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Autore: GoldenRing    16/11/2023    0 recensioni
Quasi cinque anni dopo essersi trasferito in America, Izuku Midoriya ritorna in Giappone con un unico obiettivo, ritrovare Eri. Tuttavia, le loro vite sono cambiate: Eri è stata salvata dagli eroi e adottata dai pro-hero Eraserhead e Present Mic; Izuku, invece, è diventato una popstar famosa in tutto il mondo dopo che la morte di Inko lo ha costretto a trasferirsi in America da suo padre.
Entrambi combattono ogni giorno per superare il loro traumatico passato e quando pensano di essere al sicuro, Izuku ed Eri saranno assaliti dalle ombre del passato. Un passato che vede il segreto di All For One e Overhaul legati in qualche modo, tutto a causa di appunti scritti in un quaderno Campos e legami di sangue.
[AU][Quirkless!Midoriya][Future Fic]
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eri, Izuku Midoriya, Nuovo personaggio, Shōta Aizawa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prima di iniziare: tutto ciò che è scritto in corsivo, in un dialogo, è in detto in inglese. (Si suppone che normalmente si parli il giapponese). Grazie e buona lettura!

 

"Cosa diavolo ti è saltato in mente?" 

 

Vanessa si arrabbia facilmente, soprattutto con Izuku. Riprenderlo per le sue stronzate, dice, è il suo hobby preferito.

 

"Cosa?" Midoriya sprofonda sul divano del suo camerino.

 

"Hai idea di quanto sei stato stupido poco fa?" Vanessa si gira verso il suo migliore amico. Indossa un tailleur celeste che le fa risaltare la carnagione scura e i capelli marroni. Tra le mani agita una cartellina rosa. "Avremo le caselle email intasate da persone che si fingono Eri. Ci hai pensato?"

 

"Pensi che sia davvero così stupido?" sbotta l'altro, incrociando le braccia al petto. 

 

"Vuoi che ti risponda davvero?" C'è una piccola pausa prima dove Vanessa lo guardi con un sopracciglio alzato. "Allora?".

 

"Certo che ci ho pensato, per questo non ho detto il suo nome".

 

"Ah beh, menomale" Vanessa si tocca la fronte in una mossa sarcastica "Ora sicuramente non avremo migliaia di persone malate che ti chiameranno Izu-nii o oni-chan o come diavolo voi giapponesi chiamate i vostri fratelli".

 

Izuku sbuffa, massaggiandosi la punta del naso "Cosa altro avrei potuto fare, Vanessa? Abbiamo indagato, chiesto in giro e corrotto qualcuno con un bel po' di soldi, ma non abbiamo avuto risultati. Anche Elijah ha fatto il possibile".

 

"Sembra essere scomparsa. Se non l'avessi tenuta tra le braccia così tante volte e se non l'avessi pulita dal sangue incrostato, non sarei neanche io così sicuro della sua esistenza" dice senza fiato, fissando la ragazza con uno sguardo ardente. Batte i piedi sul pavimento e si sfrega il collo nervosamente. "Non hai idea di quanto ero fottuto in testa a tredici anni" continua più calmo.

 

Vanessa abbassa gli occhi verso le sue scarpe. Izuku la imita subito dopo, sentendo le lacrime bruciargli gli occhi. Si porta una mano alla fronte e si curva sulle sue ginocchia, cercando di abbracciarsi e nascondersi. L’amica si siede accanto a lui sul divano, gli accarezza dolcemente i capelli e lo attira verso di lei.

 

"Non aiuta nemmeno non conoscere il suo cognome. Se è stata adottata, lo avranno sicuramente cambiato. Ma se la famiglia che l'ha accolta fosse peggio?" 

 

"Non penso che possa esserci qualcuno peggio di quel mostro" sussurra Vanessa con tono sommesso.

 

"Lo so, credimi, ma se non fosse ancora al sicuro? Se fosse solo meno peggio e non stesse ancora bene? Se la stessero ancora sfruttando per il suo quirk? Si merita solo il meglio e io ora posso darglielo". Il giovane si irrigidisce, le mani chiuse in due stretti pugni. 

 

Vanessa fissa il suo volto teso e pallido. Capisce come si sente, lo sa da sempre. Percepisce la rabbia impotente verso chi le ha fatto del male, la volontà di salvarla ad ogni costo.

 

"Nené, se spulciare email per email, chiamata per chiamata, è quello che devo fare per trovarla, lo farò" le sussurra prendendo la sua mano. La voce è bassa e tremante, ma anche decisa e risoluta. Non vuole il suo permesso o il suo parere. Izuku è spinto dalla consapevolezza che l’unica e ultima arma a disposizione che ha per trovare Eri è quella di sfruttare la sua popolarità. "Ma ho bisogno del tuo aiuto".

