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Autore: Danielle Petite    04/09/2023    2 recensioni
«Draco…»
Lui si alzò per educazione e le porse la mano «Piacere di conoscerti…sono Draco Malfoy»
Sia lei che Blaise lo guardarono accigliati «Che avete?»
«Draco, davvero non ti ricordi di lei?» disse Blaise. Era chiaro che aveva fatto una grossa figuraccia.
Draco la guardò di nuovo «Scusami…io non mi ricordo proprio di te…dove ti ho già conosciuta?»
«No. Sta scherzando…non è possibile…» fece Blaise a lei.
La ragazza fece cadere la penna ed il blocchetto di fogli che aveva in mano «Blaise…» fece una pausa e poi riprese «C’è altro che non ricorda?»
«Cosa? In che senso?» chiese lui confuso.
«Da quando me ne sono andata da Hogwarts, hai notato che ha dimenticato qualcos’altro oltre me?»
Blaise guardò lui poi tornò su di lei «No»
Hogwarts? Era stata ad Hogwarts e se n’era andata? Perché non la ricordava affatto?
«Che succede?» chiese lui.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Capitolo VI



Passarono circa due settimane e Draco non era ancora tornato a scuola. 
Jane a quel punto fu costretta; andò da Piton nel suo orario di ricevimento «Signorina Lewis, cosa ci fa qui? I suoi voti sono più che discreti direi» disse lui quando la vide entrare nel suo ufficio. Nonostante avesse cambiato materia, il suo ufficio era rimasto quello nei sotterranei, buio e ordinato come sempre. Scaffali di libri e pozioni ricoprivano tutte le pareti.
«Mi scusi professore» avanzò verso di lui chiudendo la porta alle spalle «Mi chiedevo…se sapesse cosa è successo a Draco Malfoy» disse decisa guardandolo negli occhi. Percepì una microespressione nelle sue sopracciglia che non riuscì a interpretare.
«Questo non è il luogo» rispose lui con tono duro.
«Le chiedo scusa se insisto ma l’ultima volta che l’ho visto ha detto che ci saremmo rivisti a scuola ed invece…»
«Le faccio prima io una domanda» Mise le braccia dietro la schiena e si mise perfettamente dritto davanti a lei «Lei sa cosa stava facendo Draco nella stanza del settimo piano?»
Jane fu sorpresa dalla domanda sia per come gliel'aveva posta e sia perché sapeva che lui aveva trafficato in quella stanza. Lei sapeva che era qualcosa a che fare con la sua missione di uccidere Silente ma non sapeva di preciso né come si trasformasse la stanza per lui, né cosa ci facesse all’interno. «Mi dispiace, con me non parla molto» rispose lei.
«Eppure mi è giunta voce che siete stati molto vicini ultimamente…e non parlo come fratello e sorella» lo vide portare le mani di nuovo davanti incrociandole sul petto e notò la bacchetta che teneva stretta in una di esse. Improvvisamente si pentì di essere andata da lui; lui era il miglior legilimens del paese e se ora le leggeva la mente e scopriva del bambino…«Si è vero. Ma le giuro che non mi ha mai detto nulla di quello che fa in quella stanza. Una volta l’ho seguito ma la porta si è chiusa e non sono riuscita ad entrare» forse vedendola così naturale riusciva a convincerlo a non usare l’incantesimo su di lei «Se vuole posso provare a scoprirlo quando tornerà.» aggiunse speranzosa.
«Si, sarebbe un’ottima idea signorina Lewis» lo vide riporre la bacchetta nella manica del mantello «Ho bisogno di questa informazione»
Trattenne un sospiro e disse «D’accordo. Ma tornerà? Cosa è successo?»
Piton le diede le spalle e tornò dietro la sua scrivania e senza guardarla in faccia rispose «Ora serve il Signore Oscuro, è impegnato in una missione.» 
Il suo cuore mancò un battito «Significa che…»
«E’ stato marchiato» concluse lui.
Jane usò tutto l’autocontrollo che aveva per non piangere o trasmettere alcuna emozione attraverso lo sguardo «Capisco. Quindi a breve toccherà anche a me?»
«Non credo, il piano era di reclutarvi dopo il diploma ma lui ha mostrato segni di...precocità.. se così possiamo dire» si mise a sistemare i fogli che aveva davanti.
L’aver quasi ucciso Bellatrix gli aveva fatto guadagnare il marchio nero a 16 anni? Questo le stava dicendo?
«Ok…quindi, non tornerà più ad Hogwarts?» chiese temendo la risposta.
«Tornerà sicuramente perché ha delle cose da fare anche qui…ma non so quando»
Jane riuscì solo ad annuire con la testa e si congedò educatamente.
Certo che doveva tornare per forza…per uccidere Silente.
Dopo aveva lezione di incantesimi ma non ci andò perché si sentiva davvero molto male, infatti quando entrò nel suo dormitorio corse in bagno a vomitare. Ormai era entrata nel terzo mese ed aveva già cambiato il modo di vestirsi per coprire la pancia anche se accennata, appena fosse diventata più evidente avrebbe cominciato ad usare la pozione snellente. Fu davvero felice di non condividere il dormitorio con le altre ragazze, quelle voci su di lei e la maledizione che portava erano state davvero provvidenziali vista la situazione.
Appena si sistemò sul letto, cominciò a pensare a Draco sporco di sangue di Bellatrix ed iniziò a piangere. Lui ora era a tutti gli effetti un mangiamorte e lei lo sarebbe diventata tra un paio di anni: il bambino/a non potevano tenerlo. Forse darlo/a in adozione in modo che non avesse nulla a che fare con loro due era l’unica via di salvezza che aveva. Pianse fino a che si addormentò sfinita.


