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Autore: Akane    07/01/2024    0 recensioni
Zoro e Law, molto simili fra loro, sono in una fase delicata di cambiamento delle loro vite e dopo l'alleanza a Punk Hazard scoprono presto che possono aiutarsi a vicenda anche in altri modi. Law ha bisogno di liberarsi dalle proprie catene, nonostante prima debba vendicarsi di Doflamingo, mentre Zoro ha bisogno di distrarsi dall’amore emotivo e carnale che nutre per Rufy, prima di rovinare tutto.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Monkey D. Rufy, Roronoa Zoro, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Processo di liberazione'
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NOTE: inizia una nuova serie di fic su Zoro e, questa volta, un altro partner. Non so se lo sanno già tutti, ma io adoro la ZoLu, tuttavia nell’alleanza con Law mi sono presa molto da lui ed ho iniziato poi a vederlo benissimo con Zoro. A quel punto ho deciso di creare qualcosa su di loro cambiando dal solito filone di cui ho sempre scritto. 
Qua Zoro e Rufy non stanno insieme, ma Zoro lo ama solo che ritiene non sia il caso di mescolare i ruoli e soprattutto non vuole distrarre il proprio Capitano dalla sua missione personale che è più importante di chiunque altro. Così in questa fase delicata della sua vita, Zoro si intreccia con Law il quale è a sua volta in un complicato momento di cambiamento profondo e sarà grazie a lui che riuscirà a scoprire il nuovo sé stesso e liberarsi, così come Corazon desiderava tanto salvandogli la vita al costo della sua. Questa però è la trama generale della serie che conta 8 fanfic, alcune più lunghe, altre più corte, qualcuna con qualche capitolo (tutte già scritte). Diciamo che vedrete tante scene di sesso perché non riuscivo proprio a farne a meno, ma c’è anche la trama al di là del sesso (favoloso) fra Zoro e Law. Ognuno insomma ha la sua maturazione, il suo percorso da compiere, un processo di liberazione da eseguire e loro, così simili, si aiuteranno a vicenda. 
In questa prima fic partiamo dall’inizio, da Punk Hazard, da quando si sono incontrati sull’isola e si sono alleati. Prime impressioni uno dell’altro, primi approcci, presentazione della situazione. Oltretutto anche se Rufy è inserito fra i personaggi protagonisti, devo specificare che in realtà non è un triangolo e non lo sarà mai, tuttavia ha un ruolo abbastanza importante soprattutto per Zoro.
A me piace poi usare le fan art (che trovo in rete e non sono mie) per arricchire i miei capitoli e talvolta anche per scrivere certe scene, perciò le troverete di volta in volta. Altra cosa che volevo dire: io ho sempre usato nomi della traduzione italiana e continuo a farlo, perciò Luffy è Rufy, Wano è Wa e via dicendo. 
Questa fic ha 2 parti e potete seguire la mia pagina su FB per sapere quando pubblico. In media metto un capitolo/fic ogni 4 giorni circa.
Spero di incuriosire e che anche se non siete appassionati della coppia, mi darete il beneficio del dubbio e leggerete lo stesso. 
Buona lettura. Baci Akane
CREDITS: I personaggi non sono miei ma di Oda, il suo creatore. Così come l’ambientazione e la situazione principale, io ho aggiunto le mie parti e le mie visioni assurde per puro divertimento e non a scopo di lucro.
INCIPT: Zoro e Law, molto simili fra loro, sono in una fase delicata di cambiamento delle loro vite e dopo l'alleanza a Punk Hazard scoprono presto che possono aiutarsi a vicenda anche in altri modi. Law ha bisogno di liberarsi dalle proprie catene, nonostante prima debba vendicarsi di Doflamingo, mentre Zoro ha bisogno di distrarsi dall’amore emotivo e carnale che nutre per Rufy, prima di rovinare tutto. 

SIMILARITÀ

zoro rufy law

1. INTRODUZIONE

Law si stupì che Zoro non dicesse nulla quando lo vide con loro, ma non se ne preoccupò realmente. 
