Anime & Manga > Slayers
Segui la storia  |       
Autore: Tye Menkauhor    16/09/2009    1 recensioni
Ciao a tutti! Questa storia è ambientata qualche tempo dopo la serie try. Lina e Gourry hanno una loro meta, ma l'arrivo di due nuovi persoanggi sconvolgerà i piani di tutti, guidandoli verso i guai!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse, Personaggio originale, Amelia, Zelgadis Greywords
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 10

Capitolo 10

 

S

i era girata e rigirata nel letto, senza riuscire a prendere sonno. Sognare di nuovo la loro morte la spaventava così tanto? Dopo tutto quello che aveva combinato, poteva la morte dei suoi genitori essere ritenuta un valido motivo, maggiore dei sensi di colpa, per non riuscire a dormire? Certo, erano sua madre e suo padre, non degli sconosciuti... ma erano passati 13 anni ormai. E non aveva visto i loro occhi implorare pietà mentre la sua mano calava a staccar loro la testa o a finire le loro vite in modi molto più atroci...

   La migliore...

   ...quante volte Xellos glielo aveva ripetuto. Lei era la migliore di tutti quelli che aveva addestrato. In soli sette anni aveva appreso praticamente tutto quello che c’era da apprendere sugli incantesimi dei demoni. Forse sarebbe bastato un unico anno in più, e sarebbe stata al suo livello... al livello del maestro. Xellos... dove era finito? Non si era fatto vivo per tutto il giorno. Ma in fondo, che gliene importava? Che andasse al diavolo, e si togliesse dai piedi! ... Era ciò che pensava davvero? In sette lunghi anni, per lei quel demone era stato padre, fratello, maestro... e... NO! Scosse la testa, allontanando quel pensiero. Non doveva nemmeno pensare ad una cosa del genere! Era innaturale, era solo una ragazzina allora, pronta ad affezionarsi a chiunque le dava sostegno e le faceva i complimenti. E di sostegno, Xellos gliene dava parecchio... aveva un progetto ambizioso, che non le aveva mai rivelato. Sapeva solo che riguardava lei, il suo futuro in mezzo ai demoni... forse voleva farla diventare un priest come lui? Nonostante fosse un essere umano? “Già, dimenticavo che lui non lo sapeva... una “mista”... un ibrido... peccato che lo sia, ma non di un umano e un demone...” pensò, portandosi alla finestra, e sbirciando il piccolo cortile interno della locanda,  zeppo di barili e assi di legno per le riparazioni. Quella presunta, e quasi certa, eredità elfica, cominciava a pesarle. Era più di quello che aveva sempre creduto. Cos’era? Mezza umana? Mezza elfa? Mezza demone?

   Il suo sguardo si indurì. E suo fratello? Povero Will... chiedeva disperatamente la sua fiducia, ma come poteva fidarsi di lui? Forse non capiva quanto simili, e quanto differenti fossero in fondo. Lei era potente, aveva anche quella parte demoniaca da tenere a bada... si sarebbe pensato che tra i due fosse la più pericolosa. Ma non era così. William aveva un potere di molto superiore. Perchè? Non discendevano entrambi dagli stessi nonni o bisnonni elfi? Per quale motivo la differenza tra loro era così enorme? Era anche il secondo genito! Forse, perchè è il figlio maschio? Come se l’eredità magica potesse scegliere il proprio erede... possibile? “E’ assurdo!”

   Non bastava doversi subire lo sguardo deluso di Will, a cui aveva negato l’appoggio, ma doveva anche fare i conti con gli altri quattro. Perchè fidarsi di lei, quando invece sentiva benissimo che avevano dubbi enormi sul suo ruolo, sulla sua natura? Era tutto sempre più difficile... solo tre giorni prima, quando ancora quel viscido demone con 100 occhi non li aveva attaccati, era tutto diverso. Tutto sarebbe stato diverso se Will non avesse dato dimostrazione di quello che celava in lui, spaventandoli tutti quanti. Prima che lei...

   Affondò il viso tra le mani, mordendosi il labbro. Come aveva fatto a perdere il controllo a quel modo? Erano bastate due parole di Xellos, uno sguardo di disprezzo, ed era esplosa! Avrebbe potuto ucciderli... anche Will... non ricordava nulla di preciso. Solo un’energia violenta che la percorreva, che la nutriva... le immagini erano sfuocate, veloci. Come aveva fatto a ridurre Zelgadiss a quel modo? Quale incantesimo aveva usato? Non lo ricordava... e come aveva fatto a liberarlo? Non conosceva un contro-incantesimo... aveva solo chiuso gli occhi, e chiesto aiuto. Il resto era venuto da sè. Non era la magia appresa da Xellos. Non era magia bianca o nera. Forse... forse era l’erdità elfica che si manifestava con antichi incantesimi sconosciuti?

   Aveva paura. Paura di se stessa, di quello che poteva fare agli altri... a suo fratello... “Potrei andarmene...” pensò sollevando il volto dalle mani. Non aveva pianto. Non lo avrebbe più fatto. Scosse la testa. Era davvero così vile da lasciarli per paura? Perchè non poteva fidarsi di se stessa quando loro erano pronti a farlo nonostante mille dubbi? “Perchè è così difficile?”.

   No, non sarebbe scappata con la coda tra le gambe. Avrebbe mostrato loro che poteva farcela. A patto che non le affidassero le loro vite. Li avrebbe aiutati e difesi, fin dove poteva arrivare, non oltre. Non voleva diventare un demone, non voleva rimanere un demone. Così poteva andare, no?

   Toccò distrattamente il ciondolo attorno al collo... una pietruzza liscia e levigata, fredda al tatto, bianca come la sua pelle. Fino a poche settimane prima era molto più ingombrante... aveva dovuto dividerla per poter ricavare il sigillo da dare a Will, per questo ora il suo potere era diminuito tantissimo e bastava a mala pena a sigillare in lei i poteri più forti. Ma non si era pentita di quello che aveva fatto. Sapeva che a Will il sigillo sarebbe bastato per un po’ di tempo: è più semplice sigillare qualcosa che non è mai uscito, rispetto a qualcosa che è in esercizio da anni. Se non avesse dato quel ciondolo a suo fratello, chissà a quest’ora dove sarebbero stati... “Sempre se a quest’ora ci sarebbe stato un posto dove essere...” pensò sconsolata.

   Pietra di Ialis. Così si chiamava. Non ricordava quel nome, ma era sicura che la grotta segnata su quella mappa, si riferisse alle pietre bianche, anche se non avevano trovato altre notizie in biblioteca. Chissà perchè, associava quella strana parola, con il significato di dolore. Riminescenze dell’elfico degli antenati? Mah!

