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Autore: ValeAlcazar    23/09/2023    1 recensioni
Un omaggio ad un capolavoro della letteratura francese
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"I resti di una lapide consunti ed erosi dall'immancabile scorrere del tempo, giacevano in un angolo solitario cimitero di Yonville l" Abbaye, piccolo paese situato nella verdeggiante pianura normanna..La civiltà sembra essersi fermata tra quei declivi, dove ancora si respira il sentore dell'antica e rustica esistenza contadina sapori e gusto si fondono a quelle usanze e a quel caratteristico linguaggio verace di puro stile campestre...Il villaggio appare ancora oggi un prezioso ninnolo, una " perla" di quel folclore francese dimenticato...Il camposanto e' ancora la, dietro la chiesa, e le nuove sepolture ben allineate in file ordinate spiccavano nell abbagliante luce di un caldo pomeriggio d estate..I vialetti di ghiaia, contornano quei sepolcri, e i colori dei fiori illuminano la desolazione funesta che potrebbe avere quel luogo...Ecco, apparire, lontano in quella parte più antica, una lapide o meglio i suoi resti, una sepoltura di un fascino equivoco, dissonante, ma al tempo stesso densa di un accattivante attrazione.. Un tempo, si poteva comprendere dalle pietre che ancora la costituivano, era stato il monumento più importante di quel cimitero dimenticato...I locali, lo avevano lasciato all incuria ed i pochi paesani che ancora vi si soffermavano, scuotevano la testa quasi a voler dimenticare e a cancellare la memoria di quel defunto... Una contadina, la sola che si degno'di porre una piccola orchidea dal colore screziato, in un informe vasetto che emergeva tra quel cumulo di sterpi e macerie, notando la curiosità di quella giovinetta, che ammirava quelle vestigia, emergere come dipinte in uno dei tanti capricci settecenteschi, dove le rovine apparivano e diventavano tutt" uno con la vegetazione, le si avvicino' narrandole una storia..La fanciulla, sgranò gli occhi nocciola, mentre attraverso le parole dell'anziana fattrice, scandite, dall intercalare del puro dialetto normanno, riandava indietro nel tempo....Ecco, apparirlle, come fluttuante nell' aria la figura eterea di una donna , quasi danzasse nelle volute del cielo onirica visione, sulla cui lunghissima chioma bruna era ancora visibile la tonda coroncina di margherite che le cingeva il capo...Era stata bella, Emma, la moglie del medico, una " perla preziosa" entrata nell' esistenza di quel giovane poco aggraziato, ma paziente, quell uomo semplice e buono che l' aveva amata con tutto se stesso...Era felice Charles, di quel esistenza " fatta di piccole cose", di quel focolare domestico, dove lieto tornava ogni sera dopo il suo quotidiano lavoro, e lei Emma, che lo attendeva sull uscio di casa, abbozzando un sorriso sul suo viso tirato.. La pensava condividere quell " angolo di mondo conviviale" la credeva " sposa e madre ideale" in realtà in lei si annidava, l invidia, la brama, la cupidigia... E " l' idea dell'amore" che la vedeva ergersi a pura " eroina romantica" dove il sentimento dilaga attraverso le righe di scrittori che esaltano, quelle storie di prodi cavalieri pronti a sfidare l impossibile per la loro conquista, erano di fatto fallaci chimere, piedistalli dorati si erano sgretolati sotto i suoi piedi, conducendola e deviandola da quelle promesse che si era scambiata sui gradini di un altare....Eccola sprofondare nell' usura; nella menzogna, nell infame strada del bieco tradimento, quella sete mai sazia e dannosa di stordirsi con i più futili orpelli, per allontanarsi da quel coniuge " inetto", maschera ombrosa di una favola ormai logorata...E poi immolarsi sull altare, come quelle tragiche protagoniste dei romanzi, quel veleno, lenta agonia che la trasfigura in quel Empireo dell eternità. Nessuno si fermava più a rammentare quella donna, anima inquieta, che aveva immolato se stessa per quella sua vita che ormai non aveva più direzioni, e quella favola raccontata divenne reale anche agli occhi dei posteri"
   
 
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