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Autore: ilenia23    17/09/2009    5 recensioni
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E se Albus Silente avesse una figlia? E se Sirius Black  se ne innamorasse? E se la storia fosse andata tutto in un altro modo o quasi?
Un intenso sguardo, durato un solo istante.
Pieno di dolcissima tensione.
Complicità.
E paura.
E ansia.
E passione.
E felicità straziante.
Gioia pura, autentica.
In un brevissimo sguardo  tutto questo.
Eravamo tutto questo io e Sirius.
E quel poco d’amore che c’era.
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Hogwarts – Giugno 1978

Aryana Silente

Il sole di una giornata afosa di Giugno filtrava dalla finestra nella sala comune di Grifondoro e per me e Sirius, con la testa china sui libri, equivaleva ad una tortura. Studiavamo per i M.A.G.O. e non era una novità. Di quei tempi non facevamo altro.
“Elfo,perché non raggiungiamo James, Lily e gli altri nel parco?”supplicò Sirius disperato.
“Shh..ma sei pazzo a chiamarmi così in pubblico?”.
“Rilassati, non c’è nessuno qua dentro, siamo gli unici folli che studiano con una giornata così..”.
“È inutile che mi provochi tanto lo sai che non usciremo di qui fino a quando non avrai completato il capitolo di Storia della Magia”.
“Oh, ti prego..a cosa mi servirà sapere queste cose? Quello che voglio fare io, è altro e tu lo sai..”esclamò avvicinando la sua sedia alla mia.
“E sentiamo tu cosa vorresti fare?”.
“Lo sai..vorrei girare il mondo con te, partire, viverti..per sempre..”disse scandendo ogni parola con un bacio.
“Si ma a parte questo..dovremmo pure tornare,no?E che faremo?”dissi esasperata, chiudendo il libro sul quale studiavo da ore ormai.
“Che hai, elfo?Qual è il problema?”chiese Sirius, prendendomi di peso e facendomi sedere sulle sue ginocchia.
Così senza permesso, senza preavviso, di forza..come sempre.
“Il problema è che c’ è qualcosa che non va..lo sento”.
“Cosa ci dovrebbe essere di sbagliato? Siamo felici così, no?”.
“Infatti c’è qualcosa di sbagliato là fuori, non qui dentro..”.
“Ancora i tuoi incubi?”.
“Si. Ormai da un po’ di tempo sento che sta per arrivare qualcosa di brutto,di terribilmente brutto”.
“Stammi a sentire: non c’è niente di cui preoccuparsi, non fino a che io e te staremmo insieme. Noi siamo così..viviamo giorno dopo giorno, attimo per attimo, senza preoccuparci di nulla. Anima e respiro e nient’altro di più”.
“Ho paura di quello che potrebbe succedere una volta fuori di qui..James e Lily..lo sappiamo già come andrà a finire..loro stanno insieme ventiquattrore su ventiquattro e non si stancano mai. Noi invece litighiamo in continuazione e per un po’ dobbiamo stare lontani altrimenti ci prendiamo a suon di maledizioni. Non so quanto questo ci possa aiutare se fuori di qui scoppierà una guerra”.
“Elfo, fuori di qui non cambierà una virgola tra di noi perché siamo fatti così. Noi non siamo tutto rose e fiori, zucchero e smancerie. Ci azzuffiamo, giochiamo, non ci prendiamo mai troppo sul serio, non accettiamo compromessi e non conosciamo il senso della misura, e allora? Noi siamo giovani, pazzi e furiosi. Col tempo impareremo a calmarci un po’, a rispettare i nostri spazi, i nostri tempi e litigheremo un po’ meno, anche se non smetteremo mai di farlo realmente. Ma sai che ti dico? A me piace così. Noi siamo fuoco e libertà. E non ti sto dicendo che non sarà difficile o che là fuori non succederanno cose brutte perché non viviamo nel paese delle meraviglie e perché io sono quasi senza cuore e tu sei una rompicoglioni. Ma ti sto dicendo che io ci sarò..sempre”.
Non dissi niente per un po’, lo guardai semplicemente negli occhi e ci capimmo con uno sguardo.
Cercai di stemperare l’atmosfera e, mentre mi alzavo, fingendomi irritata, esclamai: “Cane pulcioso e rognoso che non sei altro, io non sono affatto una rompicoglioni!”.
“Oh si che lo sei” disse ,ridendo mentre iniziammo a rincorrerci per tutta la Sala Comune.
Mi lasciai acciuffare quasi subito e finimmo sul divano, ridendo.
“Sirius..seriamente..che faremo quando usciremo di qua?”.
“Viaggeremo, esploreremo, conosceremo..faremo quello per cui siamo nati..correre o morire, ricordi il nostro motto?”.
“Questo era il piano..ma le cose stanno cambiando..la guerra..”.
“Elfo, la guerra non è ancora scoppiata. Quando sarà il momento torneremo in Inghilterra e affronteremo tutto quanto..insieme”.
“Tutti penseranno che stiamo scappando..”.
“Da quand’è che ci importa cosa pensano tutti?”.
“Da mai ma..sei sicuro che non lo stai facendo per tuo fratello?”.
“No. Assolutamente”disse, fissando deciso il suo sguardo nel mio.
“Ieri avete avuto una brutta lite..”dissi, mentre gli accarezzavo i capelli.
Alludevo alla sera prima ,quando in Sala Grande Regulus era intervenuto in difesa di Piton, diventato ancora una volta bersaglio di Sirius e James.
Capitava sempre così tra quei due..non si rivolgevano la parola per mesi e poi ,all’ improvviso, una banalità diventava motivo di scontro acceso.
