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Autore: EleAB98    15/09/2023    5 recensioni
Amanda Benassi è appena diventata una scrittrice affermata.
Non è mai stata una ragazza particolarmente estroversa, tantomeno appariscente. Tutto d'un tratto, si ritroverà catapultata in una realtà completamente diversa da quella di un tempo, diventando oggetto delle più svariate attenzioni maschili.
Ma sarà un uomo in particolare a catturare tutta (o quasi) l'attenzione della giovane, stravolgendo a poco a poco la sua esistenza.
Emozioni contrastanti faranno da sfondo a quella vita che, pur avendo sempre sognato, si rivelerà più impegnativa del previsto, mentre le ombre di un passato mai dimenticato la travolgeranno a viva forza, spingendola ad affrontare una verità del tutto sconvolgente.
Amanda sceglierà, prima o poi, di cedere alla forza dei propri sentimenti? Chi farà mai breccia nel suo cuore?
*Opera Registrata su Patamù*
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO XIV


 



«E in tutto ciò, non vi siete scambiati nemmeno un bacio?»

«Sarò sincera, io personalmente non ho sentito il bisogno di baciarlo. E forse, a dirla tutta... nemmeno lui», sentenziò Amanda, scrollando le spalle.

«E la cosa non ti disturba?» le chiese Monica dall'altro capo della linea.

«Perché dovrebbe? Ci stiamo ancora conoscendo, e—»

«Am, ascoltami. Ti sei guardata allo specchio? Sei una bellissima ragazza. Trovo impossibile che quell'uomo non sia attratto da te!»

«Che ti devo dire, magari gli è venuta l'ansia da prestazione», la schernì Amanda, lasciandosi sfuggire un risolino.

«A cinquanta e più anni? Sbaglio, o mi avevi detto che più o meno ha l'età di tuo padre? Fa' un po' meno la spiritosa e, piuttosto, dimmi cosa vi siete detti! Ah, comunque... ti confesso che una parte di me vorrebbe tanto sapere come ci si sente a uscire con un uomo tanto più vecchio. Chissà, magari questi bellimbusti potrebbero cominciare ad affascinarmi sul serio.»

Amanda alzò gli occhi al cielo. «Potresti mettere da parte il tuo solito sarcasmo, per piacere?» la pregò, scuotendo la testa.

«E tu sapresti dirmi perché continui a uscire con quel tale

«Ebbene... No. A questo non so risponderti, purtroppo. Ma una cosa la so: quell'abbraccio che ci siamo scambiati è stato bellissimo. È stato come se... come se non fosse stato il primo, capisci? In un certo senso, mi è sembrato che ci conoscessimo da sempre.»

«E questo non ti dice niente?»

«Non ho provato imbarazzo, se è questo che stai insinuando. Mi sono emozionata, questo sì. Ma è stato un gesto talmente naturale, così spontaneo, che... che lo rifarei almeno altre mille volte.»

«Okay. Ma lui? Come ha reagito lui

«All'inizio era un po' sorpreso e si è un pochino irrigidito, ma comunque è stato solo un momento. Ha ricambiato quasi subito, e... e mi ha tenuta stretta a lui per un po'.»

«Un po' quanto?»

Amanda aggrottò la fronte. «Be'... non saprei dirlo con esattezza. Forse almeno per mezzo minuto. Ho perduto la cognizione del tempo, in quel momento. Credo anche lui, a dirla tutta.»

«Ma non ne sei innamorata», sottolineò Monica, l'aria sardonica.

«Sai, a dire il vero... quell'abbraccio mi ha riportato indietro nel tempo. A quando papà non perdeva occasione per abbracciarmi e coccolarmi alla stregua di una bambinetta che tiene sempre con sé il proprio peluche preferito. Mi sono sentita leggera come una piuma. Come avvolta in una bolla. Ho percepito una strana energia, se così si può dire. In quel preciso momento, è stato come se avessi smesso di fare a pugni col mondo.»

«Quindi è stato piacevole. Anzi, ben più che piacevole. E dopo? Cosa ti ha detto?»

«In realtà nulla. Ci siamo scambiati un ultimo sorriso e siamo andati ognuno per la sua strada.»