    Quella che aveva se l’era procurata da un ciarlatano che si spacciava per esperto di pietre ed erbe magiche, e gliela aveva venduta come pietra in grado di aumentare gli incantesimi di guarigione. Inutile dire che aveva compreso quasi subito quali erano le sue vere caratteristiche! E da quel momento aveva cercato ogni possibile notizia su dove torvare altre pietre simili, ma aveva risentito solo antiche leggende, del tutto simili a quelle che le narravano i suoi genitori. “Potenti sigilli, sorti dal passaggio di un cieco in una caverna...”, una storia dal significato ormai perduto nei turbini del tempo e dell’oblio, troppo difficile da comprendere.

   Si sdraiò di nuovo sul letto, girandosi su un fianco. “Arriverò fino in fondo. Non mi tirerò indietro, questo almeno lo devo promettere a me, e a Will”. Strinse gli occhi con forza, e si tirò il lenzuolo fin sopra la testa.

 

   -Gourry?! Che ti è successo?- domandò Ameria, sorpresa di vedere che il ragazzo aveva un enorme bernoccolo al centro della testa. Lo spadaccino si grattò la nuca imbarazzato, con un mezzo sorriso. “Questo è per esserti intrufolato in camera di una fanciulla indifesa!” gli aveva gridato Lina dandogli una gomitata in testa, poco dopo essersi ripresa dall’incubo. Se voleva scaricare la tensione a quel modo, a Gourry poteva anche andare bene... senza esagerare!

   In quell’istante arrivò anche Lina al tavolo, e non degnò di nessun interesse il bitorzolo dell’amico. Segno che sapeva come se l’era procurato. Che sapeva CHI glielo aveva procurato... Ameria guardò prima l’uno, poi l’altra, infine sospirò, comprendendo che dovevano aver battibeccato come al solito.

   Al termine della colazione, gentilmente offerta loro da Omeltia stessa, Zirna si alzò, frugò nella sua sacca, e ne estrasse una copia della mappa. Non avevano avuto molto tempo la sera precedente per discorrere delle loro scoperte, e non era più il caso di perder tempo.

   Spostò i piatti che ingombravano il tavolo, e vi srotolò la mappa. Tre teste si sporsero per vedere meglio.

   -Noi tre ne abbiamo già discusso- cominciò la ragazza, riferendosi a Zelgadiss e Ameria.

   -Non ci sono molte soluzioni per raggiungere i Monti Kurgan. A sud il deserto è troppo profondo, rischieremmo solo di perderci e morire di sete. Bisogna aggirare il deserto procedendo verso est. Lo so’ in questo modo la strada è molto più lunga, ma a meno che voi non abbiate un modo comodo e sicuro per passare incolumi il deserto, non c’è altro sistema.- concluse sedendosi, e fissando Lina in volto. La maga esaminò la mappa: seguì con gli occhi la rotta che Zirna aveva tracciato muovendo il dito sul foglio, e si soffermò su una particolare valle. –La Valle della Nebbia?- chiese inarcando un sopracciglio.

   -Sembra che la situazione geologica sotterranea di quella zona sia instabile. Da quello che abbiamo potuto ricavare dai testi esaminati, è ricca di falde sotterranee calde, che però non affiorano, ma si manifestano con nebbie intense- spiegò Zelgadiss.

   -Temi che sia pericoloso?- domandò Ameria.

   -Mmh... dovremo stare molto attenti, per tutta la durata del viaggio- sussurrò seria Lina.

   -Ma noi come superiamo questa parte desertica?- domandò Gourry, grattandosi il mento con perplessità. Tra Dun’amth e la prima appendice della vegetazione, verso est, c’era ancora il deserto.

   -C’è una via carovaniera che giunge sino a Mahal, possiamo seguire quella. Il tragitto non è molto lungo, in una giornata dovremmo riuscire a superarlo- spiegò Ameria fissando gli occhi sulla mappa. –Certo che la allunghiamo di molto...- sussurrò.

   -Saranno minimo dieci giorni di viaggio- affermò Zirna incrociando le braccia.

   -Dieci se non troviamo ostacoli. Ma dubito che la cosa possa avverarsi- Lina si era alzata in piedi ed aveva afferrato la mappa per esaminarla più da vicino. –Zirna, hai copiato tutti i minimi particolari?- domandò osservando con curiosità uno strano simbolo posto a cavallo di uno dei passi montani che avrebbero dovuto attraversare.

   -Si. Ho cercato di riportare ogni cosa fedelmente- ammise la ragazza, con tono un po’ incerto.

   -Cos’è questo?- chiese la maga riposando la mappa e indicando il simbolo.

   -Mm... non lo so. Sul volume in cui ho trovato la mappa non c’era alcuna spiegazione per quel simbolo...- la bianca principessa corrugò la fronte.

   Zelgadiss si avvicinò per guardare meglio: -Forse è il simbolo di una tribù che si trova in quella zona. E’ probabile che i monti siano abitati, nessuno può escluderlo, no?- suggerì.

   -Eppure non mi piace...- commentò Lina tornando a sedersi pensierosa.

   -Lina, dov’è Xellos?- chiese Will cambiando discorso.

   La maga si guardò attorno sbattendo le palpebre. Il fatto che il demone non fosse presente le diede la spiegazione per il rilassamento della sua spina dorsale: in presenza di quelle creature era sempre tesa, come una sorta di rilevatore di demoni!

   -Sarà in giro a ficcare il naso e a prepararci qualche brutto scherzo- disse seccata.

   -Magari lui sapeva come dare una spiegazione per quel... coso!- sorrise il giovane, sperando che il demone comparisse dal nulla per dargli delle risposte.

   -Will, non fare affidamento su di lui. E’ un demone, c’è quando non lo vuoi tra i piedi, e quando ne hai bisogno non c’è mai!- si rivolse poi a Zirna, -Piuttosto, parlatemi di questa grotta: cosa avete scoperto? Che strano nome... Ialis-

   Il volto del Fantasma si era indurito: che diritto aveva lei di parlare a quel modo del suo maestro?

   -Non abbiamo scoperto niente!- rispose fredda. La fissarono tutti sorpresi per quel cambiamento repentino. La ragazza abbassò gli occhi e si calmò: -Purtroppo non c’erano informazioni da nessuna parte. Abbiamo rivoltato l’intera biblioteca, ma è stato inutile. Per il nome... io credo sia elfico...- propose in tono più pacato.

   Lina annuì e passò a fissare la chimera: -Che mi dici dei templi Zel?-

   -Una cosa molto interessante Lina. Il più piccolo deve avere almeno sette secoli-

   -Ne sei sicuro?! E’ vecchissimo! E... c’erano oggetti di valore?- domandò la maga sorridendo avidamente. Una goccia di sudore si materializzò sulle guance dei compagni.

   -Per un antiquario certamente, ma non c’è nulla in buono stato. Però una figura ricorre in entrambi i templi: un guerriero al comando di un gruppo di draghi. E’ raffigurato anche nel tempio più recente, ma qui piange seduto su un monte. Purtroppo le ricerche non hanno portato a nulla. Sembra... sembra quasi che abbiano fatto contro di lui una DAMNATIO MEMORIAE...- disse perplesso.

   -Una DAMA dello ZIO di chi?!- spalancò gli occhi lo spadaccino.

