Capitolo XVIII
Ore 23.00 – Dalton Beach
Irina arrestò
Lasciò il motore
acceso e scese dall’auto. C’era tantissima gente: erano tutti venuti a vedere
la sfida tra il “novellino”, ormai era il nomignolo che identificava Xander, e
Vide Max in mezzo a
un gruppo di ragazzi, e c’era anche Antony. Parlavano
tra loro, presi da chissà quale argomento, con il messicano che stava mimando
qualcosa riguardo a un motore.
Notò subito che
nello sguardo del meccanico c’era qualcosa di strano. Con le braccia incrociate
le fece un cenno di saluto, serio. Poi lasciò il gruppo e la raggiunse.
<< Ciao
>> mormorò Irina.
<< Ciao
>> disse Max, ma non sembrava molto amichevole, << Sei pronta a
lasciarlo vincere? >>.
Irina lo scrutò,
preoccupata. << Non lo lascerò vincere. Dovrà battermi >> ribatté,
leggermente irritata.
<< La gente
mormora, Irina >> sussurrò Max, << Vi hanno visto insieme… Tanti
sospettano che tu lo stia aiutando, e sei fortunata che quelli che lo sanno non
sono amici di William, altrimenti lo avrebbe già scoperto
>>.
La ragazza lo
guardò. Max sembrava in qualche modo felice di darle
quella notizia, anche se non era per niente buona. Aveva capito che Xander non gli era particolarmente simpatico, ma non
pensava che potesse odiarlo a quel modo.
Non sapeva che
dire. In fondo, non avrebbe dovuto essere molto
sorpresa: qualcuno si sarebbe sicuramente accorto che il loro rapporto era
abbastanza stretto.
<< Hai
intenzione di fare la spia, visto che lo odi così tanto?
>> chiese Irina, e le parole le uscirono così in fretta che non si rese
nemmeno conto di quello che aveva detto.
Max fece una
smorfia. << No, non faccio la spia, io >> ribatté, << Ti sto
solo mettendo in guardia, ma sei troppo cocciuta per seguire
i miei consigli. Fai pure quello che vuoi… Non mi intrometterò
di certo nella tua vita >>.
Era quanto di più
vicino a un litigio c’era stato tra loro, in due anni. Non era mai capitato che
la pensassero in modi diametralmente opposti, né che si parlassero in quel
modo. Max era proprio arrabbiato, ma lo era anche lei. Perché poi? Per caso era
geloso?
<< Va bene,
faccio come mi pare >> ribatté lei, perché non voleva dargliela vinta: si
sbagliava, su Xander, << Sono abbastanza grande
per decidere da sola >>.
Si voltò, e si
diresse alla macchina, scossa. Finalmente, tra la folla, vide Xander avviarsi verso la Maserati. Si scambiarono un’impercettibile segno di intesa, poi salirono in auto.
Irina strinse
spasmodicamente il volante, cercando di calmarsi dopo la breve discussione con
Max. Non era finita lì, lo sapeva, però ora doveva concentrarsi sulla gara.
<< Sai cosa
devi fare >> disse William, minaccioso, comparendo all’improvviso, <<
Non fare la dolce con lui, chiaro? Ricordati che sei la mia ragazza >>.
Si allontanò in
fretta dall’auto, lasciando Irina spaventata. Era una sua impressione, o tutti
sembravano sapere che stava aiutando Xander?
Strinse il volante
con una mano, e guardò Xander nella Maserati: almeno
lui appariva tranquillo. Le rivolse un fugace sorriso e tornò a guardare
Dimitri, che avrebbe dato il via. “Tranquilla, non ho intenzione di farti del
male” le aveva detto al telefono, mezz’ora prima, “Dai il meglio di te”.
Ed era quello che
voleva fare: non poteva far pensare che lo avesse aiutato. Accelerò, scaldando
il motore, e attese. Dimitri richiamò con un fischio la loro attenzione, e
Irina puntò lo sguardo su di lui. Aveva le mani sudate: la tensione immotivata
che provava si faceva sentire. Perché aveva quello strano timore?
“Avanti Fenice, fagli vedere chi sei”.
Non era la prima
gara che faceva, e non sarebbe stata nemmeno l’ultima. Non c’era bisogno di
sentirsi nervosi… Non si era mai lasciata prendere dal panico, in quelle
situazioni…
… 1
… 2
… 3
Irina partì a
razzo, fianco a fianco alla Granturismo. La lancetta
del contagiri schizzò in avanti, dritta dritta
alla zona rossa. Il rombo del motore invase l’abitacolo, coprendo i fischi
d’incitamento della gente. La Maserati portò il muso in avanti, e lei tentò una
rimonta.
Alla prima curva si
tenne stretta, cercando di non farlo passare, ma Xander
inchiodò di colpo e cambiò traiettoria in meno di un secondo. Se lo ritrovò a
sinistra, e decise di provare a bloccarlo per costringerlo a rallentare.
Funzionò.
Premendo
sull’acceleratore, Irina cercò di portarsi in vantaggio, sapendo che quello era
solo l’inizio. Qualcosa brillò nello specchietto destro, e vide la Granturismo
affiancarsi a lei. Xander le fece un cenno, poi
scattò in avanti con una ripresa fulminea. Rimase sconcertata dalla sua mossa e
si gettò all’inseguimento.