Monica se ne restò in silenzio per un momento, tant'è che Amanda pensò che fosse caduta la linea.

«Ci sono, ci sono», la rassicurò lei. «Stavo riflettendo un attimino, tutto qua. Senti, Am... davvero non ha tentato di baciarti? Non c'è stato un momento, che so, in cui lui ti si è avvicinato e—»

«Ti ho detto di no!» reclamò l'altra, sbuffando appena.

«Te lo dico francamente, questa cosa non mi convince. E se fosse già sposato? Magari si sta prendendo gioco di te e, prima di arrivare a fare qualsiasi cosa, vuole essere sicuro che tu ci stia.»

Amanda spalancò la bocca. «Ti rendi conto della stronzata che hai appena detto?»

«E perché mai? Di uomini bugiardi ne è pieno il mondo. Basti pensare a tutti i miei ex.»

«I tuoi ex non rappresentano la totalità del mondo maschile.»

«Ma devi ammettere che i tipi così vanno per la maggiore.»

Amanda si fiondò sulla poltrona del salotto di casa sua. «Trovi così incredibile che un uomo non possa – o non voglia – andare subito al dunque, sempre ammesso che siano queste le sue intenzioni?»

«Questo no. Ma trovo molto strano che il tuo Federico si faccia così tanti viaggi in treno per assistere alle tue presentazioni, quindi uscire con te per un paio d'ore per poi tornarsene bel bello dalla passeggiata a casa sua senza averti sfiorata nemmeno per sbaglio

«Cos'è, ultimamente ti stai rileggendo I Promessi Sposi

«Ah-ah. Molto divertente. E comunque, tanto per la cronaca, non ho mai letto I Promessi Sposi

«E hai fatto male», la redarguì bonariamente Amanda.

«Il buon Manzoni non si rivolterà certo nella tomba, se è questo che temi. Mi è bastato sbirciare qualche riga inerente a quel cuor di leone di Don Abbondio per decidere seduta stante che ne avevo abbastanza.»

Amanda sorrise. «Lui sicuramente no. Ma potrei farlo io qualora tu, mia cara, continuassi a dire cavolate. E, purtroppo per te, lo farei da viva.»

«Ho soltanto paura che tu ci stia male», si difese lei. «Tutto qui. Anche se non provi ancora niente per Federico, la scintilla potrebbe scattare da un momento all'altro. D'altronde, avete parecchie cose in comune, no?»

«Questo sì. Sull'altra questione, non saprei dirti. Quando lo vedo sono molto felice, è vero. E sento di potermi fidare. Gli ho persino confidato che il rapporto con mio padre è praticamente inesistente.»

«Ah, be'! Ma allora questo spiega tutto!»

«In che senso?» le chiese Amanda, sempre più confusa.

«Come potrebbe farsi avanti con te se inconsciamente l'hai indotto a pensare che l'oggetto del suo desiderio sia affetto dal Complesso di Elettra

Amanda arricciò le labbra. «Punto numero uno, io non sono un oggetto. Punto numero due, non ho niente a che fare con Freud

«Su questo non c'è dubbio. Però due domandine se le sarà fatte, no?»

«Pensi che anch'io non me ne faccia qualcuna?»

«Siamo arrivati al dunque, finalmente! Allora dimmi... che idea ti sei fatta di lui?»

Amanda ci pensò su. «Federico è un uomo tanto riservato quanto misterioso. E piuttosto silenzioso, in alcuni momenti. Ma al tempo stesso non è così introverso, quando ci si mette sa essere molto simpatico. Insomma, non è un tipo facilmente inquadrabile, però ci sto bene in sua compagnia.»

«Dev'essere lo stesso per lui. Ma forse si sente in difetto per via dell'età e non riesce a farsi avanti.»

«O magari vuole soltanto stringere amicizia.»

Monica schioccò la lingua. «Lo pensi sul serio? No, gli uomini non sono interessati a fare amicizia. Loro vogliono ben altro.»

Amanda sospirò. «D'accordo, signorina so-tutto-io. Mi sta tastando il polso. Sei contenta?»

L'altra rise. «Per adesso me la faccio bastare. Con Ale, invece? Come procede?»

