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Autore: Goten    17/09/2009    17 recensioni
L'acqua scendeva fra i suoi capelli ramati, schiacciandoli e scurendoli, i suoi vestiti erano come una seconda pelle, ma nulla in quel momento gli importava. Cominciò a correre, in pochi istanti la raggiunse afferrandola saldamente per un braccio.
- Ti prego, aspetta! - La voltò verso di se. L'acqua scendeva sui loro visi, anche i capelli di lei erano appesantiti da quelle goccioline, ma Edward era sicuro di non aver mai visto niente di più perfetto in tutta la sua lunghissima vita.
Con la mano bagnata le sfiorò timorosamente una guancia. - Sei davvero reale. - Sorrise sinceramente felice, mentre un tenue rossore comparve sul volto di Isabella.
VINCITRICE DEL CONTEST SU FACEBOOK INDETTO DA BARBY&MARCO E AMALIA
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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BUON GIORNOOOOOOOOOO!!! ^___^ Giorno a tutti, oggi è una bellissima giornata! Sono di ottimo umore, piove e sono felice, un ottimo giorno! XD
Ho visto i vostri commenti, non so davvero come dirvi GRAZIEEE!!! Sono sempre con gli occhietti a stellina quando li vedo!! *_*
Voi non vi rendete conto di quanto gongolo ogni volta che ne trovo di nuovi ^.^... e contate che sono al lavoro! XD Le figuracce che faccio non ve le racconto!
Comunque, adesso vi lascio alla storia, ci sentiamo martedì!! BACI A TUTTI!!!!

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Capitolo 5


Non appena la porta si chiuse, il telefonino di Edward prese a squillare.

<< Dimmi Emmett. >> Sospirò laconico, mentre apriva la porta della propria stanza.

<< Edward, Edward... ma ti devo insegnare tutto? >> Ridacchio dall'altra parte suo fratello.

<< Che diavolo stai dicendo? >> Adesso veramente non ci stava capendo molto.

<< Lo sai in quanti modi è possibile usare gli scacchi?... Per esempio... >> Ma non fece in tempo a finire che Edward premette il tasto rosso. Anzi, per essere sicuro, spense il cellulare. Grazie ad Alice, adesso tutta la famiglia si stava godendo in telecronaca il suo soggiorno a Parigi.

Sospirò. Doveva mettere un po di cose in chiaro con quella piccola peste, la sua privacy desiderava che rimanesse solo per se... e magari per Bella.

Nell'altra stanza, Isabella non era riuscita a chiudere occhio, il profumo fresco della pelle di Edward, mischiato al suo sapore zuccherino, era qualcosa che non riusciva a darle pace. Sentiva il suo cuore battere forte e potente quando era con lui. Era come se lui fosse li per proteggerla, si sentiva bene, al sicuro... e cosa ancora più folle, si sentiva attratta da lui come una calamita.

Scosse la testa cercando di chiarirsi le idee. Aprii le tende pesanti, scoprendo che nonostante fossero le sette e trenta di mattina, la pioggia non aveva accennato a diminuire, Parigi era sotto un temporale veramente con i fiocchi.

Cercò di sistemarsi meglio che poté, un comodo paio di jeans, scarpe da ginnastica e un maglioncino. Raccolse i capelli in una coda, ma poi decise di lasciarli sciolti.

Bussarono alla porta. << Servizio in camera. >>

Aprì tranquillamente, trovandosi davanti l'essere più perfetto che avesse mai visto. << Edward. >> Gli sorrise, facendolo accomodare.

Il bel vampiro reggeva in mano il vassoio con la sua colazione. << Madame la sua colazione. >> Le sorrise sghembo, facendole aumentare il battito del cuore.

<< Non dovevi disturbarti, appoggialo pure qui. >> Indicò il letto. Sul tavolo c'era ancora la scacchiera in bella vista.

<< Spero che tu non abbia manomesso i miei poveri pedoni. >> Scherzò Edward, mentre si sedeva sul lato sinistro del letto.

