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Autore: stardust94    22/12/2023    1 recensioni
Nello spettro visivo ci sono sette colori fondamentali. Rosso, Arancione, Giallo, Verde, Blu, Indaco e Viola.
Questi colori rappresentano la nostra anima il nostro destino e sono una parte di noi della nostra personalità. Sono il nostro cuore.
cos'è il vero coraggio?
“Se lo chiedessero a me risponderei che il coraggio... il vero coraggio è quella forza che ci spinge ad andare avanti e lottare, anche quando tutto ci sembra insensato e inutile.”
questa è la storia di eroi che con il loro coraggio, affronteranno l'oscurità del silenzio e salveranno dalla distruzione non uno ma ben due mondi.
Si sa che i veri eroi, sono quelli che non sanno di esserlo.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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cap 3 notti di passione, domande (quasi) senza risposta e nuove e vecchie amicizie
 


In un comodo letto matrimoniale con lenzuola pregiate e bianche, il profumo inebriante di una notte di passione appena trascorsa, la risvegliò dal suo sonno. Una cascata di capelli color menta scivolò fuori dalla calda stretta protettiva delle lenzuola, Giselle si aggiustò immediatamente i capelli con la mano, ancora assonnata. La passò sul collo ove faceva capolino un visibile segno lasciato dal suo amante. La ragazza meditò di doverlo coprire prima di recarsi al suo dormitorio e scostando la coperta si alzò.

Il corpo sinuoso e nudo recava ancora il passaggio di quel uomo mentre la ragazza, andava dritta verso il bagno aprendo subito l'acqua facendosi così una calda doccia sospirando al pensiero che il profumo di lui sarebbe svanito come quella ennesima notte cullata tra le sue braccia, assaggiando i suoi baci roventi. Si toccò il collo e le spalle e quella sensazione si fece via via più vivida nella sua mente. Una goccia scivolò lungo la sua fronte scendendo sulla guancia e picchiettando sul pavimento della doccia. La ragazza si scrollò indietro la chioma aggiustandosi le ciocche ribelli. Sollevò il capo e lasciò che l'acqua le scendesse sul viso come a risvegliarla dal suo torpore.

Chiuse l'acqua interrompendo lo sciamare dei pensieri che le assillavano la mente e dopo essersi asciugata per bene, si fece una sorta di turbante con uno degli asciugamani e l'altro lo legò in vita. Fu allora che sul comodino notò un biglietto. Lo prese aprendolo delicatamente e il profumo del dopo barba di quella persona le solleticò le narici, portò il biglietto vicino alle labbra e chiuse gli occhi. In qualche modo era come averlo vicino a lei, sorrise e finalmente lesse quelle poche righe.

“ Ci vediamo stasera, non fare tardi, al solito posto.
Ps: ti ho lasciato una cosa nel mini frigo”


Come al solito non si firmava ma aveva una calligrafia che avrebbe riconosciuto ovunque.

La ragazza poggiò il biglietto e a passo lento si diresse al comodo e piccolo frigorifero. Quando lo aprì, dentro ci trovò un budino al caramello. Si leccò le labbra e prendendolo lo aprì mangiandolo sedendosi sul letto e accendendo la televisione. Le solite notizie, l'uscita dell'ultimo singolo degli Stray's, qualcosa su un incidente avvenuto a Shibuya e consigli per lo shopping. La ragazza posò sul comodino la scatolina vuota del budino al caramello e raggiunto l'armadio lo aprì cercando la sua uniforme scolastica. Lisciò la gonna blu e la camicia bianca con il logo della scuola una stella con al suo interno la scritta Star, la trovava elegante e carina soprattutto i colori bianco e blu e la S che era in realtà una chiave di violino. Si vestì controllandosi allo specchio, si spazzolò i capelli indossando un cerchietto bianco e calzando le ballerine nere, prese la giacca e la borsa uscendo.

Il vento di Dicembre decise di rovinare tutti i piani che si era fatta quel giorno. Le scompigliò l'inusuale chioma verde ereditata dal padre, cosa che la fece sbuffare e mentre cercava di aggiustarsi i capelli, la ragazza ricevette un messaggio. Prese il cellulare fermandosi alla fermata del autobus, non aveva voglia di chiedere al autista e nonostante fosse giunta a Tokyo da nemmeno una settimana, voleva evitare che si sapesse troppo in giro della sua famiglia. Certo sarebbe stato inevitabile ma più lo poteva tenere nascosto meglio era per lei.

