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Autore: Lhea    17/09/2009    3 recensioni
ATTENZIONE: POSTATA "SORPRESA"
Los Angeles: nella città più grande della California, dalle spiagge assolate e l’odore del mare nell’aria, la vita della gente trascorre tranquilla tra gli alti e i bassi di tutti i giorni. Per tutti, tranne che per lei.
Irina, 20 anni, pilota prodigio invischiata in qualcosa di molto più grosso di lei, i cui soprannomi sono tanti quante le maschere che porta, vive cercando disperatamente di riguadagnare la libertà che le è stata rubata. Perché lei non è una ragazza qualunque, nonostante cerchi di esserlo. Lei è Fenice, l’unica donna ad essere arrivata così in alto nella Lista Nera, l’elenco dei più famosi piloti clandestini dello Stato. L’unica a essere entrata nelle grazie del capo, lo Scorpione…
E mentre la sregolata vita della criminalità si svolge senza intrusioni di alcun genere, Alexander Went si prepara a entrare in azione per portare a termine la missione più importante che gli sia stata affidata: arrestare lo Scorpione e smontare tutta la sua organizzazione.
Tra auto truccate, notti brave e affari di droga, Alexander capirà che certe volte le cose non si fanno per piacere, ma per necessità. E che ci sono cose che non vanno toccate. Una di quelle cose è proprio Irina… L’unica che potrà mandare in fumo i suoi piani, e l’unica cosa a cui lui terrà veramente…
RIPOSTATO CAP. VI e VII
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Gioco dello Scorpione' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Capitolo XVIII

Capitolo XVIII

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 23.00 – Dalton Beach

 

Irina arrestò la Grande Punto lungo la linea di partenza, e guardò alla sua destra. La Maserati Granturismo nera era ferma, il motore spento, i finestrini alzati e la carrozzeria che brillava sotto la luce dei lampioni. Xander non era dentro.

 

Lasciò il motore acceso e scese dall’auto. C’era tantissima gente: erano tutti venuti a vedere la sfida tra il “novellino”, ormai era il nomignolo che identificava Xander, e la Fenice. Individuò William a qualche metro di distanza, ma ignorò la sua presenza. Non aveva voglia di sentirsi ripetere che doveva darsi da fare, se non voleva che il suo bel debito tornasse alla cifra originaria. Perché le condizioni erano quelle.

 

Vide Max in mezzo a un gruppo di ragazzi, e c’era anche Antony. Parlavano tra loro, presi da chissà quale argomento, con il messicano che stava mimando qualcosa riguardo a un motore.

 

Notò subito che nello sguardo del meccanico c’era qualcosa di strano. Con le braccia incrociate le fece un cenno di saluto, serio. Poi lasciò il gruppo e la raggiunse.

 

<< Ciao >> mormorò Irina.

 

<< Ciao >> disse Max, ma non sembrava molto amichevole, << Sei pronta a lasciarlo vincere? >>.

 

Irina lo scrutò, preoccupata. << Non lo lascerò vincere. Dovrà battermi >> ribatté, leggermente irritata.

 

<< La gente mormora, Irina >> sussurrò Max, << Vi hanno visto insieme… Tanti sospettano che tu lo stia aiutando, e sei fortunata che quelli che lo sanno non sono amici di William, altrimenti lo avrebbe già scoperto >>.

 

La ragazza lo guardò. Max sembrava in qualche modo felice di darle quella notizia, anche se non era per niente buona. Aveva capito che Xander non gli era particolarmente simpatico, ma non pensava che potesse odiarlo a quel modo.

 

Non sapeva che dire. In fondo, non avrebbe dovuto essere molto sorpresa: qualcuno si sarebbe sicuramente accorto che il loro rapporto era abbastanza stretto.

 

<< Hai intenzione di fare la spia, visto che lo odi così tanto? >> chiese Irina, e le parole le uscirono così in fretta che non si rese nemmeno conto di quello che aveva detto.

 

Max fece una smorfia. << No, non faccio la spia, io >> ribatté, << Ti sto solo mettendo in guardia, ma sei troppo cocciuta per seguire i miei consigli. Fai pure quello che vuoi… Non mi intrometterò di certo nella tua vita >>.

 

Era quanto di più vicino a un litigio c’era stato tra loro, in due anni. Non era mai capitato che la pensassero in modi diametralmente opposti, né che si parlassero in quel modo. Max era proprio arrabbiato, ma lo era anche lei. Perché poi? Per caso era geloso?

 

<< Va bene, faccio come mi pare >> ribatté lei, perché non voleva dargliela vinta: si sbagliava, su Xander, << Sono abbastanza grande per decidere da sola >>.

 

Si voltò, e si diresse alla macchina, scossa. Finalmente, tra la folla, vide Xander avviarsi verso la Maserati. Si scambiarono un’impercettibile segno di intesa, poi salirono in auto.

 

Irina strinse spasmodicamente il volante, cercando di calmarsi dopo la breve discussione con Max. Non era finita lì, lo sapeva, però ora doveva concentrarsi sulla gara.

 

<< Sai cosa devi fare >> disse William, minaccioso, comparendo all’improvviso, << Non fare la dolce con lui, chiaro? Ricordati che sei la mia ragazza >>.

 

Si allontanò in fretta dall’auto, lasciando Irina spaventata. Era una sua impressione, o tutti sembravano sapere che stava aiutando Xander?

 

Strinse il volante con una mano, e guardò Xander nella Maserati: almeno lui appariva tranquillo. Le rivolse un fugace sorriso e tornò a guardare Dimitri, che avrebbe dato il via. “Tranquilla, non ho intenzione di farti del male” le aveva detto al telefono, mezz’ora prima, “Dai il meglio di te”.

