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Autore: SilvanaFreesound    24/10/2023    4 recensioni
Raccolta di flash missing moments che ruotano attorno al prompt "CONSIGLIO", challenge #writober indetta dal gruppo facebook quelli di Fanwritter.it.
Capitolo 1 protagonisti: Tsukishima e Hinata;
Capitolo 2 protagonisti: Iwaizumi e Oikawa;
Capitolo 3 protagonisti: Yachi e Tsukishima;
Capitolo 4 protagonisti: Nishinoya, Tanaka e Tsukishima;
Capitolo 5 protagonisti: Miwa Kageyama e Tobio Kageyama.
Genere: Comico, Commedia, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PREFAZIONE:

Al liceo Karasuno le lezioni sono terminate e Hiroshi Mitamura, nuova recluta della squadra di pallavolo, rimane fermo davanti al cancello, osservando impalato tutti gli studenti passargli davanti mentre si avviano verso casa.

 
“Ohi, Mitamura, tutto Ok?”

Tanaka, da bravo senpai, lo riconosce tra la folla e gli va incontro, intrattenendosi un attimo con il giovane primino visibilmente in ambasce.

“Tutto a posto, non è nulla, davvero, Tanaka-san!”

 “No perché hai una faccia …. pare che hai visto un fantasma!”

Nishinoya li raggiunge in corsa, sorprendendo i due atleti alle spalle:

“Ti è andata buca, vero?”

La sua inesauribile energia ha dell’incredibile come pure la sua stretta al braccio: le sue piccole mani sono capaci di prese forti  ed il ragazzino è costretto a dimenarsi a lungo per liberarsi da quella morsa maldestra.

“Ma quando mai!” la matricola tenta di ricomporsi, allineando il bavero in disordine e stirando alla buona la giacca sgualcita “Voi due, ecco… vi sbagliate di grosso!”

“Seeee, come no!” il nuovo asso rincara la dose mollandogli una violenta manata in pieno petto che per poco non gli sfonda la cassa toracica.

“Sono tutte belle, amico mio, non c’è che dire! C’è solo l’imbarazzo della scelta!”

Yuu sa benissimo che frequentare il liceo Karasuno ha il suo bel tornaconto:  oltre ad essere ad un tiro di schioppo da casa sua ed avere un rinomato club di volley, per tre anni ha potuto indossare il gakuran nero (nero, rigorosamente nero, né blu né tanto meno tutte quelle improponibili declinazioni del color diarrea o altre tonalità altrettanto obbrobriose)  che abbinato a delle sneackers con la suola strategicamente rialzata e col ciuffo sparato in alto, che più in alto non si può, issato a dovere con un alchemico connubio di lacca e pasta modellante a quintalate, lo slancia e lo fa sembrare decisamente più figo (l’illusione ottica in alcuni casi fa miracoli).

Ma tornando a noi, o meglio a Nishinoya e a ciò che gli frulla continuamente in testa, il vantaggio che fra tutti occupa indiscutibilmente il primo posto della sua personale classifica  è senza ombra di dubbio quello di essere quotidianamente circondato da fiumi e fiumi di ragazze graziose ed avvenenti, strizzate in uniformi striminzite dal farfallino amaranto e dalle gonne a ruota più corte di quel che lecitamente dovrebbe esser consentito.

“Secondo me deve essere quella bionda con il cerchietto blu. Ci ho preso, Hiroshi?”

“Come diavolo hai fatto a capirlo, Noya-san?”

Il primino farfuglia qualcos’altro di incomprensibile, i suoi occhi precipitano di colpo verso il basso, incapaci di sostenere lo sguardo compiaciuto del libero; sulle sue guance si potrebbero cuocere direttamente un paio di uova in camicia, per quanto sono diventate incandescenti.

Nishinoya ride sguaiatamente,  reggendosi lo stomaco con entrambe le mani, gongolando stupidamente per averci azzeccato.

“Ehi, che ti credi? Ho una certa esperienza, io! Quando si tratta d’affari di cuore, non ce n’è per nessuno!”

“Certo che sei proprio una schiappa, Mitamura!”

Il pelato sghignazza divertito, stavolta la pacca gliela sgancia a palmo aperto nel bel mezzo della schiena.

“Con le ragazze, dici?”

“Con le ragazze oltre che con la pallavolo.”

“Ma come con la pallavolo! Sto lavorando sodo ed il capitano mi ha detto che se continuo così, presto sarò titolare. Mi ha promesso che chiederà al coach di mettermi a muro con Tsukishima.”

“Lascialo perdere a Ennoshita! Sei una schiappa, Hiroshi, dai retta a me, ma puoi sempre migliorare, basta seguire i consigli di noi senpai, dico bene, Tanaka-senpai?”

“Già, già, ascolta quel che ti dice Noya-senpai. Fidati, lasciati guidare dai tuoi cari senpai!”

Ryu punta fieramente entrambi i pollici verso sé stesso e le loro frasi straboccanti di sciocchi appellativi ossequiosi e reverenziali suonano ancor più ridicole e sconclusionate alle orecchie del giovane malcapitato.

