Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    25/12/2023    5 recensioni
(Sequel di "The War of Ice and Nightmares - La Battaglia del Crogiolo")
Dopo gli eventi del primo libro, Mr Cold - la variante di Jack Frost che per poco non aiutò Pitch Black a dare il via ad una nuova Dark Age - si ritrova finalmente libero dal giogo del suo padrone, e comincia a seminare il caos per tutto il Multiverso. Questo attirerà l'attenzione della MVI - la Multiverse Variant Intelligence - i cui membri non si fermeranno davanti a nulla pur di assicurare lo Spirito alla giustizia.
Nel frattempo, menti assai più spietate e dagli obbiettivi maligni, pianificano di ribaltare completamente l'ordine naturale della creazione stessa...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Ed eccovi un nuovissimo capitolo come regalo di Natale! Specialmente per i Jelsa, fan, perché… beh, lo vedrete.
Vi auguro un Buon Natale e una piacevole lettura ;)



Capitolo 14 - The Last Winter

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“Yes, the wind blows a little bit colder
And we're all getting older
And the clouds are moving on with every autumn breeze
Peter Pumpkin just became fertilizer
And my leaf's a little sadder and wiser
That's why I rely on certain certainties…”


Robert Lopez, Kristen Jane Anderson – Frozen 2


Elsa e Cold trovarono il resto dei Phantoms nell’ala ospedaliera della base, raccolti attorno al corpicino di Stich.
L’esperimento genetico era stato messo in uno stato di coma forzato, così che potesse recuperare le forze il più rapidamente possibile. Sfortunatamente, anche con i macchinari a cui era collegato, gli ci sarebbero voluti almeno un paio di giorni per riportare la sua salute a livelli ottimali.
Yen Sid si trovava in una situazione simile.
Sdraiato nel lettino accanto all’incubatrice, sembrava molto più vecchio di quanto Elsa lo avesse mai visto. E sebbene fosse già riuscito a recuperare un po’ della propria magia, le torture subite per mano di Kozmotis e della sua banda di mostri lo avrebbero costretto a letto almeno per una settimana.
Topolino si trovava accanto a lui, mentre cercava di accelerarne la guarigione con quel poco di conoscenza medica che aveva appreso sotto la sua guida. Naturalmente lo stregone era già stato visitato da alcuni dei migliori esponenti del settore al servizio della MVI, ma il topo antropomorfo aveva insistito per restare al suo fianco e fare la sua parte.
Fu anche il primo ad accorgersi dell’arrivo dei due criocineti, presto seguito dagli altri Phantoms.
Tutti loro accolsero la coppia con un cupo silenzio, visibilmente provati da ciò che era successo nell’ultima missione.
<< Allora? >> disse Adora, facendo un passo avanti << Come procediamo… capo? >>
E in quella domanda, Elsa scorse tutta la precarietà della loro situazione.
Le parole della giovane principessa non erano state pronunciate con la solita fiducia di una combattente veterana… ma erano piene di incertezza e sconforto. Per la prima volta da molto tempo, non era poi così sicura delle loro possibilità di vittoria, e nemmeno il resto dei Phantoms.
E perché mai avrebbero dovuto pensarla diversamente?
Kozmotis e i suoi alleati erano già riusciti ad ottenere due dei frammenti del Graal. Li avevano sconfitti su tutti i fronti in altrettante occasioni, sia fisicamente che mentalmente, senza che lei potesse fare nulla per frenare la loro opera distruttiva.
Quanti innocenti erano rimasti coinvolti nel fuoco incrociato?
“Fin troppi” pensò sconsolata, ma era sicura che quei numeri sarebbero presto aumentati.
Potevano davvero farlo? Fermare Kozmotis, recuperare i frammenti e impedire che venissero usati per causare ulteriori morti? Non ne era più così sicura… ma di certo, non se ne sarebbe stata con le mani in mano ad aspettare che qualcuno risolvesse il problema al posto suo. Non più!
Con quel pensiero in mente, l’espressione del Quinto Spirito divenne improvvisamente determinata, mentre prendeva un lungo respiro.
<< Continuiamo a lottare >> disse, ed ecco che l’atmosfera nella stanza sembrò mutare, come se un gelido vento avesse spazzato via qualsiasi timore legato alla missione.
Le labbra di Adora si arricciarono in un sorriso feroce, presto imitata dai suoi alleati.
<< Speravo che lo dicessi >> ringhiò, la mano già stretta all’elsa della sua fidata spada.
Al contempo, le zampe di Tigre s’illuminarono di Chi dorato, mentre anche il bastone di Eda cominciò a crepitare di bagliori magici, animato dalla furia fagocitante nel cuore della strega.
<< Ci divideremo in piccoli gruppi per recuperare ciò che resta dei frammenti >> continuò Elsa, prima di rivolgersi a Yen Sid << Per farlo, avremo bisogno delle coordinate precise in cui sono stati nascosti. >>
<< Ci ho già pensato >> rispose prontamente lo stregone.
Schioccò le dita, ed ecco che una pergamena si materializzò con uno sbuffo tra le mani dell’albina. Sulla sua pallida superficie, erano stati trascritti una serie di numeri apparentemente casuali… almeno per coloro che non avevano imparato a leggere i calcoli di un viaggio interdimensionale.
 << Immettete questi valori nei vostri Dimensional Pad >> spiegò Sid, << Sono gli stessi della firma magica rilasciata dai frammenti. Seguendoli, i portali vi condurranno direttamente entro un raggio di due chilometri dal punto in cui sono stati sepolti. >>
Elsa annuì grata e si rivolse ai suoi sottoposti. Ma prima che potesse riaprire bocca…
<< Io verrò con voi >> giunse una voce squillante. E seguendone l’origine con lo sguardo, la giovane donna si ritrovò a scrutare gli occhi sorprendentemente affilati di Topolino.
Da quando era diventato così coraggioso e pronto all’azione?
<< Sarai anche l’apprendista di Yen Sid, ma rimani pur sempre un civile >> ribatté Elsa, duramente << Perché dovrei permetterti di venire? >>
<< Perché tutto questo è successo per colpa mia >> sbottò il roditore antropomorfo, scioccandola.
Alle espressioni altrettanto sorprese degli altri Phantoms, prese un lungo respiro e aggiunse: << Pitch e la sua banda hanno attaccato la mia casa, minacciato la mia vita e quasi ucciso il mio maestro! E se non fosse stato per la mia debolezza… Yen Sid non sarebbe stato costretto a sacrificarsi per salvarmi, né avrebbe rivelato la posizione dei frammenti sotto tortura. >>
Strinse le mani a pugno, mentre si rivolgeva al suo maestro.
