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Autore: Danielle Petite    08/09/2023    1 recensioni
«Draco…»
Lui si alzò per educazione e le porse la mano «Piacere di conoscerti…sono Draco Malfoy»
Sia lei che Blaise lo guardarono accigliati «Che avete?»
«Draco, davvero non ti ricordi di lei?» disse Blaise. Era chiaro che aveva fatto una grossa figuraccia.
Draco la guardò di nuovo «Scusami…io non mi ricordo proprio di te…dove ti ho già conosciuta?»
«No. Sta scherzando…non è possibile…» fece Blaise a lei.
La ragazza fece cadere la penna ed il blocchetto di fogli che aveva in mano «Blaise…» fece una pausa e poi riprese «C’è altro che non ricorda?»
«Cosa? In che senso?» chiese lui confuso.
«Da quando me ne sono andata da Hogwarts, hai notato che ha dimenticato qualcos’altro oltre me?»
Blaise guardò lui poi tornò su di lei «No»
Hogwarts? Era stata ad Hogwarts e se n’era andata? Perché non la ricordava affatto?
«Che succede?» chiese lui.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Capitolo VII



Finalmente Giovedì alle 7 di sera andò all’appuntamento con Jane. Era un posto molto carino, c’erano tante villette e un fiumiciattolo che girava tutt’intorno alle case caratteristiche di quel posto. Si guardò intorno ma in quel momento non c’era nessuno. Non gli aveva scritto a quale porta bussare, quindi attese passeggiando su quella stradina avanti e indietro che si facesse vedere lei.
«’Sera Signor Malfoy» disse lei alle sue spalle.
Draco si girò di scatto e per un motivo che non seppe spiegare il suo cuore cominciò a battere all’impazzata. Che senso aveva se non ricordava minimamente chi era?
«Buonasera…Jane» rispose lui.
«Visto che sei venuto…ne deduco che non hai più niente a che fare con i mangiamorte»
Jane aveva indossato un foulard che le teneva su tutta la massa di capelli facendola sembrare una pin up degli anni 50.
«Si, me ne sono liberato se così si può dire»
Lei si avvicinò di un passo e lo guardò fisso negli occhi. Sembrava volesse vederlo dentro «Non hai lasciato nemmeno un briciolo di ricordo di me» poi si allontanò di nuovo e fece una smorfia dicendo «Sei stato bravo»
«Sono stato bravo a fare cosa?» il cuore continuava a battere forte.
«Vieni, passeggiamo. Ti racconterò tutto.» allungò la mano verso di lui e lui la prese senza esitazione, in quel momento, senza conoscerne il motivo, l’avrebbe seguita in capo al mondo.
Il posto era davvero molto bello, sulle sponde del fiume c’era un parchetto per bambini e delle panchine e la luce del tramonto rendeva il tutto molto più romantico e suggestivo.
«Da dove comincio…» fece lei. 
Draco percepiva il suo nervosismo e cercò di aiutarla «Blaise mi ha detto che hai vissuto a casa mia per un breve periodo, poi che non sei tornata ad Hogwarts per l’ultimo anno» disse lui. 
Lei annuì «Ho vissuto a casa tua dall’estate dopo il 5 anno fino a Natale. Poi non sono più tornata al Manor»
«Perchè? E’ successo qualcosa?» chiese incuriosito.
«Si ma…te lo racconterò in un secondo momento.» fece una pausa e poi chiese «Ti ricordi che hai quasi ucciso tua zia Bellatrix?» 
Draco si accigliò e fece mente locale. Ricordava un evento, forse era un duello con lei nei sotterranei della villa «Ho un vago ricordo» rispose infine.
«L’hai attaccata a causa mia.» disse lei fermandosi e mettendosi di fronte a lui «Tua zia era solita allenarmi alla sua maniera….sai con le lame…quella volta hai assistito ad un allenamento e hai dato di matto»
Se Draco avesse avuto una mascella smontabile ora sarebbe caduta a terra «Mi stai dicendo che stavamo insieme?»
