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Autore: Dira_    17/09/2009    12 recensioni
La guerra è ormai finita, Harry è un auror e sta per avere il suo secondo bambino.
Degli strani sogni e la misteriosa comparsa di un neonato decisamente particolare turbano la sua pace, tornando a scuotere la famiglia Potter sedici anni dopo, quando Tom, il bambino-che-è-stato-salvato, scoprirà che Hogwarts non solo nasconde misteri, venduti come leggende, ma anche il suo oscuro passato...
La nuova generazione dovrà affrontare misteri, intrighi, nuove amicizie e infine, l'amore.
“Essere amati ci protegge. È una cosa che ci resta dentro, nella pelle.”
Può davvero l’amore cambiare le carte che il destino ha messo in tavola?
[Next Generation]
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Doppelgaenger's Saga' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Lo scorso capitolo non ha riscosso molte attenzioni, ho notato. Eppure pensavo che con la scena tra Al e Tom… vabbeh, capitolo sportivo questo. E torna in gioco una nostra vecchia conoscenza. Il tipo occhialuto che ha dato nome al libro vi dice niente?
Godetevelo. E lasciatemi qualche recensioncina, via! T_T

@HelSelbstmord: I porcupine Tree? Ma io li adoro! Metterei più canzoni, ma è quel progressive che mal si sposa con le atmosfere alla HP XD. Trains però è meravigliosa. La ascolterei in continuazione (e in effetti, uhm, lo faccio). Pausa musicale a parte, contenta di averti soddisfatto con questo capitolo. Ho sempre adorato l’alchimia, che è un mondo allegorico talmente complesso che ovviamente ho capito (male) solo la superficie. Ah, per Ainsel è normale stia antipatica, lo deve fare. ;)
@Trixina: Come ti ho già scritto nella mail che ti ho mandato (arrivata?) mi dispiace davvero TANTO di aver saltato la tua risposta. Ero super sicura di averti risposto, e invece… per rispondere alla tua domanda Fred e Roxanne non sono gemelli, ma Fred è il fratello maggiore di Roxie. Informazione presa da HP Wiki, quindi penso sia abbastanza affidabile. Ovviamente i pareri discordano, e la Row non ci ha date molte informazioni. Oh, sì, Anacleto è precisamente petulante come quello del cartone animato! XD Per la faccenda capelli-Teddy ti ho risposto sull’email, pardon, questioni di segretezza. XD
@Nyappy: FullMetal Alchemist ha più o meno impestato l’adolescenza di tutto EFP ho idea XD. Beh, gran bel cartone, no? Grazie per la recensione!
@Pietro90: E’ davvero un piacere sapere che nonostante non ti piaccia continui a leggermi. Significa che ho proprio colpito nel mio intento. Cioè di non fare soltanto una storia slash. Yuppy! Il discorso ‘chimico’ sulla trasfigurazione è una cosa a cui avevo pensato spesso, quindi grazie per avermelo notato! A presto!
@Altovoltaggio: Figurati, dovere. Come ho detto non è una storia soltanto slash. Anche, ma non è un fattore preponderante e che va a scapito della trama. E poi, abbiamo sempre Scorpius e Rosie a riequilibrare, no? Grazie per seguirmi!

****

Capitolo XII






I don't blame you for being you

But you can't blame me for hating it
So say, what are you waiting for?
Kiss her, kiss her
I set my clocks early 'cause I know I'm always late
(A Little Less Sixteen Candles [A Little More Touch Me], Fall Out Boy)



5 Settembre 2022
Primo pomeriggio, Campo di Quidditch.


Il campo di Quidditch ospitava la selezione annuale dei membri di ben due squadre quel giorno. Un caso più unico che raro, dovuto alla richiesta da parte dell’ufficio Auror di non ‘dilazionare in più giorni’ una riunione potenzialmente dispersiva di studenti in un unico posto.
Una piccola squadra di auror percorreva il perimetro del campo, lanciando sguardi ai ragazzi che si libravano in aria sulle proprie scope.
Ciascuna squadra aveva preso una mezzaluna del campo, e cercavano, con fatica, di darsi meno fastidio possibile.
Michel lanciò uno sguardo tagliente a Scorpius, dopo aver schivato un bolide che casualmente uno dei gemelli Scamandro aveva spedito dalla parte Serpeverde.