“Ascolta, elfo. Ti ricordi il mio stato d’animo fino a qualche tempo fa dopo le sfuriate con mio fratello? Ti ricordi come stavo, no? Uno schifo. Mi chiudevo in me stesso, nella mia rabbia e nella mia frustrazione. Potevo non mangiare e non parlare per giorni. Invece guardami adesso…sto bene. Ho finito di preoccuparmi per Reg. Lui ha fatto le sue scelte ed io le mie. Ormai è finita. L’ ho perso, non siamo più fratelli. Mi rimarrà sempre il senso di colpa per non aver fatto abbastanza forse, ma non più in là di questo. Non mi dannerò l’ esistenza cercando una spiegazione o facendomi colpe che non esistono come ho fatto con i miei parenti per troppo tempo. Perché in realtà non c’è nessunissima ragione a tutto il male e all’ odio che hanno creato tra me e loro. Loro sono fatti così, sono marci fino all’ osso e io non posso farci niente. Fine della storia. Posso solo essere contento di non fare più parte di quella famiglia maledetta”.
“Sirius…lo abbiamo già fatto questo discorso miliardi di volte e sai come la penso. Non possiamo scegliere da chi, dove e quando nascere ma possiamo di certo scegliere come vivere. Tu hai fatto la scelta giusta, non hai niente da rimproverarti”.  
“Infatti..” disse rocamente. Poi riprese con tutt’ altro tono : “Non vedo l’ora di scorazzare per tutta l’ Europa con te e la mia moto..”.
“Ti ho già detto che io su quella cosa non ci salgo”.
“Oh, ci salirai, elfo. A meno che tu non preferisca andare a piedi”.
“Sai benissimo che potrei tenere il passo”.
“Io ti farò salire su quella maledettissima moto fosse l’ultima cosa che faccio”.
“È una minaccia?”.
“No, è una promessa”.
Scoppiai a ridere e incominciai a soffiargli dentro l’ orecchio come una gatta, provocante.
Prendemmo ad annusarci, a morderci, a graffiarci perché noi eravamo così…animaleschi.
“Dovremmo finire il capitolo..”sussurrai, cercando di convincere me stessa.
Mi rispose mettendomi sotto e incominciando per metà a farmi il solletico e per l’ altra metà riempiendomi di baci audaci ovunque.
“Smettila di divincolarti, Silente. Ormai sei mia, arrenditi”.
“Mi sono già arresa..tanto tempo fa...”mormorai tra me e me mentre lo osservavo, rapita.
 Due anni.
Erano passati due anni e noi eravamo sempre lì, insieme.
Eravamo cambiati.
Io non ero più la stessa con lui al mio fianco.
Ci erano successe cose a cui non eravamo preparati,esperienze nuove, sensazioni inimmaginabili, sentimenti sconosciuti. 
E avevamo affrontato tutta quella vita insieme.
La prima volta che abbiamo realizzato di amarci, senza mai dircelo apertamente.
I primi baci più audaci.
La nostra,la mia prima volta.
Il primo esame.
La prima rottura.
Il primo litigio vero.
La prima riappacificazione.
La prima, e ultima, rosa. Perché Sirius non ripete mai la stessa romanticheria due volte. Anzi, si sforza di non ripeterla più. E a me va bene così.
La prima volta che mi hai detto che te ne andavi di casa.
La prima volta che mi hai chiesto aiuto.
Le prime lacrime che hai visto sul mio viso,sgorgate senza motivo. Ma tu eri lì, in silenzio.
Le prime invidie. E noi lì, a camminare a testa alta.
Le prime  scenate di gelosia. Quando incominci, non la smetti più…
Il primo, e non ultimo, mobile della sala comune che abbiamo fatto esplodere mentre litigavamo.
La prima volta che mi hai chiesto cosa siamo noi due. Così giusto per il gusto di sentire come suona quella parola che non diciamo mai, noi due. Non hai nemmeno voluto sentire la risposta, tanto io non avrei saputo cosa dirti.
La prima volta che mi hai guardato con una tale intensità che mi hai fatto così paura che sono scappata.
La prima volta che mi hai rincorso.
La prima volta che tu sei scappato e io ti ho rincorso.
La prima volta che hai bussato alla porta del mio dormitorio nel cuore della notte perché volevi fare una passeggiata con me come se fosse la cosa più normale del mondo. E non hai neanche chiesto scusa, come al solito.
La prima volta che mi hai teso la mano, anche se io non ti ho chiesto niente.
La prima volta che non ho avuto paura perché c’eri tu accanto a me.
La prima volta che hai detto che avresti voluto che “la qualsiasi cosa ci fosse tra di noi” durasse per sempre.
La prima volta che hai capito che sarebbe stato per sempre.
Due anni di vita intensa, confusa, complicata,bellissima. Con te. Con noi, che eravamo sopravvissuti, nonostante tutto.
Nonostante le liti furibonde, i nostri caratteri lunatici, la nostra indomabile tempra, la nostra indipendenza che ostacolava qualsiasi rapporto stabile e emotivamente soddisfacente, nonostante il nostro categorico rifiuto di ammettere che eravamo completamente persi l’uno dell’altro, nonostante i silenzi, le gelosie e le incomprensioni. Noi eravamo lì. Ancora in piedi, ancora innamorati,ancora ossessionati, ancora malati.
Ancora semplicemente  noi due.
E noi due andò avanti per molto altro tempo dopo quel giorno.
E sarebbe stato così anche per molto altro tempo…se….
Già perché ci sono sempre dei se per le cose belle.

