Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: ChiccaG    10/10/2023    1 recensioni
Che succederebbe se Harry, Ron, Hermione ed altri protagonisti della battaglia di Hogwarts fossero costretti a ripetere il loro ultimo anno al Castello a distanza di tre anni dall'accaduto?
Il tempo cambia davvero le persone, o è solo una diceria?
E potranno mai una Grifondoro ed un Serpeverde trovare la via giusta per arrivare l'una all'altro?
Dal primo capitolo:
«Ma che diavolo sta dicendo?» a sovrastare tutti è la voce di Draco Malfoy, il tono sporcato da una sfumatura di tesa impazienza «Ci siamo lasciati il Castello alle spalle ormai, abbiamo iniziato le nostre vite fuori da queste mura. Questa storia è assurda, sono tutte str– »
«Signor Malfoy.» non importa che siano passati anni da quando Draco era un 11enne borioso e sgradevole, bastano quelle due parole pronunciate dalla McGranitt per zittirlo - negli occhi chiari, un baluginio stizzito [...] «Tra una settimana vi aspetto tutti qui per iniziare il vostro ultimo anno di scuola.» pausa «Di nuovo.»

Mia prima Dramione dopo anni in cui non ho scritto nulla. Spero vi piaccia e che abbiate voglia di condividere con me le vostre impressioni!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Vari personaggi | Coppie: Draco/Ginny, Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Piccolo disclaimer: alcuni dettagli si distaccano dalla storia ufficiale - aka licenze poetiche sparse qui e là a comodo della narratrice.
Si accettano pareri, commenti, anche recensioni negative se risultano costruttive.
Grazie a chi finora ha letto e chi continuerà/inizierà a farlo.


 
«Insomma, cioè... miseriaccia, è pura follia!»
È almeno la quarta volta che Ron tenta, senza successo, d’iniziare un qualche tipo di discorso. Ed è almeno la quarta volta che si arrende praticamente subito, preferendo arruffarsi i capelli rossi con gesti nervosi delle dita e borbottare a bassa voce l’assurdità di tutta la questione.
«Hermione, tu lavori al Ministero, fa’ qualcosa!»
«E cosa dovrei fare esattamente, Ronald?» lo guarda con la fronte aggrottata e l’aria vagamente risentita «Non hanno ascoltato la Preside di Hogwarts, pensi davvero che darebbero credito a me? E poi io non lavoro al Ministero, ho appena iniziato il tirocinio...»
«Secondo me Hermione è l’unica a cui l’idea di tornare a scuola non dispiace poi così tanto!» l’intromissione di Harry cerca, con poco successo, di strappare un sorriso dalle facce dei presenti «Vero, Ginny?» e soprattutto da quello della ragazza che, però, ha lo sguardo di chi è perso in chissà quali pensieri, una mente che si è fatta irraggiungibile anche per il fidanzato che le sta accanto.
«Harry!» è la stessa Granger che si affretta a rimproverare l’amico, più per colmare il silenzio della - non più tanto piccola - Weasley che per un qualche risentimento verso quella battuta «E comunque, a conti fatti, non mi sembra che ci rimanga altra scelta. Se rifiutiamo di presentarci sarà come se non ci fossimo mai diplomati, e che prospettive avremmo a quel punto?»
«Ma siamo gli eroi del mondo magico, porca miseria!» lo sbotto di Ron viene accompagnato da un sonoro pugno della mano sinistra sulla coscia, gli occhi puntati verso le doppie porte che, dal corridoio principale, danno sul cortile interno nell’ala ovest del Castello, lì dove il quartetto ha scelto di sostare dopo la bomba sganciata dalla McGranitt «Senza di noi il mondo magico sarebbe in mano a Voldemort, se lo sono dimenticato?! Se non avessimo saputo combattere non saremmo qui adesso, noi– »
«Anche chi è morto sapeva combattere.» la voce di Ginny è piatta, priva di qualsiasi inflessione mentre pronuncia quelle parole che, inevitabilmente, fanno scendere tra i presenti un silenzio freddo e disagevole.
Ron abbassa agli occhi, il senso di colpa ed il dolore che strisciano sotto pelle come serpenti velenosi - il volto del fratello privo di vita, quello del gemello distrutto dal dolore - mentre ad Hermione sfugge un sospiro pesante che tenta di mascherare nel gesto nervoso delle dita che prendono a giocare con una ciocca di capelli.
