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Autore: dirkfelpy89    26/11/2023    2 recensioni
2017. Marlott Island, sette giovani e ambiziosi allievi Auror, supervisionati da Ron Weasley, si preparano per una settimana di prove intense per l'esame Auror.
Quella che sembra essere una tranquilla settimana si trasforma ben presto in un incubo quando, uno dopo l'altro, gli allievi iniziarono a essere colpiti da attacchi mortali: le ombre della villa nascondono un assassino tra di loro.
Con il tempo che scorre inesorabile, nell'oscurità di Marlott Island, la linea tra amicizia e sospetto si sfuma, mentre il misterioso assassino continua a giocare con le loro vite. I giovani Auror dovranno unire le forze per smascherare il colpevole, prima che la settimana di prove diventi un macabro teatro di morte.
Genere: Dark, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Prologo

 



“Claire, tra una mezz'oretta arriveranno i ragazzi dell'Accademia. Cancella tutti gli altri impegni o rimandali almeno nel primo pomeriggio.”
“Certo, signor Potter, sarà fatto.”

Quando Harry James Potter entrò nel suo ufficio da comandante Auror, quella mattina del 5 Maggio 2017, lo fece con in testa tante cose tra loro diverse, pensieri che lo turbavano da almeno tre giorni.
E come spesso accadeva quando la sua mente iniziava a vorticare, attaccata senza sosta da paure e ansie, decise di ricorrere, come prima medicina, alle numerose foto che aveva posizionato, nel corso degli anni, sulla scrivania di mogano all'altro capo dell’ufficio. Puntò lo sguardo sulla foto del suo matrimonio, dei battesimi di James, Albus e Lily, cercando al contempo di stabilizzare il respiro.

Stava invecchiando e, conseguentemente, perdendo i colpi, si ritrovò a pensare, chiudendo gli occhi e sospirando profondamente.
Dentro… fuori…
Dentro… fuori…
Meglio.
Un tempo non sarebbe stato così negativo e ansioso, avrebbe preso di petto l’incontro di quella mattina e riso di quelle sue paure inconsce.

Perché, insomma, quell'incontro con i sette giovani allievi all'ultimo anno dell'Accademia Auror sarebbe stato giusto una mera formalità.
Ma dopo tutto quello che era successo nelle settimane precedenti, per la prima volta nella sua carriera lavorativa Harry si chiese che cosa mai avesse sbagliato.
Se fosse ancora in grado di ricoprire quel prestigioso incarico da comandante Auror.

/ / / / / / /

Jack estrasse una sigaretta dalla tasca della divisa e l’accese, dopo un rapido controllo dei paraggi, con un rapido tocco della bacchetta.
Sapeva benissimo che era vietato fumare all'interno dei locali del ministero, ma le regole per lui non avevano mai rappresentato un ostacolo insormontabile.
Tutti i suoi amici erano rimasti sorpresi quando aveva annunciato, durante la cerimonia dei M.A.G.O., che avrebbe intrapreso la carriera da Auror. Lui, così allergico alle regole!

“Se continui così finirai male, ragazzo," era stata la continua predica della preside McGranitt. “Continua con le tue malefatte e ti guadagnerai un bel biglietto per Azkaban!”
“Onestamente è un’esperienza che vorrei evitare, professoressa!”
“E allora, l'unica soluzione che hai è iscriverti all'Accademia, c'è sempre bisogno di un Auror che sa come rompere le regole e che riesca a immedesimarsi con un malvivente!!”
E quella vecchia aveva avuto ragione, tutti i suoi compagni erano decisamente troppo inadatti a quel compito ma lui, lui sì che si sarebbe mosso bene, e con naturalezza, nei vicoli più torbidi di Notturn Alley!