                                                                                      ***************
 
Shantaram – Luglio 1980

Il becchettio ossessivo del gufo alla finestra mi obbligò ad alzarmi malvolentieri.
Io e Sirius la notte prima avevamo fatto le ore piccole, al nostro solito.
Prima di andare a prelevare il fastidioso volatile, mi voltai verso di lui: continuava a russare tranquillamente. Nulla l’ aveva turbato. Una bomba avrebbe potuto colpirci ma lui avrebbe continuato a dormire beatamente.
Andai ad aprire alla finestra: era il gufo di Lily. Prima di aprire la lettera, mi soffermai per un attimo sul paesaggio che si stagliava da lassù.
Era impossibile trovare un’ alba migliore di quella di Shantaram. Il territorio era così incontaminato, il cielo così limpido che si riusciva ancora a vedere le stelle e la luna. Il verde era ovunque, con tutte le sue sfaccettature. Immensa.
Questo era l’ aggettivo adatto a descrivere la foresta di Shantaram.
 Gli elfi erano straordinari anche per questo, non avevano mai avuto la pretestuosa arroganza di vantare una qualsiasi autorità o superiorità sulla natura. Loro erano parte di lei, vivevano in tutt’uno con essa, all’unisono.
Ed era questo che rendeva magica Shantaram, la sua  assoluta incorruttibilità, inviolabilità.
Lei era sacra e viva. Se stavi a sentire con il cuore, percepivi il suo respiro e la sua energia.
Il clima mistico della foresta, degli elfi e soprattutto del palazzo regale contagiarono inevitabilmente Sirius, che a primo acchito, abbandonò la sua corazza di guerriero invincibile, sentendosi piccolissimo e imbarazzatissimo per la prima volta nella sua vita, tranne davanti a mio padre.
Era stato incredibile vedere lui e Uriel ,ormai come fratelli, insieme. L’ elfo e io gli avevamo insegnato praticamente tutto sull’ arte della spada e sulla lingua elfica. Provare ad inculcargli la disciplina e la meditazione fu praticamente inutile, Sirius non era il tipo.
Quei due mesi lì erano stati magnifici…
Ma vedendo la lettera di Lily, una ruga di preoccupazione solcò la mia fronte. Il mio potere mi diceva che c’ erano guai in vista.  
Le sue idee, supportate dai suoi molti seguaci, erano ormai nell’ aria da troppo per non accorgersi che una guerra sarebbe scoppiata di lì a poco, una vera guerra..
Come in ogni conflitto,prima dello scontro aperto, c’è la parte peggiore: il complotto, l’inganno, il panico.
Questo era quello che stava facendo Voldemort in quegli anni: stava preparando il terreno per poi raccogliere ciò che aveva precedentemente seminato.
Erano anni confusi, tutto era incerto e Voldemort approfittava di questo clima per spargere il terrore su tutta la comunità magica. Era su questo che si basava il suo impero..sulla paura.
Molti si accerchiavano attorno a lui per il potere, per la gloria o semplicemente per codardia.
Tuttavia niente era ufficiale, nessuno si azzardava a pubblicare notizie sulla guerra imminente, tutto era taciuto dalle istituzioni, apparentemente tutto era sotto controllo..apparentemente.
Come un cielo ricoperto da nuvoloni grigi carichi di pioggia attende di versare le sue lacrime, così la comunità magica attendeva impotente che la tempesta si abbattesse sull’ Inghilterra ,senza ombrelli per ripararsi.
Il meteo continuava a ripetere:cielo sereno, tutto va bene..
Ma sentivo che qualcosa era cambiato stavolta. Lo percepivo.  
Velocemente sfilai la pergamena dalla zampa del gufo:  in allegato c’era anche un articolo della Gazzetta e una foto di Harry appena nato. Lessi frettolosamente il contenuto, all’ improvviso destissima.

