"Sali" disse il ragazzo con tono perentorio "ti porto a casa io" e porse alla ragazza che gli stava la fianco un casco. Lei prese quello che il suo fidanzato le stava porgendo, se lo mise e poi con non poco timore salì sulla moto. "Ti prego Andrea vai piano, lo sai che ho paura" disse Matilde con una voce flebile. Il ragazzo si girò verso di lei, si alzò la visiera del casco in modo che i loro occhi si incontrassero e con tono serio chiese "Ti fidi di me?" La ragazza annuì soltanto, allora Andrea si rigirò in avanti ed entrambi si abbassarono la visiera prima di partire. Durante quel tragitto Matilda era appiccicata alla schiena del suo fidanzato, terrorizzata all'idea di cadere. Andrea, al contrario, era tranquillo e anzi non pensava che sarebbe mai potuta accadere una cosa così bella: la sua ragazza che si teneva stretto a lui, sulla sua adoratissima moto che sfrecciava sulla strada. Il ragazzo era quasi convinto di star sognando, oppure di essere arrivato in paradiso senza saperlo. Arrivarono alla casa di lei. "Tieni il caso" disse lui "Nel caso servisse un'altra volta." Dicendo questo i due si diedero la buonanotte con un bacio e Andrea ripartì. Decise di prendere la strada più lunga, voleva ancora assaporare quel brivido che l'adrenalina gli regalava, ricordando gli istanti appena passati. Si sentiva potentissimo, indistruttibile quasi come niente e nessuno avrebbero mai potuto ferirlo. 
Infine anche lui arrivò a casa. Andrea si ripromise di portare Matilde più spesso a fare un giro sulla sua bambina, perché di quella sensazione sicuramente non era sazio.