Xander accelerò ancora, e
lei fece altrettanto. Si mise nella sua scia, e alla prima curva provò a
superarlo a sinistra. Forse la lasciò passare, perché dopo lui
la risuperò a destra, costringendola a rallentare.
Nonostante tutto,
Irina iniziava a divertirsi. Forse era la consapevolezza che nessuno dei due
aveva intenzione di fare del male all’altro, ma ora, a gara iniziata, si
sentiva abbastanza tranquilla per trovare il tutto
molto stimolante.
Decise di provare
una mossa di sicuro effetto. Arrivò alla svolta successiva veloce come un
missile, piazzandosi di fianco a Xander, e al centro
della curva tirò il freno a mano.
“Ti ho fregato” pensò divertita.
Ma aveva cantato
vittoria troppo presto. Alla curva seguente, Xander
copiò alla perfezione la sua mossa, superandola di nuovo. Si ritrovarono fianco a fianco, con un lungo rettilineo davanti. Irina inserì
la quinta e schiacciò l’acceleratore, ma Xander le rimase incollato. Fu in quel momento che una
volante della polizia tagliò loro la strada di netto, costringendoli a inchiodare.
La ragazza rimase
sconcertata: non le era mai capitato di incontrare la polizia in quella zona, e
soprattutto a quell’ora. Guardò nello specchietto retrovisore, e vide l’auto
inseguirli a sirene spiegate.
<< Ci mancava
solo questo! >> sibilò.
Xander la superò a
sinistra, gettandole uno sguardo preoccupato. Poi rallentò impercettibilmente e
la fece passare in testa. Frenò, cercando di ostacolare il poliziotto, poi
accelerò e la raggiunse.
Irina vide il
traguardo, illuminato dai lampioni di Dalton Beach. Probabilmente avevano
sentito le sirene, perché molti ragazzi stavano correndo verso le macchine e si
davano alla fuga. Accelerarono, ma la Maserati la superò a velocità
stratosferica, tagliando il traguardo. Irina lo seguì, senza né volersi né
potersi fermare.
Al momento, l’unica
idea che le venne in mente per seminare gli sbirri era
quella di andare in autostrada, e provare a staccarli in velocità.
Probabilmente anche Xander ebbe la stessa idea,
perché lo vide girare diretto a nord.
Ma il loro fu un errore: al casello li stavano aspettando quattro Ford
Mustang della polizia, in livrea azzurra e bianca. Irina seguì Xander attraverso il casello, sfondando la barra di stop, e
si gettarono a tutta velocità in autostrada.
Le Mustang li
seguivano a ruota, e Irina decise che era meglio separarsi. Vide l’uscita per
il lungo mare, così si spostò a destra, pronta a defilarsi. Una Ford però le
bloccò la strada, impedendole di imboccare l’uscita.
Xander era un centinaio
di metri davanti a lei, tallonato da due auto della polizia. Stavano cercando
di stringerlo in una morsa per farlo rallentare, ma lui schizzò in avanti e si
liberò. Aveva molte più possibilità di fuggire, ma stava stranamente
rallentando.
Irina superò un
furgoncino, poi accelerò, affiancata da una Mustang. Non aveva mai fatto un
inseguimento con quelle auto, e ora capì che non avrebbe mai voluto farlo. Gli
stavano addosso senza preoccuparsi di farla schiantare, e cercavano in
qualsiasi modo di fermarla.
L’autostrada si
stava svuotando, e non era un bene. I poliziotti sarebbero stati più
aggressivi, senza la preoccupazione di coinvolgere civili innocenti. Il suo
cellulare trillò e lei rispose, sterzando bruscamente con una mano per evitare
un’auto.
<< Usciamo
dall’autostrada! >> disse Xander,
<< In città forse abbiamo qualche possibilità di seminarli >>.
<< D’accordo >>.
Irina chiuse la telefonata e si mise dietro la Maserati, pronta a sfruttare la
sua scia.
Xander accelerò e lei gli
rimase incollata, poi imboccarono la prima uscita ed entrarono in città.
Lì si divisero.
Irina a destra e lui a sinistra. La ragazza guardò nello specchietto: due Mustang
la seguivano con le sirene accese, ma rallentarono
quando videro il semaforo lampeggiante. La Granturismo di Xander
le tagliò improvvisamente la strada, e lei perse per un attimo il controllo
dell’auto. Strinse il volante e rallentò, ma una Mustang ne approfittò per
piazzarsi davanti a lei e inchiodare.
Irina sterzò a
sinistra, riuscendo a evitare la volante, ma si ritrovò bloccata tra un grosso
camion e l’altra Mustang.
Poi vide la
Maserati dirigersi verso di lei a tutta velocità, i fari accesi che la
abbagliavano. Rallentò a pochi metri da loro e con il muso spinse la Mustang che
le bloccava la strada fino a portarla in mezzo all’incrocio. Pezzi di vetro e
metallo di sparsero sull’asfalto, quando l’avantreno della Granturismo speronò
la fiancata della Ford, prendendo alla sprovvista gli
sbirri.
Approfittando della
nuova via di fuga, Irina ripartì senza pensarci due volte, sgommando.
Riguadagnò la strada e seguì Xander, cercando un modo
che fuggire.