Carissimi Aryana e Sirius,
Spero che il vostro viaggio stia procedendo a meraviglia, purtroppo qui le cose  non vanno tanto bene. Ma incominciamo con le buone notizie: Harry è nato, è sanissimo, pesa tre chili e otto, è un gran dormiglione e ha un ottimo appetito. Ha due grandi occhi verdi e scruta tutto con immensa curiosità. Per il resto è tutto James ,come potete vedere dalla foto che vi ho inviato. Finalmente abbiamo finito di arredare casa ed è splendida, grazie anche ai vostri consigli ovviamente. A questo proposito, i libri in elfico che mi avete inviato sono molto affascinanti e hanno anche fatto colpo sul vecchio Moody. Mi ha ricordato di dirvi che vi aspetta con impazienza e anche tuo padre vuole che torniate il prima possibile. L’ ufficio Auror ha pronti due posti per voi, visto il vostro curriculum all’ estero e i vostri eccellenti voti sia ai G.U.F.O che ai M.A.G.O. Ritornando alle brutte notizie, gli attacchi sporadici dei Mangiamorte ai babbani non sono più tanto sporadici né casuali (vedi Gazzetta del Profeta). La guerra è incominciata. Forse il Ministero si sta svegliando ma in ogni caso è comunque troppo tardi per azioni di prevenzione, quindi presto si passerà all’ azione diretta. Sirius, mi dispiace, ma è stato confermato che tuo fratello è ufficialmente morto, probabilmente mostrava segni di insofferenza al regime. Inutile dirvi quanto mi dispiace dovervi avvertire in questo modo. Albus vi ha già preparato casa nella periferia residenziale di Londra, siamo andati a visitarla giorni fa, è davvero incredibile. Vi piacerà sicuramente: è grande, con un giardino immenso (così il nostro cane non soffrirà di claustrofobia), luminosa e molto particolare. Rispecchierà sicuramente i vostri gusti lontani dall’ ordinario. Io e James ci stiamo già occupando del trasloco anche se i lavori procedono a rilento per via del molto lavoro ma Remus ci dà una mano e anche Angelica (quei due sembrano fatti l’uno per l’ altra). Ad ogni modo, sarà meglio che torniate il prima possibile , soprattutto perché ci mancate troppo e poi ad Harry servono assolutamente i suoi padrini, no?  Ci sarebbero molte cose da dire ma non è il caso di metterle su carta scritta con i tempi che corrono..fateci sapere il prima possibile. Non correte troppo veloce con la moto.  
Con immenso affetto

Lily&James  

P.S. L’ aquila con la quale ci avete mandato le ultime lettere è splendida e velocissima.  
     

Afferrai l’ articolo di giornale e incominciai a leggere.
“La notte scorsa dieci case babbane nei sobborghi di Londra sono state incendiate in contemporanea, formando il disegno di un inquietante teschio, noto ai più come Marchio Nero. Si ipotizza che dietro questa azione ci possano essere i cosiddetti Mangiamorte, seguaci dell’ ormai tristemente noto Colui che non deve essere nominato, contraddistinti appunto da tale simbolo che ognuno di loro avrebbe tatuato sul braccio sinistro. Caramell assicura che l’ ufficio Auror si sta dando un gran da fare ma non risponde ad altre domande, raccogliendosi in un eclatante silenzio stampa mentre attorno a lui si innalzano critiche sempre più pesanti, specialmente da parte del preside di Hogwarts, nonché uno dei più rispettabili e insigni maghi della comunità magica, Albus Silente: “Voldemort va combattuto subito, con forza e determinazione, non con ridicoli silenzi omertosi. Tutto questo non giova affatto alla salute del mondo magico”(….)

