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Autore: GoldenRing    09/11/2023    0 recensioni
Quasi cinque anni dopo essersi trasferito in America, Izuku Midoriya ritorna in Giappone con un unico obiettivo, ritrovare Eri. Tuttavia, le loro vite sono cambiate: Eri è stata salvata dagli eroi e adottata dai pro-hero Eraserhead e Present Mic; Izuku, invece, è diventato una popstar famosa in tutto il mondo dopo che la morte di Inko lo ha costretto a trasferirsi in America da suo padre.
Entrambi combattono ogni giorno per superare il loro traumatico passato e quando pensano di essere al sicuro, Izuku ed Eri saranno assaliti dalle ombre del passato. Un passato che vede il segreto di All For One e Overhaul legati in qualche modo, tutto a causa di appunti scritti in un quaderno Campos e legami di sangue.
[AU][Quirkless!Midoriya][Future Fic]
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eri, Izuku Midoriya, Nuovo personaggio, Shōta Aizawa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eri non sarebbe tornata a casa in tempo. 
 

Lo sa e lo odia.
 

Fa caldo per essere fine aprile, l'aria è umida e tutto le sembra appiccicarsi sulla pelle, irritandola ancora di più. L'incontro con Inui-san è durato stupidamente a lungo, protraendosi per tutto il pomeriggio. 
 

"Puoi andare più veloce?" chiede a suo padre sulla via del ritorno."Voglio tornare a casa".
 

Aizawa le dà uno dei suoi sguardi esitanti "Non posso andare più veloce di così, Eri" risponde invece.
 

"Vuoi parlarne, biscottino?" 
 

Yamada, suo papà, si gira per guardarla. Il ciuffo biondo che gli offusca la vista viene tirato indietro con un gesto della mano.
 

La bambina scrolla le spalle, non incontrando i suoi occhi "Voglio tornare a casa". 
 

Cadendo pesantemente sullo schienale del sedile, incrocia le braccia mentre i suoi padri condividono uno sguardo preoccupato. Guarda brevemente fuori dal finestrino non concentrandosi su nulla in particolare. 
 

"Non vuoi passare da Tsukimi-san?" 

 

Eri gira la testa verso Hizashi. È venerdì, e come ogni fine settimana, Eri e i suoi genitori vanno da Tsukimi-san: una signora grassottella sui sessant'anni con occhi gentili e voce calda, che prepara i migliori gelati di tutta Musutafu e dintorni. 

 

"No, voglio tornare a casa" ripete spostando definitivamente lo sguardo verso gli alti alberi fuori dal finestrino.

 

Suo papà la fissa brevemente con i suoi brillanti occhi verdi; poi si gira verso suo marito che, però, è concentrato a guardare la strada. Ritrovandosi di fronte ad un doppio rifiuto, l’uomo si stringe nelle spalle cadendo sul sedile.

 

"Va bene, torniamo a casa."

 

Riconoscendo il tono dispiaciuto Eri si sgonfia subito, abbassando le spalle. La sua faccia si accartoccia in una strana smorfia mentre tutte le energie abbandonano il suo corpo. Sa quanto è difficile per suo papà trovare del tempo libero da trascorrere in famiglia. Ha tre lavori ed è costantemente impegnato tra la scuola, le pattuglie e i pomeriggi alla radio.

 

Dopo averci riflettuto ancora un po’ si convince a credere di aver fatto la cosa giusta. Ne aveva parlato tanto con Inui-san e ora riconosce che costringersi a fare qualcosa che non vuole non è sano. Più volte l’eroe cane le aveva ripetuto che i suoi genitori avrebbero capito e, oggi, Eri spera davvero che possano farlo.

