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Autore: Jigokuko    11/11/2023    1 recensioni
[Fear & Hunger]
[Fear & Hunger 2: TERMINA]

Pavel Yudin ha passato la sua intera vita dalla parte sbagliata, ad aspettare il preciso istante in cui avrebbe potuto vendicare la sua terra e la sua famiglia.
Il viaggio su quel treno avrebbe portato, nel bene o nel male, alla fine della sua battaglia.
Maddalena, anzi, suor Maria Maddalena ha vissuto la sua misera esistenza passando inconsciamente da una gabbia all'altra, e per una maledetta coincidenza si trova sullo stesso treno per Prehevil.

Pavel e Maddalena sono agli opposti, come fuoco ed acqua... solo il destino potrà decidere se farli annientare a vicenda o legare per l'eternità.

[Raccolta di OS senza un vero e proprio filo logico.]

So kocht das Blut in meinen Lenden
Ich halt sie fest mit nassen Händen
Glatt wie ein Fisch und kalt wie Eis
sie wird sich nicht an mich verschwenden
Ich weiß

Feuer und Wasser kommt nie zusammen
Kann man nicht binden sind nicht verwandt
In Funken versunken steh ich in Flammen
und bin im Wasser verbrannt
Im Wasser verbrannt
Genere: Angst, Dark, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Ciao! Prima di iniziare, sappiate che questa storia è completamente self-indulgent. Il cervello mi ha obbligata a scriverla perché questi due mi stanno letteralmente divorando le sinapsi (eye twitching). Onestamente non mi aspetto che nessuno la legga perché 1. è su un fandom che in Italia non esiste 2. involve un'OC e lo sappiamo tutti che non frega un cazzo a nessuno degli OC.
Se deciderete di leggere comunque, vi ringrazio. :3

L'uomo del treno

Pav l'aveva odiata dal primo momento in cui l'aveva vista.
Era seduta su quel sedile, proprio in fronte all'uscita del vagone, così chiusa su sé stessa da sparire in mezzo ai cuscini color porpora, con una misera borsa di cuoio adagiata sulle minuscole ginocchia e le braccia avvolte attorno ad essa.
Quando vedeva una suora, soprattutto se giovane e con un viso tanto bello e delicato, pensava subito a quanto stesse sprecando la propria vita. Ed aveva avuto lo stesso pensiero con quella che stava viaggiando sul suo stesso treno per Prehevil.
Con quale coraggio nascondeva i suoi occhi blu sotto le folte ciglia per recitare stupide preghiere? Impedire a quelle labbra piene e rosee di baciare poteva definirsi il fallimento dell'umanità.
Erano sempre le più belle a buttarsi via così.

Il tenente si alzò dal suo sedile a pochi metri da lei e la raggiunse con un passo felino, il sorriso sulle labbra, lo sguardo predatorio. Si sedette sul bracciolo alla sinistra della suora e, con nonchalance, le avvolse il braccio destro attorno alle spalle, avvicinando quella testolina coperta dall'orrendo velo nero al suo petto.
Non si mosse, pietrificata. Pav vide solo due preziosi zaffiri spostarsi in sua direzione, e la pelle bianca del viso di lei tingersi di rosa acceso. Era rigida, sembrava volersi rannicchiare ulteriormente, le sue manine stropicciavano il tessuto della sua lunga veste.
Oh, già se le immaginava sul suo corpo. Chissà se un uomo l'aveva mai anche solo guardata da così vicino.

- Come ti chiami, bellezza~? – Nessuna risposta, la domanda servì solo a farle distogliere lo sguardo. – Oh, che carina, sei timida, eh? Vediamo... cosa ti porta su questo treno, allora? Quelle come te viaggiano in gruppo di solito.-
- Sono... diretta a Prehevil...-
Un mormorio quasi impercettibile. Anche la sua vocina era eccitante.
- Oh~ che coincidenza, anch'io! Da dove vieni?-
- Città del Vaticano.-
- Interessante. Cosa ti porta così lontano?-
- Uhm... non stai facendo troppe domande?-
- Che noiosa. – Pav sbuffò e la lasciò andare. Si alzò in piedi e, dopo aver fatto il giro, si sedette di nuovo accanto a lei, stavolta sui sedili veri e propri, stravaccato contro lo schienale e le gambe accavallate. – Volevo solo farti compagnia, sembri così sola...-
- Non mi da fastidio essere sola.- Lei continuava ad evitare il suo sguardo, o più che i suoi occhi il suo petto in bella vista.
- Eppure sembri così spaventata.-
- È... solo la prima volta che esco dal Vaticano.-
- Interessante. Posso farti compagnia, se vuoi~. Farti da guardia del corpo...-
- Sto bene così, grazie.-

Pav le mise le mani sulle spalle e si avvicinò a lei, quasi appoggiandosi con il corpo alla sua schiena. La sua testa era in avanti, si stavano a malapena sfiorando guancia contro guancia.

- Non hai mai trovato nessuno a cui importasse di te, non è vero? Nessuno che ti amasse?
Sono tutte così, quelle come te. Abbandonate dalla vita stessa, vi rifugiate in un convento a pregare giorno e notte uno morto secoli fa, annullando completamente il vostro essere donne e nascondendovi dentro sacchi neri, privandovi anche di ogni piacere della vita. Per cosa? Per nulla, dopo la morte finiamo tutti mangiati dai vermi.-
La vide abbassare il capo e prendere il crocifisso d'oro che aveva al collo con le mani.
- Non è così... non giudicare gli altri ad un primo sguardo...-
- Bugiarda. – Il tenente le si avvicinò ulteriormente, sussurrandole all'orecchio. – Posso darti io un po' d'amore, se vuoi... ti tratterò come una regina.~-

...
...
...

Pav si svegliò di colpo. Il treno si era fermato.
Ricordava di star parlando con la suora, ed all'improvviso una ragazza vestita di rosa era apparsa davanti a lui, l'aveva condotto in una strana stanza dalle pareti di legno, poi in un'altra piena di persone sedute a numerosi tavoli ed infine si era ritrovato in cima ad una torre.

Festival di Termina . . .

Girò la testa, ritrovando la suora. Era ancora addormentata, rannicchiata su sé stessa e con la testa adagiata sul bracciolo del sedile.
Purtroppo non avrebbe avuto tempo di scoprire il suo nome, il treno era giunto a destinazione. Quell'informazione non gli serviva, perché sarebbe probabilmente morto di lì a breve.
Si alzò, le diede un ultimo sguardo e se ne andò.
Niente ultimo momento di gloria prima di tentare di raggiungere l'obiettivo per cui aveva vissuto un'intera vita dalla parte sbagliata.


   
 
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