 << Non posso più starmene con le mani in mano e lasciare che siate solo voi a rimediare ai miei errori! >>
Lo stregone rimase in silenzio, scrutandolo con i suoi occhi antichi e profondi, quasi come se stesse cercando di scrutare nella mente dell’apprendista. O forse stava facendo proprio questo?
Elsa non aveva la minima idea di quanto si estendessero i poteri dell’uomo… ma vista la conoscenza centenaria in suo possesso, era del tutto possibile che fosse capace perfino di scorgere i pensieri di qualcuno con la stessa facilità con cui una persona ordinaria poteva leggere le pagine di un libro.
<< Ne sei davvero convinto? >> domandò duramente, ma questa volta Topolino non accennò segni d’incertezza o paura. Solo pura e sincera determinazione per le parole appena pronunciate.
<< Con ogni fibra del mio corpo >> disse, sollevando il naso e gonfiando il petto.
Per quasi un minuto, Yen Sid rimase nuovamente in silenzio… prima di rilasciare un lungo sospiro.
<< Allora avrai bisogno di questo >> sbuffò, mentre compiva un rapido gesto con la mano destra. L’istante dopo, un oggetto familiare si materializzò sulla testa di Topolino… uno che molti dei presenti conoscevano assai bene, anche solo per fama: il cappello di Yen Sid, capace di amplificare i poteri di qualsiasi creatura magica a livelli difficili da immaginare.
L’espressione dell’apprendista si fece improvvisamente timorosa.
<< Ne siete… >> deglutì sonoramente, << Ne siete sicuro, Maestro? >>
<< No >> ammise Sid, suscitando diverse occhiate sbigottite << Ma non lo ero nemmeno la prima volta in cui decisi di indossarlo. >>
Quelle parole sorpresero certamente l’apprendista, i cui occhi si spalancarono come piatti.
<< Sei un bravo studente, Topolino >> continuò lo stregone << Non sarai il più sveglio, o il più coraggioso, o il più potente… >>
<< Vi prego, ditemi che ci sarà un “ma” in mezzo a tutto questo >> lo interruppe il roditore, quasi con tono supplichevole. Allora il volto raggrinzito dell’antico stregone si aprì in un sorriso a metà tra il divertito e l’affettuoso, il primo che Elsa gli aveva visto fare da quando lo conosceva.
<< Ma nonostante i tuoi difetti, non avrei potuto desiderare un allievo migliore >> aggiunse << Ha un grande cuore, sempre disposto ad aiutare coloro che sono in difficoltà. Sei umile, ma mai al punto di non credere nel potenziale che nascondi. La tua determinazione non vacilla mai, nemmeno di fronte agli ostacoli più insidiosi, come ci si aspetterebbe da un degno apprendista stregone! E soprattutto, non cerchi mai di ottenere più di quanto la tua mente desideri. Ecco perché io SO che quando sceglierai di usare quel cappello… ti impegnerai affinché il suo potere venga liberato solo per una giusta causa. >>
Questa volta, Topolino non riuscì a frenare un rossore imbarazzato. Evidentemente, non era molto abituato a ricevere simili complimenti, specialmente dal suo maestro… eppure, trovò la forza di sostenere quegli occhi burrascosi, recuperando la sua espressione determinata.
<< Non vi deluderò >> sussurrò, prima di rivolgersi ad Elsa << Sono pronto! >>
<< In questo caso, spero che non vi dispiaccia se anche io e Baymax ci uniremo alla festa >> si intromise Hiro << Con Stich a riposo, avrete bisogno di tutto l’aiuto possibile. E per quanto preferisca lavorare da remoto, credo che una gita sul campo farà bene a entrambi. >>
Accanto a lui, il robot annuì meccanimante. << Le gite all’aria aperta possono rivelarsi molto salutari per far fronte a situazioni stressanti come l’imminente collasso del Multiverso. >>
Hiro gli lanciò un’occhiata laterale.
<< Non era proprio quello che intendevo… ma sì >> sbuffò, mentre tornava a guardare i suoi compagni di squadra.
Elsa non ebbe bisogno di riflettere a lungo.
 Viste le condizioni di Stich, avevano appena perso una porzione considerevole della loro forza combattiva... una che Hiro e Baymax potevano compensare.
<< Molto bene >> disse << In questo caso, voi due andrete con Adora, mentre Topolino presterà supporto a Tigre. Pensi di riuscire a cavartela da sola, Eda? >>
<< Per chi mi hai preso? >> sbuffò la strega, gli occhi illuminati da un luccichio predatorio << Ho combattuto in solitaria per secoli! Farò rimpiangere a quella banda di schizzati il giorno in cui hanno deciso di ferire coloro a cui tengo. >>
Ed Elsa era sicura che lo avrebbe fatto.
Poteva ancora scorgere i bordi leggermente arrossati dei suoi occhi, macchiati dal pianto.
Stich era forse la cosa più vicino che avesse a un familiare… e qualcuno aveva cercato di portarglielo via, anche dopo tutto quello che aveva già perso. Di sicuro, si sarebbe assicurata di restituire l’affronto di almeno cento volte. Era semplicemente la natura di una strega.
Infine, l’ex regina di Arendelle si rivolse a Cold, che la guardava come un bambino che aspettava solo di ricevere il suo regalo di Natale.
<< Io e te prenderemo le ultime coordinate. >>
<< Sì! >> esclamò l’Oscuro Spirito, mentre effettuava una capriola in aria << Squadra Invernale alla riscossa! >>
Elsa scosse la testa, pur non nascondendo un sorriso divertito alle buffonate del ragazzo. Stava cominciando ad abituarsi a questo suo lato più infantile e giocoso… sicuramente un gradito cambiamento rispetto alle pugnalate alle spalle o alla sua personalità diabolica.
Dopo aver immesso le coordinate nel Dimensional Pad, si rivolse un’ultima volta ai suoi compagni di squadra… persone che forse non avrebbe più rivisto, ma a cui avrebbe volentieri affidato la propria vita.
<< Buona fortuna a tutti voi! >>
E dopo aver pronunciato quell’ultimo augurio, ecco che un totale di quattro portali si materializzarono nella stanza…

                                                                                 * * *

Malefica e Darth Vader camminavano l’uno accanto all’altro per le vie del castello, proiettando cupe ombre ovunque mettessero piede. 
Poco dopo la loro ultima conversazione, erano stati entrambi richiamati da uno dei Fearling di Kozmotis, che li attendeva pazientemente nei giardini dell’edificio.
La Fata non era mai stata particolarmente favorevole alle convocazioni, specie se il responsabile era qualcuno che si credeva superiore a lei. Tuttavia, avrebbe continuato a fare buon viso a cattivo gioco, almeno fino a quando l’ex Generale si sarebbe dimostrato utile ai suoi propositi.