 

Ed era quello che voleva fare: non poteva far pensare che lo avesse aiutato. Accelerò, scaldando il motore, e attese. Dimitri richiamò con un fischio la loro attenzione, e Irina puntò lo sguardo su di lui. Aveva le mani sudate: la tensione immotivata che provava si faceva sentire. Perché aveva quello strano timore?

 

“Avanti Fenice, fagli vedere chi sei”.

 

Non era la prima gara che faceva, e non sarebbe stata nemmeno l’ultima. Non c’era bisogno di sentirsi nervosi… Non si era mai lasciata prendere dal panico, in quelle situazioni…

 

… 1

 

… 2

 

… 3

 

Irina partì a razzo, fianco a fianco alla Granturismo. La lancetta del contagiri schizzò in avanti, dritta dritta alla zona rossa. Il rombo del motore invase l’abitacolo, coprendo i fischi d’incitamento della gente. La Maserati portò il muso in avanti, e lei tentò una rimonta.

 

Alla prima curva si tenne stretta, cercando di non farlo passare, ma Xander inchiodò di colpo e cambiò traiettoria in meno di un secondo. Se lo ritrovò a sinistra, e decise di provare a bloccarlo per costringerlo a rallentare. Funzionò.

 

Premendo sull’acceleratore, Irina cercò di portarsi in vantaggio, sapendo che quello era solo l’inizio. Qualcosa brillò nello specchietto destro, e vide la Granturismo affiancarsi a lei. Xander le fece un cenno, poi scattò in avanti con una ripresa fulminea. Rimase sconcertata dalla sua mossa e si gettò all’inseguimento.

 

Xander accelerò ancora, e lei fece altrettanto. Si mise nella sua scia, e alla prima curva provò a superarlo a sinistra. Forse la lasciò passare, perché dopo lui la risuperò a destra, costringendola a rallentare.

 

Nonostante tutto, Irina iniziava a divertirsi. Forse era la consapevolezza che nessuno dei due aveva intenzione di fare del male all’altro, ma ora, a gara iniziata, si sentiva abbastanza tranquilla per trovare il tutto molto stimolante.

 

Decise di provare una mossa di sicuro effetto. Arrivò alla svolta successiva veloce come un missile, piazzandosi di fianco a Xander, e al centro della curva tirò il freno a mano. La Punto strattonò verso sinistra, e con uno stridore di gomme si girò di lato, in una curva perfetta.

 

“Ti ho fregato” pensò divertita.

 

Ma aveva cantato vittoria troppo presto. Alla curva seguente, Xander copiò alla perfezione la sua mossa, superandola di nuovo. Si ritrovarono fianco a fianco, con un lungo rettilineo davanti. Irina inserì la quinta e schiacciò l’acceleratore, ma Xander le rimase incollato. Fu in quel momento che una volante della polizia tagliò loro la strada di netto, costringendoli a inchiodare.

 

La ragazza rimase sconcertata: non le era mai capitato di incontrare la polizia in quella zona, e soprattutto a quell’ora. Guardò nello specchietto retrovisore, e vide l’auto inseguirli a sirene spiegate.

 

<< Ci mancava solo questo! >> sibilò.

 

Xander la superò a sinistra, gettandole uno sguardo preoccupato. Poi rallentò impercettibilmente e la fece passare in testa. Frenò, cercando di ostacolare il poliziotto, poi accelerò e la raggiunse.

 

Irina vide il traguardo, illuminato dai lampioni di Dalton Beach. Probabilmente avevano sentito le sirene, perché molti ragazzi stavano correndo verso le macchine e si davano alla fuga. Accelerarono, ma la Maserati la superò a velocità stratosferica, tagliando il traguardo. Irina lo seguì, senza né volersi né potersi fermare.

 

Al momento, l’unica idea che le venne in mente per seminare gli sbirri era quella di andare in autostrada, e provare a staccarli in velocità. Probabilmente anche Xander ebbe la stessa idea, perché lo vide girare diretto a nord.

 

Ma il loro fu un errore: al casello li stavano aspettando quattro Ford Mustang della polizia, in livrea azzurra e bianca. Irina seguì Xander attraverso il casello, sfondando la barra di stop, e si gettarono a tutta velocità in autostrada.

 

Le Mustang li seguivano a ruota, e Irina decise che era meglio separarsi. Vide l’uscita per il lungo mare, così si spostò a destra, pronta a defilarsi. Una Ford però le bloccò la strada, impedendole di imboccare l’uscita.

 

Xander era un centinaio di metri davanti a lei, tallonato da due auto della polizia. Stavano cercando di stringerlo in una morsa per farlo rallentare, ma lui schizzò in avanti e si liberò. Aveva molte più possibilità di fuggire, ma stava stranamente rallentando.

 

Irina superò un furgoncino, poi accelerò, affiancata da una Mustang. Non aveva mai fatto un inseguimento con quelle auto, e ora capì che non avrebbe mai voluto farlo. Gli stavano addosso senza preoccuparsi di farla schiantare, e cercavano in qualsiasi modo di fermarla.

 

L’autostrada si stava svuotando, e non era un bene. I poliziotti sarebbero stati più aggressivi, senza la preoccupazione di coinvolgere civili innocenti. Il suo cellulare trillò e lei rispose, sterzando bruscamente con una mano per evitare un’auto.

 

<< Usciamo dall’autostrada! >> disse Xander, << In città forse abbiamo qualche possibilità di seminarli >>.