Smisi di leggere l’articolo. Il significato era molto chiaro: dovevamo tornare a Londra immediatamente.
Sentii due braccia cingermi i fianchi e un bacio rude sul collo.
“Buongiorno, elfo..”.
“Sirius…”sussurrai con la voce rotta.
“Che succede?”.
“Dobbiamo tornare immediatamente…la guerra è iniziata..Lily..guarda qua..”balbettai tendendogli la lettera con la foto e l’articolo.
Quando smise di leggere, guardò fuori dalla finestra, esattamente come me.
“Regulus..è morto..”sussurrai quasi come per convincermene.
“Ha sempre avuto un pessimo tempismo” bisbigliò sarcastico con la voce più roca che mai, guardando in basso. Sirius era fatto così.
Quello era il suo modo per dimostrare il suo dolore..l’unico che conosceva, l’unico che gli era stato permesso. Niente lacrime, niente debolezze concesse ad un Black..solo amaro sarcasmo.
Esattamente come me.
Nessuna debolezza, nessuna possibilità di sconfitta.
Così eravamo cresciuti e così vivevamo.
Sempre all’ erta, sempre diffidenti, quasi glaciali.
In realtà più accesi che mai.
Io sapevo cosa c’ era nel suo cuore e non c’era bisogno che dicesse niente.
Perché lui sapeva che io sapevo.
E non c’era da dire nient’ altro.
Io e Sirius eravamo fatti così, capaci di isolarci dal resto del mondo con un semplice sguardo, incapaci di dirci bugie, perché parlavamo con gli occhi.
Eravamo così simili..forse troppo simili...ma eravamo perfetti insieme.
Randagi, sperduti in mezzo a troppa gente, raminghi sempre in cerca non sapevamo neanche noi di cosa..forse di niente..forse di noi stessi…
Agguerriti.
Audaci.
Pronti a tutto per sopravvivere.
Irriverenti.
Talento e grinta di pari passo.
Eternamente in sfida con la vita.
Eternamente in competizione tra di noi.
Così pieni di noi stessi..ma anche così bisognosi di amore e di affetto per fin troppo tempo negati.
E anche in quel momento, non potei fare a meno di sentirmi…viva.
Viva e felice.
Aspettai che facesse le sue riflessioni, in silenzio.
Con il tempo avevamo imparato ad aspettarci a vicenda. Nessuno di noi due poteva rinunciare ai propri spazi, ai propri tempi…per cui quello era l’unico modo per non scannarci…pazientare..per quanto potesse risultare difficile.
Quando fu pronto mi prese la mano e sempre in silenzio mi abbracciò.
Restammo così per un po’, a guardarci.
Dopodiché ,sempre senza dire una parola, incominciammo a fare i bagagli.
Non avevamo portato molte cose con noi, solo il minimo indispensabile.
Da più di un anno ormai, dopo il diploma, giravamo in lungo e in largo l’ Europa e come ultima tappa, Shantaram. Era da poco meno di due mesi che stavamo lì, insieme ai miei nonni e a Uriel.
L’ ultima volta che eravamo stati a Londra era stato per il matrimonio di Lily ma ,poiché la guerra non era ancora scoppiata, decidemmo di ripartire, godendoci quegli ultimi attimi di follia e di spensieratezza fino a quando non fosse arrivato davvero il momento di fare sul serio.
Ebbene quel fatidico giorno era arrivato e noi non avevamo più scuse per continuare a scappare.
La nostra non era codardia, semplicemente né a me né a Sirius piaceva stare con le mani in mano.
Noi eravamo o bianco o nero, o guerra o pace..non eravamo capaci di restare impotenti, senza poter urlare e agire. Quindi era stato meglio che due bombe ad orologeria come noi due, andassero via fino a quando i tempi bui non fossero arrivati sul serio.
Una parte di noi non vedeva l’ora che giungesse quel momento..eravamo stanchi di viaggiare senza meta, di non poter fare niente di utile per la comunità ma l’ altra parte aveva una paura fottuta.
Insieme ci facemmo coraggio e iniziammo il nostro viaggio per Londra, dopo aver salutato la terra meravigliosa di Shantaram con la tristezza in fondo al cuore che ,però, come la neve quando cade non fa rumore, inspiegabilmente.
E noi ce ne andammo così ,senza rumore.
  
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