«... comunque» riprende il Weasley alcuni istanti dopo «trovo assurdo chiederci, no, imporci di perdere un anno della nostra vita a studiare cose che già sappiamo.»
«Beh...»
Il mormorio di Hermione spinge Ron ad alzare lo sguardo su di lei, fissandola con l’aria di chi subodora un qualche tradimento: «Beh cosa?» la incalza.
«Volevo solamente dire che sappiamo buona parte di quelle cose... ma ci sono nozioni che abbiamo dovuto abbandonare per forza di cose.» si spiega, modulando la voce così da apparire il più imparziale possibile e soprattutto offrire al giovane uomo una prospettiva diversa «E poi, in fondo... nessuno di noi si è davvero goduto l’ultimo anno. Potrebbe essere...» tentenna, cerca la parola giusta «in qualche modo divertente recuperarlo, no?»
«Divertente, come no.» borbotta Ron con uno scrollare stizzito delle spalle.
«Più che altro sarà imbarazzante.» aggiunge Harry, pensieroso «Dovremo indossare le divise scolastiche, suppongo, e seguire le lezioni con gli altri del settimo anno...»
«Sembreremo dei vecchi vicino a loro!»
«Per l’amore del cielo Ronald, abbiamo vent’anni, mica ottanta!» lo rimbecca Hermione, con un’esasperata occhiata al cielo «Mi preoccupa di più il fatto che la presenza di Harry potrebbe finire per distrarli dallo studio...»
«Capito? Finirà che la colpa di eventuali bocciature sarà la mia!» l’esclamazione di Potter riesce finalmente a rasserenare gli animi generali, contagiando tutti con sorrisi più o meno convinti.
«... basta che Malfoy ci stia lontano.»
È quella frase di Ron, tuttavia, a rompere l’idillio appena ritrovato: e se Harry si limita a stringere appena i pugni mentre la muscolatura si tende ed irrigidisce, Hermione non può fare a meno di lanciare un’occhiata di sottecchi all’amica Ginny, che si morde l’interno della guancia in silenzio.
«Dubito che gli convenga, in generale.» replica Hermione con una cautela leggera, come se pesasse le parole «Lucius Malfoy è ad Azkaban, e sua madre l’ha ripudiato dopo la testimonianza nel processo contro suo padre.» l’espressione si fa pensierosa, per qualche istante valutativa «Chi era dalla parte di Voldemort lo odia per come ha voltato le spalle alla sua famiglia proprio all’ultimo, mentre gli altri lo odiano per... beh, per tutto il resto. Gli unici amici che ha sono quelli con cui si è presentato oggi.»
«Non me ne frega un accidente se ha gettato fango sul padre per salvarsi il culo, se solo si avvicina io giuro che– »
«Ron.»
La voce di Harry è ferma nel richiamare l’amico, colorata da un’autorevolezza che da poco ha cominciato ad emergere, ma lo sguardo è tutto su Ginny che, immobile e silente, sembra essersi chiusa dietro muri tanto invisibili quanto invalicabili. Perché nessuno ha dimenticato - nessuno può dimenticare - e parlare di lui non fa che riportare a galla i ricordi più dolorosi della Weasley.

Era iniziato tutto per caso, durante il quinto anno di Ginny.
Occhiate casuali, sfuggenti, sguardi che stranamente non le facevano sentire addosso il disgusto da lui provato per lei.
Lei, traditrice del proprio sangue perché amica di NatiBabbani e SangueSporco, lei che proveniva da una famiglia povera e quasi fiera del proprio status.
Lei, che piano piano si era lasciata avvicinare da quegli occhi color grigio tempesta - in segreto, perché nessuno dei due voleva far sapere cosa tra loro stesse nascendo - ed aveva finito per annegarci dentro.
Era stata Hermione la prima a cui l’aveva confessato, con le guance rosse e gli occhi bassi, incapaci di sostenere lo sguardo - il giudizio - dell’amica; eppure Hermione aveva già capito, o forse a differenza di altri sapeva vedere ciò che al resto del mondo sfuggiva. L’aveva appoggiata con tutte le riserve del caso, cercando di consigliarla senza imporsi, di starle accanto senza opprimerla.