 

"Okay, okay ho capito" gli risponde stringendolo più forte in risposta. La sua mano è calda contro la sua. "La troveremo, ora rilassati". 

 

"Grazie" le dice con un sospiro di sollievo e poggiando la testa sul suo grembo.

 

"Dio, non ringraziarmi. Sai che farei di tutto per vederti felice, Izuku".

 

***

 

Sono quasi le dieci quando Yamada rientra a casa, stanco e affamato.

 

Calpesta con impazienza lo zerbino fuori alla porta, fa cadere due volte le chiavi a terra e ne spezza quasi una pensando sia quella giusta.

 

Sono quelli, Yamada pensa, i momenti in cui l'Universo sembra voglia metterlo alla prova. Fa un profondo respiro e prende la chiave giusta.

 

Ma appena varca la soglia, la porta gli scivola dalle mani chiudendosi in un tonfo assordante. Si morde il labbro, sperando di non aver svegliato nessuno perché sa bene quanto alla sua famiglia piaccia dormire fino a tardi. Si toglie le scarpe, optando per camminare a piedi scalzi quando non trova le sue pantofole accanto alle scarpe di suo marito e di sua figlia.

 

Tanto per cambiare, pensa tra sé.

 

Apre e chiude tutti i mobili della cucina, rovista nella dispensa senza riuscire a trovare il pacco di riso da nessuna parte. Sente tutto il sangue affluire alla testa, colorandogli la faccia di un rosso intenso. 

 

L’ultimo cassetto che gli rimane da controllare è quello delle posate. Sa bene che il riso non è lì, ma è talmente frustrato da aprirlo lo stesso. E ovviamente, fa cadere tutto il contenuto per terra, provocando un fracasso infernale.

 

Yamada mormora un’imprecazione tra i denti. Va a prendere una ciotola da un ripiano in una marcia silenziosa, gemendo al pensiero di dover lavare tutte le posate a mano. La lavastoviglie, infatti, aveva deciso di abbandonarlo giorni fa e non aveva ancora chiamato l’idraulico.

 

Una figura alle sue spalle si avvicina silenziosa ed Hizashi ha a malapena il tempo di accorgersene prima che due braccia gli stringono la vita. "Buongiorno, 'Zashi" gli sussurra Shouta all'orecchio. 

 

Hizashi rabbrividisce, sciogliendosi nell'abbraccio. Appoggia la testa sulla spalla di suo marito crogiolandosi nel calore familiare. "Buongiorno" mormora, dandogli un bacio. "Ti ho svegliato?".

 

"Sì, ma va bene. Dovevo alzarmi comunque" gli risponde l’altro, aiutandolo a raccogliere le posate sparse per terra.

 

"Mi dispiace, so quanto hai avuto difficoltà a dormire in questi giorni".

 

"Non preoccuparti" lo rassicura, scuotendo la testa non affatto infastidito.

 

"Mi farò perdonare preparando una fantastica colazione. Eri è già sveglia?"

 

"Non lo so" Shouta lo guarda tra una forchetta e l'altra. "Perché non inizi a dirmi cosa ti turba? È chiaramente successo qualcosa".

 

Hizashi e Shouta si alzano in piedi. Hizashi sente le ossa scricchiolare e si dirige verso il lavandino. Shouta lo segue con lo sguardo, appoggiato alla porta.

 

"Non trovo il riso" dice, facendo spallucce. "Ho cercato ovunque, ma niente. Poi le posate hanno deciso di fare un volo".

 

"Hai guardato nella credenza dove sta la farina?" 

 

Shouta trattiene un sorriso quando suo marito lo guarda con aria cospiratrice.

 

"No, l’hai messo lì tu?" 

 

"No, ma le ultime volte l'ho trovato lì. Credo sia stata Eri". Hizashi annuisce e inizia a lavare le posate con il sapone.

 

Shouta si gira e pesca il pacco di riso dal mobile in legno, poi torna indietro da suo marito. Si appoggia al bancone, incrociando le braccia, e lo fissa.

 

"Perché mi guardi?"

 

"Non posso godermi la vista?" sorride, malizioso. "Perché non mi racconti cosa è successo davvero?"

 

Hizashi sospira mentre chiude con forza il rubinetto. Sa che non può nascondere nulla a Shouta. "Hanno scelto la versione del film che volevano".

 

"Che vuoi dire?" 

 

"Ricordi quando quasi un anno fa sono stato chiamato per visionare la sceneggiatura? Beh visionare, diciamo per essere avvisato che quella sarebbe stata la sceneggiatura definitiva. Ti ricordi?".

 

"Certo".

