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Autore: Peppe_97_Rinaldi    24/12/2023    1 recensioni
« Non dovresti chiedere ad altre fanciulle di danzare con te? » gli dico mentre ci destreggiamo in quei passi intricati. « Cana dice che Luxus è lo scapolo più ambito di Londra. Io non credo. Penso che sia tu lo scapolo più ambito » .
Natsu fa una smorfia. « Io non credo proprio. Semmai è vero il contrario: sono lo scapolo più imbranato e inaffidabile di… »
« Sei l’anima più bella che ci sia in questo palazzo » lo zittisco. Lady Erza e il visconte Gerard stanno volteggiando accanto a noi.
« Non è possibile » . I piedi di Natsu si muovono a una velocità incredibile.
« E perché no? »
« Perché sei tu l'anima più bella che ci sia in questo palazzo » . La lingua di Natsu corre a umettarsi le labbra. « Anzi, dell’intera Inghilterra » .
“Natsu, siamo fratello e sorella” vorrei dirgli. O meglio, dovrei dirgli. Perché non ne ho il coraggio. Il suo sorriso è troppo bello per poterlo spezzare. E la mia felicità troppo grande affinché qualcosa possa riuscire a smorzarla.
[Questa fanfiction partecipa all'iniziativa "Secret Santa" indetta dal gruppo Facebook "Fairy Tail & Edens Zero Italian Fan Group" - link del gruppo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cana Alberona, Gray Fullbuster, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6
NATSU – NATALE
 

 
Adescare quel laido è stato piuttosto facile. È stato sufficiente pedinarlo per un po’ di giorni, capire i suoi orari, e appuntarmi mentalmente l’orario in cui ogni due giorni alterni va a sollazzarsi in quel bar. Attendere che uscisse fuori, mezzo ubriaco, minacciarlo con una daga e costringerlo a seguirmi in quel cunicolo buio, al riparo dall’ombra di quella lugubre palizzata, è stato rapido. Al che, ovviamente, non ho usato quella daga. No. L’ho riposta dentro la panciera. Ho sgranchito le dita.
Loki mi ha sbeffeggiato. Gli ho ordinato di ritirare la sua versione dei fatti. Di ammettere pubblicamente che non era accaduto così. Ho perfino provato a convincerlo con un bel gruzzolo di soldi. Ma a quanto pare non erano soldi sufficienti, anche se mi è sembrato attratto. Ma al suo ennesimo diniego… bè, io le ho provate tutte. Ho avviato la pratica oratoria più efficace di tutti: ho stretto e pugni, mi sono avventato e ho iniziato a picchiarlo.
Lo riconosco. La furia sta avendo la meglio su di me. Una furia bieca, ottusa: una tempesta obnubilante svuota la mia mente, e un vuoto pneumatico adesso regna sui miei impulsi. È una furia talmente efferata che riesco a percepire soltanto l’odore del sangue, quel puzzo inconfutabile, il calore del liquido che si espande sulle mie nocche, si raccoglie fra le mie dita e si sversa sul viso di Loki – oppure il processo avviene al contrario? Non so più niente. Non so come mi chiamo, in questo momento. No. So soltanto che devo farlo. Devo picchiarlo. Devo farlo soffrire.
Il pensiero del dolore che ha causato a Lucy mi muove e mi manipola, mi fa impazzire e poi mi fa esplodere.
Quanto tempo vado avanti così? Non lo so. Vedo Loki che prova a districarsi, ogni tanto mi colpisce anche lui con dei pugni, e qualche volta prova anche con dei calci ad allontanarmi; ma io sono più forte, e per essere un visconte sono un manigoldo piuttosto efferato… I miei pugni lo soverchiano, il mio accanimento ferale da predatore affamato non gli lascia scampo.
Lo sapevo.
Sapevo che sarei esploso.
Avevo tentato di controllarmi, di mantenere la calma, proprio perché sapevo che, altrimenti, la situazione sarebbe imbizzarrita fino a questo punto.
Ho provato a comportarmi per bene, fingere di essere un brava persona… Ma la verità viene sempre a galla. E il dolore non può che catalizzare ogni processo di decadimento.
Cosa è decaduto, in questo momento?
Il mio autocontrollo, ovvio.
E io?
