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Autore: AlbAM    07/01/2024    8 recensioni
Alba e Azaele finalmente si sono ritrovati e la loro storia sembra filare a gonfie vele. Ma la vita non è mai semplice e i problemi sono sempre dietro l'angolo, soprattutto se il protagonista è un diavolo innamorato e talmente sbadato da rischiare di provocare una nuova "Grande Guerra" tra Inferno e Paradiso. Ma che diavolo avrà combinato stavolta Azaele?
La scombinata banda di Demoni e Angeli di Un diavolo a Roma è tornata più in forma e incasinata che mai!
Genere: Azione, Commedia, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 24

L'esercito della strega


Alba sentì sussurrare il suo nome. Emerse dal sonno controvoglia e per un attimo non capì dove si trovava né chi la stesse chiamando, poi si rese conto che era nel letto dell'agriturismo e la stava chiamando Azaele. Non lo aveva riconosciuto perché il demone era nella sua forma infernale, che gli abbassava parecchio il tono di voce.

«Cosa fai conciato così?» sussurrò.

«Ti ho preparato una sorpresa. Seguimi» rispose lui porgendole un paio di leggins, una maglia di cotone e un maglioncino di lana.

«E ti serve l'aspetto demoniaco per mostrarmi questa sorpresa?» domandò lei perplessa «Se ti vede qualcuno?»

Azaele sorrise mettendo in mostra i canini da lupo. «Non preoccuparti, sono in modalità visibile solo alla mia fidanzata strega!»

«Quindi in pratica ti può vedere “soltanto” il novantasette per cento degli ospiti del B&B!» lo schernì bonariamente la fidanzata.

«Uff, non non fare la sofista e poi sono un demone, che c'è di strano?» rispose imbarazzato Azaele rendendosi conto che effettivamente gli unici a non poterlo vedere nella forma demoniaca erano Yetunde, Catherine e Larissa.

«Potrebbero essere colti dal dubbio che tu stia per combinarne una delle tue, per esempio» rispose lei stiracchiandosi e prendendogli i vestiti dalle mani. Lui sbuffò imbronciato e lei, intenerita, gli diede un bacio di consolazione sulla guancia prima di vestirsi. Una volta lasciata la camera del B&B, Azaele la prese per mano e la portò nel bosco. Le alte e gonfie fronde degli alberi coprivano la luce delle stelle e della luna ma la sua vista demoniaca gli permetteva di avanzare spedito come se fosse giorno. Alba, che ancora non aveva acquisito la stessa capacità ed era spaventata dai rumori della notte, gli stringeva forte la mano. La bambina, percependo il suo nervosismo cominciò a rigirarsi nella pancia. Alba si fermò e domandò. «Siamo ancora sotto la barriera, vero?»

Azaele le passò un braccio intorno alle spalle e la rassicurò. «Sta tranquilla, per oggi abbiamo già rischiato abbastanza!»

Alba si rilassò e sentì che anche la piccola si calmava. Sorrise. «Tu e lei, avete un legame incredibile già da ora!»

«Le bambine hanno sempre un legame speciale con il padre, non è così?» le soffiò lui in un orecchio.

«Anche le mamme!» mormorò lei porgendogli le labbra. Si baciarono a lungo e poi lui si staccò gentilmente e ricominciò a camminare. «Alba, tra non molto affronteremo una delle peggiori battaglie della nostra vita, non credi che sia arrivato il momento di dare un nome a nostra figlia? Hai deciso, come chiamarla?» domandò pensoso.

«Vorrei chiamarla Gaia, è un nome ottimista che potrà aiutarla ad affrontare la vita con gioia! Ti piace?» propose lei un po’ incerta.

«È un nome bellissimo!» approvò Azaele. «Non vedo l'ora che nasca e papà possa conoscerla, sono sicura che sarà un nonno fantastico!» aggiunse entusiasta, ma subito, ricordandosi che Alba aveva perso entrambi i genitori pochi anni prima le chiese scusa mortificato.

«Non preoccuparti, non è colpa tua se i miei genitori se ne sono andati presto!» lo consolò lei. «E poi almeno io me li sono potuti godere finché ci sono stati, tu sei stato più sfortunato di me!»

Lui non disse nulla ma si arrestò con un'espressione strana che Alba riuscì a intuire nonostante il buio. «Ho detto qualcosa che ti ha offeso?» domandò preoccupata.

«No. Siamo solo arrivati!» rispose lui.«Ti ricordi questo posto?»

