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Autore: C_Totoro    29/09/2023    3 recensioni
Lord Voldemort ha ripreso il proprio corpo e l’Ordine della Fenice è pronto a contrastarlo di nuovo, esattamente come quattordici anni prima. Una nuova minaccia, però, si risveglia nelle terre irlandesi ed è qualcosa che non può essere combattuta né da Silente né da Voldemort: è necessario unire le forze, solo una commistione di Magia Bianca e Magia Nera sarà potente abbastanza. Inizia così una convivenza forzata a Grimmauld Place numero 12, dove nascerà un’amicizia e un’alleanza improbabile: quella tra Molly Weasley e Tom Riddle.
AVVERTIMENTI: è una storia che ho scritto per ridere, pur tentando di rimanere nell’IC il più possibile, con queste premesse è evidente che sia ardua impresa, ed è il motivo per cui ho messo OOC.
Genere: Azione, Commedia, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Molly Weasley, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Bellatrix sentiva il sangue pulsare in modo doloroso nelle sue tempie. Si sentiva male, nauseata, tutto un dolore. La sua mente era lenta, come confusa e ovattata.
“Non nascondo niente!”
La voce del Signore Oscuro parve raggiungerla come da un altro universo.
“Nascondi molto, invece, solo che al momento non possiamo permetterci di tenere i segretucci, lo capisci o no che se non rielaboriamo un piano anche tu verrai fatto fuori?”
Bella batté le palpebre, quella era la voce di Gellert Grindelwald e, se quel mago oscuro senza né arte né parte era lì, significava che c’era anche Albus Silente. E se c’era Albus Silente… il Signore Oscuro aveva bisogno di lei.
Io sono immortale”
“Tu sei anormale, semmai”
Fu con una piccola stretta al cuore che la memoria di ciò che era successo poco prima cadde su Bellatrix. Il modo in cui avevano litigato, il modo in cui lei lo aveva allontanato da sé.
Non sono arrabbiato, sto soffrendo. Ed è tutta colpa tua! Tu mi hai portato a questo… Tu che per anni mi hai ammorbato col tuo sentimentalismo inutile, che mi hai preso in giro e fatto credere… Credere che a qualcuno potesse importare di me
Bella si mise a sedere di scatto e si rese conto di essere libera. Dentro di sé non c’erano più quei dannati esseri. Il suo ventre era tornato piatto, i suoi ormoni non erano più impazziti, la sua testa era lucida… ma non libera come il suo corpo. Quei pensieri molesti, quelle sensazioni dannose, erano ancora lì ad assillarla: Lord Voldemort continuava a essere Tom Riddle, il Mezzosangue.
Deglutì, perché una parte di lei aveva davvero desiderato che tutto quello passasse con la fine della gravidanza, che potesse tornare in lei e invece… invece… Le parole del Signore Oscuro presero a rimbombarle nel cervello.
Di continuo.
Senza sosta.
Lei aveva fatto soffrire lui.
Lei.
Soffrire lui.
Lei.
Era possibile? Possibile…
Stupeficium!
Bellatrix sobbalzò e si volse in tempo per vedere Gellert Grindelwald che alzava la bacchetta sul suo Padrone. Voldemort rise e parò lo Schiantesimo con un gesto pigro della bacchetta “Cos’è, siamo tornati al primo anno a Hogwarts?” chiese con un ghigno divertito. Il secondo lampo di luce rossa era chiaramente una Maledizione Cruciatus ma anche quella venne scansata da Voldemort con facilità.
“Sei davvero banale, Grindelfart” ma quasi non riuscì a finire la frase che Silente si unì a Gellert. Tom fece un passo indietro e andò a sbattere contro l’arazzo dei Black. Sapeva di non avere la minima possibilità di vittoria con Silente e Grindelwald. Non contro loro due insieme…
“Pensavo fossimo dalla stessa parte!” sibilò risentito Tom “Cosa diamine vi prende?”
Tu nascondi qualcosa!