 

<< D’accordo >>. Irina chiuse la telefonata e si mise dietro la Maserati, pronta a sfruttare la sua scia.

 

Xander accelerò e lei gli rimase incollata, poi imboccarono la prima uscita ed entrarono in città.

 

Lì si divisero. Irina a destra e lui a sinistra. La ragazza guardò nello specchietto: due Mustang la seguivano con le sirene accese, ma rallentarono quando videro il semaforo lampeggiante. La Granturismo di Xander le tagliò improvvisamente la strada, e lei perse per un attimo il controllo dell’auto. Strinse il volante e rallentò, ma una Mustang ne approfittò per piazzarsi davanti a lei e inchiodare.

 

Irina sterzò a sinistra, riuscendo a evitare la volante, ma si ritrovò bloccata tra un grosso camion e l’altra Mustang. La Punto si fermò, senza via d’uscita. Incredula, si portò una mano alla fronte, rendendosi conto di essere appena stata catturata. Uno dei poliziotti stava per scendere per venirla ad arrestare…

 

Poi vide la Maserati dirigersi verso di lei a tutta velocità, i fari accesi che la abbagliavano. Rallentò a pochi metri da loro e con il muso spinse la Mustang che le bloccava la strada fino a portarla in mezzo all’incrocio. Pezzi di vetro e metallo di sparsero sull’asfalto, quando l’avantreno della Granturismo speronò la fiancata della Ford, prendendo alla sprovvista gli sbirri.

 

Approfittando della nuova via di fuga, Irina ripartì senza pensarci due volte, sgommando. Riguadagnò la strada e seguì Xander, cercando un modo che fuggire.

 

Le tre Ford continuarono a seguirli, tentando di superarli ma senza riuscirci. Una di loro sparì dal suo specchietto, girando a destra. Pochi secondi sbucò davanti al loro dal nulla, tagliandogli la strada per bloccarli. Irina sterzò abbastanza in fretta per riuscire a evitarla, ma si ritrovò con il cuore in gola.

 

Continuarono a procedere diritti, fianco a fianco, decisi a dividersi di nuovo appena ne avessero avuto la possibilità.

 

Poi lo videro all’ultimo momento: un posto di blocco in piena città, con quattro volanti che occupavano tutta la carreggiata, i lampeggianti accesi nella notte. Irina cercò disperatamente una via di fuga, ma Xander sembrò rendersi conto che non ce n’erano. Accelerò di colpo, mettendosi davanti a lei, e puntò dritto dritto al posteriore di una delle auto della polizia. Voleva sfondare il posto di blocco.

 

La Maserati spinse la volante e aprì un varco, riuscendo a passare. Il muso dell’auto si accartocciò ancora di più, e sul vetro anteriore si formò una crepa profonda. Gli agenti rimasti a bordo strada andarono in soccorso dei due sbirri presi in pieno dalla Granturismo.

 

Irina seguì Xander, e vide che solo una delle Mustang li tallonava ancora. Sarebbe bastato dividersi per fuggire facilmente. Con apprensione però notò che la Maserati era ridotta malissimo, molto peggio che a Las Vegas, e decise che forse era il caso che se occupasse lei.

 

Stava per decelerare per infastidire la Mustang, quando udì un’esplosione. La Granturismo sbandò e andò in testa coda, gli pneumatici che sibilavano sull’asfalto. Una delle ruote dietro era scoppiata.

 

Irina guardò nello specchietto. Dal lato passeggero della Mustang, un poliziotto mirava con la pistola alle gomme delle auto. In preda alla rabbia e alla paura, inchiodò, e quasi la Mustang la prese in pieno. Diede il tempo a Xander di girare la macchina e cercare una via di fuga, poi ripartì cambiando strada.

 

La Mustang la seguiva, e tentò di farla sbandare colpendola nella fiancata, ma lei si scostò rapidamente. Accelerò, spaventata dallo sparo che sentì dietro di lei, e svoltò a destra.

 

Superò una via laterale, e la Maserati di Xander sbucò all’improvviso appena lei la ebbe superata, colpendo in pieno la Mustang. La volante perse il controllo, salì sul marciapiede e si ribaltò, finendo la sua corsa capovolta contro una pensilina dell’autobus.

 

Irina osservò la scena ad occhi spalancati, poi vide Xander avvicinarsi lentamente: la Maserati era ridotta malissimo, con i vetri spaccati, il muso schiacciato e il paraurti posteriore che penzolava tristemente. La gomma bucata faceva uno strano rumore mentre rotolava sull’asfalto.

 

La Granturismo si fermò, e lei corse verso l’auto semidistrutta, incurante del fatto che altri poliziotti potessero piombarle addosso da un momento all’altro. Non gliene importava niente che la arrestassero…

 

<< Xander! >> gridò, afferrando la porta semidistrutta della Maserati << Stai bene? >>.

 

Il ragazzo la guardò spalancare la portiera con aria sorpresa, e uscì dall’abitacolo con le proprie gambe. Irina lo squadrò da capo a piedi, mentre lui scrocchiava il collo con un gemito infastidito.

 

Aveva le braccia piene di graffi e un taglio poco profondo sul sopracciglio destro, ma sembrava stare abbastanza bene. Era perfettamente intero e pienamente cosciente, ed era quello che le importava di più.

 

A sua volta Xander la guardò, in silenzio. Il suo sguardo azzurro la percorse con occhio critico, e lei non poté fare a meno di arrossire. Poi, troppo felice di vederlo ancora vivo, gli saltò al collo.

 

<< Tranquilla, tranquilla! >> disse lui, divertito, << Sto bene! Non mi sono fatto niente! >>.