Draco tornò a scuola una mattina a Marzo inoltrato con un finto certificato medico. Quando entrò in Sala Grande per la colazione sorprese tutto il tavolo Serpeverde. Jane scattò in piedi, aveva dimenticato che aveva la pancia (anche se invisibile in quel momento) e urtò il piatto che aveva davanti. Quando lo vide e per poco non si commosse. Ma lui non la degnò nemmeno di uno sguardo. Erano 3 mesi che non riceveva sue notizie, non le inviò nessuna lettera per dirle che stava bene e nemmeno per chiedere lei come stesse. Ora averlo ad un passo da lei la riempiva di gioia ma sentiva che qualcosa non andava.
Sembrava calmo e sereno a guardarlo così mentre si sedeva di fianco a Blaise, qualche posto più avanti del suo, e scambiarsi un abbraccio amichevole. Forse non si era avvicinato a lei perché non voleva generare pettegolezzi intorno a loro due? Aveva senso. Jane si convinse di questa cosa ed aspettò che fossero soli per parlare. Durante le lezioni di quella giornata scoprì che Draco doveva fare dei compiti in classe per recuperare i tre mesi persi ma finirono lì le sue scoperte. Lui non la guardò nemmeno per un secondo, se provava ad avvicinarsi sembrava che lui facesse di tutto per evitarla e dopo cena se ne andò subito nel suo dormitorio. Jane era sconvolta. Non stava capendo.
Il giorno successivo fu uguale e quello dopo anche. Anche Pansy si accorse che qualcosa era diverso «Ehi Jane! Ma è successo qualcosa tra te e Draco? Percepisco dell’attrito tra di voi»
«Ciao Pansy» disse lei senza fermarsi mentre andavano alla lezione di Cura delle Creature Magiche «Tutto bene, credo solo che si sia scocciato di avermi tra i piedi» poi fece un finto sorriso «Credo non abbia mai voluto avere una sorella»
Anche Pansy sorrise «Beh immagino che trovarsi una sorella per casa tra capo e collo non sia una cosa carina»
Si Pansy, pensala così.
La vide avanzare il passo e mettersi di fianco a Draco. Che avrebbe dato per camminare spensierata accanto a lui e parlare normalmente come stava facendo lei.
Aveva pensato tante volte di costringerlo a parlare con lei ma non conoscendo a fondo le sue intenzioni non poteva farlo. Se lo stava facendo per i pettegolezzi bastava non farsi vedere insieme e nel castello era facile vedersi in segreto visto quanto era grande. Il problema era che sembrava proprio volerla evitare a tutti i costi, appena entrava nel suo campo visivo lui girava la testa o cambiava direzione.
Dopo una settimana dal suo ritorno ad Hogwarts Jane provò a bloccarlo mentre usciva dal bagno «Ehi dobbiamo pa..» fece per afferragli il braccio ma lui la colpì con un incantesimo sulla mano che la costrinse a ritirare il braccio.
«Stammi. Lontano» disse lui con uno sguardo così furioso che non sembrava da lui. Anche se non era la maniera come l’aveva immaginato quella fu la prima volta che le aveva posato gli occhi addosso da quando era tornato. Voltò la testa e se ne andò lasciandola lì ancora più confusa di quanto non fosse stata poco prima.
Eh no. Con lei le cose non funzionavano così, almeno una spiegazione gliela doveva. Corse verso la sua direzione e per fortuna lo vide entrare nella biblioteca. Lo seguì in silenzio e quando lo vide entrare nello spazio tra due scaffali abbastanza lontani da tutti si palesò di nuovo «Devi spiegarmi che sta succedendo!» gli disse decisa.
Lui fece uno scatto e la afferrò per il collo bloccandola con la schiena contro lo scaffale «Tra noi è FINITA, ti ho già detto di STARMI LONTANO»
Draco non aveva mai parlato con quel tono e soprattutto calcando in quel modo le parole. Inoltre non aveva senso dirle che era finita perché la loro relazione non era nemmeno iniziata. Poi notò che non le stava affatto stringendo il collo come per farle male.
Draco con la mano libera estrasse la bacchetta e gliela puntò al centro della fronte «Sai, ho imparato un nuovo incantesimo, si chiama LEGILIMENTS» fece una pausa «Posso leggerti la mente per VEDERE cosa hai fatto mentre eravamo INSIEME e scoprire quante volte mi hai tradito»
Jane stava iniziando a capire. Non era per i pettegolezzi che la evitava ma perché se gli leggevano la mente potevano scoprire di lei. Cazzo, era un enorme problema. 
Aveva intenzione di chiedergli se stesse imparando l’occlumanzia  e sperò che capisse «Posso imparare l’OCCLUMANZIA e non farti vedere proprio niente!»
«Potrei essere troppo forte per te» poi fece una piccola pausa e aggiunse «E poi scommetto che hai troppe cose da nascondermi non è vero? Più cose mi nascondi più facile sarà per me scoprirle» le lasciò il collo e la guardò un ultima volta «Ora sparisci, non voglio più vederti ronzarmi intorno, hai capito? Ora che ci penso, perché non sparisci anche da casa mia?» A Jane scesero delle lacrime perché aveva capito tutto. Con l’occlumanzia riusciva a nascondere solo fino ad un certo numero di ricordi a Voldemort ma se i ricordi di lei aumentavano non ce la faceva. La stava supplicando per non rendergli la cosa ancora più difficile.
«D’accordo Draco. Non mi farò più vedere né da te né al Manor. Riuscirò a cavarmela da sola vedrai» gli disse dietro mentre lui camminava a passo svelto per andarsene.