Le tre Ford
continuarono a seguirli, tentando di superarli ma senza riuscirci. Una di loro
sparì dal suo specchietto, girando a destra. Pochi secondi sbucò
davanti al loro dal nulla, tagliandogli la strada per bloccarli. Irina sterzò
abbastanza in fretta per riuscire a evitarla, ma si
ritrovò con il cuore in gola.
Continuarono a
procedere diritti, fianco a fianco, decisi a dividersi
di nuovo appena ne avessero avuto la possibilità.
Poi lo videro
all’ultimo momento: un posto di blocco in piena città, con quattro volanti che occupavano
tutta la carreggiata, i lampeggianti accesi nella notte. Irina cercò
disperatamente una via di fuga, ma Xander
sembrò rendersi conto che non ce n’erano. Accelerò di colpo, mettendosi davanti
a lei, e puntò dritto dritto
al posteriore di una delle auto della polizia. Voleva sfondare il posto di
blocco.
La Maserati spinse
la volante e aprì un varco, riuscendo a passare. Il muso dell’auto si
accartocciò ancora di più, e sul vetro anteriore si formò una crepa profonda.
Gli agenti rimasti a bordo strada andarono in soccorso dei due sbirri presi in
pieno dalla Granturismo.
Irina seguì Xander, e vide che solo una delle Mustang li tallonava
ancora. Sarebbe bastato dividersi per fuggire facilmente. Con apprensione però
notò che la Maserati era ridotta malissimo, molto peggio che a Las Vegas, e
decise che forse era il caso che se occupasse lei.
Stava per
decelerare per infastidire la Mustang, quando udì un’esplosione. La Granturismo
sbandò e andò in testa coda, gli pneumatici che sibilavano sull’asfalto. Una
delle ruote dietro era scoppiata.
Irina guardò nello
specchietto. Dal lato passeggero della Mustang, un poliziotto mirava con la
pistola alle gomme delle auto. In preda alla rabbia e alla paura, inchiodò, e
quasi la Mustang la prese in pieno. Diede il tempo a Xander
di girare la macchina e cercare una via di fuga, poi ripartì cambiando strada.
La Mustang la
seguiva, e tentò di farla sbandare colpendola nella fiancata, ma lei si scostò
rapidamente. Accelerò, spaventata dallo sparo che sentì dietro di lei, e svoltò
a destra.
Superò una via
laterale, e la Maserati di Xander sbucò
all’improvviso appena lei la ebbe superata, colpendo in pieno la Mustang. La
volante perse il controllo, salì sul marciapiede e si ribaltò, finendo la sua
corsa capovolta contro una pensilina dell’autobus.
Irina osservò la
scena ad occhi spalancati, poi vide Xander
avvicinarsi lentamente: la Maserati era ridotta malissimo, con i vetri
spaccati, il muso schiacciato e il paraurti posteriore che penzolava
tristemente. La gomma bucata faceva uno strano rumore mentre rotolava
sull’asfalto.
La Granturismo si
fermò, e lei corse verso l’auto semidistrutta, incurante del fatto che altri
poliziotti potessero piombarle addosso da un momento all’altro. Non gliene
importava niente che la arrestassero…
<< Xander! >> gridò, afferrando la porta semidistrutta
della Maserati << Stai bene? >>.
Il ragazzo la
guardò spalancare la portiera con aria sorpresa, e uscì dall’abitacolo con le
proprie gambe. Irina lo squadrò da capo a piedi, mentre lui scrocchiava il
collo con un gemito infastidito.
Aveva le braccia
piene di graffi e un taglio poco profondo sul sopracciglio destro, ma sembrava
stare abbastanza bene. Era perfettamente intero e pienamente cosciente, ed era
quello che le importava di più.
A sua volta Xander la guardò, in silenzio. Il suo sguardo azzurro la percorse con occhio critico, e lei non poté fare
a meno di arrossire. Poi, troppo felice di vederlo ancora vivo, gli saltò al
collo.
<<
Tranquilla, tranquilla! >> disse lui, divertito, << Sto bene! Non
mi sono fatto niente! >>.
<< Non
sfondare mai più un posto di blocco in quel modo senza avvertirmi prima
>> mormorò lei sulla sua spalla.
<< D’accordo
>> promise Xander, mettendole una mano sulla
schiena, << Non mi stritolare, però. Risparmiatelo per dopo… Dobbiamo
parlare in un posto tranquillo >>.
Ore 00.50 – Casa di Xander
Irina attese che Xander parcheggiasse la Maserati nel garage, mentre lei
sistemava
Il ragazzo scese
con un gemito dall’auto, e richiuse delicatamente la portiera che cigolò
sinistramente. Mise una mano sul tetto della Maserati, con fare gentile.
<< Stai bene?
>> domandò di nuovo Irina, preoccupata.
Lui si voltò a
guardarla, e riuscì anche a sorridere. << Sì, a parte qualche doloretto
qua e la… >> disse, << Però mi dispiace per l’auto… Mi piaceva >>.
Diede un ultimo
sguardo al cofano accartocciato, poi si voltò e chiuse il garage, nascondendo
alla vista ciò che rimaneva della povera Granturismo. Condusse Irina in casa, e
si sedettero entrambi in cucina. Jess non c’era,
doveva essere uscito con Jenny come al solito.
Seduta al tavolo,
Irina guardò Xander prendere uno strofinaccio dal
cassetto e bagnarlo sotto l’acqua del fredda del
rubinetto. Si tamponò il sopracciglio tagliato, e nel frattempo esaminò i
graffi sul braccio.