Forse anche io…
Cosa penserebbe Lucy se mi vedesse in questo stato? Se vedesse con quale foga mi dimeno su un corpo inane…
Sono così concentrato sul sangue e sul dolore, e afflitto e addolorato, che a malapena mi accorgo che sto piangendo, mentre il sangue raggiunge il mio viso a spuzzi sempre più tracimati. E a malapena mi accorgo di Gray. Il mio amico mi afferra da dietro all’improvviso – quando diavolo è arrivato? – e mi trascina all'indietro. Io ruggisco; non mi do pace; con una gomitata violenta – perdonami, Gray – mi libero dalla presa, mi avvento di nuovo verso il basso e torno a tempestare il viso turgido di Loki. Solo allora vedo le mie mani piene di sangue, e la camicia che era di un bianco immacolato pezzata di macchie.
Delle braccia mi serrano da dietro. Non sono più le braccia muscolose di Gray, lo capisco al tatto. E sempre al tatto, capisco di chi è quella stretta: è Lucy. Deve essersi inginocchiata dietro di me, mi sta abbracciando da dietro, poggia il viso sul mio, sento il suo petto sulla mia schiena.
Mi immobilizzo all’istante.
 « Lu?  »
 « Sono io  » . La voce di Lucy è l’unico suono che riesce a fermarmi. Avverto la rabbia che mi sta pervadendo, uno tsunami che si è abbattuto e che è pronto di nuovo ad infrangersi su ogni cosa. Ma l’onda rimane in alto, ritta e fragile.  « Sono io. Con te  » .
Avviene tutto molto lentamente. Come se la vita stesse procedendo a rallentatore, capisco le cose in maniera offuscata, poi leggera, poi la verità arriva a galla e prendo un respiro tremante e chiassoso come se fossi stato sul punto di annegare. Lucy è lì. È lì, con me! E mi sta abbracciando, da dietro.
E non è sola. Gray è arrivato con lei. E c’è anche Cana, la lady degli Alberona, e… Lady Erza e lady Mirajane? Che diavolo sta succedendo?
Loki annaspa. È supino a terra, il respiro frammentato. Sangue copioso attornia la sua sagoma… Oh santo cielo, cosa…?
E a quel punto accade qualcosa che non comprendo. Mi potrei aspettare di tutto. Da lady Belserion che comincia a gridare, a Lucy che mi riempie di domande, a Loki che farfuglia. Ma non Gray che avanza e si china accanto a Loki. E gli dice quelle parole. 
 « Perdonami, Natsu. Avrei dovuto farlo tanto tempo fa. Perdonami, Lucy  » . I suoi occhi sono attraversati dal biasimo – verso se stesso, intuisco – prima di rivolgersi a Loki.  « Avevi intenzione sin dall’inizio di ritirare le accuse, non è vero?  » Dal tono in cui lo dice, non mi è chiaro se lo pensi davvero, oppure se il suo sia sarcasmo, il che dunque significherebbe una minaccia.
Loki tossisce. Si alza su gomiti. Fa un ghigno ofidico.  « Se ne avevo una mezza intenzione, adesso mi è solo passata la voglia. Io…  »
Le dita di Gray si calano verso il suo mento. Il mio amico stringe il viso di Loki, lo impugna per il mento e lo accosta a sé. Adesso i loro occhi sono costretti a puntarsi l’uno sull’altro.  « Hai una reputazione da cavaliere. Chissà come ne usciresti, se io raccontassi a tutti quanto tu abbia goduto nel mio letto  » .
La smorfia di sfida di Loki si pietrifica. Capisce che il suo interlocutore non sta vaneggiando.  « Tu… Tu…  »
 « Se pensi che io stia scherzando, chiedi a quel giornalista. Sai, Freed Justine  » .
Dove ho sentito quel nome…? Sento lady Strauss trattenere un respiro dietro di me. Ma certo, è un giornalista scandalistico famoso in tutta Londra, ed è un buono amico di Luxus Dreyar. È risaputo che gli piacciano gli uomini, e non le donne.
 « Freed non mi tradirebbe mai!  » vagheggia Loki.
 « Solo perché ti sei intrufolato nel suo letto? Non credo proprio. Al contrario, mio caro. Proprio per questo è lui che adesso si sente schifato da te. Non vede l’ora di scrivere pettegolezzi che sarebbero bene in grado, lo sappiamo, di distruggere ciò che rimane della tua falsa, buona, reputazione  » .
