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Autore: Fiore di Giada    11/10/2023    0 recensioni
[1/5/2006]
E' una storia fantasy incompiuta, in cui, probabilmente, avevo in programma di scrivere qualcosa di avventuroso. Lo stile è quello che è, con risultati anche comici. (Le fiamme che diventano uomini sono qualcosa di comico)
Posto anche questo (col relativo delirio di introduzione del post) per ricordare l'evoluzione della mia capacità di scrittura.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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6/5/2006

I CAPITOLO: Una prova d'amicizia

Fiamme danzanti che diventavano uomini. Uomini che diventavano fiamme. Urla di tenebra, laceranti e silenziose. Che stava succedendo? Non comprendeva.
Poi vide di nuovo la battaglia che si era consumata tra il suo esercito e quello dei mercenari del Drago Oscuro. Guerrieri e amazzoni che combattevano. Sangue, grida, odio.
Spade che si incrociavano con rumori di tuono. Frecce che saettavano veloci, colpendo i bersagli. Scudi che cozzavano con fracasso. Grida di feriti, metallico odore di sangue, gemiti di morti.
Un ragazzo combatteva con più furore degli altri. Un corpo statuario, capelli neri, occhi neri. La sua spada era micidiale, ovunque recava morte agli avversari.
Fulminea l'arma si abbatteva sugli avversari, troncando teste, squarciando petti. Il sangue schizzava, macchiando l'armatura di quel guerriero che giganteggiava tra tanti. Un'aura di morte sembrava accompagnare quel giovane guerriero. Il fuoco degli eroi antichi bruciava il cuore di quel guerriero. Un eroe immortale sembrava.
Ma anche gli eroi cadono.
Migliaia di guerrieri. Difesa disperata, coraggio indomito. Poi i colpi che trafiggevano il petto e la gola.
"Escar..."
Barcollava il giovane dai capelli neri. Debolezza. Debolezza sempre più accentuata.
Fiamma che attraversava l'animo.
Si rialzava barcollando, brandendo la spada e uccidendo i suoi avversari. Sembrava che la morte imminente desse una forza sovrumana a quel corpo ferito, rigato di sangue. La morte che chiedeva altra morte.
Poi la caduta. Troppo aveva chiesto al suo corpo morente quel giovane dal passato al servizio del Drago Oscuro, che l'amicizia aveva saputo redimere. Il suo corpo oramai chiedeva solo di abbandonarsi nelle braccia oscure della bellissima donna vestita di nero che, purtroppo, ha sempre la parola ultima su ogni vicenda.
Fine. Dove prima le spade cozzavano, le freccie saettavano, le lance trafiggevano ora c'era solo pioggia e silenzio. Silenzio e pioggia a coprire le ferite.
Lacrime che scorrono su un viso provato. Occhi colmi di dolore e orrore. Guerra. Solo guerra aveva vissuto. Che senso aveva? Che senso aveva troncare vite di uomini e donne che mai avevi conosciuto?
"Già... Che senso ha tutto questo?" balbettava con voce spenta. Perchè l'esercito del Drago e del Drago Oscuro si dovevano scontrare? Perchè questa carneficina? Perchè queste lacrime? Solo per il desiderio di potere...
"Escar..." mormorò Temur ad un tratto impallidendo paurosamenye. L'amico era dinanzi a lui, ferito, insanguinato, triste e gli porgeva le braccia...
Lentamente gli si avvicinò.
"Temur... " sussurrò il ragazzo più giovane abbracciandolo.
"Escar... Ma tu piangi... Perchè?" domandò l'altro. Sentiva le lacrime di sangue di colui che dai suoi compagni era detto "il demone" a causa del suo passato al servizio del Drago Oscuro... Perchè? Non lo aveva mai visto piangere e singhiozzare... Era sempre stato duro e deciso, sia quando era combattente al servizio del Drago Oscuro sia quando aveva deciso di mutare la sua vita, mettendo i suoi poteri al servizio del Drago Divino... Lo scopo era cambiato, il carattere no! Deciso e tagliente come la lama di una spada! E ora piangeva... Lacrime di dolore autentico e di sofferenza solcavano le sue guance, trafiggendogli il cuore. Temur quasi sentiva la sua sofferenza... Era come se le lacrime avessero ferito anche il suo cuore, che ora sanguinava e bruciava di dolore infinito...
