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Autore: lmpaoli94    28/12/2023    2 recensioni
André viene accusato di un omicidio ai danni di una ricca nobile francese.
La sua vita viene spezzata improvvisamente e il suo amore non dichiarato vero Oscar lo spinge a sopravvivere sull'orlo della sua stessa distruzione.
I continui giorni che non passano mai nella prigione di Mount Saint – Michel.
La sua voglia di rivedere la luce.
La sua intenzione di scoprire una verità che lo farà rinascere dalle sue ceneri e come un rapace silenzioso, attaccherà nel suo momento opportuno.
E la sua vendetta non avrà limiti.
Ma tutto ciò spingerà Oscar ad amarlo dopo tutti gli anni passati? O il sentimento sarà dissipato per sempre senza alcuna possibilità di rinascere?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Bernard Chatelet, Generale Jarjayes, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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la disperazione era dipinta sul volto di Oscar.
Troppo era quel dolore che doveva assorbire e troppa era la solitudine in cui stava cadendo.
E se il fato avrebbe condotto la povera Oscar verso una fine indegna, ecco che il volto irriconoscibile del destino si fionda verso di lei tendendogli quella mano che da troppi anni aveva bisogno.

 

 

Qualche ora prima

 

André aveva troppe domande da rivolgere ad Armand.
Non sapendo del suo passato e di come potesse avere una simile fortuna, il giovane francese non faceva altro che guardarsi intorno in silenzio.
Il primo passo per tornare davvero nel suo mondo era agire nell'ombra senza far scoprire a tutti la sua vera identità.
< André, sei sicuro che dopo tutti questi anni non ti riconosceranno? >
La domanda di Armand sembrava quasi una sorta di sfida che il giovane francese prese con stizza.
< Arman, se davvero mi riconoscessero, vuol dire che non sarei minimamente credibile. Sono passati troppi anni. Adesso sono un uomo mentre dieci anni fa' ero un ragazzino. >
< Sì ma il tuo viso... >
< Non puoi minimamente credere come potessi essere io. E adesso, che sto per tornare nel mio mondo, tenderò la mano alla mia amata confessandogli tutto. >
Ma Armand non era d'accordo con le parole di André.
Credeva fermamente che era troppo presto per confessare tutto, predicandogli calma e attenzione.
< André, è troppo pericoloso > Fece Armand prendendolo per un braccio prima che montasse a cavallo < Tu ti farai beccare e io non potrò fare niente per aiutarti. >
< Tu sei folle, Armand. La mia vendetta mi aiuterà nella mia riuscita. >
< La tua vendetta ti sta solo rendendo cieco. Ricordati bene: se ti beccheranno, non accenneranno ad ucciderti. >
< Prima devono farlo. >

< Questo non è un gioco, André. >
< Lo so benissimo! > gridò spazientito André < So cosa sto per fare. Quindi, se vuoi aiutarmi, sei bene accetto, altrimenti farò tutto da solo. >
< E come pensi di fare? >
< Non lo so. Farò in modo di incontrare Oscar e conquisterò la sua fiducia come quando eravamo bambini. Ma essendo da solo, mi ci vorrà troppo tempo. Per questo confido in te. >
< E fai bene. >
La sicurezza di Armand era disarmante per André.
Fidandosi improvvisamente di quell'uomo così misterioso, André lo guardò di sottecchi, cercando quella verità ancora troppo celata.
< Conosco il vecchio Jarjayes. Lui ci aiuterà nella riconquista di sua figlia. >
< Ma cosa dici? >
< Te l'ho detto che devi fidarti di me, ma purtroppo ti risulta troppo difficile, André. >
< Non so del tuo passato e non comprendo le tue intenzioni per il futuro. Non posso ancora fidarmi. >
< In altri casi ti avrei detto che avresti fatto bene, ma se dobbiamo rimanere uniti, devi imparare a fidarti di me. >
< Allora parlami e spiegami come conosci il padre di Oscar. >
< Vuoi davvero che ti ricordi chi ero io prima? >
< Ma ciò tu... hai intenzione di bussare alla sua porta facendo finta che tu sia un suo vecchio amico? >
< Hai un'idea migliore in mente? >
Rimanendo in silenzio, André si accinse a montare a cavallo preceduto da quell'uomo pieno di mille sorprese e con una sicurezza davvero disarmante.