 « Ti rovineresti anche tu, se i nobili sapessero…  »
 « Sono pronto ad accettare qualsiasi conseguenza. Lucy e Natsu sono miei amici, questo è tutto ciò che mi interessa  » . Gray lascia, brusco, il viso di Loki e si rizza in piedi.
Con orrore capisco come Loki avrebbe continuato la frase. “Ti rovineresti anche tu, se i nobili sapessero che ti piacciono i maschi”. È questo ciò che quel bifolco pensa? Che a me possa interessare una cosa del genere?
Mi alzo in piedi, a fatica. Sento di dover replicare le stesse parole di Gray.  « Gray è mio amico, questo è tutto ciò che mi interessa  » .
 
 
È tutto finito.
Bè, meglio del previsto.
I giorni continuano a passare, ma questa volta non sono pigri e plumbei. Una scintilla sembra essersi finalmente posata sulle nostre vite.
A quanto pare, Loki ha davvero ritirato le accuse. Chi se lo immaginava che le minacce di Gray avrebbero sortito quell’effetto?
Sento l’esigenza di parlarne con lui. Mi presento personalmente nella cucina del palazzo. Orde di cuochi stanno preparando la cena per la sera, e Gray siede scomposto su una sedia all’angolo, si strofina le mani per il freddo e chiacchiera con uno dei camerieri. Quando mi vede arrivare sgrana gli occhi, assume la sua solita espressione severa – da perfetto maggiordomo del visconte – e si rizza in piedi.  « Signorino Dragneel, che ci fai in… in…  »
 « Non osare chiamare “un luogo del genere” la mia cucina  » . Fingo un’espressione offesa, poi gli butto una mano sulla spalla e scoppio a ridere. Finalmente vedo le sue spalle rilassarsi, e anche gli altri cuochi si rilassano.  « Ehi, gente, quante volte ve lo devo ripetere? Non voglio vedervi così composti e tesi con me  » .
 « Disse il visconte  » mi apostrofa Gray.
Io lo guardo. Strizzo l’occhio.  « Così dice il tuo amico  » . Poi gli faccio cenno di seguirmi e gli chiedo di poter parlare in privato.
Ci accoccoliamo in un angolo della cucina, accanto a una grossa bacinella piena di acqua. A quanto pare, qualcuno stava lavando delle patate. Le osservo.  « Allora…  » Indugio.
 « Ti chiedo scusa, Natsu  » .
 « Cosa?  » Di certo non me lo aspettavo. Sono andato lì per ringraziarlo. Delle scuse da parte sua non erano ciò che mi sarei aspettato.
 « Se solo lo avessi fatto prima, allora… Scusami. Non sapevo proprio come comportarmi. La mia inadeguatezza ha permesso a quell’uomo di portare avanti i suoi piani. Io… non ho il coraggio di guardare Lucy in faccia, dopo quello che le ho fatto  » .
Non mi piace parlare per mezzo di filtri. Così gli mollo direttamente un pugno sulla testa.
 « Ahio!  »
 « Meriteresti di più  » . Sbuffo e intreccio le braccia al petto.  « Gray, mi hai salvato. Ci hai salvato  » specifico, pensando a Lucy.  « Sono venuto qui per dirti grazie. E in realtà…  » Ok, non mi piace parlare con filtri. Ma non so come trovare le parole giuste. Non vorrei ferirlo, o essere indelicato.
Gray mi osserva.
Io svuoto il sacco.  « Sono io a doverti chiedere scusa. Sono tuo amico, e ho sempre dato per scontato che ti piacessero le donne  » .
Le guance di Gray si colorano.  « Oh, per il bene della corona, io…  »
 « Perché diavolo non me lo avevi detto?  » gli dico, in un tono scherzoso. Gli strizzo di nuovo l’occhio e gli do un pugno sul petto.  « Se ti piacciono gli uomini, farò in modo di far lavorare come camerieri in questo palazzo gli uomini più belli di tutta Londra. Oh, e ti posso lasciare la mia camera, se hai voglia di…  »
 « Brutto stupido  » si lascia andare lui. Mi tira un pugno. Scoppiamo tutti e due a ridere.
 
I giorni scivolano allegri. Lady Belserion e lady Strauss stanno diventando assidue frequentatrici di questa casa, e la loro presenza pare divertire molto Lucy. Ormai anche Gray ed io ci stiamo abituando a quelle due, oltre ovviamente a Cana, lady Alberona.