<< Lady Malefica >> la salutò Kozmotis, con un cortese cenno del capo << Lord Vader. Prego, seguitemi. >>
Entrambi fecero come richiesto, e così l’uomo li condusse in una piana situata poco distante dal castello. Una volta lì, perfino il viso stoico di Malefica non riuscì a trattenere un’espressione decisamente sorpresa.
In mezzo al campo, sotto lo sguardo vigile del Re Cornelius e Facilier, arrancavano migliaia di cadaveri; scheletri di guerrieri morti nel tentativo di superare le difese di quelle terre oscure, infidi ladri che avevano provato a rubare dalla Signora di Tutti i Mali, oppure stregoni e fate caduti sotto la potenza della sua magia.
Tutti loro sembravano impegnati nell’arduo compito di realizzare una costruzione monumentale, tanto alta da superare le chiome della Foresta Oscura. Malefica non aveva mai visto niente del genere, ma ad occhio e croce le sembrava quasi un gigantesco anello metallico… anche se sulle sue superfici lucenti erano stati incisi dei geroglifici con cui non aveva familiarità.
<< Magnifico, non è vero? >> disse Kozmotis, distogliendola dal suo rimuginare << I non morti di Cornelius ci hanno lavorato tutta la notte. >>
<< Un’impresa architettonica davvero lodevole >> commentò la Fata, con il suo sguardo analitico << Ma in che modo ci assisterà nella nostra ricerca dei frammenti? >>
La bocca di Kozmotis si arricciò in un sorriso affilato. << Non aiuterà tutti noi nello specifico. Solamente Lord Vader >>
Malefica inclinò la testa in sincera curiosità, presto imitata dall’uomo che aveva accanto.
<< In che modo? >> domandò l’Oscuro Signore dei Sith, ed ecco che il loro benefattore si concentrò su di lui.
<< Uno dei frammenti è stato individuato in un regno dalla tecnologia sicuramente più avanzata rispetto agli ultimi che abbiamo visitato >> rispose con tono paziente << È protetto da un esercito considerevole… uno che solo le forze di Vader sarebbero in grado di debellare in tempi relativamente brevi. >>
Indicò il cerchio metallico.
<< Questa struttura ci permetterà di aprire un portale dimensionale delle dimensioni del suo Star Destroyer. >>
Il respiro meccanico del Sith subì una brusca impennata, mentre si avvicinava minacciosamente all’ex Generale.
<< Mi hai reclutato per questo >> disse all’improvviso, con tono accusatorio << Non sono stato scelto per una mera casualità, né per il mio potere. Sapevi che avremmo avuto bisogno della mia forza militare per recuperare uno dei frammenti. >>
<< No >> ribatté prontamente Kozomtis << Ma il mio benefattore lo sapeva. È stata lei a indirizzarmi verso ognuno di voi, convinta che le vostre particolari abilità avrebbero assicurato la riuscita dei miei piani. >>
<< E chi mai potrebbe essere questa tua misteriosa benefattrice? >> gracchiò Cornelius, una domanda che presto cominciò a frullare nella testa dei suoi alleati. Tuttavia, l’ex Generale incontrò lo sguardo del Lich con misurata freddezza.
<< Qualcuno che si rivelerà a voi solo dopo che avremo ottenuto tutti i frammenti >> fu la sua risposta impassibile << Non prima. >>
Chiaramente scontento da parole tanto vaghe, le orbite dello scheletro vivente cominciarono a illuminarsi di un intenso bagliore scarlatto.
<< Non mi piace collaborare con persone che non hanno almeno il coraggio di guardarmi in faccia… >>
<< Quale faccia? >> sbuffò Faciler, con uno dei suoi classici sorrisetti.
Subito, quelle braci ardenti scattarono sullo stregone Vodoo, mentre Cornelius allungava le mani ossute con il chiaro intento di strappargli la carne dal viso. Ma prima che potesse compiere anche un solo passo, ecco che un ciondolo familiare comparve nella mano destra dell’uomo.
<< Ah ah, mon amì! >> ridacchiò Facilier, mentre lo faceva penzolare di fronte al Lich << Non vorrai mica ripetere la lezione dell’ultima volta, vero? >>
Cornelius non ebbe la possibilità di rispondere. Proprio come il giorno in cui l’avevano liberato dalla sua prigione, cadde in ginocchio e strinse i denti, visibilmente provato da un dolore insopportabile.
<< Certo che no… mio maestro >> ringhiò collerico, mentre il bagliore nelle sue orbite scompariva rapidamente.
Facilier ridacchiò compiaciuto.
<< Così va meglio >> disse, mentre allentava la presa sull’artefatto.
Come se un peso invisibile gi fosse stato tolto dalla schiena, Cornelius si risollevò da terra e fissò ferocemente lo stregone. Ma a parte questo, rimase inchiodato al suo posto, sotto lo sguardo ugualmente divertito e deluso di Malefica.
Era davvero così semplice trasformare un sovrano di non morti in un fedele cagnolino? Da qualcuno come questo Lich, si sarebbe aspettata qualcosa di più.
All’improvviso, il portale cominciò a crepitare di tanti bagliori bluastri.
<< Molto bene >> disse Kozomits, con voce annoiata << Siamo pronti per l’ultima fase del piano. Presto, tutti i frammenti saranno in mano nostra… e a quel punto, nemmeno gli sforzi della MVA saranno più una minaccia. >>
E questa era una previsione che Malefica si sarebbe assicurata di realizzare.

                                                                                         



Jack Frost, Guardiano del Divertimento e Spirito dell’Inverno… non si era mai sentito così nervoso.
Durante la sua centenaria non-vita, era stato costretto ad affrontare diverse situazioni a dir poco stressanti, alcune delle quali erano quasi riuscite a piantare il proverbiale, ultimo chiodo della sua metaforica bara.
Come dimenticare la prima volta in cui si era approcciato agli abitanti del piccolo villaggio di Burgess, solo per scoprire che non potevano vederlo? O il giorno in cui Pitch Black, l’Uomo Nero, non solo aveva rotto il suo fidato bastone, ma lo aveva addirittura lasciato per morto nelle profondità congelate di un crepaccio antartico? E ultima ma non ultima… la sua esperienza con la Mietitrice in persona, quando una variante dello stesso Pitch era riuscita a pugnalarlo al cuore, un atto che in circostanze diverse avrebbe potuto ucciderlo, ma che con sorpresa di tutti aveva contribuito a riportare a galla le memorie di una vita passata… e il potere necessario per sconfiggere una minaccia all’intero Multiverso.