 

Chiude momentaneamente gli occhi appoggiando la fronte sul freddo vetro. Prende un respiro profondo trattenendosi dallo scalciare i piedi a terra e urlare. Prova una strana sensazione alla bocca dello stomaco, vuole stringere i pugni e sbatterli sui sedili. Sembra rabbia, sembra frustrazione; semplicemente non sa cosa provi il settanta percento delle volte. Ora è solo un sentimento incredibilmente travolgente.

 

A peggiorare la situazione è un incidente sulla strada di casa. Un camion che trasportava liquido infiammabile si era ribaltato ed era andato a fuoco, colpendo cinque auto nel processo. Sembrava non ci fossero feriti gravi o morti e che gli eroi intervenuti avessero tutto sotto controllo. 

 

Tuttavia, suo padre accosta l'auto, sotto lo sguardo scrutatore degli altri due passeggeri.

 

"Scendo a dare un'occhiata" dice legandosi i lunghi capelli neri in una bassa coda "I civili sembrano essere nel panico. Tu rimani con Eri" 

 

Aizawa sposta lo sguardo da suo marito a sua figlia "Saró veloce, il tempo di controllare la situazione e vedere se hanno bisogno di un aiuto extra" rassicura.

 

Yamada annuisce dandogli un bacio sulla guancia e salutandolo con un "Fai attenzione" sussurrato. Non ricevendo risposta dalla figlia, Aizawa gira la testa verso i sedili posteriori.

 

"Non possiamo tornare semplicemente a casa?" Eri non incontra il suo sguardo, stropiccia con le dita le ciliegie ricamate sulla sua gonna bianca.

 

"Piccola, sai che non posso. Papà ed io siamo eroi, dobbiamo sempre intervenire".

 

"Lo so, ma non possiamo solo tornare a casa per una volta?" sospira Eri in un sussurro stanco.

 

"Piccola, è mio dovere andare lì e-"

 

La bambina geme, chiude le mani in due forti pugni "È vostro dovere anche badare a me. Siete i miei genitori e io voglio tornare a casa".

 

I due eroi la guardano sorpresi, allontanandosi leggermente. Due paia di sopracciglia la osservano sollevate, le bocche sono leggermente spalancate. Entrambi chiaramente non si aspettavano uno sfogo del genere. Eri li fissa di rimando, con le guance rosse e leggermente imbarazzata per aver urlato.

 

Shouta è il primo a riprendersi, seguito prontamente da suo marito. Addolcendo il suo viso, si avvicina alla figlia: "Certo che siamo i tuoi genitori, piccola, sarai sempre la nostra più alta priorità ma siamo anche eroi. Non possiamo semplicemente fingere di non vedere e passare avanti quando le persone hanno bisogno di noi." 

 

"Ha ragione Shouta, biscottino." interviene Yamada passandole una mano tra i capelli bianchi "Sei la cosa più importante per noi." Le ricorda con sincerità. "Resteró con te, aspetteremo tuo padre e poi correremo a casa".

 

La piccola si affloscia rassegnata, guarda prima suo papà e poi suo padre che scaccia con un gesto della mano "Va bene, ho capito. Solo fai presto".

 

Aizawa la guarda ancora per un istante prima di scendere dall'auto e correre con passo titubante verso gli altri eroi. Eri lo vede scambiare alcune parole con un poliziotto e poi dirigersi verso dei civili per allontanarli dal luogo dell'incidente. 

 

Passa un'ora prima che possano mettersi di nuovo in viaggio. Un'ora che Eri trascorre stesa sui sedili posteriori con la borsa a farle da cuscino e la giacca a coprirle le spalle.

 

"Sembra che si sia addormentata" dice Hizashi a Shouta, quando sale in auto. Ha un leggero fiatone e alcune gocce di sudore gli scendono dalla tempia. La bambina sente i loro occhi sulle spalle così finge più intensamente di dormire, stringendosi nella sua giacca. 

 

Mentre mette in moto l'auto e si allaccia la cintura, l'uomo grugnisce silenziosamente. "Sembra di sì".