Forse Jane arrossì ma con il buio che stava avanzando non ne era sicuro.
«Non proprio…noi non avevamo stabilito niente in realtà»
«Jane, se ho quasi ucciso mia zia per te direi che non eri una qualunque, non trovi?» sentiva che stava impazzendo. Si tolse la giacca visto il caldo che sentiva e cominciò a camminare avanti e indietro con foga. Sapeva che lei non stava mentendo, se lo sentiva. «Come faccio a riavere i miei ricordi? Perché non li ho più?»
Lei sospirò «Alla prima domanda non posso risponderti. Ma alla seconda forse si.» rispose lei «Li hai cancellati tu i tuoi ricordi, per proteggerci»
Draco si fermò di botto «Cosa?»
Lei scosse la testa «Tu…mi facesti capire che i Mangiamorte usavano il legiliments su di te per scovare i tuoi punti deboli.»
Si, questo se lo ricordava «Almeno una volta al mese mi sottoponevano a quell’incantesimo»
«Ora non so di preciso cosa ti sia successo, forse stavano per arrivare a noi e tu hai pensato di obliviarti»
Draco stava cercando di mettere in moto il cervello all’ennesima potenza «In questo caso forse te l’avrei detto prima di farlo….no? Non è più probabile che sia stato obliviato da qualcun altro?»
Lei scosse la testa «Sono sicura che l’hai fatto tu, altrimenti ci avrebbero dato la caccia e non l’hanno fatto»
Draco notò il plurale «Ci?»
Jane fece un lungo sospiro che lo fece preoccupare «Una cosa alla volta…penso che per ora basti così»
«Dimmi tutto quello che devo sapere!» disse lui.
«Ti dirò tutto, ma a tempo debito. Te lo prometto» si girò e alzò la testa verso il cielo che era ormai scuro. La luce della mezzaluna che era su di loro la illuminava debolmente e notò delle piccole lentiggini che aveva sul tutto il viso.
Chissà cosa aveva passato con lei. Voleva sapere di più.
«Bene! Ora è tempo di tornare a casa» disse lei improvvisamente. 
«Quando mi racconterai di più?»
«Lavoro in quella taverna tutte le sere tranne il giovedì. Quando vorrai fare due chiacchiere sai dove trovarmi» Fece qualche passo verso il punto da dove erano venuti ma Draco la bloccò per un braccio.
«Cosa mi ferma dall’usare il legilments qui ed ora per scoprire tutto?»
Jane fece un mezzo sorriso «Me lo aspettavo da te.» si voltò verso di lui ed aprì le braccia «Fallo pure»
Draco non se lo fece ripetere, si fece scivolare la bacchetta che aveva nella manica e disse puntantola «Legiliments!»
Vide se stesso davanti a se che pronunciava l’incantesimo, poi il ricordo sfumò e vide lui e Blaise alla taverna…molti dei ricordi li stava nascondendo con l’occlumanzia! Vide dei ricordi sparsi di lei che faceva cose giornaliere e poi fu stesso lei che spinse in avanti dei ricordi, quelli di Hogwarts. 
Era il suo sesto anno, lei lo guardava da lontano, si nascondeva con le lacrime agli occhi.
Poi, come prima, andò ancora più indietro alla festa di Natale al Manor. Vide lei che duellava con Rabastian Lestrange nel corridoio fuori la sua stanza, lui le aveva fatto un agguato. Vide del fumo bianco, gli stava nascondendo qualcosa fino a che rivide lei che gli andò incontro e stringerlo a se nel bel mezzo della festa. Vide il suo sguardo preoccupato nel vederla in quello stato. Di nuovo fumo e gli fece vedere un corridoio buio e deserto di Hogwarts. Entrambi erano nascosti e si stavano baciando con foga, poi vide se stesso prenderla per mano e portarla altrove. Il ricordo si interruppe e lo portò di nuovo a casa sua al Manor. Lei era incatenata, e guardava sua madre che la accoglieva a casa sciogliendole le catene, Rockwood se n’era appena andato.