Non era una sua competenza spiegare agli alleati il proprio ruolo e se il capitano non lo faceva, non era una cosa che gli interessava. 
Della ciurma solo un paio ne erano stati a conoscenza subito, ma quando il vice di Rufy realizzò che si sarebbe unito a loro anche oltre gli eventi di Punk Hazard e che quindi la loro alleanza non era rivolta solo a quell’immediata situazione d’emergenza, non fece una sola piega. 
“Miracolo!” pensò Law abituato a sentire lamentele a destra e sinistra per la loro alleanza sin dal primo momento che l’aveva stretta. “Su tutti pensavo che lui sarebbe stato il più ostico da convincere e l’unico in grado di far cambiare idea a Rufy mettendomi i bastoni fra le ruote!”
Non l’aveva progettato prima, nel momento in cui si era casualmente incontrato con Rufy a Punk Hazard aveva pensato che solo lui potesse essere così matto da accettare di far guerra a Kaido, del resto uno che solo due anni prima aveva mosso guerra alla marina intera senza paura, era sicuramente abbastanza fuori di testa da andare anche contro all’uomo più forte e pericoloso del mondo. 
Così in effetti era stato, ma aveva comunque pensato di incontrare qualche ostacolo all’interno della sua ciurma di cui sapeva poco se non le notizie riportate in giro dai giornali o da chi ne raccontava le gesta. 
Grazie a queste aveva capito che il braccio destro era Zoro il Cacciatore di Pirati, il membro più forte della sua ciurma dopo il capitano, nonché il suo vice. 
Non ne sapeva molto ma dalle foto e dalle descrizioni che non si sprecavano in giro, si capiva che doveva essere quello più rognoso ed astioso fra gli altri, infatti era l’unico ad avere una taglia che superava i cento milioni già due anni prima. 
Invece con gran sorpresa aveva subito accettato l’alleanza anche quando aveva realizzato che si sarebbe protratta oltre Punk Hazard, senza ancora nemmeno sapere i dettagli e di cosa si trattava. 
Solo perché Rufy aveva deciso così. 
“Dopotutto Cappello di Paglia sembra un’idiota senza sale in zucca, ma per quanto matto sia, ha così carisma da farsi seguire sempre dai suoi e trascurando quelli che non sono particolarmente forti, ce ne sono un paio che potrebbero tranquillamente contrastarlo. Se riesce e tenere sotto certa gente, significa che oltre a saper combattere bene, ha altre doti.”
Sapeva benissimo che doti doveva avere un capitano, lo era anche lui, ma aveva sempre visto Rufy come uno molto diverso da sé stesso. Non aveva mai pensato che fosse di polso, non ne dava l’idea, però non era sciocco e sapeva che uno che raggiungeva tanti risultati importanti compiendo certe imprese, doveva avere qualità al di là della forza fisica. 
In quel breve lasso di tempo comprese meglio di cosa si trattava. 
“Interessante!” si disse senza accorgersene e senza sapere a chi si riferiva. 
Dopo aver radunato tutti sul ponte principale della loro nave e quindi dopo la partenza da Punk Hazard e aver parlato con Doflamingo per lumacofono dettandogli le sue condizioni per il rilascio di Cesar, lui e Rufy passarono alle spiegazioni del piano nel dettaglio a tutti gli altri.
Di nuovo si preparò mentalmente alle polemiche e alle lamentele che come da lui immaginato arrivarono da quasi tutti procurandogli non poca irritazione. 
Erano indisciplinati come pochi ne aveva incontrati per mare. 
La prima impressione che aveva avuto era stata che allearsi con Rufy fosse la mossa più saggia per i propri scopi e che sarebbe comunque bastato convincere lui senza preoccuparsi degli altri; di fatto ci era riuscito in un nano secondo e con una facilità sconcertante. Sapeva che dietro alla sua immediata accettazione non c’entrava il dettaglio che non sapesse quanto forte era Kaido bensì a lui piaceva l’idea di andare contro uno degli Imperatori. 
