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Autore: Star_Rover    29/12/2023    4 recensioni
Ovvero: come un anti-eroe americano tentò di sopravvivere alla sua apocalisse personale nel mezzo di una guerra mondiale.
***
Per raggiungere il suo obiettivo doveva dimostrare di non essere quel che era realmente. O’ Hagan poteva vantare una consolidata esperienza nel campo. Da buon impostore aveva finto in ogni genere di situazione, poteva fingere di essere anche un valoroso soldato. O almeno così credeva...
Genere: Avventura, Commedia, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20. Fantasmi
 

Il convoglio si fermò in un villaggio sperduto nella vasta campagna. Per raggiungere il confine avevano attraversato lande devastate dalla guerra e ormai abbandonate dalla popolazione. Più si avvicinavano al fronte, più si allontanavano dalla civiltà.
Billy e i suoi compagni, come di consueto, trascorsero la serata nell’unica locanda ancora aperta.
Il salone era quasi deserto, gli unici avventori oltre ai nuovi arrivati erano dei soldati francesi, probabilmente originari del luogo.
O’ Hagan aveva appena terminato il secondo boccale quando uno dei francesi si avvicinò al suo tavolo.
«Voi americani siete stanziati nella foresta?» domandò con un inglese stentato e un forte accento.
Billy confermò.
Con un gesto, il francese ordinò un altro giro.
«Questo lo offriamo noi»
O’ Hagan sorrise: «e poi dicono che i francesi non sono ospitali!»
L’uomo mantenne un’espressione severa sul viso.
«Voi non avete idea di quel che dovrete affrontare. Qui siete tutti condannati»
Nel sentire quelle parole, Billy quasi si strozzò con la sua birra.
«Che diamine stai dicendo? I tedeschi hanno abbandonato la foresta da settimane. Questo avamposto è deserto, siamo qui solo per non lasciare l’area incustodita»
Il francese mostrò un ghigno inquietante.
«Oh, su queste colline non sono i tedeschi il pericolo»
Jenkins cominciò a spazientirsi.
«Adesso basta! Non ho intenzione di ascoltare una parola in più da questo squinternato!»
Il soldato rimase serio e impassibile.
«Quello che sto dicendo è la verità. Dovreste ascoltare gli avvertimenti di chi conosce bene queste terre»
Warren si mostrò interessato alla questione. 
«Dunque, per quale motivo dovremmo temere il nostro destino?»
«La foresta è maledetta»
Gli americani non riuscirono a trattenere le risate.  
«D’accordo. Il nostro amico deve essere già piuttosto ubriaco» disse Jenkins con sufficienza.
Billy stava per lasciare il suo posto, ma il francese lo trattenne. Lo afferrò per un braccio e lo costrinse a restare seduto.
O’ Hagan si ritrovò con il suo volto a un palmo dal naso, il suo sguardo non sembrava quello di un ubriaco o di un folle. Egli pareva davvero preoccupato.
«Dovete ascoltarmi! La mia gente ha sempre evitato di addentrarsi nella foresta, soprattutto dopo il tramonto. Antiche leggende narrano di spiriti malvagi che abitano nel bosco e si manifestano agli uomini nell’oscurità. Si parla di demoni, anime perdute e voci dall’oltretomba. Chiunque si è imbattuto in queste creature del buio, ed è sopravvissuto per raccontarlo, ricorda di aver riconosciuto i loro occhi brillare nella notte»
Questa volta gli americani rimasero in silenzio, pur non credendo alle parole di quell’uomo, furono particolarmente turbati dal suo racconto.
«Lungo il confine è bruciato ogni albero, ma questa foresta è rimasta immutata dopo anni di bombardamenti, è sopravvissuta alla guerra perché dentro di sé nasconde orrori ancor più spaventosi!»
A quel punto intervennero i compagni del soldato francese, i quali lo allontanarono, trascinandolo via.
Billy restò ad osservarlo finché non scomparve fuori dal locale.
Jenkins emise un profondo sospiro.
«Dannazione, qui sono tutti matti!»
Warren espresse la sua opinione: «da quel che ho sentito, queste leggende sono piuttosto diffuse nelle campagne francesi»
«Assurdo! Stiamo combattendo una dannata guerra e questi contadini credono ancora ai fantasmi!» ribatté Bailey, che fino a quel momento si era risparmiato ogni commento.
Billy si limitò a buttar giù l’ultimo sorso di birra. Da quando era giunto in Europa aveva assistito a numerose stranezze, ma quell’incontro l’aveva davvero colpito.  
 
