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Autore: Star_Rover    29/01/2024    4 recensioni
Ovvero: come un anti-eroe americano tentò di sopravvivere alla sua apocalisse personale nel mezzo di una guerra mondiale.
***
Per raggiungere il suo obiettivo doveva dimostrare di non essere quel che era realmente. O’ Hagan poteva vantare una consolidata esperienza nel campo. Da buon impostore aveva finto in ogni genere di situazione, poteva fingere di essere anche un valoroso soldato. O almeno così credeva...
Genere: Avventura, Commedia, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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22. Sturmtruppen
 

Sergente William O’ Hagan.
Ancora faticava a crederci, eppure era tutto vero. Quella promozione era giunta in un momento inaspettato, ma era sembrata la soluzione migliore. Oltre a Billy e Larry, anche il capitano Dunkel aveva ottenuto la sua vittoria. Quella faccenda aveva messo in buona luce l’intero plotone.
Gli unici a non aver gradito l’avanzamento di carriera di O’ Hagan erano lo scorbutico Miller e la bella Rose.
Il tenente riteneva di essere già circondato da un esuberante numero di incapaci, mentre la ricca ereditiera era delusa dal fatto che il suo fidanzato non fosse nemmeno un ufficiale.  
Billy non aveva dato troppa importanza alle preoccupazioni di Rose, il suo unico scopo era restare vivo, a tutto il resto avrebbe pensato alla fine della guerra.
Ovviamente aveva rassicurato la sua promessa sposa, seppur infastidito dal suo comportamento. Avrebbe gradito un minimo di comprensione da parte sua, da quando era partito per il fronte, lei non aveva mai dimostrato sincera apprensione per la sua sorte. Tutto ciò che importava per una ragazza ricca e viziata erano i gradi e le medaglie.
O’ Hagan stava rimuginando sul suo possibile futuro quando il soldato Evans irruppe nel rifugio.
«Il tenente Miller vuole vederti! Ha detto che è urgente»
Billy ripose la lettera e prontamente si sistemò per rendersi presentabile al suo comandante.
«Ti ricordo che adesso io sono un tuo superiore!» precisò fermandosi davanti al suo compagno.
George sospirò: «ad essere sincero, devo ancora abituarmi agli ultimi cambiamenti. Dunque adesso devo sempre darle del lei, sergente?»
O’ Hagan non poté negare il suo compiacimento, ma la situazione gli sembrò ugualmente strana.
«Be’, quando siamo soli credo che tu possa trascurare certe formalità, ma ricordati che in trincea sono un tuo superiore!»
Evans si congedò con un plateale saluto militare: «sì, sergente»
Fuori dal rifugio il soldato e il sottufficiale presero direzioni opposte, inoltrandosi nel labirinto delle trincee.
O’ Hagan attraversò i camminamenti poggiandosi alla parete di terra, rannicchiandosi nel fango ogni volta che gli spari si facevano più vicini.
Fortunatamente le raffiche tedesche non erano particolarmente intense.
Billy raggiunse il rifugio del tenente Miller di corsa, ansante e tremante.
L’ufficiale prestò attenzione alla sua presenza soltanto dopo aver terminato di annotare e aggiornare la carta topografica aperta sul suo tavolo.
Miller sollevò lo sguardo, squadrando il nuovo arrivato con severità.
«Sergente, spero che lei sia pronto per la sua prima missione»
Billy annuì, seppur con poca convinzione.
Miller indicò un punto sulla mappa: «questo è il settore sotto il suo controllo. Entro questa sera dovrà occuparsi di rafforzare le difese e organizzare una pattuglia»
O’ Hagan tentò di fare del suo meglio per mascherare il nervosismo.
«Se posso chiedere, per quale motivo dobbiamo preoccuparci con tanta urgenza delle nostre difese?»
«I servizi segreti britannici sono riusciti a decifrare alcuni messaggi, hanno ragione di credere che i tedeschi attaccheranno le nostre linee questa notte»
«Signore, tutto questo è assurdo»
Miller guardò il sottoposto con i suoi occhi di ghiaccio.
«Ha mai sentito parlare delle truppe d’assalto tedesche?»
Billy rimase in silenzio, ovviamente conosceva la fama delle micidiali squadre nemiche, ma non sapeva esattamente quanta verità ci fosse nelle storie narrate dai soldati ricoverati nelle retrovie.
«Si tratta di truppe formate da soldati ben addestrati e specializzati, solitamente sono utilizzate dal nemico durante incursioni notturne e ricognizioni oltre le nostre linee» spiegò il tenente.
O’ Hagan avvertì un brivido lungo la schiena.
«Dunque, è possibile che questa notte i tedeschi cerchino di superare i reticolati per introdursi nelle nostre trincee?»
«Probabilmente sono in cerca di prigionieri da interrogare» specificò Miller. 
Billy iniziò a sudare freddo.
Il tenente lo congedò con sufficienza, lasciandolo solo ad occuparsi di quella pericolosa faccenda.
 