“Vogliamo finirla?!”
Scorpius si strinse nelle spalle. “Non l’abbiamo certo fatto apposta. Lorcan, ehy! Vacci piano!”
“Sono Lysander!” urlò quello, già lontano.

Michel inspirò pesantemente. Poi lanciò uno sguardo verso la metà Grifondoro.
“Sta andando male come sembra, Sy?” chiese usando il vecchio nomignolo d’infanzia. L’unico proponibile per un nome improponibile.

“Ce la stiamo cavando, a differenza vostra, Mike.” Ribatté beffardo, indicando con un cenno della testa un aspirante portiere verde-argento, aggrappato all’anello.
Michel arrischiò un’occhiata, poi sospirò.

“Coraggio Capitaine… non sta andando così male.” Sghignazzò Scorpius, prima di volare via.
Michel emise una smorfia stizzita.
E ora dove diavolo è Al?!
Al stava volteggiando per il campo, beandosi del momentaneo far niente dato che il suo posto era stato riconfermato neanche mezz’ora prima.
“Potter! Scendi giù!” sbottò.
Non possiamo farci soffiare la Coppa anche quest’anno! È inammissibile!
Al gli planò affianco, perplesso. “Che succede?”
“Che succede mi chiedi?” lo guardò, ma poi gli arruffò i capelli con un sospiro. Aveva un’aria così confusa e adorabile che non poteva non capitolare. Era un fine esteta anche su una scopa, dopotutto.

“Nulla. Capitan Malfoy sta dando fondo a tutta la sua ironia. Queste selezioni condivise sono uno stillicidio.”
Al annuì: capiva la sua frustrazione. James era già passato cinque o sei volte nella sua traiettoria, rischiando di fargli perdere l’assetto di volo, giusto… così.

Tanto per. Idiota.
Scorpius, certo, l’aveva rimproverato, ma senza troppa convinzione.
La rivalità agonistica, è rivalità agonistica anche quando non siamo in partita…
“Pensala così…” Cerco di consolarlo. “Dopo l’aggressione di Tom erano a rischio anche le selezioni. È stata una fortuna che Madama Bumb si sia impuntata tanto.”
Michel roteò gli occhi al cielo. “Certo, perché ora quei cosi volano anche?”
Al fece spallucce. “Non ne ho idea. Ma sai come sono al Ministero. Bisogna salvaguardare le nostre giovani promesse per il futuro…” borbottò imitando Kingsley, facendolo ridacchiare.

“Vedo che adesso sei di buon’umore. Mi fa piacere. Senti, sostituisci Daniels alla pluffa. Se continua a terrorizzare quelle mammolette finirà che non avremo più nessuno da esaminare…”
Al abbozzò un saluto militare. “Aye aye mon capitaine!”
Mentre si sostituiva a Daniels, un corpulento ragazzo del settimo, sbuffò.
Non che si sentisse meglio. A dirla tutta, affatto.