 

"Ricordi anche come hanno cambiato alcune cose perché considerate un po' "troppo" " Yamada fa le virgolette con le dita.

 

"Sì, non volevano mostrare scene troppo esplicite"

 

"Esatto" strilla il biondo, strofinando più forte le forchette innocenti. Shouta attiva il suo quirk per un istante.

 

"Puoi dirlo Shouta, non vogliono mostrare quando sono stato punito a causa del mio quirk. Quando, solo per il gusto malato di alcuni adulti, mi hanno fatto indossare una museruola. Una museruola, cazzo" Il tono di voce di Hizashi è acido. "Sai quanti bambini con un quirk vocale sono costretti al mutismo forzato? Migliaia, anzi decine di migliaia. Quasi tutti noi e quegli stronzi dei produttori pensano sia troppo esplicito da mostrare. Ma il mio non è un film di All Might. È biografico, cazzo". 

 

Shota lo guarda agitare le forchette in aria mentre ascolta in silenzio. Sa già tutto questo e anche Hizashi ma questo non gli impedisce di continuare ad inveire o a Shouta di ascoltarlo. Sanno entrambi che Hizashi ha bisogno di sfogarsi e suo marito sicuramente non lo fermerà.

 

"Parliamo della mia vita e potrei almeno scegliere di mostrare quello che ritengo importante?” chiede retorico “Perché ritengo estremamente importante questa cosa, per bambini come Shinsou, che sono stati maltrattati sotto gli occhi di tutti. E sappiamo quanto un film o i media in generale, possano avere un effetto sulle persone".

 

Shouta si avvicina, prende le poche forchette tra le mani di Hizashi e le lascia cadere nel lavandino. Dolcemente raccoglie le sue mani e le passa sotto al rubinetto, sciacquando via tutta la schiuma. Non incontra gli occhi di Hizashi ma sa che l'altro lo sta guardando.

 

"Non avevano cambiato idea?" 

 

"Sì ed infatti le scene sono state girate. Solo che sono state tagliate durante il montaggio. E per un capillo del contratto, ora non posso fare più nulla".

 

Shouta mormora la sua comprensione. Fa girare lentamente Hizashi verso di lui, gli raccoglie alcune lacrime che sono scivolate giù e lo avvicina per un abbraccio.

 

"Sono arrabbiato"

 

"Lo so" 

 

"Sono più che arrabbiato. Sono incazzato"

 

"Va bene esserlo".

 

"Non voglio che sia solo un film sul primo eroe top 30 giapponese ad essere apertamente gay" sussurra "Non sono solo questo".

 

"Lo so"

 

"Avrei voluto che si parlasse di più della discriminazione dei quirk. Ma ora non posso più fare nulla".

 

"Mi dispiace, Hizashi. Troveremo una soluzione".

 

Yamada guarda suo marito con gli occhi lucidi ed annuisce lentamente. Sa che Shouta era stato fin da subito contrario alla realizzazione del film. Non lo ha mai detto ma Hizashi conosce suo marito così bene che non aveva bisogno che glielo dicesse esplicitamente. Si conoscono ormai da quasi venti anni e sanno l'uno dell'altro praticamente tutto e nonostante la sua contrarietà, Shouta lo ha sempre sostenuto. È sempre stato solidale sapendo quanto per Yamada, invece, questo film fosse importante. 

 

Rendere il pubblico consapevole della discriminazione dei quirk, soprattutto quelli vocali è, per Hizashi, la battaglia più importante della sua vita. Sanno entrambi che il film sarebbe stato d'aiuto in quella lotta.

 

"Buongiorno" la voce di Eri li interrompe. La bambina entra in cucina nel suo pigiama bianco a cuori rossi. I suoi capelli sono una rete intricata e piena di nodi. Si stiracchia sull'uscio della porta per poi fermarsi ad osservare i suoi genitori. "È successo qualcosa?" chiede titubante.

 

"No, biscottino, non è successo nulla" Hizashi si asciuga le guance con la manica della sua camicia, rompendo l'abbraccio con suo marito. "Papà ha solo avuto una lunga giornata".

 

La bambina indugia sulla porta giocherellando con le maniche della maglia. Guarda l'orologio segnare solo le dieci e venti del mattino. 

 

"Cosa vuoi mangiare a colazione? Puoi scegliere qualsiasi cosa. Oggi è sabato" dice Shouta appoggiandosi al bancone.

 

"È successo qualcosa. Papà stava piangendo, l'ho visto. Pretendete che mi apra con voi con i miei sentimenti ma voi, invece, non lo fate mai. Inui-san dice che la fiducia non è una strada a senso unico" Eri incrocia le braccia al petto, nascondendo il suo tremolio. Gonfia le guance prendendo tutto il coraggio per affrontare i suoi genitori. 