O’ Hagan non aveva certamente le competenze per progettare un piano di difesa efficace in così poco tempo. Nonostante ciò, aveva abbastanza esperienza nell’improvvisare, trovando soluzioni improbabili per problemi complessi. Così anche quella volta Billy dovette fare affidamento sul suo innato senso di sopravvivenza. Pur non essendo all’altezza dei genieri britannici, le sue conoscenze tecniche, anche involontariamente, si erano affinate in quei lunghi mesi di guerra.
I suoi commilitoni si rivelarono molto collaborativi, d’altra parte, c’erano in gioco le loro vite.
L’intera squadra trascorse la giornata a scavare nel fango, stendere filo spinato e recuperare armi e munizioni.
Per valutare la posizione delle mitragliatrici, Billy raggiunse una postazione d’osservazione sopraelevata. Dall’alto O’ Hagan poté avere una visuale completa delle trincee e dei reticolati, improvvisamente tutto gli fu chiaro.
«Bailey! Dobbiamo spostare quelle mitragliatrici, sono troppo vicine»
Il compagno non capì.
«Non possiamo muoverle da qui. A distanza maggiore non riusciremmo a puntare il nemico ai reticolati!»
O’ Hagan confermò la sua decisione.
«È proprio questo il punto, non dobbiamo colpire il nemico prima che raggiunga la prima trincea!»
Jack rimase perplesso.
«Sergente, senza le mitragliatrici come potremo difendere la prima linea?»
Billy espose il suo piano.
«Lasceremo penetrare i tedeschi nella prima trincea, e anche nella seconda! Gli faremo credere che la postazione sia abbandonata così saranno costretti ad addentrarsi più in profondità. Allora punteremo le mitragliatrici e potremo facilmente circondarli!»
Bailey fu sorpreso da quella strategia.
«Dovremo tendere un’imboscata al nemico?»
Billy annuì: «suppongo che progettare una trappola per crucchi non sia così diverso dal costruire una trappola per topi…»
«Va bene, ma quale sarà l’esca? Non credo che sarà sufficiente sostituire il formaggio con delle patate»
O’ Hagan deglutì a vuoto.
«Se il tenente Miller ha ragione, quel che vogliono i tedeschi sono degli ostaggi»
Jack non ebbe bisogno di ulteriori spiegazioni.
«Billy, questa volta ti parlo da amico…spero davvero che il tuo piano funzioni, perché le esche saremo noi!»
 
Dopo aver riposizionato le mitragliatrici, Billy sgattaiolò in trincea.
«Jenkins! A che punto sono i lavori?»
Il suo compagno riemerse dalla buca coperto di fango dalla testa ai piedi.  
«Abbiamo appena terminato. I ragazzi vogliono sapere a cosa è servito scavare un'altra trincea soltanto per riempirla con vecchie armi e munizioni inutilizzabili!»
«Dobbiamo far credere al nemico che la postazione sia stata abbandonata, per questo devono avere prove del nostro passaggio»
Jenkins fu piacevolmente sorpreso.
«Ad essere sincero non ti ho mai ritenuto un esperto di tattica militare, ma dannazione…questo piano potrebbe davvero funzionare!»
Il sergente si sentì offeso: «dovreste avere fiducia nel vostro caposquadra!»
Jenkins era ancora perplesso.
«Ho ragione di pensare che non sia solo merito della promozione, hai qualcosa in mente, vero Billy?»
O’ Hagan rivolse uno sguardo preoccupato oltre ai reticolati.
«Come per tutti, il mio unico scopo è restare vivo»
Per quanto semplice, quella risposta era sincera.