Era ancora irritato con Thomas, si sentiva ancora a disagio per l’episodio della mattina.
Ma quando volava non c’era niente da fare… accantonava il problema. ‘Lo lasciava a terra ’, come amava dire suo padre.
C’erano ben poche cose che ad Albus piacessero come volare.
E nessuna che lo facesse sentire così bene.
“Ehy, sei pronto?” chiese al ragazzo mingherlino. Gli sorrise. “Non la tirerò tanto…”
Potter! Smettila di fare conversazione e tiragli quella dannata pluffa prima che cada dalla scopa!” Sbottò Zabini sfrecciandogli accanto. Al sospirò: a volte dimenticava che la gentilezza d’animo non era qualità riconosciuta nella sua Casa.
Guardò verso la squadra avversaria. Il fratello intercettò l’occhiata e gli mostrò la lingua, improvvisando un’acrobazia sulla scopa. Albus gli mostrò il medio, voltandosi poi verso lo spaurito aspirante.
“Allora, continuiamo?”
Odio i Grifondoro…


Scorpius intanto supervisionava le loro selezioni, che, con sua somma soddisfazione, si stavano svolgendo in modo soddisfacente per tutti i ruoli.
Certo, c’è ancora da trovare un cercatore… e se possibile che possa competere con Mini-Potter.
Lanciò un’occhiata agli spalti e ci trovò esattamente chi si aspettava di trovarci. Sfoderò un sorriso deliziato, volando fino all’altezza della quarta fila, dove Rose, imbacuccata in una giacca di jeans, guardava giù con aria preoccupata.
“Ehilà, Weasley!” esclamò allegro. Rose gli scoccò un’occhiataccia.
“Va’ ad inseguire boccini, Malfoy.” Replicò, fingendo ostentatamente di non calcolarlo.
Scorpius rise. “Come siamo poco informate! Io gioco come portiere, non sono il cercatore. Tuo fratello invece a quanto pare aspira al ruolo…”

Indicò con un cenno della testa Hugo, che, a terra, stringeva spasmodicamente il suo manico di scopa, vestito della pettorina rossa della squadra.
Rose gli lanciò un’occhiata valutativa. “Sì, è vero.”

“Sembra un po’ nervosetto…”
“È bravo.” Borbottò. “È solo un tipo ansioso, tutto qui. E James non migliora le cose.”

Cretino. Come si fa a dire ‘non preoccuparti, anche cadrai da dieci metri d’altezza la prova non verrà invalidata’? Cioè, è da dementi.
Scorpius sorrise. “Non è un tipo molto incoraggiante, vero?”
“Già…” fece una smorfia. Non gli piaceva parlar male del cugino, benché fosse un deficiente conclamato. Solidarietà Potter-Weasley.

Anche se a volte vorrei proprio evitarmela…
“Comunque cercavo proprio te.” Cambiò discorso Scorpius.
“Che gioia.” Commentò atona. Gli lanciò però un’occhiata incuriosita. “Per quale motivo?”
“Ti ricordi della luce verde che abbiamo visto la sera del nostro arrivo?”
Rose batté le palpebre: certo che se la ricordava. Aveva fatto anche delle ricerche in merito, in biblioteca, senza trovare nulla. Era solo giunta alla conclusione che non era una stella cometa.

Ma non pensavo che lui se ne ricordasse…
Annuì, troppo stupita per trovare una battuta adeguata.
“Beh, in questi giorni ammetto che mi sia un po’ passata di mente. Sai, il lucertolone, Dursley mezzo morto… auror in giro per la scuola… Cose così.” Si appoggiò con tutto il peso al manico, facendolo inclinare per avvicinarlesi. “Però oggi mi è venuta un’idea.”
Rose finse di non notare come fosse attraente, con i capelli scompigliati dal vento e l’aria provata dallo sforzo di capitaneggiare un branco di Grifondoro esuberanti.
Gli sta bene l’uniforme d’allenamento…
Argh!
Si schiarì la voce. “… Sarebbe?”
“Andiamoci. Andiamo a controllare dove abbiamo visto sparire quella luce.” Disse semplicemente.
“Dove? Nella Foresta Proibita?” Inarcò le sopracciglia. “Ti ha dato di volta il cervello, Malfoy? Ci sono barriere protettive ovunque… Non possiamo neanche avvicinarci alla Foresta, figurati spingerci fin dove…”
“Ma non ci andremo a piedi.” Batté la mano sul manico Nimbus 3000. “Ci andremo via scopa.”

