Film > The Phantom of the Opera
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Autore: Sweet Intoxication    18/10/2023    0 recensioni
Il seguito di Save Me, fanfiction ispirata a The Phantom Of The Opera. Buona lettura!
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: Sul ponte sventola bandiera bianca


“When you’re down and troubled
And you need a helping hand
And nothing, whoa nothing is going right.
Close your eyes and think of me
And soon I will be there
To brighten up even your darkest nights.

You just call out my name,
And you know whereever I am
I’ll come running, oh yeah baby
To see you again.
Winter, spring, summer, or fall,
All you have to do is call
And I’ll be there, yeah, yeah, yeah.
You’ve got a friend.”


James Taylor




Le ruote della carrozza scricchiolavano sulla strada campagnola.
I due passeggeri sedevano uno di fronte all’altro, in silenzio, assorti nei propri pensieri.
Raoul sollevò lo sguardo sul suo compagno di viaggio: sedeva composto, le braccia conserte, gli occhi chiusi, ma la sua espressione concentrata lasciava intendere che non stesse dormendo.
Raoul non riusciva ancora a credere all’incredibile cambiamento subito da Erik durante quel lasso di tempo: la sua prima impressione era stata che il famoso Fantasma dell’Opera dal volto sfigurato, assassino spietato ed incomparabile genio artistico, avesse fatto un patto col Diavolo in persona per ottenere la guarigione dalle piaghe del suo viso ed una seconda giovinezza. Poi Raoul aveva compreso: no, Lucifero non c’entrava. La magica cura che aveva salvato Erik era una fanciulla bella e gentile di nome Estelle. Anche il Visconte era stato conquistato dalla grazia e dalla dolcezza della donna; come era possibile restare indifferenti di fronte a quegli occhi blu come il cielo, a quel sorriso incantevole ed a quella voce dolce e rassicurante? Ma non si trattava solo di questo, pensò Raoul. Estelle era riuscita a comprendere ciò che il mondo intero, pavido ed egoista, aveva ignorato: lei aveva visto l’uomo dietro il Fantasma, il bambino ferito ed impaurito dietro l’assassino freddo ed ossessionato, la vera bellezza dietro la pelle piagata e ritorta.....
Forse Erik era davvero così, ed anche Christine l’aveva capito....Raoul non potè fare a meno ripensare alle parole pronunciate dalla sua amata tre anni prima nel fetido covo del Fantasma:

“Pitiful creature of darkness,
what kind of life have you known?

God gave courage to show you,
you are not alone!”


E poi....il bacio. Il bacio catartico che li aveva salvati tutti, rompendo il muro di tenebra che avvolgeva la mente del Fantasma.

Il pensiero della sua Christine, il suo angelo, così buona e bella strinse il cuore di Raoul. Guardò ancora Erik: quell’uomo era stato miracolato e redento, ed ora era la sua ultima speranza per salvare la sua amata.
Il Visconte ripensò ai due bellissimi bambini che avevano abbracciato Erik ed al modo commovente con cui si era congedato da Estelle: questo era il suo sogno, questo era ciò che desiderava per sè e per Christine, ed avrebbe fatto qualunque cosa perchè si avverasse.

Volse lo sguardo al paesaggio che scorreva fuori dal finestrino e sospirò.

“Avete una bellissima famiglia, Erik”.

Erik aprì gli occhi e lo guardò incuriosito: l’espressione del Visconte era triste ed assorta. Erik poteva immaginare quali pensieri stessero attraversando la mente di Raoul in quel momento, e pensò con ironia a quanto fosse stato beffardo il destino: lui, il suo acerrimo rivale, il Fantasma dell’Opera che per anni aveva terrorizzato il mondo lasciando dietro di sè una scia di morte e distruzione, ora viveva felice con la propria famiglia, mentre Raoul e Christine, benedetti da beltà, bontà ed agiatezza, si vedevano costretti ad affrontare un dolore immenso ed indelebile.

Finalmente, parlò:

“Mia moglie ed i miei figli sono quanto ho di più caro al mondo. Darei la vita per la loro felicità.”

Raoul non potè trattenere la propria curiosità:

“Permettete una domanda? La bimba....ecco, avrà almeno sei o sette anni e voi avete detto che vi siete sposato tre anni fa....”

Erik annuì e spiegò:

“Colette ha sette anni ed è figlia del primo marito di Estelle, Jacques, assasinato a Parigi da briganti quando la bambina aveva solo due anni. Non ricorda nulla del suo padre naturale. Quando Estelle ed io ci siamo sposati, l’ho adottata ufficialmente, ed ora ha sia il cognome del padre che il mio. E’ una creatura meravigliosa, e la amo come se fosse sangue del mio sangue.”

Mentre parlava della sua piccola Coco, gli occhi di Erik si riempirono di tenerezza ed orgoglio, e Raoul non potè fare a meno di provare una certa invidia. Sempre più incuriosito, chiese ad Erik come avesse conosciuto Estelle, e Erik iniziò a raccontare tutti gli avvenimenti a partire dalla terribile notte dell’ incendio all’Opera Populaire. Parlò del viaggio in barca sotto la pioggia, del suo risveglio a casa di Estelle e di come si erano innamorati perdutamente l’uno dell’altra nel giro di pochissimo tempo, quasi fossero le due metà della stessa anima.

Raoul sapeva che tutto ciò che diceva era vero: Erik non aveva mai guardato Christine nel modo in cui guardava Estelle; quello che li legava era un amore totalmente puro e senza ombre.

Raoul sospirò di nuovo, e la sua voce era piena di tristezza:

“Non avrei mai pensato di poterlo dire, ma.....io vi invidio, Erik.”

Ecco. Aveva ammesso la sua sconfitta. Era inutile negarlo ancora: Erik aveva vinto. Tuttavia, Raoul pensò che non gli importava umiliarsi di fronte al suo antico nemico, purchè lo aiutasse a salvare ciò che aveva di più caro: Christine.

Erik sentì una strana sensazione attraversargli il petto: tre anni prima vedere il Visconte De Chagny gettare la spugna in quel modo lo avrebbe riempito di gioia rabbiosa, ma ora si sentiva triste per lui. Troppe cose erano cambiate, lui compreso. Ora sentiva il bisogno di aiutare quest’uomo e Christine a ritrovare la felicità.

“La riavrete, Raoul”

Il Visconte trasalì.

“C...Cosa?”

“Christine. Vi aiuterò a salvarla dalle tenebre della sua mente. Ve lo giuro.”

Gli occhi di Raoul si riempirono di lacrime.

“Grazie. Voi siete la mia unica speranza.”

I due uomini si strinsero la mano, e sentirono che quel gesto non era una semplice dichiarazione di pace, ma l’inizio di una nuova, inaspettata amicizia.

 

 

  
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