   -Ma te le lavi le orecchie al mattino?!- gridò Lina assestandogli una gomitata in testa, cosicchè un secondo bernoccolo fece capolino sulla testa bionda del giovane. –Una DAMNATIO MEMORIAE! Ciò vuol dire che hanno cancellato ogni traccia di questo personaggio, e hanno cercato di dimenticarlo. Ne hanno “danneggiato la memoria” Gourry- spiegò la maga.

   -Oh. E allora perchè Zel lo ha trovato raffigurato in due templi?- chiese con il suo fare ingenuo il ragazzo. Lina fissò la chimera attendendo una spiegazione. Zelgadiss parve pensieroso per un momento: -In effetti, il dipinto e la statua sono in pessime condizioni, ma certamente dovute al tempo. L’arazzo che si trova nel tempio più grande è in condizioni migliori, e sembra più antico della struttura... Potrebbe essere stato trasportato dal tempio minore, e restaurato. Forse... forse si è voluto lasciare qualcosa di questo personaggio. Magari ha fatto qualcosa di buono, oppure ciò che è rimasto aveva un qualche significato religioso troppo importante per essere toccato-

   -Niente di certo però. Da quello che hai visto, potresti pensare che si sia trattato di un sacerdote o qualcosa di simile?-

   -No Lina. E’ un guerriero, è impossibile sbagliarsi. L’armatura è resa molto bene sia nell’arazzo che nella scultura. Sembra che fosse d’argento, con un grosso medaglione sul petto a tener chiuso il mantello. In testa ha un piccolo elmo molto decorato- la informò la chimera.

   -Bè, non è detto che quel tizio abbia qualcosa a che fare con la grotta e le pietre bianche, no? Allora perchè ne state facendo una questione?- sbuffò Will spazientito. –Quando partiamo?- continuò.

   -Non prima che io vi abbia consegnato la vostra ricompensa spero!- tuonò allegramente Omeltia, avvicinandosi al tavolo con un sacchetto tintinnante. Lo posò al centro del tavolo, sulla mappa, e si sedette tra Lina e Will. Scese un silenzio imbarazzato; perfino Lina era stupita che per una volta la pagassero...

   La corpulenta oste tirò su con il naso e in uno slancio abbracciò la maga, battendole la mano sulla schiena: -Fate attenzione- la strinse lasciandola quasi senza fiato.

   -O... Omeltia...- sussurrò Lina. Quando la donna la scostò, tenendole le mani sulle spalle, Lina notò che aveva gli occhi lucidi. –Lo so che vi andrete a cacciare in qualche guaio, ma siate prudenti- sorrise alla maga, trattenendo una lacrima.

   -Omeltia, non devi preoccuparti. Sappiamo badare a noi stessi- disse allegramente Lina, che non sopportava gli addii e cercava sempre di distendere il morale durante il congedo. La locandiera sorrise più apertamente a quella sua maschera spavalda. –Mi raccomando, tienimi a bada questa testa calda!- aggiunse prendendo la testa di Will, spettinandogli il ciuffo con la grande mano segnata dal tempo e dal lavoro di una vita tra i fornelli.

   -Ehi!- protestò il ragazzo sorridendo.

   -Tutti noi siamo qui per tenerlo al sicuro- rispose Lina lanciando un’occhiataccia a Will.

   -Tu giovincello, dai sempre retta a Lina e agli altri!- Omeltia fece una pausa, sorpresa dalle sue stesse parole. –Santi Dei! Parlo come se fossi mio figlio! Scusami ragazzo, ma mi viene spontaneo...- cercò di giustificarsi.

   -Nessun problema Omeltia. Mi fa piacere... e farebbe piacere anche a mia madre che ora è nel regno degli spiriti- sorrise con dolcezza il principe.

   -Io non...- cominciò la donna che non sapeva di avere sotto gli occhi un orfano.

   -Shh- la zittì Will, abbracciandola con tenerezza. 

 

   C’era voluto un grande sforzo per non mettersi a piangere come una ragazzina... Lina, il terrore dei  ladri, la maga-genio... si era commossa. L’affetto che le aveva dimostrato Omeltia, e il fatto che tutta Dun’amth si fosse presentata al portone delle mura per salutare la loro partenza, le aveva scaldato il cuore.

   Will aveva promesso che sarebbe tornato a trovarli. Lina si chiedeva se il giovane lo pensava veramente, o lo avesse detto come da circostanza. Lo aveva osservato a lungo per capirlo e aveva concluso che il principe ci credeva. Forse non si rendeva conto della gravità della situazione. C’era la possibilità che da quel viaggio non sarebbero più tornati. “Oh, maledizione! Da quando la grande Lina Inverse è così pessimista?!” si rimproverò mentre camminava seguendo i passi di Ameria e Zirna davanti a lei. Il suo volto si incupì: “Da quando la notte non ho pace...” si rispose. Nella sua testa si affacciarono di nuovo le immagini del sogno di quella notte. Era sempre peggiore...

   Con fatica aveva raccontato tutto a Gourry. L’amico l’aveva ascoltata annuendo di tanto in tanto, continuando a stringerle la mano che a volte, nonostante la sua calda stretta, si metteva a tremare.

   Ne era consapevole: Gourry l’aveva salvata. Ma salvata da cosa? Dal fare cosa? L’azione di un incubo non poteva avere ripercussioni sulla realtà. Se anche avesse lanciato il Giga Slave, esso non avrebbe avuto conseguenze nella vita reale. Cosa voleva veramente Ren? L’evocazione del Giga Slave era il suo obbiettivo? E per farne cosa? Sapeva troppo poco ancora... Inoltre, perché voleva Will? E perché continuava a ripeterle che Zirna era la Distruzione?

   Sospirò: le stava per venire un gran mal di testa. Osservò lo spadaccino al suo fianco: aveva due profonde occhiaie, ma il suo passo era sicuro e spedito. Aveva vegliato su di lei per tutto il resto della notte, dopo l’incubo... non aveva praticamente chiuso occhio.

   -Sono preoccupato Lina. Quel demone ti sta portando via...- le aveva detto serio. Poi all’improvviso aveva assunto un’espressione più determinata: -Non lascerò che ti porti via da me... non lasciare che ti porti via da me-. A queste parole Lina era arrossita completamente. Negli occhi dell’amico aveva letto risolutezza e speranza: l’avrebbe aiutata in quella battaglia psicologica, anche se era fuori dalla sua portata.

   Sorrise allo spadaccino al suo fianco; Gourry se ne accorse e sorrise a sua volta.

   -Lina!- la chiamò con urgenza la chimera dietro di lei. Si voltarono tutti di scatto, in tempo per vedere un essere mezzo spettrale scagliarsi con velocità su Will, che era rimasto dietro assieme a Zelgadiss. Il giovane portò una mano davanti al volto per proteggersi dall’attacco, e con l’altra cercò la spada. Il demone lo afferrò per il collo e lo sollevò da terra, sogghignando compiaciuto:

-Ho il ragazzo! Pensate agli altri!- ordinò facendo un gesto con la mano libera. D’improvviso il deserto fu affollatissimo: più di una dozzina di mostri si materializzarono dal nulla, avanzando minacciosi.