Rose rimase in attonito silenzio per qualche attimo.
“No. Tu sei veramente fuori di testa. Credevo fossi matto, ma non fino a questo punto!”
Scorpius assunse un’aria offesa. “Mi ferisci così, biscottino! La mia idea è fantastica, priva di complicazioni! Prendiamo le scope, e sorvoliamo la Foresta. Le barriere non sono in aria. Quella… cosa… deve essere atterrata da qualche parte. Quindi ci sarà un cratere, e dall’alto potremo vederlo. ”
“Non è un asteroide!”
“Sì, ma è atterrato. L’abbiamo visto. ” Continuò testardo. “Io, comunque, ci vado.”

“Non puoi! È proibito. E poi sei un prefetto, Santo Godric!”
“Appunto. Lo sei anche tu.” Sogghignò mentre gli occhi gli brillavano di una preoccupante luce divertita. “Non puoi lasciarmi andare da solo. E non puoi neanche togliermi punti.”
“Posso sempre chiedere gentilmente a qualche professore di farlo…” lo minacciò.
“Andiamo, collega… non sei neanche un po’ curiosa? Eppure i tuoi facevano parte del trio più ficcanaso dell’intera storia di Hogwarts…”
Rose arrossì indignata, percependo con orrore che la sua convinzione si stava lentamente sgretolando sotto i colpi di quel sorriso. “E questo come lo sai?”
“Me l’ha detto mio padre. Ha aggiunto altro, ma per buona pace non commenterò.” Sogghignò. “Allora? Il tuo senso di trasgressione non sta pizzicando?”
Rose lo guardò esasperata. Non doveva, non doveva sorridergli, maledizione!
Si trovò senza accorgersene a piegare gli angoli delle labbra. In un sorriso.

“Ah! Stai sorridendo! Coraggio, Weasley!”
Merda.

“Okay.” Sibilò assottigliando gli occhi. “Verrò con te, ma… solo un breve volo. Una ricognizione. E se ci beccheranno darò tutta la colpa a te.”
“Sia mai. Un vero cavaliere si prende tutte le colpe.” Fece un pomposo mezzo inchino. “Ci vediamo dopo gli allenamenti, dietro la rimessa. Troverò un manico anche per te, signorina. Non ne hai uno personale, vero?”
“No, naturalmente.” Dissimulò tranquillità che non provava affatto. Se suo fratello era nervoso su una scopa, beh… lei era terrorizzata.

E ho molte più ragioni per esserlo. Dannazione! Perché mi faccio sempre trascinare!?
Ma Scorpius già le sorrideva entusiasta. “A dopo Rosey-Posey!” sghignazzò, prima di spronare la scopa e raggiungere i compagni di squadra.
Rose si risedette pesantemente sulle gradinate.
Merda.
Per un attimo pensò di scendere, invadere il campo, afferrare Scorpius per il mantello dell’uniforme da allenamento e urlargli contro che non aveva la minima intenzione di farsi trascinare nelle sue stronzate. E che il suo stupido sorriso non le faceva il minimo effetto.
Ma poi lo vide avvicinarsi ad Hugo e afferrarlo bonariamente per una spalla, chinandosi a parlargli fitto. Qualsiasi cosa gli disse, funzionò.
Vide il fratello riprendere colore, lanciare un’occhiata quasi grata (era pur sempre un Weasley) a Malfoy e salire sul suo manico, mentre James, perplesso, liberava il boccino.

Dieci minuti dopo tornò trionfante, stringendolo tra le dita della mano sinistra. La squadra applaudì entusiasta e James lo placcò immediatamente per arruffargli i capelli e complimentarsi in modo maschio.
… Ma che gli ha detto?
Rose guardò sbalordita Scorpius, che per tutta risposta si voltò e le strizzò l’occhio.
Merda. Non Malfoy, non Malfoy!
Invece era proprio Malfoy.
Aveva finalmente realizzato: le piaceva Scorpius Hyperion Malfoy.