La ragazza rimase
immobile, mordendosi un labbro, combattuta. Non erano ferite gravi, ma provava
l’impellente istinto di alzarsi e occuparsi lei della medicazione. Però aveva paura che, una volta di nuovo così vicini,
potesse farsi prendere dal panico e arrossire come una bambina. E poi, non l’aiutava certo a fare in modo che la sua
incasinata situazione sentimentale migliorasse.
Alla fine sbuffò,
si alzò e disse: << Lascia stare, ci penso io >>.
Xander sorrise e la
guardò porgere la mano per farsi dare lo strofinaccio. Sembrava divertito, e il
suo sguardo si soffermò più del dovuto sul suo volto.
<< Non hai
del disinfettante? >> chiese lei, cercando di dissimulare il suo
imbarazzo.
<< Nel
cassetto >> rispose Xander, facendo un cenno
con la testa verso la cucina.
Irina recuperò il
disinfettante e anche del cotone, e si avvicinò a Xander.
Ora che doveva toccarlo, aveva di nuovo le farfalle nello stomaco.
Vedendola
titubante, il ragazzo sorrise. << Cosa c’è? Paura del sangue? >>
domandò.
<< No
>> rispose lei, << Ti puoi sedere? Se un po’ alto per me >>.
Era una scusa
proprio scema. Non era certo alto da risultare
irraggiungibile, ma da seduto almeno non avrebbe rischiato di sfiorare
inavvertitamente altre parti del suo corpo con il conseguente mutamento di
colore della sua stupida faccia..
<< D’accordo
>> disse lui, e si sedette sulla sedia che lei aveva lasciato libera.
Senza una smorfia, Xander si lasciò medicare il sopracciglio e non disse
niente. Irina evitava disperatamente i suoi occhi azzurri, nel tentativo di
rimanere concentrata. Inutile dire che, anche se in modo impercettibile, la
mano le tremava leggermente.
Vide Xander sorridere e rivolgerle un’occhiata divertita. <<
Sei brava come infermiera, non te lo ha mai detto
nessuno? >>.
Irina arrossì.
<< No. Normalmente io le ferite le procuro, non le medico >>
rispose, cercando di essere distaccata.
Xander ridacchiò, poi le
mise una mano dietro la schiena e la tirò a sé, costringendola a sedersi sopra
le sue gambe. Irina fu presa troppo alla sprovvista per avere il tempo di
reagire.
<< Allora ti
dovevano chiamare Pantera, non Fenice >> disse, tenendola stretta per
impedirle la fuga.
Irina capì di aver
appena raggiunto una tonalità di rosso che non credeva esistesse, ma riguadagnò
un minimo di contegno. Allora lo faceva proprio apposta, a metterla alle
strette… Però non riusciva proprio ad arrabbiarsi con lui. Il suo viso era così
vicino al suo da annullare qualsiasi istinto poco amichevole nei suoi
confronti.
<< Ho tanti
di quei soprannomi che molto probabilmente “Pantera” sarà
tra quelli >> disse, << Posso alzarmi? Le altre sedie sono libere
>>.
Tranquilla,
controllata e per niente minacciosa. Era riuscita a controllare il tumulto che
aveva dentro con una maestria di cui non si credeva capace. Xander
però sembrava aver capito che stava bluffando.
<< Io sto
comodo anche così >> ribatté, sorridendo.
“Se per questo, non sto male nemmeno io…” pensò Irina, “Però è meglio che mi alzi, se non vuoi che
mi venga un mezzo infarto”.
<< Dai, devo
lottare anche per potermi alzare? >> disse, sorridendo.
<< E va bene…
>> sospirò Xander, lasciandola libera.
Di nuovo in piedi,
e a una distanza “di sicurezza”, Irina ritornò a essere perfettamente lucida. E
comprese che anche questa volta si erano fermati prima che succedesse qualcosa…
Un bene o un male?
<< Mi è
sembrato che la polizia ce l’avesse in modo
particolare con te >> disse Irina, per rompere il silenzio.
Xander diventò
improvvisamente serio. << Lo so… Ed erano lì apposta, credo. Pensi che
William li abbia chiamati per ostacolarci? >>.
A quell’ipotesi
Irina non aveva pensato. In effetti, era plausibile.
<< Può essere
>> disse, << Barrow sta dalla parte di
William, e gli deve un sacco di favori… >>.
Xander scosse il capo con
aria preoccupata. << Challagher ha più potere
di quanto pensassi >> mormorò.
Irina lo guardò:
non l’aveva mai visto così serio. Forse lui stesso iniziava a credere che ci
fossero poche speranze di catturare lo Scorpione.
Il ragazzo alzò lo
sguardo su di lei. << Cosa gli dirai, ora che non hai vinto? >>.
Irina si strinse
nelle spalle: non le sembrava un problema grave, in quel momento. << Lo
sapeva che non avrei vinto. Voleva solo prendere tempo, secondo me >>
Sorrise, un po’ più rilassata, << Bella gara, comunque, non credi? Molto stimolante >>.
Xander ridacchiò, si alzò
e si avvicinò pericolosamente. Lei fece un passo indietro.
<< Allora mi
devi qualcosa, immagino, visto che ho vinto… >> sussurrò.