Alba si guardò intorno, indicò un'enorme quercia tra le cui fronde i raggi di luna erano riusciti a farsi strada ed esclamò incredula. «Ma questo è l'albero sotto il quale ci siamo conosciuti!» Non aveva finito di dirlo che fu colta da un terribile capogiro e la piccola iniziò a scalciare dentro di lei. Cadde in ginocchio tenendosi la testa tra le mani mentre voci indistinte e minacciose si innalzavano dai cespugli.

«Eccola è lei, non può più sfuggirci!» urlò un giovane dalla barba bionda balzando fuori da un cespuglio. Alba lo riconobbe, era il contandino che nei sogni guidava i suoi inseguitori. Cercò di fuggire ma una ferita alla caviglia la fece inciampare. I contandini la raggiunsero e cominciarono a riempirla di calci e pugni, terrorizzata implorò pietà inutilmente; era ormai sul punto di svenire quando si sentì avvolgere in un abbraccio protettivo e una voce calda e conosciuta mise fine a quell'incubo. «Basta così, hai visto abbastanza!» le urla dei contadini si fecero più lontane e indistinte così come le loro figure che sbiadirono fino a sparire. Alba si ritrovò seduta in grembo ad Azaele, sul ramo della grande quercia.

«Aza, perché ho visto i contandini massacrarmi in quel modo? Nel mio sogno le cose vanno diversamente, loro non riescono a raggiungermi perché tu mi salvi!» esclamò stupita.

Azaele sospirò. «Quello che hai visto, amore mio, era il tuo vero destino!»

«Non capisco, cosa significa che quello era il mio vero destino?»

«Significa che quel giorno dopo essere stata catturata da quei selvaggi, saresti dovuta morire insieme a Elena per poi raggiungere il Paradiso accompagnata da Michele. Con il mio intervento ti ho salvato la vita ma ti ho anche trasformato in una strega e condannato a reincarnarti all'infinito! Non mi perdonerò mai per averti fatto questo.»

«Perché hai voluto farmi vedere cosa sarebbe potuto succedere? È stato orribile!» mormorò lei piangendo.

Azaele le passò una mano sulle guance per asciugarle le lacrime. «Perché era giusto che sapessi come sono andate realmente le cose Alba, che avessi tutte le informazioni che ti servono per poter prendere una decisione ben ponderata sul tuo futuro e sul futuro di nostra figlia.»

«Ma che cosa stai dicendo? Abbiamo già deciso, noi tre formeremo una famiglia! Credevo che volessi proteggere me e la bambina e invece mi sembra che stia cercando di dirmi che vuoi tirarti indietro» rispose Alba allarmata.

«No, neanche per sogno! Ma cosa ti vieni in mente? Io vi amo e non voglio abbandonarvi, ma ci ho pensato tanto e sono arrivato alla conclusione che se a quei tempi non ti hanno condannato a seguirmi all'Inferno, forse puoi ancora salvarti!»

Alba si scostò da Azaele. «Non capisco, cosa vuoi dire?»

«Che forse puoi ancora tornare indietro. O meglio, fuggire dalla battaglia, da qui e soprattutto da me!» Azaele strinse le spalle di Alba. «Se vai via ora, prima che nasca nostra figlia. Se la porti lontano dai demoni che vogliono farne la loro salvatrice e da me, forse crescerà come una bambina normale e tu e lei sarete salve e libere di essere accolte in Paradiso! Se invece scegli me…»

Le iridi di Alba si colorarono di rosso. «Basta cosi!» esclamò saltando giù dal ramo.

Azaele la seguì a terra. «Ti prego ascoltami, l'ho già detto a Michele quattrocento anni fa e ora lo ripeto a te: preferisco rinunciare a te per sempre, piuttosto che condannarti all'Inferno»

«Ti ho detto di smetterla di parlare cosi!» gridò Alba pestando un piede per terra.

«Alba…» disse lui cercando di abbracciarla, ma lei lo respinse. «No, ora basta! Non sopporto quando le persone si arrendono senza combattere! Tu dici che se io e Gaia scappassimo lontano da te saremo salve, ma che ne sai? E se invece lo scopo di tutto ciò che stiamo affrontando fosse dimostrare che dobbiamo lottare per ciò che amiamo, sfidando luoghi comuni e convenzioni?»

«Tesoro, uh, che io sia un demone infernale non è propriamente un luogo comune…»

Alba si rese conto che Azaele aveva ancora il suo aspetto infernale e nonostante la gravità del momento le sfuggì una risatina. «Oh, insomma hai capito cosa intendo!»

Il demone si sedette ai piedi della quercia, poggiò la nuca contro la corteccia e chiuse gli occhi per riflettere meglio. Quando li riaprì, Alba vi scorse dentro le fiamme del fuoco infernale. «E va bene, allora visto che siamo in ballo, balliamo e facciamolo fino in fondo. Di tutto il resto ci occuperamo quando e se arriverà il momento!» disse alzandosi in piedi. «È ora che tu faccia un salto di qualità amore mio! Vieni a scoprire la tua sorpresa!»

