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Autore: Terreno    13/11/2023    0 recensioni
La dea del volo si ritrova a giudicare Anthony, dopo che la vita dell'uomo è finita.
 
Costei ripercorre allora gli eventi salienti del passato di colui che deve giudicare. La divinità però è in grado di capire il contesto dove l'uomo è vissuto, a differenza dell'altro, così come notare cose che gli sono sfuggite.
 
 
La storia altro non è che un cossover dei racconti (L'intelligenza artificiale sta rendendo obsoleta quella umana, con gioia della stupidità) e (Non rinunciare alle tue ali).
Genere: Drammatico, Fantasy, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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A un certo, le macchine iniziano ad impedire alle persone di rubare nelle campagne. Un processo abbastanza graduale e anche abbastanza di basso profilo.
In ogni caso, il cibo inizia ad essere difficile da trovare per tutte le persone.
 
Ecco però le macchine stesse presentare la soluzione, ovvero dare la possibilità di ottenere del cibo, in cambio di diverse ore di lavoro. Forse a quelle condizioni, un essere umano è una spesa minore rispetto a quella di un robot. Io però credo che il motivo principale sia un altro, ovvero che vedono la gente come potenziale elemento di disordine se la si lascia a far niente.
Effettivamente risparmiano anche qualcosa chiamando gli esseri umani a lavorare, ma dato già l’alto livello di efficienza raggiunto, penso che tale risparmio cambi poco. Probabilmente le macchine devono aver fatto notare agli abitanti della città lustra che, eventuali disordini potrebbero portare a dei rallentamenti e quindi a meno benefici a loro, anche se non costituirebbero comunque una minaccia. Quindi ecco la maggior parte delle persone riassorbite dalla società, questa volta all’ultimo gradino.
Probabilmente i pochi esseri umani privilegiati, si saranno sentiti generosi a dare nuovamente la possibilità di lavorare alle persone o, meglio, ad accettare il suggerimento dato loro dalle intelligenze artificiali.
 
Si è arrivati a quel punto e sono arrivati a quella condizione quasi tutti: sia coloro che hanno contribuito al raggiungimento di questa situazione, sia coloro che hanno cercato di evitarlo. Non vi è premio per chi ha agito sensatamente. Quel punto d’arrivo, portato per mano di certe persone, coinvolge tutti.
 
Ecco Anthony entrare quindi in un’azienda agricola e lavorare un tempo incredibilmente lungo, a ritmi massacranti. L’unica cosa che riceve è del cibo.
Sembra confuso dalla cosa, ma gli studi psicologici condotti dalle macchine, hanno previsto che la fame gli farà accettare quella cosa, senza proteste, pur di avere qualcosa da mangiare. Un’altra persona, vicino a lui, prova a spiegarli che a quelle condizioni, gli esseri umani sono ancora più convenienti rispetto alle macchine, per questo danno loro solo cibo. Altrimenti converrebbe usare un robot. Anthony, ovviamente, non capisce.
Già, siamo arrivati a questo punto: la mente umana è diventata obsoleta, le macchine sono progredite, riuscendo a superarla in ogni punto, poi hanno iniziato a riprodurre i movimenti umani, con sempre maggior efficienza, riuscendo prima a fare meglio delle persone, poi a un costo minore. Alla fine è rimasta una sola cosa in cui gli esseri umani riescono ancora non essere superati dalle macchine; il loro metabolismo. Un corpo di una persona richiede ancora meno energia per restare vivo e muoversi, rispetto a quanta ne avrebbe bisogno un robot. Dunque è tutto questo ciò che rimane alla maggior parte degli umani? Come si sono ridotti! Ecco l’inevitabile punto d’arrivo di produrre qualcosa migliore di se stessi, di venire superati da qualcosa. Ciò è successo da quando l’essere umano ha smesso di cercare di migliorarsi, di superare i propri limiti, anche facendo le cose più semplici, come apprendere qualcosa che prima non sapeva fare.
 
Osservare la vita di Anthony però, mi riserva ancora qualche piccola sorpresa, come quando la squadra di sicurezza, composta da robot, chiama alcune persone alla sera. Noto subito che tutte le persone chiamate si distinguono per un particolare colore della pelle. Poi i robot li fucilano e fanno portar via i cadaveri.
Ho tante ipotesi per la testa, ma penso che presto troverò la risposta alle mie domande.
 
Anthony non è rimasto certo indifferente all’evento e dopo circa un mese, trova il coraggio di chiedere a uno di quei robot perché avesse fatto ciò. Lo vedo davanti al robot, quel robot ormai più intelligente degli esseri umani. Non solo di Anthony, di lui ci vuole poco, ma anche delle menti più acute. Per lui, parlare con un umano, forse è come parlare con un bambino o neppure qualcosa del genere.
Gli rivela quel che già io pensavo, ovvero che il motivo fosse il colore della loro pelle, che ci fosse un movente razzista dietro a quegli omicidi.
 
