Hisako salta. L’aria le frusta il volto, gli edifici si rimpiccioliscono sotto di lei, viene avvolta da una gonna a strati bianca e rosa che svolazza, ostruendo la vista al di sotto. Lo iuxx si compatta in guantini bianchi con un fiocco rosso sul dorso. Stende le gambe, lunghe calze bianche le cingono le gambe, terminano con un paio di ballerine rosa con dei tacchetti spessi e un fiore bianco al centro. Cielo, cielo, cielo…
Piega braccia e gambe, le stende di colpo.
“SONO UNA CAPPIO DI MAGHETTA!”
I capelli le schiaffeggiano il viso, la gravità la richiama a terra. Inizia ad agitare le mani nel panico.
“ahhh, aspe come atterro!?”
Gli edifici diventano man mano più grandi. Tra i puntini che identifica come persone ne nota uno più grande. Una molla gigante?
La velocità con cui lo vede avvicinarsi le fa realizzare ciò che sta per accadere.
Sto per schiantarmi contro quella molla!
La cima della molla si muove e sbatte gli occhi, è una specie di serpente roccioso avvolto attorno a una ragazza con corna asimmetriche.
La molla ha una testa! Un momento quella la conosc-
La fronte di Hisako sbatte contro quella del serpente. Il dolore le ricorda quando da bambina si era distratta per un annuncio pubblicitario su un film di maghette, ed era stata richiamata in tempo per essere centrata da una pallonata in mezzo agli occhi. Considerato quanto sarebbe dovuto essere il danno effettivo da una caduta simile, ringrazia la guardiana per l’orecchino.
Hisako preme la mano contro la fronte, emette un gemito strozzato, apre gli occhi. Il serpente è accasciato per strada, la ragazza nelle sue spire è scomparsa. La creatura alza la testa ciondolando stordita, la scuote e la punta. “Ssscreanzata!”
Hisako si mette in piedi, sfrega una mano contro la fronte e mette le mani in avanti a formare una sfera con le dita, lo iuxx si concentra al loro interno, crea un piccolo bulbo luminoso “Lycoris…” Apre le dita e unisce i polsi, il bulbo sboccia di colpo rivelando i sottili petali di un fiore. “…Flowering!” I petali schizzano come frecce verso il serpente, il quale si avvolge su sé stesso e scatta in avanti come una molla.
“Sssnakko usssa ssscontro!”
La testa del serpente spinge contro lo stomaco di Hisako, scaraventandola in fondo alla strada. Rotola per un paio di metri, ed emette un gemito frustrato. “Che esordio inglorioso.”
Qualcuno le dà delle leggere pedate di punta contro il fianco. Hisako si mette a sedere e alza lo sguardo verso Inui. Ha un’espressione compiaciuta, la dogga.
“Non dire nulla.”
Inui scuote la testa. “Non serve.”
Hisako emette un verso frustrato, si alza e guarda in direzione del serpente.
La creatura striscia rapida in sua direzione. “Tu andrai bene al sssuo posssto.”
Seee. Ti pare che dopo due mesi mi faccio mettere sotto da un lombrico gigante?
Hisako stringe i pugni, lo iuxx si accumula nuovamente nelle sue mani. Tira indietro i gomiti, il serpente si scaglia verso di lei con un guizzo, stende le mani in avanti, l’energia accumulata si espande a pioggia.
Il serpente indietreggia, fumo si alza dalla sua pelle. “Sssole, brucia!”
Bene ed ora il colpo di grazia!
Hisako si guarda alle spalle, ghigna in direzione di Inui.
“Guarda avanti.”
Hisako si volta, la sferzata sulla guancia la sbilancia, batte il fianco per
terra. Le spire del serpente la avvolgono. Le scappa uno strilletto.
La testa del serpente la punta. “Presssa.”
Sposta lo sguardo su Inui. Questa fa un passo indietro. “Non mi intrometto, eroina.”
“BastardAHHH” I capelli le sferzano il volto, il serpente chiuso come una molla spicca un salto.
Lurue è rimasta nella piazza, nascosta tra un tavolino di un bar ed una siepe decorativa. Ha osservato lo scontro dell’eroina contro il grosso rettile. La creatura deve aver avuto la meglio se è riuscita a stringersi così a lei.
Vorrei poterla aiutare, ma se intervengo qui…
Stringe le mani al petto, la figura si allontana con un balzo mentre la ragazza scalcia l’aria e impreca in maniera indecorosa.
Lurue si sente appoggiare una mano sulla spalla. Strilla e salta indietro, i rami della siepe cedono sotto la sua schiena, mentre cade porta le mani al cappello e si stringe la testa.