 

A causa del traffico dell'incidente, tornano a casa con tre ore di ritardo, quando è già sera inoltrata. Eri finisce per addormentarsi per davvero non rendendosi conto quando i suoi genitori si fermano per prendere cibo da asporto.

 

"Abbiamo preso katsudon, il tuo preferito" la ferma Shouta dopo essere entrato dalla porta ed essersi tolto le scarpe.

 

"Non ho fame" gli risponde "posso andare in camera mia?" 

 

I due adulti si guardano brevemente, suo padre sembra contrario, sempre convinto che non debba andare a dormire senza aver mangiato qualcosa. Suo papà, invece, rimane in un silenzio contemplativo.

 

"Certo, biscottino" le bacia dolcemente la fronte "Non dimenticare di lavarti i denti, okay?".

 

La bambina si irrigidisce al gesto per poi sciogliersi ed annuire brevemente. Corre nella sua camera dopo aver chiuso la porta e prende il suo tablet. Il rosa della cover brilla nella penombra della stanza e gli adesivi a forma di unicorno riflettono la luce dell'abat jour.

 

Eri digita velocemente qualcosa sulla tastiera mentre i suoi genitori parlano nell'altra stanza. Non si ferma ad ascoltarli come fa di solito ma anzi, focalizza la sua attenzione sul cerchietto del caricamento della pagina, incitandolo a caricarsi più velocemente.

 

Dall'impazienza sbatte i piedi contro il longherone del letto. Clicca velocemente su un video e abbassa il volume affinché i suoi genitori non sentano nulla. Un sorriso dipinge le labbra quando il video parte.

 

"È un giovane, anzi giovanissimo cantante e stella emergente che da anni conquista tutte le classifiche americane. Dall'inizio della sua carriera ha venduto oltre 10 milioni di album, 215 milioni di tracce digitali di cui 100 milioni solo entro i confini statunitensi, che lo pongono tra gli artisti di maggior successo nel panorama discografico internazionale".

 

Eri guarda Yaorei Kiro, una delle intervistatrici più famose di tutta la nazione muoversi e gesticolare sullo schermo.

 

"Ha ottenuto riconoscimenti in Canada,Spagna, Italia, Cina, Giappone, Corea e tanti altri paesi. Ha scalato le classifiche Billboard 100 accaparrandosi il primo posto più velocemente di qualsiasi altro cantante e rimanendo nelle prime posizioni per ben due anni consecutivi.

 

Non basterebbero ore per descrivere la sua giovane ma ricca carriera di musicista, cantante e cantautore. Diamo un caloroso benvenuto e bentornato a Izuku Midoriya"

 

Nel video un giovane 20enne dai capelli verdi ed un sorriso smagliante entra nello studio di NippoNews, uno dei programmi pomeridiani più seguiti in Giappone. 

 

Un' inquadratura mostra il pubblico urlare incessantemente il suo nome ed applaudire fragorosamente. Con una lunga ripresa il giovane si avvicina alla conduttrice e si inchina leggermente in avanti, totalmente rigido come se non fosse più abituato a quel tipo di saluto. Eri ridacchia leggermente, non è l’unica ad aver notato quel particolare, per un istante anche il sorriso del cantante diventa autoironico.

 

"Buonasera e grazie per avermi qui oggi" recita alzandosi velocemente dal suo inchino.

 

"Come stai, Midoriya-san?" gli chiede la donna facendo sedere entrambi uno di fronte all'altro su morbide poltroncine blu.

 

"Benissimo, sono emozionato di essere stato invitato qui oggi" 

 

"E noi siamo felici che tu abbia accettato l'invito. Raccontaci, come ci si sente a ritornare in Giappone dopo quasi cinque anni?"

 

"Beh, è strano?" il giovane ride portandosi una mano ai capelli, imbarazzato. Eri si avvicina allo schermo del tablet, unisce le ginocchia e le porta al petto. "Tutto è familiare ma anche estraneo? È diverso ma anche nostalgico. Mi è davvero mancato il Giappone".