Tuttavia dopo un po’ di manovre nell’isola da cui erano appena salpati, aveva capito che la sua ciurma sarebbe invece potuta essere un problema in quanto non sapevano stare sotto gli ordini diretti e specifici del loro capitano. O meglio. Non c’erano degli ordini su cui Rufy fosse irremovibile. Insomma era una persona volubile, per quel che aveva visto stando con lui a Punk Hazard,
Nonostante ci fosse stato un piano su cui era d’accordo, si era facilmente distratto e aveva deragliato spesso e volentieri o per voglie improvvise, o per richieste diverse della propria ciurma. Nonostante fosse in parola con lui, non aveva esitato a concedere spazio di manovra ad altri come la navigatrice, il suo medico di bordo ed il cuoco. 
Per poco non era saltato il piano stesso di catturare Cesar perché dopo essersi scontrato con lui Rufy aveva capito che era un gran stronzo e aveva cercato di ucciderlo. 
Alla fine per fortuna e con fatica era riuscito a portare a compimento quanto prefissato ed erano salpati con lo scienziato pazzo in manette, ma non era stato per niente facile, di conseguenza aveva capito che avrebbe fatto decisamente più fatica di quel che aveva preventivato inizialmente. 
Lo scoglio principale era sì Rufy, ma la sua ciurma non era tanto da meno. Avevano molta presa su di lui. Forse troppa. 
Quando aveva capito che il suo braccio destro nonché membro più forte fra gli altri non sapeva ancora niente, si era detto ‘eccone un altro che mi farà saltare tutto! Se lui gli dice che non è d’accordo ci scommetto che Rufy cambia di nuovo idea per l’ennesima volta ed io dovrò uccidere qualcuno!’
Era arrivato a pensare che non avesse realmente polso e che fosse un capitano per modo di dire, eppure si era ricreduto grazie a Zoro.
Quando lui venne a conoscenza delle questioni riguardanti il piano dove aveva messo ben chiaro che avrebbero fatto guerra al Signore delle Bestie, si aspettò opposizione, litigi e cambi di rotta. Invece no. 
Nemmeno mezza piega.
“Beh, se vieni a sapere nel mezzo di una fuga che ci siamo alleati è un conto, puoi pensare che sia un’alleanza momentanea. Ci sta che non dici nulla. Tuttavia se non ti opponi nemmeno quando capisci che io sarò dei vostri per più tempo, è di per sé una cosa interessante. Infine questo?”
Zoro, infatti, fu uno dei pochi a non opporsi all’idea di andare contro Kaido. 
L’altro fu il cuoco ma solo perché tanto ‘Rufy non cambierà mai idea perciò è inutile opporsi!’
“Ma davvero? Uno come lui non cambia idea?” pensò ironico Law. 
Avrebbe voluto ribattere che l’aveva visto cambiarla almeno cento volte dal momento della loro alleanza. 
A lasciarlo di stucco però fu il vice capitano che non si oppose perché era davvero contento all’idea di andare contro uno così forte. 
Non che l’avesse detto esplicitamente, ma in qualche modo l’aveva capito e non sapeva perché. 
Per quanto comunque strano gli sembrasse che qualcuno a parte quel matto di Rufy potesse essere sinceramente contento di fare guerra all’uomo più forte del mondo, si disse che era meglio così. Se l’unico in grado di contrastare Rufy era d’accordo con loro perché veramente convinto di quella mossa suicida, tanto meglio.
Sicuramente non avrebbe detto a nessuno quale era il suo reale obiettivo. 
Ovvero non Kaido, ma Doflamingo.
Chi puntava ad eliminare era infatti il suo vecchio capo, il clou dei suoi rancori. Colui di cui si doveva realmente vendicare. 
Kaido sarebbe stato uno specchietto per le allodole. E le allodole, ovviamente, erano Cappello di Paglia e la sua ciurma. 
Di Kaido non gli importava veramente, ma sicuramente si sarebbe indebolito combattendo contro Doflamingo che era molto forte, tuttavia avrebbe in ogni caso vinto uccidendolo. 