Anthony protesta, ricordando che le macchine non dovrebbero essere capaci di essere razziste e di provare sentimenti come odio. Il robot gli conferma, che effettivamente non siano razzisti, né odino, ma se un robot deve seguire gli ordini da delle persone, in questo caso gli abitanti della Città Lustra, quando queste sono razziste, finirà per eseguire degli ordini razzisti. Il fatto che le macchine siano prive di alcuni vizi umani, ciò non vuol dire che le ingiustizie derivanti da tali vizi cessino, se a controllarle sono sempre degli umani.
 
Mi soffermo anche sul perché gli abitanti della così detta “Città Lustra” abbiano ordinato ciò. Davvero è stato razzismo? Non credo che alla base ci siano pregiudizi, credo che la cosa passi per qualcosa di più semplice: la noia.
Non credo che gli abitanti della Città Lustra stiano in realtà bene: accuditi e trattati come dei bambini, viziati con ogni cosa possano chiedere, ma privi di un vero scopo. Forse uccidere quei poveretti è stato qualcosa per fare qualcosa di diverso o per affermare se stessi, sentendosi onnipotenti: poter dimostrare di non essere solo un gruppo di individui inutili e passivi, ma di poter determinare la vita e la morte degli altri.
Già, anche loro vivono nella miseria, seppur di un altro tipo.
 
Anthony allora protesta, chiedendo come mai abbiano fatto così e, soprattutto, come mai gli abitanti della Città Lustra non condividano con tutti le loro ricchezze, lasciando loro alla fame.
Gli è stato spiegato diverse volte, ma non l’ha mai capito. Il robot prova anch’esso, facendogli un esempio terra a terra. Gli parla di quando acquistava quel dispositivo di comunicazione, da cui Anthony era così dipendente, facendogli notare che, ogni volta che c’era un dispositivo migliore degli altri, lui si disfacesse del vecchio, ormai inutile, a favore di quello nuovo. Gli abitanti della città lustra stanno semplicemente facendo quello. Cosa pensava? Che la sua società gli desse uno stipendio per fargli un piacere? No, glielo dava perché era utile, perché l’essere umano era utile, perché la sua intelligenza era insostituibile e manteneva le persone che andavano in pensione, solo perché i figli e i nipoti, che erano ancora utili, potevano battersi per essi, grazie alla loro utilità.
La società non tiene cose inutili e sostituisce le cose obsolete. Anthony, forse crede allora che la società sia cattiva e ingiusta? Non si rende conto che però lui stesso ha fatto parte di quella società, agendo e determinando come si sarebbe comportata quella società? Cos’è successo quando gli specialisti hanno iniziato a perdere il lavoro per via dell’avvento dell’intelligenza artificiale? A lui è andato benissimo, dato che poteva avere a disposizione servizi migliori e pagarli di meno, oltre che prendersi una soddisfazione personale contro chi aveva studiato. Se quegli specialisti protestavano, poi, cosa pensava? Che fossero loro a non aver capito. Che cosa ha fatto quando le mansioni che richiedevano intelligenza, venivano sostituite dalle macchine? La stessa cosa. Si è mai chiesto come aiutare le persone che avevano perso un lavoro a causa di ciò? No, dato che erano stato loro a non essere stati capaci di reinventarsi, secondo lui.
Ha continuato così, non prevedendo che, un giorno, potesse arrivare il suo turno. Che fosse lui a perdere il lavoro, perché era arrivato qualcosa meglio di lui. Semplicemente gli è capitata la stessa cosa che è capitata anche agli altri, che lui, in parte, ha fatto agli altri. Quando è stato lui a perdere il lavoro, ci saranno state sicuramente persone, ancora inserite nel tessuto sociale, che hanno liquidato la cosa come lui ha fatto in precedenza.
La società effettivamente è stata ingiusta, ma la società è ed era fatta di persone, tra cui Antony. Lui è stato un pezzo di quella società, lui ha appoggiato quelle ingiustizie, quando avvenivano, lui ha contribuito a far compiere alla società determinate scelte.
Perché dovrebbe condannare quello che la società sta facendo in quel momento con lui, se fino a pochi anni prima, avrebbe fatto lo stesso? Si era forse opposto alla tendenza? No, l’aveva accettata. Quindi perché si stupisce che accada la stessa cosa a lui? Se solo molte persone avessero immaginato che, quando vedevano qualcuno venire rimpiazzato, loro potessero essere i prossimi a ricevere quel trattamento, le cose sarebbero andate diversamente! Se solo Anthony avesse avuto quel minimo di intelligenza, per capire cos sarebbe potuto succedere!
 
Gli eventi successivi della vita di Anthony sono di scarsa rilevanza e quasi tutti uguali.
   
 
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