Al di là del tavolino c’è una ragazza dai capelli blu raccolti in una coda laterale, la fissa con un sorriso rilassato.
“Pianta uno, ragazzina zero? Non saprei, lo vedrei come un pareggio visto che l’hai spezzata.”
Lurue punta le mani per terra e indietreggia scalciando il terreno. La ragazza misteriosa si appoggia sulla parte sana della siepe.
“Ehhh immagino che tu ti stia chiedendo chi sono. Tranquilla, non sei l’unica. Ma in questo momento non è il punto della scena.” Ridacchia.
Lurue si allontana di un altro mezzo metro. Forse è impazzita per aver visto il mostro.
“Il punto della scena è che vorresti fare qualcosa.” La ragazza oltrepassa il tavolino, le si inginocchia davanti. “Allora perché non lo fai?”
Lurue abbassa lo sguardo. “Non voglio più essere guardata così.”
Coda-laterale mugola un paio di volte, fa un saltello in avanti rimanendo accovacciata. “Eppure con Myra ha funzionato. E nessuno sembrava essere contrariato alla vista della diva della rovina. Se non fai del male non ti odieranno.”
Lurue deglutisce. “Metterò papà nei guai.”
La ragazza le fa l’occhiolino. “Solo se ti beccano.” Le porge un guanto destro con sopra una stella gialla ricamata. “Ma la scelta è tua, Lurue.”
Hisako caccia un urlo frustrato.
“Mollami biscia!”
Chiusa nelle spire del serpente atterra sulla cima di una palazzina e spicca un altro salto. “Sssognatelo.”
Stringe i denti. Aveva già provato a morderlo, ma quell’affare è ricoperto di simil metallo, e con le braccia bloccate non può fare molto.
Potrei provare ad espandere la barriera.
Chiude gli occhi e si concentra.
“Ssstai buona” si sente sibilare nelle orecchie. Un brivido le percorre la schiena. No gli ASMR no!
Apre gli occhi, due enormi sfere bianche la scrutano.
“Sssogni d’argento”
Il serpente la guarda, le palpebre si fanno di colpo pesanti.
Ho fatto maratone di ranking di fine mese che non mi hanno fatto dormire per giorni. Non perdo contro una vipera.
Sbadiglia, cerca di distogliere lo sguardo, ma la testa del serpente la segue per mantenere il contatto visivo.
Cerca di dargli una testata, ma non riesce a raggiungerlo. Queste squame metalliche sono più comode di quanto sembra.
Il sole viene coperto da qualcosa, un’ombra cala sul suo viso.
Il male sta per prevalere?
Hisako alza lo sguardo, del serpente vede solo la silhouette nera davanti ad un’immensa sfera giallo paglia.
Già una collega!?
La sfera si schianta verso di loro. Un calore soffocante la avvolge, il metallo del serpente si arroventa. Hisako caccia un grido.
Una collega che cerca di farmi fuori!
La creatura allenta la presa e sparisce, la massa di calore la schiaccia contro il terreno con violenza, sente le ossa scricchiolare.
Com’è apparsa la sfera di energia si dissolve in cielo, un puntino bianco si distingue nell’azzurro limpido.
Hisako preme con le mani a terra e si mette a sedere.
“Rivale.” Borbotta. “Sarà la mia rivale.” Batte un pugno contro l’altra mano. “Andiamo a farle un saluto.”
Si tira su, piega le gambe e spicca un salto.
L’aria le sferza il volto nuovamente. Guadagna rapidamente quota verso quella figura, quando la carica del salto finisce stende una mano verso il basso. Una piattaforma d’energia rosa si genera sotto i suoi piedi, atterra con un ginocchio su di essa.
Hero landing degno da eroina.
Alza la testa con un sorriso sprezzante. Le due armi delle maghette moderne: carineria e badass. La prima impressione cont-
Spalanca gli occhi, fissa la sua rivale.
“PERCHÉ SEI UNA PROVOLA!?”
Quello che si trova davanti è una massa gialla a forma di pera con la cima bombata, la superficie tremola, si piega in avanti.
“S-Scusa!”
Aveva già avuto parecchie delusioni dalla vita, ora può aggiungere ‘Abbattuta da una pera magica’ alla lista. Tutto sommato sarebbe stato il secondo frutto a umiliarla in maniera ingloriosa.
Hisako si alza ed indica di fronte a sé. “Le scuse non sono sufficienti. Come futura paladina della giustizia voglio sapere il tuo nome da maghetta e il nome di quell’attacco.”
La pera magica si abbassa, assume lievi sfumature rosee nella parte alta. “Non li so.”
Hisako lascia cadere a penzoloni le braccia. “Scherzi?” La pera scuote la testa.