Da Serena - sono in ritardo lo so! Giuro che arrivo! Tanto è il primo giorno no? Figurati se i prof rompono il cazzo di prima mattina il primo giorno. Vero? Comunque mi devi prestare lo smalto mi si è sbeccata un unghia

Giselle controllò l'orario sul cellulare era perfettamente in ritardo una cosa non da lei. Sospirò per poi prendere con una mano il cellulare mentre l'altra stringeva il palo della fermata, la panchina era piena di persone, alcune erano in piedi come lei e aspettavano alcuni nervosi altri assonnati il bus. Decise di rispondere al amica anche se ne aveva poca voglia. Lei e Serena Parker erano le cosiddette amiche a mesi alterni, cerano volte dove proprio non la poteva reggere e altre dove si divertiva abbastanza.

Da Giselle – io sto aspettando l'autobus sarò lì in venti minuti. Comunque non siamo in ritardo, non tanto. Quindi non farti venire un attacco di isteria. Come hai fatto a sbeccarti l'unghia?

La vibrazione del cellulare attirò nuovamente lo sguardo di Giselle che per un istante aveva vagato verso le persone sedute e la strada sulla quale passavano freneticamente le automobili.

Da Serena - colpa di mio padre mi ha lanciato la palla da basket in faccia. Ancora non accetta che voglia seguire la carriera di mamma e non parliamo poi delle lamentele sul sesso, non bere, non fumare non scopare, se non la smette mi verrà un esaurimento nervoso Gisy!

Da Giselle - se lo fai preoccupare ci credo che ti tiene sotto sorveglianza. Mostrati matura, non fargli il verso e mostrati piena di entusiasmo per la tua vita scolastica. Se fai così sicuramente ti vedrà sotto una luce diversa. Come sono andate le vacanze comunque?

Da Serena - da sballo! Siamo andati a Los Angeles e abbiamo visitato anche Hollywod. Tu invece? Solito resort? O quest'anno i tuoi ti hanno dato buca?

Giselle si lasciò sfuggire un sorriso prima di rispondere digitando con velocità il messaggio mentre finalmente con grande sollievo di tutti arrivò il suo autobus sul quale si apprestò immediatamente a salire

da Giselle – solito andazzo. Siamo arrivati al resort e il tempo di stare insieme come una famiglia normale che già avevano da fare. Mia madre è stata chiamata a girare delle scene aggiuntive per il nuovo film, mentre mio padre è dovuto tornare in ufficio per dei documenti. Alla fine ho passato il compleanno sola, come sempre.

sola come sempre

in realtà non era così. Inizialmente era stata sola come tutto gli anni, ma qualcosa era cambiato quando aveva conosciuto lui...

poggiò le sue valige sul letto in malo modo. La madre le aveva chiesto scusa dicendole che avrebbero potuto festeggiare il compleanno il giorno seguente. Lei sospirando le aveva fatto notare che il compleanno di una persona, andava festeggiato il giorno nel quale quella data persona compieva gli anni. ma poi vedendo l'espressione seria e severa del padre, si era limitata ad annuire.

Era rimasta sola, la notte del suo sedicesimo compleanno
Una parte di lei non aveva così voglia di uscire dalla stanza d'albergo, ma l'altra quella che nascondeva bene ovvero quella ribelle, era seccata e desiderosa di svagarsi.

Aprì di corsa l'armadio e indossò subito un corto abito verde smeraldo seducente e senza spalline con uno scollo a cuore, si truccò con attenzione e sistemò i capelli in una coda alta di cavallo poi abbassandosi aggiustò il cinturino dei tacchi prima di prendere giacca e borsa e uscire andando verso il bar del hotel. Avrebbe festeggiato a modo suo mandando metaforicamente al diavolo i genitori che sembravano pensare solo a loro stessi e al loro lavoro.

