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Autore: dirkfelpy89    07/12/2023    0 recensioni
2017. Marlott Island, sette giovani e ambiziosi allievi Auror, supervisionati da Ron Weasley, si preparano per una settimana di prove intense per l'esame Auror.
Quella che sembra essere una tranquilla settimana si trasforma ben presto in un incubo quando, uno dopo l'altro, gli allievi iniziarono a essere colpiti da attacchi mortali: le ombre della villa nascondono un assassino tra di loro.
Con il tempo che scorre inesorabile, nell'oscurità di Marlott Island, la linea tra amicizia e sospetto si sfuma, mentre il misterioso assassino continua a giocare con le loro vite. I giovani Auror dovranno unire le forze per smascherare il colpevole, prima che la settimana di prove diventi un macabro teatro di morte.
Genere: Dark, Drammatico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Capitolo 1, Chi Ben Comincia…

 



I “Tre Manici di Scopa” era quasi vuoto, ben pochi avventori erano presenti nel grande stanzone illuminato, eccezion fatta per un gruppetto di cinque ragazzi, seduti a uno degli angoli del pub. Alec, Frank, Marcus, Jack e la sorella Margaret stavano bevendo del whisky incendiario, le teste chine sui bicchieri.
“Cazzo, ci pensate?” esclamò Jack, alzando il calice. "L'ultimo whisky che berremo prima di questa settimana del cazzo.”
“Come? Il prode Jack Grimm non cercherà di fare entrare di straforo dell’alcool su Marlott Island?” Chiese Frank, bevendo a sua volta.
“Ci proverò, ovvio. Ma potrei fallire… tanto meglio gustarsi questo bicchierozzo! Una settimana senza bere…”
“Andrai sull’isola per studiare… non per ubriacarti!” Esclamò Margaret, scuotendo la testa.
“Dai, lasciaci un po’ di respiro,” Marcus si inserì nella conversazione. “Sappiamo già tutto quello che ci chiederanno all’esame, per noi questa settimana su Marlott Island serve a ben poco.”
“Io di sicuro non ho bisogno di questa settimana rinchiuso su un’isola,” concordò Alec, “e per di più con la sola compagnia del signor Weasley."

A quelle parole, un gelo innaturale calò sul gruppo di studenti.
“Sarà lui ad accompagnarvi?” Chiese la ragazza.
“Ci scommetto che è stata un’idea di Potter,” rispose Frank, cupo.
“Sì, tanto chi lo tocca, è il miglior amico del salvatore del Mondo magico!” esclamò Jack, furioso. “Se non avesse…”
“Dai, parliamo di altro,” propose Marcus, notando come l’atmosfera fosse improvvisamente cambiata, rabbuiatasi.
La discussione passò al Quidditch, al Ministero ma ormai l’atmosfera era rovinata. A mezzanotte pagarono e si diedero appuntamento per la mattina successiva.

/ / / / / / /

Sillus osservò attentamente la valigia che stava preparando con ordine maniacale.
Uno scomparto per le divise, uno per i vestiti civili e un altro dedito ai lunghi manuali che sicuramente avrebbero ripassato sull’isola.
Era nervoso, un sentimento che non riusciva bene a controllare e per questo motivo lo inquietava ancor di più. Una settimana con i suoi compagni solo su un’isola, il signor Weasley presente. Cercò rifugio nell'ordine e nella pulizia ma il suo cervello non riusciva a non pensare a ciò che avrebbe affrontato nel corso di quella settimana.
I demoni che inevitabilmente sarebbero tornati a galla.

Aveva lottato tanto per superarli e ancora sentiva di non esserci riuscito a pieno, Marlott Island avrebbe potuto riaprire quelle ferite che faticavano così tanto a rimarginarsi?

Sillus…
Udendo quella voce, il ragazzo seguì alla lettera le istruzioni dei Medimaghi.
Si tappò le orecchie con le mani e ripensò intensamente al primo paragrafo del terzo volume di “Guida Avanzata alle Fatture Oscure”.
Ci volle del tempo ma finalmente quella voce andò via.

Sospirando, il ragazzo si rialzò da terra e prese, dal comodino vicino al letto, un set di cinque provette con un denso liquido rosso all'interno. Sperava di no, ma era evidente che ne avrebbe avuto bisogno.

/ / / / / / /

Rose osservò con ammirazione il lungo vestito da strega che stava indossando.
Era di sua madre, ovviamente, lei non aveva mai avuto molto tempo per le occasioni sociali più mondane.
É difficile quando hai la testa china sui libri per la maggior parte del tempo.