<< Oh no, tranquillo. Anche se un pensierino l'ho fatto. >> Ammise, sedendosi sul lato destro, il vassoio era posizionato perfettamente in mezzo a loro, afferrò un croissant e lo morse, scoprendo di avere una grandissima fame. << Ottimo. Ne vuoi uno? >>

<< No grazie. >> Ridacchiò. << Già fatto colazione. >>

Si sentiva osservata, ed era così, Edward aveva notato le profonde occhiaie, era sicurissimo che non avesse dormito, ed il fatto che avesse udito per le quattro ore in cui era stato chiuso nella propria stanza, il continuo frusciare del lenzuolo, dava ancora più certezza alla sua idea.

<< Sei pronta per scoprire le meraviglie di questo posto? >>

Bella ingoiò l'ultimo boccone. << Si, direi di si. >> Afferrò la spremuta che le stava porgendo, toccando la sua mano fredda. La scarica elettrica che sentì, le fece tremolare la presa sul bicchiere. << Grazie. >> Sorrise, mentre il rosa compariva sulle sue guance.

Si alzarono e si recarono assieme verso la porta d'ingresso. << Aspetta. >> La fermò Edward.

<< Cosa c'è? >> Lo guardò confusa. Aveva dimenticato qualcosa?

<< Sono imperdonabile, non ti ho dato questo... >> Si avvicinò, posando un bacio delicato e freddo sulla guancia. << Il bacio del buon giorno. >> Mormorò piano, sorridendole.

Ed il suo volto divenne rosso.

<< Andiamo? >> Le porse il braccio, aspettando con ansia che lei lo accettasse.

<< Andiamo. >> Sussurrò piano, afferrando quel braccio forte ma al contempo gentile.

Uscirono dalla hall dell'albergo, Edward aveva con se un ombrello grande a sufficienza per coprire entrambi, la pioggia scendeva fitta fitta, le strade erano quasi deserte. Ma l'odore dell'acqua fresca, e la presenza di Edward, stavano rendendo Parigi ancora più magica di quello che già non fosse.

Scoprì, grazie all'enorme conoscenza di Edward, tantissime cose, che nessuna guida le avrebbe mai detto, su ogni statua, palazzo o museo.

Non aveva mai sorriso tanto in vita sua, stare con Edward era come se ogni cosa acquisisse un aspetto nuovo, speciale. Ma forse era solo la presenza di lui a farle quell'effetto.

<< E quasi ora di pranzo, che ne dici di fermarci un po? >> Le chiese, fermandosi davanti ad un delizioso locale.

<< Direi che è un ottima idea. >> Accettò entusiasta, mentre all'interno del locale, c'erano solo poche coppie.

<< Un tavolo per due. >> Edward consegnò al cameriere l'ombrello seguendolo pochi istanti dopo verso il loro tavolo.

Molto cavallerescamente, fece accomodare prima Bella, sedendosi poi anche lui di fronte a quella che ormai considerava il suo gioiello più prezioso.

Fecero la loro ordinazione e quando il cameriere li lasciò soli, Edward poté sentire un piccolo sospiro di sollievo provenire da Bella. << Che c'è? >>

Gli sorrise timidamente. << Niente è che... stavo pensando a quanto sia bizzarro tutto questo. >>

Un piccolo sorriso comparve sulle labbra di Edward, spronandola a continuare.

<< Mi piacerebbe sapere cosa hai pensato di me quando ci siamo incontrati la prima volta. >> Confessò arrossendo un po sulle guance.

A questa domanda Edward avrebbe risposto con il cuore in mano. Ma sapeva di dover giocare bene i suoi tempi. Non poteva certamente dirle che le era parsa una visione, che l'aveva amata dal primo momento, che avrebbe voluto averla vicino per il resto dell'eternità, che il solo vederla gli faceva venire voglia di appartenerle e di averla. No, forse non poteva dirle tutto questo, ma qualcosa di. Scelse con cura le parole da dirle. << Quando ti ho vista, ho pensato che fossi una visione, una bellissima visione. >> Allungò la mano sul tavolo, prendendo nella sua quella di Bella. Poté sentire il pulsare del suo cuore aumentare il battito. << Mi sono chiesto se fossi vera e... >> Sorrise dolcemente. << Quale fosse il tuo nome. >> Strinse con delicatezza la sua mano nella propria.