"Tu stai morendo... E non è giusto... Non meriti di morire... Tanto hai ancora da dare a questo mondo..."
Tacque e, dolcemente, lo scostò da sè. Per alcuni istanti lo fissò, silenzioso. Avevano trascorso un anno insieme e in quel periodo era cambiato tantissimo, pur restando sempre se stesso... La sua figura aveva perduto l'armonia dolce e delicata delle forme dell'adolescenza, acquisendo però una nuova bellezza, la bellezza della piena giovinezza e il suo viso era diventato più virile, senza che i suoi occhi chiari perdessero la loro dolcezza e vivacità....
"Amico mio, per quanto io sia cambiato, conosco ancora alcune magie che praticava l'esercito del Drago Oscuro. Come ben sai le ho usate per distruggere vite innocenti, ora però... Ora però intendo usarle per uno scopo nobile, ossia quello di salvarti la vita. Una vita che non merita di essere distrutta per colpa di un rinnegato come me!" mormorò con tristezza Escar.
"Rinnegato? Amico mio che stai dicendo? Il tuo passato lo sai che per me non ha mai contato! Ho sempre avuto a cuore il tuo presente! E il tuo presente era quello di una persona nobile e generosa, sinceramente pentita dei suoi atti, che cercava di espiare le sue colpe! Ti prego, smetti di dire certe sciocchezze! Non conta quello che pensano gli altri di te, ma ciò che tu sei e le azioni del presente!" gridò Temur con rabbia.
L'altro ragazzo sorrise.
"Hai ragione. Non sarà certo in questo modo che potrò lasciarti un bel ricordo, dopo che ti avrò donato la mia luce dell'anima."
"Vuoi darmi la tua luce dell'anima? Sei impazzito? Essa stava iniziando a brillare sempre più luminosa perchè ti stavi riscattando dai tuoi peccati. Se la donerai a me, ti attenderà un inferno eterno. Non farlo, non sopporterei che tu soffrissi a causa mia." obiettò con dolore Temur.
Un gesto di diniego fu la risposta di Escar.
"Che mi importa dell'inferno? Comunque sarebbe andata, avrei dovuto essere punito... Sarà il Drago Divino a decidere di me e della mia sorte... E poi, l'inferno che mi attende sarebbe per me meno doloroso del sapere che tu sei morto, senza che io abbia fatto niente per salvarti." replicò pacatamente il giovane con un triste sorriso.
"Amico..." balbettò Temur con gli occhi colmi di lacrime. Non sapeva che cosa dire... Escar avrebbe potuto salvarsi... I poteri che aveva ricevuto dal Drago Nero erano comunque tanto forti da permettergli di ritornare sulla terra, però lui voleva salvare la sua misera, inutile vita... E come se non bastasse, se si fosse privato della luce dell'anima il Drago Divino l'avrebbe condannato ad un inferno eterno... Ma lui sembrava non preoccuparsene...
"Ti voglio bene." balbettò e, in un slancio d'istinto, spalancò le sue braccia e strinse a sè il compagno di tante imprese.
Malinconico, sereno, il guerriero più giovane sorrise e gli accarezzò i capelli neri, non trattenendosi dal piangere lacrime di gioia e di dolore. Era felice che presto Temur si sarebbe salvato, ma la tristezza opprimeva il suo animo... Non avrebbero mai più lottato fianco a fianco, spalla a spalla...
Poi un sorriso illuminò il suo volto. Cosa importava? Il figlio del Drago Divino si sarebbe salvato e questa lunga guerra avrebbe avuto fine... Mai più sofferenza e strage, mai più dolore... Solo la luce della pace a squarciare la tenebra di una guerra che oramai andava avanti da trecento lunghi anni...
Staccò da sè l'amico e, senza esitare, con un colpo deciso della spada, si trafisse il torace, lasciando che da esso schizzasse del sangue che, ben preso, si trasformò in un gioiello luminoso, di uno stupendo blu cobalto talmente intenso da sprofondare quasi nel nero.
"Non avere paura. La mia malvagità non contaminerà la tua purezza, perchè essa è limpida e sincera e ha conosciuto il male... Sarà un'arma in più perchè il male si può battere conoscendolo anche nei suoi aspetti più degradanti..." sorrise il giovane che un tempo era stato al servizio del Drago Oscuro-
"Luce dell'anima io supplice ti invoco e accendi in costui della vita il fuoco!" gridò Escar con voce decisa e ben presto una accecante luce blu investì Temur.