   -Will!- gridò Zirna lanciandosi contro il demone che lo aveva preso. La ragazza fu scagliata lontano con una risata di scherno. Will cercava freneticamente di liberare il collo dalla mano grigia e affusolata del nemico, scalciando con foga.

   I mostri si avventarono sul gruppo: grandi troll brandivano clave enormi, guerrieri scheletrici erano armati di spade, piccoli e puzzolenti goblin schizzavano da una parte all’altra lanciando grida acute. Gourry si lanciò sul troll più vicino e riuscì a trapassarlo da parte a parte, mentre Zelgadiss gli copriva le spalle scomponendo con un colpo uno scheletro e schiacciandone il teschio sotto la scarpa. –Ameria, distruggi le teste!- avvertì l’amica, che lanciava incantesimi all’impazzata, senza riuscire ad eliminare gli scheletri che continuavano a ricomporsi.

   -Flare arrow!- formulò Lina, togliendo di mezzo un altro troll.

   Con un urlo di rabbia Zirna si avventò su un goblin che le era sfrecciato accanto. Dal mantello estrasse un’arma, e la maneggiò velocemente uccidendo il mostriciattolo all’istante. Se l’era procurata in città, nel negozio di un antiquario: “artiglio” l’aveva chiamata l’uomo. Una strana arma, poco maneggevole, ma il nome era appropiato: l’impugnatura corta fasciata di strisce di cuoio nero si inmanicava in un artiglio tridente di lucidissimo acciaio. I tre denti erano ricurvi all’estremità, e tutta l’arma non superava i trenta centimetri di lunghezza. Difficilmente poteva risultare micidiale, ma il goblin era stato centrato in pieno in gola.

   Con un tonfo un altro troll cadde sotto l’abile tecnica di Gourry, poi lo spadaccino si avventò su tre guerrieri scheletrici, scompose i loro corpi, e si gettò sulle teste, che cercavano di scappare calciate dai propri piedi scheletrici... Lo spadaccino li inseguì brandendo la spada. –Gourry! Ma che fai?- lo rimproverò Lina, mentre scagliava una palla di fuoco contro due goblin che ridevano della scena ridicola.

   -Sta scomparendo!- avvertì Zirna, correndo verso il demone e Will. Il principe aprì gli occhi, e vide che il suo nemico stava cercando di portarlo con sé nell’altra dimensione. Si dimenò con più forza, e morse la mano che lo teneva saldamente. Il demone digrignò i denti, e allentò un po’ la presa. –Scimmietta impertinente!- disse indignato, riprendendo il controllo. Il giovane smise di dimenarsi, le braccia lasciate penzolare lungo i fianchi. –Bene, hai capito che è inutile- sorrise compiaciuto. All’improvviso Will alzò le braccia e prese la testa del demone tra le mani: tirò con forza e fece cozzare la sua testa contro quella scura del nemico. Il demone schokkato lasciò il collo del ragazzo e arretrò portandosi la mano alla fronte.

   -Will, stà indietro!- Zirna si piazzò tra lui e il demone, con l’artiglio ancora stretto saldamente in mano.

 

-DYNAST BRASS!-

 

   Un’esplosione spostò l’aria nel raggio di 500 metri. Zirna e Will si guardarono alle spalle, perfino il demone osservò sconcertato. Dei goblin, troll e scheletri era rimasto poco più che mucchiettini di cenere fumante. Davanti a quel disastro Zelgadiss si ergeva soddisfatto e sorridente, le mani sui fianchi, mentre gli altri tre compagni si erano rifugiati dietro una barriera protettiva velocemente alzata da Lina e Ameria. La maga dissolse l’incantesimo di difesa, e avanzò verso la chimera: -Zel! Piuttosto precipitoso da parte tua!- commentò affiancandosi alla chimera. Il ragazzo sollevò le spalle: -Mi sono lasciato prendere la mano...- ammise sogghignando. –Dopotutto, il demone si stava portando via la nostra calamita di guai...- aggiunse con un cenno verso Will.

   Il giovane principe sbuffò mettendo il broncio e incrociando le braccia.

   -Oh! Ma è ancora qui!- esclamò Ameria facendosi avanti. Zirna si voltò ad osservare il nemico, che era rimasto a bocca spalancata.

   -Accidenti...- sussurrò mordendosi il vellutato labbro grigio pallido. –Ren non mi aveva detto che avrei dovuto affrontare umani così pericolosi...- indietreggiò osservandoli con un misto di terrore e minaccia sul volto scuro. –Quel pazzo...-

Ora i sei compagni avanzavano verso di lui, lentamente, ma inesorabilmente.

   -Ehi... non fate così... avanti... io sono solo un povero demone di infima categoria... volevo solo guadagnare qualcosa... non pensavo... n-non sapevo...- balbettò allarmato.

   -Lina, sembra davvero un poveraccio...- Gourry parve perplesso.

   -Ma questo stramaledetto Ren fa sul serio o cerca di prendersi gioco di noi?! Ci manda dei mercenari fifoni! Ma con chi si crede di avere a che fare!- sbottò la maga.

   -Magari è al verde...- suggerì Will inarcando un sopracciglio.

   -O forse lui sta bluffando per salvare la pelle- Zelgadiss lo fissò con aria truce.

   -Potremo interrogarlo- la pallida ragazza fece un passo avanti verso il demone.

   -Su ragazzi... lasciatelo andare tranquillo... ha detto la verità, non sa nulla. E’ solo un demone di bassa categoria- un voce tranquilla e conosciuta li bloccò sul posto. Xellos comparve accanto all’altro esemplare della sua specie, sorridente come al solito.

   -Xellos!- gridò con voce strozzata il demone.

   Il priest si voltò ad osservarlo, con espressione seria sul volto senza età: -Il solo fatto che tu ti sia messo al servizio di quel pazzo sarebbe un motivo sufficiente per eliminarti all’istante...- il sorriso tornò ad increspare ironico le sue labbra sottili, -... ma sei solo un poveraccio che non sa nulla di questa storia. Per questa volta ti lascio andare, ma non commettere più questo errore. E ricorda che mi devi un favore!-

   Il demone dalla pelle grigio rilucente indietreggiò guardando inorridito Xellos, poi azzardò un inchino, fissò gli umani con espressione spaventata, e si affrettò a scomparire tremolando nell’aria calda.

   Lina avanzò a passi pesanti verso il millenario giovane che di fronte a lei sorrideva pacifico.

–Xel! Per quale motivo lo hai lasciato andare?- gridò piantandoglisi davanti e incrociando le braccia al petto in attesa di una risposta... e doveva essere una BUONA risposta!