 

Il pubblico inizia ad applaudire e ad urlare il suo nome. Il video mostra anche alcune fan più accanite saltare sui propri piedi e intonare cori di apprezzamento.

 

"E dalle urla posso dire che anche al Giappone sei mancato" ridacchia la conduttrice, girandosi sulla sedia per incitare il pubblico. 

 

Il cantante si porta le mani alla faccia, imbarazzato, come a volersi nascondere ma le sue spalle sono rilassate e il suo sorriso luminoso, chiaramente abituato all'amore dei propri fan.

 

"Bene, Midoriya-san-"

 

"Oh, per favore, mi chiami Izuku, Midoriya-san mi fa sembrare vecchio. Sono così abituato ad essere chiamato per nome che fa strano il contrario" 

 

La donna lo guarda divertita, mentre con le mani calma gli ultimi "Izuku ti amo" e "Izuku ti adoro" urlati della folla.

 

"Bene, Izuku, questa è la tua prima intervista ufficiale in Giappone. Vuoi raccontarci come mai non hai mai pensato ad un tour al di fuori dell'America?".

 

"Sono diventato famoso davvero giovane; avevo 17 anni ed è stato un po' per caso. Volevo continuare a studiare e per quanto ami la musica e cantare, lo studio e la mia formazione sono una parte fondamentale per me. Non potevo e non volevo abbandonarli per alcuni anni". 

 

Eri scruta ogni piccola mossa del cantante, alla ricerca di piccole bugie.

 

"È stata una scelta inusuale. Non molti cantanti la pensano come te."

 

"Vero, sono stato fortunato ad avere fan che hanno compreso le mie scelte. Ancora oggi sono fortunato. Il loro amore e il loro sostegno sono una spinta a continuare".

 

"Hai detto che è stato un po' per caso l'inizio della tua carriera come cantante. Ti va di ricordarci come è successo?"

 

Il giovane si prende alcuni momenti per pensare. I fan tra il pubblico sono silenziosi mentre ascoltano, desiderosi di sapere di più sul loro idolo.

 

"Certo." incomincia "Non ne parlo molto, ma dopo l'incidente di mia madre ho avuto difficoltà ad andare avanti e a riprendere in mano la mia vita" il cantante si schiarisce la gola. "L'incendio, il trasferimento in America … mi sono ritrovato catapultato in una vita che non riconoscevo più come la mia".

 

Eri si accuccia in avanti come se fosse una piccola palla. Con una mano traccia le linee del volto di Izuku.

 

"Quindi ho fatto qualcosa che trovavo di conforto e che facevo spesso con mia madre: ho iniziato a cantare. Lo facevo ovunque, a casa, sulle scale, per strada, negli spogliatoi. Solo che, una volta, la mia agente Vanessa, che allora era la mia compagna di scuola, lo ha registrato e pubblicato sul suo TikGram ed è diventato virale".

 

Il giovane cantante sorride al ricordo, emozionato come se fosse la prima volta che lo racconta "Vanessa è stata punita per aver registrato negli spogliatoi maschili mentre io, invece, sono stato contattato da una casa discografica". 

 

"E il resto è storia" Yaorei appoggia la mano sulla sua coscia, piegandosi leggermente in avanti. Il pubblico ride con loro, partecipando attivamente con grida e cartelloni alla loro conversazione. "Abbiamo una foto di te e Vanessa, mostriamola al pubblico".

 

Grida calorosa e unanime salgono dal pubblico. È un selfie di due giovanissimi quindicenni, guancia a guancia. Izuku ha gli occhi chiusi e un sorriso tutti denti, Vanessa con le sue treccine afro fa la linguaccia. Entrambe le loro mani si sfiorano in segno di vittoria. 

 

Eri sorride malinconica. 