Vita che bruciava. Sangue che scorreva. Muscoli che si tendevano. Occhi che riprendevano a vedere. Forze che tornavano. La vita stava tornando a scorrere, prepotente dentro il suo corpo piegato dal veleno e dalle sofferenze. E di questo solo colui che sprezzantemente veniva chiamato "il demone"! Lui stava rinunciando alla sua vita per salvare la sua!
"Funziona... Allora non avevo perso del tutto i miei poteri..." ridacchiò ironico il ragazzo più giovane.
D'improvviso il corpo di Escar iniziò a scomparire.
"Lo sapevo... Il Drago Divino vuole la mia anima. Bene, sono pronto. Può fare di me quello che vuole!" disse il ragazzo con tono deciso. Aveva salvato il suo amico e non aveva paura... L'inferno eterno non lo spaventava, anzi quasi desiderava andarci... Attendeva la sua punizione con gioia...
Temur impallidì. No! No! Il Drago Divino stava reclamando l'anima di Escar! Doveva impedire che si compisse una morte inutile!
"Amico no!"No! Non doveva finire così! Non meritava una fine così atroce solo per avere voluto salvargli la vita! Meritava ancora una possibilità! Perchè non volevano concedergliela?
La luce dell'anima divenne più forte e impedì ai due amici di vedersi.
"No!" gridò tra le lacrime il figlio del Drago Divino.
"Vivi e lotta per la pace! Non arrenderti mai amico! Io sarò sempre al tuo fianco, anche quando le fiamme dell'inferno mi distruggeranno le carni!" replicò dolcemente l'amico prima di scomparire nella luce.
Così perse la vita Escar, colui che era stato uno spietato mercenario del Drago Oscuro e che l'amicizia aveva redento.
prova d'amicizia

Fiamme danzanti che diventavano uomini. Uomini che diventavano fiamme. Urla di tenebra, laceranti e silenziose. Che stava succedendo? Non comprendeva.
Poi vide di nuovo la battaglia che si era consumata tra il suo esercito e quello dei mercenari del Drago Oscuro. Guerrieri e amazzoni che combattevano. Sangue, grida, odio.
Spade che si incrociavano con rumori di tuono. Frecce che saettavano veloci, colpendo i bersagli. Scudi che cozzavano con fracasso. Grida di feriti, metallico odore di sangue, gemiti di morti.
Un ragazzo combatteva con più furore degli altri. Un corpo statuario, capelli neri, occhi neri. La sua spada era micidiale, ovunque recava morte agli avversari.
Fulminea l'arma si abbatteva sugli avversari, troncando teste, squarciando petti. Il sangue schizzava, macchiando l'armatura di quel guerriero che giganteggiava tra tanti. Un'aura di morte sembrava accompagnare quel giovane guerriero. Il fuoco degli eroi antichi bruciava il cuore di quel guerriero. Un eroe immortale sembrava.
Ma anche gli eroi cadono.
Migliaia di guerrieri. Difesa disperata, coraggio indomito. Poi i colpi che trafiggevano il petto e la gola.
"Escar..."
Barcollava il giovane dai capelli neri. Debolezza. Debolezza sempre più accentuata.
Fiamma che attraversava l'animo.
Si rialzava barcollando, brandendo la spada e uccidendo i suoi avversari. Sembrava che la morte imminente desse una forza sovrumana a quel corpo ferito, rigato di sangue. La morte che chiedeva altra morte.
Poi la caduta. Troppo aveva chiesto al suo corpo morente quel giovane dal passato al servizio del Drago Oscuro, che l'amicizia aveva saputo redimere. Il suo corpo oramai chiedeva solo di abbandonarsi nelle braccia oscure della bellissima donna vestita di nero che, purtroppo, ha sempre la parola ultima su ogni vicenda.
Fine. Dove prima le spade cozzavano, le freccie saettavano, le lance trafiggevano ora c'era solo pioggia e silenzio. Silenzio e pioggia a coprire le ferite.
Lacrime che scorrono su un viso provato. Occhi colmi di dolore e orrore. Guerra. Solo guerra aveva vissuto. Che senso aveva? Che senso aveva troncare vite di uomini e donne che mai avevi conosciuto?
"Già... Che senso ha tutto questo?" balbettava con voce spenta. Perchè l'esercito del Drago e del Drago Oscuro si dovevano scontrare? Perchè questa carneficina? Perchè queste lacrime? Solo per il desiderio di potere...