   -Lina!Allora, com’è andata la tua missione contro i predoni?- il demone non si prese la briga di dare spiegazioni per il suo comportamento. Lina non si scompose e continuò a fissarlo con sguardo cupo. –Non so dove sei stato e cosa stai combinando Xellos Metallium, ma sai che non mi fido di te. Ora dimmi perché non ci hai permesso di interrogarlo! Lo so che non ti prenderesti la briga di togliere dai guai nemmeno tua madre... se ne avessi una!- aggiunse facendo un gesto secco con la mano.

   Il demone la fissò pensieroso per un istante, poi il suo volto si rischiarò di nuovo. Sollevò un dito fino alle labbra e fece per dire qualcosa.

   -Parla. O quel dito te lo spezzo!- Zirna si era portata al fianco della maga, e la sua espressione era torva. L’ex-maestro rimase immobile, i misteriosi occhi violetti luccicanti puntati in quelli blu dell’ex-allieva. Abbassò la mano lentamente: -Quell’incapace tornerà utile a tutti noi. Non posso dirvi altro-

   Lina fissò con stupore Xellos, e poi Zirna. Si avvicinò alla ragazza, e le sussurrò: -Dato che a te dà ascolto, chiedigli un po’ dove è stato...-

   Il demone sospirò, e assunse un’espressione falsamente ferita: -Lina, non sono sordo. Non c’è bisogno che tu ricorra a lei per farmi delle domande...-

   -Ma sembra che lei funzioni meglio di me!- esclamò la maga sorridendo maliziosamente. –Che c’è Xel, la tua allieva- fu interrotta da un colpo di tosse di Zirna, -pardon, ex-allieva, ti spaventa?-

   Xellos ignorò la domanda: -Stavo cercando il personaggio misterioso che invece di seguirvi vi precede, come se sapesse dove siete diretti. E’ vicino anche ora, lo posso sentire, ma è molto abile, e non sono riuscito a scovarlo...-

   -Non sei riuscito a scovarlo?- ripeté Zirna.

   -Credi che sia un sottoposto di Ren?- domandò Lina facendosi ad un tratto seria.

   -Lina, pensi davvero che sappia dove stiamo andando? Se così fosse, significa che sa cosa rappresentano le pietre di Ialis, e non ci permetterà in alcun modo di avvicinare Will a quella zona- intervenne Zelgadiss.

   -No, io non penso che sia un demone. Almeno, non del nostro mondo... Non possiamo escludere che arrivi da qualche altro piano cosmico!- sorrise Xellos scuotendo un dito.

   -Un...un... signore dei demoni di un altro mondo?- esclamò Ameria spaventata. L’immagine di Dark Star comparve nelle menti dei quattro compagni (sì, anche di Gourry!) e un brivido percorse le loro spine dorsali come se fossero un’unica persona.

   -Ci manca solo questo! E perché non invitiamo alla festa il re dei draghi di fuoco, o addirittura Sabranighdoo e Oceano???- sbottò Lina stizzita. –Io non ci ho ancora capito nulla! Perché Ren vuole Will? Perché vuole da me un Giga Slave? Perché Zirna è la Distruzione? E’ perché vuole eliminare tutti gli altri? Maledizione!- esausta, e con il mal di testa che prima la minacciava, e che ora era una pulsante realtà, Lina si prese il capo tra le mani.

   -Giga Slave?- domandò Xellos interessato.

   -Io... io sarei la Distruzione...?- chiese Zirna con un filo di voce, gli occhi spalancati per lo stupore.

   -Mi dispiace avertelo detto così... Sono già due notti che tu compari nell’incubo Zirna, ma non sei uccisa come gli altri... Sei tu ad uccidere gli altri...- mormorò Lina, fissando tristemente la ragazza.

   Zirna scosse lentamente la testa, le sue labbra si mossero a sillabare un silenzioso “no”. Dopo qualche istante tornò a guardare Lina: -Il Fantasma- bisbigliò. Lina non riuscì a rispondere, annuì solo con il capo.

   -Cosa significa Lina? Perché lei dovrebbe essere la Distruzione?- chiese preoccupato Will, osservando di sfuggita la sorella, che aveva lo sguardo basso e teso.

   -Non lo so... non lo so, e solo gli dei sanno quanto vorrei capirci qualcosa di più Will, ma più ci penso, e meno il piano di Ren mi sembra chiaro...- mormorò scuotendo la testa, senza sapere che altro dire.

   Un vento fresco si levò da est, dove il cielo aveva già assunto un colore indaco, mentre l’ovest era una striscia di rosso brillante sull’orizzonte di sabbia e roccia. Il nero mantello del Fantasma frusciò attorno al suo corpo immobile, e scompigliò i capelli bianchi, ma la ragazza non parve accorgersene. Lina si strinse di più nel mantello: qualcosa stava cambiando nel tempo, erano quasi fuori dal deserto, e poteva sentire nell’aria odore di pioggia.

   Gourry sollevò il viso, osservando il cielo verso la direzione in cui erano diretti: già parecchie stelle erano visibili, che scintillavano tranquille appese all’immensità sopra le loro teste. –La tempesta è lontana... forse è meglio rimanere qui questa notte...- azzardò con voce cupa.

   -Gourry ha ragione. Probabilmente colui che ci precede sa che ci stiamo dirigendo a Mahal. Dobbiamo decidere cosa fare Lina: se continuare secondo i nostri piani, o tagliare per il deserto- la chimera si sedette su una roccia poco distante, predisponendo rametti spezzati di cespugli scheletrici del deserto per accendere un fuoco. Dalla sua borsa estrasse un pentolino, lo riempì con l’acqua della borraccia, e lo pose sulla fiammella bassa e guizzante.

   Una goccia scese lungo la tempia della maga. –Come fai ad essere così impassibile, Zel? A volte mi chiedo se non stai cominciando a ragionare davvero come una roccia!- sbuffò stancamente, raccogliendo alcuni rametti di quei secchi cespugli, e aggiungendoli al fuoco. –Non possiamo attraversare il deserto, lo sai benissimo! Non resisteremmo due giorni in quell’inferno! Non abbiamo acqua sufficiente, non sappiamo cosa ci sia là in mezzo al nulla, e non è detto che questo fantomatico mister x non ci preceda ugualmente!- si sedette accanto alla chimera, mettendosi a sgranocchiare una delle focacce che le aveva dato Omeltia.

   Gourry la imitò, cingendo con un braccio Will per portarlo accanto al misero fuocherello che scoppiettava sfidando la brezza che soffiava ora incessante. Il principe lanciò un’occhiata preoccupata alla sorella, poi si fece condurre dallo spadaccino vicino agli altri. Zirna se ne stava silenziosa e tetra fuori dal minuscolo alone di luce che la fiamma coraggiosa produceva, lontana da loro. Anche Ameria la osservò per qualche istante, prima di chiudere il cerchio attorno al fuoco: avrebbe voluto dire qualcosa... confortarla in qualche modo, ma sapeva che non sarebbe stata ascoltata, così come lo aveva capito anche Will. Era chiaro che voleva rimanere sola per un po’.