 

"Ricordo quella foto, Vanessa l'ha scattata quando siamo andati in gita all'American Hero Museum, quello dove è esposta la statua di All Might" commenta il giovane cantante con entusiasmo.

 

"Ah, sì, quella che è stata imbrattata dai vandali, giusto?"

 

Midoriya annuisce, poi torna a fissare la foto con una strana espressione sul volto. "Siamo stati fortunati a vederla prima, era davvero impressionante" aggiunge mentre Yaorei-san, con un'espressione di rammarico, concorda.

 

Eri ricorda bene quella faccenda. Era accaduto quasi quattro anni prima e i media ne avevano parlato senza sosta per giorni, rimarcando l'ira e lo sdegno che tutto il Giappone aveva provato alla notizia. Alcuni giovani, o almeno era quello che sospettavano, avevano rovinato con fori, martellate ed imbrattato di scritte, disegni, l'intera statua di All Might che era stata inaugurata dalla stessa Star and Stripes in occasione dei 30 anni di carriera del simbolo della pace.

 

Eri ricorda anche l'ansia che provarono i suoi genitori. Sa che sono amici intimi di All Might e anche se suo padre finge di non sopportarlo, in realtà si preoccupa per lui. Una sera li aveva sentiti parlare di cosa avrebbero dovuto fare per rassicurare la gente, di cosa avrebbero dovuto mostrare e di come quella fosse stata una chiara sfida al Giappone e soprattutto ad All Might in persona. Erano stati momenti difficili soprattutto quando tutti gli insegnanti e lo stesso preside si erano riuniti per discutere sull'accaduto. Quando Eri chiese spiegazioni, però, fu lo stesso All Might a tranquillizzarla regalandole uno dei suoi sorrisi splendenti. 

Eri ricambiò con uno altrettanto grande, non aveva capito bene perché tutti fossero così su di giri, ma si fidò di All Might, così come il giorno successivo fece la maggior parte del Giappone.

 

"Dio, ero così nerd per gli eroi in quel periodo" si sente metà in inglese e metà in giapponese dallo schermo. Eri abbassa lo sguardo su l'intervistatrice. 

 

"Eri?" la donna guarda con un sopracciglio alzato la sua giacca di Gang Orca.

 

"Potrei ancora, non dico nulla". Un sorriso malizioso dipinge il volto di Izuku mentre casualmente scrolla le spalle.

 

"Parlando di eroi" Yaorei-san cerca di cambiare argomento "raccontaci di più sui tuoi progetti qui. So che ha a che fare con un eroe in particolare" lo incoraggia mentre Eri si rianima al suggerimento.

 

"Sì, sono davvero elettrizzato. Ho collaborato alla stesura del soundtrack del prossimo film di HeroFilm: La storia di Present Mic che uscirà il prossimo 21 giugno".

 

"Manca poco più di un mese" continua dopo una breve pausa.

 

"Esatto, non è ancora uscito il trailer ma fate attenzione perché ci sarà la magia del nostro talento d'oro".

 

"Non mi metta in imbarazzo, Yaorei-san" 

 

"Ti si addice una sfumatura rossa sulle guance" sorride la conduttrice mentre il giovane nasconde il volto tra le mani per poi guardarla con un' espressione tradita.

 

"È il tuo primo debutto come musicista e compositore. Come è stato?" 

 

"Esattamente spaventoso come sembra" il ragazzo la guarda con occhi comicamente grandi "Scrivere per il film di Present Mic è stato un onore, il solo essere stato preso in considerazione dai produttori di HeroFilm per me è stato un onore immenso. Insieme ad All Might, Present Mic è uno degli eroi più importanti della mia infanzia. Sono cresciuto bevendo latte e ascoltando "Put Your Hands Up". Gli occhi del cantante si illuminano brevemente, poi una smorfia di nostalgia si dipinge sul viso.