"Escar..." mormorò Temur ad un tratto impallidendo paurosamenye. L'amico era dinanzi a lui, ferito, insanguinato, triste e gli porgeva le braccia...
Lentamente gli si avvicinò.
"Temur... " sussurrò il ragazzo più giovane abbracciandolo.
"Escar... Ma tu piangi... Perchè?" domandò l'altro. Sentiva le lacrime di sangue di colui che dai suoi compagni era detto "il demone" a causa del suo passato al servizio del Drago Oscuro... Perchè? Non lo aveva mai visto piangere e singhiozzare... Era sempre stato duro e deciso, sia quando era combattente al servizio del Drago Oscuro sia quando aveva deciso di mutare la sua vita, mettendo i suoi poteri al servizio del Drago Divino... Lo scopo era cambiato, il carattere no! Deciso e tagliente come la lama di una spada! E ora piangeva... Lacrime di dolore autentico e di sofferenza solcavano le sue guance, trafiggendogli il cuore. Temur quasi sentiva la sua sofferenza... Era come se le lacrime avessero ferito anche il suo cuore, che ora sanguinava e bruciava di dolore infinito...
"Tu stai morendo... E non è giusto... Non meriti di morire... Tanto hai ancora da dare a questo mondo..."
Tacque e, dolcemente, lo scostò da sè. Per alcuni istanti lo fissò, silenzioso. Avevano trascorso un anno insieme e in quel periodo era cambiato tantissimo, pur restando sempre se stesso... La sua figura aveva perduto l'armonia dolce e delicata delle forme dell'adolescenza, acquisendo però una nuova bellezza, la bellezza della piena giovinezza e il suo viso era diventato più virile, senza che i suoi occhi chiari perdessero la loro dolcezza e vivacità....
"Amico mio, per quanto io sia cambiato, conosco ancora alcune magie che praticava l'esercito del Drago Oscuro. Come ben sai le ho usate per distruggere vite innocenti, ora però... Ora però intendo usarle per uno scopo nobile, ossia quello di salvarti la vita. Una vita che non merita di essere distrutta per colpa di un rinnegato come me!" mormorò con tristezza Escar.
"Rinnegato? Amico mio che stai dicendo? Il tuo passato lo sai che per me non ha mai contato! Ho sempre avuto a cuore il tuo presente! E il tuo presente era quello di una persona nobile e generosa, sinceramente pentita dei suoi atti, che cercava di espiare le sue colpe! Ti prego, smetti di dire certe sciocchezze! Non conta quello che pensano gli altri di te, ma ciò che tu sei e le azioni del presente!" gridò Temur con rabbia.
L'altro ragazzo sorrise.
"Hai ragione. Non sarà certo in questo modo che potrò lasciarti un bel ricordo, dopo che ti avrò donato la mia luce dell'anima."
"Vuoi darmi la tua luce dell'anima? Sei impazzito? Essa stava iniziando a brillare sempre più luminosa perchè ti stavi riscattando dai tuoi peccati. Se la donerai a me, ti attenderà un inferno eterno. Non farlo, non sopporterei che tu soffrissi a causa mia." obiettò con dolore Temur.
Un gesto di diniego fu la risposta di Escar.
"Che mi importa dell'inferno? Comunque sarebbe andata, avrei dovuto essere punito... Sarà il Drago Divino a decidere di me e della mia sorte... E poi, l'inferno che mi attende sarebbe per me meno doloroso del sapere che tu sei morto, senza che io abbia fatto niente per salvarti." replicò pacatamente il giovane con un triste sorriso.
"Amico..." balbettò Temur con gli occhi colmi di lacrime. Non sapeva che cosa dire... Escar avrebbe potuto salvarsi... I poteri che aveva ricevuto dal Drago Nero erano comunque tanto forti da permettergli di ritornare sulla terra, però lui voleva salvare la sua misera, inutile vita... E come se non bastasse, se si fosse privato della luce dell'anima il Drago Divino l'avrebbe condannato ad un inferno eterno... Ma lui sembrava non preoccuparsene...
"Ti voglio bene." balbettò e, in un slancio d'istinto, spalancò le sue braccia e strinse a sè il compagno di tante imprese.