 

<< Non sfondare mai più un posto di blocco in quel modo senza avvertirmi prima >> mormorò lei sulla sua spalla.

 

<< D’accordo >> promise Xander, mettendole una mano sulla schiena, << Non mi stritolare, però. Risparmiatelo per dopo… Dobbiamo parlare in un posto tranquillo >>.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 00.50 – Casa di Xander

 

Irina attese che Xander parcheggiasse la Maserati nel garage, mentre lei sistemava la Punto in un angolo nascosto del giardino. La Granturismo era veramente un disastro, e per un attimo si sentì piangere il cuore. Era ridotta a un rottame.

 

Il ragazzo scese con un gemito dall’auto, e richiuse delicatamente la portiera che cigolò sinistramente. Mise una mano sul tetto della Maserati, con fare gentile.

 

<< Stai bene? >> domandò di nuovo Irina, preoccupata.

 

Lui si voltò a guardarla, e riuscì anche a sorridere. << Sì, a parte qualche doloretto qua e la… >> disse, << Però mi dispiace per l’auto… Mi piaceva >>.

 

Diede un ultimo sguardo al cofano accartocciato, poi si voltò e chiuse il garage, nascondendo alla vista ciò che rimaneva della povera Granturismo. Condusse Irina in casa, e si sedettero entrambi in cucina. Jess non c’era, doveva essere uscito con Jenny come al solito.

 

Seduta al tavolo, Irina guardò Xander prendere uno strofinaccio dal cassetto e bagnarlo sotto l’acqua del fredda del rubinetto. Si tamponò il sopracciglio tagliato, e nel frattempo esaminò i graffi sul braccio.

 

La ragazza rimase immobile, mordendosi un labbro, combattuta. Non erano ferite gravi, ma provava l’impellente istinto di alzarsi e occuparsi lei della medicazione. Però aveva paura che, una volta di nuovo così vicini, potesse farsi prendere dal panico e arrossire come una bambina. E poi, non l’aiutava certo a fare in modo che la sua incasinata situazione sentimentale migliorasse.

 

Alla fine sbuffò, si alzò e disse: << Lascia stare, ci penso io >>.

 

Xander sorrise e la guardò porgere la mano per farsi dare lo strofinaccio. Sembrava divertito, e il suo sguardo si soffermò più del dovuto sul suo volto.

 

<< Non hai del disinfettante? >> chiese lei, cercando di dissimulare il suo imbarazzo.

 

<< Nel cassetto >> rispose Xander, facendo un cenno con la testa verso la cucina.

 

Irina recuperò il disinfettante e anche del cotone, e si avvicinò a Xander. Ora che doveva toccarlo, aveva di nuovo le farfalle nello stomaco.

 

Vedendola titubante, il ragazzo sorrise. << Cosa c’è? Paura del sangue? >> domandò.

 

<< No >> rispose lei, << Ti puoi sedere? Se un po’ alto per me >>.

 

Era una scusa proprio scema. Non era certo alto da risultare irraggiungibile, ma da seduto almeno non avrebbe rischiato di sfiorare inavvertitamente altre parti del suo corpo con il conseguente mutamento di colore della sua stupida faccia..

 

<< D’accordo >> disse lui, e si sedette sulla sedia che lei aveva lasciato libera.

 

Senza una smorfia, Xander si lasciò medicare il sopracciglio e non disse niente. Irina evitava disperatamente i suoi occhi azzurri, nel tentativo di rimanere concentrata. Inutile dire che, anche se in modo impercettibile, la mano le tremava leggermente.

 

Vide Xander sorridere e rivolgerle un’occhiata divertita. << Sei brava come infermiera, non te lo ha mai detto nessuno? >>.

 

Irina arrossì. << No. Normalmente io le ferite le procuro, non le medico >> rispose, cercando di essere distaccata.

 

Xander ridacchiò, poi le mise una mano dietro la schiena e la tirò a sé, costringendola a sedersi sopra le sue gambe. Irina fu presa troppo alla sprovvista per avere il tempo di reagire.

 

<< Allora ti dovevano chiamare Pantera, non Fenice >> disse, tenendola stretta per impedirle la fuga.

 

Irina capì di aver appena raggiunto una tonalità di rosso che non credeva esistesse, ma riguadagnò un minimo di contegno. Allora lo faceva proprio apposta, a metterla alle strette… Però non riusciva proprio ad arrabbiarsi con lui. Il suo viso era così vicino al suo da annullare qualsiasi istinto poco amichevole nei suoi confronti.

 

<< Ho tanti di quei soprannomi che molto probabilmente “Pantera” sarà tra quelli >> disse, << Posso alzarmi? Le altre sedie sono libere >>.

 

Tranquilla, controllata e per niente minacciosa. Era riuscita a controllare il tumulto che aveva dentro con una maestria di cui non si credeva capace. Xander però sembrava aver capito che stava bluffando.

 

<< Io sto comodo anche così >> ribatté, sorridendo.

 

“Se per questo, non sto male nemmeno io…” pensò Irina, “Però è meglio che mi alzi, se non vuoi che mi venga un mezzo infarto”.

 

<< Dai, devo lottare anche per potermi alzare? >> disse, sorridendo.

 

<< E va bene… >> sospirò Xander, lasciandola libera.

 

Di nuovo in piedi, e a una distanza “di sicurezza”, Irina ritornò a essere perfettamente lucida. E comprese che anche questa volta si erano fermati prima che succedesse qualcosa… Un bene o un male?

 

<< Mi è sembrato che la polizia ce l’avesse in modo particolare con te >> disse Irina, per rompere il silenzio.

