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Autore: Slane999new    17/11/2023    1 recensioni
(Ho perso il mio account quindi devo pubblicare Spid su un nuovo profilo, perfetto) Genitori e figli, conflitti che nascono sempre, a volte sanno cosa fare e ti capisco, ma non sempre si ascoltano. Neanche il nostro protagonista, è il fatto che si un mezzo ragno gigante non cambia il fatto che se sta in famiglia avrà sempre problemi come tutti, però le cose cambiano, un villaggio di umani mostra il suo interesse verso di lui, è perfetto. Peccato che la madre non sia contenta, questo preoccupa Spid ma è troppo impegnato a far vedere il suo talento a questi umani.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Angolo dell’autore”
Posso dire una cosa riguardo, tutta questa storia. Non so se Spid, vi ha fatto tenerezza per ciò che è, per ciò che vuole. Per come si comporta con gli altri, o è rimasto anonimo, credo la seconda perché non ho presentato chissà quanto di Spid, una cosa di cui mi pento, e su cui ragionerò per le prossime storie, ragionare su quanto si debba sapere del personaggio, e generare un empatia più efficace, qui ci ho provato, creando una persona ingenua che sotto la ricerca di grazie, ci sta un lato qualcos’altro. Non so quanto sia riuscita, ma di certo ho capito che scrivere il Pov si Spid è complicato, semplicemente per le conoscenze di Spid, penso sia notato parecchio. Ma detto questo godetevi il capitolo, e mi raccomando lasciate del feedback. Non è l’ultimo capitolo, state tranquilli.



 
Spiego la tela sopra il tavolo, messa al centro, preso le mie mani la allargandola fino agli angoli superiori del tavolo.  Il sole di mezzogiorno illumina la stanza, giro la testa e sinistra, dalla finestra nessuno. Esco due zampe superiori, allargano la tela, i filamenti si chiudono tra di loro. Apro la tela nel mezzo, due zampe inferiori escono dalla mia schiena, creo altra tela nelle mani. Le zampe tirano la tela sui bordi, la abbassano e la modellano, aprendo un poco sulla parte del petto, ma non troppo Barad dice che solo le donne di strada usano quell’apertura sul petto. Mi scappa una risata, che termine buffo, chissà che vorrà dire. Le zampe tirano la tela da sinistra e destra, allargandola. La posso sul tavolo, un lungo abito, coloriamo. Striscio le dita, sulle maniche cambiando il colore in rosso, lo stesso faccio sul centro, tutto rosso però… Passo il dito sul centro dell’abito creando una striscia bianca al passaggio. Molto meglio, rientro le zampe all’interno, meglio non farle vedere. Riposo la schiena contro la sedia, che giornata. Un rumore sbatte contro il muro. Barad sta alla soglia della porta, ha un sorriso sul volto, aspetta che vedi l’abito. Gli passo l’abito tra le mani.
<< Un buon lavoro ragazzo, per oggi hai finito. >> stendo le braccia verso l’alto, lo scricchiolio della schiena, riempie le mie orecchie. Barad lascia la casa, dalla finestra lo vedo allontanarsi, momento perfetto. Chiudo la porta alle mie spalle, vado fuori dal villaggio. Scatto via in mezzo al bosco, gli alberi mi circondano. Che bello, aria fresca. E c’è così tanta calma qui intorno. Mi sdraio su un albero, potrei addormentarmi. Perché Barad non vuole che esco da solo, c’è tanta calma qua fuori.
<< Spid. >> conosco questa voce fin troppo bene.
<< Mamma. Vediamo sei venuta per dirmi, che gli umani sono cattivi e che devo tornare a casa? >> mamma incrocia le braccia.
<< Non devi tornare a casa. >> rivolgo la testa verso di lei. Non rivuole suo figlio a casa?
<< Magari non ti vedrò mai più, ma non importa. Sono tua madre, la cosa più importante è che tu non finisca nelle mani di gente come gli umani. >> li giudica sempre che problema hanno gli umani?
<< Spid, ha 16 anni. Per loro è l’età di un bambino, per gli umani i bambini sono solo tela da formare e fargli prendere una forma precisa, che convenga a loro. Ecco cosa sei tu per loro. >> stringo i pugni, non è vero. Non è vero, loro mi fanno i complimenti, mi danno da mangiare e… Mi vogliono bene, si è questo.
<< Non vuoi tornare a casa? Va bene, ma almeno apri gli occhi. Guarda quello che sono quegli umani. >> mamma si sbaglia. Questa gente mi vuole, non posso sentire un’altra parola. Le do le spalle. Un bel tentativo mamma, ma io non me ne vado.
*****
 
<< Ragazzo! >> Barad viene vicino a me. Mamma ha proprio sbagliato non c’è verso che questi umani vogliono qualcosa da me.  Mi mette una mano sulla spalla. Mamma quanto ti sbagli, questi umani mi vogliono bene. <> saluto Barad e mi dirigo verso casa. Mamma io sto bene qui, non devi temere questi umani non hanno nulla di cattivo.
 