Era un piano che avrebbe potuto realizzare anche da solo, infatti originariamente non aveva messo in conto un’alleanza con un’altra ciurma, ma aveva agito un po’ d’istinto mettendo addirittura da parte la propria. 
“Dobbiamo solo distruggere una dannata fabbrica, ce la faremo, no? Per quanto siano indisciplinati, saranno in grado di farla saltare per aria. Il resto succederà da sé ed io starò lì nell’ombra a guardare come Kaido lo squarcia!”

Zoroaccettò di buon grado l’idea della guerra ad uno degli imperatori. Venendo in quel tratto di mare, il più pericoloso del mondo, sapeva che avrebbero affrontato avversari fortissimi e prima o poi si sarebbero imbattuti anche in Kaido. Sapere che sarebbe successo così presto non era un problema, anzi. Si esaltò, pur rimanendo serio e concentrato per capire non tanto il piano nei dettagli, che gli era di fatti sfuggito ampiamente, ma per capire quel tipo con cui si erano improvvisamente alleati.
Di lui non sapeva assolutamente niente, se non che era uno della peggiore delle generazioni, di cui lui e Rufy per inciso facevano parte, che due anni prima aveva già una taglia che superava i cento milioni e che non ci si poteva di certo fidare solo perché stringeva un’alleanza con Rufy. 
Si fidava del suo capitano, però sapeva che era non solo estremamente ingenuo, ma anche molto istintivo. Tuttavia una volta che dava la sua parola d’onore, non la scioglieva fino al compimento della stessa. 
Probabilmente aveva accettato attirato dalla promessa di sconfiggere un imperatore, ma c’era da mettere in conto che a proporglielo era stato un altro pirata. 
“Dove diavolo è la sua ciurma? Se si tratta solo di far saltare per aria una fabbrica perché cazzo non ci è andato coi suoi?”
Fu una delle tante domande che gli nacquero spontanee e che non espresse ad alta voce.
Ascoltò il piano senza scomporsi né spaventarsi come gli altri e nonostante ne capì solo una piccola parte, concordò con l’idea di sconfiggere l’imperatore, non senza un certo entusiasmo di base. Una bella guerra era più che ben accetta. 
Dopo, però, successe una cosa particolare. 
Percepì qualcosa, probabilmente con l’haki della percezione.
Il proprio maestro, Mihawk, gli aveva spiegato che il suo non era semplice istinto, ma era proprio l’haki che si adattava alle sue doti naturali. 
Zoro era molto istintivo, l’haki talvolta gli permetteva di percepire non solo l’anima delle cose o delle persone e capire dove fossero, com’era successo con alcuni avversari o con le spade, ma riusciva quasi a leggere nell’intimo degli altri. Non sempre, solo in certi casi.
Era come una sorta di frequenza radio che si attivava da sé al di fuori del proprio controllo. 
Allo stesso modo poteva capire se fidarsi o meno di qualcuno e lì con quel Trafalgar Law quella frequenza si era attivata. 
Suo malgrado non andò contro Rufy, in parte perché era il suo capitano e lo rispettava ciecamente finché non gli dava il motivo del contrario. In parte perché le sue scelte gli andavano a genio a prescindere. 
La guerra a Kaido era una mossa che condivideva realmente.
Sapeva di essere l’unico a parte Rufy a pensarlo, ma non gliene importava. 

- Sei sicuro di questa alleanza? - chiese Zoro a Rufy dopo aver concordato le mosse e saputo quanto necessario. Avevano sciolto, per così, dire, le righe ed 
erano andati a lavarsi e cambiarsi in coperta. Si erano sistemati in un’insenatura in una zona abbastanza sicura fuori dal raggio di Doflamingo e Punk Hazard. A quel punto ognuno aveva approfittato o per lavarsi o per rilassarsi un po’. 
Zoro approfittò per parlare con Rufy senza farsi sentire dagli altri, proponendogli una doccia ed un cambio d’abiti per mettersi comodi. Sicuramente avrebbero avuto almeno un giorno d’attesa prima della mossa successiva.