Sospira, si mette una mano sulla faccia. “Allora. Prima di tutto dobbiamo risolvere l’enorme problema che è il tuo design. Non vorrai farti chiamare Provola-girl o Pera-girl, vero?”
Il blob si muove. “No-non voglio essere chiamata e
basta!”
“Allora perché sei qui?”
Il blob indietreggia, inizia a ciondolare a destra e sinistra. “N-non volevo… che morissi? N-non volevo… lasciare qualcuno in difficoltà?”
Si sta dando le opzioni da sola? Hisako inspira. “Ok ok, senti,” fa un paio di passi, la lastra di energia si sposta sotto i suoi piedi man mano che avanza. “Stasera al parco sulla trentasettesima, non posso lasciare una collega in queste condizioni.”
“…No, grazie?”
“Non è una richiesta. A stasera.” Hisako fa un saltello, la lastra di energia si dissolve sotto di sé. Inizia una caduta libera.
Chissà se posso usare lo iuxx come un propulsore di volo.
Mugola, tende le mani verso il basso, spara un raggio di energia; la caduta rallenta. La piazza è in buono stato, nessun danno oltre a quelli del cantiere messo su dalla Kaiser, e nessun ferito.
Giusto il suo orgoglio.
Chiude le mani per interrompere il raggio e atterra, nel guardare verso il basso nota il suolo leggermente annerito e scavato.
Uh. Questo l’ho fatto io mentre scendevo.
Si guarda attorno, non c’è anima viva in giro, saranno scappati per colpa della biscia, tira un sospiro.
“Meno male.”
Sente passi rapidi e arrabbiati, si volta.
“Mamma posso spiegar-” La reazione s’interrompe a metà quando invece della figura imponente e minacciosa da “Signora della distruzione” ne vede una più bassa in una cornice di chioma dorata e con due smeraldi per occhi. Altrettanto arrabbiata.
Pretty scary lady.
Abbassa lo sguardo, la ragazza tiene una valigetta bianca in mano. Fa un saltello indietro e mette le braccia a protezione della testa.
“Fai vedere i danni.”
Hisako si guarda. Nemmeno il suo abito rosa pastello si è sgualcito nonostante tutte le “distrazioni” nel suo primo livello. Abbassa le braccia. “Nah, tutto bene tutto bene! Dopotutto…”
Hai dato via ore di sonno per provarla senza che Dogga ti vedesse, è il momento di metterla in pratica.
Fa un saltello per riatterrare su un piede solo, le fa l’occhiolino, preme i polsi tra loro e distanzia le dita di una mano dall’altra per simulare un fiore, posizionandole sotto il mento.
“Sono il fiore della fresca giustizia, il mio nome è Lycoris!”
Rimane in attesa della sua reazione. La donna si avvicina per guardarle le braccia, le scruta attentamente.
Hisako sbatte le palpebre. Che sta facendo? Mi sta annusando? È disagiosa.
Alza lo sguardo. Magari qualcuno si è affacciato dalle finestre e la sta guardando. Incrocia un paio di occhi. Dall’edificio di fronte fa capolino un ragazzino dall’aria familiare, sente di aver già visto quei capelli azzurri palesemente tinti.
Cerca di concentrarsi su di lui per evitare l’imbarazzo.
Dove l’ho già visto? Forse a scuola?
“Ok, non sei ferita.” La ragazza fa un passo indietro. “Non fare mai più questa cretinata.”
Hisako ritira indietro la testa, alza un sopracciglio. “La posa?”
“Il combattere. Avrai quanto, dodici anni?”
“Quattord-” Si tira una manata sulla bocca, le labbra premono contro i denti. Ahio.
La ragazza bionda si poggia la valigetta sulla spalla. “Non ti sto dicendo che è sbagliato giocare con quella roba. Ma non hai l’età per metterti a rischio così.”
Hisako porta una mano al petto, inspira offesa. Due mesi di allenamento per un potere magico non sono giocare, miss crocerossina!
“Sii intelligente, pensa al tuo futuro.”
Si sta beccando una ramanzina da una civile. Questo dopo di essere blastata da pera, umiliata da un serpente meccanico, ed aver perso una partita da aggro prima che potesse giocare la sua Myra. Che debutto orribile, nonché una giornata pessima.
Hisako si volta. “Hm. Lo terrò a mente. Ma non mi fermerò finché la città avrà bisogno di eroi.”
“Non far perdere tempo agli eroi con il salvare te.”
Singhiozza. Danni emotivi. Ti odio, miss crocerossina.
Spicca un salto, l’aria le sferza il viso, una lacrima scende rapida dalla sua guancia.
Andiamo pure le cose negli occhi!