Malinconico, sereno, il guerriero più giovane sorrise e gli accarezzò i capelli neri, non trattenendosi dal piangere lacrime di gioia e di dolore. Era felice che presto Temur si sarebbe salvato, ma la tristezza opprimeva il suo animo... Non avrebbero mai più lottato fianco a fianco, spalla a spalla...
Poi un sorriso illuminò il suo volto. Cosa importava? Il figlio del Drago Divino si sarebbe salvato e questa lunga guerra avrebbe avuto fine... Mai più sofferenza e strage, mai più dolore... Solo la luce della pace a squarciare la tenebra di una guerra che oramai andava avanti da trecento lunghi anni...
Staccò da sè l'amico e, senza esitare, con un colpo deciso della spada, si trafisse il torace, lasciando che da esso schizzasse del sangue che, ben preso, si trasformò in un gioiello luminoso, di uno stupendo blu cobalto talmente intenso da sprofondare quasi nel nero.
"Non avere paura. La mia malvagità non contaminerà la tua purezza, perchè essa è limpida e sincera e ha conosciuto il male... Sarà un'arma in più perchè il male si può battere conoscendolo anche nei suoi aspetti più degradanti..." sorrise il giovane che un tempo era stato al servizio del Drago Oscuro-
"Luce dell'anima io supplice ti invoco e accendi in costui della vita il fuoco!" gridò Escar con voce decisa e ben presto una accecante luce blu investì Temur.
Vita che bruciava. Sangue che scorreva. Muscoli che si tendevano. Occhi che riprendevano a vedere. Forze che tornavano. La vita stava tornando a scorrere, prepotente dentro il suo corpo piegato dal veleno e dalle sofferenze. E di questo solo colui che sprezzantemente veniva chiamato "il demone"! Lui stava rinunciando alla sua vita per salvare la sua!
"Funziona... Allora non avevo perso del tutto i miei poteri..." ridacchiò ironico il ragazzo più giovane.
D'improvviso il corpo di Escar iniziò a scomparire.
"Lo sapevo... Il Drago Divino vuole la mia anima. Bene, sono pronto. Può fare di me quello che vuole!" disse il ragazzo con tono deciso. Aveva salvato il suo amico e non aveva paura... L'inferno eterno non lo spaventava, anzi quasi desiderava andarci... Attendeva la sua punizione con gioia...
Temur impallidì. No! No! Il Drago Divino stava reclamando l'anima di Escar! Doveva impedire che si compisse una morte inutile!
"Amico no!"No! Non doveva finire così! Non meritava una fine così atroce solo per avere voluto salvargli la vita! Meritava ancora una possibilità! Perchè non volevano concedergliela?
La luce dell'anima divenne più forte e impedì ai due amici di vedersi.
"No!" gridò tra le lacrime il figlio del Drago Divino.
"Vivi e lotta per la pace! Non arrenderti mai amico! Io sarò sempre al tuo fianco, anche quando le fiamme dell'inferno mi distruggeranno le carni!" replicò dolcemente l'amico prima di scomparire nella luce.
Così perse la vita Escar, colui che era stato uno spietato mercenario del Drago Oscuro e che l'amicizia aveva redento.I CAPITOLO: Una prova d'amicizia

Fiamme danzanti che diventavano uomini. Uomini che diventavano fiamme. Urla di tenebra, laceranti e silenziose. Che stava succedendo? Non comprendeva.
Poi vide di nuovo la battaglia che si era consumata tra il suo esercito e quello dei mercenari del Drago Oscuro. Guerrieri e amazzoni che combattevano. Sangue, grida, odio.
Spade che si incrociavano con rumori di tuono. Frecce che saettavano veloci, colpendo i bersagli. Scudi che cozzavano con fracasso. Grida di feriti, metallico odore di sangue, gemiti di morti.
Un ragazzo combatteva con più furore degli altri. Un corpo statuario, capelli neri, occhi neri. La sua spada era micidiale, ovunque recava morte agli avversari.
Fulminea l'arma si abbatteva sugli avversari, troncando teste, squarciando petti. Il sangue schizzava, macchiando l'armatura di quel guerriero che giganteggiava tra tanti. Un'aura di morte sembrava accompagnare quel giovane guerriero. Il fuoco degli eroi antichi bruciava il cuore di quel guerriero. Un eroe immortale sembrava.
Ma anche gli eroi cadono.
Migliaia di guerrieri. Difesa disperata, coraggio indomito. Poi i colpi che trafiggevano il petto e la gola.