 

"Hai ragione, biscottino" Hizashi rimane sorpreso per la seconda volta in meno di 24 ore. "Mi dispiace. Perché non ti siedi? Te lo racconto mentre preparo la colazione".

 

~~~

 

La settimana successiva trascorre velocemente e Hizashi è pronto ad attraversare le porte di HeroFilm Building a testa alta. Oggi è previsto un meeting d'emergenza, o almeno è così che lo ha chiamato la sua assistente, per revisionare alcuni dettagli sul film.

 

È in ansia? Totalmente impanicato.

 

Tuttavia, ha previsto tutti i peggiori scenari possibili. Continuerebbero a non inserire le scene? Hizashi aveva discusso con Nedzu le possibili risposte. È preparato a qualsiasi inconveniente e cavillo legale. È terrorizzato di sparare qualche stupidaggine e di essere messo in disparte ma era il suo film, diamine. È pronto per farsi rispettare e per essere preso in considerazione. 

 

Le bottiglie di shampoo della sua doccia stamattina hanno applaudito in standing ovation il suo discorso. Lo avrebbe fatto, e non avrebbe permesso a nessuno di mettergli i piedi in testa. 

 

No. No. Assolutamente no. È pronto.

 

Certamente non lo è quando una delle stagiste junior gli si getta addosso disperata.

 

"Present Mic, signore, per fortuna è arrivato. Ha sentito cosa è successo?" chiede la ragazza di cui sinceramente Hizashi non ricorda il nome. Farfuglia qualcos'altro così velocemente che l'eroe deve fermarla immediatamente.

 

"Rallenta, rallenta. Riparti dall'inizio: cosa è successo?" chiede, preoccupato.

 

"Izuku è arrivato stamattina. È entrato con il piede di guerra."

 

"Il cantante?" La stretta soffocante allo stomaco si allenta per dare spazio alla confusione.

 

"Si, lui" continua con sguardo infastidito, Yamada cerca di non rimanerci male. "Gli hanno detto dei tagli delle scene ed è come impazzito. Dice che la sua arte ora non ha senso e che non può più essere apprezzata".

 

"Kami, è così drammatico, lamentandosi di tutto e di tutti. Ci manca solo un litigio con Yamamoto-san” Yamada nota quasi delle lacrime negli occhi della donna “Ma se il capo ha deciso di tagliare quelle scene deve esserci un motivo, no? Vuol dire che non sono importanti". 

 

Hizashi a quel commento avrebbe qualcosa da ridire. Opta, però, di rimanere in silenzio.

 

"So solo che la stanno aspettando. Il capo spera che lei possa aiutarlo a far ragionare Midoriya-san perché non possiamo proprio permetterci di rimandare l'uscita del film. Siamo già in ritardo".

 

"Va bene. Indicami solo dove mi stanno aspettando" dice dopo un sospiro abbastanza lungo.

 

"Sala sette, quarto piano" gli dice, regalandogli un sorriso speranzoso.

 

"Grazie” Hizashi non può fare altro che ricambiare “Se puoi avvisa che sto salendo".

 

"Certo signore"

 

Bene. Benissimo. Hizashi non è affatto pronto ad un risvolto del genere. Non ha assolutamente e categoricamente messo in conto della presenza di Izuku Midoriya. 

 

Entra in ascensore a passo lento. Il suo volto non rispecchia il tumulto di emozioni che prova. Vorrebbe urlare, anzi fermare l'ascensore e sbattere la testa contro lo specchio alle sue spalle. Non sa che tipo di persona è questo Izuku Midoriya ma dalla descrizione della stagista, non sembra promettere nulla di buono. Forse è uno di quegli artisti che si credono sostanzialmente Dio e che pretendono di essere osannati e pregati. 

 

Hizashi scuote la testa freneticamente. Non può giudicare qualcuno che non ha ancora conosciuto.

 

Bussa alla porta ed entra quasi senza aspettare una risposta. Nella stanza ci sono una decina di persone sedute ad un tavolo ovale che si girano a fissarlo. 

 

"Present Mic! È un piacere vederla" lo accoglie Yamamoto-san, un uomo sulla cinquantina, alto ed in forma. Porta la barba è totalmente rasata ed un paio di occhiali sulla punta del naso storto. "Prego si accomodi" gli dice.

 

"Buongiorno" Yamada saluta con determinazione. Alla sua destra, alcuni posti più in là, è seduto l’uomo in questione. È giovane, ha una zazzera di capelli ricci verdi e indossa dei jeans e una felpa che Yamada riconosce come molto costosi e all'ultima moda. Ha lo sguardo infastidito ma quando incrocia il suo sguardo, Izuku gli sorride raggiante.

 

Forse, forse Hizashi ha una possibilità.

 

