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Autore: Rosmary    09/09/2023    5 recensioni
Raccolta disomogenea di drabble, flashfic, oneshot dedicate a Lorcan e Rose.
1. Passi
2. Di film, pancakes e calderotti
3. Nei ricordi, nel presente
4. Tornavano indietro per andare avanti
5. Imbarazzi – cose taciute
6. Al di là delle paure, noi
7. Una sorpresa per Rose
8. Galeotto fu il palloncino
9. Per le sue paure
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lorcan Scamandro, Rose Weasley
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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A Severa

Galeotto fu il palloncino
 
 
29 Agosto 2022
 
Tutti i giochi sono stupidi e tu che giochi lo sei di più.
Rose ripeteva quella frase a se stessa da quando aveva accettato di partecipare allo stupidissimo gioco organizzato da Zabini, lo stupidissimo amico del suo stupidissimo cugino Albus.
Erano alla chiassosa e gremita festa di compleanno di Roxanne e non c’era davvero alcun motivo per cui Zabini e le sue idee infantili dovessero trovarsi alla festa per i diciassette anni di Roxanne, così come non c’era alcun motivo perché a essere presenti fossero anche quelle due stupidissime Corvonero di Teti Lennox e Clarissa Corner.
Tutta colpa di Albus, sono amici suoi.
Ma la colpa era anche di Lorcan, ovvio che lo fosse. Perché se lui le avesse rifilato una scia di no – no non vengo con te alla festa, no non gioco anche io, no non bacio quella –, Rose non avrebbe dovuto assistere all’orrida scena di Lorcan che baciava prima Clarissa e poi Teti, dovendo persino subirsi l’imbarazzo delle due impunite e la gelosia dell’inutile Malfoy, che anziché intervenire per evitare il fattaccio aveva lasciato che la sua Cornacchia baciasse Lorcan.
Sono tutti impazziti, tutti.
Dopotutto, se non fossero impazziti non avrebbero messo su uno stupidissimo gioco con dei palloncini da scoppiare per appropriarsi dei bigliettini che lo stupidissimo Zabini ci aveva ficcato dentro con su scritto una penitenza o un premio – e… Godric… quando lo stupidissimo Brandon Stuart aveva urlato che baciare Scamander fosse chiaramente un premio avrebbe voluto strozzarlo, anche perché quelle due patetiche Corvonero erano arrossite.
“Ne ho veramente abbastanza di questo gioco, ma perché l’abbiamo iniziato?”
A parlare non era stata lei, ma Amanda Baston, l’amica intelligente di Roxanne – Rose aveva sempre adorato Amanda, sul serio, Roxanne a differenza di Albus aveva ottimi gusti in fatto di amicizie. Insomma, a parlare era stata Amanda, che Rose immaginava avesse un umore molto simile al suo visto che qualche premio includeva anche i baci di Louis – avrebbe tanto voluto sapere cosa ci guadagnasse Zabini da tutta quella storia: era così palese che lo stupidissimo amico del suo stupidissimo cugino fosse impegnato a fregarsi le mani da ore a guardare tutta quella catena di azioni e reazioni che era da ingenui non ipotizzare un secondo fine.
“Se la Baston fischia la fine della partita, la partita finisce.”
Era stato proprio Louis a dirlo: serio a sufficienza da mettere fine al gioco e sarcastico quanto bastava da indispettire Amanda.
Intanto Lorcan rideva – rideva.
Quello stupidissimo Corvonero rideva mentre lei aveva un allevamento di Folletti della Cornovaglia per capello – e rideva guardandola.
Rose avrebbe voluto tirargli tutti i ricci, ma si limitò a scoccargli un’occhiataccia e ad allontanarsi dal giardino della Tana addobbato a festa, rifugiandosi nella soffitta preceduta da troppe scale dove il vociare non l’avrebbe raggiunta.
S’era appena raggomitolata su uno scatolone quando Lorcan la raggiunse, lo sguardo vivace e il sorriso sbilenco.
“Brutta cosa lasciarmi solo con il fan club del damerino.”
“E perché mai? C’è anche il tuo fan club.”
Lorcan rise e si sistemò a gambe incrociate davanti a lei, sfiorandole distrattamente le caviglie con i polpastrelli.
“Parli di quei bacetti da undicenne?”
Rose serrò le labbra e alzò gli occhi al cielo.
“Gelosa, dolcezza?”
“Infastidita,” precisò lei. “In teoria sei qui per fare compagnia a me, non per rimorchiare le amiche di Albus.”
Lorcan rise di nuovo e lei i ricci glieli tirò davvero, ghignando nel sentire un piccolo gemito di dolore.
