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Autore: leila91    30/12/2023    13 recensioni
|Ineffable Husbands
«Anthony J. Crowley, prova a macchiare di vino il mio divano nuovo e giuro su di noi che a quel punto sarò io a macchiare te. Di sangue, intendo.»
Di fronte a quella, quantomeno insolita, minaccia, nel cervello di Crowley si avvicendarono diversi pensieri.
Da quando il suo angelo teneva così tanto all’arredamento?
Avrebbe tenuto fede a quanto detto?
E perché, più che sentirsi spaventato, improvvisamente Crowley si sentiva invece parecchio eccitato?
Il demone sfoderò uno dei suoi caratteristici ghigni e optò per tutt’altro approccio.
«Oh, angelo, sei decisamente troppo adorabile per il tuo bene.»
(Un tentativo di soft-p0rn di fine anno, ché gli Ineffabili sono sempre il rimedio contro ogni male. Da considerarsi post season 1 o season 3, a vostro piacimento.)
Genere: Erotico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Galeotto fu il divano
 

Aziraphale e la modernità erano come due rette parallele destinate a non incrociarsi mai.
Nonostante questo, nel corso degli anni l’angelo aveva per forza di cose dovuto arrendersi all’incessante incedere dei tempi e dotarsi di apparecchi quali telefono e computer – o calcolatore, come amava chiamarlo lui (per quanto si trattasse comunque di uno dei primissimi modelli, con sistema operativo fermo agli anni 90).
Considerata questa sua attitudine, anche il più piccolo cambiamento nel suo sancta sanctorum – come l’angelo amava definire la libreria – si poteva considerare alla stregua di una vera e propria rivoluzione industriale.
E il nuovo maestoso divano che da qualche giorno campeggiava nello studio dell’angelo ne era in tutto e per tutto l’ambasciatore.
«E questo cosa sarebbe?!» aveva esclamato Crowley, a dir poco basito di fronte al nuovo pezzo di arredamento, un tre posti dal design decisamente moderno, con tanto di chaise longue.
«Farò finta di non aver colto il vero senso della domanda», aveva rimbrottato Aziraphale, impettito, senza nemmeno degnarsi di alzare gli occhi dal libro che stava sfogliando, e per vero senso s’intendeva “Che angelo ci fa una cosa datata 2022 nella tua libreria?”.
Crowley aveva deciso di non insistere oltre ed era passato direttamente alla fase controllo qualità, promuovendo a tutti gli effetti il divano, dato che vi si addormentò sopra nel giro di pochi minuti. Lo faceva molto più spesso quando passava a trovare Aziraphale ora che Paradiso e Inferno avevano deciso di lasciarli in pace, forse perché si sentiva finalmente al sicuro e le sue difese abbassate lo inducevano a cedere al sonno.
Si era risvegliato a tarda sera quando Aziraphale aveva finito di leggere e gli aveva proposto di fermarsi per una bevuta.

 
§

Le cose, neanche a dirlo, erano sfuggite di mano.
Le bottiglie da una erano diventate due, poi tre, quattro, e i discorsi si erano fatti sempre più assurdi, all’incirca dello stesso livello della memorabile serata in cui avevano appreso che la fine del mondo era vicina.
Crowley aveva appena finito di ridere a una battuta particolarmente ben riuscita dell’angelo, quando il suo bicchiere ancora mezzo pieno gli era quasi sfuggito di mano, il contenuto bordeaux a oscillare pericolosamente, rischiando il completo travaso sul tessuto immacolato del nuovo arrivo della libreria.
Da lì la situazione era precipitata.

«Anthony J. Crowley, prova a macchiare di vino il mio divano nuovo e giuro su di noi che a quel punto sarò io a macchiare te. Di sangue, intendo.»
Di fronte a quella, quantomeno insolita, minaccia, nel cervello di Crowley si avvicendarono diversi pensieri.
Da quando il suo angelo teneva così tanto all’arredamento?
Avrebbe tenuto fede a quanto detto?
E perché, più che sentirsi spaventato, improvvisamente Crowley si sentiva invece parecchio eccitato?
Il demone sfoderò uno dei suoi caratteristici ghigni e optò per tutt’altro approccio.
«Oh, angelo, sei decisamente troppo adorabile per il tuo bene.»
Aziraphale arrossì così tanto che Crowley per un secondo credette gli sarebbero andati a fuoco i capelli.
Per Satan… Di…-Qualcuno!-, se lo sarebbe mangiato.