"Ora, ci sarebbero alcuni dettagli da discutere" inizia Yamamoto guardando alcuni fogli. "Innanzitutto, stasera alle 19 verrà pubblicato su tutte le piattaforme il trailer del film e in concomitanza il singolo principale dell'album della colonna sonora" L'uomo solleva gli occhi dai fogli per guardare prima Yamada e poi Midoriya, il quale, nota Hizashi, continua a guardare infastidito il produttore dell'HeroFilm. 

 

Yamamoto continua il suo discorso senza essere fermato, soffermandosi su alcuni aspetti del marketing del film: come pubblicità, teaser e interviste di routine che gli attori, Present Mic stesso e alcune volte anche Midoriya avrebbero dovuto sostenere per promuovere il film. 

 

Il discorso dura circa 15 minuti prima che uno sbuffo abbastanza rumoroso interrompa l'uomo. 

 

"Qualcosa non va, Midoriya-sama?"

 

"Staremo qui a discutere su cose che sinceramente già sappiamo quando abbiamo un problema più grande?" domanda il cantante incrociando le braccia. Hizashi lo fissa sbalordito per alcuni istanti, congelandosi quando due occhi verdi smeraldo si posano su di lui.

 

"Non vedo nessun grande problema"

 

"Oh, ma dai. Davvero?" sbuffa in un perfetto inglese. Hizashi si dà mentalmente dello stupido. Il ragazzo parla così bene giapponese che per un momento ha dimenticato che è una pop star americana. "Le scene tagliate sono il problema".

 

"Midoriya-sama" il ragazzo fa una smorfia all'onorificenza usata. "Il target a cui è destinato il film è quello di un pubblico di età compresa tra i 4 e i 15 anni. Non possiamo inserire scene che potrebbero disturb-"

 

"-urbarne la visione. Sì, questo è il suo ragionamento, l’ho capito, e penso che sia una grandissima stronzata," sussurra Midoriya con tono aspro. “Perché questo non è un film di All Might o Air Jet dove la cosa più importante da mostrare al pubblico, è quanto sono potenti i loro pugni o forti i loro getti d’aria. Quelle sono fiabe, l’eroe vince sui cattivi e si innamora della fanciulla in pericolo. Ottimo, ma la vita non è una fiaba, Yamamoto-san e il film di Present Mic mette in chiaro abbastanza bene questo concetto. Il pubblico sarà formato da persone assolutamente interessate a conoscere la storia dietro la faccia da eroe”.

 

“Quelle scene sono importanti per gli stessi bambini a cui lei sta cercando di privarne la visione” continua il cantante passandosi una mano sulla fronte “E non sono neanche così tanto esplicite. Yamamoto-san, le ha almeno lette o viste?".

 

"Certamente, ma devo pensare al pubbli-"

 

"Yamamoto-san, qual era il suo sogno da bambino?" lo interrompe il cantante, proprio quando Hizashi avrebbe voluto intervenire. Non ha il tempo di dire niente.

 

"Cosa?" L’uomo si blocca totalmente, preso in contropiede. Aleggia una certa confusione per la stanza, neanche Hizashi capisce dove la popstar voglia andare a parare con questa domanda.

 

"Mi assecondi, per un attimo". 

 

Midoriya si alza dalla sedia e comincia a camminare. Dieci paia di occhi non sembrano turbarlo minimamente. "A quattro anni il suo quirk non è ancora arrivato, le chiedono cosa vorrebbe fare da grande: cosa risponde?"

 

"Mh, risponderei di voler essere un eroe" 

 

"Certo, perché è un sogno molto comune quando si è piccoli. Le dicono che sono molto fieri di lei e che avrà sicuramente un quirk fantastico e che sarà il migliore eroe. Si rispecchia?"

 

"Sì, certo"

 

"Voi altri?" chiede il cantante guardando velocemente tutti gli altri.

 

Molti "sì" e altri "certo" vengono bisbigliati. Hizashi non risponde, non ha senso mentire quando tutti conoscono la verità.

 

"Bene. A cinque anni, il suo quirk si è sviluppato. Non è nulla di appariscente o forte come potenziamento della forza, pirocinesi, telecinesi, esplosioni. Se fosse stato così, non staremmo parlando in questa sala. È semplicemente un potenziamento della vista, dico bene?” 

 

Yamamoto balbetta suoni incoerenti mentre annuisce. “Riesce a vedere meglio di una persona normale, ma questo le provoca forti emicrania".

 

Midoriya si passa una matita tra le dita e con essa indica un barattolo di antidolorifici accanto all'uomo. Yamamoto si raddrizza sulla sedia mentre tutti i suoi sottoposti lo osservano a disagio. "Giusto" risponde.

 