   -Lina... cosa... cosa hai visto negli incubi? Insomma... perché un Giga Slave?- domandò Ameria a bassa voce, allungando le mani verso il fuoco, tentando di scaldarle. Sapeva che nel deserto lo sbalzo termico dal giorno alla notte era notevole, ma stava cominciando a fare davvero troppo freddo.

   Lina continuò a fissare davanti a lei, masticando con calma. Dopo avere ingoiato il boccone, rimase ancora silenziosa, conscia degli occhi puntati su di lei. Sentiva con chiarezza che anche Xellos la osservava con intensità.

   -Forse per scoprirlo... dovrei arrivare fino in fondo all’incubo...- mormorò.

   -Non puoi Lina-

   Gli occhi della maga si spostarono a fissare il demone. Due ametiste illuminate dal rosso della fiamma, sottili e intelligenti, si restrinsero in una fessura contemplando con odio qualcosa, o qualcuno, che non era presente. –Non puoi arrivare in fondo, perché faresti il suo gioco. Ho capito cosa ti sta facendo... Vuole schiacciare la tua mente per comandarla come si comanda un burattino. Vuole farla impazzire, terrorizzarti a tal punto da spezzare il legame tra il sogno e la realtà. Se distruggerai l’ambiente del sogno in preda alla follia che lui ti ha generato, potrà usarti come vuole: e se lui avrà bisogno del Giga Slave, tu lo lancerai, convinta di vivere l’incubo che hai già vissuto.-

   Zelgadiss per poco non si strozzò con il caffè che stava sorseggiando; Lina lasciò cadere il pezzo di focaccia che ancora aveva in mano, mentre Ameria era così schokkata da rimanere a bocca aperta. Gourry si grattò perplesso la testa, e accanto a lui Will si concentrò nel tentativo di zittire una voce nella sua mente che rideva e faceva commenti ammirati di come fosse una punizione adatta ad un essere falso come una femmina umana.

   La maga si schiarì la gola, ma nonostante cercasse di non dare a vedere quanto fosse tesa, era sbiancata a tal punto da poter quasi gareggiare per il pallore con Zirna. Ora comprese che Gourry era arrivato appena in tempo... appena in tempo...

   -Solitamente non si impiega molto ad ottenere il proprio scopo: bastano al massimo due notti da incubo, e il gioco è fatto- continuò il demone, concedendosi un sorriso ironico, -Ma Ren non poteva immaginare che tu sei un osso duro, e credo che sia per questo che non si è ancora impegnato a fondo a catturare Will. Probabilmente sperava che in qualche modo glielo consegnassi tu su un piatto d’argento-

   Nessuno si mosse, nessuno fiatò. Lina deglutì: -Come... come posso farlo smettere?- bisbigliò con voce tremante. Sapeva quale sarebbe stata la risposta di Xellos, lo sapeva così bene che le venne voglia di piangere per la disperazione e la frustrazione.

   -Non puoi- ammise il demone.

   -No! Non è possibile che non ci sia nessun modo! Insomma, è... deve essere una sorta di incantesimo, no? Ci sarà pure qualcosa per annullarlo!- balzò in piedi Ameria. –Non possiamo lasciare che faccia di Lina quello che vuole! Lina... non puoi continuare così... lo abbiamo capito tutti che ti sta massacrando. Non ti ho mai vista così provata...- terminò in un sussurro, guardando la maga con preoccupazione.

   Zelgadiss si voltò verso l’amica, che stringeva le labbra, corrugando la fronte nello sforzo di trovare una soluzione. Sapeva contro quale domanda stava lottando. –Lina, solo Will può aiutarti, lo sai- disse a bassa voce, spostando lo sguardo sul principe. Anche Lina fissò il giovane, il quale aveva assunto una espressione più che stupita. Tra la sua, e quella di Gourry accanto a lui, che oltre ad essere perplesso, ora sembrava navigare nel buio più totale dell’incomprensione, non si poteva scegliere a chi dare il premio per la migliore espressione da ebete...

   -Io?- domandò il ragazzo. 

   Lina lo fissò combattuta. Come chiedergli di usare i suoi poteri? I poteri che potevano essere pericolosi per tutti quanti? I poteri che si era ripromesso di non adoperare?

   Poi Will sembrò illuminarsi di comprensione, come se la risposta fosse scesa su di lui da chissà quale benedizione divina. Sorrise dolcemente, inclinando appena la testa: -Ne sarei felice ed orgoglioso Lina- disse semplicemente.

   -Tu la fai facile, Will, ma non è così...- cominciò la maga stancamente.

   -Non ti preoccupare. Non è... ehm... la stessa cosa. Posso cantare quella ninna nanna in qualsiasi momento, senza alcun pericolo- tentò di spiegare Will.

   -Non credo che...- cominciò di nuovo la maga.

   -Avevi detto che ti saresti fidata- continuò a bassa voce il principe.

   -Si ma...- Ameria fu interrotta dalla mano di Zelgadiss, che le strinse appena il braccio.

   -Maledizione Will! Lo sai che vorrei anche io dormire senza vedere i miei amici morire! Senza rischiare di mettere in pericolo tutti voi e il mondo intero!- sbottò la maga.

   -Lina... se lui può aiutarti, lascialo provare...- sussurrò Gourry, posandole una mano sulla testa con gentilezza. –Guardati: sei pallida, tesa, spesso hai uno sguardo triste e cupo... Non permettergli di rubarti la tua vita-

“Non permettere che ti porti via da me”

   Lina arrossì. Glielo aveva promesso. E aveva anche detto che avrebbe avuto fiducia in Will. Poteva rimangiarsi tutto in una sola volta? Sospirò. –D’accordo- disse semplicemente. –E Zirna cosa ne pensa?- alzò la voce, per farsi sentire dalla ragazza che doveva trovarsi da qualche parte di fronte a lei. Ma Zirna non c’era. Corrugò la fronte perplessa: -Dov’è andata?- chiese, mentre gli altri si guardavano attorno per individuarla.

   -Oh, tornerà, non vi preoccupate. A volte ha bisogno di restare completamente sola- li informò Xellos, osservando il deserto che appariva grigio-blu vellutato sotto il cielo fiorito di stelle e illuminato dalla falce crescente della luna. 

   -Io sono curioso di sapere che farai ragazzo. Come intendi aiutare Lina?- domandò rivolgendo a Will un’occhiata astuta e curiosa.

   -Con una canzone- rispose William, alzandosi e avvicinandosi a Lina. –Consiglierei agli altri di tapparsi le orecchie... non vorrei combinare un altro macello...- disse arrossendo al ricordo di quello che aveva causato.

   -Macello? Vorresti spiegarti?- Lina inarcò un sopracciglio.

   -Ehm... i predoni di Peris...- sussurrò imbarazzatissimo.

   -Tu... tu li hai addormentati?!- esclamò stupita.

   -Già... e poi abbiamo impiegato tantissimo tempo a svegliare i prigionieri...- continuò grattandosi la nuca, osservando il suolo.

