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Autore: Biblioteca    18/12/2023    1 recensioni
E se Harry non fosse mai cresciuto con i Dursley?
Se la McGrannitt, Hagrid e Piton, di comune accordo (e con molti complici) avessero deciso di portare Harry a Hogwarts prima del tempo e di crescerlo al sicuro?
Harry Potter sarebbe sicuramente stato diverso, al primo anno come ai successivi. Ma come e quanto sarebbe cambiato? E perchè?
In questa prima storia (che inizia la notte prima dei suoi undici anni e finisce con il suo smistamento) voglio presentarvi un Harry Potter diverso e vedere, insieme a voi, se può diventare un personaggio interessante su cui lavorare o restare solo una fantasia di una storia diversa dalle solite...
Genere: Fantasy, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Minerva McGranitt, Rubeus Hagrid, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Quando arrivarono con la motocicletta che era ormai il crepuscolo, sia Harry che Hagrid notarono subito il puledro dorato corrergli incontro.
Quando Harry scese, l’animale saltellava e nitriva felice e per poco non saltò addosso a Harry. Il ragazzo, per calmarlo, dovette prendergli il muso e stringerlo forte.
“Si vede proprio che è felice di vederti!” Commentò Hagrid sorridendo allegro.
Alla capanna del mezzogigante, li aspettava la McGrannitt che porse subito un biberon a Harry. Il giovane aveva appena preso l’oggetto che l’animale si attaccò avidamente alla mammella.
Harry girò il biberon in modo che il latte andasse verso il basso e così iniziò a nutrirlo.
“Ho provato tutto” disse la McGrannitt “anche a mettere del miele sul ciuccio. Ma niente. Non ne voleva sapere.”
“Eh. Le creature magiche sono più testarde di noi.” Fece Hagrid facendo a Harry l’occhiolino.
“Com’è andata la vostra giornata?” chiese la maga.
“Molto bene! Ho preso tutto! Sono pronto per la scuola!” esclamò Harry.
“Confermo! Il ragazzo ha tutto!” ribadì Hagrid.
Ci fu una breve e strana pausa durante la quale la professoressa fissò il guardiacaccia con un’espressione molto strana.
“E… Quella?” domandò infine la donna.
“Quella? AH! QUELLA! Sì sì! L’ho presa!” fece Hagrid battendosi il petto “Tutto bene!”
“Allora è meglio che tu vada subito da Silente. Se ti chiede qualcosa digli che prima hai voluto dare un’occhiata all’unicorno. Hai l’oggetto che ti ha dato Piton?”
“Certo!”
“Allora ci vediamo dopo.”
“Allora a dopo professoressa, a dopo Harry!”
E Hagrid li lasciò soli alla capanna.
Intanto Quercia aveva finito di succhiare il latte e si era andato ad accucciare vicino a Thor davanti al camino.
“Allora Potter, ti senti davvero pronto?”
“Certo professoressa!”
“Molto bene. C’è una cosa che dovrai fare però il primo giorno: dovrai andare alla stazione di Londra a prendere il treno insieme a tutti i tuoi compagni. È l’unico modo per non attirare sospetti, capisci?”
Harry annuì.
“Ma fino ad allora, puoi stare qui ad occuparti del tuo amico.” Mentre parlava, Harry notò uno strano lampo negli occhi della professoressa, come di tenerezza “Sai Potter, forse questo piccolo gioco del destino non è poi del tutto un male: è estate, c’è un tempo magnifico ed è giusto che tu ti goda un po' di esterno.”
“Pensa che il puledro sarà abbastanza grande quando dovrò venire a scuola?”
“Le creature magiche crescono molto in fretta Potter.”
“Professoressa?”
“Sì?”
“Quando… beh, vivevo con i Dursley, durante l’estate le scuole erano chiuse e i professori non restavano a scuola d’estate. Anche voi, mi ricordo, gli anni scorsi siete stati meno con me durante l’estate. Se c’era qualcuno, era soprattutto Hagrid.”