Eppure, nemmeno queste situazioni erano riuscite a prepararlo all’ansia e al nervosismo che si erano man mano impadroniti di lui negli ultimi giorni… e tutto a causa di un evento piuttosto ordinario, se paragonato a quelli sopracitati.
Al momento, il Guardiano del Divertimento si trovava in una dimensione molto diversa dalla sua, circondato dagli alti alberi di una foresta sconfinata. Di fronte a lui, sostavano degli esseri la cui sola vista sarebbe stata sufficiente per allarmare un qualsiasi essere umano ordinario, almeno fino a qualche tempo fa: una piccola salamandra bluastra, un cavallo composto interamente d’acqua, una figura umanoide di foglie svolazzanti e un gigante di pietra tanto alto da superare le chiome più prominenti.
Un tempo conosciuti semplicemente come i Quattro Spiriti della Foresta Incantata, le loro azioni funeste avevano provocato non poco scompiglio nel regno confinante con quelle terre, prima che venissero fermati proprio da colei che avrebbe interpretato il ruolo di ponte tra la magia e gli umani di Arendelle: Elsa, il Quinto Spirito, ex regina del suddetto regno… e al momento, la vera ragione per cui Jack Frost era così ansioso.
<< Va bene, ragazzi >> disse, mentre batteva ambe le mani in un sonoro rintocco << Oggi è il gran giorno! >>
Cominciò a camminare avanti e indietro, sotto gli sguardi sempre vigili delle quattro entità.
<< È passato esattamente un anno da quando io ed Elsa abbiamo cominciato a frequentarci. Come ormai è consuetudine tra i mortali, la tradizione del mio mondo richiede che il ricordo di questa decisione venga celebrato esattamente 365 giorni dopo! E visto che la vostra collega non si è ancora resa conto di quale razza di buono a nulla abbia scelto come fidanzato, mi sono ritrovato costretto a organizzare una celebrazione degna di lei! >>
Detto questo, si rivolse al cielo, chiuse gli occhi e incrociò le mani, sembrando quasi un uomo intento a pregare.
<< Oh, Uomo della Luna, ti ringrazio per avermi concesso una fidanzata così gentile e comprensiva. Se hai intenzione di rovinare questo anniversario, per favore, provoca ora un disastro naturale o non farti sentire fino alla prossima riunione dei Guardiani. >>
Rimase in attesa, mentre il mondo attorno a lui sprofondava nell’immobilità più totale. E dopo quasi un minuto di assoluto silenzio, sul suo pallido volto si dipinse un sorriso soddisfatto.
<< Bene, lo prenderò come un buon segno >> disse, mentre tornava a guardare gli spiriti << Ripassiamo il piano un’ultima volta. Chi si occuperà del fuoco? >>
La piccola salamandra, che non era altri che Bruni, lo Spirito del Fuoco, procedette immediatamente ad incendiare il suo corpo con un’alta fiammata di colore violaceo, poi schioccò la sua lingua in un gesto pavoneggiante.
Jack ridacchiò soddisfatto e procedette a riversargli addosso una pioggerella di fiocchi di neve cadenti, che la creaturina cominciò a inghiottire con gusto.
<< Conto su di te, piccoletto >> gli disse << Mi raccomando, cerca di non dare fuoco a questo posto. Per quanto riguarda te... >> aggiunse, mentre si rivolgeva a Nokk << Penso che sia arrivato il momento di recuperare l’ospite d’onore. Rapido come un fulmine, siamo intesi? >>
Lo Spirito dell’Acqua nitrì sonoramente, annuendo.
“Se le accadrà qualcosa, ti riterrò personalmente responsabile e abbatterò la mia ira funesta su di te.”
Dopodiché il cavallo interamente fatto di acqua si dissolse in una pozza e scivolò lungo la sorgente più vicina.
Jack lo guardò allontanarsi, reprimendo a mala pena un brivido.
<< Uff... quel cavallo continua a darmi i brividi >> borbottò a se stesso << Siamo davvero sicuri che non sia imparentato con uno degli incubi di Pitch? Sicuramente si troverebbe bene in mezzo a loro… >>
Scosse la testa.
<< Meglio non pensarci >> disse, mentre si rivolgeva all’ammasso di foglie svolazzanti << Pronto per farmi fare bella figura, vecchio amico? >>
Gale, lo Spirito del Vento, emise un lungo, acuto fischio simile ad una risata, e prese a girare attorno al Guardiano, comunicando tutto il suo entusiasmo.
Jack ridacchiò, condividendo l’emozione del suo più vecchio confidente. Per quanto la sua vita fosse stata solitaria, il vento era sempre stato dalla sua parte, l’unica costante di un’esistenza altrimenti priva di alcuna interazione positiva. Gli sarebbe sempre stato grato... in particolare, dopo quello che entrambi avevano organizzato in questo giorno.
A quel punto, si rivolse all’ultimo rimasto del gruppo.
<< Va bene, ragazzone >> disse al gigante di pietra << Questa volta posso contare sul tuo aiuto per tenere lontani i curiosi? Non voglio che succeda come l’ultima volta... quando hai abbandonato il posto per inseguire una farfalla... >>
Lo Spirito della Terra - almeno uno dei tanti - non aveva effettivamente un nome, e dal momento che nemmeno parlava, Jack aveva pensato di affibbiargliene personalmente uno: Mordiroccia, come la creatura omonima ne La storia infinita. Jamie aveva sempre adorato quel libro.
Mordiroccia scosse il capo e sbuffò sonoramente, battendo appena l’enorme piede a terra e generando una piccola scossa. Il messaggio era chiaro: aveva preso l’impegno, e l’avrebbe rispettato.
Jack sospirò sollevato.
<< Va bene >> borbottò a se stesso << Facciamolo! Quanto mai potrà essere difficile assicurarsi che un anniversario si svolga senza problemi? Insomma... è solo un giorno come tanti altri! Ok, forse non come gli altri, in fondo è un anniversario, fra gli umani è considerato importante... eeeeeeee, sto parlando di nuovo da solo... grande. >>
Si colpì le guance per riprendere il controllo dei suoi pensieri e rimase in fremente attesa, mentre il gigante alle sue spalle si allontanava tra gli alberi con passo rapido.
Dopo quasi mezz’ora, scorse all’orizzonte l’inconfondibile figura del Nokk... sulla cui groppa, trasportava una giovane donna la cui sola vista fu sufficiente per fargli accelerare il battito cardiaco.
Elsa, il Quinto Spirito della Foresta Incantata, cavalcava con grazia regale, i lunghi capelli che ondeggiavano nel vento come bianche fumate.