Ho sempre detestato andare ai balli e a queste cerimonie tipiche dell’alta società, ma se significa andare con tutti loro… Per la prima volta, quando lady Alberona organizza un ballo nella sua residenza, sento che non mi dispiace parteciparvi.
È Cana stessa a intimare a Gray di evitare di non presentarsi avanzando la scusa di “sono solo un maggiordomo”.
Gli sopiti sono la solita masnada di  nobili. I cibi sfiziosi e squisiti. Riconosco il visconte Luxus, che invita Mirajane al ballo, e il giornalista Freed Justine svolazzare fra i dolci.
 « Quei due? Secondo me finiranno insieme  » Lucy indica una giovane nobile, molto esile. Sta chiacchierando con un ragazzo che, al confronto, pare un omone, seppur giovane.
Sorseggio dello champagne, Gray e Lucy sono al mio fianco.  « Se non mi sbaglio è lady McGraden  » ragiona Gray, studiando la nobile.
 « Lady Levy. È una persona adorabile  » conferma Lucy. Indica il ragazzone con cui sta ridendo.  « Il signor Redfox… Non lo conosco bene, non so che tipo di persona sia  » .
 « Bello  » . Gray fa un sorriso. Si guarda intorno.  « Ah, ci sono un sacco di bei ragazzi in giro… Che gola  » .
Lucy ridacchia. Ed è allora che mi rendo conto che non è affatto stupita.  « Tu lo sapevi?  » Guardo Lucy con gli occhi sgranati.
Lei ridimensiona.  « Gray ed io siamo amici da quando siamo piccoli, perché questa sorpresa?  »
 « Allora l’unico idiota così ottuso da non capirlo ero io  » .
 « Vero, sei un idiota  » conferma Gray. Poi fa un sorriso dritto.  « Pensa che generosi, ti accettiamo anche così  » .
 « Oh, grandioso  » . Mi schiarisco la gola.  « Gray, sono davvero felice. Da quando hai ammesso che ti piacciono gli uomini ti vedo molto più… felice. Sereno, penso  » .
 « Già  » . Lui prende un grosso respiro. Sento che il suo fiato sta tremando. Non ne capisco il motivo, ma vedo che lui e Lucy si stanno guardando intensamente. Lucy fa un cenno caloroso con lo sguardo. Lo sta incitando. Sembra comunicargli con il sorriso: “Sono dalla tua parte”.
E Gray risponde al suo sorriso. Annuisce in risposta. E d’un tratto mi osserva.
 « Natsu  » .
 « Sì, bè, è così che mi chiamo  » .
 « È vero, mi piacciono gli uomini. Ma non solo  » .
Mi limito ad aggrottare la fronte.
 « Mi piaci tu. Tantissimo  » . 
Lascio andare il calice di vetro con cui stavo giocherellando. Lo poggio sul tavolo e così decido di concentrarmi solo su Gray.
Ci guardiamo a lungo.
 « Ed è per questo che amo la tua felicità. La vostra felicità  » si corregge, e oltre a guardare me, noto che sta studiando anche Lucy. Fra di loro intercorre un vivace gioco di sguardi. Cosa si staranno comunicando?
 « Gray, io…  » Deglutisco. Non so cosa dire. Non vorrei mai ferirlo.  « Cavolo. Grazie  » . Poi il significato delle sue parole mi raggiunge: “Amo la tua felicità, la vostra felicità” ha detto.
Sento le mie guance che arrossiscono.
Gray mi dà una pacca sulla spalla.  « È tempo per voi due che siate sinceri  » .
Il violino annuncia l’inizio di un nuovo ballo.
Conto quattro musicisti: uno geloso del suo pianoforte, uno suona la cornetta, poi ecco il violino e infine il violoncello.
Vedo il mio maggiordomo che si ritira in disparte. Mi sorride. Sta ondeggiando il mento, come se mi stesse spronando a prendere la mia decisione.
Sono ancora troppo sbalordito da ciò che mi ha appena detto, e so che dopo il ballo vorremo riprendere l’argomento. Per lo meno, voglio ringraziarlo per la sincerità. Per il momento, tuttavia, capisco cos’è che Gray sta cercando di indurmi a fare.
 « Ehm… Che ne pensi se accontentiamo questa massa di nobili e facciamo un ballo?  » Guardo Lucy e arrossisco. Bravo, Natsu. Era la tua occasione per dire qualcosa di romantico e l’hai sprecata.