“Stronza.”
“Meglio stronza che puttaniere.”
“Ammetti di essere gelosa.”
“Non dico bugie.”
“Bugiarda,” rise Lorcan. “Lo sei e lo sai.”
Suo malgrado, a Rose sfuggì una risata che indusse lui a rivolgerle un ampio sorriso. Si ritrovarono in piedi in un paio di istanti, in apparenza pronti a riunirsi ai festeggiamenti e a mettere via lo sterile battibecco, ma Lorcan la afferrò in vita prima che potesse fare qualche passo e le infilò dei bigliettini stropicciati nella tasca dei jeans.
“Che significa?”
Rose li lesse rapidamente, intuendo che quei Spiaccica una torta sulla testa di Rose Weasley, Bacia Rose Weasley, Ordina a Rose Weasley di dire qualcosa di imbarazzante e simili non fossero altro che i premi e le penitenze che avrebbero dovuto trovarsi nei palloncini e che invece erano finiti nelle mani di Lorcan.
“Non puoi arrabbiarti con me se non sei stata previdente,” scherzò Lorcan al suo orecchio. “A me non piace morire di gelosia,” aggiunse in un sussurro.
Rose si voltò tra le sue braccia d’istinto, gli occhi increduli e timorosi di star fraintendendo ogni cosa. Era da troppo tempo che il loro rapporto sembrava soffocare nei limiti imposti dall’amicizia, ma ogni volta che le era parso di vedere un passo in avanti aveva dovuto incassare il passo indietro di Lorcan stesso – non era ancora riuscita a capire se il suo migliore amico temesse un rifiuto o non sapesse come rifiutare lei.
“Lorcan?”
Una nome, una domanda, forse una preghiera – sii chiaro – cui Lorcan rispose abbozzando un sorrisetto impacciato, così lontano dal suo solito piglio sicuro e schernitore.
Rose si disse che conosceva Lorcan meglio di chiunque altro, che il suo istinto quindi non potesse sbagliarsi così tanto su di lui, che i timori non erano più forti della sensazione di attrazione reciproca che avvertiva quando erano insieme, che… Lo baciò.
Gli strinse il viso tra le mani, le dita a sfiorare i ricci ai lati del volto, e baciò le sue labbra leggera, sbirciando la reazione di lui, i suoi occhi scuri allucinati e, le sembrava, vivi di eccitazione.
Lorcan la strinse di nuovo in vita prima che riuscissero a prender fiato e la baciò a sua volta, pretendendo assieme a lei uno sfiorarsi più intimo, deciso, sicuro.
“Adesso ammetti che sei gelosa?”
Lorcan lo insinuò sulla sua bocca ridacchiando, lo sguardo che vagava sul suo viso.
“Solo se tu ammetti che ti piaccio.”
“Mi piacevi un paio d’anni fa,” confessò lui. “Ma adesso… sono innamorato di te, e… ed è stata dura ammetterlo.”
Doveva darsi un contegno, Rose se lo impose mentre il cuore batteva impazzito e gli angoli delle labbra proprio non volevano saperne di restare giù ed evitare di rendere tanto palese l’emozione che l’aveva travolta.
“Ci tieni così tanto a fare il puttaniere in giro?”
Forse avrebbe dovuto dirgli qualcosa di carino, ma lui aveva baciato le due stupidissime Corvonero prima di dichiararsi e questo aveva un prezzo – modesto, certo, ma Rose voleva che un po’ annaspasse come aveva annaspato lei nel corso del tempo, vedendolo passare da una ragazza all’altra.
Tuttavia Lorcan anziché annaspare alzò divertito gli occhi al cielo e le pizzicò dispettoso un fianco.
“A te,” disse, “è a te che tengo, scema. E io, io non sono bravo in queste cose… lo sai…”
Fu la volta di Rose di pizzicarlo, ridendo di quelle parole senza senso – zittirle con un bacio le parve un’ottima idea.
“Sono gelosa,” ammise poi. “Sono gelosa perché sono innamorata.”
“Di me?”
“Tu che dici?”
Rose capì all’istante di aver vinto ogni paura di Lorcan – e quel timore condiviso di rovinare un’amicizia troppo importante –, era una realtà impressa nel sorriso che lo travolse e nel suo stringerla nell’abbraccio più forte che si fossero mai scambiati.
In fondo era semplice, lo era sempre stato.
Amarsi l’un l’altra era la cosa più semplice del mondo.
 
~
 
“Lor.”
“Che vuoi?”
“Sei ancora il mio migliore amico.”
“E tu la mia, amore.”
 
 
 
 

 
 

NdA: il racconto è scritto su ispirazione del prompt propostomi da Severa Crouch (Rose/Lorcan ~ Grab ossia un personaggio che afferra l’altro e lo bacia) nel contesto di un gioco di scrittura.
Grazie a chiunque abbia letto. ❤
   
 
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