***

In trincea Billy non riuscì a smettere di pensare alle parole del soldato francese. Fin dal primo momento aveva avvertito una strana sensazione, quel luogo lo inquietava profondamente.
O’ Hagan non aveva mai creduto a storie e leggende, ma era difficile non lasciar vagare l’immaginazione in quella landa desolata.  
La notte del suo primo turno di guardia era nervoso come non era mai stato in quella guerra.
Mosse i primi passi all’interno della foresta con le gambe molli e il fucile che tremava nelle sue mani. Sempre più spesso si voltava per controllare che non ci fosse nessuno alle sue spalle.
Forse erano le minacciose ombre degli alberi, le forme inquietanti create dai rami scheletrici, oppure i rumori improvvisi degli animali notturni. In ogni caso, Billy sussultava in continuazione, scosso da brividi di terrore.
Al suo fianco Bailey era tranquillo, per lui quella pattuglia era una semplice passeggiata nei boschi.
«Che ti prende O’ Hagan? Non dirmi che hai paura!» disse con tono di scherno.
Billy tentò di fare del suo meglio per mascherare il suo terrore, non voleva dare l’impressione di essere un ragazzino spaventato da racconti di fantasmi.
«No, affatto…io…devo solo essere stanco» mentì. 
Bailey non credette alle sue parole.
«Quelle leggende sono soltanto storielle per bambini. Non esistono mostri o fantasmi. Gli unici che dobbiamo temere sono i tedeschi!»
O’ Hagan era completamente d’accordo. Razionalmente sapeva che non c’era niente di sovrannaturale in quel bosco, eppure una parte di sé si era lasciata suggestionare da quell’ambientazione orrorifica.
Avanzando nel buio, la vegetazione diventava sempre più fitta.
Billy proseguì lentamente, si era alzata la nebbia, ben presto si accorse di aver perso ogni riferimento.
«Bailey! Bailey! Maledizione, dove sei?»
O’ Hagan vagò senza meta, ripercorse più volte lo stesso tratto, girando in tondo e ritrovandosi sempre allo stesso punto.
Iniziò ad avvertire la testa pesante, gli mancava il respiro. Fu in quel momento che udì il rumore di passi. Era convinto che si trattasse di Jack, ma quando intravide l’ombra nella nebbia notò che la figura nella boscaglia non era il suo compagno. Udì il respiro affannoso e poi la sua voce, o meglio i suoi versi cupi e gutturali. Non riuscì a capire se stesse realmente parlando, ma ebbe l’impressione che quei suoni giungessero dalla bocca dell’inferno.
Billy trattenne il respiro, non poteva essere vero, doveva essere solo uno scherzo della sua mente.
Finalmente prese coraggio, afferrò la torcia e la puntò dritta contro quell’essere misterioso.
A stento trattenne un grido di terrore, rimase paralizzato dalla paura, senza avere la forza di muovere un muscolo. Si pentì per non aver creduto al soldato francese, quelle non erano soltanto leggende…
 
Jack ritrovò il suo compagno in uno stato di shock. La nebbia si era diradata e il chiarore della luna illuminava la piccola radura.
«Billy! Che diamine stai facendo ancora qui? Forza, dobbiamo muoverci!»
O’ Hagan si rialzò poggiandosi al tronco di un abete.
«L’hai visto anche tu?» chiese con voce tremante.
Bailey rimase perplesso.
«Che cosa avrei dovuto vedere?»
Billy indicò un punto tra gli alberi.
«Era proprio lì…»
«Non dire sciocchezze! Non c’è nessuno in questa foresta!»
«Giuro che ho visto qualcuno!» insistette O’ Hagan.
«Era un tedesco?»
«No! Cioè…non lo so…non credo»
Jack era sempre più scettico.
«Dunque sostieni di aver visto qualcuno, ma non sei sicuro che fosse un crucco»
Egli annuì.
«Forse era un esploratore nemico, dobbiamo avvertire il tenente Miller»
Billy era ancora titubante.
«È assurdo, ma…»
«Che cosa? Dannazione Billy, parla!»
«Quando ho puntato la luce della torcia ho visto che…ecco...c’erano due occhi che brillavano nell’oscurità»
«Oddio, non dirmi che credi di aver visto una di quelle creature!»
«Be’, a questo punto non so cosa pensare»
«D’accordo. Tu hai bisogno di un po’ di riposo. Sei sicuro di stare bene?»
«Sì, certo. Non mi sono inventato niente!»
«Adesso torniamo al campo, così ti fai una bella dormita. Domani mattina ti sentirai meglio»
 
***

Nei giorni seguenti altri soldati di ritorno dalla pattuglia notturna riportarono di aver notato movimenti nella foresta. Nessuno però parlò di strane creature dagli occhi fiammeggianti.
Billy non ne fece più parola con nessuno, iniziava a temere di star davvero impazzendo. In ospedale il dottor Landon gli aveva parlato dello shock da granata, forse anche lui stava perdendo il senno a causa della guerra.
 
O’ Hagan tentò in ogni modo di evitare i turni di guardia nella foresta, ma il tenente Miller non volle sentire ragioni. Billy fu costretto a obbedire in silenzio, non poteva certo rivelare ai suoi superiori di aver avuto una crisi di nervi, non dopo aver visto come venivano trattati i pazzi al fronte.
Così si rassegnò e tornò al suo dovere.
 