βββββ
 
Stanco? Per lui è uno scherzo cucire, e ora mi viene a dire che è stanco? Qui qualcosa puzza, meglio andare a parlarne con il sindaco. Prima che ci scappi. Busso tre volte, quel vecchio mi apre la porta.
<< Barad, non avevamo cena insieme stasera… >> entro nella stanza.
<< Si tratta del ragazzo, ho paura ci possa essere qualcosa che non va. >> prendo un respiro. << Per prima cosa sono stato a casa sua e non l’ho trovato, a quanto pare esce dal villaggio da solo. >>
<< Mi sembra una cosa normale. >> stai perdendo colpi vecchio.
<< No, c’è altro. Aveva una strana espressione in viso, sembravo troppo pensieroso.  >> si siede.
<< Sindaco, non vorrei che il ragazzo avesse nostalgia di casa, e facesse qualcosa di stupido. Dobbiamo tenerlo qui. >>
<< Tenere un ragazzo giovane in un villaggio pieno di ragazze? Difficile. >> a quanto pare mi sbagliavo sul perdere colpi.
 
*****
 
Qualcosa mi scuote, la faccia di un uomo. Papà? Si avvicina, no è Barad. Lascio un lungo sbadiglio.
<< Forza ragazzo, devi prepararti. Oggi ho una sorpresa per te. >> che cosa? Mi stropiccio gli occhi. Un altro sbadiglio mi esce dalla bocca. Metto una delle camicie che mi hanno regalato, regalato, e gli umani dovrebbero essere cattivi? Barad mi afferra per la manica.  Mi porta al tavolo.
<< Ragazzo, oggi è un giorno importante, una delle ragazze ha detto di volerti conoscere, conoscere veramente? >> conoscere? Non sarà la stessa cosa di cui mi ha parlato papà? Non no ho preparato nessun ballo per questa ragazza.
<< Come conoscere? >> Barad mi sorride.
<< Si solo naturale, e andrà bene, non vuoi conoscerla? >>
<< Proviamo no? >> usciamo da casa mia, casa mia è bello pensarci. Ci fermiamo davanti una casa.  La porta si apre, una ragazza dalla chioma bionda, l’abito nero e rosso, uno dei miei abiti.
<< Matilda, questo è il nostro sarto. >> la donna mi sorride, un sorriso caldo e accogliente, gocce di sudore scendono dalla mie mani.
<< Vai è tutta tua. >> mi fa entrare dentro la sua casa. Il tavolo sta al centro, niente odore di lavanda, almeno questa ragazza non usa lavanda. Mi siedo sul tavolo, tutto intorno ci sono i miei abiti.
<< Lavori grandiosi i tuoi. >> si siede di fronte a me. Rivolge la testa contro di me, un sorriso che spinge le labbra fino agli angoli della faccia. Che carina.
<< Si, però mi spiace non ho preparato un ballo per te. >> inclina la testa. Reclina la faccia, ho detto qualcosa di sbagliato?
<< Non sapevo potessi ballare, interessante. Perché non mi parli di te? >> papà ha detto che è una cosa buona quando una possibile compagna vuole sapere di me. Sto andando per il verso giusto.
 
*****
Esco dalla casa.
<< Una bella conversazione. Mi sono divertita. >>
<< Si scusami, forse ho parlato troppo di me. >>
<< Non farti problemi, anzi torna domani, va bene? >> mi sorride un’altra volta. Le ragazze sono carine, lascio la casa, questa ragazza è stata proprio gentile. Il sole arriva ha assunto un colore arancione.
<< Vattene! il ragazzo non c’è. >> una folla è messa davanti al villaggio. Vado lì. Mamma sta di fronte all’entrata. Ora basta, non può pensare di avere sempre ragione, qui mi vogliono bene, una cosa che lei non capisce.
<< Non tornò mamma, ormai ho deciso starò qui al villaggio. >> alza lo sguardo nella mia direzione.
<< Questo villaggio mi vuole bene, mi trattano con rispetto. Qui mi sento a casa, hai detto che potevo scegliere cosa fare. Io scelgo di rimanere qui con loro. >> mamma scuote la testa.
<< Ti ho detto di aprire gli occhi, Spid. >>
<< Li ho aperti e ho preso la mia decisione mamma. >> li ho aperti e questo villaggio ha mostrato che mi vuole bene.
<< Io starò qui, nel mio villaggio. >> mamma abbassa la testa.
<< Avrai sempre un posto a casa se volessi tornare. >> non ne avrò bisogno. In un attimo mamma sparisce tra gli alberi.

 

 
“Spazio dell’autore”
Per la cosa del ballo, alcune specie di ragno per conquistare la femmina, ballano, e si è così che si sono conosciuti i genitori di Spid. Ma visto che questo capitolo, l’ho sto editando ad Hallowen ecco un piccolo fatto inquietante riguardo a questo. Se la danza non funziona, la femmina che rifiuta questo corteggiamento finisce per mangiarsi il ragno. Com’è bella la natura.
 
   
 
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