«Tutto come sempre. Perché me lo chiedi?»

«Così. Non ti ha detto più nulla di quella ragazza? Sai, quella per cui si è preso una sbandata.»

«No. In realtà è stato piuttosto taciturno, negli ultimi giorni.»

«Mmh, capisco. Non dev'essere facile per lui.»

«Di sicuro no. Magari gli passerà, però.»

«Magari, sì. Scusami tanto, ma adesso devo andare. Ormai mancano solo due settimane a Natale, e devo cominciare a fare acquisti o mi ridurrò all'ultimo come sempre.»

«Allora buono shopping!» esclamò l'altra prima di riagganciare, cercando di non lasciarsi trasportare troppo dalla malinconia. Era ormai da un paio d'anni che non doveva più occuparsi di comprare dei regali ai suoi familiari – a dirla tutta, per l'occasione acquistava qualcosa soltanto per sua madre. Nonostante il papà l'avesse invitata per Natale a casa di Grazia per festeggiare tutti insieme, lei non se l'era mai sentita di far parte di quell'allegra tavolata. Aveva di gran lunga preferito trascorrerlo con i suoi zii materni, malgrado entrambe le volte si fosse sentita morire dentro.

E quest'anno? Con chi avrebbe passato il Natale? Sua zia sarebbe partita per la Norvegia e non le aveva offerto di unirsi a lei. Avrebbe dovuto accettare la proposta di suo padre?

Chiuse gli occhi e trasse un lungo respiro. In barba al fatto che Natale fosse alle porte, non era ancora giunto il momento di pensarci.


 

Solitamente, ogni volta che se ne tornava a Monferrato, ad Amanda piaceva tantissimo passeggiare per i meandri del Parco Fluviale del Po e dell'Orba. Un luogo immerso nella natura e che, nel silenzio della sera, si fregiava di una magia tutta sua. Amanda ne percorse i principali anfratti con la stessa meraviglia di sempre: le grandi distese di alberi secolari che tracciavano i vari sentieri, il laghetto che vi si affacciava, i piacevoli odori che emanavano le varie specie floreali, il grazioso canto degli uccellini. In quell'oasi paradisiaca vi si perdeva spesso, e altrettanto spesso sfruttava la magnificenza di quel posto per leggere e scrivere. Immersa nel suo mondo, le cuffiette nelle orecchie – questa volta era toccato ai The Police –, cominciò ad addentrarsi in uno dei tanti sentieri che costituivano quella riserva di ben quindicimila ettari. Il silenzio che l'avvolgeva tutt'intorno costituiva per lei un potente balsamo contro i soliti pensieri intrusivi. Ormai erano quasi le sette e mezzo di sera, e il parco era semi deserto.
Si tolse le cuffiette. Il fruscio degli alberi accompagnava il sordo rumore dei suoi passi, finché d'un tratto si fermò. Aveva appena raggiunto la panchina cui era solita fare una piccola sosta, ma in quel momento era occupata da un'altra persona, che riconobbe all'istante.

Non può essere, pensò, il cuore cominciò a tamburellarle forte nel petto.

Per un istante, pensò di tornare indietro, magari fingendo di non averlo visto. Ma l'altra parte di sé avrebbe tanto voluto avvicinarsi a lui. Non si vedevano da almeno due mesi. L'ultima volta, si erano scontrati per caso in un supermarket e avevano parlato per qualche minuto, il solito discorsetto elementare condito dal consueto "Ciaocome stai?-Mi fa piacere vederti-Adesso devo andare".
Amanda se ne restò immobile, nel bel mezzo del sentiero. Suo padre non aveva dato segno di averla vista, stava fissando un punto imprecisato del lago che gli stava di fronte. Tra l'altro indossava gli occhiali da vista, cosa parecchio insolita visto che, generalmente, preferiva le lenti a contatto.

Prima che potesse decidere se avvicinarsi o meno, il padre roteò la testa in sua direzione. Spalancò appena gli occhi, di sicuro neanche lui si aspettava di incontrarla. Amanda si costrinse ad avanzare di qualche passo, le gambe tremanti.