Draco interruppe l’incantesimo ansimando.
Jane lo afferrò per le spalle «Scusa forse era troppo…stai bene?»
Si sentiva così confuso e stordito che decise di sedersi su una delle panchine che erano lì.
Lei si sedette accanto a lui ma non disse nulla, lo osservò solo tremare.
«Sei brava in occlumanzia» disse lui dopo un pò cercando di smorzare la tensione.
«Non è vero. Sei tu che non hai insistito troppo per abbattere le mie barriere» la vide stringere le mani «La prossima volta ti farò vedere altro se vuoi. Ma ti consiglio di farlo un pò alla volta, sei pallido come un fantasma»
Quell’incantesimo non era una passeggiata e venire a sapere della sua vita attraverso un’altra persona era un duro colpo.
«Ora è meglio che vai a riposare» suggerì lei.
«Si…» 
Lei si alzò di scatto «Buonanotte Draco»
Si alzò anche lui «Buonanotte»
Lei, decisa, si incamminò verso il punto dal quale era venuta e lui la osservò da lontano fino a che, rimasto solo, si smaterializzò.


Il giorno dopo non andò alla taverna e nemmeno quello successivo. Capì che Jane aveva ragione, doveva recuperare i ricordi un pò alla volta altrimenti rischiava di impazzire.
Tentò di comportarsi normalmente sia a casa che con la sua ragazza ma loro si accorsero che qualcosa lo turbava.
«Che ti prende? Sei così silenzioso oggi» disse sua madre una sera a cena.
«C’è qualcosa che ti turba? Puoi parlarcene?» aggiunse suo padre.
Draco sospirò «Ve ne parlerò a tempo debito» disse usando le stesse parole di Jane.
Per fortuna non insistettero e dopo cena decise di andare nei sotterranei.
Da quando tornò a casa dopo la rivelazione di Jane decise di passare del tempo in vari luoghi di casa sua sforzando la memoria per poter ricordarsi di lei. Quella sera stessa rimase nel corridoio fuori la sua stanza per qualche ora, dove Jane aveva duellato con Rabastian ma non gli venne in mente niente. La sera successiva invece si mise nell’ingresso dove l’aveva vista incatenata, ma nulla anche lì. Quella sera aveva deciso di andare nei sotterranei, precisamente nel vecchio ufficio di Bellatrix. Se quella volta l’aveva quasi fatta fuori per Jane doveva avere dei ricordi forti li dentro. Con le mani in tasca entrò in quella stanza. Era rimasta come se la ricordava solo con della polvere in più e qualche ragnatela. Intorno a tutta la stanza c’erano delle teche piene di armi come spade e pugnali e vari attrezzi da tortura. Fece qualche passo ascoltando l’eco dei suoi passi e si mise al centro della stanza. Cercò di ricordare quando aveva colpito sua zia.
Chiuse gli occhi.
Quella volta lui era davvero furioso, stringeva la bacchetta così forte da sentire dolore. Vedeva Bellatrix davanti a se e sentiva di volerla proprio uccidere, di farle provare dolore. Prese uno dei tanti pugnali sparsi sul pavimento, lo lanciò in aria e con la magia lo diresse addosso a lei affondandoglielo nel braccio. Lei urlò ma non si mosse, lo guardava spaventata. Poi si avvicinò a lei e afferrò quel pugnale tirandolo fuori dal braccio e schizzandosi con il sangue.
Perché l’ho fatto?
A quel punto improvvisamente affiorò un nuovo ricordo, come se stesse vedendo un filmino a ritroso vide Jane apparire davanti a Bellatrix con un pugnale ficcato nel braccio.
Draco aprì gli occhi di colpo e quasi cacciò un urlo. 
Quello era stato del tutto inaspettato. Stavolta non era un ricordo di Jane ma era suo.