<< E cosa
vorresti? >> domandò Irina, con fare provocatore.
<< Ah, che
so… Le chiavi della tua macchina, magari >> disse lui, con il suo ghigno
lupesco, << Ma mi accontento anche di quelle di casa tua, se non ti
dispiace >>.
Irina scoppiò a
ridere. << Casa mia è sempre aperta, non avrai bisogno di chiavi >>
ribatté, e con un cenno della mano lo salutò, diretta a casa. Consapevole di
aver appena detto una grande verità.
Ore 15.00 – Casa Challager
<< Dannazione,
ti sei fatta battere come una principiante >> sibilò William, << Ti
avevo detto di darti da fare >>.
Irina stava in
piedi, guardando lo Scorpione muoversi avanti e indietro per il soggiorno della
sua grande casa, nervoso.
<< Hai chiamato tu la polizia, allora >> disse,
arrabbiata.
William si fermò e
si voltò a guardarla, gli occhi freddi come il ghiaccio. Si avvicinò, e prese
Irina per il collo della maglia. << Quello che faccio io non ti riguarda,
chiaro? Avevi sono un ordine: vincere. E tu non lo hai rispettato. Sta zitta, e
non osare mai più rivolgerti a me in questo modo >>.
La lasciò andare, e
la ragazza capì che la situazione stava degenerando: se William si comportava
in quel modo, allora aveva davvero paura. E iniziava ad averne anche lei, per
se stessa ma soprattutto per Xander. Doveva metterlo
di nuovo in guardia, perché Dimitri non sarebbe stato certo come Fenice.
Si voltò, guardando
fuori dalla finestra. Faceva caldo, e ormai erano a metà giugno. Ascoltò
William e Dimitri che parlavano, uno in piedi, l’altro seduto sul divano di
pelle.
<< Ti sfiderà
presto >> disse lo Scorpione, << Quindi
devi darti una mossa a prepararti. Penso che nel giro di una settimana vi
ritroverete l’uno davanti all’altro >>.
<< L’ho visto
gareggiare: non è così forte come credi >> ribatté Dimitri, << Lo
batterò, e sarò spietato. Oltretutto, sarà costretto a utilizzare la BMW, ora
che gli hanno distrutto l’altra. E io non sono certo
come Irina >>.
La ragazza si voltò
a guardarlo. Il russo la scrutava con aria di superiorità, come per prenderla
in giro. Qualcosa brillò nei suoi occhi, e William lo guardò sospettoso.
Dimitri era più furbo di quando avesse sospettato: forse lo Scorpione non aveva
ancora capito, ma il russo sembrava stranamente consapevole di quello che stava
accadendo alle spalle del suo capo. Strano che non gli avesse detto ancora
niente. Sentì lo stomaco stringersi in una morsa, ma tenne strette le labbra
per non farsi scappare nemmeno una parola. Continuò a guardarlo negli occhi, cercando
di capire cosa stesse pensando, finché non lo vide diventare improvvisamente
serio.
<< Ho
intenzione di farlo fuori, se sarà necessario >> continuò, fissandola
inespressivo.
<< Cosa che
Irina non era disposta a fare >> ribatté William, << Ma questo lo
sapevo già… Credo abbia un debole per Went >>.
Lo Scorpione si
voltò, facendo un passo verso di lei, il sorriso gelato che mostrava i denti
bianchissimi. Piantò i suoi occhi in quelli della ragazza e disse: << Mi
sto sbagliando, forse? Ma ti perdono, bambolina, in
fondo sei solo una ragazza >>.
Sottolineò le ultime parole
con un inflessione della voce, e Irina si sentì sperduta. Era vero, era solo
una ragazza, troppo giovane e troppo sciocca per
fregare uno come lui. Stava rischiando tutto inseguendo una speranza che
correva con un’auto di lusso.
Cercò di apparire inespressiva quando rispose: << Ho fatto del mio
meglio… Se non avessi chiamato la polizia forse avrei vinto >>.
William fece una
smorfia. << Ti avrebbe doppiato, cretina, se non avessi chiamato gli
sbirri >> disse, << Ma da gentil’uomo qual è ti ha anche dato una
mano e sbarazzarti di loro… Idiota. Non ha ancora capito cosa siamo in grado di
fare… Come credo non la abbia capito nemmeno tu >>.
Irina sussultò,
incassando la frase senza ribattere. Non poteva farlo, visto che avrebbe perso,
come tutte le volte.
Ore 17.00 – Casa di Xander
<< Sono
sicura che sospettano qualcosa >> disse Irina guardandolo con occhi
spaventati, << Dimitri è pronto a farti fuori,
se non riuscirà a batterti >>.
Xander guardò la ragazza
seduta sul divano, Tommy in braccio che mangiucchiava i biscotti che gli aveva offerto Nichole, ora chiusa
in cucina. Gli sembrava quasi presa dal panico.
<< Non
spaventarti >> disse, << Tranquilla. Mi aspettavo una reazione del
genere, da parte loro. Sono perfettamente in grado di guardarmi le spalle
>>. La sua mente corse involontariamente alla pistola che si portava
sempre dietro, ben nascosta addosso.
<< Tu non
capisci! >> sbottò Irina, e Tommy la guardò perplesso, << Perché
credi che Dimitri sia soprannominato il Mastino? Ha fatto fuori più gente lui
che tutte le gare di canyon messe insieme! >>.