«Ciao, papà», soffiò, alternando lo sguardo tra le sue scarpe da ginnastica e quegli occhi scuri, neri come un pozzo senza fondo. «Non credevo che... che anche tu bazzicassi da queste parti.»

Lui scrollò le spalle. «Lo faccio spesso, ultimamente.»

«Io da sempre. La mamma mi portava spesso qui, dopo che...»
Non terminò la frase.

Il papà le fece cenno di sedersi accanto a lui. «Dopo che io e lei ci siamo separati?»

«Esatto», farfugliò lei, prendendo posto vicino a lui. «Come... come stai?» gli chiese, tornando finalmente a guardarlo. Quegli occhiali avevano una montatura spessa e gli conferivano un'aria da intellettuale. I suoi capelli già brizzolati, rispetto all'ultima volta che si erano visti, avevano guadagnato qualche ciuffo bianco in più. Le consuete rughette di espressione erano un filino più marcate, le labbra contratte in una smorfia indecifrabile, le guance e il mento ricoperti da un leggero strato di barba puntellata di bianco.

«Si va avanti», le rispose lui, senza alcun accenno di sorriso. «E tu? Hai già terminato di presentare il tuo nuovo romanzo?»

«No. Mancherebbero ancora un altro paio di città», gli rispose, fingendosi tranquilla. «Per adesso siamo in pausa. Sai, in vista delle prossime vacanze natalizie.»

«Capisco. E... ti sei divertita? Sei partita da sola, o—»

«C'è sempre stato Alessandro con me. Lui non mi ha dato forfait neppure mezza volta. È stato praticamente la mia ombra», sputò, quasi contro la sua volontà. Strinse le labbra e focalizzò l'attenzione sul laghetto che le stava dinanzi. Gli aveva appena lanciato una frecciatina senza volerlo. O forse, voleva pungerlo davvero sul vivo?

«Sono contento per te. Non sta bene viaggiare da soli», rispose lui, non dando segno di aver colto l'allusione al fatto che non fosse mai venuto a trovarla durante il tour.

«E perché mai? Sono perfettamente in grado di prendere un treno o un aereo senza che ci sia qualcuno a sorvegliarmi dall'alto. In fondo, ho quasi trent'anni, e—»

«Non dico che non si possa farlo da soli», specificò il padre. «Ma farlo in compagnia è senz'altro più gratificante.»

«Lo dici per esperienza personale, immagino», commentò Amanda, perdendosi di nuovo in quello sguardo tanto incolore quanto, per certi versi, malinconico.

«Sì. Io e Grazia abbiamo viaggiato molto, ma non credere che lo abbia fatto solo con lei.»

Amanda inarcò le sopracciglia. «Anche tu e la mamma l'avete fatto?»

Lui sorrise appena. «Sì. Avevamo appena ventiquattro anni quando abbiamo cominciato a toglierci qualche sfizio viaggiando in lungo e in largo per l'Italia. Per tre anni abbiamo vissuto la nostra favola d'amore girovagando un po' ovunque. Io guadagnavo molto bene; poi, purtroppo per noi, l'azienda dove lavoravo ha dovuto far fronte a un mucchio di debiti. Mi sono dovuto reinventare e non è stato facile. Soltanto un anno prima, io e tua madre ci eravamo sposati. E dopo un paio di anni sei nata tu. Per fortuna che nel frattempo sono riuscito a trovare un altro lavoro.»

Amanda rimase a bocca aperta. «La mamma non mi ha mai raccontato questi particolari. Delle difficoltà economiche che avete attraversato, intendo.»

L'altro non se ne stupì. «Tua madre amava tanto il lusso, e non le piaceva far sapere agli altri che per qualche tempo avessimo tirato la cinghia. Di questo te ne sarai accorta.»

Ad Amanda quel tono semi canzonatorio non sfuggì, ma s'impose d'indagare più a fondo. «Sì. Di certo teneva all'aspetto molto più di me. Ma è sempre stata così?»

«In realtà no. Quando l'ho conosciuta era una ragazza molto semplice. Genuina, direi.»

«E di carattere?»

«Non aveva un carattere facile, però ci sapeva fare. È sempre stata una donna intelligente, intrigante e anche molto bella.»