****

Biblioteca, Hogwarts.
A pochi minuti dalla triste realizzazione di Rose.

Thomas apprezzava la biblioteca. Il termine era esatto, considerando che c’erano ben pochi posti in cui si sentisse veramente a suo agio. Sedeva, eccezionalmente con le maniche del maglioncino rimboccate, a studiare un grosso tomo dall’aria centenaria.

Il libro era ‘Cento ed uno stemmi nobiliari magici e inglesi’.
Aveva pensato che se il medaglione sembrava di buona fattura, probabilmente lo era. Nelle Indie si erano spostati un sacco di maghi, oltre che i babbani, per tentare la fortuna in un nuovo paese. Molti di loro erano purosangue, con risorse necessarie per rifarsi una nuova vita con tutti gli agi del caso.
Confrontando l’arabesco disegnato davanti al medaglione con le illustrazioni sperava di venirne a capo.
Non sapeva neanche lui, esattamente, perché volesse scoprire l’origine di quell’oggetto.
Curiosità, certo. L’aveva… preso… perché lo incuriosiva, soprattutto.
E perché sperava di trovare qualche indizio sul motivo per il cui il Naga se l’era presa con lui.
Non so se il medaglione c’entri qualcosa… ma era l’unica cosa stonata addosso a quel bestione.
Come se fosse stato un regalo. Non poteva essere suo.
Inoltre il potere magico di quell’oggetto era forte, vivido. Il medaglione, anche lasciato sopra il tavolo per ore, continuava a essere tiepido. Come se…
Come se fosse vivo.
Inspirò appena, guardandolo, posato accanto ad un paio di libri di studio che aveva portato per dissimulare la sua ricerca agli occhi di curiosi o cugini in arrivo.
Non che tema Al o Michel… sono al campo di Quidditch. E Nott sarà dietro a qualche sua strampalata compravendita…
A proposito di Nott…
C’era anche la faccenda della nuova professoressa. Aveva deciso di accantonare le sensazioni che gli aveva scatenato, ma ritornavano ad ondate.
La più forte era quella di tensione.
Non è solo questo...
Si sentiva inquieto, come se dovesse ricordarsi chi fosse per starne alla larga.
Già.
Eppure era ridicolo: non era mai stato in America, né tantomeno a Salem.
Inspirò, intimandosi di concentrarsi nuovamente sulle pagine che stava leggendo. Per ora, nessun risultato.
“Sapevo che ti avrei trovato qui, Thomas.”
Il ragazzo alzo la testa di scatto. Si trovò di fronte a occhiali fuori moda, capelli scompigliati e un sorriso divertito.
Harry Potter, il suo padrino.

“Ciao zio Harry…” Sorrise appena, alzandosi. Evitò di guardare il medaglione accanto a sé. Con un po’ di fortuna non l’avrebbe notato. Spostò con un leggero movimento il libro per occultarlo sotto di esso. “Come mai qui?”
L’uomo scrollò le spalle, guardandosi attorno. Non indossava l’uniforma da auror, ma semplicemente una giacca e un paio di jeans. Era sempre stato dannatamente informale.

Forse troppo. È a capo dell’ufficio auror dopotutto…
“Lavoro. Sono venuto a discutere con il Preside delle misure di sicurezza attorno alla Foresta Proibita.” Gli lanciò un’occhiata. “Come ti senti? Ti avevo chiesto di mandarmi un gufo, forse Al non te l’ha detto…”
“No, me l’ha detto. Sono io che me ne sono dimenticato. Mi dispiace. Le indagini stanno andando avanti?” Si informò, facendo cenno di sedersi davanti a lui.
Harry si sedette con uno sbuffo. “Più o meno. I miei ragazzi stanno battendo ogni palmo della Foresta… per il momento, non hanno trovato ancora nulla.” si tolse gli occhiali, pulendoli con il fazzoletto. Gli occhi, così simili a quelli di Albus, lo squadrarono attentamente.