Draco non era mai stato così male in vita sua. Se ne andò da quella biblioteca a passo svelto sentendo di poter vomitare da un momento all’altro. 
Da quando era tornato ad Hogwarts aveva lottato contro l’istinto di guardare Jane un miliardo di volte e lei non gliel’aveva resa facile cercando invece di incontrarlo e parlare, giustamente. Da quando lo avevano marchiato avevano cercato più volte nella sua mente tracce di debolezza, scoprirono che sua madre era un punto debole perché le voleva bene, ma riuscì miracolosamente a schermare ogni ricordo di Jane.
Era quasi certo che Jane avesse capito quello che le aveva detto tra le righe ma vederla così e soprattutto doverla trattare così fu davvero straziante. Non doveva piangere. 
Quando gli leggevano la mente potevano vedere materialmente il ricordo, cioè quello che vedeva e sentiva con le orecchie ma non potevano sentire i suoi stessi sentimenti, quindi anche se ora stava morendo dentro loro non lo potevano vedere.
Jane doveva cavarsela davvero da sola, sia per la sua vita che quella della loro prole. Avrebbe dovuto affrontare tutto da sola, le visite mediche, il parto e l’affidamento. 
Cercò di togliersela dalla mente per non creare qualche falso ricordo per sbaglio e si tuffò nella stanza delle necessità per dedicarsi al suo progetto.