Nella hall del hotel non cerano molte persone, qualche ragazzo e ragazza che chiacchierava animatamente, un uomo al bancone che beveva e una coppia che si scambiava effusioni su un divano. Giselle portò una mano tra i capelli e se li sciolse mettendo in borsa l'elastico quando improvvisamente lo vide e sembrò quasi che tutti i muscoli del suo corpo tesi si rilassassero al istante.

Un ragazzo di qualche anno più grande di lei forse, era in piedi poggiato alla porta della terrazza. Controllava nervosamente un cellulare ma ciò che colpì in pieno Giselle fu l'aspetto del ragazzo in questione. Non tanto gli abiti da punk o delinquente poco di buono come avrebbe detto suo padre, no a colpirla furono i capelli scompigliati di un verde fluo assurdo, come se volessero dire: sono qui mi vedete?

Si toccò una ciocca dei suoi, anch'essi verdi, quelli che la conoscevano ci scherzavano parecchio su, cera chi non credeva che fossero naturali e alle medie alcune ragazze l'avevano emarginata affermando che Giselle li avesse tinti per attirare l'attenzione su di se, come se già il lavoro e prestigio dei suoi non la attirasse. Ma quel ragazzo era così disinvolto come se nulla potesse turbarlo come se fosse libero. L'altra cosa che attirò Giselle fu il tatuaggio sul suo braccio destro che riprendeva il muso di una tigre. Si sporse leggermente dal angolo del muro notando che ne aveva altri sul collo e sul altro braccio. Alla fine decise di avvicinarsi, anche ammesso che avesse fatto una figuraccia la curiosità era fin troppa per resistere.

Con passo deciso ma portamento elegante la ragazza raggiunse il giovane e gli rivolse la sua attenzione schiarendosi appena la voce.

“ i tuoi tatuaggi sono molto belli.” disse Giselle

il ragazzo sentendo la sua voce sollevò lo sguardo, aveva degli occhi pazzeschi, erano verdi fluo come i capelli. La ragazza si fece sfuggire un sorriso delicato che le increspò le labbra rosse per il rossetto.

“ anche il tuo vestito corto. ti fa un bel culo” rispose lui con un ghigno.

La ragazza portò la mano chiusa a pugno contro la bocca, non riuscì a non farsi sfuggire una risata per tutta questa schietta sincerità da parte del verde che a sua volta, fece un ghigno per poi farle segno di sedersi con lui, cosa che Giselle fece immediatamente, curiosa di conoscere di più di quel giovane misterioso, affascinante e in un certo senso...pericoloso.

“ quindi che cosa rappresentano? Perchè proprio un falco è un lupo?”

domandò poi sfiorando con audacia il braccio del giovane, con il dito seguì i contorni del tatuaggio facendogli venire lievi brividi al contatto con la sua unghia. Lui la osservò da capo a piedi prima di incrociare le braccia non certo seccato più per mettere ancora in evidenza il tatuaggio.

“è un avvoltoio. Sono tutti animali pericolosi per incutere terrore. Ma perchè ad una brava ragazza interessano i tatuaggi di un delinquente?” le domandò calmo

Giselle che a quel “brava ragazza” detto come se fosse qualcosa di noioso o un modo carino per dire una “perfettina guasta feste” aveva a sua volta incrociato le braccia, lo guardò dritto negli occhi mentre le labbra si increspavano in un sensuale e malizioso sorriso.

“cosa ti fa pensare che sono una brava ragazza?” domandò a sua volta

“lo sei. Qui ci sono solo figli e figlie di papà. Perchè tu dovresti essere diversa?” domandò con tono sarcastico

“ perchè io...non sono una figlia di papà. Chi mi dice al contrario che non sia tu a fingerti un delinquente?” domandò lei a sua volta

Il ragazzo poggiò il pugno contro la guancia mentre con l'altra mano, accarezzò lentamente il braccio e la spalla di Giselle beandosi di quel contatto tanto veloce ma in grado di farle venire piccoli brividi che lo rese alquanto soddisfatto. Quella ragazza dallo strano colore di capelli lo stava incuriosendo, forse sarebbe stato un passatempo piacevole prima del colpo.

“Allora che ne dici di provarmelo? O sei buona solo a dare fiato a quella bocca?” Le domandò quasi con sfida.