Distolse lo sguardo, sentendosi a disagio.
“Teddy mi ha detto della tua scappatella con Jamie. Non pensavo avreste mai collaborato per qualcosa…”
Sorrise, e sembrò sinceramente divertito. Non negativo.

È probabilmente uno di quei rari adulti che si ricorda della propria turbolenta adolescenza…
“Mi serviva il suo Mantello. Anzi, il tuo.” Confessò candidamente “Sai che ce l’ha lui, vero?”
“Non sono uno stupido, Tom.” Ridacchiò. “Certo che lo so. E non sarei neanche troppo contrario se Ginny non ci perdesse il sonno, per le cavolate che combina…” Si rimise gli occhiali. “Hai trovato qualcosa di interessante?”
Tom per un momento fu quasi sicuro che sapesse del medaglione.

Impossibile.
Scosse la testa.
“Nulla. Volevo solo… vederlo. Dopotutto mi ha quasi ammazzato.” Confessò, a metà tra la verità e la bugia. “Ho approfittato del fatto che James volesse fare lo stesso. Comunque non ci siamo riusciti. Ma sono stato sufficientemente edotto del fatto che non avrei dovuto trascinare tuo figlio in quel guaio…” Concluse sardonico.
“Da Teddy.” sospirò Harry. “Non prenderla sul personale, ma Ted è sempre un po’ di parte quando si tratta di James…”
“Sì, l’ho notato.”

“È stato così parziale?” Tom fece una smorfia, suo malgrado.
“No, ha tolto ad entrambi la stessa quantità di punti. È stata solo un’impressione. Comunque non è importante.” Abbassò lo sguardo sul libro, per poi rialzarlo. “Sapete perché quel Naga è venuto qui?”
Perché stesse cercando me?
“L’ipotesi più sensata è che si sia semplicemente perso. È vero, siamo un po’ distanti da Edimburgo, ma quella specie è capace di percorrere molte miglia in breve tempo. Forse si è staccato dal gruppo, ed ha definitivamente perso l’orientamento…”
“E perché mi avrebbe aggredito? Ha inscenato una caccia, con me.” Obbiettò.
Harry tirò un sospiro, passandosi una mano trai capelli. Tom occhieggiò la cicatrice, ormai quasi invisibile.

L’unico uomo sopravvissuto alla maledizione senza perdono per due volte…
Chissà com’è stato trovarsi di fronte alla morte, per ben due volte… Chissà cosa si prova…
“Non lo so, Tom. Forse perché ha riconosciuto in te una preda. Sei un ragazzo sano, forte. Certo, anche Al lo è, ma…”
quegli esseri hanno una sorta di recettore che capta la forza magica di oggetti, persone.
Secondo le nostre fonti ne sono attratti come falene alla luce…
E la tua forza magica è stata, forse, quella luce. Se Al è una lampadina tu sei un fanale.
Quel pensiero gli era scivolato nella mente senza volerlo. Era tanto che non vi indugiava.
Quando per la prima volta l’avevano analizzato, da neonato, al San Mungo avevano confermato che sì, non aveva tracce di Magia Oscura in sé, ma la concentrazione di forza magica era superiore alla norma.
Era quella di un adulto…
Naturalmente non aveva avuto alcun modo di mostrarsi all’esterno. Il conduttore, il corpo di Tom, era ancora troppo acerbo per esprimere il suo ‘potenziale’ (il medimago l’aveva chiamato così) in modo completo.

“Le faccio un esempio, Signor Potter… È come una bottiglia dal collo molto stretto e il ventre pieno di sassolini. Quei sassolini sono più grandi dell’apertura e quindi non possono uscire.”