 
_________


Jane temette che Draco non si facesse più vedere. Dall’ultima volta che si videro passò quasi una settimana e tutte le sere guardava bene tutti i clienti del locale per cercare di scorgerlo. Poteva capire di averlo sconvolto ma continuava a pensare a come poteva prendere la notizia di avere un figlio. Quel mercoledì finalmente si fece vedere ed era solo.
Lasciò tutto quello che stava facendo per avvicinarsi al suo tavolo quasi raggiante.
«Bentornato! Cosa ti porto oggi?»
«Solo una birra. Possiamo parlare un pò?»
«Certo.» rispose seriosa. Posò il suo taccuino nella tasca del grembiule e andò a prendere la birra avvisando Reg che si prendeva una pausa.
Gli mise il boccale davanti e si sedette di fronte a lui «Come stai?»
Draco bevve un sorso della sua birra continuando a fissarla «Non molto bene devo ammettere» poi si leccò le labbra «Ho dei continui mal di testa»
«Stai cercando di forzare la memoria vero?» chiese lei per niente stupita. Sapeva che lei avrebbe fatto lo stesso nella sua situazione.
Lui annuì soltanto, poi dopo qualche secondo disse «Sono pronto a scoprire il resto, quando vogliamo farlo?»
«Ma hai appena detto che non stai bene…»
«Si ma le cose non cambieranno se continuerò ad aspettare. E’ da una settimana che continuo a pensare a te, non posso più vivere così»
Il suo cuore mancò dei battiti ma cercò di non darlo a vedere «D’accordo. Domani sera, stesso posto stessa ora, ok?»
«Ok» 

 
__________


Draco quella sera si era presentato all’appuntamento un’ora prima. Aveva provato a distrarsi tutto il giorno ma non riusciva più ad aspettare. Fu contentissimo di vedere anche lei presentarsi all’appuntamento prima dell’orario prestabilito.
«Sei in anticipo» fece lui.
«Già…anche tu» lei si fermò di fronte a lui.
«Sei pronta?» disse lui estraendo la bacchetta.
«Aspetta. Prima di farlo preferisco raccontarti prima a voce. Poi dopo potrai usare il legiliments» disse lei dolcemente. Sembrava agitata come lui.
«Ora siediti» gli disse quasi come un ordine indicandogli una panchina a due passi da loro.
«Sono agitato adesso, non voglio sedermi! Dimmi quello che devo sapere!»
«Ed io ti ho detto che devi sederti!» lo afferrò per un braccio e lo forzò a sedersi.
«Che caratterino» commentò lui.
«Ok sei pronto?»Si stava strofinando le mani agitatissima.
«Pronto a cosa? Jane mi sto preoccupando…»
«Ti prego, non svenire» disse lei quasi supplicandolo. Non si accorse della persona alle sue spalle che si avvicinò e che passò a Jane tra le braccia un bambino.
«Lui è Alexander, nostro figlio»



«Lui è Alexander, nostro figlio»
Mancò un soffio che non svenisse. Forse rimase per ore a fissarli entrambi ma lo shock non glielo fece percepire. Quel bambino….Alexander aveva detto?...Aveva i capelli biondi così chiari da sembrare bianchi come anche le ciglia e le sopracciglia. Ed inoltre i suoi occhi erano terribilmente i suoi. «S-spiegati..p-p-per favore» 
Jane fece un sospiro diverso da quello precedente, quasi come liberatorio. Forse pensava che il peggio era passato.
«Sono rimasta incinta alla festa di Halloween del sesto anno. Io ero su di giri per delle pillole babbane e tu ubriaco, nessuno di noi due si ricordava cos’era successo quella sera. Lo abbiamo scoperto poco prima di Natale. Durante la festa di Natale dai tuoi invece sono stata attaccata dal cognato di Bellatrix e ci siamo preoccupati per delle perdite che avevo, tu mi portasti in un ospedale babbano e lì abbiamo sentito per la prima volta il suo battito» Mise una mano in tasca e ne estrasse un foglietto che gli diede «Questa è un'ecografia babbana, la sua prima foto»
La foto non era in movimento ma si vedevano distintamente le braccia. Gli tremavano le mani perché sapeva di averla già vista.