   -E’... è da non credere!- fissò il principe con gli occhi spalancati per la sorpresa. –Ma come ci sei riuscito? Insomma, quanti saranno stati? Almeno duecento uomini, no?-

   -Quasi trecento in verità... un uomo mi ha fornito un corno attraverso il quale cantare, per farmi sentire da tutti...- spiegò mentre si inginocchiava di fronte a lei, sedendosi sui talloni.

   -Non c’è che dire, sei pieno di risorse- Zelgadiss si concesse un sorriso, mentre si portava le mani alle orecchie per tapparle. Ameria lo fissò esterrefatta: la chimera aveva davvero intenzione di lasciare che Will facesse un incantesimo a Lina! Poi guardò l’amica: pallida, il viso teso sembrava dimagrito, gli occhi erano cerchiati di scuro, e lo sguardo era spento ed esausto. Aveva senza dubbio bisogno di dormire tranquillamente, e di ritrovare un po’ di serenità. “Devo fidarmi” si costrinse, tappandosi le orecchie, mentre anche Gourry faceva lo stesso, mantenendo lo sguardo preoccupato su Lina.

   Will si accertò che solo la maga di fronte a lei potesse sentirlo: -Xellos, non vorrai perdere la faccia cadendo addormentato come un ghiro davanti a questi umani, vero?- accennò sarcastico nella direzione del demone, che osservava senza prendere le “dovute precauzioni”.  Qualcosa nello sguardo del principe turbò il demone, che senza ribattere coprì le orecchie con una cuffia sbucata da una tasca del suo mantello.

   -Lina, non avere paura- sussurrò alla ragazza, prendendo la mano guantata tra le sue, e incatenando la sua anima con la luce dei suoi occhi blu. La mente ricettiva di Lina fece in tempo a registrare “Contatto fisico, contatto visivo...” i passi per operare l’incantesimo. Ma era ancora abbastanza sveglia da pensare che non aveva certo potuto farlo con tutti i predoni al campo di Peris! “Razza di Casanova che non sei altro! Te la farò paga...” non terminò il pensiero, poiché l’aria fresca e pungente si trasformò in splendida e tranquillizzante brezza tiepida. Poteva vedere il principe davanti a lei che muoveva la bocca, ma non sentiva parole, solo una melodia confusa, che diventava sempre più luminosa e calda, mentre davanti ai suoi occhi assumeva tutte le sfumature dei colori del sole. Il suo corpo intorpidito fu avvolto da una coperta di pace, l’ultima cosa che distinse furono gli occhi del principe che si socchiudevano davanti a lei.

   Gourry vide Lina scivolare nell’incoscienza lentamente, accasciandosi indietro sulla sabbia, mentre Will dimentico ormai di ogni cosa continuava a muovere la bocca seguendo il canto.

   All’improvviso il principe si scosse, e si azzittì. “Smettila! Falla finita!” continuava a gridare il bisnonno nella sua mente. Will sentì finalmente quella voce adirata, e tornò a vedere chiaramente, senza più essere offuscato dal calore e dalla luce. Lina era profondamente addormentata davanti a lui, mentre gli altri lo osservavano incuriositi, allontanando con cautela le mani dalle orecchie. –Per questa notte dormirà pacifica- disse rivolto a Gourry. Lo spadaccino gli sorrise in risposta.

   -Spero proprio che tu abbia ragione. Quello che ha detto Xellos mi ha davvero inquietata...- mormorò Ameria, cacciando indietro uno sbadiglio.

   -Sarà meglio riposare un po’, riprenderemo la marcia all’alba. Dobbiamo cominciare a muoverci, non vorrei che Ren giungesse in qualche modo prima di noi a quella grotta- disse la chimera, riattizzando il fuoco che si era abbassato. –Faccio io il primo turno, voi dormite tranquilli-

   -Io vorrei aspettare mia sorella...- cominciò il principe, osservando il deserto attorno a loro.

   -Potresti aspettare per ore- lo avvisò Xellos.

   -Va a dormire Will. Lina avrà ancora bisogno di te, e le servirai pieno di energie- Gourry si spostò avvicinandosi di più a Lina, e sdraiandosi accanto a lei, preparandosi a dormire.

 

   Qualche tempo dopo, Zelgadiss si mise ad ascoltare il profondo silenzio che regnava in quello spazio vasto e vuoto. Il vento era calato, assieme alla temperatura. Poteva vedere Will che rabbrividiva nel sonno, mentre Ameria si spostò, appallottolandosi come un gatto, e stringendosi addosso il mantello chiaro. Lina dormiva tranquilla come un sasso: da quando era piombata nel sonno incantato di Will, non si era spostata di un solo millimetro. Gourry al fianco della maga, si rigirava spesso, ed ogni tanto apriva gli occhi per controllare se l’amica si agitasse in preda ai soliti incubi. La chimera sbadigliò. Alzò gli occhi al cielo e controllò la posizione degli astri: era ora di chiedere il cambio allo spadaccino. Si alzò in piedi, gettando un’occhiata all’intorno, senza scorgere nessun movimento. Sussultò vistosamente quando udì uno starnuto, e si girò velocemente ad osservare Will. Il giovane infreddolito starnutì di nuovo, e si  mise a sedere con occhi assonnati, poi portò una mano al viso e si massaggiò le palpebre.

   -Zelgadiss, faccio io la guardia ora- annunciò senza guardarlo, continuando a sfregarsi gli occhi.

–Lascia dormire Gourry, la notte scorsa non deve avere chiuso occhio...-

   Il ragazzo-chimera annuì stancamente, e si sdraiò, addormentandosi quasi subito.

 

   Il fuoco scoppiettò con un leggero crepitio. Era quasi spento, ma Zirna non si alzò a ravvivarlo.

   Zelgadiss si era svegliato; dalla sua posizione poteva vederla, ce l’aveva praticamente di fronte. Osservò il fuoco che si spegneva, poi spostò lo sguardo su di lei. Spalancò gli occhi quando vide che i suoi erano luminosi come quelli di un felino: un giallo intenso rifrangeva la luce debole delle braci. Gli elfi potevano “vedere i corpi caldi” al buio, certo... ma dubitava che l’effetto fosse quello. E poi lei non era un’elfa, poteva essere al massimo una mezza elfa.

   Continuò a squadrarla per un po’, senza muoversi. Gli sembrava quasi che non respirasse data la sua immobilità. “Una statua di marmo... come quella del tempio” pensò. Ma perché la incuriosiva così tanto? La sua ragione gli venne in soccorso con la risposta che voleva sentire: “E’ potente, è in grado di ridarti la tua forma umana, è normale che ti incuriosisca”. Si accontentò di quella spiegazione, e non si indagò oltre. Pensò di avvicinarsi e scambiare due parole, così, tanto per fare... non aveva più fiatato da quando Lina le aveva rivelato che negli incubi lei li aveva uccisi tutti quanti. 