“Ma stai benissimo!”
“Mi sento ridicola…"
Elizabeth entrò nella stanza della figlia e la osservò con ammirazione.
“Guarda come ti fascia bene il seno, come si posa sui tuoi fianchi, come evidenzia il punto linea perfetto, semplicemente adorabile!”
“Se lo dici tu…” borbottò Rose, arrossendo.
“Sei bellissima, devi solo avere più fiducia in te stessa e vedrai che quel Sillus cadrà ai tuoi piedi!” Esclamò la donna, civettuola.
Rose arrossì ancora di più, se possibile.
“Vattene…” brontolò.
“D'accordo, ho evidentemente toccato un tasto dolente!”

Elizabeth finalmente lasciò la figlia da sola, con enorme sollievo di quest'ultima.
Adorava sua madre ma non riusciva a non detestarla quando si immischiava nella sua vita privata, come se la figlia non fosse grande abbastanza per gestirla da sola!
Sbuffando, Rose tornò a guardarsi nello specchio, una mano sul fianco.
Effettivamente non stava poi così male...
Scuotendo la testa, si tolse l'abito e si affrettò a riporlo nella valigia.

/ / / / / / /

Louise si accese l'ennesima sigaretta e osservò la valigia ancora mezza vuota.
L'unico obiettivo che gli era rimasto nella vita era prendere quel pezzo di carta che l'avrebbe resa Auror a tutti gli effetti e poi andare avanti per la sua strada, finalmente libera.

La porta della sua camera si aprì di schianto e una donna di mezza età, enorme, più larga che lunga, fece il suo ingresso nella stanza.
“Dove cazzo vai con quella valigia?” Chiese, sputacchiando.
La ragazza chiuse gli occhi, contando mentalmente fino a dieci per non estrarre la bacchetta e uccidere sua zia.
“Rispondimi, troia! Te ne vai finalmente fuori dalle balle?”
“Domani parto con gli altri allievi, staremo fuori città per una settimana ad allenarci in vista degli esami,” Louise infine rispose.
“E chi cazzo la farà la spesa?” Barrì la donna.

“Ci dovrai pensare tu d’ora in avanti, visto che, non appena avrò terminato l'accademia, me ne andrò da questa topaia del cazzo,” sibilò la ragazza, voltandosi per affrontare l'odiosa zia.
Abitava in casa sua da ormai sei anni eppure le due non erano mai riuscite ad andare d’accordo. Non avrebbe certo tentato di farlo quella sera.

L'altra fece per ribattere e per tutta risposta Louise estrasse la bacchetta da una delle tasche dei pantaloni.
Recependo il messaggio, la donna si affrettò, dopo aver lanciato un'ultima occhiata assassina alla nipote, a lasciare la stanza.
Tanto meglio, pensò la ragazza, iniziare quella settimana con un omicidio non l’avrebbe aiutata certo negli studi!

/ / / / / / /

Ron sedeva in silenzio al tavolo della cucina. Erano solo le sei di mattina, non era mai stato un tipo così mattutino ma da qualche mese a quella parte le cose erano decisamente cambiate nella sua vita.
Osservò la ciotola davanti a lui sul tavolo, ormai vuota, solo qualche rimasuglio di biscotti sbriciolati e inzuppati rimanevano a testimoniare quella che era stata la sua triste colazione.
Si sentiva esattamente come loro: a pezzettini e molle.

“Ehi, sei già sveglio?”
Hermione entrò nella stanza cogliendo di sorpresa il marito.
La donna pose un delicato bacio sulle labbra dell'uomo e poi si sedette di fronte a lui, lo sguardo teso e preoccupato.
“Non essere così in ansia, vedrai che tutto andrà bene,” sussurrò, dopo qualche secondo di penoso silenzio.
“Io non sono agitato,” borbottò Ron. “Tu piuttosto…”
“Ti sei rigirato nel letto quasi tutta la notte. Ormai ti conosco troppo bene, so che la prospettiva di questa settimana solo con i ragazzi ti mette ansia, penso che sia perfettamente naturale!”

“No, credimi, Hermione, non c'è niente di naturale nel vedere quei ragazzi dopo quello che è successo,” rispose Ron, abbassando la testa. “Non così presto.”
“Harry è convinto che questa settimana possa aiutarti, penso che tu debba fare un tentativo, non credi?" Propose la donna, cercando di apparire fiduciosa e ragionevole.
L'uomo alzò le spalle.
“Ci proverò, glielo devo, ma se le cose non andranno bene la prima cosa che farò sarà dimettermi dal corpo Auror,” dichiarò. “So che George ha bisogno di una mano in negozio, potrei sempre riciclarmi come commesso dai Tiri Vispi Weasley.”