- Perché, non ti convince Traf? - chiese Rufy spogliandosi. Non si erano strapazzati molto sebbene avessero entrambi combattuto contro avversari di tutto rispetto. Avevano avuto in passato combattimenti ben peggiori, i due anni di allenamenti avevano fatto loro molto bene e col senno di poi erano contenti d’averli compiuti.
Zoro non si sorprese che gli avesse già dato un soprannome e senza farsi distrarre dal suo corpo nudo, si sfilò i vestiti a sua volta. 
- Sai che non mi fido mai di nessuno all’inizio. Comunque perché se si tratta solo di far saltare per aria una fabbrica ed aspettare che il resto succeda da sé, non lo fa coi suoi? Dove diavolo sono? Perché ha cercato te per un’alleanza che in realtà sì prevede di far fuori un imperatore, ma non in modo diretto? Insomma, non ho capito tutto al cento percento, ma credo sia così, no? 
Capitano e vice entrarono nel bagno degli uomini per lavarsi insieme com’erano abituati. Franky aveva costruito delle docce multiple in modo da facilitare l’uso per più di loro insieme. 
Si posero sotto un getto diverso ma vicini e continuarono a parlare mentre si lavavano beandosi dell’acqua calda decisamente piacevole dopo il freddo della neve sopportato a Punk Hazard. 
Rufy fece la sua tipica risata spensierata che lo trasformava in uno apparentemente senza preoccupazioni. Zoro rimase concentrato su di lui senza farsi distrarre. Era importante quella conversazione, erano ancora all’inizio, non era successo niente di irreparabile e doveva chiarire quella questione. Se si faceva distrarre da ciò che provava per lui, non ci sarebbe riuscito. 
Tuttavia non fu facile non tanto per il suo corpo nudo a cui ormai era abituato che in quei due anni si era irrobustito ed era maturato molto, bensì per il suo sorriso. Lui come gli altri della ciurma sapeva benissimo che non era così spensierato come appariva ed era proprio quella la sua vera forza. Essere così sereno nonostante le dure prove della sua vita, prime fra tutte la morte di suo fratello Ace.
Si era crocefisso a lungo quando aveva saputo in cosa l’aveva lasciato solo, proprio nel momento in cui aveva avuto maggiormente bisogno di lui. 
Non se l’era mai perdonato, né mai avrebbe potuto farlo. In seguito a quello si era convinto a implorare il suo acerrimo rivale Mihawk a fargli da maestro. Aveva ingoiato l’orgoglio e messo da parte il motivo per cui era diventato un pirata, ovvero diventare lo spadaccino più forte del mondo e sconfiggere proprio Occhi di Falco. Aveva soprasseduto alla sua sacra promessa a Kuina e solo per Rufy. 
In quel momento aveva avuto assoluta certezza che ciò che aveva già capito da qualche tempo era vero. Lui amava Rufy e non in modo spirituale o mentale, non nel senso che lo ammirava o che era fortemente legato a lui. 
L’amava in modo assoluto, forse platonico, ma sicuramente totale. 
Aveva iniziato a rendersene conto lentamente nel corso delle loro scorribande, quando si era sentito anche attratto da lui fisicamente. Poi era arrivato a dare la vita per Rufy senza esitare, con Orso Bartholomew, e lì non aveva avuto più dubbi. Non c’era solo attrazione, c’era amore. Tuttavia era stato quando si era separato da lui che aveva realizzato la vera grandezza e profondità dei propri sentimenti e al tempo stesso aveva capito che non gliene avrebbe mai parlato. 
Rufy aveva la sua missione, che era ben più grande del diventare il Re dei Pirati, obiettivo più che solenne ed importante anch’esso. Rufy andava in giro a compiere miracoli e questi erano la salvezza di tutta la gente che incontrava, per questo non lo poteva né fermare in alcun modo, né distrarre con le proprie sciocchezze. Non aveva idea se l’avrebbe mai ricambiato, forse se stimolato e guidato in quel percorso l’avrebbe potuto fare, ma sarebbe poi diventato più importante di chiunque altro e niente doveva mettersi sopra la sua missione reale. Rufy era intoccabile in tutti i sensi, perciò anche quando si erano ritrovati a Sabaody non gli aveva parlato di quel che provava, sebbene un discorso glielo aveva dovuto fare, in privato, appena c’era poi stata occasione. 
