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Autore: inzaghina    05/12/2023    3 recensioni
La vita è un susseguirsi di attimi e spesso sono quelli che ci uniscono alle persone più inaspettate a definire la nostra esistenza in maniera più eclatante.
Raccolta di momenti della vita dei Malandrini e dei loro amici durante gli anni scolastici e quelli successivi.
Perché prima di essere coraggiosi combattenti erano pur sempre dei giovani che cercavano di affrontare la quotidianità accanto alle persone che amavano.
Capitolo Indice
1. Hestia Jones/Alistair Ashworth
2. Lily Evans/James Potter
3. Sirius Black/Marlene McKinnon {+ Remus Lupin}
4. Alexandra Ashworth/Fabian Prewett
5. Andromeda Black/Ted Tonks
6. Sirius Black/Marlene McKinnon {+ baby Harry}
7. Remus Lupin/Nymphadora Tonks
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hestia Jones, I Malandrini, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora, Sirius Black/Marlene McKinnon, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'L’eredità di Lily e James - Promesse da mantenere '
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Questa storia partecipa “al Calendario dell'avvento 2023 indetto da Sia e Cora sul forum Ferisce la penna"; il prompt di oggi è: cioccolata calda. 

 

Segreti da condividere
 
 

Se c’è una cosa che Remus fatica a capire, è come faccia il freddo a penetrare così facilmente tra le mura di Grimmauld Place – quasi come se la casa si stesse ribellando alle persone che la frequentano in questa nuova quotidianità. Ogni giorno osserva Sirius accendere e ravvivare il fuoco in ogni camino presente all’interno della casa, eppure il riscaldamento sembra non funzionare nemmeno. Non ha mai amato particolarmente il freddo, forse perché gli pare che sia in grado di penetrargli nelle ossa – ogni anno un po’ di più –, e poi il Natale non è più lo stesso ormai da anni e forse sarebbe il caso di arrendersi all’evidenza che il gelo emotivo è anche maggiore di quello fisico.
A tarda sera è abbastanza convinto di essere l’unico che ancora si aggira nella casa silenziosa: la riunione dell’Ordine è finita da un pezzo, Sirius è andato a rifugiarsi nella stanza di Fierobecco, Bill ha insistito per accompagnare a casa Fleur, Molly e Arthur sono andati a dormire e i pensieri sono l’unica compagnia di Remus. Armeggia tra gli armadietti alla ricerca di un ingrediente che ha visto utilizzare da Molly solo poche sere prima, è in punta di piedi e le dita intirizzite faticano a far presa sulla scatola metallica che riesce solo a sfiorare. Quando finalmente riesce ad afferrare più saldamente il contenitore, sente i piedi perdere un po’ del loro attrito sul pavimento e borbotta una maledizione tra sé e sé.
“Posso aiutarti?” domanda la voce divertita di Tonks, facendo prendere un colpo a Remus.
“Per Godric! E tu da dove spunti?”
“Dall’ingresso... avevo detto che sarei venuta qui dopo il turno  stasera, visto che mi sarei persa la riunione.”
Remus annuisce, “giusto, me ne ero dimenticato, scusa.”
“Ora torno alla mia domanda di prima, posso aiutarti?”
Remus scuote la testa, “cercavo solo di prendere la scatola con il preparato per la cioccolata calda, non capisco dove Molly sia riuscita a nasconderlo,” borbotta Remus, passandosi una mano sul volto stanco.
“Un incantesimo di Appello ti sembrava una scelta troppo stravagante?” celia Tonks, sfoderando la propria bacchetta.
“Non so perché, ma non ci avevo pensato,” ammette Remus, avvampando sotto lo sguardo indagatore dell’Auror.
Dora gli sorride, prima di far volare fuori dall’armadietto, con un’eleganza inaspettata, la scatola di latta blu che Remus era solo riuscito a sfiorare.