"Escar..."
Barcollava il giovane dai capelli neri. Debolezza. Debolezza sempre più accentuata.
Fiamma che attraversava l'animo.
Si rialzava barcollando, brandendo la spada e uccidendo i suoi avversari. Sembrava che la morte imminente desse una forza sovrumana a quel corpo ferito, rigato di sangue. La morte che chiedeva altra morte.
Poi la caduta. Troppo aveva chiesto al suo corpo morente quel giovane dal passato al servizio del Drago Oscuro, che l'amicizia aveva saputo redimere. Il suo corpo oramai chiedeva solo di abbandonarsi nelle braccia oscure della bellissima donna vestita di nero che, purtroppo, ha sempre la parola ultima su ogni vicenda.
Fine. Dove prima le spade cozzavano, le freccie saettavano, le lance trafiggevano ora c'era solo pioggia e silenzio. Silenzio e pioggia a coprire le ferite.
Lacrime che scorrono su un viso provato. Occhi colmi di dolore e orrore. Guerra. Solo guerra aveva vissuto. Che senso aveva? Che senso aveva troncare vite di uomini e donne che mai avevi conosciuto?
"Già... Che senso ha tutto questo?" balbettava con voce spenta. Perchè l'esercito del Drago e del Drago Oscuro si dovevano scontrare? Perchè questa carneficina? Perchè queste lacrime? Solo per il desiderio di potere...
"Escar..." mormorò Temur ad un tratto impallidendo paurosamenye. L'amico era dinanzi a lui, ferito, insanguinato, triste e gli porgeva le braccia...
Lentamente gli si avvicinò.
"Temur... " sussurrò il ragazzo più giovane abbracciandolo.
"Escar... Ma tu piangi... Perchè?" domandò l'altro. Sentiva le lacrime di sangue di colui che dai suoi compagni era detto "il demone" a causa del suo passato al servizio del Drago Oscuro... Perchè? Non lo aveva mai visto piangere e singhiozzare... Era sempre stato duro e deciso, sia quando era combattente al servizio del Drago Oscuro sia quando aveva deciso di mutare la sua vita, mettendo i suoi poteri al servizio del Drago Divino... Lo scopo era cambiato, il carattere no! Deciso e tagliente come la lama di una spada! E ora piangeva... Lacrime di dolore autentico e di sofferenza solcavano le sue guance, trafiggendogli il cuore. Temur quasi sentiva la sua sofferenza... Era come se le lacrime avessero ferito anche il suo cuore, che ora sanguinava e bruciava di dolore infinito...
"Tu stai morendo... E non è giusto... Non meriti di morire... Tanto hai ancora da dare a questo mondo..."
Tacque e, dolcemente, lo scostò da sè. Per alcuni istanti lo fissò, silenzioso. Avevano trascorso un anno insieme e in quel periodo era cambiato tantissimo, pur restando sempre se stesso... La sua figura aveva perduto l'armonia dolce e delicata delle forme dell'adolescenza, acquisendo però una nuova bellezza, la bellezza della piena giovinezza e il suo viso era diventato più virile, senza che i suoi occhi chiari perdessero la loro dolcezza e vivacità....
"Amico mio, per quanto io sia cambiato, conosco ancora alcune magie che praticava l'esercito del Drago Oscuro. Come ben sai le ho usate per distruggere vite innocenti, ora però... Ora però intendo usarle per uno scopo nobile, ossia quello di salvarti la vita. Una vita che non merita di essere distrutta per colpa di un rinnegato come me!" mormorò con tristezza Escar.
"Rinnegato? Amico mio che stai dicendo? Il tuo passato lo sai che per me non ha mai contato! Ho sempre avuto a cuore il tuo presente! E il tuo presente era quello di una persona nobile e generosa, sinceramente pentita dei suoi atti, che cercava di espiare le sue colpe! Ti prego, smetti di dire certe sciocchezze! Non conta quello che pensano gli altri di te, ma ciò che tu sei e le azioni del presente!" gridò Temur con rabbia.
L'altro ragazzo sorrise.
"Hai ragione. Non sarà certo in questo modo che potrò lasciarti un bel ricordo, dopo che ti avrò donato la mia luce dell'anima."
"Vuoi darmi la tua luce dell'anima? Sei impazzito? Essa stava iniziando a brillare sempre più luminosa perchè ti stavi riscattando dai tuoi peccati. Se la donerai a me, ti attenderà un inferno eterno. Non farlo, non sopporterei che tu soffrissi a causa mia." obiettò con dolore Temur.