 

"Ascoltavo ogni mercoledì la rubrica delle curiosità sugli eroi. Ancora oggi quando posso lo ascolto. Present Mic è fantastico ed un eroe eccezionale" continua con le stelle agli occhi. 

 

"Quindi, ho davvero sentito la pressione delle aspettative quando sono stato ingaggiato. È stata una bella sfida. Fortunatamente, sono stato accompagnato dalla squadra di Jirou-san." Sullo schermo appare una foto con alcune persone e Midoriya in una sala di registrazione. Alcuni di loro sono concentrati ad ascoltare un brano dalle cuffie, Midoriya con la lingua da fuori annota qualcosa su uno spartito sul tavolo.

 

"Mi hanno capito subito, hanno scherzato e alleggerito l'atmosfera quando il mio nervosismo tendeva a farmi avere più paranoie del dovuto". Yaorei mostra il suo genuino interesse, annuendo con la testa qua e là.

 

"Anche se abbiamo lavorato prettamente tramite Skype e scambi di email mi sono sentito accolto e vicino a loro. Sono davvero talentuosi, davvero fenomenali."

 

"Sembra fantastico ma in tutto questo tempo hai avuto la possibilità di conoscere Present Mic?"

 

Eri, dall'altro lato dello schermo, beve ogni goccia dell'intervista come se fosse acqua in un deserto. Prova una strana sensazione allo stomaco ascoltando Izuku parlare di suo padre.

 

"Purtroppo no" Izuku si sgonfia sulla sedia, le sue spalle cadono così come il suo sorriso "se non riesco prima, sono certo che alla prima potrò sicuramente chiedergli un selfie e forse riuscirò anche a strappargli un autografo. Sai per il me-bambino".

 

"Certo per il te-bambino" Yaorei-san nasconde una risata dietro il palmo della mano. 

 

"Per chi altro, sennò?" domanda retorico Izuku guardando alla telecamera in modo civettuolo.

 

"Dicono che potresti essere nominato- se non anche vincere- l'Oscar come miglior canzone. Cosa ne pensi?" 

 

"Come possono dirlo, non hanno ancora sentito la mia canzone?" geme Midoriya imbarazzato portandosi una mano sulla fronte.

 

"Beh, sanno chi hanno davanti. Dicono che la capacità di alcune persone di creare musica è unica e sebbene anche l'esperienza abbia molto a che fare con essa, la maggior parte è una questione di talento. E tu, Midoriya Izuku ne hai di talento o sbaglio?*" 

 

Il pubblico va in delirio e grida il nome di Midoriya, alcune ragazzine saltano come cavallette, altre piangono come fontane, altri ancora gli fanno i complimenti più osceni.

 

Eri stringe la mano a pugno. Una sensazione spiacevole le si annida nello stomaco, un senso di acidità le brucia la gola.

 

Quando il pubblico si placa un po', Yaorei-san riprende a parlare "Allora non ci vuoi svelare neanche il titolo della canzone principale?"

 

"Beh, forse potrei? In fondo non è una semplice intervista quella di oggi" dice Midoriya con un sorriso leggermente teso che Eri nota immediatamente. "Il titolo è “High Hopes” e parla dell’importanza di seguire i propri sogni e vederli realizzati contro ogni più rosea aspettativa. Penso sia perfetta per descrivere la storia di un eroe come Present Mic. Ovviamente non posso rivelarvi nulla ma capirete guardando il film". Midoriya fa un occhiolino alla telecamera.

 

"Si preannuncia una canzone fantastica solo già dal titolo. Non vediamo l'ora di ascoltarla, Izuku". 

 

"Avrei anche un'altra cosa da dire" aggiunge il ragazzo con un tono più serio. 

 

Eri, se possibile, si avvicina ancora di più al tablet. 

 

"Avete sentito, pubblico" Yaorei guarda il suo ospite con interesse "Izuku ha per noi una sorpresa, giusto?" 