“Oh smettetela” implorò Molly provando a farsi avanti, agitata “Non è proprio il modo…”
“Chiudi quella cazzo di bocca, Molly” s’intromise Sirius sfoderando anche lui la bacchetta “Qua è arrivato il momento di rimettere questo psicopatico al suo posto”
Tom digrignò i denti, Black non era un problema di per sé ma se sommato a Silente e a Grindelwald… il suo sguardo si spostò per una frazione di secondo su Bellatrix, quasi come in cerca di aiuto. La vide seduta e vigile ma non sembrava in nessun modo intenzionata a farsi vicina, ad aiutarlo… si deconcentrò e quel breve momento in cui si era concesso di pensare ad altro che non fosse quel maledetto duello fu sufficiente agli altri maghi per insinuarsi tra le sue difese e sopraffarlo.
Tom cadde in terra, gli avevano bloccato gli arti e la magia, provò a opporre resistenza ma non riusciva a radunare il potere magico a causa dell’incantesimo che glielo bloccava. Si sentì subito umiliato, privato della sua forza, impotente.
Odiava tutto, odiava tutti, odiava sé stesso.
Quella maledetta strega. Lei era la radice ultima di tutti i suoi problemi! Se non si fosse fatto distrarre…
“Tom, calmati, non vogliamo farti del male” provò a dirgli Silente avvicinandosi a lui.
Tom continuò a divincolarsi, non amava stare in quella posizione sottomessa, sdraiato in terra mentre altri torreggiavano su di lui con il potere…
“Certo, dev’essere per questo che mi avete assalito, così, all’improvviso… senza motivazione alcuna!”
“La motivazione c’è eccome! Cosa nascondi sui Druidi?” incalzò Gellert continuando a puntargli la bacchetta addosso “O parli con le buone o ti tiro fuori la verità con le cattive”
Tom lo fissò per alcuni istanti con aria truce, poi scoppiò a ridere “E come, con una Cruciatus? Fa’ quello che vuoi, sai cosa me ne importa”
Nessuna Cruciatus” precisò Albus scoccando un’occhiataccia verso Gellert “Ma tu non sei stato sincero con noi, Tom”
“E voi sì, invece?” Tom sputò per terra “Non aspettavate altro che questo, colpirmi alle spalle…”
“Sei tu che ci hai colpiti alle spalle! Ci hai fatto perdere tempo andando in Irlanda solo perché così potevi farti gli affari tuoi qui. Lo vuoi capire o no che questa cosa riguarda tutti noi? O forse no? Forse non riguarda te, Tommy?”
Tom rimase in silenzio poi fece un cenno di assenso con la testa “Certo che riguarda anche me” rispose piano dopo qualche secondo “Altrimenti non sarei venuto in questa stupida casa a farmi umiliare e a giocare a fare lo chef con Molly Weasley”
“Bene” commentò Albus “E quindi cosa è cambiato?”
Tom valutò velocemente le sue opzioni.
Non sapeva neanche lui cosa fosse cambiato, sapeva solo che qualcosa era successo con i Druidi in passato. Più di quello non sapeva dire, non avrebbe saputo spiegare come, cosa, quando, perché. Aveva solo quei flash… quei flash senza senso… testimonianza del fatto che lui era stato ad Atlantide… ma come? Com’era possibile? E se quello fosse parte di un suo piano?
Ma se fosse così, se davvero fosse qualcosa progettato da me, avrei fatto in modo di ricordarmene. Non è possibile che io… che io abbia architettato tutto questo salvo poi… poi impedirmi di ricordarmi.
Eppure, per nulla al mondo, avrebbe voluto aprirsi con quei due… non… ma aveva scelta? Avevano ragione loro: il problema dei Druidi riguardava tutti, non solo loro, non solo lui. era un problema della collettività che solo collettivamente poteva essere superato.
Un problema di tutti.
Era stato l’esatto motivo per cui aveva deciso di prestarsi a quella farsa, a mettere da parte l’orgoglio e andare lì, a collaborare.
Il motivo per cui aveva perso Bellatrix. Perché se mai avessero convissuto con la feccia, Bella mai avrebbe scoperto il Mezzosangue Riddle.