Gli occhi azzurri dell’ex regina di Arendelle scrutavano all’orizzonte, cercando con lo sguardo il proprio compagno. E quando avvicinandosi riuscì a intercettarlo, il volto le si illuminò di un sorriso amorevole.
<< Jack! >>
Il cavallo acquatico la accompagnò proprio innanzi allo Spirito dell’Inverno.
<< Buon anniversario >> disse, mentre il Quinto Guardiano le offriva un tenero sorriso.
In questo tipo di situazioni, faticava a credere al rapporto che lui ed Elsa erano riusciti a costruire... specie dopo che era rimasto per quasi tre secoli senza poter interagire con anima viva. E ora, aveva addirittura una fidanzata che viveva in un’altra dimensione! A volte, il destino poteva avere un senso dell’umorismo piuttosto strano.
Senza mai perdere il suo sorriso, allungò una mano verso di lei.
<< Mia signora >> la salutò con tono galante << Permettetemi di aiutarvi a scendere da codesto destriero. >>
Elsa ridacchiò, mentre gli porgeva il palmo con fare giocoso. A quel punto, si lasciò guidare a terra, poi gli mise un braccio attorno al suo gomito.
<< Oh, quale onorevole presentazione, mio signore. Quanto ti ha strapazzato Nord, per insegnarti le buone maniere? >>
La giovane donna non era certo estranea ai sorrisi. Ma chi ormai aveva imparato a conoscerla, sapeva che non lo faceva così spesso come quando si trovava assieme allo Spirito dell’Inverno.
Naturalmente, Jack aveva sempre considerato questo aspetto del loro rapporto una specie di vittoria personale... e un piccolo promemoria di quanto il suo Centro continuasse a muovere la sua non-vita.
Le sue pallide guance si tinsero per l’imbarazzo alle parole dell’ex regnante.
<< Meno di quanto avrei pensato >> rispose, mentre si passava una mano tra capelli << Dentolina, invece? Oh, lei si è assicurata che imparassi ogni singola pagina del galateo! Non che le ricorderò mai tutte... ma per te, suppongo che ogni tanto potrei rammentarne qualcuna. >>
Indicò la radura che avevano di fronte.
<< A proposito... buon anniversario anche a te, Bucaneve. >>
Fu il turno di Elsa di avere le guance colorate di una rosa tenue, mentre si sistemava una ciocca dietro ai capelli.
<< Ogni tanto va bene >> sussurrò, più seria di quanto avesse inizialmente pianificato << se diventassi troppo rigido, poi mi ruberesti il posto. E non saresti più tu. >>
E nonostante non fosse particolarmente avvezza al contatto fisico, gli appoggiò comunque la fronte sulla spalla, fissandolo negli occhi e sorridendo teneramente.
<< Allora, quale mirabolante sorpresa hai in serbo per me? >>
<< Cominceremo con un pranzo per due >> rispose Jack, mentre la guidava fino al fuoco << Lo Chef Bruni e il sottoscritto si assicureranno di regalarti un’esperienza indimenticabile! Non è vero, piccolo amico? >>
In tutta risposta, la salamandra si arrampicò fino alla spalla di Jack e sorrise ampiamente, prima di accoccolarsi nel suo cappuccio. Elsa ridacchiò alla comparsa dell’anfibio, ricompensandolo con una spruzzata di fiocchi di neve.
<< È bello rivederti, Bruni. >>
Salutato il collega spirito, rivolse a Jack un’occhiata colma d’aspettativa. << E con quali piatti hai deciso di dilettarti, Chef Jack? >>
In tutta risposta, il sorriso dell’eterno adolescente si fece più ampio, mentre si avvicinava al pentolino che aveva risposto sul fuoco.
<< Un uccellino mi ha detto che tu e tua sorella siete sempre state delle grandi fan del cioccolato. Così… >> sollevò il coperchio << ho fatto un piccolo salto alla Parigi del mio mondo. Più precisamente, nel miglior negozio di cioccolato del paese, dove ho prelevato gli ingredienti per quella che in molti considerano la migliore mousse al cioccolato sulla Terra! >>
Gli occhi della ragazza si ingrandirono e illuminarono di colpo, incredibilmente simili a quelli di una bambina elettrizzata.
<< Cioccolato! >> esclamò, con un urletto eccitato, decisamente poco regale.
Se ne accorse e ammutolì, poi tossicchiò e si passò le mani sul vestito, nel tentativo di riacquistare un certo contegno.
<< Voglio dire… sì, certamente è un inizio assolutamente accettabile e ben gradito, mio signore. >>
Il sorriso di Jack sembrò allargarsi. << Accettabile... certo >> ridacchiò.
Non era molto spesso che Elsa si lasciava andare ad un comportamento tanto disinvolto. Ma ogni volta che capitava, era certamente un cambiamento gradito rispetto alla solita Regina dei Ghiacci.
Non che allo spirito dispiacesse quel lato di Elsa! Semplicemente, era felice che ogni tanto anche l’ex regnante si concedesse dei momenti per rilassarsi.
Con quel pensiero in mente, evocò un cucchiaio di ghiaccio, lo immerse nel dolce e glie lo mise di fronte a viso.
<< Di “aaaah”! >> disse con tono stuzzicante.
Elsa lo fissò, dapprima incredula e rossa d’imbarazzo, poi scosse il capo e alzò gli occhi al cielo, ridendo.
<< Guarda che sei tu il bambino qui, non io >> lo rimproverò, tirandogli un colpetto sulla fronte.
Materializzò un cucchiaio a propria volta e lo immerse nel dolce, per poi porgerlo verso di lui.§<< Al tre? >>
Questa volta, fu lo stesso Jack che non riuscì a reprimere un rossore di suo.
<> balbetto, mentre tentava di ignorare il battito impazzito del proprio cuore << Uno... >>
<< Due... >>
<< Tre! >> urlarono all’unisono.
L’istante dopo, entrambi si ritrovarono a contemplare il sapore dolciastro della mousse.
Quando si ritrassero, il rossore di Jack si era fatto ancora più accentuato.
<< A-allora? >> sbottò tutto d’un fiato << Com’era? Non ho molta esperienza nel cucinare, ho solo seguito le istruzioni della confezione... ok, forse Nord mi ha dato un mano... ma il grosso del lavoro l’ho fatto tutto io, te lo giuro! A meno che non sia pessima, in quel caso la colpa è tutta di Nord... >>
<< Jack. >>
Elsa gli strinse gentilmente la spalla, interrompendo quel flusso sconnesso di parole.
<< Non importa se è venuto male o bene. Apprezzo il gesto. L’avrei apprezzato in ogni caso. Non mangiavo cioccolato da un sacco, e lascia che te lo dica, hai avuto un pensiero davvero carino. >>
Si servì un altro cucchiaio, facendo un sorrisetto.