Ma Lucy apprezza la mia schiettezza. Ridacchia, mi dà la mano e ci dirigiamo verso il centro della sala.
Gli archi intonano la melodia più bella che io abbia mai udito. O forse, è il fatto di condividere quell’ascolto con Lucy che la rende così preziosa. 
 « Sei bellissima, questa sera  » .
 « Grazie  » .
 « Cioè, non solo questa sera, ovviamente. Intendo, sei sempre…  »
 « Negli ultimi tempi ci siamo parlati poco  » .
Ahia. Avevo paura di quell’argomento.
 « Natsu, ho bisogno di sapere una cosa. Sei per caso arrabbiato con me, per quello che è successo con Loki?  »
 « COSA?  » Sono così orripilato dall’idea che mi blocco. Ma quell’idiota di signor Redfox mi sbatte addosso e grugnisce. Decido di riprendere la danza.  « Mia lady, ti ho dato questa impressione? Non credevo che…  »
 « Eppure sei stato mogio, in questi giorni  » .
 « Ero addolorato!  »
 « Prego?  »
 « Come avrei dovuto sentirmi, al pensiero del dolore che tu stavi provando?  »
 « Io pensavo che... Scusami, sono una tonta. Credevo fossi arrabbiato con me  » .
 « Come potrei mai? Sei… sei la luce più preziosa di tutta la mia vita. Ero terrorizzato al pensiero che quella luce potesse spegnersi, o affievolirsi…  »
 « Pensi questo di me?  »
Ancora una volta, la osservo a lungo. Non potrei mai stancarmi di farlo. Indossa guanti fini, di un rosa pallido e piccolissimi: sono di una taglia più piccola della sua in modo tale da adattarsi perfettamente alla mano, ma sottolineandone anche fragilità e grazia – questo è ciò che vuole la società, ma associare il concetto di “fragilità” a Lucy è talmente fuori luogo che mi fa ridere.
 « Penso che sei meravigliosa. Così meravigliosa che… Lucy, c’è una parte di me che vorrebbe che tu danzassi con qualche altro uomo. Magari un nobile molto ricco, molto gentile, una bravissima persona. Qualcuno che possa sposarti, e trattarti come una regina. Come meriti  » .
Lady Strauss e la sua famiglia hanno allestito un magnifico abete, in occasione del Natale. Un albero giganteggia nella sala, fornendo agli invitati giochi incessanti di luci e dardi sfavillanti di colore.
 « Io non voglio essere una regina. Voglio solo… essere sincera  » replica Lucy. I nostri petti premono l’uno sull'altro.  « Hai detto che “una parte di te” vuole questo. E l’altra parte di te?  »
 « Sono un poppante egoista  » .
 « Perché?  »
 « Perché voglio esserci io, con te. Vorrei essere io quell’uomo così fortunato che può danzare con te, passare il pomeriggio con te e alla fine sposarti  » .
Le nostre gambe si muovono frenetiche. La musica della danza ci trascina in mulinelli e ritmi armoniosi.
 « Perdonami. Ho esagerato. Siamo fratello e sorella, secondo la società. Noi…  »
 « Natsu, quando mai ti è interessato dell'opinione altrui?  » Le labbra di Lucy sono alzate nel sorriso più lucente e commosso del mondo. La sua voce è calda e irremovibile.  « A me di certo non interessa  » .
 « Bene  » . Sorrido. Assorbo con molta calma il significato ultimo delle sue parole.  « Cosa?  » dico dopo un sacco di rotazioni e volteggi.
 « Sei un caotico, e impulsivo, e testardo, bambino  » scherza Lucy.  « E la persona più gentile e generosa che io conosca. Il tuo amore mi ha salvata, Natsu  » .
Avverto con improvvisa nitidezza il mio braccio posarsi sul suo corpo.  « Sei tu che mi ha salvata, Lu. Senza di te, sarei solo un rampollo idiota  » . Deglutisco.  « Grazie per aver portato luce nella mia vita  » .
Bastava questo. Era sufficiente dire ad alta voce che non ci interessava. Sincerarsi a vicenda che a nessuno dei due importasse ciò che la società o gli atti pubblici pensassero di noi. Era sufficiente questo a spazzare via le nostre difese.