“Ti entro nella testa” dichiarò infine Gellert “Sono un discreto Legilimens, sai”
Tom sogghignò, alzò il mento con fare di sfida “Avanti, ci devi solo provare”
“Non vogliamo forzarti, Tom” intervenne Albus facendo gesto a Gellert di abbassare la bacchetta “Dobbiamo… collaborare
“Bel modo di collaborare davvero!” sbottò Tom, si dimenò e il suo sguardo cadde ancora una volta su Bella che lo guardava con un sopracciglio alzato e quell’aria arrogante e supponente che tanto la caratterizzava.
Avrebbe voluto sventrarla.
Avrebbe dovuto lasciarla morire durante la procedura e al diavolo lei e tutto le sue menzogne, le sue fesserie… al diavolo tutto.
Invece non solo le aveva levato i bambini stando bene attento a non farle del male, no, l’aveva anche resa immortale, legandola ai bambini come era legato lui.
Da quando era così debole? Così sentimentale?
“Ok” fece poi Tom perché tutto quello stava iniziando a non avere senso. Forse se avesse parlato di quelle strane visioni… forse con una prospettiva esterna… forse…
“Io… io credo di essere stato in contatto con i Druidi, anni fa” ammise Tom, infine, senza guardare nessuno in particolare. Non era abituato ad aprirsi con gli altri, non era abituato a esternare i propri dubbi, paure, emozioni e sensazioni. Mettersi a nudo non faceva per lui, si sentì subito infastidito, vulnerabile. Si pentì immediatamente di avere aperto bocca.
“In che senso credi?” chiese Silente mentre Gellert si lasciava andare al turpiloquio e gli altri presenti urlavano sorpresi.
“Nel senso che non me lo ricordo”
“E allora perché lo credi?”
“Ho come dei… flash di… cose…”
“Cosa?”
Tom si mosse a disagio, detestava il fatto di sentirsi in trappola “Lasciatemi andare”
“No” rispose Gellert “Io di te non mi fido. Ci hai presi in giro? Stavi collaborando con i Druidi tutto questo tempo?”
“Non lo so” rispose sincero Tom, fece schioccare la lingua sui denti “Non credo” precisò perché non pensava di aver fatto il doppiogiochista “Io non me lo ricordo, va bene?”
“Da quanto lo sai?”
“Da… da quando… da quando ho iniziato a studiare la magia druidica per inserirla nel sigillo”
“E non ti è venuto in mente di dircelo?”
“No” mentì facilmente. Certo che gli era venuto in mente di dirglielo ma, prima di tutto, doveva pensare a sé stesso: era l’unica cosa che importava.
E Bellatrix, aggiunse scocciato, contro la propria volontà quel pensiero si era formato nella testa.
Soprattutto, se non ci pensava lui a sé stesso, non ci avrebbero di certo pensato gli altri. Tutte le altre persone che erano sempre pronte lì, in un angolo, pronte ad azzannarlo al fianco per poi lasciarlo sanguinolento a morire. Non ne aveva forse avuto la conferma finale con Bellatrix? Lei che sempre aveva affermato di adorarlo, rispettarlo… che lui era tutto per lei… aveva sempre mentito aspettando solo che diventasse più vulnerabile.
“Che cosa vedi in quei flash?”
Tom si strinse nelle spalle “La scogliera dove siamo andati per il sigillo…” inspirò bruscamente “È tutto molto confuso, a dire la verità. So di avere questi flash ma poi… appena provo ad analizzarli, a pensarci… svaniscono nel nulla…”
“Ti hanno fatto un incantesimo di memoria” constatò Gellert.
“Grazie, Grindelfart, non ci sarei mai arrivato da solo”
“Tom” intervenne Silente, prima che Gellert potesse rispondere “Facci entrare nella tua testa, magari possiamo-”
“NO!” Tom scosse la testa con forza e prese di nuovo a divincolarsi.
Quello non lo avrebbe mai permesso.
Sapeva di poter resistere alla Legilimanzia ma non era sicuro di poter resistere a un attacco di quel tipo da due maghi diversi… magari mentre qualcun altro lo cruciava. Sapeva di essere forte ma non era invincibile, suo malgrado.