Un gesto di diniego fu la risposta di Escar.
"Che mi importa dell'inferno? Comunque sarebbe andata, avrei dovuto essere punito... Sarà il Drago Divino a decidere di me e della mia sorte... E poi, l'inferno che mi attende sarebbe per me meno doloroso del sapere che tu sei morto, senza che io abbia fatto niente per salvarti." replicò pacatamente il giovane con un triste sorriso.
"Amico..." balbettò Temur con gli occhi colmi di lacrime. Non sapeva che cosa dire... Escar avrebbe potuto salvarsi... I poteri che aveva ricevuto dal Drago Nero erano comunque tanto forti da permettergli di ritornare sulla terra, però lui voleva salvare la sua misera, inutile vita... E come se non bastasse, se si fosse privato della luce dell'anima il Drago Divino l'avrebbe condannato ad un inferno eterno... Ma lui sembrava non preoccuparsene...
"Ti voglio bene." balbettò e, in un slancio d'istinto, spalancò le sue braccia e strinse a sè il compagno di tante imprese.
Malinconico, sereno, il guerriero più giovane sorrise e gli accarezzò i capelli neri, non trattenendosi dal piangere lacrime di gioia e di dolore. Era felice che presto Temur si sarebbe salvato, ma la tristezza opprimeva il suo animo... Non avrebbero mai più lottato fianco a fianco, spalla a spalla...
Poi un sorriso illuminò il suo volto. Cosa importava? Il figlio del Drago Divino si sarebbe salvato e questa lunga guerra avrebbe avuto fine... Mai più sofferenza e strage, mai più dolore... Solo la luce della pace a squarciare la tenebra di una guerra che oramai andava avanti da trecento lunghi anni...
Staccò da sè l'amico e, senza esitare, con un colpo deciso della spada, si trafisse il torace, lasciando che da esso schizzasse del sangue che, ben preso, si trasformò in un gioiello luminoso, di uno stupendo blu cobalto talmente intenso da sprofondare quasi nel nero.
"Non avere paura. La mia malvagità non contaminerà la tua purezza, perchè essa è limpida e sincera e ha conosciuto il male... Sarà un'arma in più perchè il male si può battere conoscendolo anche nei suoi aspetti più degradanti..." sorrise il giovane che un tempo era stato al servizio del Drago Oscuro-
"Luce dell'anima io supplice ti invoco e accendi in costui della vita il fuoco!" gridò Escar con voce decisa e ben presto una accecante luce blu investì Temur.
Vita che bruciava. Sangue che scorreva. Muscoli che si tendevano. Occhi che riprendevano a vedere. Forze che tornavano. La vita stava tornando a scorrere, prepotente dentro il suo corpo piegato dal veleno e dalle sofferenze. E di questo solo colui che sprezzantemente veniva chiamato "il demone"! Lui stava rinunciando alla sua vita per salvare la sua!
"Funziona... Allora non avevo perso del tutto i miei poteri..." ridacchiò ironico il ragazzo più giovane.
D'improvviso il corpo di Escar iniziò a scomparire.
"Lo sapevo... Il Drago Divino vuole la mia anima. Bene, sono pronto. Può fare di me quello che vuole!" disse il ragazzo con tono deciso. Aveva salvato il suo amico e non aveva paura... L'inferno eterno non lo spaventava, anzi quasi desiderava andarci... Attendeva la sua punizione con gioia...
Temur impallidì. No! No! Il Drago Divino stava reclamando l'anima di Escar! Doveva impedire che si compisse una morte inutile!
"Amico no!"No! Non doveva finire così! Non meritava una fine così atroce solo per avere voluto salvargli la vita! Meritava ancora una possibilità! Perchè non volevano concedergliela?
La luce dell'anima divenne più forte e impedì ai due amici di vedersi.
"No!" gridò tra le lacrime il figlio del Drago Divino.
"Vivi e lotta per la pace! Non arrenderti mai amico! Io sarò sempre al tuo fianco, anche quando le fiamme dell'inferno mi distruggeranno le carni!" replicò dolcemente l'amico prima di scomparire nella luce.
Così perse la vita Escar, colui che era stato uno spietato mercenario del Drago Oscuro e che l'amicizia aveva redento.
   
 
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