenza.

La sua razionalità riprese il comando. Lui non era pronto. Aveva agito in base all’istinto del momento, ma si sentiva intrappolato, o forse nemmeno intrappolato, forse stava bene nella sua condizione di fidanzato di Temari. Non era pronto a sconvolgere tutto per una relazione a cui non aveva mai pensato fino a quel momento.

Ma Ino credeva di sì. Lo credeva onesto.

Si slacciò da lei e si allontanò “Scusami, io… io devo andare”.

Fuggì fuori dalla porta prima che Ino avesse il tempo di ribattere.

“Shikamaru sei un vigliacco” udì dietro di sé. Si voltò giusto il tempo di vedere Ino scivolare a sedere accanto allo stipite della porta, stringendosi le ginocchia. “Ti odio” mormorò, a voce appena sufficientemente alta perché la sentisse.

Shikamaru abbassò la testa e si allontanò in fretta.

 
  
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