Questa volta il suo compagno era Warren, il quale riteneva ancora la nomea di peggior tiratore della compagnia.
Pete si rivelò particolarmente interessato alla sua testimonianza. 
«Io ti credo. Voglio scoprire che cosa c’è davvero in questa foresta» affermò.
Billy lo rimproverò: «non siamo qui per andare a caccia di fantasmi»
«Perché no?»
«Perché i fantasmi non esistono!» sentenziò, più per autoconvincersi che per altro.
«Allora che cosa hai visto l’altra notte?»
«A questo punto preferirei pensare di essere diventato pazzo» ammise O’ Hagan.
«Non essere stupido! Sai bene che c’è qualcosa là fuori»
Billy deglutì a vuoto.
«Voglio sperare di essermi immaginato tutto»
 
Erano ormai giunti al confine con le trincee britanniche e non era accaduto nulla di sospetto.
Warren fischiettava un irritante motivetto per scacciare la noia, la nottata si era rivelata meno eccitante del previsto.
Billy si rimise il fucile in spalla, lieto di poter intraprendere la strada del ritorno.
I due americani si inoltrarono nuovamente nel labirinto di conifere.
Ostacolato dai rovi, Billy fu costretto a fermarsi a causa di un piede rimasto impigliato.
«Pete! Aspetta!»
Il suo compagno era già sparito.
O’ Hagan imprecò tra i denti, con uno strattone liberò lo scarpone, ma perse l’equilibrio e cadendo a terra rotolò giù da una ripida discesa. Il fucile si impigliò tra gli arbusti, scomparendo nell’oscurità.
Billy si rialzò ritrovandosi immerso in una nube di nebbia. Da dove diamine era spuntata? Fino a poco prima la visuale era chiara e nitida.
Egli non si pose troppe domande, mosse qualche passo zoppicando, per poi bloccarsi all’improvviso.
Riconobbe immediatamente quel suono, era il respiro affannoso che aveva udito l’altra notte.
Quella volta però l’ombra non era sola, i rumori di passi erano ben riconoscibili così come le voci cupe e roche.
Billy non ebbe più dubbi sulle origini infernali di quelle creature, avevano gli occhi rossi e i loro volti deformi gli ricordavano i demoni raffigurati nelle statue gotiche.
Da come si stavano avvicinando, era evidente che si fossero accorti della sua presenza.
Billy indietreggiò, ma le sua schiena batté contro alla parete di terra, era in trappola. Le figure lo circondarono, ovunque vedeva quegli occhi luminescenti.
O’ Hagan tentò di difendersi, ma le creature lo afferrarono bloccandogli le braccia e le gambe.
«No! Lasciatemi andare! Warren! Warren, aiutami!»
Billy gridò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, poi una grossa mano premette sulla sua bocca per zittirlo.
 
 
Quando Warren scese giù dal pendio la nebbia aveva iniziato a diradarsi. Nella radura trovò cinque soldati in uniforme britannica con il volto coperto dalle maschere anti-gas.
Uno di loro si liberò il viso quando fu certo che il fumo fosse ormai scomparso.
«Questa foresta è infestata dai gas, la vegetazione trattiene il veleno. È pericoloso addentrarsi nella boscaglia senza protezioni!» spiegò all’americano.
Pete parve deluso nel riconoscere soltanto altri esseri umani.
«Dunque eravate voi a vagare nella foresta!»
L’inglese confermò: «la nostra squadra ha il compito di controllare i reticolati»
Billy rinvenne in tempo per comprendere l’assurdo malinteso.
«Avreste potuto avvertirmi al posto che aggredirmi in quel modo!» protestò.
«È quello che abbiamo tentato di fare, ma tu hai iniziato a delirare e abbiamo dovuto pensare a calmarti!»
O’ Hagan era ancora confuso.
«Ma…io ho visto degli occhi brillare nella notte. Ne sono certo!»
L’inglese mostrò da vicino il suo equipaggiamento.
«I vapori dei gas possono indurre allucinazioni, è probabile che tu abbia scambiato il riflesso sul vetro delle nostre maschere per qualcosa di più minaccioso»
 
 
O’ Hagan si accese una sigaretta, ora che il mistero era stato svelato, non aveva più nulla da temere.
«Te l’avevo detto fin dall’inizio: i fantasmi non esistono! Doveva esserci una spiegazione razionale a tutto questo!»
Warren sorrise.
«Non mi sembravi così convinto quando poco fa gridavi di paura»
«Non ero così spaventato!» replicò in sua difesa.
«Oh, sì. Mi hai implorato di correre a salvarti!»
Billy si rassegnò: «d’accordo, per un momento ho davvero creduto che esistessero i fantasmi, ma nessuno deve venire a sapere di questa storia!»
Pete rifletté sulla questione: «be’, al campo nessuno conosce la verità. Sarebbe un peccato rovinare ai nostri compagni una leggenda così affascinante!»
O’ Hagan pensò solo a salvare la sua reputazione.
«Allora non racconteremo questa storia a nessuno. In fondo, il bello dei misteri è non avere risposte!»
Pete fu soddisfatto da quell’accordo.
Billy si voltò un’ultima volta verso la boscaglia.
«In ogni caso, non vedo l’ora di andarmene da questa foresta, che sia o non sia maledetta!»
   
 
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