Dirlo a suo fratello, invece... non aveva mai sentito Ron urlare tanto in vita sua, nemmeno quando cadeva vittima degli scherzi di Fred e George. Era stato Harry a mettersi in mezzo ai due Weasley, a trascinare l’amico da parte, a calmarlo da quella rabbia incontrollata verso il ragazzo che per anni li aveva odiati - che loro avevano odiato - e che adesso sembrava intenzionato a sporcare l’innocenza candida di Ginny. Ci vollero settimane, forse quasi un mese, prima che Ron tornasse a parlare alla sorella, prima rivolgendole brevi grugniti e sguardi colmi di biasimo, poi lentamente accettando la cosa; o forse, semplicemente, fingendo che - la cosa - nemmeno esistesse.
Perché la storia tra Ginny e Draco non vide mai la luce del Sole, non davvero: gli amici più cari di lei lo sapevano e, seppur non se lo fossero mai detti apertamente, la Weasley ipotizzava che anche quelli di lui fossero stati messi al corrente della cosa; ma tutto rimase segreto, confinato nelle menti di chi sapeva e nei cuori dei due protagonisti di quella improbabile storia d’amore.
Ma era stato davvero amore? Per Ginny sì, senza alcun dubbio: lo aveva amato con un’intensità tanto viscerale e dolorosa da scavarle nel petto una voragine colma del suono della sua voce, del tocco delle sue dita, della profondità del suo sguardo. Lo aveva amato al punto tale da accettare le sue - discutibili - amicizie, lo aveva amato al punto tale da mantenere il segreto e rimanergli accanto quando le aveva mostrato il Marchio Nero a cui il padre lo aveva costretto. Lo aveva amato anche quando l’aveva trovato in lacrime dopo la morte di Silente, schiacciato dal peso di una vita da cui affermava di volersi liberare.
L’aveva amato senza riserve fino alla fine, fino a quando non aveva visto il corpo di Fred steso a terra sul pavimento impolverato e semi-distrutto della Sala Grande, sua madre a stringergli il capo tra le dita e cullarlo tra le lacrime, George con gli occhi vacui di chi aveva appena perso metà della propria anima.
«È colpa tua.»
«Ginevra, mi disp– »
«Non osare!!» voleva urlarlo, ma la voce era uscita spezzata, rotta in un sussurro mostruoso quanto la bestia che le stava divorando il petto e lacerando tutto l’amore provato per lui, pezzo dopo pezzo «Non. Osare. Dispiacerti.» glielo aveva ringhiato, le unghie conficcate nei palmi solo per resistere alla tentazione - suadente, piena della promessa di un sollievo in realtà inesistente - di graffiargli la faccia e sporcare di macchie scarlatte la sua pelle nivea tante volte accarezzata con tocchi devoti «Ti ho appoggiato, ho litigato con mio fratello, con i miei amici, con me stessa e tutto ciò che pensavo fosse giusto. Ho scelto te. Ogni volta, senza dubbi né riserve, io ho scelto te.» sentiva le lacrime pungerle gli occhi ma no, non doveva piangere. Se lo impose, sentendo le unghie scavare nella carne delle mani ed inumidirsi di un velo di sangue «E ti ho creduto. Quando hai detto che non volevi proseguire su questa strada, che stavi cercando un modo per uscirne, io ti ho creduto.»
«Ginevra, devi ascoltarmi, io– »
Draco aveva cercato di interromperla, di insinuarsi in quelle parole affilate come lame di ghiaccio, ma invano.
«Troverà una soluzione, mi dicevo.» era come se nemmeno lo vedesse, come se stesse parlando con un fantasma o un’ombra, o l’idea di qualcuno che all’improvviso aveva cessato di esistere «E se non la troverà, verrà a confidarsi con me e la cercheremo insieme. Me lo sono ripetuto così tante volte da convincermi, ed anche quando tutti mi dicevano che non potevo fidarmi, io ho creduto in te. E tu... tu li hai fatti entrare tu ad Hogwarts. Tu ci hai consegnati al suo esercito, tu hai permesso tutto questo.»
«Non credevo, non pensavo che– »
«Cosa, Draco? Non pensavi... cosa?» lo rimbeccò lei, gli occhi animati da un’ardore gelido e distruttivo, velenoso come il fiele che le scorreva nelle vene al posto del sangue «Non pensavi che ci sarebbe stata una guerra, che ci sarebbero stati dei morti?» la voce tremava, come una lastra sottilissima di ghiaccio che s’incrina pericolosamente.