Amanda sorrise. Lui e sua madre dovevano essersi amati molto, nonostante l'amara conclusione della loro storia. Chissà qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, si chiese, lasciando morire all'istante quella domanda. Conoscendo suo padre, sarebbe sicuramente scappato a gambe levate senza darle una risposta.

E di lei? Cosa pensava di lei?

Anche quella domanda finì nel dimenticatoio.

«Tutto bene con Grazia?» gli chiese, in un maldestro tentativo di metterlo a proprio agio.

«Sì. A quest'ora si starà chiedendo dove sono finito, ma poco male. Alcune volte ho bisogno anch'io di concedermi degli spazi. In questo caso aperti», precisò, sorridendo alla sua stessa "battuta".

Amanda si limitò a guardarlo, un lampo di sorpresa negli occhi. Da troppo tempo non lo vedeva sorridere in quel modo.

«Come... come vi siete conosciuti?»

Non riusciva a credere di avergli fatto quella domanda. Per tanti anni l'aveva tenuta nascosta dentro di sé, incapace persino di pronunciarla a bassa voce.

Lui increspò la fronte. «A questa domanda non potrei risponderti senza evitare che tu ti faccia un'idea sbagliata di me, ma ormai sei una donna fatta, quindi correrò il rischio.»

Questo lascialo decidere a me, avrebbe tanto voluto rispondergli lei, che si limitò a un vistoso cenno del capo.

«Io e Grazia ci siamo conosciuti sul lavoro. Avevo appena compiuto trent'anni, ed ero già sposato con tua madre. Da quasi quattro anni, per essere precisi. Il resto lo lascio immaginare a te.»

«Tu mi hai detto di non aver mai tradito la mamma», disse Amanda, guardandolo profondamente negli occhi.

Lui ricambiò lo sguardo senza scostare i propri, le labbra piegate all'ingiù. «Infatti è così. Ma ho sempre avuto il sospetto che tu non mi abbia creduto.»

«Io ti credo, invece. Ci ho sempre creduto», precisò l'altra. Allungò la mano verso la sua e gliela strinse.

L'uomo sussultò, ricambiando a malapena il suo gesto. Il cuore di Amanda prese a battere fortissimo, la gola secca. Avrebbe dato qualsiasi cosa perché lui l'abbracciasse in quel preciso momento.

«Mi sono innamorato di lei soltanto quando ho rotto con tua madre. È successo un bel po' di tempo dopo, però. Grazia nel frattempo si era anche sposata, ma dopo un paio d'anni il suo matrimonio è andato a rotoli.»

Amanda annuì. «Io l'ho vista poche volte insieme a te, e mi costa ammettere che, ogni volta che ti guarda, i suoi occhi brillano di felicità. Forse ti ha sempre amato.»

«In effetti, è quello che mi ha detto quando mi sono deciso a concedermi un'altra possibilità. All'inizio ci sono partito con i piedi di piombo, è vero. Ma alla fine della fiera... non è andata poi così male.»

Le diede un'ultima stretta e lasciò la sua mano. «Credo sia meglio tornare a casa, a questo punto.»

Amanda si alzò, emozionata e confusa allo stesso tempo. Aveva chiacchierato con suo padre per almeno una ventina di minuti senza che lui si chiudesse a riccio come suo solito. «Okay. È... stato bello parlare con te», gli disse, sorridendogli quel tanto che bastava a far piegare all'insù gli angoli della bocca.

«Anche per me.» Quando stava per voltarsi, ci ripenso e la richiamò a sé. «Amanda... lo sai che la mia proposta è sempre valida, no? Puoi passare questo Natale con noi, visto che la zia Elvira non ci sarà.»

«Grazie dell'offerta. Ci penserò e ti farò sapere.»

«Perfetto. Arrivederci, Amanda.»

«Ciao, papà», sibilò l'altra, gli occhi lucidi.

E mentre l'uomo si allontanava da lei e scompariva tra le fronde degli alberi, Amanda, lungo il tragitto verso casa, cercava di trattenere, seppur a stento, un copioso e gioioso flusso di lacrime.

   
 
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