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Autore: summers001    02/01/2024    1 recensioni
Oscar&Andrè | Missing moments | più capitoli | OOC: alcuni avvenimenti sono tratti dai fumetti, altri dall'anime, altri ancora dal film. I personaggi sono forse più vicini a quelli del manga. Li ho sicuramente un po' rivisitati, ma spero per il meglio.
Dal testo:
“Non hai sonno?” ti domando, con una voce che mi esce strana, troppo seria, troppo brusca, troppo tutto.
Guardi in alto, verso il cielo ancora pallido. Poi guardi me. “E tu?” mi domandi. Chissà cosa vuoi dire, chissà cosa nascondi. Mi siedo accanto a te stavolta. La manica della mia giubba struscia accanto alla tua. Vorrei allungare la mano, respirarti meglio. Immagino il calore del tuo corpo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Oscar

È così difficile fingere, starti lontana: vederti entrare ed uscire da quella caserma, lasciarti la mano prima di rientrare in casa, saperti a cena in cucina al caldo del fuoco con la nonna, dormire a qualche metro di distanza in una camera diversa, in cui tu non ci sei.

Ci separiamo ogni mattina dopo le scuderie di Parigi. Ci rincontriamo a cavallo sulla via di casa. Ci lasciamo di nuovo prima del cancello. Ci guardiamo da lontano prima di cena, dove vengo portata io al lungo tavolo enorme e freddo del salone, tu in cucina al caldo, con tutti gli altri. Da bambini era persino divertente: mangiavo in fretta qualche boccone con mio padre e sgattaiolavo poi da te, al tavolo della servitù, dove la nonna ci sfamava con gli avanzi. Ridevamo, ascoltavamo le storie, ci rincorrevamo fino a prenderci le strigliate. Adesso la separazione mi fa male. Chiudo gli occhi ed immagino di alzarmi, raggiungerti, baciarti davanti a tutta la casa, a mio padre, a tua nonna, alle cameriere e gli stallieri, mente ti sorprendi e poi mi prendi. Reclamarti, farmi reclamare, dire ad alta voce il posto dove vorrei essere.

Riapro gli occhi e rilasso i muscoli per non piangere. Guardo la mano, mi accorgo di aver stretto una forchetta troppo forte. Una linea netta bianca mi percorre il palmo della mano gonfio e rosso. Ti immagino prendermi la mano, guardarmi negli occhi e darmi lì un bacio. “Con un bacio passa tutto”, mi sembra di risentire quello che diceva la nonna, ma col suono della tua voce. Ha una sfumatura diversa adesso, più profonda. Immagino il tuo sguardo intenso e languido. Mi rendo conto che la mia memoria mi sta giocando uno strano scherzo: mischia ricordi e fantasia, mi propone immagini che mi fanno battere il cuore e mi paralizzano il corpo. Mi sembra quasi di avere paura.

Cancello tutto, nascondo gli occhi dietro le dita anche se nessuno può vedermi. Sono sola qui e la vergogna rimarrà solo mia. Ho paura di non saperti amare ormai, come se fosse troppo tardi. Forse sono stata recuperabile ad un certo punto della mia vita. Sono testarda, rigida, pudica, vecchia, magra. Non ho mai amato, non sono mai stata amata o toccata. E se non ne fossi in grado? Se tu mi avessi aspettato per così tanto tempo, per scoprire poi che sono un totale fallimento?

Butto giù l’ultimo sorso di vino e me ne vado con le guance in fiamme. Aspetto al balcone della mia stanza. L’aria è fresca e mi pizzica la pelle. Ti cerco e poi ti aspetto. Alla fine ti vedo mentre porti fuori un secchio d’acqua per i cavalli. Chissà se hai già cenato. Ti sorrido ed alzo la mano per salutarti e mi dimentico tutto. Ti faccio segno con capo alla mia destra: il passaggio segreto che collega la mia stanza al corridoio della servitù. Mi rispondi appena, è solo un piccolo accenno, ma io capisco ed appena scompari dalla mia vista corro lì ad aspettarti.

E’ una storia fatta di attese ormai la nostra. Cerco di non fare rumore, trattengo il fiato e la tosse. Mi gira la testa e non so se è la febbre o il vino. Mi metto una mano sul petto e faccio respiri profondi. Vorrei calmarmi, quasi mi riesce fino a che sento il suono dei tuoi passi, quel ritmo cadenzato che riconoscerei ovunque, e si vanificano così tutti i miei sforzi.

È facile fare quei pochi gradini di corsa, raggiungerti presto come una disperata e stringerti forte. Sento la tua pelle del petto e delle braccia calda contro la mia, tra le camicie impegnate di frescura notturna ed odore di muschio. Mi stringi forte anche tu e mi nascondo nel tuo abbraccio, in quell’angolo speciale sulla tua pelle che mi sono ritagliata. Nascondo il viso ed aspiro forte l’odore della sera su di te. Mi calma e mi agita insieme. Non riesco a rimanere ferma, ho una frenesia addosso che non so controllare, mente tu mi tieni come una roccia.

“Come fai, sei così calmo” ti dico “e caldo.” Mi sfugge. Vorrei non averlo detto, ma sono fiera di averlo fatto. Sembra tutto così poco, così non abbastanza.

“Non lo sono per niente.” Ti sento dire con voce roca. Qui al buio immagino di nuovo quello sguardo languido e serio. Invece ti sento sorridere sulla mia pelle quando mi lasci un bacio tenero sulla fronte, e sei ancora meglio che di come ti riesco a sognare. Il tuo bacio è come un balsamo per l’anima: mi calma in superficie e mi lascia a ribollire dentro.

Sei tu poi che ti allontani. “Ci vediamo domani.” Mi dici. Mi prendi le mani, provi a guardarmi, mi accarezzi il dorso delle dita col pollice. Sto per parlare, per dire qualcosa, invece ti stringo le mani forte più che posso. Sento la tua mancanza ancora prima che tu te ne vada. Sorridi di nuovo. “Buona notte, contessa” mi dici con voce tenera ed io mi ritraggo. Tieni ancora la mano allungata verso di me mentre te ne vai.

I miei titoli, conte e contessa, mi colpiscono come un pugno nello stomaco. Mettono una distanza tra noi che quasi cancellano la nostra infanzia condivisa. Mi fanno sentire sola, di nuovo, e mi tengono lontana dal calore e dalla libertà del popolo: libertà di scegliere, di vivere, di servire o non farlo, di andarecene dove ci pare, vederci quando ci pare. Torno nella mia camera e mi stendo sul letto. Guardo la mia divisa, i gradi e le medaglie che si distinguono al buio mentre mi addormento.


 


Angolo dell'autrice
Cari lettori, buon anno a tutti! Segue a carrellata il capitolo 10, quindi bando alle ciance e passiamo al prossimo. Magari si riesce a finire presto ;)
Spero che il capitolo comunque vi abbia allietato e vi abbia trasmesso la frenesia che avevo in mente. Un bacione!
Summers
  
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