«Io non... tu non capisci, non avevo scelta, non– »
«Sono STRONZATE!» l’urlo le uscì di bocca distorto dal disgusto e dalla rabbia, le mani che si appoggiavano sulle sue spalle per spingerlo con forza - tutta la forza che aveva - all’indietro, incapaci di restare ferma un secondo di più «C’è sempre una scelta, tu ne avevi una! Potevi scegliere di combattere contro la tua famiglia come avevi promesso... e non l’hai fatto.» una piccola lacrima dispettosa le scivolò lungo la guancia, e Ginny era piuttosto certa che fosse fatta di puro veleno perché ne sentiva il bruciore sulla pelle «E adesso Remus, Ninfadora, Lavanda, Fred» dovette chiudere gli occhi nel pronunciare il nome del fratello, perché le gambe le tremavano e non era sicura di poter proseguire senza rigettare anche l’anima «il loro sangue è sulle tue mani, e non c’è nulla che tu possa fare per lavarlo via.»
«Ginevra, ti prego...»
Draco aveva fatto un passo avanti, ma Ginny si era scostata indietro - un solo passo che sembrava aver aperto tra loro un enorme baratro senza fondo - scuotendo debolmente la testa. «Non voglio più parlarti.» non c’era più alcuna inflessione ad animare il suo tono, né alcun baluginio ad accendere il suo sguardo «Non voglio più vederti. Non voglio più sentire il tuo nome, non voglio più neanche pensare a te. Tu non esisti.»
«Ginevra...»
Aveva tentato di richiamarla, il Malfoy, ma l’altra gli aveva dato le spalle e se n’era andata senza più voltarsi indietro.

E da allora ha fatto di tutto per mantenere la promessa, Ginny: non l’hai più cercato, non ha più parlato di lui, e nel tempo ha imparato ad aprire il suo cuore a qualcun altro - Harry, pazientemente in attesa che la ragazza fosse pronta per lasciarsi amare da lui - ritrovando il sorriso, la serenità. Una pace incrinata sempre e solo dal ricordo di Draco, che di tanto in tanto riaffiorava tra i suoi pensieri o nei suoi sogni, e che ora sembra pericolosamente prossima a perdersi del tutto dopo quell’incontro inaspettato.
Per questo Harry ha stroncato i commenti caustici di Ron sul nascere, per questo Hermione guarda l’amica preoccupata: tutti possono immaginare a cosa la Weasley stia pensando, anche se poi i dettagli riguardano lei e lei soltanto.
«... forse è meglio andare, no?» a parlare è Hermione, lanciando un’occhiata veloce ad Harry e Ron «Non so voi, ma io ho parecchie cose da sistemare prima di poter tornare ad Hogwarts... come andare a comprare tutto il necessario a Diagon Alley!»
«Il necessario?»
«I libri, Ronald!» non è ovvio? «E probabilmente anche delle nuove divise scolastiche...»
«Miseriaccia!»
«Ginny, andiamo?»
È Harry a tenderle la mano dopo essersi alzato per primo, gli occhi verdi posati con intensità sulla ragazza che, dopo un istante lunghissimo, annuisce e sospira, sfiorando la sua mano nell’atto di tirarsi in piedi ed abbozzando un sorriso lieve: «Alla mamma prenderà un colpo quando lo saprà.» sono le prime parole che pronuncia con aria più distesa, in qualche modo leggera.
«Sì, appunto, vediamo di toglierci subito il pensiero andandoglielo a dire!» borbotta Ron, scompigliandosi i capelli e precedendo il quartetto verso le porte del Castello subito seguito da Harry e Ginny.
Hermione è l’ultima a muoversi, stiracchiandosi prima con le braccia sollevate in alto ed il corpo che si tende verso il cielo, lo sguardo a seguire il movimento delle dita che lentamente si agitano nel nulla: ed è così, a testa in su, che con la coda dell’occhio nota una figura ferma davanti ad una delle finestre del corridoio del terzo piano.
«Hermione, che fai? Andiamo!»
«Sì... arrivo!»
Draco Malfoy, chissà da quanto tempo e con quali pensieri per la testa, li stava osservando.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ChiccaG