“Cosa proponi?”
“Lasciatemi andare”
“E poi?”
Tom chiuse gli occhi “Non lo so”
“Bellatrix” propose Gellert dopo alcuni attimi di silenzio “Può praticare lei la Legilimanzia”
No” il rifiuto di Tom fu ancora più netto “Non se ne parla”
Bella si morse le labbra, affranta. Sarebbe mai riuscita a recuperare il rapporto col suo Signore? Sapeva che sarebbe stato praticamente impossibile, lo aveva compromesso per sempre e tutto per colpa di quegli esseri, di quella Molly Weasley, di quella convivenza forzata senza senso che le aveva fatto sovrapporre la propria immagina a quella di Andromeda e quella del suo Padrone a quella di quel Ted Tonks.
“Posso provare a darvi… a darvi quello che ricordo…”
“Ma se hai detto che non ricordi nulla?”
Tom rimase in silenzio. Effettivamente era così, non ricordava nulla, il poco che aveva in testa erano memorie confuse, un guazzabuglio senza senso. Provò a concentrarsi, a fare mente locale. Ricordava una sensazione di costrizione, l’essere imprigionato… e poi qualcuno di importante… un nome particolare…
“C’entra un nome con la B” disse Tom dopo alcuni istanti di silenzio.
Un nome con la B” ripeté Gellert inclinando il capo di lato “Davvero molto molto utile, non c’è che dire”
Silente sospirò e rilasciò l’incantesimo che impediva a Tom di muoversi che subito si mise in piedi e riprese in mano la sua bacchetta guardingo.
“Che cosa fai, Al?”
“Questa non è la tecnica giusta” rispose Albus accarezzandosi la lunga barba bianca “Anche entrando nella sua testa di forza… quante energie sprecheremmo? Lui ergerebbe barriere e se nemmeno ricorda lucidamente, se questi ricordi sono seppelliti da qualche parte nella sua memoria più recondita, ci vuole una mente calma e aperta per scovarli non una mente chiusa e guardinga. No, così non funziona”
Gellert ci pensò un po’ su, poi annuì, suo malgrado. Il discorso di Albus non faceva una piega.
“Dobbiamo trovare il modo di farti tornare la memoria” proseguì Albus parlando direttamente verso Tom “Quand’è che questi flash si sono presentati?”
“Hanno iniziato a presentarsi da quando ho iniziato a sperimentare con la magia druidica” rispose Tom “Si sono presentati con più forza dopo essere stati in Irlanda”
“Bene” annuì Albus “La risposta mi pare scontata: dobbiamo riandare in Irlanda e tu dovrai praticare la magia druidica lì”
“Questo non potrebbe alterare i flussi e facilitare la loro uscita?” domandò Sirius, confuso.
“Sono già fuori” ribatté Gellert con un’alzata di spalle “Non del tutto, è vero, ma quel che basta per presentarsi qui…”
“Perché qui?”
“Se sono già stati in contatto con Tom… cercavano solo una magia a loro affine. Senza contare che ancora non sappiamo se sia un loro alleato o no”
“No” disse Tom, convinto “Ci ho pensato, ho avuto il dubbio” proseguì perché Gellert lo stava guardando con entrambe le sopracciglia alzate scettico “E se così fosse… non avrei mai impedito che mi portassero via i miei ricordi! I miei pensieri… parte dei miei poteri. Non ha senso”
“Niente di tutta questa faccenda ha senso” sospirò Silente “Bene, Tom, ripartiamo per l’Irlanda dopodomani. Ora devo andare a Hogwarts, devo capire che cosa è successo e cercare di sistemare le cose”
“Considera che presto potrebbe non esserci più, una scuola” rispose Tom con una smorfia “E poi scusa, partiamo chi?
“Io, te, Gellert”
Tom rise “Io non vado da nessuna parte con Grindelfart”
“Può venire anche Bellatrix”
“Non me ne faccio nulla di Bellatrix” rispose Tom, stizzito “Andiamo solo noi due, Albus”
“Non se ne parla! Cosa vuoi fare, una Luna di Miele?” sbottò Gellert “E se fossi in combutta con i Druidi?” aggiunse, come per legittimare di più come non volesse che Tom e Albus stessero soli, come per dire che non era solo gelosia ma c’erano dei motivi veri.