“Grazie per l’aiuto.”
“Ci mancherebbe altro…”
“Ne vuoi una tazza?”
“Credevo non lo avresti mai chiesto,” dichiara Tonks, strizzandogli l’occhio.
Remus si concentra sulla ricerca delle tazze, tentando invano d’ignorare la sensibile accelerazione che ha avuto il suo battito cardiaco.
“Sai se ci sono dei biscotti?” gli domanda la ragazza, assolutamente inconsapevole dell’effetto che ha su di lui.
“Molly li ha sfornati prima della riunione.”
“Oh! Ci sono gli snickerdoodle, i miei preferiti!”
“Sono anche i miei,” mormora Remus, incapace di nascondere il proprio stupore.
“Sai cosa si dice delle grandi menti, no?” ridacchia Tonks.
Remus annuisce, indirizzandole un sorriso che fatica a raggiungere i suoi occhi.
“Posso chiederti una cosa?” domanda Dora, dopo che Remus le ha porto una tazza fumante.
Un altro cenno del capo la sprona a proseguire. “Hai voglia di dirmi cosa ti rende così triste? So che potresti dirmi che non è affar mio, ma, da amante del Natale, ci tengo che a gente lo possa festeggiare in serenità…”
Remus deglutisce, prendendo tempo, ripescando un paio di marshmallow dalla propria tazza, per poi incrociare le iridi plumbee di Tonks – che quella sera sfoggia ciocche di un color mogano piuttosto serioso.
“Diciamo che, da troppi anni ormai, non mi sembra di avere molte ragioni di festeggiare…” confessa infine, rigirando con il cucchiaino il contenuto della sua tazza.
“Scusami, parlo sempre senza riflettere, se solo lo avessi fatto io…”
Remus la interrompe, “in realtà ti ringrazio per averlo notato, non è facile parlarne con Sirius…”
“Già, immagino che il temperamento per cui mio cugino è sempre stato famoso non sia stato migliorato dal carcere.”
“Decisamente no,” concorda Remus e, questa volta, il suo sorriso riesce ad illuminargli anche gli occhi.
“Per fortuna ultimamente questa  casa è piena di vita ultimamente,” commenta Tonks, dopo qualche istante di silenzio in cui i due si sono goduti la cioccolata.
“Già, anche se ovviamente non è affatto facile per lui…”
La ragazza allunga la mano sul tavolo, fino a sfiorare le lunghe dita di Remus. “Hai le mani da pianista, te l’ha mai detto nessuno?”
“Mia madre mi ha insegnato pianoforte, in realtà.”
“Anche mio padre ha tentato di insegnare a me, purtroppo non ero la migliore delle studentessa, faticavo a stare ferma…”
“Chissà perché non sono stupito,” sussurra Remus, ricevendo un’occhiataccia.
Tonks gli dà una manata, prima di porgergli la tazza vuota, “c’è ancora un po’ di questo nettare degli dei?”
“Si,” la rassicura Remus.
“Dovrai raccontarmi come a farla così buona…”
“È un ricetta segreta, tramandata di generazione in generazione.”
“Peccato, avrei voluto condividerla con mio padre, in modo che potesse farla anche a mia madre… nel mio caso è generalmente meglio che stia lontano dai fornelli.”
“Per ora sono disposto a fartela ogni volta che la desidererai, un domani, chissà…”
“Mi accontento sicuramente, poi mi metterò all’opera per concederti,” dice Tonks, strizzandogli nuovamente l’occhio.
“Il segreto sono cannella e noce moscata,” sussurra cospiratorio Remus, dopo aver finito la seconda tazza.
“Ecco spiegato quel retrogusto speziato perfetto che si sente…”
“Grazie mille, sai,” dichiara dopo un po’ Tonks, “il tuo segreto è al sicuro con me.”
 
 

 


 
Nota dell’autrice:
Che dire? Il cioccolato, in qualsiasi forma, mi fa sempre, sempre, pensare a Remus – quindi di riflesso a Dora. Spero che questo momento piccino picció, vi sia piaciuto.
   
 
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