Avvicino il mio capo a Lucy. Aspetto, per darle tutto il tempo di allontanarsi. Le sto chiedendo il permesso.
Lei non allontana il capo. Permesso concordato.
Poggio le mie labbra sulle sue. Ed è in quel momento che ogni cosa scompare. La sala, il banchetto, la danza. Le persone. La società. Tutto. Ogni cosa diventa polvere. Ciò che conta, adesso, è soltanto Lucy. Ci baciamo a lungo.
 
Quando torniamo a casa, il flusso della magia sta ormai governando i nostri corpi.
È come se fosse esplosa tutta insieme, l’energia e l’adrenalina di un amore tropo a lungo sopito, troppo a lungo tenuto nascosto.
Non riusciamo a smettere di chiacchierare, Lucy ed io. Della festa, del banchetto, degli invitati. Non riusciamo a smettere di baciarci. Le sue labbra mi cercano, mi studiano, mi sorvolano. Io le accolgo, le bramo, le invito.
Un abete pieno di luci troneggia nella sala di ingresso, appena entrati in casa. Ci osserva mentre lasciamo che le nostre mani si incontrino e si strattonino a vicenda l’una sull'altra. Sgattaioliamo di sopra, per le scale. Ci rifugiamo in camera mia.
Non so quando accade. Non ho ho una ferma idea, perché sono troppo occupato a baciare Lucy. So solo che a un certo punto sto strattonando i lembi delle maia camicia, sto tirando via la mia dannata cravatta.
Sento le sue mani sulla mia pelle, mentre mi fa strofinare le dita lungo gli addominali. Le sue dite accorrono frenetiche sui bottoni della mia camicia e riescono finalmente a spezzare l’intreccio. Getto la camicia a terra, e rimango a torso nudo. Lucy mi osserva, studia il mio fisico, poi afferra le mie mani e con cautela le porta al suo petto. Lo fa lentamente, come per chiedermi il permesso. Glielo concedo. La ringrazio. E le mia dita si ritrovano ad assaporare il tatto del suo petto. Caccio un gemito. Non volevo. Io e Lucy ci guardiamo con gli occhi sgranati, e scoppiamo a ridere. Da qual momento i gemiti e gli affanni sono più frequenti, mentre lei mi cala i pantaloni o io l’aiuto a sfilarsi quegli immensi strati di gonna che la frenano.
È imbarazzante e frenetico allo stesso tempo rimanere nudi l’uno di fronte all’altro.
Ridiamo molto, e ci baciamo tantissimo. Il mio letto diventa la coltre di lenzuola più comoda del mondo, quando io mi sdraio da sopra, divaricando le gambe e tremante per l’ansia e felice per la febbrile attesa. Vedo gli occhi di Lucy rivolgermi uno sguardo carico di desiderio, colmo di attesa. Sta studiando le mie nudità, e io le sue, inevitabilmente. Poi la ragazza sguscia sopra di me, l’avverto così nuda e bellissima sopra di me. Si siede sul mio bacino. Ci osserviamo a lungo.
Poi si china su di me. Ci baciamo diverse volte.
È la notte più bella della mia vita. Finalmente entrambi possiamo comunicare a gran voce tutto l’amore che proviamo l’uno verso l’altro.
 
 
 
 





Angolo dell'autore

Ed eccoci arrivati all'ultimo capitolo. Si conclude così questa piccola fanfiction. 
Sono davvero contento di aver approfittato del Natale per concedermi questo momento con la scrittura, è stata una coccola che mi ha accompagnato in questo mese. 
Inoltre, sono estremamente affezionato ai personaggi di Fairy Tail, essendo un manga che mi ha accompagnato per tutta la mia adolescenza. Quindi immaginare trame con loro mi fa fare un tuffo nel passato. È un'emozione strana, di nostalgia e affetto. E gratitudine, verso Mashima sensei, per averci donato queste emozioni.
Grazie a chi ha voluto leggere questa storia! Ditemi pure, se volete, cosa ne pensate.
Vi ricordo che la genesi di questa fanfiction è stato un contest, sul gruppo Facebook "Fairy Tail & Edens Zero Italian Fan Group", e io ho avuto il piacere di essere il Secret Santa di AlexiaLil Efp. Spero davvero che ti sia piaciuta questa lettura. È stato un piacere pensare a un "dono" per te!
Buon Natale a tutti e tutte! <3 


 
   
 
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