“E se voi due foste in combutta?” sibilò Tom “No, mi rifiuto di muovere un passo se viene anche Grindelfart”
“Tom” provò Albus, aveva un tono quasi implorante fece un sospiro “Ci vuole una terza persona”
“Molly, allora” disse Tom con un’alzata di spalle “Mi sembra la persona più imparziale”
“Una casalinga vi sarà sicuramente utile in una situazione di questo tipo” sbottò Gellert “Con tutto rispetto, eh” aggiunse rivolto a Molly che dal canto suo aveva sgranato gli occhi. Lei andare in Irlanda dai Druidi? Lei?
“Beh, serve solo una persona che faccia da supporto mentre riprendo i miei ricordi… fossimo in difficoltà, possiamo chiamarvi”
“Ci vuole tempo per chiamare…”
“No” interruppe Tom “Non con il Marchio Nero che Bellatrix, suo malgrado, ancora porta”
Ci fu un attimo di silenzio.
“Molly, te la senti?” chiese Albus osservando Molly dritto negli occhi “Potrebbe essere qualcosa di molto facile, così come diventare all’improvviso una missione con complicazioni… te la senti?”
Molly rimase in silenzio per diversi istanti. Poi annuì, convinta. Era stato Tom stesso a suggerire lei, aveva detto di no a Bellatrix ma aveva detto di sì a lei. Non si stava illudendo che effettivamente si fidasse di lei più che di Bellatrix ma doveva essere davvero stato ferito nel profondo per arrivare a dire di non volere Bellatrix, quando era sempre stato evidente come facesse affidamento su quella strega oscura, soprattutto quando non stava bene…  
Gli starò vicino, annuì tra sé e sé Molly. Chissà di cosa verremo a conoscenza, chissà quali altri traumi ha dovuto subire. Forse sì, forse più che una compagna potrebbe aver bisogno di una… madre.
Nonostante tutto, nonostante avesse appena scoperto non solo che aveva avuto a che fare con i Druidi e non aveva detto niente, ma anche che i bambini erano stati solo un mezzo, Molly non riusciva a non provare una fitta al cuore ogni volta che immaginava Tom bambino, a tutto quello che aveva dovuto patire a come non avesse mai avuto una madre e mai avesse visto una madre, prima di lei.
“Verrò con voi” disse Molly annuendo convinta.
“Sei impazzita?” chiese Arthur “Molly, io ti voglio bene ma…”
“Nessun ‘ma’, Arthur, se mi posso rendere utile…”
“Perché all’improvviso non… Bellatrix…”
Perché” s’inserì Tom “Sono un Mezzosangue” si morse le labbra e scosse la testa “A dopodomani, Scemente” disse prima di smaterializzarsi.
Bellatrix sospirò.
No, decisamente, non avrebbe mai recuperato con lui.
Ma soprattutto… Voleva recuperare? Lanciò uno sguardo a quelle sfere con dentro i feti che crescevano.
Figli suoi e dell’Oscuro Signore.
“Andiamo anche noi, Gellert”
Grindelwald scosse la testa ma poi si smaterializzò.
Albus restò indietro “Ti ringrazio, Molly, per il tuo coraggio”
“Ma certo” rispose Molly, eppure non era sicura di aver capito, di preciso, in quale avventura avesse deciso di imbarcarsi. Albus aveva un’espressione così grave…
“Ci vediamo presto”
 
*
 
Molly passò il resto della giornata in cucina a preparare la cena, sperando che Tom si palesasse. Era in casa ma doveva essere rintanato in soffitta con Fierobecco e Nagini. Non riusciva neanche a immaginare cosa stesse passando, considerando quanto fosse sempre stato abituato a stare solo e come Bellatrix avesse tradito la poca fiducia che aveva deciso di dare a qualcuno che non fosse sé stesso. I suoi figli non erano mai stati così… problematici, e di conseguenza Molly non sapeva come approcciarsi a Tom. Soprattutto considerando che indisporlo era sempre molto – troppo – facile.