 
__________________________


Jane durante il resto dell’anno scolastico continuò ad usare la pozione snellente nascondendo il pancione che sembrava voler esplodere verso la fine. Qualcuno si accorse che camminava strano ma lei inventò che aveva un problema alla schiena e riuscì a cavarsela. Quando compì 17 anni le arrivò una lettera dalla Gringott con una chiave dicendole che il conto della sua famiglia era passato a lei come anche la proprietà della casa. Draco aveva ragione. Pianse di gioia perché ora aveva un pò di soldi per cavarsela. Era tutto pronto. Aveva deciso l’istituto dove avrebbe lasciato il/la bambino/a e preparò tutti i documenti per l’adozione. 
Sarebbe dovuta/o nascere a Luglio ma Jane partorì il 30 Giugno 1997 ad Hogsmade, nella stanza da letto di Madama Rosmerta che l’accolse quando fuggì da Hogwarts durante la notte in cui le si ruppero le acque. Il bambino era un maschietto e quando le chiese come volesse chiamarlo usò l’Oblivion su di lei cancellandole le ultime ore dalla testa. Era dolorante e a pezzi ma usò tutte le forze che aveva per alzarsi e smaterializzarsi altrove con il suo bambino mentre ad Hogwarts Silente moriva per mano di Piton.
Jane andò a casa sua temporaneamente per riprendersi dal parto e fu proprio lì che scoprì tramite la Gazzetta del Profeta che Silente era stato ucciso ad Hogwarts. Si chiese se fosse stato Draco ma non veniva menzionato il nome del carnefice in quell’articolo. Alexander Lewis, questo è il nome che aveva dato a suo figlio, gli somigliava in maniera impressionante e non riuscì a portarlo in istituto. Da quando Madama Rosmerta gliel’aveva messo tra le braccia si innamorò all’istante di lui, e giurò in quello stesso momento di proteggerlo da tutti e da tutto. Sapeva che doveva nascondersi e scappare per non farsi trovare dai mangiamorte e per questo motivo, dopo appena una settimana dal parto, fece i bagagli e se ne andò con l’amore della sua vita dagli occhi azzurri tra le braccia.
Non potendo tornare ad Hogwarts per l’ultimo anno si trovò un lavoro dove potesse portare anche suo figlio perché non poteva lasciarlo a nessuno, e per fortuna ne trovò uno in un asilo nido per maghi. Era un asilo privato e la direttrice la prese a cuore vista la sua situazione da giovane mamma single, le permise di usare una stanza a casa sua dove dormire e di lavorare al piano di sotto con i bambini come maestra. Non guadagnava moltissimo visto che veniva ripagata anche in vitto e alloggio ma almeno per il primo anno di vita di Alexander andava benissimo. Non provò in nessun modo a contattare Draco fino a quando «Ehi Jane! Vieni a vedere, presto!» disse Bernardette, la sua amica e direttrice, dal giardino di casa sua.
Jane la raggiunse con Alexander tra le braccia «Che succede Benny?»
Lei era euforica «Tu-sai-chi è stato sconfitto!» le passò il giornale e c’era in prima pagina la foto del cadavere di Voldemort in una location che riconobbe come «Ma qui è a Hogwarts!» esclamò scioccata.
«Si! Pare ci sia stata una battaglia la notte scorsa, l’articolo dice che tu-sai-chi voleva qualcosa ad Hogwarts…comunque abbiamo vinto!» esultò lei felice.
Jane non riusciva a crederci, era libera. «Benny…non posso crederci» disse commossa asciugandosi una lacrima. Alexander prese a piangere forse vedendo lei in quello stato «Noo Alex…la mamma è felice» disse abbracciandolo «Siamo liberi!»
«E’ un bel regalo questo per il tuo primo compleanno, vero piccolo?» Benny prese Alex in braccio permettendo a lei di godersi un’attimo il momento. Non le avrebbero dato più la caccia, poteva finalmente uscire da quel paesino in cui si era rifugiata da un anno. Il posto non era male ma non era casa sua. Casa sua. Adesso poteva tornarci!
«Andrai a cercare suo padre ora?» le chiese Benny improvvisamente.
«E’ vero…ora posso vederlo!» si rese conto come una stupida.
 Colta da un’improvvisa voglia di vederlo prese carta e penna e gli scrisse un messaggio. Aveva sempre desiderato farlo ed ora le tremavano le mani:

Caro Draco come stai? Noi stiamo bene, sai tuo figlio si chiama…

Si interruppe e pensò. Non sapeva ancora la sua situazione com’era, non poteva dare troppe informazioni per posta. Strappò la pergamena e ne scrisse un altro:

Come e dove stai? Possiamo vederci? J.

«Così dovrebbe andare» piegò il biglietto, scrisse il nome di Draco sopra 
e chiamò il gufo postino della zona dalla finestra. Mise uno zellino nel borsello che portava al collo e volò via per consegnare la lettera. Sperò che non tornasse indietro con la sua lettera, perché in quel caso significava che lui non esisteva più.


 
_____________



Draco si trovava al San Mungo, l’ospedale per malattie e ferite magiche, dopo la battaglia ad Hogwarts. Non aveva ferite gravi ma sua madre aveva insistito che si facesse controllare. Era disteso sul letto in una stanza privata che aveva una finestra enorme che dava sulla strada babbana. Non riusciva a credere che fosse tutto finito. Si guardò il braccio dove aveva il marchio e lo vide completamente sbiadito, come se fosse vecchio di 50 anni. 
Sentì picchiettare sulla finestra e notò un gufo «Posta per me?» disse lui aprendo il vetro. Il gufo lasciò cadere il biglietto a terra e rimase lì ad aspettare. 
Lo raccolse e lo lesse: 
Come e dove stai? Possiamo vederci? J.
«J?» fece mente locale e cercò di ricordare qualcuno che avesse un nome che iniziasse con la J ma vuoto assoluto.
Era sicuro che fosse per lui perché sulla busta c’era scritto il suo nome.
«Boh…» piegò la lettera e la ripose nella sua borsa, ci avrebbe pensato più avanti.
Proprio in quel momento bussarono alla porta ed entrarono sua madre e suo padre.
Lucius Malfoy evitò l’incarcerazione ad Azkaban per la seconda volta grazie a sua moglie che mentendo al signore Oscuro riguardo la morte di Harry furono ritenuti non colpevoli.
«Come ti senti figliolo?» disse Lucius appena lo vide alzato.
«Bene» rispose secco Draco «Possiamo andarcene da qui allora?»
«Non ancora» rispose sua madre. Entrambi i suoi genitori avevano l’aspetto emaciato, nell’ultimo periodo se l’erano vista brutta «Il dottore vuole tenerti un’ altra notte in osservazione, se non ci sono problemi domani torni a casa» lo spinse di nuovo sul letto.
«Mamma sto bene! Ho solo qualche bruciatura e qualche graffio!» disse scrollandosela da dosso. 
Draco sapeva che non era il modo di comportarsi con i suoi genitori ma non riusciva a fare a meno di pensare che tutte quelle disgrazie che aveva avuto erano state a causa loro, soprattutto di suo padre. 
«Blaise dov’è? L’hai trovato?» chiese lui cambiando argomento.
«Si, hanno portato qui anche lui…è nella stanza 407, qualche porta più avanti» rispose sua madre dolcemente.
«Come sta?»
«E’ nelle tue stesse condizioni» rispose suo padre questa volta «Posso sapere come avete fatto ad evocare l'Ardemonio?»
«E’ stato Tiger, non credo sapesse quello che faceva…» rispose lui ripensando al momento in cui il suo amico fu risucchiato dalle fiamme per sempre.
«L’importante è che stai bene» disse sua madre.
Passarono il pomeriggio con lui e verso sera finalmente lo lasciarono da solo. 
Uscì dal San Mungo il giorno dopo.