"Continua a dire di voler diventare un eroe. I suoi genitori la guardano con leggera pietà ma non osano ancora dirle di smettere perché è ancora un bambino” continua "A sei anni gli altri bambini ridono quando dice di voler essere un eroe. Si sente a disagio quando a scuola le chiedono di specificare il suo quirk. Dicono che è per sicurezza, per conoscere il quirk di tutti e prevenire eventuali incidenti ma impara presto che non è così. Gli adulti vogliono sapere se è all'altezza, se nella loro classe ci sarà un futuro eroe. Sto sbagliando?".

 

Il silenzio è assordante nella sala, Hizashi vede il presidente della HeroFilm scuotere la testa. Il cantante mormora la sua comprensione, non è affatto sorpreso della risposta.

 

"Yamamoto-san, a sei anni le chiedono cosa vorrebbe fare da grande. Cosa risponde?" dopo alcuni attimi di pausa Izuku si ferma di fronte all'uomo dall'altra parte del tavolo.

 

"Rispondo ancora di voler essere un eroe".

 

"Bene. A nove anni gli adulti le dicono di essere più realista quando pensa al futuro. Essere un eroe non è più una scelta. La guardano e scuotono la testa. I ragazzini della sua classe non capiscono. Nessuno sembra capire mai, tutti la fanno sentire esattamente come "qualcosa" tranne che un eroe. Sbaglio?".

 

Midoriya guarda Yamamoto senza esitare, neanche una volta dubitoso che quello che sta dicendo sia falso. Hizashi non sa ancora come faccia Midoriya a conoscere il quirk dell'uomo.

 

"A quattordici anni non è cambiato nulla." Midoriya prende una piccola pausa e un leggero respiro. "Quanti in questa stanza sono stati presi di mira, bullizzati per il proprio quirk o per la mancanza di uno?”

 

C’è un leggero mormorio di voci e molte mani si alzano. 

 

“Non mi sorprende” ammette Midoriya “Il Giappone ha uno dei tassi di bullismo infantile più alti al mondo”.

 

Posa i suoi occhi brillanti sull’eroe. "Ok, Yamada-san, mi asseconda?" Hizashi non può tirarsi indietro, quindi sorride fiducioso, capendo finalmente cosa il cantante voglia fare.

 

"Certo".

 

"A quattro anni, il suo quirk non è ancora arrivato. I suoi genitori le dicono che ha una bella voce. Forte, squillante, potente. Un pomeriggio le chiedono cosa vorrebbe fare da grande. Cosa risponde?"

 

"Dico di voler fare il cantante" Midoriya gli rivolge un altro sorriso, uno che però non gli arriva agli occhi. Yamada non ha il tempo di chiedersi il perché.

 

"A quasi cinque anni, sta facendo i capricci perché non vuole mangiare i broccoli per cena. Si attiva per la prima volta il suo quirk. È un quirk vocale, può modulare il volume della sua voce, permettendogli di creare onde d'urto sonore. I suoi genitori sono leggermente allarmati, pensano sia pericoloso e la istruiscono di dover imparare al più presto a controllarlo".

 

"A sei anni, ha un grande controllo sul suo quirk per avere quell'età ma i suoi genitori non sono contenti" prosegue il cantante, riprendendo chiaramente una delle scene tagliate dal film. "Ci sono delle volte in cui le sue urla sono così forti da rompere le finestre di casa. Quattro volte in un mese. I suoi genitori si arrabbiano perché non possono permettersi altre riparazioni in casa".

 

"I suoi genitori non pensano più che abbia una bella voce. Non hanno avuto il tempo di chiederle cosa vorrebbe fare da grande, quindi glielo chiedo io: Yamada-san, cosa vorrebbe fare da grande?" 

 

"Il cantante" ripete l'eroe posizionandosi meglio sulla sedia.

 

"È passato un anno ma gli incidenti a casa continuano. Una volta è una finestra, la seconda un piatto, la terza dei bicchieri. A volte i vicini se ne lamentano. I suoi genitori le dicono che non ce la fanno più. Decidono che una museruola sia la soluzione più giusta. Niente voce, niente oggetti rotti. Niente oggetti rotti, niente riparazioni. Niente riparazioni, niente soldi sprecati".

 

L'atmosfera è tesa, il silenzio assordante. Alcuni degli attori siedono a disagio sulle proprie sedie. Anche lo sceneggiatore, che conosce quelle scene alla perfezione, trova difficoltà ad alzare lo sguardo. La presenza dell'eroe mette a disagio l'intera stanza.

 