“Per prima cosa, quando hai a che fare con una donna devi essere sicuro del fatto tuo!” gli suggerisce il piccolo Yuu andando dritto al sodo senza troppi giri di parole “Devi essere forte e deciso, come quando c’è da ricevere la super cannonata di Ushiwaka!”

“Ushi…chi?” domanda a voce alta il frastornato kohai.

“Già, già…” annuisce il nuovo asso del Karasuno portando pollice e indice sotto il mento, quasi a sorreggerlo “E poi mai tirarsi indietro, mai scoraggiarsi, devi scendere in campo e lottare fino alla fine come un vero eroe, come quando ti trovi davanti un muro a tre e lì in mezzo ci sono i gemelli Miya….”

“Miya?”

“Esatto,  il grigio topo  e quello dalla testa color piscio, i Miya. E tu gli spari dritta dritta una parallela bestiale quando loro invece sono super sicuri che è una diagonale.”

“Ehi, Mitamura!”

Tsukishima, che si trova nei paraggi assieme al suo fido amico Yamaguchi,  richiama da lontano l’attenzione dello sprovveduto novellino, caduto inconsciamente, suo malgrado, nella fitta rete di idiozie ed inutili divagazioni ordita dai due sempliciotti.

Tira fuori le mani dalle tasche, sfila le cuffie spente posizionandole alla base del collo mentre squadra tutti dall’alto in basso com’è suo solito fare.

Un ghigno sghembo affiora pericolosamente non presagendo nulla di buono.

“Il miglior consiglio che posso darti è quello di non seguire i loro consigli!”

“Che cazzo vuoi adesso, Tsukishima!”

“Perché tirarsela tanto quando si è dei poveri sfigati?”

“Ohi, sfigati a chi?”

Tanaka si infervora immediatamente, rimboccandosi le maniche in misto lana della giacca alla coreana.

Lo conosce da un bel po’, avrebbe dovuto imparare ormai da tempo a prendere le giuste misure, lasciandosi scivolare di tanto in tanto qualche piccolo affronto (è uno spocchioso di merda, è chiaro, ma è anche un ragazzo intelligente, molto intelligente, schietto e a suo modo sensibile, oltre ad essere un centrale da paura, bisogna darne atto) eppure volta per volta finisce per cedere ad ogni sua più insulsa provocazione.

Non c’è niente da fare, non può farne a meno, è  più forte di lui.

“Senti chi parla!” Nishinoya ribatte innervosito mentre addenta con voracità una barretta energetica, sputacchia in aria le briciole collose, costringendo l’inorridito occhialuto ad arretrare di qualche passo.  “Fino ad ora non ti ho mai visto in giro con una ragazza, Tsukishima!”

“Almeno io mi guardo bene dal dispensare a destra e a manca fallimentari consigli d’amore! Ci tengo troppo alla mia dignità.”

 
**********

E’ vero: benché se le ritrovasse praticamente ovunque, insistenti o timide, asfissianti o defilate, in uno stato di costante assedio, fino a quel momento Kei non aveva mai pensato seriamente alle ragazze.

Diciamo che a loro non ci pensava affatto.

Poche e semplici priorità gli bastavano per rendere felice la sua monotona vita: le sue amatissime letture scientifiche, una fetta di short cake alla fragola appena sfornata, le cuffie bianche da indossare al bisogno, la pallavolo e naturalmente, la duratura amicizia con Tadashi, non per forza tutto nel medesimo ordine.
 


ANGOLO DELL’AUTRICE

Avviso per i gentili lettori: questo capitolo non è del tutto frutto del mio sacco.

Mi spiego meglio: qualche giorno fa la mia carissima amica ciosa82, da poco presente nel fandom Haikyuu, autrice molto attiva nel fandom Capitan Tsubasa (buttate un occhio sul suo profilo, ne vale davvero la pena)  mi ha contattato in privato buttando giù un paio di idee simpatiche che ruotavano attorno al prompt “consiglio”.

Una di queste era quella di raccontare un esuberante Nishinoya che, cito testuali parole “prende da parte i primini per spiegare loro l’universo femminile e poi interviene qualcuno (Kei o Ennoshita)” che lo smonta.

Adoro da morire Nishinoya e lo adoro ancora di più quando è culo e camicia con Tanaka.

Comprendere l’universo femminile: bella storia!

Nel corso dei millenni è stato scritto davvero tanto sull’argomento ma nessuno è mai riuscito a sbrogliare questa matassa.

Anche quello maschile comunque non scherza mica!

Non potevo non introdurre sul finale quell’acidone di Tsukishima che non se ne fa passare una (secondo me si diverte un sacco a prendere i sempliciotti per i fondelli) anche se devo ammettere che anche Ennoshita, col suo savoir faire, sarebbe stato perfetto per rimetterli in riga. (lo amo).

Non dico altro, non vorrei influenzarvi con la mia visione (sono completamente persa e ne sono consapevole) e invece vi ringrazio tutti per seguirmi sempre così numerosi e affettuosi.

A presto.
 
Silvana.
 
 
   
 
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