Giselle punta sul vivo si lasciò sfuggire un ghigno e avvicinandosi con grande audacia strappò al ragazzo un bacio languido facendo sfiorare le loro lingue. Quello che la giovane non poteva aspettarsi era che il ragazzo non solo ricambiasse con malizia e foga quel bacio fino a quasi lasciarla senza fiato, ma anche che facesse scendere la sua mano dalla schiena di lei fino al suo posteriore accarezzandolo e palpandolo, facendole sfuggire un piccolo cinguettio.

“Ma che bei cinguetti che fa questa bocca, fai anche altro? “

Le sussurrò mordendole l'orecchio mentre la mano scivolava sulla sua gamba accarezzandola. Giselle rabbrividì per l'eccitazione del momento e iniziò ad accarezzare i muscoli del giovane, le braccia forti e il collo poi il volto, lui fece incontrare ripetutamente le loro bocche impastandole con la saliva ma quando, con la coda del occhio vide i pochi presenti e il concierge guardarli con aria di rimprovero, la sollevò tenendola in braccio e si alzò con un ghigno.

“ Andiamo in un posto più...appartato.” Le disse

Giselle con il fiato corto e i capelli un po scompigliati, annuì stringendosi a lui. Gli lasciò un bacio sul collo mentre il ragazzo fulminava con sguardo gelido e rude i presenti andando verso le stanze e verso quella che aveva prenotato quella sera in tutta fretta.

Il resto dei ricordi della ragazza, erano sfumati. Ricordava i loro corpi avvinghiati in un amplesso quasi senza fine. Il dolore era durato pochi minuti e il resto era stato solo puro piacere e passione bruciante. Due corpi su un letto in una stanza buia, sudati e accaldati, baci roventi che le percorrevano il corpo, morsi lievi che le davano scosse di piacere mentre lui si insinuava sempre di più dentro di lei sempre più fino a esplodere in un piacere tale da farla gemere e ansimare.
Nemmeno si riconosceva mentre lo cavalcava con la lingua di fuori mentre le sue unghie affondavano nel petto di lui quanto lui affondava in lei senza smettere nemmeno un secondo, senza darle tregua, scatenato come una belva, come quel lupo, quella tigre, quel condor, animali selvaggi e pericolosi come pericolosa era l'attrazione che li aveva portati a unirsi più e più volte in una aspirale di passione che era culminata solo quando entrambi esausti si erano lasciati scivolare sul letto sdraiati. Corpi sudati e accaldati, capelli scompigliati, ansimi dovuti allo sforzo ed estasi sui loro volti. Niente parole, nessuna avrebbe mai potuto sostituire il piacere che avevano provato. A parlare per prima fu Giselle, anche se controllare la voce incrinata dal piacere era un po difficile. La ragazza scivolò sopra il giovane e baciandogli il petto lo osservò. Lui sorrise e le carezzò i capelli e il collo.

“ Giselle...mi chiamo Giselle” sussurrò
“Mido. Io sono Mido, Giselle, ma lascerò che a ricordarlo sia il tuo corpo. “

Le disse con un ghigno per poi lasciarle sul collo un visibile succhiotto beandosi della voce gemente della fanciulla. La ragazza poggiò la fronte contro la sua spalla e sorrise, un genuino felice e probabilmente il primo della sua vita, sorriso.

“ Oggi...è il mio compleanno. Il sedicesimo” sussurrò

Mido fece un ghigno, le poggiò la mano tra i capelli accarezzandoli e la scese, le carezzò la schiena e il sedere sentendola inarcare la schiena si lasciò sfuggire un ghigno. La mise sdraiata divaricandole le gambe e le leccò una coscia baciandola lentamente.

“Allora...devo farti un regalo”

Le disse per poi anticiparla dal parlare dandole piacere con la lingua, infilandosi in lei mentre la ragazza, con un fremito riprendeva ad ansimare e gemere eccitata fino a raggiungere di nuovo il massimo del piacere. Mido si leccò sensuale le labbra e portando un dito alla bocca leccò anche quello prima di lasciare libera la ragazza portandola con i seni contro la sua bocca. Cominciò a leccarli e torturarne i capezzoli mentre la ragazza con le braccia dietro il suo collo, tirava indietro la testa completamente rilassata, godendo della sensazione che la bocca di lui le dava.