 

 

Giungendo in prossimità della proprietà dei Jarjares, André rimase ammutolita nel vedere che nel corso del tempo non era mutato niente ai suoi occhi.
“Ecco, qui respiro la mia infanzia e i giorni felici di una vita che pensavo di aver dimenticato.”
André non riusciva ad essere sé stesso e sembrava davvero che i suoi ricordi potessero avere il sopravvento.
Ma soprattutto, vedere quei domestici soliti che il tempo li aveva fatti invecchiare. Per poco il suo sangue non si gelò appena video Reyner, padre di Oascr.
Il vecchio uomo che il corso del tempo aveva mutato in un uomo dallo sguardo truce e silenzioso, come André aveva previsto, non riconobbe il furbo Armand.
< Reyner, è bello rivedervi. >
Abbracciando l'uomo come se niente fosse, Armand gli spiegò delle battaglie al fronte e di come la loro gioventù fosse così spensierata.
< Non riesco a ricordare simili momenti > spiegò il vecchio uomo con tono calmo < Ma in fondo al mio cuore avevo un amico che inspiegabilmente è sparito per sempre dalla mia vita. E voglio credere che siate voi, Armand. >
André non riusciva a capire come l'uomo potesse usare la sua verà identità.
“E se fosse tutto un gioco per Armand? Ma chi diavolo sei veramente?”
preso ancora dai profondi pensieri, André non era riuscito a conferire nemmeno una parola.
Non era nemmeno riuscito a salutare il padrone di casa, manifestando un segno di maleducazione che poteva benissimo evitare.
< Andrè. André! > gli gridò sottovoce Armand per riportarlo alla realtà < Smettila di vivere nel vuoto e concentrati sul momento. >
< La fai facile tu. >
< Se allora non te la sentivi, dovevi confessarmelo subito. Adesso non possiamo più tornare indietro. >
< Ma io non voglio nemmeno tornarci indietro! >
< Ascoltami bene, ragazzo mio: se davvero ti scoprissero per quello che nascondi, io e te finiremo impiccati o uccisi in un'altra maniera. Ed io non volevo aiutarti per poi finire ucciso così malamente. Mi hai capito? >
< Non morirai, Armand. La tua falsa identità ti proteggerà da ogni evenienza. >
Guardandolo storto facendogli capire che lo stava mettendo in pericolo, Reyner fece accomodare i due ospiti dopo aver parlato con la servitù.
La visita dei due uomini non passò inosservato ad Alain Soisson, rimasto ancora nella dimora dei Jarjares per cercare di ripianare la distanza con Oscar.
André, dal canto suo, fu il primo a presentarsi al suo acerrimo nemico, stringendo quella mano con veemenza mentre il sangue gli ribolliva nelle vene.
< E' un vero piacere conoscervi > si limitò a dire André prima di fare posto ad Armand < Ho sentito molto parlare di voi. >
< Spero in bene > ribatté divertito l'ex soldato.
< Ho sentito parlare del vostro coraggio. La vostra fama vi precede. >
< Vi ringrazio, buon uomo. Ho capito a mie spese che il miglior modo di servire la Francia era a servizio dei potenti, anche se certe volte la mia famiglia e la povera gente mi reclama. >
“Non ho dubbi. Chissà quante persone hai tradito togliendoli di mezzo.”
I pensieri fuorvianti di André dovettero continuare a tacere per non finire nei guai, cercando di spostare la sua attenzione prima che Alain potesse domandargli il suo nome.
< Signor Jarjares, ho sentito che avete una figlia. Mi piacerebbe davvero conoscerla. >
André cambiò argomento così repentinamente che spiazzò il vecchio uomo, mentre Alain non aveva mai smesso di fissare il giovane ospite.
< Non ne ho la più pallida idea. È solo una ragazza ribelle che non accenna a migliorare il suo carattere irascibile. >
< Ragazza? Ormai è una donna, Signor Jarjares > replicò Alain con sapienza.
< Peccato che si comporta come tale, mandandomi in bestia ogni volta che parlo con lei... E tu, caro il mio Alain, non fai niente per rassicurarmi sotto questo aspetto. >