<< Comunque >> dichiarò, con finta noncuranza << è bello soffice e saporito. Ora mi sento in colpa >> borbottò << io non ho pensato di organizzarti niente. Be’, vorrà dire che il prossimo anniversario lo organizzerò io. >>
<< Temo proprio che dovrai impegnarti un bel po’ >> ribatté Jack, recuperando il suo ghigno sbarazzino << La giornata non è certo finita... e ho ancora un’ultima sorpresa per te. >>
<< Oh? >> fece l’ex regina, visibilmente intrigata << E che cosa potrebbe mai essere? >>
<< Se te lo dicessi, non sarebbe più una sorpresa >> la ammonì scherzosamente il Guardiano << Ma ti assicurò che varrà l’attesa. >>
Detto ciò, entrambi ripresero a gustarsi il loro dolce, chiacchierando del più e del meno.
Elsa non ricordava l’ultima volta in cui si fosse sentita così a suo agio nel parlare con qualcuno che non fosse Anna. Con Jack poteva semplicemente essere... se stessa, senza il doversi aspettare qualche brutta sorpresa o ritorsione. Ormai si fidava dell’eterno adolescente come se fosse una parte integrante della sua famiglia... e forse, un giorno lo sarebbe diventato davvero.
Inutile dire che quel pensiero fu sufficiente per farla arrossire profondamente, nonostante i suoi migliori tentativi di nasconderlo.
<< Tutto bene? >> le chiese Jack.
<< Sì! >> fu la risposta fin troppo acuta del Quinto Spirito << Stavo solo riflettendo su quanto fosse buona questa mousse! >>
<< Davvero? Allora comincerò a cucinare più spesso! >>
<< Uh uh >> borbottò Elsa, mentre riprendeva subito a mangiare.
Quando finalmente ebbero terminato il pasto, Jack si mise in piedi con un balzo.
<< Bene, direi che possiamo passare al momento clou di questa celebrazione! >> disse, mentre le porgeva una mano << Mia signora... siete pronta ad imparare a volare? >>
La ragazza sbatté le palpebre, osservando prima l’arto teso e poi lui, come se all’improvviso gli fosse cresciuta una seconda testa.
<< Non credo di seguirti >> ammise.
<< Ah, vuoi che sia più chiaro? >> domandò l’altro spirito << Molto bene! >>
E, detto questo, si sollevò in aria e lasciò che un turbinio di foglie gli girasse attorno.
<< Mia cara Elsa... per il nostro anniversario, ho deciso che ti insegnerò a cavalcare il vento e spiccare il volo! >>
Se possibile, il Quinto Spirito divenne ancora più perplessa di prima. Certamente, non era tra i regali che aveva preso in considerazione.
Osservò Gale e Jack con un’espressione a metà fra l’ammirazione e il timore.
<< Tu... credi che io possa farlo? >> domandò, titubante << Non... non ci avevo mai pensato, e poi... non sono sicura di come sentirmi riguardo al volare. >>
<< Oh, andiamo, sarà fantastico! >> insistette Jack, mentre le afferrava le mani << Volare è molto più semplice di quanto creda la gente comune. In fondo, non è poi così diverso dal camminare o dal nuotare... semplicemente, anziché farti sostenere dalla terra o dall’acqua, dovrai affidarti al vento. >>
Rivolse un sorriso alla sagoma fluttuante di Gale.
<< E dubito fortemente che lui ti lascerebbe cadere. Piaci troppo a entrambi. >>
A quel punto, l’espressione dell’eterno adolescente si addolcì.
<< Inoltre, anche se dovesse succedere... io sarei sempre lì per afferrarti. Te lo prometto. >>
Stavolta, Elsa sentì il calore ghermirla in tutto il corpo, dalla punta dei piedi fino agli zigomi.
Arricciò le labbra in un sorriso a tratti grato, quasi gioioso.
<< Mi fido di te >> mormorò piano, mordicchiandosi un labbro << Lo ammetto, sono un po’ nervosa… mi fiderò di te. >>
Non era mai stata molto brava nell’esprimere i propri sentimenti, ma la sincerità era un qualcosa che aveva imparato a tirare fuori col tempo. E sì… Jack era particolarmente bravo a farla sentire sicura di poter dire quello che pensava.
L’eterno adolescente le offrì un inchino aggraziato.
<< E quella fiducia non sarà mal riposta, milady. >>
Detto questo, le prese delicatamente la mano... e la tirò a sé, stringendo i loro corpi in un abbraccio.
Gli occhi di Elsa si spalancarono sorpresi.
<< C-che stai facendo? >>
<< Be’, da qualche parte bisogna pur cominciare, no? >> le rispose Jack, con quel suo tono irriverente << E quando si tratta di imparare a volare, molte specie di uccelli concordano che sia sempre meglio partire da una posizione più elevata. >>
<< Jackson Overland Frost, non osare... >>
<< Reggiti forte! >>
E prima che il Quinto Spirito potesse protestare ulteriormente, si sentì mancare il terreno sotto i piedi. Allora si aggrappò al fidanzato con tutta la forza che aveva nelle braccia, mentre i loro corpi salivano rapidamente di quota.
Quando si fermarono, Jack le offrì un sorriso divertito.
<< Guarda che puoi tenere gli occhi aperti, Bucaneve. Andiamo, ti stai perdendo uno spettacolo incredibile! >>
Elsa emise un verso molto simile ad un gemito di completa tortura. Si ostinò a rimanere con gli occhi serrati e le labbra strette, ma poi la curiosità ebbe la meglio. Aprì lentamente una palpebra per dare una prima occhiata, e poi man mano le spalancò tutte e due.
Rimase a bocca aperta, con occhi meravigliati. Non aveva mai visto la foresta da quella prospettiva… solo da lontano, la prima volta che lei, Anna e Kristoff si erano avvicinati per entrarci: adesso “incantata” sembrava davvero l’aggettivo più appropriato per descriverla.
Il vento le sfrecciava fra i capelli e le accarezzava la pelle, come una coperta invisibile. Sotto di loro, gli alberi della Foresta Incantata scorrevano rapidi, con le foglie brillanti di riflessi rossastri. Qua e là poteva scorgere le sorgenti d’acqua che si muovevano sino al mare, e addirittura il villaggio dei Northuldra in piena attività. Le montagne gelate coronavano il tutto, come possenti guardiani di quella magica landa.
<< È davvero bellissimo, non è vero? >> disse Jack, distogliendola dalla sua esplorazione.
Quando la giovane donna sollevo appena lo sguardo, scoprì che il viso dello spirito era arricciato in un sorriso nostalgico.