 

"In realtà" il cantante diventa molto più timido " ho un annuncio da fare, molto più personale".

 

Yaorei si avvicina al ragazzo, con una mano ed un caldo sorriso lo invita a continuare.

 

"Non sono tornato in Giappone solo per la mia carriera e la mia collaborazione con HeroFilm, ma anche per una ragione molto speciale".

 

L'atmosfera dello studio si fa più densa, il pubblico silenzioso ora ascolta senza battere ciglio. "Sto cercando una persona".

 

Eri sente il cuore battere furiosamente. La saliva in bocca si è asciugata e per un attimo non riesce a deglutire.

 

Sullo schermo, il cipiglio di Midoriya si distende trasformandosi in un'espressione più dolce. "È una bambina, la amo come una sorella. L'ho incontrata anni fa in circostanze particolari e da allora non l'ho mai dimenticata".

 

"È a mia madre ma soprattutto a lei che dedico ogni mio traguardo perché più ho successo, più sono famoso, più ho speranza che mi veda e mi riconosca". 

 

"Wow, che storia, gente" la conduttrice sembra davvero sorpresa "Puoi dirci come si chiama? Magari possiamo aiutarti a trovarla".

 

"No, non voglio invadere la sua vita così all'improvviso. Voglio solo farle sapere che sono qui e che non ci è mai stato un giorno in cui non ho pensato a lei e non mi sia rimproverato di non aver fatto abbastanza".

 

Eri si alza di scatto dal letto e resta immobile, incredula. Deve essere sicura di quello che sente.

 

"Eravamo bambini quando ci siamo incontrati per la prima volta. Lei aveva 4 anni, io ne avevo 13. Viveva una situazione difficile ed io non ho potuto fare niente per aiutarla" il cantante si schiarisce la gola, mentre con una mano si aggiusta il colletto della maglia. 

 

"Semplicemente le cantavo quando potevo e a lei sembrava piacere. Si addormentava tra le mie braccia, dicendo di sentirsi al sicuro" Izuku si prende una pausa di alcuni secondi. Guarda le sue mani nel frattempo, chiudendole a pugno e cercando il coraggio di continuare. 

 

"So che è uscita da quella situazione ma vorrei sapere se sta bene. Non ho più tredici anni, ora potrei essere quella figura di cui aveva bisogno anni fa, potrei… Potrei fare molto di più"

 

"Sono sicuro che lei mi stia guardando ora quindi devo dirlo" mormora più a se stesso che a Yaorei o al pubblico. Con uno sguardo acceso rivolge la sua attenzione alla telecamera, ad Eri.

 

"Fiocco di neve ti ho promesso che ti avrei portata via, che ti avrei protetto e che quando lo avrei fatto nessuno avrebbe più potuto separarci. Per favore, per favore, se hai modo di contattarmi, fallo."

 

Eri mette in pausa il video e guarda con uno sguardo assente il suo tablet. Lo alza tremante e lo stringe forte al petto. Piange silenziosamente mentre un singhiozzo le squarcia il corpo. Non asciuga le lacrime che cadono lungo le guance e con un leggero tonfo e senza fare nessun altro rumore, si appoggia sul materasso e chiude gli occhi.

 

Stringe la presa sul suo tablet, fingendo sia il ragazzo dai capelli verdi. Suo fratello.

 

Che non l'ha dimenticata. 

 

Suo fratello che è diventato famoso per lei, per poterla ritrovare, che era andato via, così lontano ma che, anche dopo lui, dopo tutto quello che lui gli ha fatto, è tornato. 

 

Suo fratello, a cui non importa della sua maledizione o che sia una cattiva bambina. 

 

Eri schiaccia la guancia nel tentativo di asciugarsi le lacrime. Si alza e un nuovo pensiero le riscalda il corpo: lei e suo fratello si sarebbero rivisti, e sarebbero stati per sempre insieme e nessuno, nessuno, potrebbe più separarli. 