“Ti senti bene, Bella?” chiese Andromeda passando una mano sulla schiena della sorella.
“Sto benissimo, molto meglio” rispose Bellatrix annuendo e sedendosi a tavola con fare altezzoso “Mi sento solo molto confusa e…” scoccò un’occhiata a Molly Weasley “Dovrei andare io con lui, non lei” scosse la testa “Non posso credere di avergli detto quelle cose, non posso credere… non posso credere di starle ancora pensando
“La purezza di sangue non ha nessuna importanza” rispose Molly con voce dura “E ho sempre saputo sarebbe finita così, lo hai sempre insultato senza neanche rendertene conto”
Bella corrugò le sopracciglia “Non ho mai visto il Signore Oscuro come un Mezzosangue. Sì, certo, l’ho sempre saputo ma… insomma… lui…” s’interruppe, non sapendo come continuare. Non c’era modo di continuare. Non sapeva neanche lei cosa dire o cosa dover pensare.
“Arthur” disse poi Molly voltandosi verso l’ingresso della cucina non appena vide comparire il marito “Devo chiederti un favore”
“Un altro?”
“Quale ti ho chiesto?” domandò Molly presa in contropiede.
“Beh, di lasciarti andare a combattere”
“Arthur, per cortesia, non iniziare” lo bloccò Molly dandogli le spalle “Perché sai benissimo che io non ho bisogno del tuo permesso”
Arthur sospirò e si aggiustò gli occhiali con la montatura di corno.
“Va bene, Molly… cosa volevi chiedermi?”
“Usciresti con Tom, stasera?”
Arthur sgranò gli occhi “In che senso uscire con Tom?”
“Credo potrebbe fargli bene uscire con… con qualcuno” Molly si mordicchiò le labbra “Digli che abbiamo litigato noi due…”
“Perché dovrei mentirgli?”
“Perché non gli piace che si facciano cose per lui” rispose Molly. Aveva imparato a conoscerlo, ormai.
“Ma non è un Legilimens?”
“Arthur!” sbottò Molly esasperata “Allora? Lo farai?”
Arthur fece una smorfia, ormai capiva Molly sempre meno “Ma, cara, che cosa abbiamo in comune io e… beh, Tu-Sai-Chi? Di cosa dovremmo parlare?”
“Oh, Tom sa tutto dei Babbani” rispose Molly “Puoi fargli le tue domande, distrarlo un po’”
“Non sono sicuro che distrarlo con domande babbane sia la mossa migliore considerando che sta così per il suo status di sangue” mormorò Arthur, per nulla convinto.
“Inventati qualcosa, allora!”
Bellatrix alzò gli occhi al cielo. Quella cagna rossa proprio non ne voleva sapere di smetterla di abbaiare in giro. Era tutta colpa sua e continuava, continuava…
“Molly…”
Ma proprio in quel momento entrò Tom, cadde il silenzio e Arthur tirò su col naso.
“Tom” disse Arthur mentre le punte delle orecchie gli diventavano rosse “Volevo chiederti se… insomma… non volessi andare a bere qualcosa con me a Diagon Alley, stasera, dopo cena”
Tom alzò un sopracciglio “Bere qualcosa? Con te? A Diagon Alley?”
“O al Paiolo Magico, se preferisci, credo sia più vicino”
“È tutto vicino, siamo maghi” rispose Tom mettendosi subito sulla difensiva e incrociando le braccia al petto.
“Ma certo che siamo maghi, cioè, non è che solo perché uno che è Mezzosangue allora è meno mago di chi invece è Purosangue…”
Tom alzò anche l’altro sopracciglio e Arthur si rese conto di stare parlando a caso. Lanciò un’occhiata fugace a Molly che lo stava guardando di sottecchi col mestolo in mano.
“Insomma, io e… Molly… abbiamo avuto una piccola discussione e visto che… sì, insomma, lei verrà dai Druidi a causa tua, vorrei parlare davanti a… insomma, un Whiskey Incendiario” inventò Arthur all’improvviso ispirato.