“M-Mido...è davvero un compleanno fantastico”

Ridacchiò andando poi a mettersi seduta sopra le sue gambe rivolta verso di lui, baciandolo dolcemente. Lui le ricambiò il bacio e le carezzò i capelli per poi sdraiarsi e far sdraiare lei sopra di lui. Le carezzò i capelli e la schiena fino a farla addormentare e in quel momento, si ricordò del appuntamento con Raito e del colpo. Allungò il braccio e prese il cellulare ma quando vide che erano quasi le due, decise di mandare in malora il piano. Poggiò il telefono e crollò dal sonno stringendo Giselle tra le braccia.



Il telefono vibrò nuovamente distraendo Giselle da quei meravigliosi ricordi. Lo osservò aprendo l'app di messaggistica

Da Serena - quindi alla fine hai passato un compleanno di merda? Dobbiamo assolutamente rifarci! Discoteca?

Da Giselle - meglio di no. Ho gli impegni del Consiglio Studentesco e i Club. Facciamo un altra volta okay?

Da Serena – si, si dimenticavo che tu sei miss. Sempre impegnata. Comunque ho sentito che arriva un nuovo prof? Speriamo sia affascinante, ti immagini? Una relazione proibita con un bel insegnante

Giselle roteò gli occhi guardando fuori dal finestrino, mancava ancora un po alla sua fermata. Si aggiustò i capelli rispondendo nuovamente a Serena.

Da Giselle – tu leggi troppi Shoujo Manga. Vedi di tenere la testa sullo studio. Almeno il necessario per non finire come l'anno scorso. E poi non volevi superarmi miss Numero due?

Allegò al messaggio una faccina con l'occhiolino e sorridendo guardò nuovamente fuori il cielo che stava diventando plumbeo. La risposta piccata di Serena non tardò ad arrivare condita da l'emoji di un dito medio

Da Serena – Sonral, vaffanculo. Quest'anno sarò la migliore sia nella lista degli studenti più meritevoli che al corso di teatro. Preparati!

Da Giselle – va bene. Vedremo. Ora vado ho il cellulare scarico, lo attacco per sicurezza. Ci vediamo tra poco.


Le scrisse quel ultimo messaggio e Serena rispose con lo sticker di un cane che faceva il pollice su. Giselle sorrise e chiuse gli occhi un instante per poi restare ad aspettare l'arrivo del autobus alla sua destinazione la Millenium Star la scuola conosciuta come l' Eden dei Talenti. La scuola che da quel anno avrebbe frequentato anche lei.

 

***


Sentiva i suoni lontani, un piacevole fresco sulla fronte che non gli faceva pesare il pesante mal di testa. Due voci, qualcuno stava parlando? Fece un grande sforzo ma quando aprì gli occhi, ciò che vide era sfocato. Il volto di qualcuno, di una ragazza che a poco a poco si mise a fuoco.

“ Che sollievo ti sei svegliato! Cominciavo a non sperarci più. Come ti senti?”

Era quella ragazza, quella con la Prism trasparente. Scosse il capo e cercò faticosamente di mettersi seduto. Un martellante dolore che non lo voleva lasciare gli faceva girare la testa. Abbassandola la pezza bagnata che aveva sulla fronte cadde davanti a lui.

“Sei stata tu a...mettermela? “ Domandò guardando la ragazza
“ si. Per abbassare la febbre. Ora come ti senti, hai voglia di mangiare qualcosa? “ Chiese lei
“ non molta. Dove siamo?” Domandò lui guardandosi attorno
“ nel caffè di una amica di mia zia. Le ho detto che soffri di pressione bassa e che ti serviva un po di riposo. Ho cercato di nascondere il resto, tipo la ferita alla schiena” gli rispose Erika

Il ragazzo si toccò e tastò schiena e petto trovandosi bendato. Il dolore non era passato ma si sentì un po meglio vedendo che quella ragazza non aveva parlato troppo.

“ Immagino che ti aspetti un ringraziamento. Beh, grazie.” Le disse lui
“ figurati, tu mi hai protetta in quel posto strano. Siamo pari. Piuttosto io sono Erika Kurokami” si presentò lei con un sorriso allegro e gentile
“ Ulrich...Nyx Ulrich. Ma va bene anche Ulrich” le rispose lui voltando lo sguardo di lato guardando il cielo grigio spento fuori dalla finestra
“ ...Ulrich che cos'era quel mondo? E quelle creature che ci hanno attaccato?”

