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Autore: Signorina Granger    29/10/2023    2 recensioni
The leaves are all falling, and they’re falling like they’re falling in love with the ground
🍁🍂
I. Cinnamon Rolls
II. Cinnamon Butter
III. Cosy night
IV. Coffee date
V. Reading date
VI. Trick or Treat
VII. Movie night
VIII. Corn maze
IX. Caramelized apples
X. Football match
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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VI. Trick or Treat



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Nonostante Basil e Soleil – stanchi di trascinarsi lungo le vie illuminate dalla fioca luce giallastra dei lampioni per fermarsi, porta dopo porta, sotto i portici di tutto il vicinato – avessero intimato più e più volte ai fratelli minori di non indugiare di continuo per confrontare i rispettivi cestini Etienne Macquart, che non era propriamente un bambino noto per la sua propensione a dare ascolto alle direttive dei fratelli, si fermò nel bel mezzo del marciapiede, davanti al vialetto che lui e sua sorella avevano appena ripercorso a ritroso e che conduceva alla porta alla quale avevano bussato, e si rivolse serio alla bambina bionda che aveva accanto come se dovessero affrontare un argomento della massima importanza:
“Quanta roba ti hanno dato?”
Invece di rispondere Maëlle sollevò il cestino di vimini da picnic che aveva portato con sé e che faceva parte del suo costume insieme alla mantellina rossa che le avvolgeva capo e spalle, sollevò il coperchio e iniziò a frugare accigliata tra i dolcetti accumulati nel vagabondaggio in mezzo alle case del quartiere:
“Un pacchetto di macarons… lukom all’arancia e una merendina al cioccolato.”
“A me li hanno dato alla fragola i lokum, che schifo!”
“Facciamo a cambio.”, propose schietta la bambina allungando al fratello maggiore la deliziosa scatolina bianca ottagonale che conteneva i dolcetti avvolti da candide e leggere nuvole di zucchero a velo. Etienne fece per prenderli acconsentendo allo scambio, ma la sorella lo precedette scostando la propria mano di scatto, e un sorrisino furbetto le increspò presto le labbra mentre il lampione più vicino le illuminata il viso: “… però voglio anche il tuo pain au chocolat.”
“Scordatelo!” Esclamò stizzito Etienne arricciando il naso dipinto di nero che completava il suo costume da lupetto insieme alle finte orecchie pelose attaccate ad un cerchietto che Soleil lo aveva costretto a portare tra i capelli biondi: aveva acconsentito a rendersi ridicolo solo per essere carino e ricevere più dolci possibili, non aveva la minima intenzione di barattare la parte più preziosa del suo bottino.
“Io ti do le mie crostatine alla marmellata se me lo lasci.”  Maëlle fece spallucce mentre Soleil e Basil, qualche metro più avanti, si fermavano pentendosi amaramente di aver acconsentito ad accompagnarli assecondando i capricci dei fratellini minori ed Etienne gettava un’occhiata incerta al suo cestello arancione a forma di zucca.
“… Va bene, ma voglio anche quelle alla ciliegia!” La bambina annuì compiaciuta, certa di aver fatto un ottimo affare, e il baratto ebbe luogo mentre altri bambini travestiti si apprestavano a raggiungere la porta dalla quale loro si erano appena allontanati e Basil, definitivamente scocciato, iniziava a fare marcia indietro per acchiappare i fratellini e costringerli a continuare il giro:
“Voi due, che cosa vi ho detto? Muovete il culo o a Natale siamo ancora qui!”
“Soleil aveva ragione”, si premurò di informarlo Maëlle con aria compiaciuta mentre insieme, mano nella mano, si apprestavano a raggiungere la secondogenita che li aspettava con le braccia strette al petto e rabbrividendo dal freddo “con i costumi coordinati ci stanno dando più dolci dell’anno scorso!”
“Certo, sembrate adorabili, così conciati nessuno sospetta che siete in realtà dei perfetti rompipalle.”
“E io ho sempre ragione.”, si premurò di specificare Soleil una volta raggiunta dai fratelli prima di raddrizzare le orecchie pelose sulla testa Etienne, che si lagnò e cercò di dimenarsi asserendo di non essere un bambino piccolo.
“E se qualcuno chiede di adottarvi non esitate, mi raccomando.”
“Stai dicendo che ci scambieresti per dei dolcetti?” Maëlle strabuzzò inorridita i grandi ed espressivi occhi castani mentre affrettava il passo per non rischiare di essere lasciata indietro dai fratelli maggiori, le cui falcate erano almeno il doppio delle sue, stringendo i manici del cestello come una vera Cappuccetto Rosso spaurita mentre Etienne, accanto a lei, scrutava attento le case che li circondavano cercando di individuare le abitazioni che avrebbero garantito loro la maggior quantità di leccornie: di norma, anche se la logica di quel meccanismo sfuggiva alla sua comprensione, più le abitazioni erano sfarzose e meno erano i dolci che i proprietari erano disposti a smerciare. Soleil e Basil si scambiarono un’occhiata e nelle loro menti affiorò lo stesso pensiero: solo un paio d’anni prima non si sarebbero nemmeno sognati di ritrovarsi a badare in pianta stabile ai loro fratelli minori, ma anche se li consideravano degli impiastri pronti a dar loro il tormento dal primo giorno non avrebbero mai rinunciato a loro. Certo questo i bambini non lo sapevano, e il maggiore stabilì che per il momento fosse meglio così: meglio che i marmocchi non si rendessero conto di quanto potere esercitassero su di loro.
“Dipende per cosa. Per una scorta di pain au chocolat di sicuro.”
Quella sera per la prima volta da che era venuta al mondo Maëlle Macquart si disse disposta a rinunciare ad un pain au chocolat in maniera del tutto disinteressata, offrendo rapidamente ai fratelli maggiori i due che aveva nel cestino terrorizzata all’idea che potessero abbandonare lei ed Etienne sotto un portico qualsiasi senza mai più fare ritorno.




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