Guardò di nuovo il bambino che aveva lei in braccio e non potè fare a meno di piangere «S-scusami…..dammi un m-minuto» si alzò e si allontanò di qualche passo avvicinandosi al fiumiciattolo davanti a loro. 
Aveva un figlio.
Un figlio.
Guardò la fotografia tremante ed ebbe un flash ricordandosi di alcuni suoni, dei “bip” costanti che sembravano un battito cardiaco.
«Cazzo!» gli scappò mentre si inginocchiava a terra tenendosi la testa dal dolore.
«Draco…vai a casa a riposare…è stato troppo per te…» disse lei avvicinandosi.
«No!» rispose lui deciso rimettendosi in piedi «No…posso farcela» si asciugò il viso e si voltò verso loro due. Il bambino era identico a lui.
«Non sforzarti» disse lei con le lacrime che le scorrevano.
Si sedette di nuovo sulla panchina, in piedi non riusciva a stare. Cercò di respirare a fondo e di ragionare «Quindi…non sei tornata ad Hogwarts per occuparti di lui? Hai fatto tutto da sola?»
Si ricompose anche lei e rispose «Si, ho partorito a casa di Madama Rosmerta, ad Hogsmade. Il 30 Giugno mi si ruppero le acque e scappai via da Hogwarts, lei mi soccorse e mi aiutò a partorire. L’ho obliviata dopo il parto, non ha ricordi di noi»
«Il 30 Giugno? Io lo sapevo?» chiese lui ormai a pezzi tra le lacrime. Quel giorno lo ricordava bene, era quando tentò di uccidere seriamente Silente e che poi morì per mano di Piton.
«No, non l’hai mai saputo. Io avrei dovuto partorire a Luglio ma lui ha fatto prima.» disse accarezzandogli la testa.
«Quindi ora ha quasi due anni?»
Lei annuì con la testa.
«Hai provato a contattarmi dopo la battaglia per dirmi questo vero?» disse cercando di non singhiozzare.
«Si, ci avrei anche riprovato ma non conoscevo la “situazione mangiamorte”, non potevo rischiare di mostrarmi a te senza sapere se eri libero»
Disse l’unica cosa sensata che gli venne in mente «Scusami per averti abbandonata»
Stava piangendo anche lei «Tu non mi hai abbandonata, mi hai protetta. Non ho mai pensato che mi avessi abbandonata»
Alexander si sporse verso di lui allungando le braccia «Vuoi andare da papà?»
Draco si sentì strano ad essere chiamato papà ma qualcosa dentro di lui gli suggeriva che era ok.
Jane lo mise con i piedi a terra e tenendogli le mani lo accompagnò verso di lui. Alexander fece dei passi verso di lui sorridendo, poi lasciò una mano di Jane e l’allungò verso di lui che la prese. Lasciò anche l’altra mano di Jane e per istinto lo prese tra le braccia e lo strinse. Draco non aveva più lacrime «Ciao…Alexander» riuscì a dire soltanto mentre lo stringeva.
Anche Jane stava piangendo.
«Scusami, io non sapevo di te. Ho fatto un casino.»
«L’importante è che sei riuscito a sopravvivere» disse Jane asciugandosi il viso con le maniche del cappotto «Credevo che non ti avrei più rivisto»
Draco sentiva di averla amata ma non riuscì a dirle altro che «Mi dispiace Jane»

Passò il resto della serata a giocare con lui fino a quando si addormentò tra le sue braccia.
«Dallo a me, lo porto a casa» disse Jane prendendo Alex tra le braccia.
«Abiti qui?» chiese lui.