Alain, sentendosi attaccato, rispose in maniera stizzita al vecchio, senza preoccuparsi di come avrebbe reagito.
< Non è colpa mia se la “ragazza”, come la definite voi, si comporta come una ribelle. Non cerchiamo di rivangare ricordi inutili che aprirebbero ferite che fino ad oggi si era rimarginate. >
< Che cosa vorresti dire?! >
< Lasciate perdere, è meglio. >
Ma nel mentre gli animi si stavano scaldando seriamente, ecco che un grido di un servitore scuote gli animi dei presenti, soprattutto quelli di André.
< Mio Signore... vostra figlia... vuole buttarsi dalla finestra della sua camera. >
< Che cosa?! >
Spaventati per quello che sarebbe successo, i quattro uomini si precipitarono verso la camera di Oscar, ma visto che la donna non aveva nessuna intenzione di aprire la porta, Alain pensò bene di sfondarla.
< No, Alain, così finiremo per spaventarla > fece Armand con tono serio.
< Avete forse un'idea diversa dalla mia? >
< Andiamo in cortile. È l'unico modo. >
< Per fare cosa? >
< Per provare a farla ragionare e a non spaventarla. >
< Ormai quella donna ha perso completamente il lume della ragione! > sbottò Alain.
André, inviperito da quelle parole, per poco non mollò un pugno all'ex soldato.
< Fate quello che vi dice il Conte > replicò André prendendo le difese del suo amico < La signorina non può morire in questo modo. E faremo di tutto per impedirglielo... Sempre che voi che aiutiate. >
Fissando con astio io giovane André, Alain volle sapere tutto su di lui.
> Ma chi siete voi? E come osate parlarmi così? >
< Chi sono io non è importante in questo momento. Abbiamo una vita da salvare e non possiamo perdere tempo. >
< Il ragazzo ha ragione, Reyner. Dobbiamo agire > replicò Armand.
< Sì. Forza! Tutti con me. >
ma facendo in modo di rimanere indietro per disperdersi dal gruppo, André tornò dinanzi alla camera di André cercando di farla ragionare.
Il giovane uomo non parlò forte in maniera che potesse essere sentito, ma con una voce soave e rassicurante che Oscar non udiva da molto tempo.
< So come vi sentite. So quello che provate... Ma pensate alle persone che tengono a voi veramente. Non potete farla finita in questo modo. Fareste soffrire... >
< Nessuno mi vuole! Nessuno ascolta le mie grida disperate! Voi non sapete quello che davvero provo! > gridò Oscar dal bancone.
< Allora spiegatemelo, madamigella. Non tenetevi tutto dentro. Se avete bisogno di sfogarvi, io sono qui che vi ascolto, ma vi prego, prima apritemi la porta. >
< Ma chi siete voi veramente? >
< Colui che vi aiuterà e vi tenderà una mano nel vostro oblio in cui vi siete gettata. Vi prego di concedermi tale grazia in modo che voi siate salva. Non potrei sopportare che voi... Non potete morire in questo modo. >
Dopo tali parole, seguirono alcuni minuti di un silenzio surreale, fino a quando il rumore della serratura che teneva rinchiusa Oscar, non fece capire ad André che finalmente era riuscito a convincerla.
Nei pochi attimi dopo mentre Oscar aprì la porta lentamente non sapendo ancora chi aveva dinanzi, il cuore di André mancò un battito appena il suo sguardo incrociò quello della sua amata-
Un attimo terminabile mischiato al folle bisogno di abbracciarla e baciarla.
Un momento scandito da quel ritrovo mentre le grida di verità volevano venire fuori di prepotenza.
Ma André doveva ascoltare le parole di Armand.
Doveva attendere. Per il bene suo e della sua amata.
< Sono contento che voi mi abbiate ascoltato. >
E mentre Oscar continuava a fissarlo senza la minima indiscrezione, l'unica domanda che gli venne in mente fu quella di conoscere la sua identità.
< Ma voi... chi siete che mi parlate come se mi conosceste già? >
E nell'udire tali parole, André doveva trovare una scusa valida, atta a non rivelarsi per non gettare in pericolo lui stesso e la sua amata.

   
 
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