 

Né i suoi genitori, né l'ombra di Chisaki.

 

Non ha tempo, deve dirlo ad Aizawa e a Yamada. Apre la porta e si incammina per il corridoio buio.

 

***

 

"Sho, è normale per Eri fare i capricci, lo ha detto Inui-san" Yamada è sul divano mentre suo marito cammina nervosamente avanti e indietro per tutto il piccolo corridoio del soggiorno.

 

"Lo so, lo so, c'ero anche io quando lo ha detto ma c'è semplicemente qualcosa che non ci dice. È quasi da un anno che è più timida, ombrosa, insicura e non ne capisco il perché" gli confessa fermandosi solo brevemente prima di continuare a camminare.

 

"Anche il capriccio di prima, da dove è uscito? Sa che è la nostra più alta priorità. È nostra figlia, Hizashi, ma noi siamo anche eroi" sbotta silenziosamente ma aggressivo. "Dovrebbe saperlo meglio degli altri, no?"

 

"Beh, ha undici anni Shouta, ed ha una maturità che altri bambini non hanno. Una maturità causata da un trauma che sta cercando di superare". Yamada guarda suo marito mentre con una mano si massaggia la base del naso. Ultimamente le loro discussioni ruotavano sempre intorno ad Eri. 

 

"Lo so, cazzo, lo so. Eppure vorrei che capisse che la amiamo più di qualsiasi altra cosa" 

 

"Glielo abbiamo detto, Shouta e glielo ripetiamo ogni giorno"

 

"Beh, allora non è abbastanza" scatta quasi urlando. Aizawa spalanca gli occhi brevemente e si ferma sul posto.

 

"Shouta"

 

"Mi dispiace" lo interrompe con un gesto della mano "Ma è come se Eri avesse dubbi che la assillano ogni giorno e non capisco da dove provengano. È come se avesse paura che ci dimenticheremo di lei da un giorno all'altro o che la abbandoneremo. Come mai potremmo farlo?"

 

"Ha bisogno di certezze, tesoro. Conosci la sua storia". Hizashi gli fa segno con la mano di sedersi accanto a lui e apre le braccia. L'altro obbedisce all'istante affondando nell'incavo del suo collo. 

 

"Se inizia a fare capricci, significa che si sente al sicuro. Vuole metterci alla prova e sta iniziando a domandare cose specifiche, ad avere i propri desideri e sta iniziando a provare altri sentimenti, più complessi. Non è semplice felicità o tristezza. C'è paura, rabbia, frustrazione, invidia, gelosia, ma anche felicità, gioia, soddisfazione, desiderio, qualche accenno di autostima. Si sta permettendo di provare molte più emozioni, dobbiamo solo essere lì quando diventerà troppo oppure semplicemente aiutarla ad identificare ciò che prova" dice spostandosi più vicino al marito "ricordarle che va bene provare queste cose e che l'amore che nutriamo per lei non è così debole come le sue paure le fanno credere".

 

"Solo, sii paziente, Shouta" continua dopo una pausa. 

 

"Hai ragione, mi dispiace. Noi, le faremo capire che niente e nessuno potrà separarci".

I due genitori rimangono seduti sul salotto per ancora molto tempo non rendendosi conto della presenza semi-nascosta di Eri.

Quella notte, Eri si addormenta con una strana e vecchia sensazione di panico all'altezza dello stomaco; una, che non provava da tanto tempo.




CIAO A TUTTI!
Rieccomi ma con un progetto lungo. Ho in mente questa fic da davvero troppo tempo e non vedo l'ora di mostrarvela. Innanzitutto inzio col dire che gli aggiornamenti saranno lenti, perchè come Orazio sono una gran sostenitrice del labor lime. (Non è vero, sono solo estremamente insicura di quello che scrivo *slaay*). Fatemi sapere cosa ne pensate, grazie.
GoldenRing!

 
   
 
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