Capitolo 23, Sabbia

La parte migliore di Villa Conchiglia, Ron se ne era reso conto fin dal suo arrivo là, non era di per sé la casa dove abitava suo fratello ma piuttosto i dintorni dell'abitazione. Campi, mare e una spiaggia infinita.

Si era subito pentito di essersene andato via da quella tenda, di aver abbandonato Harry e Hermione da soli ad affrontare un peso per il quale nessuno di loro era preparato.
Era stato l'Horcrux, se non avesse indossato quel medaglione non avrebbe detto quelle cose… o forse sì, doveva smetterla di cercare delle scuse per il suo comportamento inaccettabile.
Aveva capito solo dopo qualche giorno che l'espressione di Hermione, in quella tenda, trasmetteva paura, paura di lui, ed Harry rabbia e disgusto. Per lui.
Tutto era perduto e la cosa peggiore era che non sapeva nemmeno come fare a rimediare.
Se in realtà, alla fine, avesse potuto farlo davvero.

In lontananza udì le voci di Bill e Fleur avvicinarsi alla sua posizione solitaria, seduto su un vecchio tronco marcio vicino alle onde che sbatacchiavano sulla battigia.
Ron si sentiva doppiamente in colpa perché non solo aveva abbandonato i suoi amici ma adesso rovinava anche i primi mesi che suo fratello trascorreva da solo, in compagnia della moglie.
Il primo Natale insieme, conoscersi e capirsi, fare l'amore. Aveva rovinato anche questo.

Per quella ragione trascorreva quasi tutte le sue giornate seduto sulla spiaggia, che se entrava dentro non poteva non notare gli sguardi compassionevoli di Bill e Fleur.
Ron non sapeva nemmeno che cosa desiderava, certo non la loro pietà o le accuse che leggeva negli occhi della cognata.

La coppia si avvicinò a lui, Bill si mise accanto a Ron sul tronco mentre Fleur rimase in piedi, leggermente in disparte.
"Ehi," sussurrò, roco, il più giovane Weasley.
"Domani faremo un salto alla Tana per vedere come stanno gli altri," disse Bill, osservando il mare mosso di fronte a loro, "se ti va…"
"Sì, certo, non vedo l'ora di subire il terzo grado da parte di Ginny e mamma. Di dargli la conferma che sono stata una completa delusione," sbottò Ron.
Il fratello fece per ribattere ma Fleur li interruppe.

"Ovonti, Ron, non puoi stare qui tutto il giorno seduto sulla spiaggia a piongiorti adosso!" Esclamò.
"Non vedo molte alternative," borbottò il ragazzo. "Harry e Hermione viaggiano lanciando numerosi Incantesimi di difesa sulla tenda, rintracciarli per me sarebbe quasi impossibile. È finita, ho fallito."
Con la coda dell'occhio poté vedere il fratello e la cognata osservarsi per qualche secondo.

"Ron, io non so che cosa sia successo all'interno di quella tenda, le colpe tue, di Harry o di Hermione. Ma so solo che hai due alternative, non ti dirò quale scegliere perché sei abbastanza grande per farlo da solo," disse infine Bill.
"Illuminami."
Il fratello prese una manciata di sabbia tra le mani, aprì appena le dita e tanti granelli volarono via nel vento.
"Questa è la tua vita. Puoi stare qui da noi quanto vorrai, o perlomeno fino a quando non arriveranno i Mangiamorte. Rimarrai tutto il tempo seduto sulla sabbia a piangerti addosso, lasciando che la vita scorri via come questa sabbia."
Poi chiuse le dita e nessun altro granello uscì dalla sua stretta.
"Oppure puoi raccogliere il coraggio che hai, reagire, fermare i granelli che vanno in ogni direzione."

"Vorrei tanto, Bill, ma non posso," sussurrò Ron, sgomento. "Ci ho già provato ma…"
"Dovi provarsci ancora!" Esclamò Fleur. "Tu li conosci meglio di tutti noi, sai dove potrebbero noscondersi! Se qualcuno può trovare loro… sei il solo."
"E se hai paura che Harry ed Hermione non ti perdoneranno per qualunque sciocchezza tu abbia commesso," aggiunse Bill, "mi dispiace ma a quanto pare non li conosci abbastanza."

Ron non rispose, si alzò e corse dentro casa. Non uscì più per tutto il giorno e quando Fleur preparò la cena, e Bill si affrettò a chiamare il fratello, trovò la camera vuota, tutte le cose di Ron sparite.
Sorrise, suo malgrado. A quanto pareva, Ron aveva tutta l'intenzione di reagire e trattenere la sabbia tra le dita.