«Si, abito in questa casa ma sarà ancora per poco. Visto che siamo liberi posso andare a casa mia adesso» si avviò verso una delle case alle loro spalle, era una villetta a schiera su due piani.
Draco non sapeva se seguirla o meno «Ti aspetto qui?»
«No, vieni pure. Sarai affamato vista l’ora, mangiamo qualcosa insieme, ti va?» disse lei gentilmente.
«Ok» rispose lui. Anche se aveva accettato quella situazione si sentiva stordito da tutte quelle informazioni.
Jane bussò alla porta e aprì una donna sulla trentina «Oh dorme?» disse lei appena li vide «Prego entrate»
«Draco, lei è la mia amica Bernadette, ci ha ospitato qui per tutto questo tempo» disse Jane presentandoli.
«Finalmente vi siete ritrovati» disse la donna afferrando la sua mano e stringendola forte «Sono davvero felice!»
Jane andò al piano di sopra per mettere Alex a letto mentre lui rimase di sotto a chiacchierare con la donna «Allora come ti senti? Jane mi ha detto che non ricordi nulla» disse lei.
«Si, mi sento stordito in effetti» rispose lui sinceramente. Si guardò intorno e notò che era tutto nei colori pastello, sulle pareti c’erano dei disegni da bambini, dei numeri e delle parole. Sembrava un parco giochi per bambini.
«Accomodati pure, ti posso offrire qualcosa?» Draco non se lo fece dire due volte e si sedette sul divano «Solo dell’acqua andrà benissimo»
Jane tornò da loro «Benny ho portato gli avanzi dalla taverna, possiamo cenare con quelli se vi va»
Draco annuì e Bernadette rispose «Io ho già mangiato, penso che andrò a dormire adesso. Inoltre credo abbiate tante cose da raccontarvi» disse lei facendo l’occhiolino.
Jane le sorrise e Draco capì che stava dando loro un po ' di privacy.
«Buonanotte ragazzi» toccò la sua spalla e salì al piano di sopra.
«Lei è un angelo.» si sedette e fece apparire sul tavolo panini e patatine.
«Raccontami come ci sei finita qui» chiese lui. Voleva sapere tutto.
«Inizialmente, in accordo con te, dopo il parto avrei dovuto dare in adozione il bambino.»
Draco si accigliò «Avevamo deciso di darlo via?»
Jane afferrò il panino e lui la imitò, aveva un certo languorino «Ci stavano addestrando per diventare mangiamorte, avevamo deciso di fargli vivere una vita diversa dalla nostra. Solo che dopo il parto l’ho visto e…beh non ce l’ho fatta.»
«Sei scappata con lui» ragionò lui «Quindi probabilmente volevano scoprire se sapessi qualcosa di te…forse a quel punto devo avermi obliviato tutti i ricordi che avevo di te»
«Immagino di si» disse lei prendendo una patatina.
«Chissà se è reversibile» disse tra se e se. 
«Non credo. Comunque sia sono arrivata qui perché in questa città c’è l’ospedale dove mi portasti tu la prima volta. Mi piaceva qui ed ho cercato lavoro. Benny è la direttrice di un asilo privato e lavoro per lei da allora»
«Quindi fai un doppio lavoro?» chiese lui stupito.
«Si, la mattina qui si trasforma in un asilo» disse indicando intorno a lei.
Ora capiva la scelta stilistica di quell’arredamento.
«Benny è stata dolcissima ad ospitarci qui, così ho potuto lavorare tenendo Alex con me»
«Menomale. Sono contento che non te la sia vista brutta» disse lui sinceramente.
«Si, hai ragione. Tutto sommato sono felice della mia vita, anche se ho un doppio lavoro non mi pesa niente. Alex sta bene ed è questo che conta.»