Sebbene…
Sebbene ci fossero stati degli episodi a fargli dubitare delle parole del medimago.
Quando era bambino, Harry aveva sempre avuto paura che Tom fosse spaventato dall’avvento dei suoi poteri.
Dopotutto era cresciuto trai babbani. E Dudley non era la persona migliore a cui chiedere spiegazioni, specie su quell’argomento.
Certo, l’aveva sempre visto fare magie, ma cose di poco conto. Dudley era tassativo su questo. Non aveva la minima intenzione di vedere ‘strani trucchi’ a casa sua.
Per un periodo era stato piuttosto preoccupato, ma poi, un giorno, aveva capito che Thomas non avrebbe mai avuto paura delle sue capacità.
Semplicemente, perché se le aspettava.

Tom se ne stava con i piedi dondolanti nel vuoto a guardare il lento, placido scorrere del Tamigi. Era comodamente seduto sul cornicione del tetto di una delle due torri, a svariati metri di altezza.
Si era voltato al sonoro
Crack! della materializzazione, che aveva imparato a conoscere come il segnale che era arrivato zio Harry.
“Tom! Eccoti qui birbante!” aveva sospirato l’uomo sollevato: non era stato affatto facile gestire l’ansia congiunta dei coniugi Dursley.
“Ciao zio.” l’aveva salutato perfettamente a suo agio. “È bello il fiume. Ci sono le chiatte.” Aveva indicato con il dito una barcone bianco che pigramente risaliva le acque.
Harry aveva sospirato, sedendosi accanto a lui.

Sperava solo che nessuno, da sotto, li notasse. Sarebbe stato un po’ difficile spiegare come ci erano arrivati.
“Va tutto bene Tom?” Gli aveva chiesto. Il bambino l’aveva squadrato con quella che sembrava proprio perplessità, sul volto tondo di un bimbetto di appena sei anni.

“Sì. Volevo vedere le chiatte. Papà aveva promesso che ci avrebbe portato, ma poi non l’ha fatto. Così ci sono andato da solo.” Aveva concluso, stringendosi nelle spalle.
“… intendi dire che volevi proprio venire qui?”
Harry aveva inarcato le sopracciglia: non aveva mai sentito di nessun bambino, specie di quell’età, che era riuscito a materializzarsi di sua spontanea volontà.

Ma Thomas, beh, era un caso particolare.
Tom aveva battuto le palpebre confuso. “Certo. Ci volevo andare e ci sono andato.” Aveva socchiuso gli occhi, squadrandolo di sottecchi. Aveva un modo singolare per studiare qualcuno.
Sembrava un gattino diffidente, aveva commentato una volta Robin, la moglie di Dudley.
“Ho fatto male?”
C’era ansia nel tono di voce. E questo, almeno, era perfettamente normale.
Harry gli aveva arruffato i capelli.
“No Tom. Ma hai fatto preoccupare i tuoi genitori, di questo te ne devi rendere conto… Non si fa.”
“È sbagliato?” chiese mordendosi un labbro.
“Sì, Tom. Lo è. Non lo devi rifare.”
Tom aveva emesso un piccolo sospiro. “Va bene.”

Harry gli aveva messo una mano sulla spalla. “Forza, andiamo.”
Scesi, dopo una materializzazione che aveva un po’ scombussolato il bambino (io sono stato più bravo a farla, zio) Harry l’aveva portato fino al vialetto di casa. Aveva sospirato. Doveva chiederglielo.

“Tom, non hai avuto paura?”
Tom ci aveva pensato. Aveva scosso la testa. “Tu lo fai sempre zio.
Volevo farlo anch’io. Sono stato bravo?” gli aveva chiesto con un sorrisino soddisfatto.
Harry aveva sorriso di rimando, non potendo fare nient’altro.
“Sì, Tom, davvero molto bravo.”