"Inizia a non parlare molto quando è a casa. I suoi genitori ne sembrano felici. Non si domandano perché è più taciturno ma va bene così. Ha sette anni e inizia la scuola. Ma i bambini sono bambini e giocano, si divertono, urlano. Quindi, se non sono le finestre di casa allora sono quelle di scuola. I suoi genitori non reggono più la situazione. Dice loro che si sta impegnando ma le rispondono che chiaramente deve metterci più impegno perché non è abbastanza. La mettono in punizione per una cosa che non riesce ancora a controllare. Ha sette anni, chi bambino a sette anni ha un controllo perfetto della propria stranezza?".

 

Yamada osserva Izuku camminare da una parte all'altra della stanza. Chiaramente il ragazzo non si sta limitando a raccontare le scene tagliate, sta rendendo chiaro il significato dietro di esse.

 

"Dicono che la sua voce è assordante e può fare male. Il bambino al parco si è rotto i timpani. Sarà costretto ad indossare un impianto cocleare per alcuni mesi. Impianto che i suoi genitori saranno costretti a pagare. Ancora."

 

Yamada si schiarisce la voce. Il cantante lo guarda, incoraggiandolo in silenzio.

 

"Cresce ma la domanda è la stessa: cosa vuole fare da grande?"

 

"Non lo so"

 

"Ancora il cantante?"

 

"Non credo"

 

"A quasi nove anni cambia insegnante di giapponese. È anziana e scorbutica, ha superato l'età pensionabile ma nonostante ciò non smette di lavorare. Dice che lo fa perché ama i bambini e perché di suoi non ne ha mai avuti. Ha un controllo eccellente del suo quirk, ma i bambini ora sanno chi incolpare quando si rompe qualcosa. <È colpa di Yamada-kun> ripetono e l'insegnante ci crede, sempre, perché a lei il suo quirk non è mai piaciuto. Troppo spaventoso, troppo satanico, troppo malvagio. Allora decide che deve indossare una museruola, tutti i giorni per il resto delle elementari. Anche se lascia tagli profondi sulla faccia". 

 

"A dodici anni, inizia la scuola media ma non è cambiato molto, gli insulti sono più aggressivi, le botte lasciano lividi più scuri. Dicono che sarà un cattivo, perché il suo quirk distrugge tutto. Non ha amici, perché nessuno ha il coraggio di parlarle. Hanno tutti paura di perdere l'udito. Neanche i suoi genitori lo fanno. Diventano ogni giorno sempre più assenti. Le faccio la stessa domanda Yamada-san: cosa vuole fare da grande?"

 

"L'eroe"

 

"Perché?"

 

"Perché non voglio che mai nessuno si senta come mi sono sentito io per tutta la vita".

 

"Come si è sentito per tutta la vita?"

 

"Come se meritassi ogni cosa".

 

"Grazie Yamada-san" dice Midoriya con un gesto della mano ed un sorriso sincero sul volto. “Il film di Present Mic è la storia di Yamada Hizashi. La storia di un uomo qualsiasi, un uomo come noi, che ha dovuto lottare per veder riconosciuto anche solo il diritto di vivere una vita con il suo quirk e che ora lotta per vedere questo diritto riconosciuto anche agli altri”.

 

Nessuno si muove o dice niente. Il sorriso caldo e determinato scivola leggermente sul viso del cantante. Sospira prima di riprendere a parlare.

 

"C’è un bambino che conosco. Si chiama Eiji e ha cinque anni. A scuola viene deriso perché non ha un quirk eroico come quelli che si vedono in TV. Ma nonostante questo mi ha confessato di voler essere un eroe”. 

 

"Vive in una casa-famiglia" continua "I bambini più grandi gli dicono che è stato abbandonato dai suoi genitori a causa del suo quirk".

 

Izuku guarda brevemente fuori dalla grande vetrata della stanza. È una bella giornata, i pochi raggi di sole che non sono interrotti dalle tende, rendono i suoi capelli di un verde più chiaro. Sembra portare su di sé un carico di emozioni troppo vasto per avere solo venti anni. Hizashi si chiede se Midoriya conosca realmente il bambino di cui parla.

 

"Ha un quirk basato sull'attivazione vocale. Tramite una semplice domanda costringe le persone a confessare i loro desideri e segreti più profondi. E agli adulti spesso non piace, è invadente, immorale, porta guai".

 

Izuku riprende a camminare, incurante degli occhi fissi che lo guardano. Ha su di lui quell'aura speciale, quella lucentezza che non ti fa distogliere lo sguardo dal suo corpo, dalla sua bocca, che troppo spesso si distende in un sorriso accecante.

 