   Fece un lievissimo movimento, impercettibile, non si era nemmeno ancora seduto. Lo sguardo che colse negli occhi di Zirna fu terribile: un brivido lungo la schiena gli fece comprendere che, se la sua pelle avesse potuto accaponarsi, l’avrebbe fatto. Era stato più chiaro delle parole stesse: “Fai un passo verso di me e ti distruggo!”, come se fosse scritto nero su bianco a caratteri giganti.

   Dopotutto, perché disturbarla? Anche lui spesso preferiva starsene da solo. Eppure... non ubbidì al suo buon senso, e si sentì di agire come era solita Lina: un cartello con scritto “GUAI” sopra? Seguiamolo!

   Lo sguardo di Zirna era ora perso nel vuoto, non badava più a lui... probabilmente cercava delle risposte: sembrava ovvio che Ren ora aveva un piano che riguardava anche lei.

   Senza che lei se ne accorgesse, giunse al suo fianco. Guardava lontano, il viso aveva un’espressione dura, gli occhi erano freddi e determinati.

   -Ehi- sussurrò accompagnando la parola con la mano, posandola sulla sua spalla.

   La ragazza sussultò, e in un istante Zelgadiss si ritrovò sbattuto a terra con tale forza da fargli espellere tutta l’aria che aveva nei polmoni. La fissò terrorizzato: Zirna si scostò e lasciò la presa sul suo collo: -Chimera ficcanaso!- sibilò gelida –Ti avevo detto di non muoverti!-

   Zelgadiss si mise a sedere, tossicchiando, riprendendo fiato e cercando di ricomporsi: -Tu non mi hai detto niente- mormorò massaggiandosi il collo. Non credeva che potesse avere una forza simile: il punto in cui le dita si erano serrate attorno al suo collo gli doleva.

   -Davvero non ho detto nulla?- chiese tagliente e ironica la giovane, sedendosi di nuovo al suo posto di guardia.

   -Non hai aperto bocca- affermò il giovane, affiancandosi a lei, prendendo posto sullo stesso masso.

   Zirna lo fissò: -Sei uno sciamano ragazzo, tu puoi sentire le mie parole!- spiegò, spostando lo sguardo sul falò ormai del tutto spento.

   Il giovane sbatté le palpebre sorpreso. –Posso sentire...- mormorò cercando di comprendere. Lui aveva solo pensato che quello sguardo significasse quelle parole... o le aveva sentite? Non poté interrogarsi molto a lungo, perché lei riprese a parlare.

   -E puoi vedere...- aggiunse triste. Zelgadiss deglutì: sì, poteva vedere, aveva visto e non voleva più farlo. Ma la pallida ragazza lo colse di sorpresa: posò la sua mano su quella di pietra di lui, e Zelgadiss sentì il dolore del ricordo, vide gli occhi di una famiglia pieni di lacrime, sentì chiedere pietà con voce rotta dal pianto e dalla disperazione. Il cuore gli balzò in petto, era una scena straziante: cercò di togliere la mano da quella del Fantasma, ma la ragazza non lo permise. Una morte orribile e dolorosa fu procurata a quell’intera famiglia, e il cuore piangeva ad ogni colpo inferto. L’immagine della carneficina era immota, vivida. Poi il suo volto eterno che sorrideva: Xellos avanzava verso di lei battendo le mani –Sei la migliore-. Il suo cuore si alleggeriva e il ricordo del massacro svaniva in quel giovane sorriso.

   Zirna lasciò la mano del ragazzo. Zelgadiss spalancò gli occhi, respirando a pieni polmoni come se avesse affrontato una lunga apnea. La sua espressione era terrorizzata, con l’altra mano si teneva quella toccata dalla ragazza, come se la sentisse ghiacciata.

   Zirna lo fissò tristemente: -Avevo ragione: puoi vedere- disse soltanto, continuando a tenere gli occhi fissi in quelli sbarrati della chimera.

   Non c’erano molte cose in grado di impressionarlo, ma decisamente questa era una di quelle. Era come se fosse stato lui a fare tutto: ad uccidere quegli sventurati, ad andare felice verso Xellos (rabbrividì quasi di più a quel pensiero...). Come era possibile tutto ciò?

   -Perchè lo hai fatto?- chiese quando riuscì a respirare regolarmente e sentì di nuovo la vita scorrere nella mano.

   -Perchè li ho uccisi? Perché sono rimasta con lui? Perché ti ho fatto vedere quello che ho fatto? Cosa vuoi sapere chimera?- quel suo tono cinico era irritante!

   -Innanzi tutto, perché cerchi di allontanare tutti quelli che ti porgono una mano?- Zelgadiss cambiò discorso. Quel modo di comportarsi era terribilmente familiare...

   Zirna strinse le labbra e non rispose. Scostò lo sguardo, fissando ora un punto indefinito di fronte a lei. –Li ho uccisi perché era un esame del mio addestramento. Sono rimasta con lui perché credevo di amarlo. Ti ho fatto vedere i miei ricordi perché così la finisci di compatirmi- rispose da sola alle sue domande. Tre risposte che avrebbero potuto sconvolgere chiunque, ma non Zelgadiss. Che provasse qualcosa per quel demone era disgustoso, ma lui non era stupido, e lo aveva già capito. E già una volta aveva visto sangue innocente da lei versato per compiacere Xellos... perché non aveva più dubbi che fosse quello il reale motivo che l’aveva spinta a compiere quei terribili massacri... Ma compatirla? Scosse la testa, silenzioso. Compassione e pietà erano l’ultima cosa che intendeva concederle. Sapeva con certezza, con terribile certezza che sarebbero state disprezzate, perché anche lui le avrebbe disprezzate.

   -Ti sbagli, io non ti compatisco. Tu stessa provi pietà per te, e ti punisci con i ricordi peggiori del tuo passato. Vorrei solo evitare che tu possa compiere questo errore- disse osservandola senza battere ciglio. Ma se Zirna lo aveva sentito, non ne diede la prova: continuò a tenere lo sguardo davanti a sé, nel buio.

   Zelgadiss sospirò: non avrebbe ottenuto nulla. Cosa sperava? Di riuscire ad alleviare i suoi tormenti? Dopotutto era giusto che se la sbrigasse da sola, no? “No, è arrivata ad un punto troppo lontano per potere tornare indietro. L’odio e il timore che prova verso se stessa saranno insormontabili se nessuno cercherà di tirarla fuori dai suoi pensieri. Quando ho incontrato Lina e Gourry, io ero a pochi passi da quel punto...”. Erano simili. All’inizio aveva pensato che fosse una somiglianza dovuta a problemi “fisici”, ora sapeva che era una cosa completamente differente.

   “Ma ho il sospetto che sia più cocciuta di me... non sarà semplice farla ragionare” lo sciamano scosse la testa, incerto sul da farsi. Una persona avrebbe potuto aiutarla molto più di lui: spostò lo sguardo su Will, e si stupì di trovarlo addormentato sotto un pesante mantello nero dai bordi decorati con rune d’argento.

 

  

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slayers / Vai alla pagina dell'autore: Tye Menkauhor