«S-sono un guerriero, anche se praticamente in pensione, vedi di non dimenticartelo!»
La voce di Aziraphale era semi rotta, forse per il troppo alcool, forse per l’agitazione.
Forse per entrambe le cose.
 
Il demone si leccò le labbra sempre più divertito: le cose stavano prendendo una piega inaspettata ma fin troppo gradevole.
Scivolò, sinuoso come il serpente che era, verso Aziraphale, alla stregua di un predatore che sta mettendo all’angolo un succulento bocconcino. Aziraphale arretrò, finendo contro il bracciolo del divano, ma nei suoi occhi Crowley non lesse nemmeno un briciolo di timore.
Le pupille dell’angelo erano totalmente dilatate per l’eccitazione – Crowley poteva annusarla come fosse un odore percepibile solo ai suoi sensi. Eccitazione e lussuria, a impregnare l’aria e ad attentare alla sua lucidità mentale.

«Ma davvero? E dimmi, oh nobile e temibile guerriero, dove sarebbe la tua spada, mh?»

Aziraphale a quelle parole fece un verso buffissimo, qualcosa a metà tra un singulto e una risata.
«Da un demone tentatore come te mi aspettavo qualcosa di più originale,» ebbe appena la forza di soffiare, mentre le braccia di tale demone lo tenevano in gabbia impedendogli la fuga da qualsiasi lato e il suo viso si abbassava lentamente verso il suo.

Crowley rispose con ghigno carico di malizia.
«Te la faccio vedere io l’originalità, angelo. »
E si avventò su di lui, baciandogli via ogni pensiero.

L’angelo sapeva di Chateauneuf de pape, di vaniglia, cioccolato – polvere di stelle e desideri realizzati in una notte di luna nuova.
Aziraphale si lasciò assaggiare e assaggiò a sua volta, trovando in cambio toni caldi e speziati – nebulose ardenti e meteore fiammeggianti.
Fu come se un incendio li stesse divorando entrambi.

Crowley lo spogliò, tremante e deciso allo stesso tempo, sollevando appena il capo per rivolgergli una domanda silenziosa.
“Posso?”, chiedevano i suoi occhi ambrati.
“Puoi farmi tutto quello che vuoi”, rispondevano quelli celesti di Aziraphale.
Crowley gli prese il sesso fra le mani, con la stessa delicatezza con cui l’angelo maneggiava i suoi tomi più antichi, e cominciò a dargli piacere, un poco alla volta, fino a quando alle mani si sostituì la lingua e Aziraphale perse anche la capacità di invocare il suo nome.
Quando Crowley, dopo quelle che a entrambi parvero ore, lasciò scivolare un dito dentro di lui, non si stupì di trovare l’altro già pronto.
Tante arie da santarellino, quando invece era il peggiore fra gli edonisti.

«Qualcuno qui era impaziente, eh? Sarebbe davvero un peccato se decidessi di fermarmi ora.» Lo stuzzicò, ritraendo la mano, perché in fondo è compito dei demoni tormentare un po’ gli angeli, e chi era Crowley per sottrarsi?
Il più incompetente fra loro, ovviamente, ma poteva lo stesso divertirsi un pochino.

Purtroppo per lui aveva a che fare con l’esemplare più bastardo delle schiere nemiche: bastarono un labbro tremulo e due occhioni da cucciolo carichi di lacrime palesemente finte per incantare il serpente.

Aziraphale lo accolse in sé con un gemito roco e prese a ondeggiare, quasi a voler dettare lui il ritmo.
Le braccia di Crowley lo avvinsero, salde e protettive, e il demone lo seguì in quella danza antica quanto il mondo, fino a quando l’universo stesso non parve esplodere attorno a loro e con loro.

 
§


Alla luce del mattino seguente il nuovo divano di Aziraphale Fell era finito macchiato di tutto fuorché di vino.
Ma, ehi, i miracoli frivoli in fondo servivano anche per rimediare a questi pasticci.




 
Oh oh oh, buon Natale e felice anno nuovo ^^.
Anno pessimo per me dal punto di vista della scrittura çç, ma ci tenevo a chiudere con le mie muse baby girl.
Grazie a chi è arrivato fin qui e a chi vorrà lasciare un parere ♥

Bennina vostra



 
   
 
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