 

Xander diventò improvvisamente serio. << Lo so… Ed erano lì apposta, credo. Pensi che William li abbia chiamati per ostacolarci? >>.

 

A quell’ipotesi Irina non aveva pensato. In effetti, era plausibile.

 

<< Può essere >> disse, << Barrow sta dalla parte di William, e gli deve un sacco di favori… >>.

 

Xander scosse il capo con aria preoccupata. << Challagher ha più potere di quanto pensassi >> mormorò.

 

Irina lo guardò: non l’aveva mai visto così serio. Forse lui stesso iniziava a credere che ci fossero poche speranze di catturare lo Scorpione.

 

Il ragazzo alzò lo sguardo su di lei. << Cosa gli dirai, ora che non hai vinto? >>.

 

Irina si strinse nelle spalle: non le sembrava un problema grave, in quel momento. << Lo sapeva che non avrei vinto. Voleva solo prendere tempo, secondo me >> Sorrise, un po’ più rilassata, << Bella gara, comunque, non credi? Molto stimolante >>.

 

Xander ridacchiò, si alzò e si avvicinò pericolosamente. Lei fece un passo indietro.

 

<< Allora mi devi qualcosa, immagino, visto che ho vinto… >> sussurrò.

 

<< E cosa vorresti? >> domandò Irina, con fare provocatore.

 

<< Ah, che so… Le chiavi della tua macchina, magari >> disse lui, con il suo ghigno lupesco, << Ma mi accontento anche di quelle di casa tua, se non ti dispiace >>.

 

Irina scoppiò a ridere. << Casa mia è sempre aperta, non avrai bisogno di chiavi >> ribatté, e con un cenno della mano lo salutò, diretta a casa. Consapevole di aver appena detto una grande verità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 15.00 – Casa Challager

 

<< Dannazione, ti sei fatta battere come una principiante >> sibilò William, << Ti avevo detto di darti da fare >>.

 

Irina stava in piedi, guardando lo Scorpione muoversi avanti e indietro per il soggiorno della sua grande casa, nervoso.

 

<< Hai chiamato tu la polizia, allora >> disse, arrabbiata.

 

William si fermò e si voltò a guardarla, gli occhi freddi come il ghiaccio. Si avvicinò, e prese Irina per il collo della maglia. << Quello che faccio io non ti riguarda, chiaro? Avevi sono un ordine: vincere. E tu non lo hai rispettato. Sta zitta, e non osare mai più rivolgerti a me in questo modo >>.

 

La lasciò andare, e la ragazza capì che la situazione stava degenerando: se William si comportava in quel modo, allora aveva davvero paura. E iniziava ad averne anche lei, per se stessa ma soprattutto per Xander. Doveva metterlo di nuovo in guardia, perché Dimitri non sarebbe stato certo come Fenice.

 

Si voltò, guardando fuori dalla finestra. Faceva caldo, e ormai erano a metà giugno. Ascoltò William e Dimitri che parlavano, uno in piedi, l’altro seduto sul divano di pelle.

 

<< Ti sfiderà presto >> disse lo Scorpione, << Quindi devi darti una mossa a prepararti. Penso che nel giro di una settimana vi ritroverete l’uno davanti all’altro >>.

 

<< L’ho visto gareggiare: non è così forte come credi >> ribatté Dimitri, << Lo batterò, e sarò spietato. Oltretutto, sarà costretto a utilizzare la BMW, ora che gli hanno distrutto l’altra. E io non sono certo come Irina >>.

 

La ragazza si voltò a guardarlo. Il russo la scrutava con aria di superiorità, come per prenderla in giro. Qualcosa brillò nei suoi occhi, e William lo guardò sospettoso. Dimitri era più furbo di quando avesse sospettato: forse lo Scorpione non aveva ancora capito, ma il russo sembrava stranamente consapevole di quello che stava accadendo alle spalle del suo capo. Strano che non gli avesse detto ancora niente. Sentì lo stomaco stringersi in una morsa, ma tenne strette le labbra per non farsi scappare nemmeno una parola. Continuò a guardarlo negli occhi, cercando di capire cosa stesse pensando, finché non lo vide diventare improvvisamente serio.

 

<< Ho intenzione di farlo fuori, se sarà necessario >> continuò, fissandola inespressivo.

 

<< Cosa che Irina non era disposta a fare >> ribatté William, << Ma questo lo sapevo già… Credo abbia un debole per Went >>.

 

Lo Scorpione si voltò, facendo un passo verso di lei, il sorriso gelato che mostrava i denti bianchissimi. Piantò i suoi occhi in quelli della ragazza e disse: << Mi sto sbagliando, forse? Ma ti perdono, bambolina, in fondo sei solo una ragazza >>.

 

Sottolineò le ultime parole con un inflessione della voce, e Irina si sentì sperduta. Era vero, era solo una ragazza, troppo giovane e troppo sciocca per fregare uno come lui. Stava rischiando tutto inseguendo una speranza che correva con un’auto di lusso.

 

Cercò di apparire inespressiva quando rispose: << Ho fatto del mio meglio… Se non avessi chiamato la polizia forse avrei vinto >>.

 

William fece una smorfia. << Ti avrebbe doppiato, cretina, se non avessi chiamato gli sbirri >> disse, << Ma da gentil’uomo qual è ti ha anche dato una mano e sbarazzarti di loro… Idiota. Non ha ancora capito cosa siamo in grado di fare… Come credo non la abbia capito nemmeno tu >>.