Dopo il tramonto Billy rimase in attesa, dalla sua postazione non poteva vedere i reticolati, ma avrebbe facilmente riconosciuto qualsiasi rumore proveniente dalla trincea adiacente.
L’oscurità avvolse completamente la vallata deserta. Il fronte tedesco non era più attivo del solito, qualche colpo scoppiava nella notte, razzi arancioni illuminavano la terra di nessuno in lontananza.
«Forse gli inglesi si sono sbagliati. Non arriverà nessuno questa notte» ipotizzò Bailey, sdraiato a fianco della mitragliatrice.
«Non importa, è nostro dovere restare di guardia»
Billy riuscì a stento a nascondere la delusione. Doveva ammettere di essere fiero del suo ingegnoso piano. Da quando si era arruolato non aveva mai partecipato attivamente alle azioni militari, se non per obbedire a ordini imprescindibili.
Quella era stata una sua iniziativa, per la prima volta aveva dimostrato di poter essere un vero soldato. Stranamente, non fu entusiasta all’idea che il nemico non si presentasse.
Billy era ormai pronto a rassegnarsi quando all’improvviso la sentinella diede il segnale. O’ Hagan sussultò, qualcuno si stava avvicinando.
Nel silenzio gli americani riuscirono a distinguere il rumore metallico delle tenaglie che tranciavano i reticolati. Questi erano particolarmente resistenti, poiché il nemico dovette insistere per molto tempo prima di riuscire a oltrepassare l’ostacolo.
Billy udì un tonfo ovattato, il primo tedesco era in trincea. Dopo di lui ne contò almeno altri tre.
Il nemico sembrò esitare, udì delle voci sempre più vicine.
«È strano…» sussurrò Jenkins, anch’egli ben attento ad ascoltare ogni minimo movimento.
«Che cosa?» domandò O’ Hagan.
«Niente bombe e nessuno sparo»
Billy decretò che si trattasse di un’anomalia. Da quel che sapeva, le truppe d’assalto prima di invadere le trincee pensavano a neutralizzare il nemico. Forse volevano essere certi di avere prigionieri.
O’ Hagan non ebbe tempo per lasciarsi tormentare da dubbi e incertezze.
Lentamente si sporse oltre il muro di terra, intravide delle ombre, poi riconobbe gli elmetti.
Era pronto a puntare il fucile, stava per ordinare a Jenkins di aprire il fuoco quando all’improvviso un grido echeggiò nelle trincee.
«Non sparate! Ci arrendiamo! Non sparate!»
Billy e i suoi compagni uscirono allo scoperto. O’ Hagan si avvicinò lentamente, diffidente, notò subito qualcosa di strano. Quei tedeschi non avevano affatto l’aspetto di soldati esperti, arditi e valorosi.
Erano tutti ragazzini dall’aria spaventata, per di più, nessuno di loro era armato.
Billy ripensò ai racconti narrati nelle retrovie. I suoi commilitoni parlavano di uomini coraggiosi e ardimentosi, sempre pronti a combattere, armati fino ai denti.
Quei soldatini avevano subito alzato le mani, arrendendosi immediatamente.
Il sergente si rivolse al giovane che aveva dimostrato di conoscere qualche parola in inglese.
«Credevo che le vostre famose truppe d’assalto fossero ben diverse»
Il tedesco non capì.
«Truppe d’assalto?»
«Già, non è questo che siete?» domandò O’ Hagan, sempre più confuso.
Il giovane negò.
«Noi non siamo soldati delle Sturmtruppen»
Billy rimase dubbioso a riguardo.
«E allora chi siete?»
Il tedesco esitò prima di rispondere: «siamo disertori. Abbiamo scelto volutamente di arrenderci al nemico»
O’ Hagan sbiancò, non poteva credere di aver faticato tanto per quella missione destinata a fallire fin dal principio. A quel punto si domandò se il tenente Miller non gli avesse ordinato di occuparsi di un pericolo inesistente per metterlo alla prova, o ancora peggio, soltanto per tenerlo occupato.
Al suo fianco, Jenkins sorrise.
«Complimenti, sergente. Il suo complicato piano è stato davvero efficace per catturare dei disertori disposti a consegnarsi volontariamente!»
   
 
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