Azaele guidò Alba fino a una piccola radura al centro della quale si trovava un mucchio di legna e paglia. Il demone si inginocchiò e soffiò una fiammata accendendo un falò le cui fiamme si innalzarono verso il cielo crepitando e spargendo scintille tutto intorno.

«Aza, ma che fai, sei impazzito, brucerai il bosco!» esclamò lei, indietreggiando spaventata. Lui si voltò e la guardo con gli occhi rossi e il sorriso che metteva in mostra i candidi denti da lupo. «Sei una strega, comportati da strega! Smettila di aver paura e concentrati, ascolta il fuoco, ascolta il suo canto!» Alba scosse la testa impaurita «Ti prego, smettila di comportarti in questo modo, non ti riconosco!»

Lui allora allungò gli artigli neri e le prese delicatamente le mani. «Fidati di me, chiudi gli occhi e ascolta il canto del fuoco, abbandonati alla sua melodia e finalmente conoscerai la tua sorpresa!»

Alba annuì stringendo gli artigli di Azaele, chiuse gli occhi e si concentrò sul crepitio delle fiamme. Un po' alla volta si rese conto che quei suoni, che inizialmente le erano sembrati casuali e disordinati, si intrecciavano componendo delicate sequenze melodiche che si ripetevano e si inseguivano gioiosamente. Aprì gli occhi stupita. «Lo sento, Aza. Sento il fuoco cantare!»

«Non perdere la concentrazione, torna a chiudere gli occhi e non aprirli finché non sarai sicura di cio che senti!»

Lei non capì cosa volesse dire esattamente Azaele, ma chiuse di nuovo gli occhi e ascoltò il canto del fuoco rallentare un poco alla volta fino a cessare completamente con l'esaurirsi delle fiamme. Quando la melodia si fermò del tutto, accadde qualcosa di inaspettato e meraviglioso: ogni fruscio, ogni tonfo soffocato, ogni verso che fino a pochi istanti prima Alba aveva considerato indecifrabile e inquietante, ora assumeva un significato ben preciso come il passaggio furtivo di una volpe o il movimento delle chiome di una quercia o il battito d'ali di una civetta. Il Bosco le parlava attraverso mille suoni fra i quali Alba iniziò a individuarne alcuni che si distinguevano da tutti gli altri. Si concentrò ancora di più fino a che si rese conto che si trattava di sussurri.

«È lei?»

«Mi sembra di si!»

«Pensate che sia davvero tornata per noi

«Potrebbe

«Quello che l’accompagna chi è? Dite che possiamo fidarci?»

«Tranquilli, è un casinista ma è innamorato della nostra strega, di lui possiamo fidarci!»

«Merlino, sei tu!» esclamò Alba aprendo gli occhi e guardandosi intorno.

Il famiglio balzò fuori da un cespuglio e sorrise. «Sono io. E tu, finalmente, puoi sentirmi!»

Alba si rese conto che Merlino non aveva emesso alcun suono, si voltò verso Azaele che intuendo la sua domanda rispose. «Solo una vera strega può sentire la voce del suo famiglio!»

Merlino sbuffò «Di tutti i famigli, imbranato!»

Alba ridacchiò.

«Che ha detto?» domandò Azaele alzando un sopracciglio.

«Che posso sentirli tutti

«E allora chiamali!» esclamò il demone spazientito aprendo le braccia e rivolgendosi a Merlino che alzò gli occhi al cielo. «Sono già qui, possibile che non te ne sia accorto, razza di svampito?» poi si girò verso i cespugli e invitò i suoi compagni a mostrarsi.

Uno alla volta, i famigli uscirono allo scoperto; Alba si ritrovò circondata da volpi, civette, lupi, gatti, scoiattoli, topini di campagna e topi di città che la osservavano incuriositi e speranzosi.

«Ci siamo tutti?» domandò Merlino.

«Si, Myrddhinx, siamo arrivati tutti.»

«Allora mostrate il vostro vero aspetto alla nostra Signora

Davanti agli occhi stupefatti di Alba, i demoni famigli assunsero le loro sembianze infernali, ognuno di loro aveva un segno di riconoscimento che lo collegava alla sua forma animale: le volpi un ciuffo di capelli arancione o rosso, le civette delle piume candide al posto delle sopracciglia, i topi una lunga coda appuntita al posto della classica coda “a punta di freccia”, gli scoiattoli delle orecchie triangolari che svettavano sulla testa e così via.

«Merlino, ma chi sono questi famigli e perché mi considerate la vostra Signora?»