Il ragazzo esitò. Strinse appena il lenzuolo e abbassò lo sguardo. Lei aveva visto quel mondo era addirittura stata attaccata da quelle creature. Forse non era un caso che avesse una Prism magari era davvero lei la persona che cercava. Lui non aveva mai creduto a cose come il destino, ma ora la sensazione di essere legato a quello di quella umana si faceva più vivida. La guardò dritta negli occhi prima di risponderle.

“Se vuoi conoscere la verità su quello che hai visto, ti consiglio di iscriverti alla accademia Millenium Star. Il preside che la gestisce ti darà molte delle risposte che cerchi.” Iniziò spostando la coperta e alzandosi

“ Inoltre ti consiglio di tenere quella pietra trasparente sempre con te. Grazie per avermi aiutato ma...non credo che tu debba starmi vicino. Lo dico per il tuo bene!”

Aggiunse usando la sua Prism che lo avvolse con una luce nera facendolo sparire davanti agli occhi stupefatti di Erika che nuovamente, si ritrovò senza le risposte alle sue domande ma con un obbiettivo, la Millenium Star.

 

***


Peony pigiò il tasto sul distributore, una bottiglietta d'acqua scese subito insieme a una confezione di tè alla pesca. La ragazza prese entrambe e raggiunse Mikhail seduto sulle scalinate della stazione accanto alla statua di Hachiko.

“ Tè o acqua? Non sapevo che cosa volessi, così ho preso entrambe”

Domandò scuotendo entrambe davanti al biondo. Il ragazzo annuì e prese l'acqua aprendola e bevendo qualche sorso per poi poggiarla al suo fianco e far scivolare la testa contro le ginocchia.

“ Grazie. E anche per prima, grazie di avermi salvato. Ma che avevano quelle persone?” Deglutì il ragazzo

Peony si sedette accanto a lui bevendo qualche sorso di tè in silenzio. Nemmeno lei sapeva cosa fosse capitato esattamente ne cosa fare per calmare quel ragazzo dal aspetto di un cucciolo ferito e smarrito. Sulla sua cavigliera brillava ancora la Prism gialla che attirò lo sguardo di Mik.

“Quel potere...sei stata tu a elettrificare il pallone! Come ci sei riuscita?” Domandò a quel punto

Proprio in quel momento, una scheggia impazzita saltò ad abbracciare Peony. Era una ragazza leggermente più bassa di lei. Aveva una folta e scompigliata chioma rosso fuoco e lucenti e vispi occhi dorati che passarono dalla bionda al ragazzo e viceversa mentre sulle sue labbra, si dipingeva un sorriso innocente, genuino e allegro. Indossava degli abiti comodi un paio di pantaloni sportivi e un top nero a maniche lunghe che lasciava scoperto l'ombelico. Ai piedi calzava semplici scarpe da ginnastica.

“Peo-chan! Sono riuscita a trovarti nya!” Disse mettendo le mani come fossero zampe di gatto, ridacchiando divertita.

Peony tirò un occhiata veloce alla rossa e la fece calmare e staccare da se. Incrociò le braccia al petto e tirò un sospiro tirato senza ovviamente rispondere a Mikhail.

“Ne parliamo più tardi, siamo in ritardo per la scuola noi due. Tu vai alla...?”

La ragazza lasciò la frase in sospeso osservando Mik. Quel giorno per motivi abbastanza imbarazzanti, il ragazzo non aveva indossato la sua uniforme scolastica. Non poteva certo dire che la madre sonnambula l'aveva scambiata per una delle sue tele e l'aveva imbrattata con la pittura.

“ Millenium Star. Sono al primo anno, mi chiamo Mikhail. Voi invece siete Peony e...”
“ Taiga! Taiga Cooper! Ma va bene anche Taiga Mi-kun” disse la rossa sorridendo allegra.
“Mi-kun? Oh o-okay” rispose Mik con un piccolo sorriso
“quindi andiamo alla stessa scuola. In questo caso facciamo la strada insieme! Su forza, altrimenti vi lascio qui!” Disse Peony correndo avanti

Taiga e Mikhail si guardarono l'un l'altro prima di correrle dietro con il ragazzo ancora un po dolorante per le botte di poco prima cosa che lo fece mentalmente rimpiangere quella corsa. Ma in qualche modo i tre riuscirono a raggiungere l'edificio scolastico.