Xander si trattenne dal
ridere: la ragazza era seriamente preoccupata per lui, ma non si sentiva in
pericolo al momento. Guardò fuori dalla finestra del soggiorno, nel giardino
assolato.
<< Vi siete
incontrati? >> domandò.
<< Sì, ieri >>
rispose Irina, << Era furioso. Si sono messi a parlare della vostra gara…
E Dimitri ha fatto una strana allusione… Ha detto che lui non è come me.
Sapevano che non ti avrei fatto del male >>.
Xander ebbe per un attimo
il sospetto che William le avesse fatto qualcosa, ma
poi pensò che stava diventando iperprotettivo.
<< Ha detto
altro? >>.
<< Si è
accorto che mi hai aiutato con la polizia >> rispose Irina, tirando a
sedere accanto a lei Tommy, che nel frattempo si era alzato << Ti ha dato
dell’idiota, dicendo che hai fatto il gentiluomo >>.
Xander inarcò un
sopracciglio, perplesso. Forse William sospettava qualcosa, ma non quello che
Irina credeva. Molto probabilmente lo Scorpione pensava che stesse cercando di
portarle via la ragazza, e non si sbagliava tanto a pensarlo.
<< D’accordo >>
disse, guardando il bambino scendere dal divano e indicare qualcosa in
giardino, << Ma non è che è solo geloso? >>.
Irina rimase
interdetta: lo guardò senza capire, poi soffiò: << Cosa
intendi? >>.
Xander sorrise. << Magari
pensa che io ti abbia aiutata perché crede che stia
cercando di farmi bello ai tuoi occhi >> spiegò.
Irina lo fissò e
sembrò trattenersi dallo scoppiare a ridere. << E perché dovresti farlo? >>.
Sbuffò e lasciò il
discorso in sospeso: non era in vena di provocazioni. Guardò Tommy e disse:
<< Tra un paio di giorni è tutto pronto per farlo tornare da sua madre
>>.
Irina si rabbuiò.
<< Lo porterò io >> disse solo.
<< No, lo porto io >> ribatté Xander,
<< E’ meglio, credimi >>.
Irina sospirò.
<< Va bene >> convenne, << Faremo come dici tu… >>.
In quel momento
sentì la porta di casa aprirsi, e comparire sulla soglia Jess
accompagnato nientemeno che da Jenny. L’informatico non era sorpreso della sua
presenza, ma la ragazza sì. Fissò Irina per un momento, poi lui.
Xander gli rivolse un
sorriso. Jenny gli era simpatica, e ormai la conosceva abbastanza da poterla
definire la versione femminile di Jess. L’informatico
l’aveva portata a casa diverse volte, e per lui non
rappresentava una novità: coppia fissa, la loro. Era stato strano all’inizio, e
anche un po’ irritante, ma ora non ci faceva più caso.
<< Ciao Irina
>> salutò Jenny, << Ciao Xander >>.
Li raggiunse in un
attimo e si sedette sul divano, spostando lo sguardo da Irina a lui. Jess stava parlando con Nichole,
in cucina, molto probabilmente per chiedergli di portare qualcosa da bere.
Irina sembrava
imbarazzata, anche perché l’amica la stava praticamente
sottoponendo ai raggi x. E molto probabilmente Jenny si stava dannando perché
non possedeva la facoltà di leggere nel pensiero, in modo da capire che cosa
avessero fatto loro due fino ad adesso.
<< Ragazzi
>> disse alla fine Jenny, come se dovesse rivelargli qualcosa di importantissimo, << Ho deciso di organizzare una
cosuccia per la fine delle lezioni, vi va? >>.
Irina annuì e
sorrise impercettibilmente.
<< Una sera
di queste vorrei che andassimo a mangiarci una pizza tutti assieme… >>
continuò, rivolgendo a Xander uno sguardo piuttosto eloquente,
<< E poi potremmo andare da qualche parte… Che ne so, sul lungo mare…
>>.
“Tu dovresti lavorare in un’agenzia matrimoniale” pensò Xander, ridendo sotto i baffi. Aveva capito benissimo dove
Jenny voleva andare a parare…
<< Oh, va bene >> fece Irina, poco convinta, << Si può
fare… Ne hai parlato con le altre? >>.
<< Certo,
mancavi solo tu >> rispose Jenny, << Xander,
verresti? >>.
Lo fulminò con
un’occhiata, perché la sua domanda era retorica: se avesse solo osato titubare,
lo avrebbe azzannato. << Mi farebbe molto piacere >> rispose con un
sorriso.
Guardò Irina con la
coda dell’occhio, e le sembrò preoccupata. Poi venne
distratto da qualcosa che disse Jenny.
<< Chiedi
anche a Max al suo amico Antony >> stava dicendo, << Più siamo, meglio è >>.
Xander ebbe un moto di
stizza. Pure Max? A essere sincero, non gli stava
proprio simpatico… E doveva essere altrettanto per lui, perché quelle poche
volte che si erano incrociati non gli era parso molto bendisposto nei suoi
confronti.
Irina, invece, sembrò
rilassarsi. << Va bene, glielo chiederò. Chi si occupa di organizzare?
>> domandò.
<< Io,
naturalmente >> rispose Jenny, zuccherosa. << Voi pensate solo a un
modo per venire… Magari organizzatevi per le macchine… >>.