__________

Passò poco meno di un anno dalla Battaglia di Hogwarts durante il quale la sua vita tornò quasi alla normalità. Si era diplomato terminando così il suo percorso di studi,  frequentava  una ragazza con la quale sembrava andare tutto bene e usciva con gli amici ogni tanto. Sembrava tutto perfetto fino a quando una sera Blaise lo invitò a mangiare con lui in un pub in un paesino non molto lontano da Londra. Avevano deciso che quella doveva essere una serata solo uomini e quindi lasciarono le proprie ragazze a casa per quella sera. Il pub era il tipico pub inglese, stile taverna, rustico tutto in legno. Il barista era un centauro e spiccava non poco in quel posto, anche perché lui li aveva sempre immaginati nelle foreste a predire il futuro e a parlare in versi. Questo qui invece parlava anche in dialetto.
«Benvenuti! Accomodatevi pure qui..» indicò loro un tavolo a due posti e loro si accomodarono «Ehi Jane! C’è da prendere le ordinazioni, me ne occupo io qui» disse il centauro dietro una tendina alle sue spalle.
«Ok Reg!» uscì una ragazza dai capelli lunghi, arruffati e rossi che si stava abbottonando il grembiule.
«Cazzo! Ma quella è Jane!» esclamò Blaise scioccato.
«La conosci?» chiese lui incuriosito.
Blaise si accigliò «Mi prendi in giro?»
«Ciao ragazzi cosa prend…..» la ragazza si avvicinò al loro tavolo con carta e penna e si immobilizzò quando lo vide.
«Ciao Jane!» Blaise si alzò e l’abbracciò. Sembrava si conoscessero da tempo nonostante la ragazza era titubante.
«Blaise…ciao.. da quanto tempo!» disse lei. Notò che ogni tanto buttava gli occhi su di lui, forse lo conosceva? Draco si sforzò di ricordare dove potesse averla vista ma non gli veniva in mente nulla. Era molto carina, aveva gli occhi scuri da cerbiatta e i capelli rosso scuro mossi che la facevano sembrare una leonessa.
Blaise attaccò subito «Sono felice di rivederti! Sei sparita dopo il sesto anno, sinceramente pensavo fossi…»
«Morta?» disse lei sorridendo imbarazzata «Era quello che volevo infatti…» poi finalmente si rivolse a lui «Draco…»
Lui si alzò per educazione e le porse la mano «Piacere di conoscerti…sono Draco Malfoy»
Sia lei che Blaise lo guardarono accigliati «Che avete?»
«Draco, davvero non ti ricordi di lei?» disse Blaise. Era chiaro che aveva fatto una grossa figuraccia.
Draco la guardò di nuovo «Scusami…io non mi ricordo proprio di te…dove ti ho già conosciuta?»
«No. Sta scherzando…non è possibile…» fece Blaise a lei.
La ragazza fece cadere la penna ed il blocchetto di fogli che aveva in mano «Blaise…» fece una pausa e poi riprese «C’è altro che non ricorda?»
«Cosa? In che senso?» chiese lui confuso.
«Da quando me ne sono andata da Hogwarts, hai notato che ha dimenticato qualcos’altro oltre me?»
Blaise guardò lui poi tornò su di lei «No»
Hogwarts? Era stata ad Hogwarts e se n’era andata? Perché non la ricordava affatto?
«Che succede?» chiese lui.
Jane raccolse le cose che le erano cadute e la vide scrivere qualcosa «Tieni, leggilo quando sarai a casa» gli passò un biglietto piegato a metà.
«Blaise, lascia perdere questa storia. Cosa vuoi ordinare?» fece lei con fare professionale tutt’un tratto.
«Ehm…» confuso Blaise prese il menù «Prendo del fish and chips»
«Tu?» gli chiese lei.
«Lo stesso» rispose lui turbato. Non aveva per niente fame in quel momento. Teneva ancora quel biglietto in mano e lo stava stringendo così forte che forse lei lo notò.
«D’accordo, da bere va bene birra?» fece lei.
«Si» risposero in coro. Jane girò i tacchi e se ne andò.