<< Quando ero molto più giovane e mi sentivo solo, una delle poche cose che riusciva a tirarmi su di morale era sollevarmi da terra e restare ad osservare il mondo sottostante. I suoi colori, le sue forme, le persone che camminavano a terra... sembravano tutti parte di qualcosa di più grande. E io fingevo di essere il loro guardiano silenzioso. >> Ridacchiò. << Lo so, era un po’ presuntuoso! Ma almeno la parte del Guardiano si è rivelata vera. >>
Detto questo, tornò a scrutare Elsa con i suoi occhi di ghiaccio.
<< Ora che ti sei calmata, direi che possiamo cominciare con la lezione. Dimmi, che cosa senti attorno a te? E non mi riferisco ai rumori della foresta. Concentrati... e prova a SENTIRE il vento che ti circonda. >>
L’ex regina ci provò. Sembrava una richiesta abbastanza semplice, perché in fondo le stava semplicemente chiedendo di attingere alla propria magia. Ma in questo, non avrebbe attinto al gelo che avvertiva costantemente dentro di sè… bensì allo Spirito del Vento, che in quel momento li sosteneva in volo con la sua sola presenza.
Chiuse gli occhi, cercando di concentrarsi. Poteva sentire la pressione dell’aria che spingeva contro il suo corpo, e anche oltre: l’essenza di Gale era mutevole e caotica, diffusa quasi ovunque.
Le parve di sentire una risatina di contentezza e delle foglie birichine che le scivolavano davanti al viso: era come se il Vento si stesse congratulando con lei.
Intrigata, Elsa volle provare a sperimentare. Cercò di aprire un braccio, e invece di provare ad evocare i suoi poteri pensò di poter controllare il vento, di piegarlo e controllarlo…
Come si aprì troppo, allontanandosi da Jack, rischiò di precipitare, e con un urletto gli si aggrappò ai fianchi, cercando di risalire.
Jack prese ad accarezzarle la schiena in modo rassicurante.
<< Va tutto bene >> le disse, mentre la stringeva delicatamente a sé << Fidati, al mio primo tentativo ho fatto di peggio. Sono andato a sbattere contro un albero, mi sono preso un ramo tra le gambe, ho fatto un atterraggio di emergenza del fango… insomma, sono felice che non vi fossero testimoni in zona. >>
Alla risata nervosa della regnante, aggiunse rapidamente: << Ma non permetterò che ti capiti la stessa cosa! Ecco, lascia che ti dia un piccolo aiuto… >>
L’eterno adolescente chiuse gli occhi, lasciando cullare dalla brezza del mattino. Poi, “afferrò” delicatamente le correnti ascensionale e le guidò attorno al corpo di Elsa.
Il Quinto Spirito sentì il cuore mancarle un battito, mentre quei nastri invisibili l’avvolgevano da capo a piedi. Improvvisamente, si sentì molto più leggera, come una piuma sospesa nel vuoto.
Era una sensazione strana… e confortante al tempo stesso.
<< Ora ti lascerò andare >> disse Jack << Sei pronta? >>
<< No! >> fu la rapida risposta di Elsa, che subito strinse la felpa del fidanzato.
Questi le offrì un sorriso rassicurante. << Tranquilla, non cadrai. Rilassati… e lascia che Gale faccia il suo lavoro. Ti ho detto che andrà tutto bene, no? >>
La giovane donna si morse il labbro e passò lo sguardo dal viso del ragazzo al terreno sottostante.
Sapeva che una caduta da quell’altezza sarebbe stata molto dolorosa, sicuramente fatale per un qualsiasi essere umano… ma ormai, lei poteva ancora definirsi tale?
Inoltre, Jack non le aveva mai dato motivo di dubitare di lui. Ecco perché prese un lungo respiro… e decise di seguire ancora una volta le sue istruzioni.
Lentamente, lasciò la presa sulla felpa del Quinto Guardiano. L’istante dopo, non aveva più niente di fisico a cui aggrapparsi.
Si morse il labbro e chiuse gli occhi, temendo il peggio. L’istinto, invece, le suggerì di concentrarsi di nuovo.
Forse non doveva pensare al vento come a un’estensione dei suoi poteri. Dopotutto, Jack non lo chiamava “amico”? Un amico non si controllava di certo. A un amico si chiedevano favori e gentilezze.
Elsa cercò di nuovo la presenza di Gale attorno a sé, e stavolta, semplicemente chiese al suo potere di sostenerla e starle vicino. Proprio come a un amico.
E quando il Quinto Spirito riaprì gli occhi... si accorse di stare galleggiando delicatamente nell’aria, sostenuta da soffi continui che le scompigliavano i capelli.
<< Oh santo cielo! >> esclamò, incredula << Io... wow! >>
<< E il meglio deve ancora venire >> disse Jack, facendole un occhiolino << Coraggio, Bucaneve, lasciati andare! >>
Detto questo, lo spirito cominciò a scendere di quota, come se si stesse lasciando trascinare da una corrente invisibile.
Elsa lo guardò nervosamente, poi tornò a scrutare i suoi piedi, sospesi nel vuoto dell’aria.
<< Posso farcela >> sussurrò, prima che sul suo pallido viso si dipingesse un’espressione determinata << Posso farcela! Gale, segui JAAAAAAAAAAACK! >>
Prima che potesse terminare il comando, lo spirito del vento aveva già cominciato a guidare la giovane donna verso il ragazzo… anche troppo in fretta! Presto, Elsa sentì il proprio corpo sbilanciarsi, mentre veniva sballottata in ogni direzione possibile.
<< Ferma! Ferma! >> cercò di gridare, senza vomitare << Rallenta! >>
Cercò di far eseguire a Gale quei comandi… ma finì inevitabilmente per investire Jack in pieno, sbilanciandolo e facendo precipitare tutti e due.
Entrambi atterrarono in un cumulo di neve, vendendone ricoperti da capo a piedi. Quando i loro occhi sbalorditi si incontrarono, rimasero in assoluto silenzio... rotto solo da un lieve sbuffo ad opera di Elsa. Jack la seguì a ruota, e presto entrambi cominciarono a sobbalzare come in preda a una specie di singhiozzo. Naturalmente il Quinto Guardiano fu il primo che scelse di abbandonare ogni decoro e scoppiare a ridere senza ritegno, presto imitato dalla fidanzata.
Per quasi un minuto buono, quello fu l’unico suono che si udì nei dintorni, prima che entrambi prendessero un lungo respiro calmante.