“Oh Potter questa è un’estate speciale. Stiamo preparando tutto per il tuo arrivo.”
Harry fissò la donna.
“Avrai notato” proseguì lei “che a Diagon Alley sei molto conosciuti.”
“Beh sì, tutti sono stati gentili con me.”
“E continuerà ad essere così. I tuoi compagni conosceranno la tua storia perché è stata raccontata dai loro genitori, se maghi. E chi non la conosce, la scoprirà presto. Ovviamente ti faranno molte domande e tu…”
“…Dovrò essere pronto a dire che vivo con i Dursley e so molto poco della magia.”
I due si scambiarono un sorriso di complicità.
“Però non capisco ancora perché vengo considerato speciale. Non può essere solo questa cosa di Voldemort- ” appena pronunciò quel nome, la McGrannitt sobbalzò così forte da rovesciare una tazza di tè poggiata sul tavolo. Il puledro lanciò un lungo nitrito e perfino il fuoco nel camino sembrò scoppiettare violentemente.
“POTTER!” esclamò la donna “Quel nome! Chi ti ha detto quel nome!?”
Harry, che era sbiancato di fronte a quella catena di reazioni, non rispose. Non avrebbe di certo messo nei guai Hagrid che aveva solo soddisfatto un suo capriccio. Però solo in quel momento capiva quanto quel nome era realmente temuto dal mondo dei maghi.
“Le… Le voci girano…” provò a dire.
“Nessuno nel mondo magico pronuncerebbe mai quel nome! Voglio sapere dove l’hai sentito! Esigo-”
“L’ho letto!” disse allora Harry “Era nel libro di storia!”
In realtà, non era sicuro che quel nome fosse presente. E forse non ne era sicura neanche la McGrannitt perché lo fissò con uno sguardo severo e indagatore prima di aggiungere: “Forse c’era anche scritto che quel nome non va mai pronunciato!”
Harry tacque e chinò lo sguardo.
La donna si avvicinò a lui e gli mise una mano sulla spalla.
“Perdonami Potter… Capisco la tua necessità di capire quanto è accaduto. Ma come ti ho detto, purtroppo, non è molto chiaro. Con gli studi, e con il tempo, comprendendo la magia, forse capirai anche tante cose di quanto è accaduto.”
“C’è una cosa che non mi torna.” Disse con un filo di voce Harry “Lei ha detto che Vo… Che noi-sappiamo-chi è scomparso. Ma non se è morto. Ho capito bene?”
La McGrannitt non rispose. I suoi occhi erano pieni di malinconia. Poi però disse decisa: “Non ha mai più fatto sentire la sua presenza nel mondo magico. E io ritengo che dobbiamo cercare di essere più ottimisti possibili circa la sua dipartita. E comunque, non è il momento di pensarci, Potter. Perché ora devi concentrarti sul tuo amico Quercia. Questa prova di crescita e supporto, credo, non possa che farti bene.”
Harry annuì. Si diresse verso Quercia per osservare un po' il fuoco insieme a lui.
Mentre si accomodava, un dolore forse lo colse all’improvviso: la cicatrice pulsò e il cavallo nitrì di nuovo.
Il dolore durò pochissimo ma bastò ad Harry per cadere di sedere sul tappeto.
“Potter! Che succede?”
Non aveva parlato del dolore alla cicatrice quando era arrivato la prima volta, nella foresta. Perché avrebbe mai dovuto farlo? Per quanto strano, non gli era sembrato importante, e aveva senso che nel punto di una vecchia ferita potesse sentire dolore.
Ora però, così all’improvviso e così breve…
“Niente, tutto bene…” disse rimettendosi seduto “Sono solo un po' stanco.”
Qualcosa nella testa gli suggeriva di non dire nulla, anche se non ne capiva il motivo. La McGrannitt gli credette subito e annuì, mentre Quercia gli appoggiò il muso sulle gambe. I suoi occhi lo fissarono lasciando capire che lui non si era bevuto la bugia.

 
  
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