 

Irina sussultò, incassando la frase senza ribattere. Non poteva farlo, visto che avrebbe perso, come tutte le volte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 17.00 – Casa di Xander

 

<< Sono sicura che sospettano qualcosa >> disse Irina guardandolo con occhi spaventati, << Dimitri è pronto a farti fuori, se non riuscirà a batterti >>.

 

Xander guardò la ragazza seduta sul divano, Tommy in braccio che mangiucchiava i biscotti che gli aveva offerto Nichole, ora chiusa in cucina. Gli sembrava quasi presa dal panico.

 

<< Non spaventarti >> disse, << Tranquilla. Mi aspettavo una reazione del genere, da parte loro. Sono perfettamente in grado di guardarmi le spalle >>. La sua mente corse involontariamente alla pistola che si portava sempre dietro, ben nascosta addosso.

 

<< Tu non capisci! >> sbottò Irina, e Tommy la guardò perplesso, << Perché credi che Dimitri sia soprannominato il Mastino? Ha fatto fuori più gente lui che tutte le gare di canyon messe insieme! >>.

 

Xander si trattenne dal ridere: la ragazza era seriamente preoccupata per lui, ma non si sentiva in pericolo al momento. Guardò fuori dalla finestra del soggiorno, nel giardino assolato.

 

<< Vi siete incontrati? >> domandò.

 

<< Sì, ieri >> rispose Irina, << Era furioso. Si sono messi a parlare della vostra gara… E Dimitri ha fatto una strana allusione… Ha detto che lui non è come me. Sapevano che non ti avrei fatto del male >>.

 

Xander ebbe per un attimo il sospetto che William le avesse fatto qualcosa, ma poi pensò che stava diventando iperprotettivo.

 

<< Ha detto altro? >>.

 

<< Si è accorto che mi hai aiutato con la polizia >> rispose Irina, tirando a sedere accanto a lei Tommy, che nel frattempo si era alzato << Ti ha dato dell’idiota, dicendo che hai fatto il gentiluomo >>.

 

Xander inarcò un sopracciglio, perplesso. Forse William sospettava qualcosa, ma non quello che Irina credeva. Molto probabilmente lo Scorpione pensava che stesse cercando di portarle via la ragazza, e non si sbagliava tanto a pensarlo.

 

<< D’accordo >> disse, guardando il bambino scendere dal divano e indicare qualcosa in giardino, << Ma non è che è solo geloso? >>.

 

Irina rimase interdetta: lo guardò senza capire, poi soffiò: << Cosa intendi? >>.

 

Xander sorrise. << Magari pensa che io ti abbia aiutata perché crede che stia cercando di farmi bello ai tuoi occhi >> spiegò.

 

Irina lo fissò e sembrò trattenersi dallo scoppiare a ridere. << E perché dovresti farlo? >>.

 

Sbuffò e lasciò il discorso in sospeso: non era in vena di provocazioni. Guardò Tommy e disse: << Tra un paio di giorni è tutto pronto per farlo tornare da sua madre >>.

 

Irina si rabbuiò. << Lo porterò io >> disse solo.

 

<< No, lo porto io >> ribatté Xander, << E’ meglio, credimi >>.

 

Irina sospirò. << Va bene >> convenne, << Faremo come dici tu… >>.

 

In quel momento sentì la porta di casa aprirsi, e comparire sulla soglia Jess accompagnato nientemeno che da Jenny. L’informatico non era sorpreso della sua presenza, ma la ragazza sì. Fissò Irina per un momento, poi lui.

 

Xander gli rivolse un sorriso. Jenny gli era simpatica, e ormai la conosceva abbastanza da poterla definire la versione femminile di Jess. L’informatico l’aveva portata a casa diverse volte, e per lui non rappresentava una novità: coppia fissa, la loro. Era stato strano all’inizio, e anche un po’ irritante, ma ora non ci faceva più caso.

 

<< Ciao Irina >> salutò Jenny, << Ciao Xander >>.

 

Li raggiunse in un attimo e si sedette sul divano, spostando lo sguardo da Irina a lui. Jess stava parlando con Nichole, in cucina, molto probabilmente per chiedergli di portare qualcosa da bere.

 

Irina sembrava imbarazzata, anche perché l’amica la stava praticamente sottoponendo ai raggi x. E molto probabilmente Jenny si stava dannando perché non possedeva la facoltà di leggere nel pensiero, in modo da capire che cosa avessero fatto loro due fino ad adesso.

 

<< Ragazzi >> disse alla fine Jenny, come se dovesse rivelargli qualcosa di importantissimo, << Ho deciso di organizzare una cosuccia per la fine delle lezioni, vi va? >>.

 

Irina annuì e sorrise impercettibilmente.

 

<< Una sera di queste vorrei che andassimo a mangiarci una pizza tutti assieme… >> continuò, rivolgendo a Xander uno sguardo piuttosto eloquente, << E poi potremmo andare da qualche parte… Che ne so, sul lungo mare… >>.

 

“Tu dovresti lavorare in un’agenzia matrimoniale” pensò Xander, ridendo sotto i baffi. Aveva capito benissimo dove Jenny voleva andare a parare…

 

<< Oh, va bene >> fece Irina, poco convinta, << Si può fare… Ne hai parlato con le altre? >>.

 

<< Certo, mancavi solo tu >> rispose Jenny, << Xander, verresti? >>.

 

Lo fulminò con un’occhiata, perché la sua domanda era retorica: se avesse solo osato titubare, lo avrebbe azzannato. << Mi farebbe molto piacere >> rispose con un sorriso.

 

Guardò Irina con la coda dell’occhio, e le sembrò preoccupata. Poi venne distratto da qualcosa che disse Jenny.

