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Autore: Fiore di Giada    11/10/2023    0 recensioni
[1/5/2006]
E' una storia fantasy incompiuta, in cui, probabilmente, avevo in programma di scrivere qualcosa di avventuroso. Lo stile è quello che è, con risultati anche comici. (Le fiamme che diventano uomini sono qualcosa di comico)
Posto anche questo (col relativo delirio di introduzione del post) per ricordare l'evoluzione della mia capacità di scrittura.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Si vede che sto oziosamente senza fare niente, ma mi ronza questo capitolo che, per chi (nessuno) segue la mia storia originale dico che sarà una scena futura (anche se diversa) della mia storia

PROLOGO

Era tutto terminato. La pianura era piena di cadaveri di soldati e un intenso e metallico odore di sangue si spandeva nell'aria, satura di pioggia.
Ben presto piovve. Prima gocce rade, poi un vero acquazzone, accompagnato da tuoni che squarciavano il cielo senza tregua, simili a laceranti scimitarre.
Un giovane di ventisette anni barcollava tra i cadaveri. Lo sguardo assente, quasi inconsapevole, stralunato, percorreva quei corpi senza vita, lacerati, devastati, colpiti dalla pioggia. Che cosa stava cercando? O meglio chi? Chi stava cercando, quasi senza accorgersene?
Sentì un gemito provenire da una massa di corpi e si riscosse.
Percorse pochi metri e, freneticamente, scostò i cadaveri, rivelando il corpo di un ragazzo di circa venticinque anni, con l'armatura squarciata nel pettorale e sotto la gola da due potenti fendenti, probabilmente causati da un'arma da taglio.
Gli sollevò la testa e lo guardò. No! Oramai non c'era più niente da fare! Quel colorito pallido e spento, quelle labbra livide... La morte aveva steso i suoi rapaci artigli su di lui...
"Perchè? Perchè deve finire così?" pensò tra sè.
"Temur... Pensi davvero che io sia malvagio... Dimmi... Lo... Lo pensi davvero? Pensi davvero... che il mio cuore sia così... così colmo di tenebra..." domandò ad un tratto il giovane che stava morendo.
"No Escar... Non lo penso..." mormorò Temur sentendo le lacrime scendere sul suo viso.
"A... Amico..." sussurrò il ragazzo più giovane, ma il fiato gli si spense in gola e rovesciò il capo all'indietro, senza vita.
Temur stralunato guardò il viso del suo amico. Non riusciva a crederci... Lo aveva visto combattere valorosamente contro almeno venti soldati da solo, poi quel colpo maledetto affondato nelle sue carni, sotto la gola e nel cuore... Un cuore che si voleva purificare dai crimini commessi e che nessuno aveva mai compreso nella sua dolcezza...
"Hai riscattato la tua vita... Amico mio, che la pace ti sia compagna..." commentò tra le lacrime.
Una freccia, sibilando, raggiunse Temur alla gamba.
Il giovane iniziò a sentire dolore nell'arto. Paralisi. Veleno. Veleno. Paralisi. Veleno. Morte. Morte certa.
Non provò neanche a togliersi la freccia. Che sarebbe servito? Non desiderava neanche vivere... Basta con le stragi, basta con le sofferenze!
"Amico mio, è arrivato anche troppo presto il momento di venire da te... Aspettami..." mormorò prima di precipitare nel buio.
   
 
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