Xander alzò gli occhi al
cielo, ma non disse niente. Irina fissò Jenny divertita e si alzò.
<< Io… Bé, vado >> disse, prendendo Tommy per mano, << Ci
sentiamo >>.
Salutò tutti e
uscì, lasciando Xander in balia dei due piccioncini. Jess apparve all’improvviso e si sedette di fronte a lui.
<< Jenny…
>> cominciò Xander, divertito, << Guarda
che non è necessario che mi minacci… La vado a prendere io, Irina, se è questo
che ti preoccupa >>.
La ragazza fece un
sorriso poco convinto. << Mah, volevo esserne sicura >> disse,
<< Non mi risulti molto prevedibile… Poi lo so
come è fatta, dovrai letteralmente prenderla di peso, perché odia dipendere da
qualcuno… Anche se sei tu, senza offesa naturalmente >>.
Xander ridacchiò. Jenny
era proprio assurda.
<< Spiegami
perché devono venire anche Max e l’altro suo amico, che tra l’altro non ho mai
visto >> domandò lui.
Jenny si strinse
nelle spalle. << Saranno di compagnia… E poi ci sono anche Katy e Angie>> rispose,
<< Più siamo, più ci divertiremo >>.
<< Jenny, lo
stai terrorizzando >> si intromise Jess, << Xander penserà che
tu voglia piazzare chiunque conosci >>.
<< Non voglio
piazzare nessuno >> ribatté Jenny, offesa, << Cerco solo di aiutare
le giovani anime sole in cerca di un cuore da abitare >>.
Xander la fissò per un
momento, e Jess fece altrettanto, sbalordito. Poi
scoppiarono entrambi a ridere.
<< E io sarei una giovane anima da aiutare? >> chiese Xander, continuando a sbellicarsi.
<<
Esattamente >> disse Jenny, seria. << Anche perché se continui
così, la farai impazzire >>.
<< Perché? >>.
<< Ti rendi
conto, vero, che Irina non sa che pesci prendere? >> disse Jenny,
<< Esattamente come te. Tu fai tanto il furbo, però non concludi mai niente… >>.
Preso in
contropiede, Xander diventò serio.
<< Ho i miei
motivi >> disse, calmo, << E Jess li
conosce. Non ti sto dicendo che Irina non piace, anzi, ma per il momento
preferisco fare di testa mia. Non penso sia un problema, no? >>.
<< Ancora non
ho capito questa storia dei “motivi” >> disse
Jenny, piccata, << Quando vi deciderete a dirmi esattamente cosa fate?
>>.
Argomento
top-secret. Jenny non sapeva che erano dell’F.B.I.,
perché Jess non glielo aveva detto. Si fidavano di
quella ragazza, ma non potevano svelarle niente finché non fosse tutto finito.
<< Quando
arriverà il momento, giuro che te lo diremo >> promise Jess, prendendole una mano.
Prima che
iniziassero a sbaciucchiarsi, Xander si alzò e lasciò
la strana coppia alle sue effusioni.
Ore 18.00 – Garage
Irina bussò
delicatamente alla porta del garage di Max, e attese. Di solito a quell’ora lui
si trovava sempre lì, a occuparsi di qualche modifica alla sua auto. Teneva
Tommy per mano, cercando di rimanere tranquilla.
Gli era dispiaciuto
avere quella discussione con Max. Lo considerava come un fratello, e non
sopportava di sapere che lui ce l’avesse con lei.
Sperava di poter chiarire e far tornare le cose come prima. In fondo, era uno
dei suoi pochi veri amici.
Il ragazzo aprì la
porta e la guardò dall’alto in basso, come se la vedesse per la prima volta.
Rimase immobile, bloccandole l’entrata con aria seria.
<< Posso
entrare? >> domandò Irina timidamente. Tommy rivolse un flebile “tao” a
cui Max non rispose.
Grugnì e si spostò,
lasciandola entrare nel garage illuminato dal neon sul soffitto. La Golf rossa
era tirata a lucido, brillante sotto la luce artificiale. Il meccanico si
sedette su uno sgabello e incrociò le braccia.
<< A cosa
devo la tua presenza? >> chiese sarcastico, gettando uno straccio sul
piano di lavoro.
Irina sorrise,
sapendo di avere almeno un po’ di torto.
<< Scusami,
mi sono comportata male con te >> disse, cercando di guardarlo in faccia,
nonostante lui continuasse a evitare il suo sguardo. << Non avrei dovuto
risponderti così… Ma sono stata presa da un po’ di cose >>.
<< Già,
soprattutto dal tuo amico >> ribatté Max, senza guardarla.
Ancora quella
storia. Irina sbuffò: non capiva cosa avesse contro Xander.
In fondo non gli aveva chiesto nulla, non lo aveva scocciato, non si era fatto
vedere. Si erano solo incontrati un paio di volte, e Max aveva sempre fatto
capire di non poterlo sopportare.
<< Dimmi
chiaramente cosa ti da fastidio >> disse Irina, tranquilla,
<< Così cerco di trovare una soluzione >>.
Max si voltò, e la
guardò con gli occhi ridotti a fessure. << Vuoi sapere cosa mi da
fastidio? >> sibilò, << Te lo dico subito. Appena è arrivato lo hai
trattato come un principino, lo hai aiutato e sei
corsa subito da lui quando ti ha chiesto di fargli da appoggio. E perché? Lo so
io il perché. Perché ti piace! >>.