Si era scusato per non esserci stato al suo fianco nel momento più importante di tutti e che non se lo sarebbe mai perdonato. Rufy con quello stesso sorriso sereno e consapevole di chi non sembrava aver passare un’autentica tragedia, ma al tempo stesso con una maturità profonda che non gli aveva mai visto, gli aveva detto che non doveva pensaci e che sicuramente le cose erano state destinate ad andare in quel modo. Forse quella cosa l’aveva dovuta affrontare lui e basta. Non l’aveva capito, ma l’aveva accettato. 
- Sì, è così, ma non ho chiaro ogni dettaglio nemmeno io, ma mi fido del suo piano. È uno molto intelligente. Perché non glielo chiedi? Prima quando ci spiegava tutto potevi farlo... - rispose Rufy iniziando ad insaponarsi dopo essersi sciacquato. Non aveva una grande passione per l’acqua ma era importante lavarsi perciò lo faceva usandone meno possibile. 
Non aveva torto, Zoro sospirò scuotendo il capo e alzando le spalle.
- Ma sì, penso che lo farò. È solo che so che tu vuoi farlo e lo farai comunque. Allearti con lui, intendo. Comunque sai che ti seguirò sempre. - borbottò cercando di non apparire troppo sentimentale. 
Rufy a quello rise spruzzandogli il getto della doccia addosso. 
- Ben finché non ti deluderò! A quel punto sarai il primo ad andartene, o sbaglio? 
Zoro ricambiò lo spruzzo con un ghigno distendendo il proprio viso corrucciato e concentrato fino a quel momento. 
- Allora mi ascoltavi quando te l’ho detto! 
Era qualcosa che in realtà gli aveva sempre detto, ma gli aveva ribadito proprio a Park Hazard all’inizio della grande fuga nemmeno un giorno prima. 
Non pensava che l’avesse sentito o che avesse assimilato la sua frase, ma evidentemente aveva sortito effetto. Non sapeva quanto importante fosse quello che lui gli diceva e che potere esortativo avesse su di lui Zoro. Per Rufy era come una roccia.  
- Ti ascolto sempre, lo sai! - rispose infatti sciacquandosi dalla schiuma e ridendo come se scherzasse ancora. Non lo faceva, ma era il suo modo di fare. Passare dalla demenza alla serietà senza cambiare modalità d’approccio. Era unico in quello. Zoro fece altrettanto ma lui al contrario cambiò il ghigno in una specie di sorriso rassicurato. 
Lo sapeva che l’ascoltava sempre. Forse era uno di quelli che ascoltava di più e che aveva più ascendente su di lui perché sapeva come fare per ottenere le cose. 
- Comunque mi fido di Traf. Due anni fa poteva andarsene e piantarmi in asso, ma mi ha salvato e curato. Se non fosse stato per lui mi avrebbero catturato e probabilmente ucciso. 
Zoro annuì e si fece serio. 
- Se ti fidi tu, mi fido anche io. 
Non gli disse della strana percezione che aveva avuto, finì di farsi la doccia ed uscì dal bagno senza notare che qualcuno proprio fuori dalla porta era rimasto fino a quel momento in attesa ad ascoltarli e che poi se ne era andato in silenzio. 
Zoro non l’aveva percepito, troppo concentrato su Rufy. Quando era con lui tendeva ad essere come calamitato, era quasi come se avesse un’aura troppo forte, in certi momenti. Era l’haki del re conquistatore, il suo maestro glielo aveva spiegato e sapeva di cosa si trattava. 
Lui con il proprio della percezione aveva solo capito che quel chirurgo nascondeva qualcosa, ma era anche vero che tutti, specie se pirati, nascondevano qualcosa. 
L’avrebbe comunque tenuto d’occhio. 
 

   
 
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