Il cancello gigantesco e aperto stava già accogliendo diversi studenti nelle loro uniformi bianche e blu. Mik aveva fatto caso al abbigliamento delle ragazze solo in quel momento. Nessuna delle due indossava la sua uniforme, si chiese perché ma decise di non chiedere a nessuna delle due il motivo mentre controllava la bacheca per capire in quale classe fosse finito. In quel momento una voce attirò la sua attenzione e quando il ragazzo si voltò, vide tre giovani nelle loro uniformi osservarlo.

“ Non avevamo detto di arrivare a scuola prima per prenotare l'aula per le prove?”

A parlare, era stato un ragazzo dagli scompigliati probabilmente tatticamente capelli rossi e occhi verdi. Sembrava visibilmente annoiato e indossava la sua uniforme con la camicia fuori dai pantaloni e la cravatta allentata. Aveva dei lineamenti affascinanti e un sorriso carismatico che riservò a due studentesse che lo stavano guardando solo per tornare serio guardando Mikhail

“Dai Logan non esagerare. Mik piuttosto perché non hai l'uniforme?”

A parlare era stato il secondo ragazzo, un po più basso del primo con dei capelli azzurri abbastanza scomposti come se si fosse svegliato tardi senza la possibilità di dargli nemmeno una sistemata.

“ Non ne voglio parlare. E si Logan lo so che dovevo arrivare prima, ma...è successa una cosa che non avrei potuto evitare nemmeno volendo. Potresti non starmi con il fiato sul collo? Basta già mia madre a farlo...” Replicò Mikhail

Logan cacciò al compare un occhiataccia sembrava parecchio di cattivo umore. Incrociò le braccia quando qualcun altro si avvicinò al gruppetto. Sembrava una bellissima ragazza dai lunghi e vaporosi capelli rosa ma quando aprì bocca la sua voce era mascolina così come i suoi modi di fare. Aveva poggiato il braccio sulla spalla di Mik con un sorrisetto malizioso.

“ Ti hanno visto con una ragazza, il nostro Mik ha finalmente smesso di essere vergine? Sono quasi commosso” disse il ragazzo asciugandosi fintamente gli occhi.

“Smettila Zane! E poi che...che ragazza?! Non c'è nessuna ragazza”

Arrossì vistosamente Mikhail a quelle parole. Alla fine il gruppetto raggiunse l'entrata della scuola, la campanella era appena suonata a richiamare gli studenti per il loro primo giorno. Mentre passava per entrare Logan si scontrò con qualcuno, una ragazza dai lunghi capelli biondi con delle ciocche azzurre che cadde a terra spargendo per il pavimento dei disegni.

“Logan fai più attenzione! “Lo rimproverò bonariamente Keith apprestandosi a raccogliere i foglia a terra
“...scusami non volevo ti sei fatta male?” Chiese a quel punto Logan

La ragazza a terra alzò lo sguardo e cominciò a balbettare frasi sconnesse con le guance tutte arrossate nel completo panico e imbarazzo. Keith le si avvicinò porgendole i fogli con un sorriso e la ragazza li prese dalle sue mani poi fece a entrambi un piccolo inchino e corse verso la sua classe.

Le lezioni stavano per cominciare per tutti, il primo giorno verso una magnifica avventura che avrebbe cambiato per sempre le loro vite



angolo della melodia (3)

Ed è finito anche questo capitolo! Questo era necessario per inserire il nuovo capitolo dello speciale anche, purtroppo non credo di riuscire a finire in tempo quello speciale ho avuto dei problemi. Mi scuso in anticipo proverò comunque a terminare almeno il secondo
ma ora vorrei ringraziare Diaspro creatrice di Logan, Keith, Mido, Zane e Mik. Con loro quasi tutti i pg principali sono apparsi. E con questo si conclude il prologo ora si fa sul serio dal prossimo capitolo comincerà la vita nel dormitorio e la conseguente avventura
vi auguro buone feste ^^

  
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