Irina sussultò, e
scosse la testa. << Ma cosa stai dicendo? >>
disse arrabbiata, << E anche se fosse? Non sei mio padre, e credo di
essere abbastanza grande da decidere cosa fare! >>.
<< Certo, ma
ti fai ancora fregare come una bambina di due anni! Non hai capito che non gli
interessa altro che il tuo aiuto? >> sbottò Max, << Ti sta addosso
solo perché non vede l’ora di portarti a letto un paio di volte, e poi lasciare
che tu finisca in prigione >>.
Irina era
sconcertata: non aveva mai visto Max comportarsi in quel modo. Le stava facendo
una scenata di gelosia in piena regola, ma non ne capiva il motivo. Si era
fatto idee assurde riguardo a Xander, che lei non
condivideva minimamente.
<< Non mi ha
mai nemmeno sfiorata! >> disse tra i denti,
anche se non era proprio la verità.
<< Nooo, ha fatto il bravo ragazzo tutto il tempo, eh? >>
ribatté Max, << Te l’ho già detto: la gente in giro vede, e parla. Credi
che nessuno si sia accorto che ti sta praticamente
addosso? E’ come William, Irina, non l’hai capito?>>.
Irina era basita.
Max ce l’aveva proprio con Xander.
<< Ti sbagli
>> ribatté, furiosa, << Tu non lo conosci. Lui è William sono
lontani anni luce >>.
La sua voce tremò
per un attimo: quella era una bugia, che tentava di propinare a Max e anche a sé stessa. Xander e William erano
più simili di quanto lei volesse ammettere. Per questo entrambi
era riusciti a sfondare il muro che la circondava.
<< Certo
>> fece Max, sarcastico, << Lontani anni luce… Dimmi, sei forse
diventata cieca? Non lo vedi che si somigliano? Xander
è come William: fa tanto il perfettino, pieno di
soldi, ma poi è un bastardo di prima categoria … Dimmi se non sto dicendo la verità >>.
Irina rimase in
silenzio. Tommy li guardava spaventato, e sembrava avere le lacrime agli occhi.
Gli strinse la manina e gli rivolse un sorriso per rassicurarlo. Falso.
Come sempre quando
parlava con Max, si accorgeva che lui aveva sempre ragione. Xander
non si era mai sbilanciato con lei: gentile, premuroso, ma non ci aveva mai
veramente “provato”. Però poco dopo la loro gara, quando erano a casa sua,
l’aveva costretta a sedersi sopra di lui… E poi, rimaneva quel vuoto nero
dovuto all’alcool di Las Vegas… Cos’era successo
veramente? Perché di sicuro qualcosa era successo.
Frustrata, si voltò
di scatto. Tommy la seguì, barcollando.
Perché Xander si comportava in quel modo? Perché arrivava sempre a
un certo punto, e poi si tirava indietro?
<< Allora?
>> la incalzò Max, << Perché non rispondi? Perché non lo difendi a
spada tratta? >>.
<< Va bene,
Max, hai ragione >> disse Irina, << Diciamo
che alla fine non gliene importi nulla di me, che come dici tu ha solo voglia
di togliersi qualche sfizio e approfittare della mia stupidità… Hai ragione, è
vero, sono un’illusa. Lo sai meglio di me, no? Ma se ti aspetti che dopo quello che mi hai detto smetta di aiutarlo, ti sbagli di grosso
>> il suo sguardo divenne duro, << Se hai qualche problema con Xander, risolvilo con lui e non prendertela con me, chiaro?
Se pensi veramente che mi stia usando, vai da lui e diglielo >>.
Max la guardò sorpreso,
poi ribatté: << Pensi che non abbia il coraggio di farlo? >>.
<< Sei tu il
duro della situazione. Se pensi di avere ragione, fallo
>>.
Tutti i suoi
propositi di fare pace con Max erano andati all’aria. In un attimo, toccando
l’unico tasto debole, si erano di nuovo ritrovati
l’uno contro l’altra. Era troppo arrabbiata per cercare
di trovare un punto di incontro, ma sapeva che forse Max aveva ragione. Stava
diventando una stupida cocciuta, ma lei non riusciva proprio a pensare male di Xander. Nemmeno per un attimo.
Max si alzò in
piedi, tirò fuori il cellulare dalla tasca e la guardò con l’aria di sfida.
<< Va bene
>> disse, premendo i tasti del telefono con impeto, << Farò a modo
tuo >>.
Confusa, Irina lo
guardò portarsi il cellulare all’orecchio.
<< Alexander?
Sono Max >> disse con la voce che sembrava un cubetto di ghiaccio,
<< Ci dobbiamo vedere. Dobbiamo parlare. Adesso. D’accordo, ci vediamo
alla mia officina >>.
Chiuse la
telefonata e fissò Irina con un sorriso per niente amichevole. Irina lo fulminò
con lo sguardo, prese Tommy in braccio e se ne andò, sbattendo la porta.
Spazio Autrice
Poche righe per dire che continuo ad avere problemi con il pc… Non so nemmeno quando me lo ridaranno. Quindi, ringrazio tutti per le recensioni, e continuate a
lasciarmele che io le leggo e le apprezzo moltissimo. Un bacio grande!