«Sono famigli rimasti orfani delle loro streghe, assassinate nei secoli da chi non tollerava che le femmine umane potesse avere un potere così grande da poter contrastare lo stesso Lucifero”

«Non capisco, che c'entra Lucifero?»

«Conosci la storia di Lilith, la prima moglie di Adamo?» intervenne Azaele.

«A grandi linee: fuggì dal Paradiso perché stufa di obbedire ad Adamo e generò dei demoni che furono sterminati»

«Decisamente a grandi linee. Siediti, ti racconterò la sua vera storia.»

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Alba si accomodò su un ciocco di legno, seguita dai famigli. Azaele attese di avere l'attenzione di tutti e iniziò il racconto di Lilith, la prima compagna di Adamo, creata insieme a lui e fuggita dal Paradiso perché rifiutava di obbedirgli.

Costretta a vagare in solitudine per millenni, dopo la caduta degli Angeli ribelli si era unita a loro nella speranza di trovare finalmente un luogo dove fermarsi. Lucifero, che ne aveva compreso le potenzialità, decise di accettarla all'Inferno e proporle di creare con lui i demoni famigli il cui ruolo doveva essere quello di supportare gli Arcidiavoli nei loro compiti infernali, in attesa di far parte dell'esercito dell'Alfiere del Male.

Ma un giorno Lilith, che non accettava di essere solo la “madre dei famigli” e che non riusciva più a sopportare che i suoi figli fossero dei semplici servi, propose di farne i compagni silenziosi delle giovani femmine umane che avessero ceduto al corteggiamento di un demone, così da assicurare la loro devozione a Lucifero.

In realtà, l'obiettivo di Lilith era quello di rendere le “sorelle” umane più forti dei loro compagni e degli stessi demoni affinché fossero finalmente libere di regnare sulla terra.

Quando Lucifero si rese conto del vero scopo di Lilith la sua punizione fu terribile. Istruì i suoi demoni più fidati affinché suggerissero agli umani di creare i tribunali dell'Inquisizione per eliminare tutte le streghe, catturò e imprigionò Lilith di cui non si seppe più nulla e sterminò tutti i famigli che avevano instillato nelle loro streghe umane la convinzione di poter dominare la terra. Ai pochi rimasti tolse l'uso della parola e li riportò alla condizione di servi degli Arcidiavoli e compagni silenziosi delle future streghe, con il mero compito di assicurarle all'Inferno.

Ma nel giro di un paio di secoli gli umani smisero di credere alle streghe e ai famigli non rimase altro che accettare di essere poco più che degli schiavi infernali.

#


«È un storia tristissima, mi dispiace tanto Merlino» commentò Alba rattristata al termine del racconto di Azaele. I famigli sospirarono in coro.

«Ma quindi, noi streghe attualmente in quante siamo rimaste?»

Azaele e Merlino si scambiarono uno sguardo. «Se escludiamo Elena, che è un caso piuttosto anomalo, sei rimasta solo tu.»

«Soltanto io, in tutta la terra?» esclamò Alba allibita.

«Temo di si. ecco perché i ragazzi si sono riuniti tutti qui, volevano conoscere l’ultima strega e proteggerla da Lucifero e dagli Arcidivioli.»

Alba osservò commossa i famigli che la circondavano «Davvero volete proteggermi?» I demoni annuirono silenziosamente e invitarono Merlino a parlare per tutti. «Si, Alba, siamo venuti per proteggere te e la tua bambina, non permetteremo a nessuno di farvi del male, né a Zamesh, né ad Akenet e nemmeno a Lucifero in persona! Noi siamo l'esercito dell'ultima strega e combatteremo per te fino alla morte!»

A quelle parole tutti i famigli si alzarono in piedi alzando i pugni e lanciando grida di incitamento che poteva sentire solo Alba. Azaele sorrise e soffiò sulle braci del falò per farlo riaccendere poi si avvicinò ad Alba e la invitò a ballare. Subito i famigli li seguirono e dopo poco la strega e il suo esercito danzavano tutti insieme intorno al fuoco.


#


Razel borbottò nel sonno, si rigirò infastidito e infine si svegliò, allungò una mano sul materasso e con disappunto si rese conto che Elena non era a letto. Si guardò intorno e notò la porta finestra aperta. Si vestì velocemente e uscì per cercarla, ma lei era solo a pochi metri dalla veranda, intenta a osservare il bosco.

«Se po' sapé che stai a fa' qua fuori?»

Lei si girò sorridente. «C'è una festa nel bosco, non la senti?»

Razel seguì lo sguardo di Elena e un largo sorriso soddisfatto illuminò il suo viso. «A quanto pare, finalmente la streghetta de Azale s'é svegliata!»






   
 
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