“Sogno o son desto! Jack Grimm in anticipo a un appuntamento!”
Per poco il ragazzo non inghiottì la sigaretta. Tossendo, si voltò e vide una figura a lui ben nota: Frank Live, uno dei compagni di Accademia.
“Fanculo,” borbottò, gettando il mozzicone spento per terra. L'altro, ridacchiando, si avvicinò con un sorrisetto beffardo.
“Sono arrivato prima perché ho accompagnato mia sorella, è il suo primo giorno di lavoro al Dipartimento Trasporti Magici,” spiegò Jack, pulendo la cenere dalla divisa.
“Oh, il lavoro dei sogni proprio…”
“Bah, che vuoi che ti dica,” sbottò Grimm. “E tu, che scusa hai per essere in estremo anticipo?”
Il sorriso sparì quasi all'istante dal volto bianco di Frank.

“Mi sveglio sempre a quest'ora, ormai dormo pochissimo la notte…”
I due ragazzi si osservarono per qualche secondo e fu come se un lampo di comprensione colpisse Jack.
“E chi cazzo ci riesce più,” sbottò, accendendosi un'altra sigaretta.

/ / / / / / /

Alec Ivy addentò la ciambella alla crema con avidità, buttandola giù quasi senza masticare. La mensa del Ministero della Magia era già gremita, nonostante fossero appena le sette del mattino, da una folla in disperato bisogno di caffè e di un’abbondante colazione.
La cucina di Madame Whiskins non era propriamente la migliore ma rappresentava l'unica alternativa decente ai bar Babbani della zona.

Alec sedeva da solo, in un tavolino a una delle estremità della grande sala unta. Odiava la folla, quegli sguardi che lo scrutavano e lo giudicavano senza alcuna remora o rimorso.
Meglio non dare nell’occhio, specie la mattina presto quando ancora la tanto agognata caffeina non era entrata pienamente in circolo.
“Ah, sapevo che ti avrei trovato qui!”
Il ragazzo si voltò e vide l'inconfondibile testone del compagno di corso, Marcus Sidekick.
Basso, tarchiato, a Hogwarts era stato un ottimo Battitore e per diversi mesi aveva avuto numerose difficoltà a scegliere quale carriera seguire, una volta terminata la scuola. Quidditch o Auror?
Alla fine, dopo settimane di dubbi, prevalse la seconda.

“Mangi qualcosa?” Chiese Alec, pulendosi il mento da uno schizzo di crema.
“Nah, lo sai che la mattina non mangio quasi mai,” rispose Marcus, prendendo posto davanti al compagno.
“Per la barba di Merlino, non mangi quasi nulla eppure guarda che fisico che hai messo su,” sbottò Alec, facendo fatica a non nascondere una certa nota di invidia nella voce.

Marcus sorrise, il compagno terminò di consumare la sua colazione e il silenzio cadde ben presto su quel tavolino appartato.
Che cosa mai puoi raccontare a un vecchio amico, quando hai finito tutte le cose da dire?

/ / / / / / /

Sillus Hardy avanzava a rapide falcate nell'atrio del Ministero, una pila di fogli di pergamena tra le braccia.
Harry Potter aveva convocato lui e i suoi compagni per una sorpresa ma il ragazzo di natura era sempre stato una persona diffidente.
Se il comandante Auror ti convoca per una sorpresa inaspettata, meglio portarti dietro i tuoi appunti.

Era quasi arrivato alle grate d'oro che portavano agli ascensori quando un gruppo di maghi e streghe gli tagliò la strada, facendo cadere a terra il ragazzo e la sua pila ordinata.
“Ehi… ma che modi!” Sbottò, recuperando gli occhiali e rialzandosi da terra.
“Accio fogli!”
Con suo sommo stupore, Sillus vide i tanti fogli di pergamena, sparsi per terra, raggrupparsi nuovamente in una pila ordinata a mezz'aria.
Rose Greenwood apparve in quel momento dietro le spalle del ragazzo, la bacchetta in mano.
“Sei stata tu? Gra… grazie!” Esclamò Sillus, riprendendo possesso dei suoi appunti. L'altra sorrise.
“Non so che cosa prenda alle persone quando entrano in questo atrio, ma è come se non si accorgessero dell'esistenza degli altri,” esclamò, scuotendo la testa e i lunghi capelli rossi.
“Già…”
“Senti, io…”

"Muovetevi, piccioncini.”
Dalla folla di dipendenti del Ministero si staccò un'altra figura con la divisa da allieva Auror che venne loro incontro.
Corti capelli neri, trucco pesante, immancabile espressione schifata. Louise Gillan.
“Ehi,” la salutò Sillus ma l'altra sembrò non notarlo.
“Siamo in ritardo, muoviamoci.”