"Vedrà sullo schermo Present Mic aver vissuto un’infanzia simile alla sua. Si riconoscerà in lui e penserà ‘è  come me’ e questo gli darà coraggio perché Present Mic non si è arreso ed è diventato un eroe".

 

"E se lui ce l'ha fatta cosa ferma Enji?"



°°°°



Hizashi non avrebbe potuto prevedere una cosa del genere neanche in un milione di anni. Il discorso di Midoriya era stato a dir poco fenomenale. Se anche solo la metà delle persone che vedrà il film ne cogliesse il significato come ha fatto Midoriya, Hizashi ne sarebbe felice.

 

Ora aspetta il ragazzo su una delle poltrone di fronte l'ufficio di Yamamoto. Era entrato circa dieci minuti fa e ancora non era uscito. Dopo il suo monologo, la stanza era rimasta in silenzio. Qualcuno, poi, si è schiarito la gola e ha continuato a parlare del marketing del film come se niente fosse successo ma ovviamente il significato di quelle scene era arrivato a tutti. 

 

Yamada vorrebbe ringraziarlo perché senza di lui sarebbe stato davvero difficile farsi ascoltare anche per solo dieci minuti da Yamamoto-san.

 

Nulla è ancora certo, non ha ancora la conferma ufficiale che le scene sarebbero state  riaggiunte ma Hizashi si sente abbastanza fiducioso. Il rumore di uno scatto di serratura lo fa alzare l'eroe biondo dalla propria poltrona. 

 

"È stato un piacere parlare con lei, Yamamoto" dice il giovane lasciandosi la porta alle spalle.

 

"Yamada-san" Midoriya si avvicina all'eroe con passo svelto, salutando con un gesto della mano la giovane segretaria.

 

"Midoriya-san, la stavo aspettando" Hizashi ricambia il saluto, incontrando due occhi sorpresi "Volevo ringraziarla per quello che ha detto prima, durante la riunione. Avrei dovuto essere io quello che pretendeva il reinserimento delle scene tagliate"

 

"Aspetti, dovrei scusarmi per quello" lo interrompe il cantante imbarazzato "Ho agito d'impulso. È un mio difetto e lo ammetto. La mia manager tende a ricordarmelo troppo spesso" ride gettando una mano tra i riccioli. 

 

"Pensavo di poter fare cambiare idea ai produttori semplicemente facendo vedere loro l'importanza di quelle scelte ma non ci sono riuscito".

 

"Non ci è riuscito?" 

 

Yamada si sgonfia in un'espressione delusa leggermente pallido "Forse potrei insistere ...anche se ho le mani legate" dice in un sussurro.

 

"Si, ho saputo che ha firmato un accordo, giusto?”.

 

Yamada annuisce contemplativo, si porta una mano sul mento "Si, ma se avessi saputo che mi avrebbero tolto potere decisionale non lo avrei fatto".

 

"Oh, capisco. Mi dispiace" Izuku lo fissa per alcuni istanti. I suoi occhi sembrano sinceri e genuinamente dispiaciuti poi si riprende subito "Ma non c'è bisogno di preoccuparsi perché ho giocato la carta della rockstar internazionale capricciosa e ora riavremo quelle scene". Il cantante fa un occhiolino veloce mentre gli spara con le mani.

 

"Davvero?"

 

"Certo, so cosa dicono di me. Posso essere una vera drama queen quando voglio"

 

Izuku gli fa la linguaccia e un veloce simbolo della vittoria. Ride brillante e lo invita silenziosamente a camminare con lui. L'eroe lo segue con una calda sensazione di euforia allo stomaco.

 

"Che ne dice se le offro un caffè? Mi sento come se dovessi ringraziarla" dice Yamada guardandolo di sbieco mentre chiama l'ascensore.

 

"Certo ma diamoci del tu, va bene? Preferisco essere chiamato Izuku"

 

"Certo. Puoi chiamarmi Yamada".

 

"Nel frattempo, Yamada" Hizashi si gira verso il ragazzo. Tutta l'aria sicura e affascinante fa spazio ad un sorriso timido. "Mi puoi firmare questo taccuino? Sono un tuo grandissimo fan". 

 

L'eroe lo fissa incredulo per alcuni istanti prima di prendere il taccuino che Izuku gli sta offrendo. Nota solo ora quando è giovane il volto di Izuku. 

 

"Solo se me ne firmi uno anche tu. Mia figlia è letteralmente pazza di te".



I'm a carnivore, I eat broccoli🥦 @zukussong_official

Non riesco a crederci ho appena incontrato @PresentMic_official. He is the best man in Town. 

 

[Foto allegata]

[Selfie di Midoriya e Yamada seduti ad un tavolo del bar/caffetteria del HeroFilm Building. Izuku fa un segno di vittoria mentre beve da una tazza di cartone. Alla sua destra, Hizashi indossa degli occhiali gialli ed un maglione bianco. Entrambi sorridono calorosi].


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