 

<< Chiedi anche a Max al suo amico Antony >> stava dicendo, << Più siamo, meglio è >>.

 

Xander ebbe un moto di stizza. Pure Max? A essere sincero, non gli stava proprio simpatico… E doveva essere altrettanto per lui, perché quelle poche volte che si erano incrociati non gli era parso molto bendisposto nei suoi confronti.

 

Irina, invece, sembrò rilassarsi. << Va bene, glielo chiederò. Chi si occupa di organizzare? >> domandò.

 

<< Io, naturalmente >> rispose Jenny, zuccherosa. << Voi pensate solo a un modo per venire… Magari organizzatevi per le macchine… >>.

 

Xander alzò gli occhi al cielo, ma non disse niente. Irina fissò Jenny divertita e si alzò.

 

<< Io… Bé, vado >> disse, prendendo Tommy per mano, << Ci sentiamo >>.

 

Salutò tutti e uscì, lasciando Xander in balia dei due piccioncini. Jess apparve all’improvviso e si sedette di fronte a lui.

 

<< Jenny… >> cominciò Xander, divertito, << Guarda che non è necessario che mi minacci… La vado a prendere io, Irina, se è questo che ti preoccupa >>.

 

La ragazza fece un sorriso poco convinto. << Mah, volevo esserne sicura >> disse, << Non mi risulti molto prevedibile… Poi lo so come è fatta, dovrai letteralmente prenderla di peso, perché odia dipendere da qualcuno… Anche se sei tu, senza offesa naturalmente >>.

 

Xander ridacchiò. Jenny era proprio assurda.

 

<< Spiegami perché devono venire anche Max e l’altro suo amico, che tra l’altro non ho mai visto >> domandò lui.

 

Jenny si strinse nelle spalle. << Saranno di compagnia… E poi ci sono anche Katy e Angie>> rispose, << Più siamo, più ci divertiremo >>.

 

<< Jenny, lo stai terrorizzando >> si intromise Jess, << Xander penserà che tu voglia piazzare chiunque conosci >>.

 

<< Non voglio piazzare nessuno >> ribatté Jenny, offesa, << Cerco solo di aiutare le giovani anime sole in cerca di un cuore da abitare >>.

 

Xander la fissò per un momento, e Jess fece altrettanto, sbalordito. Poi scoppiarono entrambi a ridere.

 

<< E io sarei una giovane anima da aiutare? >> chiese Xander, continuando a sbellicarsi.

 

<< Esattamente >> disse Jenny, seria. << Anche perché se continui così, la farai impazzire >>.

 

<< Perché? >>.

 

<< Ti rendi conto, vero, che Irina non sa che pesci prendere? >> disse Jenny, << Esattamente come te. Tu fai tanto il furbo, però non concludi mai niente… >>.

 

Preso in contropiede, Xander diventò serio.

 

<< Ho i miei motivi >> disse, calmo, << E Jess li conosce. Non ti sto dicendo che Irina non piace, anzi, ma per il momento preferisco fare di testa mia. Non penso sia un problema, no? >>.

 

<< Ancora non ho capito questa storia dei “motivi” >> disse Jenny, piccata, << Quando vi deciderete a dirmi esattamente cosa fate? >>.

 

Argomento top-secret. Jenny non sapeva che erano dell’F.B.I., perché Jess non glielo aveva detto. Si fidavano di quella ragazza, ma non potevano svelarle niente finché non fosse tutto finito.

 

<< Quando arriverà il momento, giuro che te lo diremo >> promise Jess, prendendole una mano.

 

Prima che iniziassero a sbaciucchiarsi, Xander si alzò e lasciò la strana coppia alle sue effusioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ore 18.00 – Garage

 

Irina bussò delicatamente alla porta del garage di Max, e attese. Di solito a quell’ora lui si trovava sempre lì, a occuparsi di qualche modifica alla sua auto. Teneva Tommy per mano, cercando di rimanere tranquilla.

 

Gli era dispiaciuto avere quella discussione con Max. Lo considerava come un fratello, e non sopportava di sapere che lui ce l’avesse con lei. Sperava di poter chiarire e far tornare le cose come prima. In fondo, era uno dei suoi pochi veri amici.

 

Il ragazzo aprì la porta e la guardò dall’alto in basso, come se la vedesse per la prima volta. Rimase immobile, bloccandole l’entrata con aria seria.

 

<< Posso entrare? >> domandò Irina timidamente. Tommy rivolse un flebile “tao” a cui Max non rispose.

 

Grugnì e si spostò, lasciandola entrare nel garage illuminato dal neon sul soffitto. La Golf rossa era tirata a lucido, brillante sotto la luce artificiale. Il meccanico si sedette su uno sgabello e incrociò le braccia.

 

<< A cosa devo la tua presenza? >> chiese sarcastico, gettando uno straccio sul piano di lavoro.

 

Irina sorrise, sapendo di avere almeno un po’ di torto.

 

<< Scusami, mi sono comportata male con te >> disse, cercando di guardarlo in faccia, nonostante lui continuasse a evitare il suo sguardo. << Non avrei dovuto risponderti così… Ma sono stata presa da un po’ di cose >>.

 

<< Già, soprattutto dal tuo amico >> ribatté Max, senza guardarla.

 

Ancora quella storia. Irina sbuffò: non capiva cosa avesse contro Xander. In fondo non gli aveva chiesto nulla, non lo aveva scocciato, non si era fatto vedere. Si erano solo incontrati un paio di volte, e Max aveva sempre fatto capire di non poterlo sopportare.

 

<< Dimmi chiaramente cosa ti da fastidio >> disse Irina, tranquilla, << Così cerco di trovare una soluzione >>.