Tom lo osservò dritto negli occhi per una frazione di secondo, un angolo della bocca si alzò in un ghigno.
“Va bene, Weasley” rispose Tom alzando le spalle “Possiamo andare in un pub qualsiasi, babbano, così magari mi perdoni più facilmente per averti sottratto la moglie
Arthur inclinò il capo di lato perché quelle parole erano state parte dei suoi pensieri in passato ma subito, quando il suo cervello registrò cosa effettivamente Tom avesse detto, la sua espressione divenne gioiosa.
“Un pub babbano?” esclamò Arthur estasiato “Ma è magnifico!
“Immagino”
“Mi unisco a voi” si propose Ted “Se posso, ovviamente”
“Posso unirmi anche io?” propose Sirius con la sua risata simile a un latrato.
“No, Black. Non c’è spazio per i cani” sibilò Tom assottigliando lo sguardo.
“Io sono un po’ troppo Purosangue, effettivamente… vero, Bella?”
Bellatrix arrossì e abbassò gli occhi. Non se la sentiva di guardare in viso il suo Padrone… non ci riusciva perché il pensiero di averlo ferito era atroce, troppo doloroso.
“Tu sei un Traditore del Tuo Sangue” rispose Bellatrix provando ancora a essere arrogante come in passato ma continuava a sentirsi l’ombra di sé stessa.
“Come li chiamerai i due sgorbietti? Non mi sembra il caso di utilizzare la tradizione dei Black e dare dei nomi di stelle o costellazioni a due Mezzosangue”
Sirius!” sbottò Andromeda “Devi smetterla”
“Oh, Dromeda. Lo sai perfettamente che non penso queste cose”
“Certo che lo so” rispose Andromeda “Questo non rende giusto utilizzarle! Non puoi…”
“Non posso farle notare quanto sia ipocrita?”
“Non lo vedi che soffre già abbastanza?”
“Perché non vai a dirlo a Frank e ad Alice? Pensavo fossero anche amici tuoi!” sbottò Sirius battendo i pugni sulla tavola “Dillo a James e a Lily!”
Cadde il silenzio in cucina mentre Sirius si lasciava ricadere sulla sedia e si copriva il viso con le mani “Non ne posso più… e Silente poi… oh, Silente!
“Lo so che la situazione non è facile” rispose Andromeda alzandosi e sedendosi accanto al cugino “Ma c’è un motivo ben preciso se siamo tutti qui a sforzarci di convivere…”
“Bellatrix merita tutta la sofferenza di questo mondo”
Bella chiuse gli occhi e si morse le labbra. Non sapeva neanche perché quelle parole di suo cugino Sirius l’avessero colpita a quel modo. Non le era mai importato nulla di lui, era la pecora nera della famiglia, quello che era stato smistato a Grifondoro, che aveva le babbane in bikini in camera, che a quindici anni era scappato di casa spezzando il cuore a sua zia… ma era anche l’ultimo maschio Black. E lei, Bellatrix, era sempre stata la prima. La più grande, quella su cui tutte le aspettative ricadevano, quella che doveva essere perfetta e dare l’esempio. Bellatrix riaprì gli occhi e il suo sguardo venne calamitato verso quello del Signore Oscuro che la stava fissando con una insistenza che lei non aveva mai percepito prima.
Eppure, quello che vide, era solo Tom Riddle.

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Perdonate quest'assurda assenza ma tra il cambio di lavoro (di nuovo!), il viaggio in Vietnam di due settimane di training e in generale un periodo un po' pesante non avevo molto la testa per questa storia... Nel prossimo capitolo vedremo la "versione maschile" dell'uscita che tanti capitoli addietro avevano fatto le donne ;) penso che alla fine si aggiungeranno anche Remus e Sirius... ma chissà! 
Cercherò di non far passare di nuovo tutto questo tempo... e poi dovrò anche cercare di tirare le fila di questa storia e concluderla... penso un'altra decina di capitoli, bene o male. Forse meno. Vediamo. 
Un abbraccio, 
Clo
  
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