Isabella era in imbarazzo, impacciata, ma tanto emozionata, quasi euforica.

Il cameriere arrivò con le loro ordinazioni, l'acqua, fuori dal locale continuava a scendere veloce, ma loro erano li, al sicuro e per adesso, tutto questo poteva bastare.

Edward giocava con la forchetta spostava il cibo nel piatto, non lo avrebbe mai mangiato, ma almeno dava l'impressione di aver gustato qualcosa. Parlarono ancora di diversi argomenti, scoprendo di avere in comune tantissime cose.

Ma la cosa che lo rese più felice in assoluto, fu notare che nonostante tutto, Bella non aveva ancora ritirato la mano dalla sua presa fredda. Chissà cosa provava a contatto con la sua pelle morta. Sentiva anche lei le stesse sensazioni che avvertiva anche lui? Gli sarebbe piaciuto tantissimo saperlo. Avrebbe dato tutto quello che possedeva per avere anche solo la vaga possibilità di piacerle. Lui ormai era certo che senza di lei non avrebbe più potuto stare.

<< E' stato tutto buonissimo. >> Sentenziò Bella, posando il tovagliolo, osservando con una leggera curiosità il piatto di Edward.

<< Si, tutto perfetto. >> Le sorrise, deviandola dai suoi pensieri. << Allora, sei pronta per vedere anche il resto? >>

I suoi occhi nocciola osservarono la pioggia battere contro il vetro del locale. << Si. Sono pronta. >>

Quando uscirono dal piccolo locale, Bella si aggrappò a braccio di Edward, entrambi sotto quell'ombrello grande davano l'impressione di essere una coppietta felice. E questo non dispiaceva a nessuno dei due.

Edward non si era mai sentito così felice in tutta la sua esistenza, adorava sentire la voce di Bella, il suo profumo, il suo calore e il suo battito cullarlo dolcemente. Ora rimaneva solo una domanda, lei lo avrebbe mai accettato? Sarebbe inorridita dal suo vero essere? Sarebbe scappata? Tutte quelle domande non fecero altro che portarlo in un baratro nero, non si era neppure reso conto di essersi fermato sul ponte che sovrastava il fiume Senna.

<< Edward, va tutto bene? >> La voce di Bella lo riscosse dal suo dolore. << Edward... >> Si posizionò davanti a lui.

Fu un colpo di vento veramente forte a strappare di mano al vampiro dai capelli rossicci l'ombrello e a farlo volare via. L'acqua li stava inzuppando, quelle piccole gocce scorrevano sulla pelle candida di Bella, fra i suoi capelli. Edward non resistì all'impulso di accarezzarle una guancia con la sua mano. << Mi piaci, Isabella... tanto... >> Sussurrò piano, abbassandosi verso quella piccola visione che gli aveva strappato il cuore e l'anima.

Bella sentiva ormai il respiro freddo di lui sfiorarle le labbra, sapeva che sarebbe successo, lo sentiva, eppure, non voleva scappare. Una parte del suo essere urlava di appartenere a quel ragazzo conosciuto in quel modo così bizzarro. Sentiva il suo corpo sprigionare elettricità ad ogni suo tocco. L'oro nei suoi occhi era qualcosa di così bello e speciale, che si sentiva intrappolata. Ma ne era felice.

Eppure, nonostante tutto, non sentì le labbra di Edward sulle sue, perché? Le stava dando la possibilità di scegliere? Bé, lei aveva scelto. Si sollevò sulle punte, eliminando lo spazio fra di loro. Appoggiò le labbra su quelle di Edward e diede il via alla magia.

Le sue braccia si chiusero attorno al suo collo, il suo corpo si appoggiò a quello del ragazzo, mentre le mani forti di Edward le cinsero i fianchi ed una di esse andò ad accarezzarle la schiena.

I vestiti ormai erano bagnati, appesantiti e freddi, ma non importava. Loro due stavano bene. Erano nella loro piccola bolla di felicità e per adesso, tutto era giusto così.

   
 
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