Draco finì il suo panino «Ora che so di voi ovviamente vi aiuterò»
Jane fece no con la testa «Non ci occorre nulla. Ti ho detto di lui perché dovevi saperlo, non per i soldi. Inoltre nessuno sa che è un Malfoy, quindi puoi stare sereno nel nasconderlo alla tua famiglia»
Draco fu sorpreso. La ragazza davanti a lui parlava come un’adulta nonostante avesse a stento 19 anni. Stava avanti anni luce da lui che ancora se la spassava con le ragazze, non aveva mai lavorato e nemmeno aveva intenzione di farlo.
«Riguardo alla mia famiglia, ci penserò su sul dafarsi. Sono un pò confuso in questo momento» ammise lui.
«Sai Draco» terminò anche lei il panino e si pulì le mani su un tovagliolo «Credevo sarebbe stato più difficile parlare con te e raccontarti tutto. Avevo immaginato che non avresti creduto ad una parola di quello che ho detto»
Draco sospirò «A parte che Alexander è identico a me e non ho dubbi sul fatto che sia mio figlio»
Jane si sciolse in una risata «Hai visto quanto è dannatamente te? Incredibile, di me non ha preso nulla!»
«E’ un peccato» disse lui senza pensarci troppo.
Ci fu un momento di silenzio imbarazzato che lui interruppe «Ha perfettamente senso tutto quello che mi hai raccontato. Ma avrei solo una domanda, giusto per concludere il cerchio»
«Dimmi»
«Come hai nascosto la gravidanza a scuola? Blaise non ha nominato il tuo stato interessante»
Jane rise di nuovo «Pozione snellente, nessuno ha visto la mia pancia a scuola. Nessuno sapeva che fossi incinta, tranne te»
«Quindi io non…»
Lo interruppe subito «No, non mi hai mai vista con il pancione» 
«Capisco.»
«Posso farti io qualche domanda adesso?» chiese lei.
«Certamente»
«Come te la sei cavata per la storia di Silente? I giornali hanno scritto che è stato Severus Piton»
Le aveva detto pure della missione segreta dunque «Quella notte toccava a me ma non ci sono riuscito. Gli ho puntato la bacchetta contro ma non ce l’ho fatta fino in fondo e Piton mi ha sostituito»
Lei annuì facendo capire che stava ascoltando e continuò «Non mi hanno punito ma sono stato al loro servizio con la mia famiglia quasi fino alla fine. Solo che non abbiamo partecipato alla battaglia ad Hogwarts, siamo scappati…ma siamo ancora vivi» alzò le spalle «Grazie a questo e a mia madre che ha aiutato Potter ci hanno evitato Azkaban»
«Tu invece te la sei vista brutta» disse lei con espressione sconvolta.
«Quando lui è morto mi si è tolto un peso enorme dalle spalle.»
«Ti capisco benissimo, anche io quando ho letto la notizia mi sono sentita leggera»
Draco annuì e le mostrò il marchio sbiadito sul braccio «Mi è rimasto questo però. Sarà qui per sempre a ricordarmi che sono stato uno di loro»
Jane fissò il marchio e con due dita lo toccò «Quando ho saputo che ti avevano marchiato non volevo crederci. Ricordi perché è successo?»
Draco ricordava solo che ad un certo punto lo avevano convocato per un incontro con Il Signore Oscuro e che in quel momento lo marchiò «C’è un motivo per cui è successo?» chiese lui accigliato.
«Questa è una mia supposizione…o meglio era quella di Piton. Lui mi disse che ti marchiarono dopo quell’episodio con Bellatrix, come se tu avessi dato prova di coraggio o qualcosa di simile»
«Ah. Ecco perché» disse lui nuovamente scioccato. 
«Come ti senti a ricevere tutte queste informazioni che non ricordi minimamente?» chiese lei ritirando la mano.