A quelle parole, Hermione si alzò, si avvicinò al marito e l'abbracciò forte. Dopo qualche secondo anche l'uomo contraccambiò quella stretta, facendo fatica a non crollare come già altre volte durante quelle settimane.
“Promettimi che farai il massimo,” sussurrò la donna, ancora stretta al marito.
“Prometto che ci proverò.”

/ / / / / / /

L'abitazione dell'uomo era vuota, spenta e allo stesso tempo a soqquadro e senza un apparente ordine logico.
Proprio come il padrone di casa, una copia carbone che non riusciva a non inquietare l'ospite, ogni volta che vi si recava in visita.
Quella sarebbe stata l'ultima e, per Merlino, in un certo senso rappresentava una benedizione.

Il padrone di casa avanzò, leggermente claudicante. Un tempo era considerato come uno dei maghi più affascinanti ma la perdita della moglie prima, e del figlio poi, lo avevano rapidamente distrutto sia fisicamente che psicologicamente.
Aveva perso numerosi capelli e chili, puzzava di sudore e di alcool rancido. Se non fosse stato per il suo piano, a quel punto l'avrebbe già fatto finita, di questo il nuovo arrivato era sicuro.

“È tutto pronto?” Chiese.
“Sì, c'è voluto più del previsto ma ho tutto,” borbottò il padrone di casa, dando all'ospite uno zaino pieno fin quasi all'orlo.
“C'è il disco?”
“Sì, ho inserito anche la planimetria della casa e dell'isola, alcune pozioni interessanti, sono riuscito anche a prendere i progetti di quei marchingegni che dovrai modificare,” l'uomo rispose, pronto. L'ospite aprì lo zaino e lo controllò velocemente.
Apparentemente soddisfatto, lo richiuse e se lo mise in spalla.

“Manca la bacchetta,” notò.
Il padrone di casa arrossì lievemente e balbettò: “Sì, non sono riuscito a…”
“Mi presterai la tua.”
L'uomo scosse la testa.
“Ma sei matto? Così gli Auror arriveranno subito a me!”
L'altro rise ma la sua ilarità non raggiunse gli occhi che rimasero freddi e penetranti.
“I patti erano chiari, ci prendiamo la nostra vendetta e poi del resto non ci importa niente,” sbottò, la sua risata che ancora echeggiava, macabra, nella piccola stanza.
“Sì ma… non voglio passare il resto della mia vita da Azkaban,” borbottò l'anziano, torcendosi le mani.
“Se la farai finita, eviterai questo spiacevole inconveniente…”
“Non credo di averne il coraggio, sai.”

Il silenzio cadde e l'ospite e il padrone di casa si osservarono intensamente per qualche secondo, il viso del primo una maschera di rabbia e indignazione, quello del secondo bianco e tremante.
Alla fine l'ospite abbassò le spalle, sospirando.
“In realtà, mi sono posto le stesse domande. Sembra tutto facile, sulla carta, ma quando mi troverò là, avrò il coraggio di farlo?” sussurrò.
“Ecco, infatti, è la stessa cosa che…”
“Perciò tu sarai la mia cavia. Stupeficium!”

L'attacco dell'ospite arrivò così veloce che il padrone di casa non se ne accorse nemmeno.
Volò fino a cozzare contro il divano e a ribaltarvici sopra.
L'ospite raccolse la bacchetta dell'anziano, sentendola forte e pronta nella sua mano. Ora era di sua proprietà.

Osservò il vecchio tentare di rialzarsi da terra con risultati vani.
“Sei stato d'aiuto, senza di te non ce l'avrei mai fatta, ma è il tempo di rispettare i patti. Avada Kedavra!” Esclamò.

Il bagliore verde invase la piccola stanza, qualche istante dopo l'anziano giaceva per terra, morto.
Era la prima volta che usava la Maledizione che Uccide. L'aveva studiata, ovviamente, ma non aveva mai capito il senso di potere che l'Avada Kedavra lascia in chi lo lancia.
Potere assoluto. Ineluttabile.
L'ospite sospirò, poi mise la sua bacchetta, e quella del vecchio, nella tasca dei pantaloni e si affrettò a lasciare la scena.

Quel vecchio ormai viveva come un recluso, ci avrebbero messo dei giorni per insospettirsi della sua assenza.
Ma per allora il suo piano sarebbe già stato in moto ed impossibile da fermare.

/ / / / / / /

Ultimo capitolo di introduzione alla vicenda, utile per fare la conoscenza di tutti i personaggi protagonisti e anche di un assassino che anche lui appunto avrà la sua grandissima importanza.
Ma che cos'è successo tra Ron e gli allievi Auror? Questo lo scoprirete nei prossimi capitoli.
E chi è questo assassino? Questo lo scoprirete alla fine della storia.

Nel frattempo vi ringrazio per l'attenzione.

  
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