/ / / / / / /

“Signor Potter, gli allievi sono arrivati.”
“Bene, che entrino pure.”

Harry mise da parte una lunga e noiosa relazione, incrociò le dita delle mani e osservò con attenzione i sette giovani allievi Auror entrare, in religioso silenzio, nell'ufficio, prendendo posizione su due divanetti posizionati davanti alla scrivania.

C'era una certa atmosfera carica di elettricità nell'aria, la poteva percepire con estrema facilità.
Tensione, nervosismo e attesa.
“Bene, è un piacere rivedervi,” esordì, sorridendo. “Vi starete chiedendo il perché di questa convocazione.”
Alcuni annuirono, altri rimasero immobili a osservarlo.
“Come saprete, i vostri esami finali sono vicini, manca poco meno di un mese.”
Con la coda dell'occhio, vide Sillus e Rose tremare leggermente e non poté non sorridere.
“Ora, da una decina di anni a questa parte è consuetudine che gli allievi dell'ultimo anno trascorrino una settimana sull'isola di Marlott Island, di proprietà del Ministero, per un ripasso generale di tutto ciò che avete affrontato durante questi ultimi anni.”
“Una settimana su un'isola?” Chiese Jack Grimm.
“Sì, ma non sarà una vacanza di piacere. Durante questa settimana affronterete prove scritte, orali e pratiche e sarà un ottimo modo per rivedere i vostri punti forti e deboli. L'isola è inoltre praticamente priva di attrazioni, isolata dal mondo magico, e perciò rappresenterà un ottimo modo per prepararvi con calma, e senza troppe distrazioni, in vista dei temibili esami finali.”

Un mormorio eccitato si levò dal gruppetto.
“Perciò adesso tornerete casa,” aggiunse Harry, “preparerete una valigia con tutto il necessario per stare fuori di casa una settimana, un abito da sera è richiesto, e vi ritroverete domani mattina, alle nove esatte, a Yewshalt.”
“È sulla costa del Devon, giusto?” Chiese Sillus.
“Sì, là vi aspetterà il vostro supervisore per questa settimana,” spiegò Harry, “prenderete una barca che vi porterà direttamente a Marlott Island, non ci si può materializzare sull'isola. Rimarrete là per una settimana, alla fine della quale l'imbarcazione vi verrà a riprendere. Tutto chiaro?”
“Chi sarà il nostro supervisore?” Chiese Frank.
“Ronald Weasley.”

L'uomo lo disse con naturalezza, come se fosse un'informazione tutto sommato semplice da fornire al gruppo. Eppure non lo era e infatti la temperatura nella stanza parve scendere di alcuni gradi all'improvviso, senza preavviso.
Vide Alec e Marcus scambiarsi un'occhiata in tralice, Frank divenne se possibile ancor più bianco ma, a parte questo, il gruppo di allievi non reagì in alcun modo tangibile a quell'informazione.
Ma quel silenzio era difficile da gestire e affrontare, troppo pieno di cose non dette e che tutti non erano forse pronti ad affrontare, e Harry sentì, forte come non mai, l’impulso di dire una cosa, qualsiasi cosa, pur di spezzarlo.

“Andate a prepararvi, ritrovo domani alle tre di pomeriggio alla piazza principale di Yewshalt,” ordinò e e fu come se quel gelo si spezzasse di netto. “Buon lavoro a Marlott Island!”
Il gruppo si alzò in ordine, senza aggiungere nient'altro e, dopo aver rivolto a loro superiore un veloce saluto militare, girarono sui tacchi e uscirono in silenzio dall'ufficio di Harry.

Qualche minuto più tardi, la stessa porta che il gruppo di allievi aveva chiuso si riaprì e fece il suo ingresso Ron Weasley.
Zoppicava leggermente e il suo sguardo, normalmente sempre gioviale e sorridente, appariva teso e pensieroso.