«Mi ci vorrà del tempo per assimilare tutto»
«Comprensibile» rispose Jane guardando l’orologio «E’ tardi, non ti trattengo oltre.» si alzò e lui la imitò «Scusa non ti ho chiesto niente di te, ho parlato solo io. Non ti ho chiesto se hai una ragazza, magari ti aspettava per cena ed io…scusa non ci ho pensato»
Draco fece no con la testa «Nessuno mi aspettava per cena» poi aggiunse «Ho una ragazza ma non le ho detto che venivo qui»
Lei sembrò delusa. «Avrei dovuto chiedertelo subito, non dovevo invitarti a cena.» farfugliò lei «Le dirai di Alexander?»
«No, no..non ancora.» disse lui deciso «Devo prima metabolizzare io la cosa»
«Ok …vai pure adesso» fece un passo verso la porta inciampando nella sedia e facendola rovesciare. Si era palesemente agitata alla notizia che aveva una relazione. Quella ragazza era trasparente come l’acqua, forse provava ancora qualcosa per lui. Come avrebbe voluto recuperare i suoi ricordi in quel momento!
«Posso tornare qualche volta?» chiese lui fuori la porta «Per vedere Alexander» aggiunse.
«Per Alexander, certo certo» stavolta la vide arrossire anche se era buio «Puoi venire tutte le mattine dal lunedì al venerdì, puoi stare con lui mentre lavoro qui.»
«Ok, grazie. Vuoi che ti mandi un gufo prima?» chiese lui sorridendo appena a quel suo imbarazzo.
«Non è necessario, se vieni ti vedrò da quella finestra» disse indicandogli la finestra del piano terra dove c’era il salotto.
«D’accordo. Buonanotte allora»
«Buonanotte Draco» tentennò nel chiudere la porta ma alla fine lo fece.
Draco si infilò la giacca e camminando all’indietro si smaterializzò.



«Ma che deficiente che sono!» sussurrò appena chiuse la porta. Si era comportata da vera babbea dopo che aveva saputo che era fidanzato. Era ovvio che uno come lui non poteva essere single a lungo, soprattutto poi non ricordandosi nemmeno di lei e di suo figlio. Nella sua mente aveva dato per scontato per qualche motivo che lui l’avesse aspettata. In fin dei conti non si erano mai scambiati nessuna promessa, solo lei gli aveva detto di amarlo ed ora lui non lo ricordava nemmeno.
Sbirciò dalla finestra e non lo vide più, se n’era andato.
Sospirò e andò al piano di sopra aspettandosi il terzo grado da Benny che infatti la stava aspettando «Com’è andata?»
«Tutto bene, forse anche troppo bene» rispose lei dando un occhio ad Alex che stava dormendo nella sua culletta.
«In che senso?» chiese lei.
«Non ha avuto il minimo dubbio che gli stavo raccontando la verità e non so come questo sia possibile. Si, Alex è identico a lui però…»
«Però cosa? Ti aspettavi ti chiedesse il test di paternità? Qualche prova di qualcosa?»
«In verità si. Credevo volesse usare di nuovo il Legiliments ma non l’ha fatto»
Benny l’abbracciò «Rilassati. E’ andato tutto bene»
Jane sospirò a fondo «Hai ragione, forse sto esagerando»
«Comunque è proprio bello, complimenti!» aggiunse poi lei facendole l’occhiolino.
Jane sorrise «Già, talmente bello che è impossibile potesse essere single…infatti ha detto che ha la ragazza»
«Ah!» esclamò lei delusa «Peccato»
Jane scrollò le spalle «Non possiamo farci niente, l’importante è che ora conosce la verità e questa situazione è risolta»
«Non vedevi l’ora di rivederlo Jane…puoi piangere adesso»
Sentirselo dire innescò in lei un pianto disperato che durò quasi per tutta la notte. Finalmente dopo due anni lo aveva rivisto e ci aveva potuto parlare liberamente.  



Spazio Autrice

Vorrei ringraziare pubblicamente 
crich66 e Malandrino 01 per aver recensito nel capitolo precedente e per la loro gentilezza nell'avermi capita. 
Questo weekend pubblicherò un altro capitolo (sperando non mi dimentichi xD) Alla prossima ciao!!
 
  
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