 

Max si voltò, e la guardò con gli occhi ridotti a fessure. << Vuoi sapere cosa mi da fastidio? >> sibilò, << Te lo dico subito. Appena è arrivato lo hai trattato come un principino, lo hai aiutato e sei corsa subito da lui quando ti ha chiesto di fargli da appoggio. E perché? Lo so io il perché. Perché ti piace! >>.

 

Irina sussultò, e scosse la testa. << Ma cosa stai dicendo? >> disse arrabbiata, << E anche se fosse? Non sei mio padre, e credo di essere abbastanza grande da decidere cosa fare! >>.

 

<< Certo, ma ti fai ancora fregare come una bambina di due anni! Non hai capito che non gli interessa altro che il tuo aiuto? >> sbottò Max, << Ti sta addosso solo perché non vede l’ora di portarti a letto un paio di volte, e poi lasciare che tu finisca in prigione >>.

 

Irina era sconcertata: non aveva mai visto Max comportarsi in quel modo. Le stava facendo una scenata di gelosia in piena regola, ma non ne capiva il motivo. Si era fatto idee assurde riguardo a Xander, che lei non condivideva minimamente.

 

<< Non mi ha mai nemmeno sfiorata! >> disse tra i denti, anche se non era proprio la verità.

 

<< Nooo, ha fatto il bravo ragazzo tutto il tempo, eh? >> ribatté Max, << Te l’ho già detto: la gente in giro vede, e parla. Credi che nessuno si sia accorto che ti sta praticamente addosso? E’ come William, Irina, non l’hai capito?>>.

 

Irina era basita. Max ce l’aveva proprio con Xander.

 

<< Ti sbagli >> ribatté, furiosa, << Tu non lo conosci. Lui è William sono lontani anni luce >>.

 

La sua voce tremò per un attimo: quella era una bugia, che tentava di propinare a Max e anche a stessa. Xander e William erano più simili di quanto lei volesse ammettere. Per questo entrambi era riusciti a sfondare il muro che la circondava.

 

<< Certo >> fece Max, sarcastico, << Lontani anni luce… Dimmi, sei forse diventata cieca? Non lo vedi che si somigliano? Xander è come William: fa tanto il perfettino, pieno di soldi, ma poi è un bastardo di prima categoria … Dimmi se non sto dicendo la verità >>.

 

Irina rimase in silenzio. Tommy li guardava spaventato, e sembrava avere le lacrime agli occhi. Gli strinse la manina e gli rivolse un sorriso per rassicurarlo. Falso.

 

Come sempre quando parlava con Max, si accorgeva che lui aveva sempre ragione. Xander non si era mai sbilanciato con lei: gentile, premuroso, ma non ci aveva mai veramente “provato”. Però poco dopo la loro gara, quando erano a casa sua, l’aveva costretta a sedersi sopra di lui… E poi, rimaneva quel vuoto nero dovuto all’alcool di Las Vegas… Cos’era successo veramente? Perché di sicuro qualcosa era successo.

 

Frustrata, si voltò di scatto. Tommy la seguì, barcollando.

 

Perché Xander si comportava in quel modo? Perché arrivava sempre a un certo punto, e poi si tirava indietro?

 

<< Allora? >> la incalzò Max, << Perché non rispondi? Perché non lo difendi a spada tratta? >>.

 

<< Va bene, Max, hai ragione >> disse Irina, << Diciamo che alla fine non gliene importi nulla di me, che come dici tu ha solo voglia di togliersi qualche sfizio e approfittare della mia stupidità… Hai ragione, è vero, sono un’illusa. Lo sai meglio di me, no? Ma se ti aspetti che dopo quello che mi hai detto smetta di aiutarlo, ti sbagli di grosso >> il suo sguardo divenne duro, << Se hai qualche problema con Xander, risolvilo con lui e non prendertela con me, chiaro? Se pensi veramente che mi stia usando, vai da lui e diglielo >>.

 

Max la guardò sorpreso, poi ribatté: << Pensi che non abbia il coraggio di farlo? >>.

 

<< Sei tu il duro della situazione. Se pensi di avere ragione, fallo >>.

 

Tutti i suoi propositi di fare pace con Max erano andati all’aria. In un attimo, toccando l’unico tasto debole, si erano di nuovo ritrovati l’uno contro l’altra. Era troppo arrabbiata per cercare di trovare un punto di incontro, ma sapeva che forse Max aveva ragione. Stava diventando una stupida cocciuta, ma lei non riusciva proprio a pensare male di Xander. Nemmeno per un attimo.

 

Max si alzò in piedi, tirò fuori il cellulare dalla tasca e la guardò con l’aria di sfida.

 

<< Va bene >> disse, premendo i tasti del telefono con impeto, << Farò a modo tuo >>.

 

Confusa, Irina lo guardò portarsi il cellulare all’orecchio.

 

<< Alexander? Sono Max >> disse con la voce che sembrava un cubetto di ghiaccio, << Ci dobbiamo vedere. Dobbiamo parlare. Adesso. D’accordo, ci vediamo alla mia officina >>.

 

Chiuse la telefonata e fissò Irina con un sorriso per niente amichevole. Irina lo fulminò con lo sguardo, prese Tommy in braccio e se ne andò, sbattendo la porta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice

 

Poche righe per dire che continuo ad avere problemi con il pc… Non so nemmeno quando me lo ridaranno. Quindi, ringrazio tutti per le recensioni, e continuate a lasciarmele che io le leggo e le apprezzo moltissimo. Un bacio grande!

 

 

 

 

  
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