“Hai… hai parlato con i ragazzi?" chiese, prendendo posto davanti alla scrivania dell'amico.
“Sì,” rispose Harry, annuendo.
“E…”
“E domani partirete per Marlott Island.”
Ron si mosse sulla sedia, a disagio.
“Non credo che sia un'idea giusta, dopo tutto quello che è successo…”
Harry posò la piuma d'aquila, con la quale stava correggendo alcune carte, e pose i suoi penetranti occhi verdi sull'amico.
“Ron, non affiderei questo gruppo a nessun altro, l'hai già fatto altre volte, sai che…”
“Già, ma le altre volte nessuno dei miei allievi Auror era…”

I due rimasero in silenzio, fissandosi a vicenda.
“Non so neanche se voglio continuare con questa carriera," riprese Ron, “dopo tutto quello che è successo, quello che ho fatto…”
“Non è stata colpa tua,” lo interruppe Harry, “Arnold, insomma, c'è stata un'indagine e sai che…”
“... che se fossi stato un altro Auror sarei già stato licenziato.”

Potter sospirò, mise da parte le scartoffie presenti sulla superficie della scrivania e si concentrò unicamente sull'amico di sempre.
“Ron, sei il migliore amico e collaboratore che io potrei mai desiderare. Insieme abbiamo fatto moltissime cose, rivoluzionato questo lavoro, quello che è successo, insomma, non sei stato tu, non sei tu il colpevole.”
L'amico rimase in silenzio, distogliendo lo sguardo.
“Ti chiedo di provarci. Per il dipartimento e soprattutto per te e i ragazzi. Sei appena tornato dal servizio attivo, passa questa settimana con loro, non potrà che aiutarvi a superare questo momento.”
“Mi odiano.” sussurrò l’amico.
“No, sono solo confusi e spaventati. Trascorrete la settimana a Marlott Island insieme, sudate insieme, lavorate di comune accordo,” propose Harry. “Ti chiedo solo questo, provaci. Poi, se vedrai che le cose non cambiano, accetterò le tue dimissioni. Ma non prima di aver fatto questo tentativo.”

Questa volta Ron rimase in silenzio più a lungo ma, alla fine, tornò a volgere il suo sguardo verso l'amico e annuì.
“Una settimana insieme su un'isola praticamente deserta. Sarà un miracolo se arriveremo vivi senza lanciarci delle maledizioni addosso,” borbottò.
Harry sorrise, si alzò in piedi e andò a sedersi accanto al cognato.
“Vedrai, una volta tornato a Londra, riprenderai a lavorare con più serenità.”

Infine Ron annuì, si rialzò e dopo un rapido abbraccio con l’amico, uscì dall’ufficio, apparentemente rinfrancato.
“Sì… ti farà bene questa settimana,” sussurrò Harry, tornato solo, nel suo ufficio.
Peccato che, come dimostrarono gli eventi, Harry Potter si sbagliò di grosso.

/ / / / / / /

Allora questa storia l'ho pubblicata anni fa in maniera grezza e che ormai non rispecchia minimamente il mio modo di scrivere. Nel corso degli anni l'ho modificata, ampliata e adattata allo scrittore amatoriale che sono adesso.
E quindi eccoci qui con una storia giallo/thriller basata in parte sul film “Nella Mente del Serial Killer” basata sul libro di Agatha Christie, penso forse il mio giallo preferito “Dieci Piccoli Indiani” ma potete leggere questa storia benissimo anche se non avete né visto il film né letto il libro.

Che cos’è successo a Ron e al gruppo di amici allievi Auror? Lo scoprirete passo dopo passo, sarà una storia ricca di personaggi originali, che spero vi possano piacere, e di mistero, che spero possa tenervi incollati alle pagine web di questo racconto.
Per tutti questi motivi mi farebbe piacere se mi faceste sapere che cosa ne pensate, vi do appuntamento al prossimo capitolo dove le cose iniziano a farsi sul serio!

  
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