«Draco che cazzo ti è preso?» disse Blaise non appena lei fu lontana.
«Blaise!» battè un pugno sul tavolo «Non sto scherzando, non me la ricordo!»
«Ha vissuto a casa tua per qualche mese, dicevamo che era la tua sorellastra. E’ stata anche la mia ragazza per un breve periodo. Come fai a non ricordartela!»
Se non fosse stato che li aveva appena visti interagire avrebbe giurato che Blaise gli stesse facendo uno scherzo.
«Perché avrebbe vissuto a casa mia? Se mi stai prendendo in giro giuro che…»
Blaise cambiò espressione «I mangiamorte sterminarono la sua famiglia e lei venne accolta da tua madre a casa vostra…»
Draco si voltò e la cercò con lo sguardo, stava pulendo un tavolo in fondo al locale «Se questa storia ha a che fare con i Mangiamorte…devono avermi obliviato»
Blaise annuì «E’ la stessa cosa che stavo pensando io…ma perché avrebbero dovuto farlo?»
Draco era sconvolto. Si era appena ricordato di quel messaggio che aveva ricevuto al San Mungo firmato J. quasi un anno prima. Lei aveva provato a incontrarlo.
«Ecco a voi, buon appetito» Jane tornò per servirli ma non si accorsero di lei tanto erano presi dai loro pensieri.
Draco agì d’istinto e le afferrò un braccio per non farla andare via «Aspetta…vorrei parlarti»
«Non qui.» disse lei seriosa «Parleremo. Ho un sacco di cose da dirti, ma non è il momento» strattonò il braccio e prima di andarsene disse di spalle «E non perdere il biglietto stavolta!»
Draco notò che aveva un certo carisma, era sicura di sé e per qualche motivo sentiva un'attrazione verso di lei che non si basava solo sull’aspetto fisico.
«Blaise quando l’ho nominata per l’ultima volta?» disse lui sedendosi di nuovo. Non si era accorto di essersi alzato per afferrarla.
Blaise ci pensò su «E’ difficile ricordarlo. Durante l’ultimo anno con i Carrow avevamo altri pensieri per la testa»
«Già…vorrei capire quando è successo» prese una forchetta e prese a giocherellare con il cibo, non aveva per niente appetito mentre Blaise si, tanto che mangiò anche la sua porzione.
Tutte le volte che Jane passava accanto a loro Draco non poteva fare a meno di guardarla. Cercava ogni particolare che poteva aiutarlo a ricordarsi di lei, le mani, le lentiggini, quei capelli rossi. Si chiese se si potessero recuperare i ricordi obliviati.
«Non le hai tolto gli occhi di dosso nemmeno per un secondo» disse Blaise tutt’un tratto con un mezzo sorriso sul volto «Ti devo ricordare che hai una ragazza?»
Meggie. Era la figlia del Primario del reparto Lesioni da Incantesimo del San Mungo, un pezzo grosso. Stavano insieme da sette mesi e quello per lui era un record personale, la sua più lunga relazione.
«Hai finito?» fece lui cambiando discorso «Possiamo andare?»
«Sei impaziente di leggere quel biglietto scommetto» fece lui spingendo il coltello nella piaga.
«Da morire» ammise lui alzandosi. Blaise si pulì la bocca con un tovagliolo e lo seguì per pagare il conto. Non videro più Jane, forse stava lavorando nelle cucine «Ci saluti Jane per favore, siamo Blaise e Draco» disse Blaise al cassiere.
«Certamente» rispose lui sorridente dandogli lo scontrino «Alla prossima!»
Uscirono dal locale e si salutarono «Allora mi aggiornerai su questa storia?» disse Blaise porgendogli la mano.
«Certo, mi raccomando non farne parola con nessuno, soprattutto con Christy» afferro la sua mano stringendola.
«Tranquillo, so che quelle due spettegolano sempre insieme» disse ridendo «Buonanotte!» lasciò la sua mano e si smaterializzarono. Draco tornò al Manor e andò diritto in camera sua per poter finalmente leggere quel biglietto.