Comunque, venendo qui ad Hogwarts la situazione si è normalizzata… Non è più capace di materializzarsi da solo. E secondo il San Mungo i suoi parametri magici sono rientrati nella norma…
“Anche Al è un ragazzo in salute, ma ha scelto me…?” lo incalzò Tom. Harry batté le palpebre, riportando l’attenzione sul figlioccio.
“Perché sei più vistoso.” Concluse con un sorriso bonario. In fondo era una mezza verità.
Odiava dover mentire a Thomas, ma il particolare della sua forza magica altalenante era qualcosa di cui era meglio non metterlo a parte.
In ogni caso, saperlo o non saperlo non cambierebbe nulla per lui…
“Al non ha l’aria di una preda... diciamo gustosa. Alla sua età io ero come lui. In effetti, si chiedevano tutti come avessi fatto ad aver ragione di Voldemort.”
Tom fece una smorfia, annuendo e accettando la spiegazione.

Stronzate. Quella bestia voleva me. Se ci fossero stati Malfoy o James avrebbe comunque voluto il sottoscritto…
“Comunque stiamo indagando. Certo, se solo riuscissimo a ritrovare i compagni di quel Naga sarebbe tutto più semplice. Ma di loro si sono perse le tracce.”
“Credete che siano nascosti nella Foresta Proibita?”
Harry scosse la testa. “A dire la verità, no. Teniamo le barriere e una squadra solo per tener tranquilli i genitori. Procedura.” Scrollò le spalle. “Hagrid ha parlato con i centauri. Se ci fosse qualche nuova creatura nella Foresta, loro lo saprebbero. Ed hanno detto di non aver visto niente… a modo loro, certo, ma l’hanno detto.”
“Le stelle sono luminose stasera?” suggerì con un sogghignetto, facendolo ridere.
“Sì, qualcosa del genere… Beh!” si alzò. “Credo di essere in spaventoso ritardo con Vitious. Non vorrei proprio che mi tirasse le orecchie. Devo proprio andare.”
Tom si alzò di rimando. “Dirò ad Al che sei passato. Qualche consegna da lasciarmi?”
“Nessuna, digli solo di non farsi abbattere troppo dalle selezioni di quest’anno.” Ridacchiò.
Tom sbuffò: sapeva che il padrino cercava di non essere parziale con i due figli, ma era evidente la gioia con cui accoglieva la notizia delle vittorie rosso-oro.

“Cercherò di dirglielo in modo che non mi mozzi una mano…” Ironizzò.
Harry ridacchiò. “Mi raccomando Tom. Tieniti fuori dai guai, mmh?”
“Cercherò.” Ripeté.

Si salutarono, poi Harry lasciò la biblioteca, seguito da una scia di occhiate curiose.
Il Salvatore Del Mondo Magico…
Tom si risedette, alzando la copertina del libro. Il medaglione lo aspettava, silente.
Lo prese in mano. Lo girò.
Si accorse in quel momento che la filigrana dello stemma aveva qualcosa di strano. Era come… posticcia. Come se fosse stata aggiunta. Non l’aveva notato subito, perennemente preso a scrutarlo.

Spesso le cose sono davanti ai nostri occhi, e non le vediamo…
Prese la bacchetta e con un ‘gratta e netta’ eliminò lo sporco dovuto all’ossidazione dell’argento, incurante di distruggere il lieve bassorilievo smaltato.
Lo sapevo… era una copertura.
Sotto lo stemma apparve una scritta, incisa nel metallo.

Di enigma e’ fatto il mio secondo nome.
Le prime tre di tomba son le prime


… Ma che vuol dire?
Corrugò le sopracciglia.
Le cose si complicavano.


****


Note:
1 –  Di solito viene confuso e chiamato London Bridge. Ponte piuttosto famoso vicino alla torre di Londra.
Tower Bridge
2 – L’ho inventata io… e sì. Lo so. Fa pena. Ah, dovrebbe essere una sciarada. Se voi la capite è normale, ma ricordate che Tom è a digiuno di informazioni. Mica come noi. ;)
  
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