31. Libertà (pumpSEA)
— Shingeki no Kyojin!AU —
«Yusaku, come mai hai deciso di entrare a far parte del Corpo di Ricerca?»
«Perché vuoi saperlo?»
Ryoken fece spallucce. «Eri tra i migliori dieci del tuo corso, saresti potuto entrare di diritto nella Gendarmeria» spiegò, e Yusaku si ritrovò ad annuire poiché era vero.
«All'inizio volevo entrare nella Gendarmeria» ammise, fissando le mura che accerchiavano il distretto di Den.
«Non volevo saperne un bel niente di Giganti, massacri, lotta per la sopravvivenza e tutto il resto».
Si morse il labbro inferiore, prima di proseguire: «Poi, però, è capitato che un certo qualcuno facesse un discorso per l'arruolamento e…»
«Aspetta» lo interruppe Ryoken, quasi sconvolto, «hai davvero cambiato idea a causa del mio discorso?»
Yusaku annuì di nuovo. «È stato… il tuo temperamento. Per la prima volta ho avuto l'impressione di trovarmi davanti a un vero leader, qualcuno che sa il fatto suo».
(Mai come quel giorno il desiderio di libertà gli si impresse sottopelle. Lui che aveva sempre desiderato una vita tranquilla, che voleva solo ritirarsi nella cinta muraria più interna, mai come quel giorno desiderò invece seguire all'esterno delle mura, così colmo di pericoli, un uomo che non aveva mai visto prima).
«È la tua voce, Ryoken» disse Yusaku infine.
«La tua voce infonde speranza in chiunque l'ascolta. Sei nato per essere un leader e per portare gli esseri umani alla conquista della libertà».
Nell'abbraccio che seguì, in quel gesto pregno d'amore e gratitudine, Yusaku pensò che avrebbe potuto affrontare altri mille Giganti ancora e non si sarebbe mai stancato di combattere per quel desiderio di libertà che Ryoken, semplicemente con la sua voce, aveva risvegliato dentro di lui.
— Shingeki no Kyojin!AU —
«Yusaku, come mai hai deciso di entrare a far parte del Corpo di Ricerca?»
«Perché vuoi saperlo?»
Ryoken fece spallucce. «Eri tra i migliori dieci del tuo corso, saresti potuto entrare di diritto nella Gendarmeria» spiegò, e Yusaku si ritrovò ad annuire poiché era vero.
«All'inizio volevo entrare nella Gendarmeria» ammise, fissando le mura che accerchiavano il distretto di Den.
«Non volevo saperne un bel niente di Giganti, massacri, lotta per la sopravvivenza e tutto il resto».
Si morse il labbro inferiore, prima di proseguire: «Poi, però, è capitato che un certo qualcuno facesse un discorso per l'arruolamento e…»
«Aspetta» lo interruppe Ryoken, quasi sconvolto, «hai davvero cambiato idea a causa del mio discorso?»
Yusaku annuì di nuovo. «È stato… il tuo temperamento. Per la prima volta ho avuto l'impressione di trovarmi davanti a un vero leader, qualcuno che sa il fatto suo».
(Mai come quel giorno il desiderio di libertà gli si impresse sottopelle. Lui che aveva sempre desiderato una vita tranquilla, che voleva solo ritirarsi nella cinta muraria più interna, mai come quel giorno desiderò invece seguire all'esterno delle mura, così colmo di pericoli, un uomo che non aveva mai visto prima).
«È la tua voce, Ryoken» disse Yusaku infine.
«La tua voce infonde speranza in chiunque l'ascolta. Sei nato per essere un leader e per portare gli esseri umani alla conquista della libertà».
Nell'abbraccio che seguì, in quel gesto pregno d'amore e gratitudine, Yusaku pensò che avrebbe potuto affrontare altri mille Giganti ancora e non si sarebbe mai stancato di combattere per quel desiderio di libertà che Ryoken, semplicemente con la sua voce, aveva risvegliato dentro di lui.