Se non hai più problemi con Tu-sai-chi vieni Giovedì alle 7pm al 22 Kennet Pl, Marlborough. 

La mattina successiva si svegliò ancora più confuso. Aveva passato la notte sui libri a cercare un modo per recuperare i ricordi persi dall’incantesimo oblivion ma scoprì che era veramente raro che succedesse a qualcuno. A colazione i suoi genitori si accorsero del suo stato «Hai dormito stanotte?» gli chiese suo padre.
«Certo» rispose lui con tono secco «Come mai questa domanda?» chiese fulminandolo con gli occhi.
Suo padre prese il giornale che era sul tavolo e si nascose dietro.
«Hai gli occhi gonfi…» gli fece notare sua madre.
«Si. Ho letto» finì lui il discorso. Mangiò la sua colazione e poi chiese «Mamma ti ricordi di Jane?»
«Jane Lewis? Certo che me la ricordo» rispose lei decisa.
Perché era l’unico che non si ricordava di lei?
«Sai che fine ha fatto?» chiese lui per farsi dare qualche informazione.
«So che si è nascosta dai Mangiamorte ed ovviamente non l’ho mai cercata. Non ho mai ricevuto notizia del suo assassinio quindi suppongo sia ancora viva»
«Parlate della figlia dei Lewis?» disse suo padre abbassando il giornale.
«Si, la ragazza che avevo preso in custodia…» poi sua madre si rivolse di nuovo a lui «Come mai mi hai chiesto di lei?»
Ne ha parlato normalmente, quindi non sapeva nulla dell’oblivion «Curiosità» disse alzando le spalle.
«Oggi ti vedi con Maggie?» chiese sua madre mentre lui fece per alzarsi.
«Probabilmente si» rispose lui senza particolare enfasi lasciandoli li da soli.
Giovedì era tra due giorni e gli sembrava lontanissimo.
Quella sera si vide con Maggie e andarono a fare una passeggiata in centro a Londra, lei si era vestita di tutto punto con un abito aderente e tacchi a spillo, la guardavano tutti mentre passeggiavano. Aveva tirato su i suoi capelli neri in un elegante chignon e truccato i suoi grandi occhi azzurri, non potè fare a meno di dire «Sei bellissima»
«Grazie, anche tu» rispose lei allungando una mano e spostando una ciocca dei suoi capelli biondi dietro l’orecchio aspettandosi un bacio che arrivò subito. Andarono a cena in un ristorante lussuoso della zona dove iniziarono a parlare del più e del meno «La prossima estate vorrei andare a New York, dicono che anche la zona babbana è spettacolare»
«Si, ne ho sentito parlare anche io» rispose lui.
«Mio padre ci va almeno una volta l’anno per lavoro, li fanno dei corsi di formazione importanti»
Draco ebbe un’illuminazione. I libri sul quale aveva cercato informazioni erano testi comunque vecchi, e suo padre era un medico importantissimo che si occupava delle lesioni da incantesimo «Sai, a proposito di tuo padre, avrei una curiosità da chiedergli»
«Curiosità su cosa?» chiese lei interessata.
«L’incantesimo Oblivion, sono curioso di sapere se negli anni hanno trovato un modo per annullarne gli effetti» disse lui con nonchalance.
«Interessante! Glielo chiederò!» rispose lei.
Draco, sorpreso che la cosa avesse funzionato, le sorrise e lei gli prese la mano «Stanotte ti va di dormire con me?» le chiese maliziosamente.
«Certo» rispose lei quasi in un sussurro.
Presero una camera in un hotel e passarono lì la notte a divertirsi insieme.
 
  
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