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Autore: Placebogirl_Black Stones    19/11/2023    1 recensioni
Raccolta di song-fic sulla coppia Jodie/Shuichi
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jodie Starling, Shuichi Akai
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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TANTISSIMO
 
 
 
C’era l’aria che ci univa in mille persone
C’era un tempo per dare e avere
C’è ancora la mia vita piena di tante cose
Ho imparato a stare bene nel mezzo sempre

Oggi penso a tutte le occasioni sprecate
Alle giornate in strada tra tanta gente
E a quella polvere che ho tolto piano dal mio cuore
Per salvare quello che comunemente
Chiamiamo amore, per quante volte
Facciamo finta di non ricordarci il nome
Che sottovoce si sente eccome
Ma di profilo c’è il tuo seno che mi vuole
E anche se non lo dico
Mi fa male tantissimo
Male male tantissimo
 
 
Ho ritrovato mio padre, la mia famiglia si è riunita dopo più di diciassette anni lontani gli uni dagli altri. Sarei ipocrita se dicessi che non ne sono felice, in fondo era ciò che volevo, ma il prezzo che ho pagato per questo obiettivo è stato più alto del previsto. Ho perso due donne che amavo: prima te e poi Akemi. Mi sono privato di tante cose, un po’ per necessità e un po’ per punirmi degli errori commessi. Ho imparato ad accontentarmi di ciò che avevo, ho lasciato che molte occasioni mi sfuggissero di mano, come quella di dirti ciò che ancora provo per te nonostante tutto.
Sono passati anni dall’ultima volta che ti ho stretta fra le braccia, dal giorno in cui ti ho lasciata senza troppi giri di parole per dirti che avrei iniziato a frequentare un’altra. Il lavoro prima di tutto, il mio obiettivo prima di me stesso. Ma quella che era cominciata come una missione è diventato altro. L’ho amata davvero, quella cugina che non sapevo di avere. L’ho amata e l’ho usata come uno strumento. Eppure, nonostante questo amore, non sono mai riuscito a metterti davvero da parte. Quella parte di me profonda e nascosta, che avevo seppellito sacrificandoti, ha continuato ad emergere.
Quando sono tornato in America sei stata la seconda persona con cui ho parlato: una conversazione fredda, come se fossimo due estranei. Sono io che ho mantenuto le distanze, perché rivederti e ripensare alla facilità con cui avevo rinunciato a te mi ha fatto male. Ero così concentrato sul mio lutto da non accorgermi di quanto anche tu stessi soffrendo nel vedermi così. Sapevi che nel mio cuore c’era un’altra donna, eppure mi hai sorriso e mi hai offerto la tua amicizia, senza pretendere nulla in cambio. Mi sono odiato per questo.
Ad oggi sono ancora fermamente convinto di non meritarti ed è il motivo per cui non posso tornare da te a dirti che ti voglio. Non sarebbe giusto, non dopo quello che ti ho fatto.
Il tempo ha rimarginato le ferite e piano piano ho sciolto, in parte, quella corazza che avevo creato per proteggermi dal dolore degli errori commessi. Avevo promesso a me stesso che non avrei più amato, perché finivo sempre con il perdere la donna a cui avevo concesso di entrarmi dentro; tuttavia non ci sono riuscito. Il mio cuore era pieno di polvere e tu hai saputo soffiarci sopra, delicatamente, per farlo tornare a battere.
Vorrei poterti dire questo, ma so bene che non lo farò. A volte mi ritrovo a fissare la tua figura slanciata, quelle forme morbide risaltate dagli abiti che indossi, desiderando di riaverti.
Diamine, quanto fa male.

 
C’era una casa, un divano e vuoti da colmare
Ed un bel fiore nero è il mio presente
Quanta fatica facciamo a dimenticare
Certi ricordi ci rimangono addosso sempre

L’amore sottopelle è
Un’arma nella mano.

E può fare male male tantissimo
Ma quale amore, per troppe volte
Facciamo finta di non ricordarci il nome
Che sulla pelle poi si confonde
Quando le labbra vogliono poggiarsi altrove
E anche solo a pensarci mi fa male tantissimo
Te lo confesso
Fa male tantissimo
 

Era una fresca sera di ottobre, il giorno in cui mi hai lasciata. Lo ricordo ancora come se fosse ieri, nonostante siano trascorsi parecchi anni. Da quel momento il sole non è più riuscito a scaldarmi, le giornate sono diventate gelide e l’inverno è arrivato. La sera mi ritrovavo sola in quell’appartamento che improvvisamente sembrava diventato troppo grande e vuoto. Appallottolata sul divano mi avvolgevo in quella stupida coperta con i coniglietti che criticavi sempre, per ritrovare lo stesso calore delle tue braccia, ma non è mai servito a nulla.
Ci ho provato, ci ho provato davvero a dimenticarti, a riempire le mie giornate con il lavoro, gli amici, le mie passioni…Non ci sono riuscita. In ogni gesto che facevo, nei colori della città, nel volto di uno sconosciuto, in un profumo portato dal vento per la strada: qualsiasi cosa mi ricordava te. I momenti vissuti insieme erano indelebili nella mia memoria.
Il tempo che ho trascorso con te potrei paragonarlo a un meraviglioso giardino pieno di rose fiorite, mentre il mio presente non è altro che un giardino ricoperto dalla neve sotto la quale giacciono fiori morti, resi neri dalle bruciature del gelo.
Ti ricordi di quella volta in cui Vermouth mi ha sparato? Quel proiettile nel corpo faceva un male assurdo, ma non era niente se paragonato al dolore di un amore finito che continua a bruciare sotto la pelle.
Quando sei tornato dal Giappone dopo che la tua copertura era saltata avrei voluto riabbracciarti, ma mi sono limitata a salutarti tenendo le distanze. Non c’era più posto per me nel tuo cuore, ormai il fantasma di un’altra donna si era insinuato fra di noi.
Ad un certo punto mi è sembrato che avessi ripreso a guardarmi con gli stessi occhi con cui mi guardavi quando stavamo insieme, ma forse il mio è stato solo lo sciocco desiderio inconscio di una donna che vorrebbe solo essere ricambiata dall’uomo che ama. Mi ero illusa che potesse esserci una seconda occasione per noi, ma quell’occasione non è mai arrivata.
Non l’hai mai dimenticata, non è così, Shu? Devi averla amata tanto, molto più di quanto tu abbia amato me. Mentre eri in missione mi sono chiesta infinite volte se mi pensassi quando la stringevi a te, se fingessi che fossi io al suo posto quando posavi le tue labbra sulle sue. La risposta non ha fatto altro che accrescere il dolore.
Ti guardo e continuo a desiderare di riaverti.
E fa male, tantissimo.
 

 
ANGOLO DELL’AUTORE
La canzone che ha ispirato questa storia è Tantissimo della band italiana Le Vibrazioni
   
 
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