<< Va bene, direi che per oggi può bastare >> disse Jack << Ma, ehi, come primo tentativo è stato davvero buono! Tempo qualche giorno e sono sicuro che diventerai... >>
Un paio di gelide labbra si posarono sulle sue, costringendolo a zittirsi. Quando Elsa si ritrasse, lo guardo con un sorriso birichino, le guance leggermente arrossate.
Jack sbatté le palpebre un paio di volte, stordito e felice in egual misura. << Quindiiiiii... immagino che il regalo ti sia piaciuto? >>
Elsa sembrò riflettere sulla domanda, portandosi un dito al mento.
Il Quinto Guardiano attese il suo giudizio con fremente attesa… ma nell’istante in cui la giovane donna aprì bocca, un soffio improvviso catturò l’attenzione di entrambi.
Si voltarono, mentre un lieve brusio cresceva di pari passo con il battito dei loro cuori. L’istante dopo, un lampo illuminò la radura, a cui seguì un vortice dall’aria fin troppo familiare.
<< Quello… è un portale? >> sbottò Elsa, curiosa e sorpresa in egual misura. E prima che Jack potesse rispondere, una coppia di figure si fece strada al di là del bagliore.
Quando i loro lineamenti divennero finalmente visibili, gli occhi dei due spiriti si spalancarono scioccati.
Poi, il Quinto Guardiano, sollevò lo sguardo in direzione della luna, sempre più visibile a causa della notte imminente.
<< Mi stai prendendo in giro ?! >>


                                                                                 * * *

Il portale si chiuse alle spalle di Adora con un lampo di luce, oscurandole temporaneamente la vista.
Quando riuscì finalmente a mettere a fuoco, scoprì che lei, Hiro e Baymax erano finiti ai piedi di una specie di tempio. Forse abbandonato – oppure molto vecchio – a giudicare dall’ampia quantità di muschio e rampicanti di cui era ricoperto.
In verità, tutti gli edifici che li circondavano sembravano usciti direttamente da quei racconti terrestri di cui aveva letto solo nei libri della MVI, riguardanti divinità ed eroi di un tempo ormai dimenticato.
<< Va bene >> borbottò Hiro, mentre si guardava intorno << Vediamo un po’ dove ci troviamo. >>
Sia lui che Baymax avevano già indossato le rispettive armature da battaglia, pronti a ricevere qualsiasi minaccia potesse nascondersi in questo luogo apparentemente disabitato.
Dal casco del ragazzo partì una luce che cominciò a scorrere sugli edifici circostanti, inviando informazioni invisibili al computer incorporato nella tuta meccanica.
<< Sembra un posto antico >> osservò Adora, ricevendo in cambio un cenno affermativo.
<< Oh, è molto più che antico! A quanto pare, gli edifici di questo luogo sono stati realizzati con degli stili architettonici appartenenti a diverse civiltà terrestri, come quelle del mio vecchio mondo. Sono riuscito a identificare delle componenti Azteche, Egiziane, Sumere… >>
La principessa scosse la testa, un po’ divertita dallo sproloquio del ragazzo. A volte, gli ricordava fin troppo la sua amica Entrapa, quando scovava qualcosa capace di catturare il suo interesse.
Stava per intimargli di abbassare la voce... quando scorse un movimento tra gli edifici.
Subito si tese, lo sguardo fisso in quel punto. Se l’era forse immaginato? Oppure, aveva davvero visto un’ombra muoversi tra le pietre.
Strinse gli occhi… e scoprì che c’era effettivamente qualcosa che si stava muovendo verso di loro.
<< Ehm, Hiro… >>
<< Questa è una scoperta sensazionale! Forse ci troviamo al cospetto di quella che potrebbe essere la prima civiltà di questo mondo… >>
<< Hiro… >>
<< Mi chiedo se anche sulla mia Terra si trovi qualcosa del genere. Gli storici ci andrebbero sicuramente a Nozze… >>
<< Hiro! >>
Il ragazzo si voltò bruscamente verso la principessa.
<< Che c’è?!... oh >> borbottò, quando si rese conto a cosa i suoi occhi stessero puntando. O meglio, a chi! Perché di fronte al trio di Phantoms, avevano appena preso posto almeno una ventina di uomini armati di lance dalla punta illuminata.
Erano tutti vestiti con abiti di fattura apparentemente primitiva, aderenti a corpi muscolosi e abbronzati. Li scrutavano con espressioni visibilmente ostili, ma fortunatamente non avevano ancora cercato di attaccarli.
Non volendo correre rischi, Adora si preparò a estrarre la sua spada… ma una mano sulle nocche la costrinse a fermarsi.
<< Non siamo venuti qui per combattere >> la ammonì Hiro, senza mai distogliere lo sguardo da quello dei loro potenziali aguzzini.
La bionda lo scrutò con la coda dell’occhio. << Hai qualche alternativa? >>
<< Potremmo provare a parlare con loro >> rispose il ragazzo << Baymax, pensi di poter risalire alla lingua di queste persone? >>
Le ottiche del robot lampeggiarono brevemente di azzurro.
<< Analizzando i geroglifici su questi edifici, mi ci vorranno un paio di minuti per… >>
<< Non preoccuparti di tradurre la nostra lingua, intruso >> giunse una voce femminile tra i nativi << Noi parliamo perfettamente la tua. >>
Sorpresi, entrambi i Phantoms si voltarono nella direzione da cui era partita.
I soldati cominciarono a ritrarsi, rivelando la figura di una giovane donna dai lunghi capelli bianchi, con occhi di un azzurro così intenso da rivaleggiare con il cielo sovrastante. Indossava abiti molto più sfarzosi, come quelli che Adora si sarebbe aspettata da una nobile… oppure da una principessa, come quelle che aveva già incontrato su Etheria. Che fosse un membro importante di questa società?
<< Sono la Regina Kidagakash >> si presentò, scrutandoli freddamente uno ad uno << E a voi che, avete osato sconfinare nelle mie terre senza permesso, chiedo… come siete riusciti a superare le difese di Atlantide? >>


 


Bam!
Ebbene sì, in questo capitolo abbiamo avuto un grande ritorno, ovvero quello di Jack ed Elsa dalla nostra storia precedente… e l’introduzione del Regno di Atlantide direttamente dal bellissimo film animato “Atlantis”, uno dei nostri prodotti Disney preferiti, e che personalmente consideriamo uno dei più sottovalutati.
Ci sembrava giusto concedere ai fan della Jelsa un capitolo tutto per loro… anche perché i prossimi saranno quasi solo battaglie fino alla fine della storia.
Siamo arrivati al terzo atto di questo libro, dove entrambi gli schieramenti dovranno dare il meglio di sé per assicurare la riuscita dei rispettivi obbiettivi! Ma chi avrà la meglio?
Non vi resta che continuare a leggere per scoprirlo…
  
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