«Dai, un’ultima
partita, poi abbiamo finito.» Shanks pregò Mihawk di fermarsi ancora e tenergli
compagnia per una ulteriore – a sua detta ultima – partita di poker. Già
avevano passato buona parte della serata a bere, a rivangare i vecchi tempi e a
palesare aneddoti ridicoli di giorni passati, ma la notte ormai si era
accaparrata il proprio posto nel mondo; più la luna cresceva in cielo, più
l’umore di Shanks si faceva cupo.
«Strano, uno come te che perde improvvisamente la lingua lunga che si ritrova?»
Mihawk si divertiva a punzecchiarlo con la sua tipica parlata cinica, non
poteva farne a meno; riuscire a strappare una qualsiasi reazione a quel uomo
dava sempre non poca soddisfazione. «Dai, servi le carte, sto aspettando.»
«E se rendessimo la cosa più interessante?»
Lo spadaccino squadrò il pirata, gli occhi illuminati dalla tipica carica
combattiva. «Stiamo già scommettendo a soldi, e a quanto pare sto vincendo. In
che altro modo vorresti rovinarti stasera?»
«Oh, lo scoprirai.»
Che Shanks fosse un bravo giocatore di poker Mihawk l’aveva scoperto troppo
tardi: scommettere a berry era da tutti, chiunque giocasse a carte ci metteva
sempre un po’ del suo. E Shanks perdeva ripetutamente.
Fino a che l’uomo non si trovò seduto in mutande su un barile.
Letteralmente.
«Da quando ti intendi di strip poker?»
«Oh, da quando so che sei mezzo ubriaco e abbiamo alzato la posta. Perdere
qualche moneta non mi interessa, se questo può portarmi a vederti così.»
«Come?» Una aura oscura avvolse Mihawk dal momento in cui avvertì chiaramente
di essere stato preso in giro.
«Sei poco furbo, Occhi di Falco, tutto qui!»
«Un’ultima mano, e ti farò vedere io chi è il furbo, qui. Servi le carte.»
«Se ti vedessero…»
«Non dire una parola. O ti ammazzo.»